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Appunti su educazione civica, Tesine di Maturità di Diritto

La formazione dello Stato italiano, dalla concessione dello Statuto Albertino alla nascita della Costituzione repubblicana. Vengono descritti i caratteri del Regno d'Italia e le modifiche apportate allo Statuto Albertino durante il periodo fascista. Viene poi presentata la Costituzione repubblicana, la sua procedura di modifica e la sua struttura.

Tipologia: Tesine di Maturità

2022/2023

In vendita dal 24/06/2022

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Scarica Appunti su educazione civica e più Tesine di Maturità in PDF di Diritto solo su Docsity! DALLO STATUTO ALBERTINO ALLA NASCITA DELLA COSTITUZIONE Politicamente, lo Stato italiano, ha avuto una formazione lenta. Si può far risalire alle guerre di indipendenza combattute tra il 1848 e il 1866 che portarono il Regno di Sardegna a diventare il Regno d'Italia. Vittorio Emanuele di Savoia, re di Sardegna, divenne re d'Italia. Il Regno d'Italia era unito, libero ed indipendente. Esso presentava i seguenti caratteri: • era una monarchia; • era una monarchia di diritto che riconosceva libertà civili e politiche; • era rappresentativa data la presenza di un Parlamento; • era costituzionale, per la presenza di una Costituzione che era lo Statuto Albertino. Nel 1848, il Re di Sardegna, Carlo Alberto, aveva concesso ai suoi sudditi una Costituzione che fu detta Statuto Albertino. Si trattava di un'iniziale forma di Costituzione che era stata concessa dal re e non promulgata da un'Assemblea Costituente che rappresentasse i cittadini dello Stato. Lo Statuto Albertino divenne la Costituzione del nuovo Regno d'Italia. Esso si ispirava alla Costituzione francese del 1830 e a quella belga del 1831 ed era una Costituzione flessibile, cioè una Costituzione che poteva essere facilmente modificata mediante le leggi ordinarie emanate dal Parlamento. Esso affermava: • l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge; • riconosceva le libertà civili e politiche; • introduceva un Parlamento formato da due Camere: • una Camera dei deputati eletta con un sistema di suffragio ristretto, in quanto il voto poteva essere esercitato solamente dai cittadini più ricchi; • un Senato i cui membri erano scelti dal Re. Lo Statuto Albertino si basava sulla separazione dei poteri: • il potere legislativo spettava al Parlamento e al Sovrano. Il Re aveva un diritto di veto sulle leggi; • il potere esecutivo spettava al Re che aveva il potere di nominare e revocare i ministri; • il potere giudiziario spettava ai giudici, i quali erano nominati dal Re che era anche capo della Magistratura. Al Re spettava anche il ruolo di capo dell’esercito. Il potere del sovrano, quindi, era molto ampio. Successivamente esso andò riducendosi: • fu previsto il voto di sfiducia con il quale il Parlamento poteva far cadere il Governo; • i ministri, pur continuando ad essere nominati da Re, dovevano avere anche l'approvazione del Parlamento. Gradualmente, l'Italia divenne una monarchia parlamentare. Inizialmente, lo Statuto Albertino, prevedeva che i membri della Camera venissero eletti dai cittadini maschi, ma solamente quelli più ricchi. Nel 1919 fu introdotto il suffragio universale maschile: tutti i cittadini maschi di età superiore ai 20 anni, a prescindere dal censo, avevano il diritto di eleggere i propri rappresentanti alla Camera. In questo modo, in Parlamento, non vi erano più solamente gli appartenenti ai partiti delle classi più agiate, ma anche quelli dei partiti che rappresentavano il popolo. La prima guerra mondiale portò al completamento dell'unità d'Italia con l'annessione del Trentino e di Trieste. Nell'ottobre del 1922, l'avvento del fascismo, segnò la fine dello Stato democratico in Italia.L'allora Re, Vittorio Emanuele III, scelse come Capo