Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Fascismo: La Dittatura Totalitaria di Mussolini, Appunti di Storia

Storia d'ItaliaStoria Politica Moderna e ContemporaneaStoria del fascismo

La nascita e lo sviluppo del fascismo in italia, partendo dal delitto matteotti e passando per la dittatura totalitaria di mussolini, il controllo della società e degli individui, la conciliazione tra stato e chiesa, la politica economica e sociale, e le conseguenze del regime. Il fascismo si caratterizzò per il potere assoluto di un partito unico, l'impiego della violenza, il monopolio dei mezzi di comunicazione, il controllo di ogni settore della società, e la conciliazione tra stato e chiesa.

Cosa imparerai

  • Come il fascismo si accordò con la Chiesa cattolica?
  • Come il fascismo divenne una dittatura totalitaria in Italia?
  • Quali furono le conseguenze economiche e sociali del fascismo?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 26/05/2019

beatriceventura
beatriceventura 🇮🇹

4.4

(15)

8 documenti

1 / 3

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Fascismo: La Dittatura Totalitaria di Mussolini e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il fascismo Il 3 gennaio 1925 Mussolini, assumendosi la responsabilità del delitto Matteotti, avviò la fascistizzazione dello Stato e della società. Il fascismo divenne una dittatura totalitaria, ovvero un sistema politico che ambisce al completo controllo da parte dello Stato sulla società e sugli individui. Principali caratteri: • Presenza di un’ideologia ufficiale, assoluta. • Potere assoluto di un partito unico di massa e del suo capo. • Impiego della violenza nella repressione degli oppositori. • Monopolio dei mezzi di comunicazione di massa, utilizzati per la propaganda. • Controllo di ogni settore della società e della vita quotidiana. • Obiettivo di creare un uomo “nuovo“. Questi aspetti sono comprensibili solo all’interno della società di massa in quanto, nel totalitarismo, lo Stato penetra il sistema sociale e manipola la coscienza degli individui, mobilitando le masse. Leggi fascistissime Esse furono il primo passo verso il totalitarismo: • Il capo del governo divenne responsabile solo di fronte al re, non al parlamento. • Il parlamento non poté più discutere leggi senza il consenso del governo. • Soppressa la libertà di associazione, quindi fuorilegge tutti i partiti eccetto il fascismo. • L’amministrazione dello Stato venne attribuita al governo. • Chiusi i giornali antifascisti e severo controllo della stampa. • Reintrodotta la pena di morte. • Istituito il tribunale speciale per la difesa dello Stato. Esse rappresentavano la fine di ogni libertà democratica o manifestazione di dissenso. La polizia segreta, Ovra, indagava su vere o presunte organizzazioni cospirativa e, nel 1926, fu introdotto il confino di polizia: 17.000 italiani, considerati pericolosi per lo Stato, furono inviati al confino. Plebiscito e Partito Il parlamento aveva ormai un ruolo puramente formale, cosa accentuata anche dalla legge elettorale del 1928: Essa prevedeva che l’elettore potesse solo scegliere se approvare o respingere una lista di 400 candidati proposti dal fascismo. Nel 29 i contrari furono l’1,5%. Plebiscito e parlamento non avevano più alcun valore reale di democrazia. Mussolini provvedeva a “normalizzare“ il partito fascista: non essendo più necessaria la violenza, trasformò il partito in una struttura burocratica e gerarchica, controllata dal vertice. Organo supremo del partito era il Gran consiglio del fascismo creato nel 23, a metà fra partito e Stato. Questo acquisì compiti di rilevanza costituzionale, come la nomina dei candidati al parlamento, ed era l’unico organo in cui fosse ancora possibile una qualche libertà politica. Sindacati e Corporazioni Il fascismo abolì ogni libertà di contrattazione, Cercando di allineare l’attività sindacale alle strutture dello Stato: nel 1925, con il patto di palazzo Vidoni, vennero resi legali solo i contratti di lavoro stipulati dai sindacati fascisti. Finì il sindacalismo