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Appunti su Guerre d'Italia e Unità, Appunti di Storia Politica Sociale Contemporanea

Appunti presi a lezione sulle guerre di Italia e sull'unità nazionale.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 13/04/2023

maria-agrusa-1
maria-agrusa-1 🇮🇹

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Scarica Appunti su Guerre d'Italia e Unità e più Appunti in PDF di Storia Politica Sociale Contemporanea solo su Docsity! Che differenza c'è tra disegno di legge e progetto di legge? La differenza risiede nel “chi propone”: il disegno di legge dal Governo; il progetto di legge dal Parlamento. La percentuale tra disegno e proposta di legge nel novero di tutte le leggi approvate dal Parlamento, la percentuale della presenza dell'uno e dell'altro, muta a seconda delle stagioni politiche? Si. In base a quali criteri? Ci sono più proposte di legge nel momento in cui c'è una opposizione che ha più voce in capitolo in Parlamento? Le proposte di legge avanzate dal Parlamento rispondono ad una logica di prassi politica (questa cosa non è codificata) che vede nel legislativo, cioè nel Parlamento stesso, il luogo centrale di dibattito sulla legge. In effetti legislativo è tale perché dovrebbe legiferare. Tecnicamente legifera sempre, però c'è chi osserva che quando si legifera o perché addirittura si commutano in leggi dei decreti del Governo o comunque quando si dibatte di molte leggi che sono per lo più ad iniziativa governativa invece che parlamentare, questa cosa in qualche modo è indice di una debolezza del legislativo rispetto all'esecutivo. Fino agli anni Novanta in Italia la stragrande maggioranza delle leggi approvate era proposta dal Parlamento, dagli anni Novanta questa cosa va invertendosi completamente. I governi sono sempre molto più spesso promotori del processo legislativo. Quindi è un meccanismo più decisionista, più verticistico. Questo si accompagna ad un altro aspetto: il Parlamento comunque deve passare da una commissione (le commissioni sono luoghi in cui i deputati e i senatori studiano il progetto o il disegno di legge), che deve effettuare delle modifiche e poi approvare o respingere. La commissione può approvare: • in sede deliberativa → in sede deliberativa vuol dire che la commissione ha approvato, quindi che la camera approva per il tramite della commissione. • in sede legislativa → in sede legislativa vuol dire che lo rimanda all'assemblea: alla camera se la commissione è alla camera, al senato se la commissione è al senato). Sta all'assemblea il voto definitivo. Questo è interessante perché negli anni in cui sempre più spesso si approva per iniziativa governativa, sempre più spesso le commissioni approvano in sede legislativa non deliberativa, rimandano al Parlamento, probabilmente perché non esistono più i partiti, cioè mentre prima il partito si fidava ciecamente di quello che avrebbe fatto il suo deputato (perché ogni gruppo esprime un deputato in commissione) che avrebbe votato non di testa propria ma avrebbe fatto come il partito pensato, viceversa negli ultimi trent'anni sempre più spesso le commissioni approvano in sede legislativa, quindi rimandano alle altre. I partiti non si fidano del singolo, vogliono il controllo, perchè sanno di essere più deboli, sanno che i gruppi parlamentari sono più sbilanciati. Questi discorsi ci permettono un ragionamento su un tema di lungo corso: l'età contemporanea nel mondo occidentale è molto correlata all'idea di relazione fra società e stato che sia mediata da un equilibrio fra i poteri. Questo equilibrio, pur se codificato, varia a seconda della sensibilità politica, cioè negli anni Novanta nessuno ha legiferato per le cose che dovevano andare in un modo diverso, ma nella prassi politica sono andate in modo diverso. Qual è il partito che strutturalmente sa di non andare al Governo? Cioè è strana questa cosa, perchè in realtà il motivo per cui si forma un partito è pensare di convogliare un consenso tale che permetta di esprimere una maggioranza parlamentare e dunque la fiducia al Governo, altrimenti che lo facciamo a fare?! Possiamo anticipare alcuni grandi quadri interpretativi con i quali ci troveremo a confrontarci le prossime volte. C'è una stagione della politica italiana, compresa tra il 1947 e il 1992, che ha una caratteristica propria che è rappresentata dal cosiddetto ???. La prima repubblica ha varie caratteristiche, una delle quali è quella che possiamo chiamare “bipartitismo imperfetto”. È una grande teoria politologica di un grande politologo, Giorgio Galli. In tutti i sistemi parlamentari moderni, diciamo del mondo occidentale, l'equilibrio si basa sull'idea che c'è un partito molto grosso che sta al governo (unico o il principale partito di una coalizione) e un partito molto grosso unico che fa opposizione. Questo c'è pure in Italia, nel periodo in cui Galli scrive c'è la democrazia cristiana (che è un partito che prende sempre più del 30% dei voti, molto spesso anche più del 35% dei voti e che si coalizza con partiti minori che oscillano tra il 3% e il 5%, questo partito sta sempre al governo con questi alleati e c'è un partito che sfiora il 30% e che solo una o due volte ci arriva e che si coalizza con partiti minori, seppur non tanto minori, che è il partito comunista italiano). Da questo punto di vista, il sistema politico italiano risponderebbe alle logiche di tutte le democrazie occidentali. D'altronde se pensate ai repubblicani e democratici negli Stati Uniti, il modello politico è completamente diverso, ma l'idea è quella. Ma dice Galli che l'imperfezione del sistema risiede nel fatto che una di queste coalizioni, a differenza di quello che succede in tutti gli altri sistema- paese, non può essere ammessa al governo, cioè manca quello che i politologi chiamano l' “alternanza” perché c'è il cosiddetto “vincolo esterno”, ovvero l'Italia nella guerra fredda e nel blocco filo-americano una di queste due coalizioni è dichiaratamente filo-sovietica e non può andare al governo perché la Nato farebbe il diavolo a quattro, cioè andare al governo vuol dire entrare a contatto con i servizi segreti, con i segreti militari, con questioni strategiche grosse che riguardano pure gli Stati Uniti e la difesa del mondo occidentale. Questo è un caso eccezionale nel mondo occidentale, nel senso che nel mondo occidentale i partiti marxisti da subito sono filo- occidentali mentre in Italia questa cosa è più complicata. Secondo Galli questo rende imperfetto il sistema politico italiano. C'è un bipolarismo, ma è imperfetto perché non c'è l'alternanza. Quindi, che i partiti siano tutti governativi in realtà è una cosa che attiene a qualunque sistema politico del mondo occidentale, qualunque partito può andare al governo. Chi è il “crumiro”? → cerca la definizione. Una collega chiede delle spiegazioni su un argomento che è presente nel libro, ovvero la compagnia delle Indie. Nel libro si dice che è il contratto fra la Gran Bretagna e la compagnia delle Indie. C’è un collegamento con la guerra dell’Oppio? Risposta del professore: mentre in una fase l’imperialismo sarà caratterizzato dalla scelta del governo centrale (per esempio la Francia e l’Algeria). Il governo francese decide di conquistare uno spazio extra protetto. Invece, l’imperialismo britannico di fine ottocento-inizio novecento è diverso perché ci sono compagnie che hanno interessi commerciali diversi che conquistano degli spazi, hanno poi degli scontri con il governo locale ( non è mai il governo di uno stato nazionale) e a questo punto la marina militare interviene ( rimanda al concetto della guerra dell’Oppio). La guerra dell’Oppio è una guerra che è stata fatta per difendere gli interessi commerciali ma che
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