del Governo Benito Mussolini. La scelta del Sovrano non fu pienamente costituzionale dato che il partito fascista era una minoranza all'interno della Camera e quindi un suo esponente non avrebbe potuto diventare Capo del Governo. Lo Statuto Albertino rimase in vigore, ma vi furono apportate modifiche tali da snaturarlo completamente e da rendere l'Italia uno Stato totalitario con la presenza del solo partito fascista sulla scena politica. Il ruolo della Camera fu sminuito: essa venne sottomessa al Governo. Fu creata la figura del primo ministro, che era il capo del governo, e che aveva poteri estremamente ampi e rispondeva di fronte al Re e non di fronte al Parlamento. La Camera dei deputati venne soppressa e sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Vennero, inoltre, soppresse le libertà sindacali e civili. Nel campo del lavoro lo Stato regolava direttamente i rapporti di lavoro. Fu reintrodotta la pena di morte per i reati contro lo Stato e divenne un reato penale il dissenso politico. Furono perseguitati gli ebrei con le reggi razziali. La seconda guerra mondiale segnò la fine del fascismo. Il 2 giugno del 1946 fu indetto un referendum che portò il popolo a scegliere tra monarchia e repubblica e ad eleggere l'Assemblea Costituente. Dopo 25 anni si tornò ad avere delle elezioni libere. inoltre, per la prima volta votarono anche le donne. Il popolo scelse la forma repubblicana. All'Assemblea Costituente, composta da 556 membri che rappresentavano tutti i partiti della Resistenza, spettò il compito di redigere la nuova Costituzione repubblicana. L'Assemblea Costituente scelse 75 dei suoi membri per formare una Commissione che avrebbe dovuto elaborare il progetto della nuova Costituzione da promulgare nell'arco di 8 mesi. Questo tempo non fu sufficiente e fu prorogato per ben due volte finché, il 22 dicembre del 1947 fu definitivamente approvato il testo della Costituzione italiana che venne promulgata, dal Presidente provvisorio della Repubblica italiana Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947. La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio del 1948. LA COSTITUZIONE 
 La costituzione italiana entrò in vigore nel 1948. Venne scritta da un'assemblea costituente votata dagli italiani il 2 giugno 1946, votarono anche le donne.
 L'Italia usciva da vent'anni dittatura fascista era cinque anni di guerra.
 La costituzione repubblicana non può essere modificata se non in alcune parti, infatti è una costituzione rigida.
 La costituzione indica la procedura da seguire per la sua stessa modifica. Si tratta di un procedimento che richiede maggioranze ampie e la consultazione dei cittadini attraverso referendum.
 La costituzione è formata da 139 articoli e si divide in: •Principi fondamentali (articoli 1-12): Valori che sono alla base della società e dello Stato italiano. •Parte prima, diritti e doveri dei cittadini (articoli 13-54): libertà che i cittadini possono far valere, comportamenti che lo Stato può pretendere dei cittadini. •Parte seconda, ordinamento della Repubblica (articoli 55-139): indica come funziona la Repubblica italiana (il parlamento, il governo, la magistratura, il presidente ecc.) •Disposizioni transitorie e finali: si tratta di articoli che guidarono il passaggio verso la democrazia e la Repubblica.alcuni sono tuttora validi come il divieto di ricostruzione del partito fascista. Il primo articolo della costituzione (‘’l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione’’.) dice che:
 •L'Italia è una Repubblica democratica: è una comunità di persone libere, che si autogovernano e leggendo periodicamente i propri rappresentanti;
 •La sovranità non appartiene a un gruppo di persone o un individuo ma ciascun cittadino; •La costituzione e le leggi forniscono le regole per la gestione dello Stato: nessuno può ritenersi libero di non seguirle.