socialista, vennero abolite le commissioni interne e lo sciopero. Questo era il primo passo verso l’avvento delle corporazioni, organismi che riunivano i lavoratori di diversi settori con l’obiettivo di regolare i rapporti di lavoro nell’interesse della nazione. Il corporativismo, visto come un modo nuovo di organizzare la vita produttiva, fu concepito dal fascismo come una forma di rappresentanza politica: i parlamentari non venivano più eletti, ma scelti dalle corporazioni. Nel 1939 la Camera dei fasci e delle corporazioni sostituì la camera dei deputati, ponendo fine al sistema parlamentare. Patti lateralensi: Stato e chiesa Il fascismo si impegnò nella conciliazione fra Stato e Chiesa: l’11 febbraio 1929 vennero sottoscritti i patti lateranensi, composti da: • Un trattato: la Chiesa riconosceva la sovranità dello Stato italiano, che a sua volta riconosceva la sovranità pontificia sulla Città del Vaticano. • Convenzione finanziaria: lo Stato pagava al Vaticano una somma a titolo di indennità. • Concordato: per regolare i loro rapporti. La religione cattolica venne riconosciuta come unica religione dello Stato, fondamentale dell’istruzione pubblica. La conciliazione fu importante per il fascismo e per Mussolini, che poteva ora presentarsi al popolo come colui che aveva posto fine all’antico dissidio tra Stato e Chiesa. Nonostante ciò, i rapporti non furono sempre buoni, in quanto la Chiesa non condivideva la pretesa totalitaria del fascismo e il regime non tollerava le organizzazioni cattoliche. Nel 1931 Mussolini, infatti, ordinò lo scioglimento di tutte le organizzazioni giovanili cattoliche, tranne l’Azione cattolica (compromesso), l’unica organizzazione di massa non assorbita dal regime. Politica economica e sociale La lira Tra il 1925 e 30 iniziarono a emergere le difficoltà economiche, dovute, per esempio, all’inflazione, alla svalutazione della lira e alla debolezza dei consumi interni. Mussolini pose come priorità la stabilizzazione economica e finanziaria, per poter così assicurare la stabilità del regime all’interno e all’estero. Mussolini optò per la rivalutazione della lira e, nel 1927, il cambio con la sterlina venne fissato a 90 lire. Ciò diede risultati positivi, come il rallentamento dell’inflazione e l’afflusso di capitali stranieri, ma ebbe conseguenze importanti a lungo periodo. Infatti, danneggiò l’agricoltura e le industrie esportatrici, perché rese i prodotti meno competitivi all’estero; Favorì la grande industria, che lavorava per il mercato interno. Lo stato imprenditore L’intervento dello Stato si accentuò quando arrivarono le conseguenze della crisi del 29: l’operazione più importante fu la creazione dell’Istituto per la ricostruzione industriale. Questo, per impedirne il collasso, acquisì la proprietà delle maggiori banche e dei pacchetti azionari. Lo Stato divenne il maggior imprenditore e banchiere italiano. L’agricoltura Sebbene l’apparato industriale si sviluppò durante il fascismo, l’agricoltura era in crisi. Iniziative: • Battaglia del grano (1925): l’obiettivo era di aumentare la produzione agricola tanto da rendere il paese autosufficiente. Questo fu raggiunto nelle pianure settentrionali, mentre nel meridione la produzione aumentò con l’estensione della cerealicoltura. • Bonifica integrale: un vasto progetto di bonifiche idrauliche e risistemazione dell’intero territorio, finalizzato ad aumentare l’occupazione delle campagne e a creare infrastrutture e nuovi insediamenti. Le opere realizzate furono 1/10 di quelle previste. Politiche sociali e campagna demografica La presenza dello Stato aumentò anche nelle politiche sociali: il fascismo aumentò le assicurazioni sociali, in materia di pensioni e infortuni sul lavoro. Assunse i caratteri dello Stato assistenziale, al fine di espandere il potere e il consenso. Il regime favorì la famiglia con assegni familiari, sgravi fiscali per famiglie numerose e l’Onmi (istituzione di assistenza a madri e bambini). La famiglia era, per lo stato, strumento fondamentale per realizzare la politica demografica