Scarica Appunti su Barthes e più Appunti in PDF di Semiotica solo su Docsity! C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 1 Roland Barthes (1915-1980) C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 2 Riferimenti bibliografici essenziali R. Barthes, Miti d’oggi, Torino, Einaudi, 1974 (orig. 1957) R. Barthes, “Retorica dell’immagine” in L’ovvio e l’ottuso, Torino, Einaudi, 1985 (orig.1964) R. Barthes, “Elementi di semiologia” Torino, Einaudi, 1966 (orig. 1964) Per approfondire: G. Marrone, Il sistema di Barthes, Milano, Bompiani, 1994 C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 5 Scrive Barthes: “non è del tutto giusto parlare di una civiltà dell’immagine: siamo ancora e più che mai una civiltà della scrittura” (Barthes 1964). L’immagine è polisemica (può avere molti e diversi significati). In ogni società si sviluppano tecniche per contrastare l’incertezza dei segni, una di queste tecniche è l’utilizzo del messaggio linguistico. Il rapporto tra messaggio linguistico e messaggio iconico può essere di: Ancoraggio oppure di Ricambio. Rapporto tra scrittura e immagine C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 6 Ancoraggio: “il linguaggio verbale determina il corretto livello di percezione, fissa i significati opportuni che da questa devono trasparire, regola cioè l’interpretazione (repressiva, secondo Barthes) dell’intero messaggio” (Marrone, Il sistema di Barthes, 1994) L’ancoraggio “impedisce ai sensi connotati di proliferare verso regioni troppo individuali o verso valori disforici”. (Barthes 1964) Rapporto tra scrittura e immagine: l’ancoraggio C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 7 • Nel ricambio, “come accade nei fumetti e soprattutto nel cinema, la parola si fa complementare all’immagine” (Barthes, 1964) • Esempio per spiegare che cosa sia l’ancoraggio e il ricambio: analisi dell’annuncio- stampa della Pasta Panzani. Rapporto tra scrittura e immagine: il ricambio C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 10 Semi connotativi 1) La borsa semiaperta che lascia scivolare i prodotti “sconfezionati” connota freschezza dei prodotti. 2) La tinta tricolore del manifesto veicola un significato di italianità (insieme al nome Panzani delle etichette connota un’assonanza italiana). 3) L’assemblamento di prodotti confezionati e non confezionati veicola il significato di servizio culinario totale: l’idea è che «Panzani» fornisca tutto il necessario per un piatto elaborato. 4) La composizione rinvia a un significato estetico, cioè quello di natura morta. C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 11 Rapporto tra scrittura e immagine Il messaggio verbale: didascalia posta in basso, etichette. Ha la funzione di: • concentrare l’attenzione sugli oggetti (ancoraggio); • Selezionare il livello di percezione. Riconosciamo qui una “immagine pubblicitaria” e non, per esempio, un “reportage giornalistico”. Il messaggio verbale, quindi, introduce alla lettura degli altri messaggi. C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 12 Rapporto tra scrittura e immagine La lettura dei segni della pubblicità (ma anche in generale la lettura di qualsiasi tipo di testo verbo- visivo) è possibile grazie all’ancoraggio del visivo al verbale. Ma anche ad un sapere antropologico, per cui siamo in grado di riconoscere nell’immagine, ad esempio del pomodoro, il pomodoro reale. Questione del riconoscimento. C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 15 I significati connotativi– che Barthes definisce frammenti di ideologia – hanno a che fare con la cultura, il sapere, la storia, e “in avvenire non potrà non imporsi una linguistica della connotazione, giacché la società sviluppa continuamente, a partire dal sistema primario che il linguaggio umano le fornisce, dei sistemi secondi di senso, e questa elaborazione, talora palese, talora dissimulata, razionalizzata, è molto vicina a una autentica antropologia storica.” [Elementi di semiologia p. 80] La teoria della connotazione: l’ideologia C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 16 La teoria della connotazione: struttura della connotazione e del metalinguaggio Sn St Sn St Sn St Sn St Connotazione Metalinguaggio C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 17 La teoria della connotazione: la struttura del mito (Miti d’oggi, 1957) C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 20 La teoria della connotazione: l’ideologia Progetto di Barthes: pensare che “la semiologia sia una disciplina capace – con la sua organizzazione concettuale – di distruggere, dissipare, decostruire (se volete usare un termine di oggi) quell’insieme di connotazioni culturali, sociali e ideologiche che la borghesia ha calato sulla lingua. L’idea è quella di decostruire queste connotazioni ideologiche – che hanno un carattere sistematico – e di liberare un grado zero della lingua, una forma bianca della lingua, una forma che evidentemente è legata, in quel periodo, al progetto di una società libera, senza ideologia, senza classi.” (Fabbri, La svolta semiotica, 1998, pp. 4-5) “Se andate a rileggervi i Prolegomena hjelmsleviani vi accorgete che in quella sede la nozione di connotazione era assai più limitata e modesta (o prudente). Hjelmslev aveva offerto a Barthes non una nozione «forte» di semiotica connotativa come semiotica il cui piano dell’espressione è una semiotica soggiacente, ma una nozione assai «debole» di cosa fosse questa sopraelevazione semiotica. Gli esempi che Hjelmslev dà di connotazione riguardano per esempio il fatto che una pronuncia può connotare l’origine regionale. Nulla del concetto «forte» poi manipolato da Barthes, dove attraverso la lettura delle connotazioni si delinea la possibilità di leggere le tracce dell’ideologia, e il modo in cui una società fa circolare in modo altamente persuasivo i segni più apparentemente innocui”.(Eco 1986 p. 301) La citazione è riportata in Traini p. 111 C. Bianchi, Semiotica Univ. di Modena e Reggio Emilia 22 L’eredità di Barthes L’interessamento per qualsiasi evento dell’universo capace di significazione: ricorda Eco [1986: 302] “irritava tanto i filosofi del linguaggio di formazione anglosassone, che lo accusavano per esempio di applicare all’arte culinaria le categorie della linguistica e di leggere come linguaggio ciò che non era stato prodotto linguisticamente. […] Il semiologo, ci ripeteva, è colui che quando va in giro per la strada, là dove gli altri vedono fatti ed eventi, scorge, fiuta significazione. L’essersi appuntato sull’idea che c’è sempre, intorno a noi, della significazione […], questa è stata l’eredità di Barthes.” Citazione riportata in Traini, p. 111