 •Il lavoro è centrale, perché consente tutti i cittadini di guadagnarsi un posto nella società. I valori su cui si basa il nostro Repubblica sono elencati nei primi 12 articoli della costituzione. Questi principi non possono essere modificati: anche se un intero parlamento fosse d'accordo nell'abrogare alcuni principi democratici questa decisione non avrebbe valore.la protezione della costituzione è affidata a uno speciale tribunale, la corte costituzionale, che ha principalmente il compito di giudicare che le norme approvate da vari organi statali non siano in contrasto con la costituzione. PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE Il parlamento si riunisce in seduta comune per eleggere 5 giudici della corte Costituzione. Il Parlamento si riunisce in seduta comune solo nei casi tassativamente indicati dalla Costituzione, tra i quali l'elezione di cinque giudici della Corte Costituzionale e di un terzo dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, nonché la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. Integrato dai delegati delle Regioni, elegge il Presidente della Repubblica, chiamato poi a giurare di fronte a tale organo. Quando il Parlamento si riunisce in seduta comune il Presidente e l'Ufficio di Presidenza sono quelli della Camera.
 IL RAPPORTO FIDUCIARIO CON IL GOVERNO - Il Parlamento esercita una funzione di indirizzo politico. Il Parlamento esercita una funzione di indirizzo politico nei confronti del Governo in primo luogo attraverso lo strumento della fiducia: prima di iniziare la sua attività, infatti, ogni Governo deve ottenere la fiducia del Parlamento, che decide se accordargliela o meno attraverso la votazione di una mozione di fiducia, sulla base del programma comunicato alle Camere.
 FUNZIONI DEL PARLAMENTO • Funzione Legislativa • Funzione di indirizzo politico e di controllo sul Governo 
 La più importante funzione del Parlamento è quella legislativa. Tale funzione consiste nel creare norme (generali e astratte), obbligatorie per tutti; L’art. 70 Cost. stabilisce che «La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere». Tali leggi, regolano il funzionamento dello Stato, i rapporti tra i cittadini e tra i cittadini e lo Stato. - Per l'approvazione di quali leggi la costituzione prevede una maggioranza speciale? Leggi costituzionali. - La Pubblica Amministrazione: realizza in maniera concreta gli obiettivi dello Stato. - Se non vengono convertiti in legge: I decreti legge decadono entro. - Il Presidente: della repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di esso nomina i ministri della repubblica. - È l’organo collegiale che comprende i ministri e il Presidente: il Consiglio dei Ministri. - Che cosa si intende per ministri senza portafoglio: i ministri che, a differenza degli altri, non sono a capo di un dicastero ma hanno una funzione eminentemente politica. - Per extraparlamentare si intende una crisi di governo determinata da: dall’ dimissioni del Governo non precedute da una mozione. - Il decreto legislativo: è approvato dal Governo sulla base di una legge di delega. - Chi legge il presidente della Repubblica: il Parlamento in seduta comune. - Qual è la maggioranza richiesta per l'elezione del presidente la Repubblica: maggioranza dei 2/3 nei primi tre scrutini, maggioranza assoluta. - La magistratura costituisce un ordine: autonomo e indipendente da ogni altro potere che vi partecipa di diritto. - La corte costituzionale giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionali delle leggi regionali. - È un ente pubblico territoriale: un comune. - L'autonomia normativa degli enti territoriali prevede: emanazione di atti ministrativi. - Il principio del decentramento prevede: il trasferimento di competenze da organi centrali ad organai periferici. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’Italia dal 1861 fino al 1946, è stata una monarchia, con il referendum del 2 giugno 1946 i cittadini italiani hanno scelto la forma di Stato repubblicana, in cui il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica. L’art. 87 della Costituzione stabilisce che «Il Presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato e rappresenta l’unità nazionale». Il ruolo del Presidente è super partes, cioè al di sopra delle parti, e deve mirare alla creazione di armonia tra gli organi statali. ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune, cioè da tutti i Deputati e i Senatori riuniti inMontecitorio, sede abituale della Camera dei Deputati. Si tratta di un’elezione di secondo grado: il popolo elegge il Parlamento e questo, a sua volta, elegge il Presidente. 
 L’elezione del Presidente avviene a scrutinio segreto, poiché si deve eleggere un organo imparziale, si richiedono maggioranze qualificate: nelle prime tre votazioni è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’intera Assemblea, se non viene raggiunta tale maggioranza, dal quarto scrutinio è richiesta la maggioranza assoluta, cioè la metà più uno dei componenti dell’Assemblea. Per essere eletto Presidente della Repubblica, è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti: • Cittadinanza italiana; • Compimento dei cinquant’anni; • Godimento dei diritti civili e politici. DURATA DELLA CARICA Il Presidente della Repubblica rimane in carica sette anni e può essere rieletto. Alla fine dei sette anni il Presidente diventa un senatore a vita, cioè egli sarà un senatore senza la necessità di doversi candidare alle elezioni. 
 Il palazzo del Quirinale è la sede ufficiale del Presidente della Repubblica. 
 Può accadere che il Presidente della Repubblica non possa esercitare le proprie funzioni, come nel caso di malattia invalidante, morte o dimissioni, si procede all’elezione di un nuovo Presidente. LE FUNZIONI Il Presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato e «rappresenta l’unità nazionale», come sancito dal primo comma dell’art. 87 della Costituzione. 
 Deve garantire, per lo Stato, un riferimento stabile e, per i cittadini, un soggetto in cui riconoscersi tutti, indipendentemente dai propri interessi. Il Presidente della Repubblica ha tre poteri fondamentali (legislativo, esecutivo e giudiziario). 
 Potere legislativo: • Fissa la prima riunione delle Camere una volta elette; • Può inviare messaggi alle Camere; • Promulga le leggi approvate dal Parlamento, con la possibilità di esercitare il veto sospensivo; Poteri specifici del Presidente: • Può, sciogliere le Camere, o una sola di esse, sentiti i loro Presidenti: tale funzione non può essere esercitata negli ultimi sei mesi del suo mandato (semestre bianco); • Può nominare cinque Senatori a vita, per alti meriti in campo sociale, artistico, culturale e scientifico. Potere esecutivo: • Nomina il Presidente del Consiglio e, su sua proposta, i ministri; • Emana i decreti del Governo (decreti legislativi e decreti legge); • Autorizza il Governo a presentare alle Camere i disegni di legge; • Ha il comando delle forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere; • Nomina i più alti funzionari dello Stato; • Ratifica i Trattati internazionali; • Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici. Funzione giudiziaria: • Presiede il Consiglio superiore della Magistratura (CSM); • Può concedere la grazia e commutare le pene. 
 LE RESPONSABILITA’ DEL PRESIDENTE L’art. 90 della Costituzione stabilisce che il Presidente della Repubblica « non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento e attentato alla Costituzione». • Alto tradimento , qualora il Capo dello Stato violi l’obbligo di fedeltà alla Repubblica, ad esempio se si accorda con una potenze straniere per sovvertire il nostro ordinamento; • Attentato alla Costituzione, cioè se cerca, in modo illegale, di modificare i valori fondamentali della nostra Costituzione, ad esempio se viene accusato di aver partecipato ad un complotto che avrebbe avuto come obiettivo un colpo di Stato, per sovvertire l’ordinamento costituzionale. Nel caso in cui dovessero accadere, è prevista una particolare procedura, affidata alla Corte costituzionale, che ha il compito di giudicare il Presidente, messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta comune. 
 In questo caso, la Corte costituzionale si riunisce in una composizione allargata: ai quindici giudici costituzionali sono aggiunti sedici cittadini estratti a sorte da un elenco compilato ogni nove anni dal Parlamento. 
 LEGGI COSTITUZIONALI La legge costituzionale è un atto normativo, presente negli ordinamenti a costituzione rigida, adottato dal parlamento con una procedura aggravata, ossia più complessa rispetto a quella prevista per le leggi ordinarie, che ha lo stesso rango della costituzione nella gerarchia delle fonti del diritto e la può, entro certi limiti, integrare o modificare (in quest'ultimo caso si può parlare, più specificamente, di legge di revisione costituzionale o riforma costituzionale). In alcuni ordinamenti le modifiche alla costituzione non hanno la veste formale di leggi costituzionali, ma di emendamenti alla costituzione stessa. È il caso della Costituzione degli Stati Uniti, le cui modifiche sono contenute in articles of amendment aggiunti alla fine del suo testo, e della vigente Costituzione del Brasile. Le leggi costituzionali sono presenti nell'ordinamento italiano solo a partire dalla Costituzione repubblicana del 1948 che è rigida. In precedenza, infatti, lo Statuto albertino, in quanto costituzione flessibile, poteva essere modificato o integrato con legge adottata secondo la procedura ordinaria. CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA Il Consiglio superiore della magistratura (in breve CSM) è un organo di rilievo costituzionale che regola, in totale autonomia, la magistratura ordinaria italiana. In sostanza, il CSM amministra la giurisdizione e garantisce l’indipendenza della magistratura, sia in funzione giudicante che requirente: adotta tutti i provvedimenti sullo status dei magistrati (assunzioni, trasferimenti, promozioni, ecc.), provvede al reclutamento dei magistrati ordinari, e, soprattutto, ne giudica la condotta ed applica le sanzioni disciplinari. I DECRETI LEGGE Il decreto legge è un provvedimento legislativo a carattere provvisorio, che viene deliberato dal Governo (emanato dal Presidente della Repubblica) in casi straordinari di necessità ed urgenza. Le sue misure devono essere di immediata applicazione e dal contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo. l decreto legge entra in vigore appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e ha una validità di 60 giorni. Stabilisce che: il Governo, tramite l’articolo 15, non può: • conferire deleghe legislative; • provvedere nelle materie indicate nell'articolo 72, quarto comma, della Costituzione; • rinnovare le disposizioni di decreti legge dei quali sia stata negata la conversione in legge con il voto di una delle due Camere; • regolare i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti; • ripristinare l'efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale per vizi non attinenti al procedimento. L'entrata in vigore di un decreto legge passa attraverso tre fasi: • delibera da parte del Consiglio dei ministri; • emanazione da parte del Presidente della Repubblica; Organi giurisdizionali • Tribunale: • Composizione monocratica: è formato da un giudice e si occupa di reati che prevedono una pena alla reclusione non superiore a 10 anni • Composizione collegiale: è formato da tre giudici e si occupa di reati che prevedono una pena alla reclusione superiore a 10 anni • Corte d’Assise: è composta d 2 giudici togati e 6 giudici popolari La giurisdizione amministrativa • Riguarda controversie fra soggetti privati e la Pubblica Amministrazione • Si applica il diritto amministrativo = insieme delle norme giuridiche che regolano l'organizzazione e il funzionamento degli enti pubblici. Processo amministrativo Le parti necessarie del processo amministrativo sono: - Ricorrente: il soggetto che si ritiene leso da un atto amministrativo illegittimo - Resistente: l’amministrazione che ha emanato l’atto o posto in essere il comportamento lesivo - Controinteressati: soggetti che hanno un interesse, contrapposto a quello del ricorrente, alla sopravvivenza del provvedimento impugnato Gradi processuali La giurisdizione amministrativa prevede solo due gradi processuali: - Primo grado Tribunale amministrativo regionale (TAR) - Secondo grado Consiglio di Stato Magistrati • giudici disciplinati dalle norme dell'ordinamento giudiziario, che operano nei diversi gradi di giudizio in materia civile, penale e amministrativa. Giudici speciali 1. Il Consiglio di Stato: giudice amministrativo di secondo grado, cui si può ricorrere contro la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale. 2.La Corte dei conti: organo che controlla la leggimità degli atti amministrativi come il bilancio dello Stato e degli altri enti che ricevono fondi pubblici. 3.I Tribunali militari: giudicano i reati militari, cioè i reati commessi dagli appartenenti alle Forze armate. CSM • Per tutelare l'autonomia dei magistrati la Costituzione ha istituito il Consiglio superiore della Magistratura (CSM), ovvero l'organo di autogoverno della Magistratura Composizione 3 membri di diritto: • Il Presidente della Repubblica • Due componenti della Corte di cassazione • 16 membri sono eletti dai magistrati • 8 membri sono eletti dal Parlamento in seduta comune. La responsabilità dei magistrati -Responsabilità penale: Se nell'emettere una sentenza un magistrato commette un reato, incorre in responsabilità penale. - Responsabilità disciplinare: Se un giudice adotta comportamenti che, pur non costituendo reato, corrispondono a mancanze relative alla propria funzione, incorre in responsabilità disciplinare. - Responsabilità civile: Se pur non commettendo reato, provoca danni a un cittadino emettendo una sentenza ingiusta per dolo, per colpa grave o per diniego di giustizia. ENTE TERRITORIALE Un ente territoriale è un ente pubblico, appartenente agli enti autonomi, che ha tra i suoi elementi costitutivi il territorio, il quale è quindi essenziale per l'esistenza dell'ente. Gli enti pubblici che non appartengono a questa categoria sono detti enti istituzionali. È ente territoriale lo Stato, ma lo sono anche quegli enti locali per i quali il territorio della circoscrizione non è solo limite della competenza degli organi, ma anche elemento costitutivo dell'ente stesso, i cui organi di governo sono rappresentativi della popolazione residente. Gli enti territoriali curano gli interessi di una collettività costituita da tutti coloro che risiedono nel loro territorio, vale a dire di comunità territoriale nella sua interezza, il che conferisce loro il carattere della politicità. Lo Stato è ente sovrano, mentre gli enti territoriali locali sono enti autonomi, in quanto curano gli interessi di una collettività in posizione di più o meno ampia autonomia dallo Stato e da altri enti pubblici. Attraverso gli enti territoriali locali si realizza l'autogoverno delle comunità residenti nelle rispettive circoscrizioni, secondo vari gradi di autonomia che raggiunge il massimo nei sistemi federali. L'autogoverno è la condizione di quegli enti pubblici di tipo corporativo che si amministrano per mezzo di propri organi i cui componenti sono scelti direttamente dal corpo elettorale degli associati; ciò, peraltro, oltre che per gli enti territoriali, può avvenire anche per alcuni enti istituzionali. L'istituto dell'autogoverno deriva dal self-government anglosassone, anche se negli ordinamenti di common law gli enti territoriali locali sono considerati organi locali dello stato dotati di personalità giuridica. Gli enti previsti da questo articolo godono di forme diverse di autonomia: normativa, statutaria, amministrativa e finanziaria. Secondo l'art. 5 Cost., la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. Secondo il grado di autonomia attribuito agli enti territoriali locali, si possono distinguere tre diverse forme di stato: • lo stato unitario nel quale agli enti territoriali locali sono attribuite solo funzioni amministrative, nonché funzioni normative limitate, però, all'emanazione di atti normativi subordinati alla legge nella gerarchia delle fonti del diritto. Tali funzioni, inoltre, sono attribuite dalla legge e non dalla costituzione; • lo stato regionale nel quale all'ente territoriale locale di livello più elevato sono attribuite anche funzioni legislative, potendo emanare atti normativi aventi lo stesso rango delle leggi statali. Le sue funzioni, inoltre, sono previste e quindi garantite da una costituzione rigida; • lo stato federale nel quale all'ente territoriale locale di livello più elevato sono attribuite, oltre a funzioni amministrative e legislative, anche funzioni giurisdizionali. Inoltre, non solo le sue funzioni sono previste e garantite da una costituzione rigida ma gli è anche riconosciuto il potere di partecipare al procedimento di revisione della stessa. Nell'ordinamento italiano sono enti territoriali: • lo Stato, che è ente territoriale nazionale; • gli enti territoriali che, secondo l'art. 114 della Costituzione, costituiscono assieme allo Stato la Repubblica Italiana, ossia comuni, province, città metropolitane, liberi consorzi comunali e regioni; • gli ulteriori enti territoriali non previsti dall'art. 114 della Costituzione ma elencati nell'art. 2 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), ossia comunità montane, comunità isolane, unioni di comuni e consorzi fra enti territoriali. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE La pubblica amministrazione è composta da diversi ministeri uffici ed enti publici, il loro compito e quello di compiere in modo solido gli obbiettivi che lo stato ha deciso di raggiungere attraverso norme giuridiche o un indirizzo politico. I principi di questa amministrazione sono dettati da alcune norme della costituzione ed in alcune leggi ordinarie .