espansiva. La crescita della popolazione e la potenza della nazione erano obiettivi fondamentali, infatti la “famiglia numerosa” era presentata come un’ideale morale e patriottico. Venne introdotta l’imposta sul celibato per i maschi celibi tra 25 e 65 anni, e fu proibita l’emigrazione. Lo Stato intervenne nella vita economica e sociale tramite gli enti pubblici economici, assistenziali e previdenziali, che crearono un’amministrazione parallela a quella dello Stato. Fascismo e società Controllo di informazioni e cultura Il fascismo fece molte iniziative dirette a ottenere il consenso della popolazione. Un punto fondamentale fu il controllo dell’informazione, ottenuto grazie al fenomeno della censura. L’agenzia di stampa Stefanini divenne la fonte ufficiale di informazione mentre, con il Ministero della Cultura popolare, si controllavano gli aspetti della vita popolare. La radio fu fondamentale nella propaganda del regime: le iniziative di ascolto collettivo portavano le informazioni fino alle aree rurali. Si sviluppò anche il cinematografo, controllato dal regime grazie all’Istituto Luce. Il partito fascista, i giovani L’espansione del partito fascista fu essenziale per creare una macchina burocratica capace di distribuire stipendi, riconoscimenti e prestigio. Ebbe un ruolo fondamentale anche per ottenere consenso e diffondere le idee del regime: l’iscrizione al partito divenne obbligatoria per ottenere impieghi. Il partito controllava molte organizzazioni di massa, come l’Opera nazionale dopolavoro, che si occupava del tempo libero dei lavoratori. Venne introdotto il sabato fascista: a partire dalle 13, i lavoratori venivano coinvolti in attività di preparazione militare o attività sportive e culturali. Il partito si impegnò nella fascistizzazione dei giovani: nel 1937 tutte le organizzazioni giovanili si integrarono nella “Gioventù italiana del littorio”, che contava 8milioni di aderenti. Il regime e la scuola L’ordinamento scolastico fu stabilito con la Riforma Gentile, che costituiva una scuola selettiva e privilegiava il liceo classico. Ci fu l’inserimento obbligatorio della religione e l’istituzione dell’esame di stato finale. Il regime si impegnò soprattutto nella scuola elementare, perché primo passo per la formazione del nuovo italiano fascista. Venne adottato il libro unico di testo, in cui dominava la propaganda dei valori fascisti. Nel 1931 gli insegnati furono obbligati a giurare fedeltà al regime: solo 12 si rifiutarono. La famiglia e la donna Nell’idea del regime, la famiglia doveva garantire una popolazione numerosa e sana, essendo anche un fattore di ordine sociale. Il fascismo sostenne la famiglia patriarcale, fondata su gerarchie (donna sottomessa). Ci fu un atteggiamento contraddittorio nei confronti della donna: da una parte, si volevano mobilitare anche le donne tramite organizzazioni femminili di massa, dall’altra ci fu una rigida differenziazione dei sessi nella famiglia e nella società. Venne combattuta l’eguaglianza. L’Etiopia e le leggi razziali Politica coloniale ed Etiopia La politica coloniale del regime volle, in primis, consolidare i possedimenti in Africa: • Libia: stroncata la resistenza dei ribelli. • Eritrea e Somalia: consolidata presenza militare ed economica con imprese di colonizzazione (nuove infrastrutture). In seguito, maturò la decisione di conquistare l’Etipia, per motivi di: • Prestigio internazionale: affermare il ruolo dell’Italia come grande potenza. • Carattere economico: più produzione e meno disoccupazione. • Politica interna: più consenso. Questa scelta avrebbe potuto creare problemi sul piano internazionale, essendo L’Etiopia membro della Società delle Nazioni, ma Mussolini ci aveva già pensato: la Francia non l’avrebbe ostacolato per paura di un suo avvicinamento alla Germania nazista. Nel 1935 le truppe iniziarono l’invasione, utilizzando anche gas tossici. Si concluse l’anno seguente con la Presa di Addis Abeba, sebbene iniziò una guerriglia che non verrà mai stroncata.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved