Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Storia d'Italia e il Romanzo 'Il Gattopardo': Differenze tra Tomasi e Visconti, Appunti di Storia Del Cinema

Analisi della storia d'Italia durante l'unificazione attraverso il romanzo 'Il Gattopardo' di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il film diretto da Luchino Visconti. Differenze tra l'autore e il regista, scene e temi.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 29/12/2022

sd15
sd15 🇮🇹

3 documenti

1 / 11

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Storia d'Italia e il Romanzo 'Il Gattopardo': Differenze tra Tomasi e Visconti e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! IL GATTOPARDO Il Gattopardo è un film del 1963 diretto da Luca Visconti. Il film è considerato un capolavoro e uno dei più importanti della storia del cinema. L'utilizzo della tecnica cinematografica è in questi anni molto diverso da quella a cui siamo abituati oggi. La storia d'Italia in cui avviene l'unificazione è stata analizzata dal romanzo Il Gattopardo del 1958 scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, considerata una delle più importanti opere letterarie italiane. Si tratta del libro più tradotto al mondo, esistono infatti edizioni in tutte le lingue. Per molti aspetti gli stranieri, siccome il libro e il film parlano del punto di vista della Sicilia, spesso generalizzano e pensano che sia il modo corretto per capire gli italiani in generale, invece che solo in modo regionale. Quando si decise di fare il film, esso doveva essere un concorrente per gli altri paesi europei e per l'America, per questo venne enormemente finanziato, portando quasi al fallimento il produttore, poiché vennero inseriti elementi inediti come la battaglia di Palermo, o i vestiti dei garibaldini che sono poi stati fatti scolorire per aggiungere più realismo. Il film mano a mano che veniva fatto diventava sempre più costoso. Inoltre all'epoca circolavano già diversi pettegolezzi per aumentare l'interesse verso il film. Guarderemo non se il film sia fedele ma le differenze tra l'autore Tomasi principe di Lampedusa e il regista Visconti. Il protagonista dell'opera è un personaggio in cui entrambi si rispecchiano, rappresenta la loro categoria sociale, l'autore del libro e il regista, parteggiano apertamente per lui. Si viene a creare un triade, ossia Tomasi di Lampedusa, Visconti e il Fabrizio il Principe di Salina. Nonostante i due autori non si siano mai conosciuti, è come se entrassero in sintonia, come se il regista vedesse nell'autore morto un amico ideale. Sia Giuseppe Tomasi che Luchino Visconti erano dei lettori appassionati, si deve tenere conto della visione che avevano del ciclo di “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, che influenzò molto la letteratura e l'arte. Parla di un'epoca trascorsa, di cui Proust si rifà alle sue esperienze passate, il ricordo è ciò che si vive più intensamente rispetto alla vita trascorsa, poiché non ci si rende conto della sua importanza. Entrambi gli autori capiscono l'importanza della memoria e si basano sulle testimonianze di chi ha vissuto quegli eventi e chi ha conosciuto quelle persone. Visconti cercò di usare il più possibile oggetti proprio di quell'epoca per lo stesso motivo. RACCONTO DEL FILM E SIGNIFICATO Già dai titoli di testa si capisce il livello della pellicola, infatti si può affermare che questi ultimi sono da scuola del cinema. La MDP ci fa vedere la villa da fuori, con il cancello chiuso il quale ha un significato simbolico, poiché gli spettatori sono estranei al momento, sono estranei a quella realtà. Ci avviciniamo insieme alla MDP, a un certo punto siamo sulla strada circondata d'alberi e notiamo i busti, che non ci sono nella villa vera, ma sono stati inseriti da Visconti. Essi sono in gesso e fatti come se fossero rovinati dal tempo. Sulla fila di finestre, la macchina da presa cerca una dove entrare, e cominciamo a sentire un mormorio. Ci spostiamo poi dentro la