 Legalità: non e contenuto in nessun articolo ma si può intendere in molte disposizioni impedisce di fare sanzioni a chi non ne ha il potere o il compito siccome la legge glielo impedisce. Imparzialità: non creare favoritismi o trattamenti differenziati per situazioni identiche Regole pubblica amministrazione
 Buona amministrazione: la PA deve operare in un modo efficiente ottimizzando le proprie risorse Compiti pubblica amministrazione La PA opera sopratutto in tre specifiche aree di lavoro.
 Amministrazione attiva: compimento dei fini publici (sicurezza pubblica, polizia- insegnamento...)
 Amministrazione di controllo: riesaminare un attività compiuta da altri organi per verificarne la correttezza.
 AUTHORITIES: organismi indipendenti, con il compito di controllare settori specifici (garante privacy...) MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO E il ministro di un governo che non e predisposto ad alcun discanterò, e svolge funzioni delegate dal presidente del consiglio. Ed al contrario dei viceministri, sottosegretari...può partecipare al consiglio dei ministri. ORGANO COLLEGIALE Indica quegli organi(uffici) dove che li dirige non e solo una singola persona ma una pluralità di individui che vanno a formale un collegio, che concorrono per l’attività dell’ufficio, partecipando alla costruzione di atti unitari, non attribuiti ai singoli membri del collegio. Gli uffici collegiali funzionano solo in un periodo limitato di tempo, e per garantire la corretta funzionalità del collegio e previsto l’obbligo di convocazione del presidente dopo trascorso un certo lasso di tempo dall’ultima seduta oppure se un membro ne chiede la presenza. Al termine di queste sedute il presidente apre una votazione durante i membri esprimono il propio voto in base alla questione discussa durante la seduta. Maggioranza relativa: sufficiente che i voti favorevoli superino quelli ricevuti Maggioranza semplice: necessario che i voti favorevoli superino la metà dei votanti Maggioranza assoluta: quando i voti favorevoli superino la metà di quelli aventi in diritto di voto
 Maggioranza qualificata: voti favorevoli superino una certa frazione dei votanti. IL DECENTRAMENTO Il decentramento indica, in diritto e nelle scienze politiche, il trasferimento di funzioni e responsabilità delle funzioni pubbliche dal governo centrale ad organi periferici o addirittura, per il principio di sussidiarietà alla società civile. Solitamente vi si riferisce come opposto al processo contrario di accentramento amministrativo di funzioni e responsabilità della funzione pubblica. I DECRETI LEGISLATIVI Sono atti aventi forza di legge deliberati dal Governo dopo aver ricevuto una delega da parte del Parlamento. Quando le Camere si trovano a dover legiferare su materie complesse o che richiedono una particolare competenza tecnica, possono chiedere l’intervento del Governo attraverso una legge di delega, in cui si indica l’oggetto su cui deliberare e i criteri a cui il Governo dovrà fare riferimento nella stesura della normativa. Il Governo predispone il decreto, lo discute in Consiglio dei Ministri e lo presenta al Presidente della Repubblica per l’emanazione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto legislativo entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione. • I regolamenti, infine, sono subordinati alle leggi ordinarie (fonti secondarie) e, generalmente disciplinano materie non regolamentate da leggi (ad esempio, i regolamenti di organizzazione disciplinano il funzionamento degli uffici) La Corte Costituzionale ▪ Afferma l’art. 134 della costituzione: «La Corte costituzionale giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni(...)». ▪ Legittimità costituzionale significa che la Corte giudica se una legge è conforme o meno ai principi contenuti nella Costituzione. ▪ La presenza della Corte costituzionale è motivata dalla volontà dei nostri Costituenti di impedire che il Parlamento e il Governo, nell’esercitare i propri poteri, non si attengano con rigore ai principi costituzionali. Per tale motivo hanno previsto un apposito organo di controllo di costituzionalità.
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