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Pirandello e la Follia: Maschere e Realità, Appunti di Italiano

La vita e l'evoluzione artistica di luigi pirandello, dall'incapacità di capire il successo di d'annunzio fino all'affermazione come autore teatrale. Pirandello si dedica alla letteratura grazie al sostegno del padre e scrive il suo primo romanzo, 'l'esclusa'. La moglie di pirandello ha una crisi profonda e la follia è un tema ricorrente nella sua produzione teatrale. Pirandello cerca di liberarsi dalle maschere sociali, ma fallisce e si rifugia nella follia o nella filosofia del lontano. Anche l'umorismo di pirandello e la sua visione pessimista della vita.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 06/06/2022

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Scarica Pirandello e la Follia: Maschere e Realità e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! La famiglia di p era una famiglia borghese molto agiata quindi godevano di una buona posizione. Da palermo si trasferisce a roma proseguendo gli studi di lettere. Qui avrà un dissidio con un professore e per questo conclude il corso di studi in Bonn. Nel frattempo comincia la produzione letteraria, che comprende raccolte di novelle, romanzi. Dal 1910 in poi diventa un autore di teatro molto affermato, assisteva in incognito alle rappresentazioni teatrali di D’annunzio perché non capiva il motivo per cui d annunzio avesse tanto successo mentre lui non riusciva ad avere fame. Nel 1892 il padre gli da una sorta di vitalizio e questo gli permette di trasferirsi a Roma. Grazie al sostegno del padre può dedicarsi alla letteratura e alla scrittura. Scrive il primo romanzo l’Esclusa che verrà pubblicato nel 1901. Sposa Maria Antonietta Portulano, che ha un ruolo fondamentale nella produzione teatrale. Nel 1903 Pirandello conosce la declassazione e la moglie, che era già piuttosto fragile ed instabile, ha una crisi molto profonda che si aggraverà quando durante la seconda guerra mondiale il figlio di pirandello viene arruolato. Per questo viene portata in una casa di cura. Il destino della moglie di pirandello perché uno dei testi che ricorrono è quella della follia e la follia è concepita come una via d’uscita da una vita di cui lui ha un’idea pessimistica, uno dei modi per uscire dalla vita quotidiana che ci costringe ad indossare delle maschere è proprio la follia, l'altro modo è quello di diventare forestiere della vita, ossia guardare la vita con un certo distacco (la filosofia del lontano). Nel fu mattia pascal, Pascal cerca di liberarsi dalle maschere l’errore che Pascal fa è quello di attribuirsi un nuovo nome, Adriano Meis, e questo non gli permette di divenire forestiero della vita, inoltre si innamora di Adriana, la figlia di Anselmo Paleari, che non può sposare perché in realtà la sua persona non esisteva. Riuscirà a divenire forestiere della vita Vitangelo Moscarda, il protagonista di uno, nessuno e centomila. La vera vita è il fluire e lo scorrere della materia in libertà. Vitangelo Moscarda afferma che il nome è come l’ “epigrafe tombale”, per questo noi siamo uno, nessuno e centomila in quanto indossiamo maschere diverse a seconda del contesto. L’unico modo per liberarsi dalle maschere è vivere al di fuori delle convenzioni sociali per non essere prigioniero. È una sorta di panismo diverso rispetto a quello di D’Annunzio, ma anche diverso da quello di Ungaretti (docile fibra dell’universo). La visione della vita è pessimista perché l’io è frammentato in varie identità che sono delle trappole. Il tutto si fonda sul relativismo conoscitivo. Un altro elemento di questa concezione è il contrasto tra la realtà e l’apparenza, molto evidente nell’Esclusa, la storia di una giovane sposa che viveva con il marito e cominciano a girare voci che lei avesse tradito il marito che crede a queste chiacchiere e la caccia di casa. Il successo teatrale arriva nel 1920 con i sei personaggi in cerca d’autore, si tratta di metateatro. Sulla scena c'era il registro e poi arrivano i personaggi che condannò le scelte dell’autore infrangendo la quarta parete. L umorismo (chiedi a Marta) Pirandello definisce umoristici tutti i suoi testi perché in tutti i suoi testi il comico ed il tragico sono entrambi presenti. Nel saggio spiega che c'è un avvertimento del contrario che coincide con il comico (fa l'esempio di una donna anziana che si veste come una donna giovane, quando uno la vede c’è l’avvertimento del contrario perché fa venire da ridere; se si riflette piu a fondo e si capisce che la donna si è abbigliata in quel modo per tenere vicino a sè un marito molto più giovane si passa al sentimento del contrario, ossia l’umorismo) ed un sentimento del contrario ossia l’umorismo. L’umorismo va oltre il comico, è il sentimento del contrario che incita a riflettere sul perché di un determinato atteggiamento. L’umoristico implica la riflessione e fa cogliere nelle cose che ci fanno ridere anche il loro aspetto tragico e drammatica. È una definizione dell’arte 900 che Pirandello definisce un’arte fuori chiave, ossia un’arte disarmonica perché riflette una realtà ed un io frammentati. Qualcuno ha voluto collegare questa idea di Pirandello con l’idea della polifonia di Bachtin, che vede nell’opera polifonica una pluralità di prospettive che talvolta sfuggono al controllo dell’artista e prendono una loro direzione autonoma rispetto al controllo dell’autore, si affermano in piena libertà ed è anche quello che accade nelle opere di Pirandello, dal momento in cui assumiamo una maschera siamo frammentati perché la visione che abbiamo di noi stessi non coincide con la visione che gli altri hanno di noi. L’indagine del protagonista di uno, nessuno e centomila inizia da una cosa casuale, la moglie che passa mentre lui si guardava allo specchio e gli fa notare che il naso pende verso destra, cosa di cui non si era mai reso conto. Da questo momento agirà per svincolarsi dalle maschere e dalle idee che gli altri hanno di lui. Lui parla di un’erma bifronte, ossia le statue che hanno due volti, una faccia ride e l’altra piange. Le novelle Ciaula non è consapevole della propria condizione come invece accade in Rosso Malpelo che è consapevole di non poter vincere nella lotta per la vita. In ciaula c’è ingenuità mentre in Malpelo non c’è. La differenza sostanziale è l’adesione di verga all’eclissi del narratore e tutte le altre caratteristiche. Inoltre l'ambiente che pirandello descrive è borghese e non rurale come accade in Verga. Pirandello descrive una realtà diversa anche perché vive esperienze diverse. Mattia Pascal e Vitangelo Moscarda sono entrambi borghesi. Pirandello presenta nella sue novelle la società italiana un mondo fatto di sfaccettature senza dare una rappresentazione esteriore, infatti in primo piano ci sono le frustrazioni e le angosce dei protagonisti, in relazione al fatto di dover indossare delle maschere e dell’essere imprigionati nelle trappole della famiglia e del lavoro. Per liberarsi dalle maschere c’è bisogno di rinunciare al proprio nome e di cedere alla follia, che può essere vera o falsa, divenendo forestiero della vita per aderire alla filosofia del lontano, ossia guardare tutto dal di fuori come fa Michelangelo mostarda. Chi rimane imbrigliato nelle trappole sociali è schiavo di sé stesso, del proprio lavoro e della società e questo porta al relativismo conoscitivo. Pirandello scrive in totale 250 novelle nella raccolta Novelle per un anno e riproduce il grigiore della vita borghese. Nell'ultima pagina del romanzo michelangelo gode della vita che è riuscito a raggiungere e non si sofferma su nulla per non rimanere imprigionato nella forma, è una sorte di panismo molto diverso dalla docile fibra dell’universo di ungaretti e dal panismo di D’Annunzio. Mattia Pascal non riesce a divenire forestiero della vita, perché lui, nel momento in cui potrebbe fare come Mostarda, si dà una nuova identità, quella di Angelo Meis, rendendosi poi conto dell’impossibilità di vivere in quella condizione e quindi poi dovrà simulare la morte di Angelo Meis. Il romanzo il fu mattia pascal inizia in modo significativo: “una delle cose che sapevo per certo era che mi chiamavo mattia pascal” e questo lo porta a cadere nell’errore di costruirsi una nuova identità. La visione di Pirandello è più pessimista di Svevo e ancora più pessimista è Montale. Anche in Verga la visione è pessimista perché non c’è scappatoia di alcun tipo. Forse quella più pessimista è la visione di Verga perché alla fine tutti sono travolti dalla fiumana del progresso. In Pirandello invece i personaggi sembrano pur sempre fare delle scelte, scelte che anche Don Gesualdo fa ma che lo porta ad un successo sociale ma ad un’infelicità personale e quindi al fallimento. Le soluzioni che Leopardi trova sono l’immaginazione, la memoria e poi, nella ginestra, la social catena. (Dall’erudizione al bello, dal bello al vero). La natura ed i paesaggi hanno una funzione consolatoria in Leopardi, infatti il paesaggio è sempre sereno. Ciaula scopre la luna Ciaula può essere paragonato al personaggio di Rosso Malpelo. È considerato inferiore e quasi privo di intelligenza. È fondamentale la distanza dal verismo e dalle novelle di Verga e le distanze da Rosso
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