casa e vediamo il rito familiare che si svolge secondo le norme. La musica è di Nico d'Ofra, non dell'epoca ma rievocativa. Ispirata al 1800. Nei titoli di testa la musica orchestrale deve dare l’idea che ci troviamo in un posto un po’ diverso. Quindi il film comincia nella villa suburbana dei Salina, è il palazzo di San Lorenzo Colli. A palermo la nobiltà aveva varie residenze e feudi , uno in particolare dove si passava la cosiddetta villeggiatura, il periodo più caldo dove si sta più freschi. Inoltre abita a Palermo solo chi se lo può permettere. Molte immagini sono indiziarie e ci dicono qualcosa. Per esempio nella villa sulla sinistra si nota l'osservatorio astronomico del principe che non c'è nella villa vera ma il bisnonno dell'autore del romanzo, Giulio Fabrizio Maria Tomasi, ossia la figura storia a cui l’autore si ispirò per il personaggio del principe Fabrizio Salina, era un rinomato astronomo riconosciuto nell’ambito e che scoprì anche dei satelliti. Non vediamo nessuno in giro all'inizio, le finestre sono chiuse da tende immobili, tranne quella della stanza dove si trovano i personaggi in cui le tende vengono mosse dal vento. Inizialmente quando con la macchina da presa entriamo nel palazzo, vediamo che tutta la famiglia e qualche servitore sta recitando il rosario. Il principe essendo il capo famiglia inizia e interrompe il rosario. Il capofamiglia inizia e finisce tutto quello che la famiglia deve fare. Padre Perrone invece conduce, Ci si presenta davanti ad una situazione rilassata. Qualcosa che torna regolarmente è l’elemento relax. I suoni hanno una grande importanza, il rumore improvviso che sentiamo nella prima scena all’esterno della stanza è segno di cambiamento perché disturba la tranquillità del rito quotidiano e ci avverte che qualcosa di inatteso sta per accadere. Il rumore che poi capiremo cos'è, non viene capito inizialmente dai personaggi e cercano quindi di ignorarlo. Pian piano il rumore aumenta e in questa scena si capisce già la struttura familiare, prima di tutto come scritto precedentemente è padre Perrone che conduce il rito ma è il principe Fabrizio che comanda. Uno dei figli vuole vedere che succede ma viene bloccato, perché padre Perrone sa che il principe Salina sarebbe molto seccato se il rito venisse interrotto. Successivamente il servitore Mimì scatta per vedere cosa sta succedendo, senza chiedere cosa deve fare, quindi anticipando i desideri del padrone. Il principe riceve una lettera da un suo pari che è scappato sulle navi inglesi(malavico?), Fabrizio rende noto il suo disprezzo verso questa persona. Accartoccia e butta la busta perché sa che i servitori la raccoglieranno. Questi atteggiamenti ci presentano il personaggio. I garibaldini che sono sbarcati a Marsala (11 maggio) e arrivano a portare la rivoluzione in Sicilia interrompendo il corso normale della vita, proprio come il rumore ha interrotto la tranquillità del rito del rosario. Visconti si interessa ai cambiamenti sociali: lo scrittore narra e depreca ciò che succede, Visconti le depreca ma non del tutto. Nella sequenza successiva del film avviene un altro cambiamento che viene approfondito perché unisce due eventi separati cioè l'arrivo della notizia e il ritrovamento di un soldato morto nel giardino Quindi c'è un cambiamento e un altro indizio, la morte su tutto ciò che avverrà. Il soldato dell'esercito regolare è stato ferito e si è trascinato fino alla villa di San Lorenzo Colli per poi morire. La morte del soldato è importante. L'inizio del romanzo è la fine del rosario che dice "nell'ora della nostra morte" indica la morte sia del principe, che della sua classe sociale, che porta alla nascita di una nuova società, come porta il tempo inesorabile, altro tema di Proust nel suo ciclo di romanzi. Anche il nuovo mondo che nasce finirà poi per morire e farne spazio a uno nuovo. DIFFERENZA TRA ROMANZO E FILM! Il morto ci viene mostrato in soggettiva, cioè dagli occhi del principe e ci fa capire che è un avvertimento per lui. Il morto è nella stessa posizione di una statua antica. Visconti oltre che dell'aspetto realistico si occupa di quello estetico, nel romanzo prima il ritrovamento del morto ci viene presentato come un ricordo del Principe e inoltre a differenza del film il morto ha gli intestini di fuori, si tratta di un immagine disgustosa mentre Visconti invece gli dà una bellezza in sé. La famiglia viene scombinata da questo fatto, perché percepito il pericolo, il principe si siede e solo la sua figlia prediletta si siede e si appoggia a lui, egli non aveva molta considerazione dei figli maschi, capiamo infatti che non tutti i figli sono allo stesso livello. Nella scena dell'osservatorio vediamo un pezzo di uno dei suoi strumenti nell'inquadratura, per far capire la grande cultura all'interno della stanza. Successivamente viene bloccato il passaggio alla carrozza del principe, questa volta infatti serve un ordine di Tancredi per farlo passare. Padre Pirrone poi riflette con degli amici in taverna sull'essere al servizio del principe, per lui sono importanti cose come andare in villeggiatura, cosa ignorata dalla gente comune, e dice che riguardo alla rivoluzione non è cambiato niente. Scene come quella delle carrozze faceva un bell'effetto perché mostrava la preminenza della natura sull'uomo. La scena della taverna ci fa capire come ci fosse ancora la mentalità del feudatario, che quando arriva bisogna lasciargli il posto per lui e la famiglia, i letti sono tutti occupati invece altre persone dormono in piedi. I colori sono riconducibili ad alcuni quadri ottocenteschi come quelli dell'impressionismo francese, a cui Visconti fa riferimento. La fatiscenza della taverna permette che i colori siano diversi, un pezzo di muro è di un colore ma un altro pezzo è di un altro. Visconti segue degli ideali di sinistra, mentre Tomasi era molto conservatore, quindi si ricorda della gente comune e la mette in evidenza. La villeggiatura a Donnafugata è uno dei riti che assicurano la certezza, come il moto degli astri che si ripete sempre uguale. Quando il principe ricorda l'arrivo del generale (Terence Hill), vediamo di nuovo una soggettiva come quando avevamo visto il soldato morto. La villa rappresenta la gloria di casa Salina, con gli affreschi che rappresentano le divinità in gloria attorno al simbolo del gattopardo, che si trova in cielo, come gli astri. La scena vuole quindi trasmettere l'orgoglio del principe Fabrizio verso la sua casata di cui è capofamiglia. In questo ricordo Tancredi è in camicia rossa, mentre prima l'abbiamo visto in abito da passeggio, facendo capire che l'ha già messa da parte. DIFFERENZA FILM ROMANZO Concetta appare molto inetta, con un sorriso timoroso quando Tancredi le tocca la mano, mentre nel romanzo Concetta è sottomessa ma lo fa a forza, nel suo sguardo si percepisce lo spirito dei Salina. La scena del posto di blocco ci fa capire che i cittadini non sono tutti uguali tra loro, il principe può passare grazie alla mediazione di Tancredi, mentre i popolani vengono lasciati fuori. STORIA L’Italia come entità nazionale nasce nel 1861. Ma perché nasce? Prima del 1861 l’Italia era divisa in diversi stati. Nasce perché tutto un periodo dopo l’unità d'Italia, si è data un’interpretazione patriottica. Dal 1861 fino alla conclusione delle due guerre mondiali ci troviamo nel risorgimento, in questo periodo sappiamo che ci sono stati dei moti. La seconda guerra d’indipendenza (1859) è la guerra combattuta dal Regno di Sardegna guidato dai Savoia insieme alla Francia contro gli austriaci. L’accordo stabiliva, in caso di vittoria, il passaggio del Lombardo-Veneto a Vittorio Emanuele II, che in cambio avrebbe ceduto Nizza e Savoia a Napoleone III. In questo periodo nasce anche la croce rossa grazie a Dunant, questo per indicare che questa guerra non è stata leggera. La guerra è stata molto curata. Importante fu la figura di Camillo Benso conte di Cavour (ministro del regno di Sardegna) che inizialmente era visto come uno dei più importanti patrioti. Egli è stato paragonato a Otto Von Bismarck (politico tedesco). In tutti e due i casi i regni sono stati voluti da questi due politici, sia l’Italia che il secondo Reich, ma la particolarità è che non credevano in niente se non nella potenza del proprio stato. Questi due politici (Italia e Germania) si consideravano politici puri, Erano tutto fuorché santi. La seconda guerra d’indipendenza è stata calcolata a freddo: Cavour si è alleato con Napoleone III, nipote di Napoleone il grande, quindi con la Francia, ma con un trucco, ossia Cavour fece credere che il fine della guerra fosse dividere l’Italia in 3 parti, (Italia del nord sotto i Savoia, Italia centrale che l’avrebbe data a Girolamo Napoleone, e il regno delle due Sicilia che sarebbe andato al figlio del maresciallo Gioacchino che era stato un maresciallo per Napoleone il Grande). Questo fece credere a Napoleone III che 2/3 dell’Italia sarebbe andata a lui e quindi avrebbe avuto influenza e potere. Ma la maggioranza di quelli che erano i sudditi del regno delle due Sicilia, stato pontificio, ducato di Toscana etc, volevano diventare uniti? La maggioranza non sapeva neanche cosa fosse L’Unità, quindi non potevano sperare in qualcosa che non conoscevano (molti erano contadini). Perciò è stata un’operazione condotta dall’alto, finanziata dal governo. Quando c’è stata la battaglia di Solferino e San Martino dove i franco-piemontesi sconfissero l’esercito asburgico, in molti stati d’Italia ci furono delle insurrezioni e agenti Cavouriani che vedevano bene questa unità organizzarono dei plebisciti. Dopo questo inganno da parte di Cavour, Napoleone III tenendo all'oscuro lo stesso Cavour, fece pace con l’impero asburgico. Cavour nel 1859 diede le dimissioni che vennero accettate dal re. Cavour si è servito quindi dei francesi, e quando loro hanno capito di essere stati usati, si sono ritirati dalla guerra. Congresso di Vienna - 1815 - confine Lombardo-veneto Nel 1859 quando Cavour diede le dimissioni la situazione era: Sardegna, Piemonte e Liguria facevano parte dei Savoia quindi regno di Sardegna. Il regno di Sardegna aveva per sé la Lombardia, i ducati padani, le delegazioni pontificie e la Toscana. Il regno delle due Sicilie che comprendeva l’intera Italia meridionale e la Sicilia, era il più ricco e il più grande, infatti commerciava con la Russia per il grano. A quel punto Cavour si era giocato l’alleanza con la Francia, la Gran Bretagna voleva allearsi con il regno di Sardegna per andare contro il regno delle due Sicilie. Come riuscire ad annettere il regno delle due sicilie? Venne fuori Garibaldi. Era chiamato eroe dei due mondi perché era andato a combattere quando l’Uruguay si era staccato dal Brasile. Garibaldi si è sempre prestato a queste manovre. Per capire la mentalità di Garibaldi bisogna pensare a quei personaggi che hanno una vanità enorme senza il senso economico. A Cavour non interessava essere popolare, egli voleva essere potente, mentre a Garibaldi interessava solo di se stesso e della sua gloria personale. Egli era un avventuriero con grandi abilità militari. L’impresa dei Mille non fu decisa dal basso. Garibaldi aveva un esercito (camicie rosse) e lo scopo di questa impresa era quello di “liberare il sud” quindi Garibaldi chiamò questi mille, che in verità erano di più ed erano in gran parte bergamaschi. Rubarono due navi a Genova, queste navi erano di una società precisa, ossia la Rubattino. Partirono quindi verso il regno delle due Sicilie per liberarlo. Arrivarono nella Sicilia occidentale. Garibaldi poi entrò a Napoli in treno e ci fu poi un incontro a teatro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II dove con una stretta di mano Garibaldi gli consegnò il regno delle due Sicilie. Tra 60-61 furono organizzati dei plebisciti e la popolazione votò per l’annessione, nacque così il regno d’Italia con re Emanuele Vittorio II. Nonostante la nascita di un nuovo regno egli decise di