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Appunti sul Liberalismo, Appunti di Pedagogia

recensione breve libro Dewey democrazia liberalismo e azione sociale

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 30/12/2015

docsity3698
docsity3698 🇮🇹

4.1

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Scarica Appunti sul Liberalismo e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 1 gennaio 2006 a.aiello@unive.it 1 Dewey John, Liberalism and social action, New York, G.P. Putnam’s Sons 1935; tr. it. Democrazia, liberalismo e azione sociale, Pensa Multimedia Editore, Lecce 2005; introduzione di Umberto Margiotta, tr. di Valentina Zangrando, pp. 120 1. Abstract Dewey travels over the main steps of the history of liberalism, asking about the ambiguities in the development of the current and he tries to determine the present and the future meaning. The American author traces the genesis of the movement in the ancestors Locke and Bentham, passing for Stuart Mill and the romantic and idealists influences carried from Thomas Hill Green; he examines the evolutions of the word that carried to a series of splits. The crisis and the resumption of concepts of liberalism find, in the story of the Author, an analytics and critic description, in the view of a balance of positions that, born from a common idea, have been progressively different and of an update of the concept. The method proposed in order to realize the liberal democracy is given by the systematic use of the redeemed intelligence that, once faced the problems of individualism, becomes a “social resource and it carry out a public function as public are its origins, in concrete, in the social cooperation” (p.104). Dewey ripercorre le tappe fondamentali della storia del liberalismo, interrogandosi sulle ambiguità proprie del suo sviluppo e si cimenta con il tentativo di determinarne il significato presente e futuro. L’autore americano rintraccia la genesi del movimento negli antesignani Locke e Bentham, passando per Stuart Mill e gli influssi romantici e idealisti portati da Thomas Hill Green; egli esamina le evoluzioni del termine che portarono ad una progressiva serie di spaccature. La crisi e la ripresa di concetti propri del liberalismo trovano, nel racconto dell’Autore, una descrizione analitica e critica, nell’ottica di una mediazione di posizioni che, nate da una idea comune, si sono progressivamente differenziate e di una attualizzazione del concetto. Il metodo proposto per realizzare la democrazia liberale è dato dall’uso sistematico dell’intelligenza riscattata che, una volta misuratasi con i problemi dell’individualismo, diventa una “risorsa sociale ed è rivestita di una funzione pubblica come pubbliche sono le sue origini, in concreto, nella cooperazione sociale” (p.104). 2. Recensione “Analisi non significa costruzione e la liberazione di una forza di per sé non imprime una direzione alla forza liberata.” (Dewey,p.79) Il testo si propone di attualizzare un concetto che, dalla sua comparsa nel primo decennio del XIX secolo per indicare una particolare filosofia sociale, oggi riprende vita dalle ceneri della spaccatura di significato prodottasi tra chi definiva il liberalismo nei termini dell’antica opposizione tra la sfera dell’azione sociale organizzata e la sfera dell’iniziativa e dello sforzo puramente individuale” e chi “sposa il principio che una società organizzata deve usare i suoi poteri per stabilire le condizioni in base alla quali la massa degli individui possa sentirsi veramente libera, distinguendo questa libertà dalla sua forma puramente legale”.1 Dewey ripercorre le tappe fondamentali della storia del liberalismo, dalla sua nascita ai suoi sviluppi con le ambiguità che l’utilizzo spesso sconsiderato del termine ha portato con sè. Ne individua in Locke il precursore, per il quale il carattere fondamentale di tale filosofia si risolve in un individualismo che si oppone all’azione sociale organizzata e che sostiene il primato dell’individuo sullo stato, in un ottica di libertà e di azione che salvaguardi la tolleranza: l’Autore ne rintraccia il limite nella mancanza di una intelligenza politica informata2 senza la quale il concetto di libertà non ha senso. Passando in rassegna le tappe evolutive del liberalismo, l’Autore analizza