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Appunti su Vittorio Alfieri, Appunti di Letteratura Italiana

La tematica del viaggio nella vita e nelle opere di Alfieri. Analisi di alcuni passi dall'autobiografia "La Vita".

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 03/02/2022

irearia
irearia 🇮🇹

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43 documenti

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Scarica Appunti su Vittorio Alfieri e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Vittorio Alfieri Nobile piemontese, nacque nel 1749. Compì il Gran Tour (non perché mosso da convinzioni religiose, né per un intento morale preciso: spesso viene descritto come un viaggiatore annoiato “spleenetico” e inquieto). Formazione illuminista. Mentalità europea. Viene avviato alla carriera militare, ma non ne è soddisfatto. Lascia Torino da giovanissimo e inizia a viaggiare. 1766/1768 Alfieri viaggia attraverso l’Italia 1771/1772, viaggia per l’Europa. Per entrambi i viaggi quando giunge in una città si presenta all’ambasciatore piemontese e si fa ospitare in nome della casa dei Savoia. Conversione letteraria= non ha ricevuto un’educazione letteraria e la lingua che conosceva non era l’italiano, ma il francese (lingua della cultura e della politica piemontese). Si avvicina al teatro e inizia a scrivere degli spettacoli tragici. Scopre la sua vocazione da tragediografo dopo l’uscita della prima tragedia nel 1775 Filippo (di Spagna). Tragedia di libertà porta in scena lo scontro tra tiranno e eroe che vuole ribellarsi. 1777 trattato Della tirannide: spiega questa forma di governo e le condizioni dei cittadini. Despotismo è sicuro in tutti i 1778: trattato “del principe e delle lettere” ruolo dell’intellettuale in un paese tirannico. Si trasferì in Francia per fare pubblicare le sue opere. L’inizio della Rivoluzione francese lo coglie ancora nella capitale. È entusiasta perché è quasi sicuro che la tirannide avrà fine, ma rimarrà deluso. Ideale politico non è repubblicano/democratico, ma si avvicina alla Monarchia Costituzionale. Ultimi anni da 1790, Alfieri inizia il lavoro sulla raccolta La vita, organizzata in 4 sezioni. 1803 Seconda redazione dell’opera, in cui vengono aggiunte alcune parti per esempio il suo testamento ideologico e vengono modificate alcune delle posizioni politiche. Modo in cui il viaggio è vissuto Alfieri viaggiatore non descrive le bellezze paesaggistiche e le città che visita durante i suoi viaggi, ma racconta il riflesso che il mondo esteriore ha sul suo mondo interiore. Centralità dell’io, forte egocentrismo. Dispersione dell’io è una tematica che spesso appare. Non racconta il piacere della scoperta, ma l’inquietudine che lo porta a scappare da ogni nuovo luogo che prima lo aveva attratto. Il movimento lo appaga (più in particolare ama viaggiare a cavallo, non in carrozza come si addiceva ad un nobile), la staticità lo annoia. Alfieri cura la sua immagine letteraria. Trascrive alcuni dei suoi manoscritti in bella copia per gli studi che sa che saranno compiuti nel futuro. Pubblica la sua autobiografia La vita, convinto inizialmente che la censura ne avrebbe frenato la diffusione; per questo i nomi sono spesso tralasciati e i luoghi hanno nomi inventati. Autobiografia: epigrafe che ricorda la vanità dell’uomo: negazione dell’importanza della vita di un uomo. È controversa come scelta. Citazione di Pindaro tradotta. Giustifica la decisione di raccontarsi. Non lo fa per vana gloria, ma perché è sicuro del suo valore morale, per l’amore proprio che sente verso di sé (giudicato positivamente nel 1800: è considerato il più grande stimolo a agire al meglio delle proprie capacità). Alfieri ha scritto molto e pensa che qualcuno potrà trovare interessante la sua vita, così come anche Goldoni, al quale si allude. Truth claim: Patto che l’autore stringe con il suo lettore: momento topico della scrittura autobiografica. Autore promette di dire solo la verità e avvisa che se anche gli capiterà di omettere qualche fatto meno interessante e lusinghiero, comunque non aggiungerà niente di falso. Alfieri informa il lettore che dividerà la sua opera nei 5 momenti della sua vita, anche se teme che l’ultima età della sua vita potrà risultare più noiosa delle altre. In un passaggio Alfieri instaura un dialogo con l’epigrafe introduttiva di Pindaro: Fiducia nella natura uniforme dell’essere umano, c’è qualche fondamento comune in tutti gli esseri umani. Dallo studio del singolo si può risalire a delle caratteristiche universali. Visione botanica. Viaggio e scrittura sono una forma di auto-coscienza, permettono di riflettere su se stesso e arrivare a conoscersi più in profondità. Capitolo 1 Epoca terza 4 ottobre 1766: passa la notte insonne troppo emozionato. La mattina parte con uno zio e un servitore dello zio Francesco Elia, descritto