mantenere il nome e quindi il primo re fu Emanuele II. PARAGONI TRA ROMANZO E FILM Il romanzo è diviso a blocchi. Nel film sono 3 blocchi. Nel romanzo siamo nel secondo blocco (PAG 76 DEL ROMANZO) Scena film: Il principe vuole andare a tutti i costi andare a fare la villeggiatura. Vediamo Tancredi a cavallo di fianco alla carrozza e grazie al fatto che è un generale (garibaldino), egli infatti ha combattuto nella battaglia di Palermo, (lo possiamo notare anche dalla benda sull’occhio) convince le truppe ad aprire il blocco e fa passare il principe con tutte le carrozze. Lettura pag 67 del romanzo “Villano” non è un insulto ma fa riferimento a chi vive in una villa. “Te deum laudamus" è un ringraziamento a Dio per qualcosa di buono che è successo, in questo caso tutta la popolazione riunita ringrazia perché è arrivato il principe. Tancredi stringe il braccio di Concetta perché la sta guidando, ma lei crede che sia un gesto di affetto. Concetta piange prima di entrare in chiesa perché pensa già a quando si sposerà. La scalinata del duomo nel film non c’è. Tomasi di Lampedusa sceglie le parole con molta cura. RITUALI SOCIALI= rito del rosario, il grande ballo, l’estrema unzione portata ad un moribondo e il pranzo. Il principe invita tutti i suoi amici alla cena di rito. “e da quel momento, invisibile, cominciò il suo declino” questo concetto è spiegato nel romanzo ma non si riesce a vedere nel film. Quando qualcuno più in basso del principe inizia a fare il piacione significa che c’è qualcosa che non va. Il principe non era mai stato così cortese, faceva il liberale ma non lo era lui era il padrone e basta. Il principe quindi si rovina da solo. Visione film da quando canta comandante a fine scena nella chiesa: Alcuni elementi a Ciminna (Donnafugata nel romanzo) in cui Visconti (regista) ha preso il possesso, si vede la chiesa madre che è sullo stesso piano, non c’è quindi la scalinata. Quando la famiglia arriva a Donnafugata, il suono delle campane gli accompagna. Sembra una scena felice, ma in verità si può considerare un lagna, un lamento. Si erano infatti preparati solo quella canzonetta. Visconti preferisce far sentire meno le campane rispetto al romanzo perché ha puntato tutto sulla banda. Inoltre in una strada Visconti ha fatto togliere l'asfalto proprio per fare apparire la strada come vecchia, polverosa, brutta. Si vedono i profondi inchini che fanno al principe che sono ancora da Ancien regime. Il palazzo ingiallito è tutto finto (minuto 40-50) . Don Calogero Sedara era il sindaco di Donnafugata ed è un personaggio importante sia nel film che nel romanzo. Mentre adesso i sindaci portano la fascia sulla spalla, all’epoca i sindaci la portavano come cintura. Don Ciccio Tumeo cioè l’organista della madre chiesa di Donnafugata ha dei cani, in particolare Teresina. Per il principe il suo cane è importantissimo infatti nel film il principe saluta prima Teresina e poi Don Ciccio Tumeo. Crispi= importante personaggio politico che diventa anche presidente del consiglio. Si vede Don Onofrio, ossia il responsabile del palazzo quando il re non c’era. Il personaggio nel libro c’è ma lo troviamo in un'altra circostanza. La famosa questione degli inviti che si trova nel romanzo, nel film viene messa in luce quando il principe parla alla moglie e dice di invitare anche le altri mogli e lei rimane un po’ stranita, In questa situazione si vede un minimo di cambiamento ma non come è evidente e anticipato nel romanzo. Successivamente ci troviamo nella chiesa, dove possiamo osservare gli stucchi di padre eterno nell’abside della chiesa. Stucchi realizzati da uno dei più grandi scultori siciliani del tempo. La scena della chiesa non è presente nel libro. Si tratta di una delle scene più importanti del film. appigli. Se le cose fossero rimaste come prima angelica non sarebbe dovuta stare lì. Alla tavolata avrebbero dovuto essere meno della metà. C’è quindi un cambiamento.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved