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Appunti sul primo canto dell'Inferno della Divina Commedia, Appunti di Italiano

Appunti sul primo canto dell'Inferno della Divina Commedia

Tipologia: Appunti

2017/2018

In vendita dal 17/12/2018

sofiafalco
sofiafalco 🇮🇹

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Scarica Appunti sul primo canto dell'Inferno della Divina Commedia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! La Divina Commedia - Canto I - -METRICA: TERZINE A RIMA INCATENATA (ABA/ BCB/ CDC) 1. Nel mezzo del cammin di nostra vita } = Cioè all'età di 35 ANNI, poiché si crede che la vita media di un uomo medievale fosse di 70 anni. NOSTRA= Dante si fa PORTATORE DI TUTTI GLI UOMINI in questo viaggio verso la SALVEZZA. 1. Nel mezzo del cammino della nostra vita 2. mi ritrovai per una selva oscura, MI= egli racconta secondo la sua ESPERIENZA PERSONALE perché lui è il PRIMO DEI PECCATORI, cioè un uomo normale che può cadere anch'egli in questi vizi. SELVA OSCURA= 1° ELEMENTO CON VALORE SIMBOLICO: PECCATO 2. mi ritrovai per un bosco oscuro, 3. ché la diritta via era smarrita. }= Dante è in una SITUAZIONE DISPERATA SMARRITA= indica qualcosa che Dante ha perso ma sa di poter ritrovare: egli ha perso la via del bene. 3. perché avevo smarrito la via del bene. PR-RT= ALLITERAZIONE= il poeta vuol rendere ancor più l'idea dell'intrico di questa selva 4. Ahi com'è difficile ricordare com'era 5. questo bosco selvaggio ed intricato e difficile da attraversare 6. che al solo ripensarlo fa rinascere la paura! 4. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 5. esta selva selvaggia e aspra e forte 6. che nel pensier rinova la paura! 7. Tant'è amara che poco più è morte; }= è DANTE PERSONAGGIO che parla 7. È tanto piena di angoscia che poco più lo è la morte; 8. ma per parlare del bene che io vi trovai, 9. racconterò di altre cose che io vi ho visto. 8. ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, 9. dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. 10. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, 10. Non mi ricordo bene come ci entrai, 11. tant'era pien di sonno a quel punto } = l'anima di Dante era piena di sonno: la RAGIONE ERA OFFUSCATA DAL PECCATO; la sua RAGIONE DORMIVA 11. tanto ero addormentato 12. che la verace via abbandonai. } VERACE VIA= la via della VERITÀ, cioè DIO 12. che abbandonai la via della verità. 13. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, COLLE= SALVEZZA 13. Ma quando fui giunto ai piedi di un colle, 14. là dove terminava quella valle 14. là dove terminava quella valle 15. che m'avea di paura il cor compunto, 15. che mi aveva trafitto il cuore di paura, 16. guardai in alto e vidi le sue spalle 16. guardai in alto e vidi i suoi pendii 17. vestite già de' raggi del pianeta RAGGI DEL PIANETA= è riferito al SOLE, che non è un pianeta, ma nel Medioevo veniva considerato tale: esso gli dà la SPERANZA PER USCIRE DALLA SELVA 17. già illuminati dai raggi del Sole 18. che mena dritto altrui per ogne calle. 18. che conduce ciascuno (di noi) dritto verso ogni direzione giusta. 19. Allor fu la paura un poco queta, - Dante si calma un po' perché l'aver visto la LUCE DEL SOLE lo RASSICURA. 19. Allora la paura si calmò un po', 20. che nel largo del cor m'era durata 20. che era dilagata nel mio cuore 21. la notte ch'i passai con tanta pieta. 21. la notte che io trascorsi con tanta angoscia. 22. E come quei che con lena affanata, } = Dante paragona la situazione in cui si trova ad un NAUFRAGIO, INIZIA UNA SIMILITUDINE, che è una figura caratterizzante di questo poema poiché gli uomini a cui si rivolgeva erano per lo più illetterati, per ciò deve usare diverse immagini per far comprendere i concetti che vuole trasmettere COME...COSÌ= I DUE TERMINI TIPICI DI UNA SIMILITUDINE 22. E come colui che con respiro affannoso, PELAGUS= MARE= NEUTRO IN US della 3ª DECLINAZIONE 23. uscito fuori dal mare sulla riva, GUATA= GUATARE= GUARDARE IN MODO INTENSO 24. si volge a guardare intensamente l'acqua pericolosa, 25. così il mio pensiero, che ancora si 23. uscito fuor del pelago a la riva, 24. si volge a l'acqua perigliosa e guata, 25. così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, 26. si volse a retro a rimirar lo passo 27. che non lasciò già mai persona viva. 60. mi ripigneva là dove 'l sol tace. 'l sol tace= SINESTESIA=ACCOSTAMENTO DI DUE FIGURE SENSORIALI DIVERSE 60. mi ricacciava là dove non c'è la luce del sole. (LA SELVA) 61. Mentre ch'i' rovinava in basso loco, 61. Mentre io precipitavo in basso, 62. dinanzi a li occhi mi si fu offerto 62. davanti ai miei occhi mi si offrì qualcuno (figura indistinta) 63. chi per lungo silenzio parea fioco. PAREA FIOCO= si è obbiettato, da parte di alcuni commentatori, che DANTE NON POTEVA ANCORA SAPERE CHE L'APPARIZIONE AVESSE LUCE FIOCA, non avendola ancora sentita parlare, perciò si è preferito intendere FIOCO come una SINESTESIA, cioè una figura dai “contorni sfumati ed incerti”, a causa del buio del fondo valle e perché si tratta di un'ombra e non di un uomo vivo. Ma forse non è necessario perché qui predomina il PUNTO DI VISTA DI DANTE NARRATORE CHE SA GIÀ TUTTO A FATTI COMPIUTI. In SENSO ALLEGORICO la figura ( VIRGILIO) rappresenta la RAGIONE, CHE NELL'ANIMO DI DANTE HA TACIUTO A LUNGO E CHE QUINDI ORA , CHE A RIPRESO A PARLARGLI, HA VOCE FIOCA: nel suo animo Dante ha perso la ragione; questa si era offuscata per il peccato. 63. la cui voce, a causa del lungo, era divenuta fioca. 64. Quando vidi costui nel gran diserto, 64. Quando vidi costui nel gran deserto, 65. “ Misere di me” gridai a lui, 65. gli gridai “Abbi pietà di me” 66. “qual che tu sii, od ombra od omo certo!” 66. “chiunque tu sia, o un'ombra o un uomo!” 67. Rispuosemi: “Non omo, omo già fui, } = Virgilio fa capire subito a Dante la sua identità 67. Mi rispose: “Non uomo, ma già lo fui, 68. e li parenti miei furon lombardi, Lombardi = a quel tempo si intendeva TUTTA L'ITALIA DEL NORD 68. ed i miei parenti furono lombardi, 69. mantoani per patrïa ambedui. 69. mantovani tutti e due per nascita. 70. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, 70. Nacqui sotto Cesare, sebbene fosse tardi (perché questo imperatore potesse apprezzare l'opera di Virgilio), 71. e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto 71. e vissi a Roma sotto il governo del buon Augusto 72. nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. } = VIRGILIO SI TROVA NEL LIMBO, il luogo in cui ci sono PERSONE BUONE, ma che siccome NON SONO STATE BATTEZZATE, non possono aspirare a vedere Dio ma non si trovano neppure nell'Inferno perché comunque hanno un animo buono. Dante colloca Virgilio ed altri grandi del passato come Seneca nel CASTELLO DEGLI SPIRITI MAGNI. 72. al tempo del paganesimo falso ed ingannevole. 73. Poeta fui, e cantai di quel giusto 73. Fui poeta, e cantai di giusto 74. figliuol d'Anchise che venne di Troia, 74. figliolo d'Anchise (Enea) che giunse da Troia, 75. poi che 'l superbo Ilïón fu combusto. 75. dopo che la superba Ilio (Troia) fu bruciata. 76. Ma tu perché ritorni a tanta noia? 76. Ma tu perché cerchi di ritornare in un luogo di dolore? 77. perché non sali il dilettoso monte 77. perché non sali il piacevole colle 78. ch'è principio e cagion di tutta gioia?” 78. il quale è principio e ragione di ogni gioia? (perché è simbolo della salvezza)” 79. “Or se' tu quel Virgilio e quella fonte } = Dante è SBALORDITO E PROVA PURE VERGOGNA perché Virgilio è il suo MAESTRO 79. “Allora sei tu quel Virgilio e quella fonte 80. che spandi di parlar sì largo fiume?”, 80. che spargi un fiume così abbondante di eloquenza?”, 81. rispuos'io lui con vergognosa fronte. 81. gli risposi io abbassando la fronte. (in segno di UMILTÀ) 82. “O de li altri poeti onore e lume, 82. “Oh onore e luce degli altri poeti, 83. vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore 83. mi giovino il lungo studio ed il profondo amore 84. che m'ha fatto cercar lo tuo volume. }= siccome io conosco tutto di te ti prego di aiutarmi 84. che mi hanno fatto studiare le tue opere. 85. Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, =(ho preso tutto da te!) AUTORE= dal verbo AUGEO= ACCRESCERE 85. Tu sei il mio maestro e la mia figura più autorevole, 86. tu se' solo colui da cu' io tolsi 86. tu sei l'unica da cui deriva 87. lo bello stilo che m'ha fatto onore. 87. lo bello stilo che mi ha fatto onore. ( l'unica persona da cui ho imparato a scrivere in maniera onorevole) 88. Vedi la bestia per cu' io mi volsi; 88. Guarda la bestia a causa della quale io mi sono voltato; 89. aiutami da lei, famoso saggio, 89. aiutami da essa, famoso saggio, 90. ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi”. 90. la quale mi spaventa da morire e mi fa tremare il sangue nelle vene e nelle arterie”. 91. “A te convien tener altro vïaggio”, 91. “Ti conviene (devi) prendere un'altra strada”, 92. rispuose, poi che lagrimar mi vide, } = Dante è scoraggiato ed impaurito 92. rispose, dopo che mi vide piangere, 93. “se vuo' campar d'esto loco selvaggio; 93. “se vuoi uscire vivo da questo luogo selvaggio; 94. ché questa bestia, per la qual tu gride, 94. poiché questa bestia (la lupa), a causa della quale tu gridi (disperatamente, invochi aiuto), 95. non lascia altrui passar per la sua via, 95. non lascia passare nessuno per la sua strada, 96. ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide; 96. ma lo ostacola tanto da ucciderlo; 97. e ha natura sì malvagia e ria, } = Virgilio dipinge questa BESTIA CON CONTORNI NERI, perché la LUPA È LA MADRE DI TUTTI I VIZI 97. ed ha una natura così malvagia e crudele, 98. che mai non empie la bramosa voglia, 98. che non soddisfa mai la sua bramosa voglia (CUPIDIGIA) 99. e dopo 'l pasto ha più fame che pria. 99. e dopo il pasto ha più fame di prima. 100. Molti son li animali a cui s'ammoglia, } = PRIMA PROFEZIA DI DANTE = PROFEZIA DEL VELTRO: letteralmente VELTRO significa CANE DA CACCIA, ma ALLEGORICAMENTE potrebbe essere: • ARRIGO VII DI LUSSEMBURGO= un imperatore nel quale Dante aveva riposto molta fiducia e rispetto al quale sperava che venisse in Italia per mettere pace tra le rivalità che serpeggiavano tra guelfi e ghibellini; • CANGRANDE DELLA SCALA= è 101. e più saranno ancora, infin che 'l veltro 102. verrà, che la farà morir con doglia. 122. anima fia a ciò più di me degna: 122. ci sarà un'anima più degna di me (Beatrice): 123. con lei ti lascerò nel mio partire; 123. ti lascerò con lei quando me ne andrò; 124. ché quello imperador che là su regna, } = PERIFRASI PER RIFERIRSI A DIO, perché nell'Inferno è ASSOLUTAMENTE VIETATO PRONUNCIARE IL NOME DI DIO. 124. perché quell'imperatore che regna lassù (Dio), 125. perch'i' fu' ribellante a la sua legge, } = Virgilio non è stato ribelle alla legge divina, semplicemente non conosceva il cristianesimo 125. dato che io fui ribelle alla sua legge, 126. non vuol che 'n sua città per me si vegna. 126. non permette che io entri nella sua città. 127. In tutte parti impera e quivi regge; 127. Dio regna dappertutto e l'Empireo è la sede del suo regno; ( dove governa più che altrove) 128. quivi è la sua città e l'alto seggio: 128. qui si trova la sua città ed il suo alto trono: 129. oh felice colui cu'ivi elegge!”. ELEGGE= VERBO ELIGIO – regge il DATIVO 129. oh felice colui che egli sceglie per questo luogo!”. 130. E io a lui: “Poeta, io ti richeggio RICHEGGIO= significato molto intenso, il latino vuol dire “chiedere insistentemente” 130. Ed io a lui: “Poeta, io ti chiedo 131. per quello Dio che tu non conoscesti, 131. in nome di quel Dio che tu non conoscesti, 132. a ciò ch'io fugga questo male e peggio, 132. perché io possa fuggire da questo male e da peggiori, 133. che tu mi meni là dove or dicesti, 133. che tu mi conduca là dove dicesti ora, 134. sì ch'io veggia la porta di San Pietro PORTA DI SAN PIETRO= può essere il PARADISO, di cui tradizionalmente SAN PIETRO è considerato il CUSTODE ( ma nella COMMEDIA, IL PARADISO NON HA NESSUNA PORTA) oppure il PURGATORIO, dove però la PORTA è CUSTODITA DA UN ANGELO: questa seconda opzione appare più plausibile perché DANTE CON VIRGILIO POTRÀ ARRIVARE SOLO SINO AL PURGATORIO. 134. così che io veda la porta di San Pietro 135. e color cui tu fai cotanto mesti”. 135. e coloro che tu desrivi come tanto infelici”. 136. Allor si mosse, e io li tenni dietro. } = TOTALE AFFIDAMENTO DI DANTE PER VIRGILIO 136. Allora si mosse ed io lo seguii.
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