come sagace, ingegnoso, coraggioso e con un grande senso pratico, è come un maestro di viaggio. Si percepisce il distacco ironico dell’Alfieri autore adulto da questa stagione della sua esistenza. I primi 15 giorni stettero a Milano, ma non furono dei giorni intensi e da ricordare. Era svogliato e annoiato, non si comporta bene nemmeno nella Biblioteca Ambrosiana quando gli viene messo davanti il Virgilio Ambrosiano (manoscritto che raccoglie le opere di Virgilio appartenuto a Petrarca) non ne conosce molto e dice di non essere interessato. Alfieri vuole ritrarsi come un ragazzino ignorante e capriccioso. Alfieri successivo alla conversione letteraria è invece molto sensibile alla tradizione letteraria italiana e affezionato alle opere di Petrarca. male, stile gotico appare sgradevole agli occhi di un uomo del Settecento, volti delle donne non molto attraenti. Alfieri si era ingannato che la città sarebbe stata meravigliosa, si sente tradito. Goldoni invece racconta lo spazio perché si rappresenta mentre la visita. Nei memoires prevale la narrazione alla descrizione. Nella vita abbiamo un elenco dei luoghi e la loro impressione. Alfieri adulto scrive con una consapevolezza letteraria e non può che sottolineare il divario che c’è tra lui e il giovane che era stato. Alla corte conosce l’ambasciatore di Spagna che lo presenta a molti altri ambasciatori. Viaggio è un’esperienza di disinganno da tutte le cose che aveva sentito dire e si era immaginato di un luogo, non è un’esperienza in cui acquisisce nuove conoscenze. Riesce ad incontrare il re Luigi 15 a Versailles prima di partire, è altero, superbo. Alfieri racconta l’episodio e coglie l’occasione per ricordare il dissenso verso l’assolutismo francese. Quando 20 anni dopo incontra Luigi 16, lo troverà molto umile rispetto al suo predecessore. La situazione politica è cambiata, la figura del re non ha più lo stesso prestigio di un tempo, è in pericolo. Londra e l’Inghilterra gli danno un’impressione inversa, sia per il suo aspetto, per la società, per la politica, per le persone e le loro attività, stato medio, costituzione di quel paese libero. Sembra una nazione felice e piena di benessere. Premesse per la pubblica felicità sono un governo equo e la possibilità di lavoro per tutti: condizioni politiche ed economiche che garantiscono a qualunque individuo di vivere soddisfacendo i propri bisogni primari. Costo della vita è alto. Visita l’Olanda, stringe amicizia con ambasciatore portoghese in Olanda D’Acunha (di origine piemontese). Uomo ingegnoso, originale che partecipa a quel processo di acculturamento di Alfieri regalandogli una copia del Principe di Machiavelli, in cui svincola agire politico da una prospettiva morale. (opera censurata in Italia) Machiavelli è letto in chiave repubblicana. Alfieri si racconta con molta auto-ironia. In Olanda si innamora per la prima volta. Massoneria era una società che aiutava i viaggiatori ad ambientarsi in nuovi luoghi. Tornato in Italia cerca di leggere l’Eloisa di Rousseau, ma nonostante la sua natura appassionatissima, non riesce a farselo piacere. Legge qualche opera di Voltaire oscena, Montesquieu, Plutarco in cui trova un ideale eroico, che riuserà nelle sue opere. Parte alla volta di Vienna, corte imperiale molto sfarzosa. Nei giardini della residenza imperiale vede Metastasio che si inchina davanti a Maria Teresa con un atteggiamento talmente servile, che diventa nell’immaginario di Alfieri il simbolo della schiavitù e assoggettamento delle arti e delle lettere davanti ai tiranni. A Berlino è presentato al re Federico II. Alla corte di Federico era vissuto a lungo Algarotti, che aveva lavorato alle sue dipendenza come consigliere. A Copenaghen nei primi di dicembre, la città gli piace abbastanza. Il paese è una monarchia costituzionale, benessere universale fa sentire il viaggiatore che qui arriva a suo agio e gli fa elogiare il governo. Danimarca era molto più prospera della Prussia di Federico II, grazie alla sua forma di governo più moderata. Alfieri si trova ad imparare l’italiano in Danimarca. Ciò che più gli piaceva durante questo periodo danese era l’andare con la slitta. Soggiorno svedese. Svezia era un paese ancora considerato esotico. Pochissimi europei avevano viaggiato in questo paese fino a questo momento. Qualche anno prima c’era stato Algarotti. Inverno molto freddo, tutto innevato, paesaggio bellissimo sembra la concretizzazione del sublime. Natura selvaggia e aspra, lande ghiacciate deserte del luogo gli piacciono, l’ordinamento politico è una monarchia costituzionale, indebolita da influenze esterne. Grande disponibilità di acciaio. Alfieri visita una miniera e impara che l’esercito è forte proprio grazie alla grande disponibilità di materia prima per fabbricare armi. A Pietroburgo
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