il liberalismo storico, colpevole a suo avviso di non essere stato in grado di adattarsi ai cambiamenti e di non aver 1 Dewey John, Democrazia, liberalismo e azione sociale, Pensa Multimedia Editore, Lecce 2005, p.78 2 Ibidem, p.72 Dottorato in SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE A.A. 2005/2006 ciclo XXI Alessandra Aiello Venezia, 1 gennaio 2006 a.aiello@unive.it 2 capito che l’avvento della rivoluzione scientifica e culturale esigevano una revisione profonda dell’ideologia3. Una volta arrivati alla conclusione che i concetti di libertà, individualità ed intelligenza, devono misurarsi con umiltà con i problemi posti dal contesto storico e contingente, Dewey auspica il paradigma della progressive society, in cui l’intelligenza si sostanzia e si alimenta nel dialogo. La proposta con cui si misura il nuovo liberalismo è l’utilizzo di una intelligenza riscattata: “le idee di libertà, di individualità e di intelligenza riscattata hanno un valore durevole […]. È compito del liberalismo specificare questi valori, intellettualmente e praticamente, in modo che siano attinenti ai bisogni e alle forze presenti.4 Il liberalismo ha sofferto lo stato di confusione che è il destino di un mondo sottoposto a rapidi cambiamenti per i quali non c’è preparazione intellettuale e morale. Ne consegue che tale nuovo liberalismo, debba fare i conti con dei cambiamenti a cui il modello dell’intelligenza e della sfera emotiva faticano a far fronte e cioè, la carenza delle basi materiali, le condizioni che generano l’insicurezza e i modelli ideologici tradizionali che dominano le istituzioni economiche.5 Gli obiettivi di questo liberalismo che rinasce puntano a chiarire che l’intelligenza è una risorsa sociale che si realizza nella cooperazione e l’incarico di creare le premesse per accrescere tale tipologia di intelligenza viene affidato all’educazione. I caratteri di una educazione democratica sono la formazione all’iniziativa personale ed all’adattabilità cosciente. Alla scuola spetta anche il compito di educare allo spirito sociale ed allo spirito scientifico e di “… andare avanti e non indietro, finchè il metodo dell’intelligenza e il controllo sperimentale divengano leggi nella relazione e nella direzione sociale”. 6 I nodi problematici che l’Autore mette in luce nel testo sono più che mai attuali in un epoca in cui si profila una Europa senza identità: i temi della libertà, della democrazia e della responsabilità acquistano rilevanza nel panorama odierno: Bauman non poteva coniare metafora migliore della liquidità per rendere palpabile il paradosso di una società in cui le mappe geo-politiche si ridisegnano continuamente e le potenze economiche invocano la globalizzazione per il libero scambio, sostenendo contemporaneamente le preziose risorse delle microidentità regionali. Diviene pertanto necessario ripensare l’importanza della democrazia e il nuovo ruolo dell’educazione e dei suoi destinatari, nell’ottica della costruzione di una società moderna. A tal proposito il liberalismo, volutamente svestito dalla sua funzione multiuso da pronunciarsi per descrivere le realtà più disparate, diviene la cifra e la direzione di pensiero: una società liberale appunto, all’interno della quale il fine che ogni uomo deve prefiggersi per essere tale consiste nell’acquisizione della propria autocoscienza e nella capacità di negoziare il suo destino con una società in costante mutamento. 3. Indice dell’opera Introduzione (di Umberto Margiotta): cenni Biografici e formazione culturale; studi sull’autore di tematiche (bibliografie); liberalismo e azione sociale: prefazione; 1. La storia del liberalismo; 2. La crisi del liberalismo; 3. la rinascita del liberalismo 4. Nota biografica sull’Autore Nato nel 1859 a Burlington nel Vermont, John Dewey studiò alla John Hopkins University, dove ricevette una formazione di tipo neohegeliano. Di Hegel fece sua la concezione che la realtà è una totalità rispetto alla quale le singole parti sono elementi costitutivi, non individualità indipendenti: 3 Umberto Margotta, Introduzione, in Dewey John, Democrazia, liberalismo e azione sociale, op. cit. p.9 4 Dewey John, Democrazia, liberalismo e azione sociale, Op. cit. p.90 5 Ibidem, pp. 98-100 6 Ibidem p. 118
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