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Appunti sul primo dopo guerra ed i totalitarismi, Appunti di Storia

Appunti sul primo dopo guerra e la nascita dei totalitarismi - biennio rosso - rivoluzione ion germania e repubblica di Weimar - dopoguerra in italia e fascismo - crisi del '29 - ascesa del nazismo

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 17/11/2020

francesca.perez.01
francesca.perez.01 🇮🇹

4.4

(21)

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Scarica Appunti sul primo dopo guerra ed i totalitarismi e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 2 un difficile dopoguerra  Contesto politico primo dopoguerra = porterà alla nascita dei totalitarismi in Germania Francia e Russia 1)​conseguenze economiche della guerra:   le difficoltà finanziarie  ★ Le conseguenze della guerra sono molto durature. L’Europa del primo dopoguerra è infatti sconvolta e trasformata nel profondo a causa della perdita di ​vite umane​ e a causa dei ​mutamenti dei confini fra gli Stati​. ★ Gli anni immediatamente successivi alla Grande Guerra sono segnati in tutta Europa dalla ​difficile ripresa economica (solo gli USA non si trovano in condizioni di dissesto durante il periodo post-guerra). Le economie degli Stati sono infatti messe a dura prova dal ​dissesto finanziario​ conseguente alle imponenti spese militari sostenute ★ La situazione post-guerra è aggravata inoltre, dal ​calo vita​, dalla ​disoccupazione​, dall’ ​industria in crisi​, ​dall’aumento dei prezzi​ (che portò alla diffusione di molta carta moneta con conseguente svaluta della moneta) Per far fronte alle spese ingenti (conseguenti alla guerra), i governi erano ricorsi all’​aumento delle tasse​, con un conseguente allargamento del debito pubblico. ★ le tasse non erano state sufficienti a coprire le spese di guerra e ovunque iniziò ad aumentare l​’inflazione​, che andava a distruggere le posizioni economiche consolidate (i governi avevano stampato carta moneta in eccedenza,dando vita a un​ ​moto inflazionistico​). ★ L’industria europea riuscì inizialmente a mantenere i livelli produttivi degli anni di guerra grazie all’intervento dello Stato nell’economia dei paesi europei (mantenendo apparati burocratici destinati a compiti diversi a livello economico ex: controllo dei prezzi o delle pensioni di guerra), ma questa espansione economica fu seguita da una fase depressiva​. ★ Il ritorno alla normalità è reso difficile dal problema della ​ riconversione industriale​, ossia del ​ritorno della produzione industriale alla situazione precedente alla guerra.​ La difficoltà riguarda tutte le economie europee, colpite anche dalla contrazione dell’export verso quei Paesi che, prima della guerra, erano partner commerciali di primo piano e che, ora, hanno avviato un loro autonomo sviluppo. IL CALO DEGLI SCAMBI:​ ​la ripresa delle economie era frenata dal calo degli scambi internazionali. → Gli Stati Uniti e il Giappone avevano aumentato le esportazioni, sostituendosi agli europei sui mercati dell’Asia e del Sud America, mentre altri paesi come Argentina, Brasile, Canada, Sudafrica e Australia) e avevano sviluppato una propria produzione, allentando la dipendenza dal vecchio continente. → Ancora più grave fu poi per Gran Bretagna e Francia che persero molti partner commerciali europei: la Germania, ormai stremata economicamente, una Russia isolata e l’Impero austro-ungarico ormai smembrato. ​Nel dopoguerra si ebbe una ripresa del nazionalismo economico e del protezionismo doganale 2) i mutamenti nella vita sociale:  ➔ I mutamenti economici del dopoguerra europeo si accompagnarono con un ampio processo di trasformazione della società. L’espansione delle industrie belliche aveva spostato nuovi lavoratori dalle campagne alle città, per lo più donne e ragazzi. Il brusco distacco dal nucleo familiare di molti giovani e l’assenza prolungata dei capifamiglia chiamati al fronte avevano messo in crisi le strutture tradizionali della famiglia e provocato mutamenti nella mentalità e nelle abitudini delle generazioni più giovani. La società era cambiata, segnata dall emergere di una nuova consapevolezza del proprio ruolo da parte di nuovi soggetti. ➔ Le ​DONNE​ ​hanno vissuto esperienze autonome rispetto ai maschi, occupando posizioni lavorative lasciate scoperte da chi è partito in guerra e avevano cominciato ad avere ruoli nelle fabbriche, negli uffici e nelle campagne; questi ruoli avevano reso le donne più consapevoli del proprio ruolo e non furono più solo rappresentanti della bellezza, ma al contrario iniziarono ad essere socialmente attive. -cambiò anche il ruolo della donna tra le mura domestiche dove essa divenne il capofamiglia -cambiò il loro vestiario -iniziarono a partecipare attivamente alla politica. Questo processo di emancipazione portò le donne a veder riconosciuto nel dopoguerra un parziale diritto di voto (Gran Bretagna nel 1918, Germania e infine Stati Uniti). ➔ REDUCI DI GUERRA​ ​i soldati tornati dal fronte hanno maturato la consapevolezza del loro ruolo all’interno dello Stato e sono sempre più protagonisti di proteste e lotte tese ad ottenere ciò che è stato loro promesso in cambio dello sforzo bellico nale → ex: una riforma agraria dopo la disfatta di Caporetto (in Italia). Infatti nei confronti dei reduci i governanti fecero numerose promesse, anche se in realtà le provvidenze in favore dei combattenti furono limitate. → La situazione dei reduci di guerra fu particolarmente sentita in Italia, essi temevano di veder occupati i posti di lavoro cui credevano di avere diritto. Infatti in questo contesto è particolarmente pressante il problema dei reduci, che faticano a reinserirsi nella vita normale e ricostituiscono il legame del fronte all’interno delle numerose associazioni di ex combattenti. Sorsero dappertutto associazioni di ex combattenti che si mobilitavano in difesa dei propri valori e interessi. → ​La massificazione della politica: ​Per far valere i propri diritti e per affermare le proprie rivendicazioni era necessario organizzarsi in associazioni e organizzazioni numerose, da qui nasce il fenomeno della ​massificazione della politica​ : partiti e sindacati videro aumentare ovunque il numero dei loro iscritti. Acquistano anche molta importanza le ​manifestazioni pubbliche​. 4)il “il biennio rosso”: rivoluzione e controrivoluzione in Europa  LE LOTTE OPERAIE​ Tra il ​1918 e il 1920​ il movimento operaio europeo (di ideologia socialista) fu protagonista di un’ impetuosa avanzata politica che assunse spesso connotati rivoluzionari. I lavoratori organizzati dai sindacati diedero vita ad agitazioni che permisero agli operai di migliorare i livelli delle loro retribuzioni e ottenere la riduzione dell’orario di lavoro a otto ore giornaliere a parità di salario. Si manifestarono anche aspirazioni più radicali e nacquero spontaneamente consigli operai sull’esempio dei ​soviet ​ ​, che si proponevano come organi di governo della futura società socialista. IL FALLIMENTO DEI TENTATIVI RIVOLUZIONARI  L’ondata rivoluzionaria del 19-20 si manifestò in maniera differente in ogni paese. In Francia e Gran Bretagna (potenze vincitrici) venne mantenuto il controllo dei parlamenti da parte di moderati e conservatori e fu contenuta l’azione del movimento operaio. In Germania, Austria e Ungheria i tentativi rivoluzionari vennero rapidamente stroncati. Ciò che quindi era stato possibile in Russia, non fu possibile negli altri paesi europei LA DIVISIONE DEL MOVIMENTO OPERAIO  Il quadro politico si è complicato a seguito della Rivoluzione russa. (Nel 1918 i bolscevichi avevano abbandonato la dominazione del partito socialdemocratico, per entrare nel partito comunista bolscevico di Russia). infatti la rivoluzione d’Ottobre aveva accentuato, all’interno del movimento operaio, la frattura, già manifestatasi durante la guerra. Quindi nei partiti socialisti europei le divergenze tra la corrente riformista e quella rivoluzionaria dei partiti socialisti europei (presenti già nell’Ottocento) esplodono. Nel 1919 venne sancita ufficialmente la scissione, e a Mosca nasce la Terza Internazionale (o Comintern), sotto la direzione di Lenin. i compiti del Comintern vennero fissati nel II congresso, che si tenne sempre a Mosca e direttive emanate ai socialisti degli altri paesi furono chiare: dare vita a partiti comunisti, espellere i riformisti, sostenere la Russia comunista. La radicalizzazione della lotta comunista e la paura dello spettro comunista alimentano, per contrasto, il rafforzamento dei partiti conservatori. • Fra il 20-21 venne raggiunto l’obiettivo di creare in tutto il mondo una rete di partiti ricalcati sul modello bolscevico, anche se nessuna di queste formazioni conquistò la maggioranza della classe operaia nei paesi più sviluppati. Gli anni 1919-1920 sono passati alla storia come il “biennio rosso”, segnato dalle proteste contadine e operaie, dalle ondate di scioperi e dalle  rivendicazioni sindacali. In generale gli operai vedono migliorare la loro situazione lavorativa. Le rivendicazioni delle proteste, però, non  sono solo economiche: nelle fabbriche si formano consigli di operai sul modello dei soviet russi, che si propongono obiettivi politici socialisti.  Francia e Gran Bretagna, democrazie consolidate, riescono a superare la crisi senza grandi scossoni, mentre per altri paesi, Germania e Italia in  particolare, la situazione è diversa ​.  3 L’ITALIA: DOPOGUERRA E FASCISMO 1. le tensioni del dopoguerra  Uscita vincitrice dalla guerra, l’Italia si trova a condividere i problemi politici e le tensioni sociali. La società post-guerra era inquieta e attraversata da profonde fratture, ma unita da un’ansia di rinnovamento che tendeva a spostare il centro delle lotte dal parlamento alle piazze .• ​SCIOPERI E LOTTE AGRARIE​ Le tensioni sociali erano legate ad un aumento dei prezzi di consumo e scoppiano perciò nel 1919 ​tumulti contro il caro-viveri​ e le industrie vengono investite da ​ondate di scioperi per aumentare i  salari​. Nascono inoltre le ​lotte dei lavoratori agricoli​. Le ​leghe rosse​ (nord) controllate dai socialisti = miravano alla socializzazione della terra. Le ​leghe bianche​ (centro) cattoliche = si battevano per lo sviluppo della piccola proprietà contadina; erano a favore della proprietà privata ma spartita fra tanti. Nelle campagne del centro-sud vengono occupate le terre incolte e latifondi da parte di contadini poveri. Questi operai sono animati soprattutto dalla consapevolezza che sia possibile organizzare la rivoluzione, proprio perché prendono come esempio il modello russo. I contadini sono a favore di una maggiore giustizia sociale. • ​LA “VITTORIA MUTILATA”​ Ad agitare la scena italiana si diffonde anche la consapevolezza della cattiva gestione della trattativa di pace. Si diffonde la consapevolezza di una Vittoria mutilata (espressione coniata da D'Annunzio) in quanto non si sente ricompensata alla pari degli altri vincitori . In realtà ottenne le terre promesse secondo gli accordi di Londra, ovvero le terre irredente → ​Trento, Trieste, Alto Adige, eccetto la Dalmazia​ che sarebbe dovuta diventare parte della neonata Jugoslavia secondo il principio di autodeterminazione, (abitata in prevalenza da slavi) Salandra e Sonnino​ chiesero quindi alla ​conferenza di Versaille​ l’annessione della città di​ Fiume​ sulla base del principio di nazionalità, (in aggiunta ai territori promessi nel 1915), essendo prevalentemente occupata da italiani. Incontrando l’opposizione del presidente degli Stati uniti, abbandonano di conseguenza il tavolo delle trattative e tornano in Italia, accolti da manifestazioni patriottiche. Questo insuccesso segna la fine del governo di Orlando e la nascita di un nuovo ministero presieduto da ​Francesco Nitti​ che si trovò ad affrontare una situazione già deteriorata, in quanto gli avvenimenti della primavera avevano suscitato un sentimento di ostilità nei confronti degli alleati. D’ANNUNZIO A FIUME​: → ​POLITICA ESTERA​ → Italia in fermento La manifestazione più clamorosa di questa protesta si ebbe nel settembre del 1919, quando un gruppo di legionari (squadre) guidati da D’Annunzio occupano la città di Fiume (sotto controllo internazionale) e ne proclamarono l’annessione all’Italia. D’Annunzio è un vero e proprio leader, arringa la folla, cercando un contatto diretto con essa. L’avventura fiumana si prolungò per 15 mesi e diventa una vera e propria esperienza politica. Nascono anche qui gruppi paramilitari chiamati ‘Squadre’ che si riconoscono nella figura di D’Annunzio che si oppone allo stato Italiano ed il trattato di pace. 2. La crisi politica e il “biennio rosso” 1919 e 1920 → ​biennio rosso​=pericolo concreto che si possa passare alla rivoluzione comunista sulle orme dei fatti russi con una continua riforma comunista, in una prospettiva di eliminazione della proprietà privata sia in campagna che in città. Emilia Romagna e Toscana sono le ​“regioni rosse”​,dove si sviluppa maggiormente la mezzadria. LE ELEZIONI DEL 1919 ​→ mostrano la gravità delle fratture che attraversano la società e il sistema politico in un paese caratterizzato dall’instabilità politica →​ caduta partiti tradizionali e avanzata partiti di massa​. → prime elezioni tenute con il metodo della​ rappresentanza proporzionale​ con scrutinio di lista che prevede il confronto tra liste di partito e non tra singoli e assicurava alle forze politiche un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti + favoriva i gruppi organizzati su base nazionale. Esito disastroso per la classe dirigente. Approvazione legge proporzionale novembre 1919, a seconda dei voti che una lista otteneva veniva dato lo stesso numero di seggi. Problema: ci sono due estremi, sistema proporzionale e maggioritario. Il primo è il più democratico, è stato utilizzato in italia fino al 1991, ma non da stabilità politica poiché si devono cercare sempre accordi per funzionare. Quello maggioritario fa votare su lista, attraverso il ballottaggio. Se si và a votare ci sono due partiti che prevalgono, quindi il terzo è escluso. Svantaggio? È bipolarista e meno democratico, però è decisamente più stabile. (Applicato dopo gli anni ‘90) Soluzione: mantenere il proporzionale ma con l'introduzione di un premio di maggioranza (esempio: 10% in più delle sedie in parlamento). I liberal-democratici persero infatti la maggioranza, e si affermarono i socialisti e il Ppi. A​ Vi era già il PSI → ​PCI​ (1921) di matrice marxista e con leader radicali e rivoluzionari come Gramsci, Bordiga, Togliatti, Tasca che puntano a approfittare del dopoguerra per instaurare con la violenza il comunismo. Nel 1919 nascono dei nuovi partiti B​ il ​Ppi​ (partito popolare italiano) = principale novità politica del dopoguerra fondato da Don Luigi Sturzo (di ispirazione cattolica, ma si dichiarano aconfessionali, ovvero senza una chiara matrice religiosa. Aveva comunque l’appoggio della Chiesa poichè adottò un programma democratico e chiedeva una maggior giustizia sociale. C​ ​Movimento dei fasci di combattimento ​ nel 1919 l’ex socialista ​Benito Mussolini​ fondò a Milano questo movimento che si schierava politicamente a sx, chiedeva audaci riforme sociali ed era favorevole alla repubblica, ma nel contempo ostentava un acceso nazionalismo e aveva una componente socialista forte. Il fascismo svolse un ruolo marginale nella vita politica inizialmente; nel 1919 la lista presentava circa 800 iscritti e nessun seggio nella camera dei deputati. → Promulgò il programma di ​San Sepolcro ​ (​repubblicano) che sosteneva: una guerra rivoluzionaria, il suffragio universale e quindi voto alle donne, l’abolizione del senato nomina regia, il cambiamento della forma di stato (da monarchia a repubblica), l’abbassamento dell’età di voto a 18 anni, sequestro dei beni della chiesa e dei profitti militari. *tra il 1920 e il 1921, il movimento subì un processo di mutazione che lo portò ad accantonare l’originario programma radical-democratico e a organizzare formazioni paramilitari (squadre d’azione) e a combattere una lotta spietata con contro il movimento socialista (leghe rosse). Vi furono anche molti scontri e sparatorie, con morti e feriti, dentro e fuori palazzo d’Accursio.* D​ ​ Il partito liberale ​ con Giolitti. IL RITORNO DI GIOLITTI SITUAZIONE: ​calo partiti liberali e avanzata partiti di massa. Non si riuscì a raggiungere una maggioranza, allora Vittorio Emanuele chiamò a costituire il nuovo governo Giovanni Giolitti come presidente del consiglio per via della sua esperienza. Egli diede prova di abilità ed energie. → Un risultato importante fu raggiunto in politica estera, con la firma, nel 1920, del trattato di Rapallo con la Jugoslavia che ottenne la Dalmazia, mentre Fiume venne dichiarata città libera e D’annunzio venne costretto ad abbandonare la città. → In politica interna Giolitti incontra numerose difficoltà dovute alle agitazioni dei metalmeccanici culminata nell’occupazione delle fabbriche e dei contadini che occupano le terre mossi dalle idee socialiste di Lenin. In questa situazione di fermento, la media borghesia (proletariato) non aveva dal punto di vista politico, delle organizzazioni tanto forti come quelle socialiste, quindi non era difendibile. Essa si doveva riconoscere in Giolitti, nonostante il suo atteggiamento di attendismo. Aspettava infatti che la situazione si calmasse e intanto portava i contendenti al tavolo delle trattative. Giolitti di fronte a ciò che succedeva nelle fabbriche aspettava, non agiva. La sua politica era quella di ascoltare le richieste degli operai attraverso i sindacati, portandoli al tavolo delle trattative. Purtroppo questo non funziona più, c'è troppa agitazione, richieste non soddisfatte, i reduci hanno tratto grandi sacrifici durante la guerra e chiedono che la patria sia riconoscente. Il governo era quindi molto attendista, indeciso, ambiguo e intervengono perciò della squadre paramilitari (RAS), costituite da ex-arditi, ex-combattenti, gruppi di destra e disoccupati che si uniscono (cameratismo) per sgomberare le fabbriche, le terre e per colpire le organizzazioni socialiste, considerate responsabili del fenomeno italiano. *parliamo anche quindi delle squadre d’azione fasciste* ((clima di tensione= violenza sia da dx che da sx: occupazione delle fabbriche)) L'offensiva con le stesse caratteristiche ovunque: partivano dalle città e si dirigevano in campagna su dei camion; obiettivo: organizzazioni socialiste, che venivano incendiate, i socialisti venivano sottoposti a violenze ed erano costretti ad andarsene. Le amministrazioni “rosse” furono costrette a dimettersi e molte leghe furono sciolte, e molti aderenti passarono ad altri partiti, in particolare al partito fascista. I socialisti quindi, si uniranno nel movimento fascista, in quanto Mussolini stesso era in cerca di un elettorato e trovò degli appoggi nei gruppi liberi, costituiti da persone mancanti di rappresentazione politica come borghesia che doveva essere rappresentata da Giolitti e poi ovviamente ebbe l’appoggio degli industriali. C’è una forte ambiguità da parte del governo → Giolitti stava zitto e ne approfittava perché queste squadre stavano man mano riportando l’ordine opprimendo le rivolte e la stessa cosa facevano i corpi di polizia.   4. Mussolini alla conquista del potere   LE ELEZIONI DEL 1921  A maggio del 1921, Giolitti fa fatica a tenere insieme il governo. → Seconde elezioni, perché non c'è stabilità. Giolitti si dimette ed aspetta una situazione più stabile dal punto di vista politico e si ripresenta in parlamento accordandosi con altri partiti, tra cui quello di Mussolini. Giolitti appoggia quindi i fascisti per la maggioranza. Per la prima volta entrano alla Camera 35 deputati fascisti, nei cosiddetti ​blocchi nazionali, ​in cui i gruppi "costituzionali" (conservatori, liberali e democratici) si unirono per impedire una nuova affermazione dei partiti di massa (socialisti e popolari). I fascisti ottenevano così una legittimazione da parte della classe dirigente in quanto Giolitti appoggiò i fascisti per ottenere la maggioranza e rientrare in parlamento. I risultati delle elezioni risultarono essere bilanciati per via della legge proporzionale. IL PATTO DI PACIFICAZIONE E LA NASCITA DEL PNF  L’esito delle elezioni mise fine all’ultimo esperimento governativo di Giolitti che si dimise e salì l’ex socialista Ivanoe Bonomi che propose un patto di pacificazione nel 1921 tra socialisti e fascisti che si impegnano a rinunciare alla violenza (patto firmato da tutti ma non rispettato). Il patto rientrava in quel momento nella strategia di Mussolini, che mirava a inserirsi nel gioco politico. Nel 1921 Mussolini è diverso dal dittatore che diventerà, era disposto ad entrare in parlamento e a trattare quando necessario, tanto è vero che lui cerca di rendersi presentabile. La strategia di Mussolini non venne però condivisa dai ras che sabotarono in ogni modo il patto di pacificazione e misero in discussione l’autorità di Mussolini. Lui faceva tanta fatica a controllare gli squadristi che rappresentavano un grande problema. Sapeva di essere in una situazione particolare e sarebbe potuto essere messo in carcere. Aveva un piede nella legalità ed uno nell'illegalità: era un deputato ma anche il portavoce di questi gruppi. Mussolini però capisce di non poter fare a meno di questa massa d’urto e sconfessò il patto di pacificazione. Capisce quindi che deve regolamentare le squadre e trasforma il movimento in partito: nasce il Partito nazionale fascista (PNF), per renderli più facili da controllare e limitare la loro libertà d’azione. (Doveva rendersi accettabile dal punto di vista democratico). Da qui i ras riconobbero Mussolini come guida politica Lista nazionale: comprendeva i liberali di Giolitti, cattolici conservatori, i socialisti ed alcuni fascisti. Il ministero Bonomi cadde nel 1922 e Luigi Facta diventa l’ultimo primo ministro dello stato liberale democratico, che non mise alcun freno alla violenza fascista (che si rese protagonista di operazioni sempre più ampie e clamorose). Le sue proposte non verranno mai approvate dal re. Le squadre fasciste si stavano organizzando da punto di vista militare e si erano radunate a Perugia ed altre città per portare avanti un attacco al governo e salire al potere. Viene organizzata una mobilitazione generale e prese corpo il progetto di una marcia su Roma di tutte le forze fasciste, con obiettivo la conquista del potere centrale. (28- 30 ottobre 1922). Tutto ciò viene organizzato in assenza di Mussolini che si trovava a Milano e giungerà a Roma solo successivamente, il giorno dopo. Le squadre fasciste erano indisciplinate ed equipaggiate in modo approssimativo con manganelli e fucili e lo stesso Mussolini era consapevole del fatto che non fossero in grado di affrontare uno scontro con l'esercito regolare. Egli infatti contava soprattutto sulla debolezza del governo e sulla neutralità della monarchia. Fu molto decisivo, nel generale disfacimento dei poteri statali, l'atteggiamento del re. Il re Vittorio Emanuele III, spaventato da una prospettiva di una guerra civile, rifiutò (28 ott 1922) di firmare lo stato d'assedio, che era stato preparato in fretta dal governo Facta. Facta era favorevole allo stato d’assedio, che dava pieni poteri all’esercito per fermare i fasci. Il re inoltre non vedeva di malocchio Mussolini, che aveva ripreso il suo passato da socialista e rivoluzionario, ora era ben visto dall’alta borghesia e grandi proprietari terrieri. Il rifiuto del re aprì la via del potere a Mussolini, che chiese e ottenne di essere chiamato lui stesso a presiedere il governo. Il re accoglie la richiesta delle squadre e chiama Mussolini a formare il governo e la mattina del 30 ott 1922, mentre gli squadristi entravano nella capitale senza incontrare alcuna resistenza da parte della forza pubblica, fu ricevuto dal re. Del nuovo governo facevano parte i fascisti, liberali giolittiani, liberali di dx, democratici e popolari. Salito al potere con una finta rivoluzione, Mussolini con 35 deputati, non disponeva di una sua maggioranza alla camera. Nonostante questo ebbe è sempre l'appoggio degli alleati anche quando fu chiaro che il partito fascista intendeva assumere un ruolo incompatibile con i principi basilari dello Stato liberale. Nel dicembre del '22 fu istituito il gran consiglio del fascismo che aveva il compito di indicare le linee generali della politica fascista. BACK TO GERMANY affermazione del nazismo dovuta alla crisi economica in America→​ 1932  Fino al ​1930,​ il Partito nazionalsocialista dei lavoratori nazista tedeschi (​Nsdap​) -o nazista, come veniva comunemente chiamato - rimase un gruppo marginale, che si serviva della violenza contro gli avversari politici, potendo contare su una robusta organizzazione armata: le ​SA​ (sigla di Sturm-Abteilungen, cioè '​reparti d'assalto​') guidate dal capitano dell'esercito ​Ernst Röhm​. → Dopo il fallimentare tentativo di Monaco, Hitler aveva cercato, sull'esempio di quanto aveva fatto Mussolini in Italia, di rendere più rispettabile il partito nazista. Hitler espose con chiarezza i suoi progetti a lungo termine in un libro dal titolo ​Mein Kampf​ ('La mia battaglia'), scritto nei mesi del carcere. → Hitler credeva nell'esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, progressivamente inquinata dalla mescolanza con le razze 'inferiori'. I caratteri originari dell'arianesimo si erano per lui conservati solo nei popoli nordici, (popolo tedesco), che avrebbe dunque dovuto dominare sull'Europa e sul mondo. Per realizzare questo sogno era necessario dapprima schiacciare i nemici interni: primi fra tutti gli ebrei.. Lui individuava un ​complotto giudaico sovietico​ che stava all'origine della crisi economica che aveva poi portato alla crisi in Germania. Li considerava colpevoli di speculare ed aver causato addirittura la crisi del 29. trasformazione ​repubblica → dittatura​ avvenuta in pochi mesi.Contrariamente a Mussolini, Hitler subito elimina gli altri partiti e stabilisce un totalitarismo, supportato anche dall antisemitismo. 1933​: incendio del Reichstag + costruzione dei primi campi di concentramento che si trasformeranno in campi di sterminio + misure eccezionali che limitano la ​libertà di stampa e riunione​ + affermazione del partito nazista a livello elettorale → legge che conferisce al governo pieni poteri tra cui quello di modificare la costituzione. 1934​: ​Notte dei lunghi coltelli​: eliminazione dell’ala estremista del nazismo(​SA​) + Hitler cancelliere e capo di stato 1935:​ vennero emanate le prime leggi razziali 1938:​ ​Notte dei cristalli​. Campi di concentramento = obiettivo di chiuderli ed avete lavoratori per l'industria tedesca Campi di sterminio= obiettivo di eliminarli definitivamente. Venivano eliminati coloro che venivano considerati deviazioni. DEFINIZIONE DI TOTALITARISMO ​= sviluppati solo nel ​ventesimo secolo​, nonostante ci erano già state ​dittature (es:bonapartismo). Gli esponenti di questi regimi hanno cercato il consenso attraverso i ​plebisciti​. Perché solo nel 1900? Il totalitarismo è un regime autoritario che si basa su un partito unico che coincide con lo stato e si basa su consensi e repressione. La ​ricerca del consenso​ si unisce alla ​repressione​, grazie ai mezzi di comunicazione creati durante la rivoluzione industriale. Questa ​coincidenza totale tra partito e società è riuscito in  modo perfetto nel regime stalinista​ perché stalin (che segue a Lenin), porta avanti la rivoluzione comunista sovietica avvenuta cinque anni prima che ribaltava totalmente la società eliminando la proprietà privata. Lui reinventa totalmente l’organizzazione politica, e per questo ha potuto realizzare questo progetto concretamente per realizzare totalmente le sue idee. Totalitarismo perfetto: ribaltamento totale della società e della storia che si era trascinata fino  ad allora​. (ex: Corea del nord al giorno d’oggi) Perché il fascismo è imperfetto? Mussolini non riesce ad identificare totalmente il partito con lo stato. A partire dal 28 ottobre del 22 era diventato presidente del consiglio, lui ha quindi accettato lo stato. Fino al 25 agisce all’interno della dialettica parlamentare (nonostante avesse usato la violenza delle squadre). Una volta avviata l'instaurazione della dittatura dopo l’assassinio di Matteotti ed il ritrovo del cadavere, il 3 gennaio pronuncia il suo famoso discorso di. Lo stesso Mussolini si era rifiutato di sostituirsi allo stato, per esempio si servì del sistema dei ​prefetti​, o della polizia di stato o carabinieri​ che erano tutti abbastanza consenzienti. Avrebbe potuti sostituire totalmente l’esercito con la milizia volontaria (come Hitler, che invece sostituisce il partito alle strutture dello stato). Dal 25 cerca di trasformarlo in uno stato totalitario ma resta imperfetto. Due limiti: 1) Papa = presenza della chiesa molto pesante per Mussolini che essendo socialista in passato era anticlericale. Ma lui mando giù il rospo. 2) Re = la chiesa non costituì l’unico ostacolo per le aspirazioni totalitarie del fascismo. Un altro limite insuperabile stava all’interno, anzi al vertice delle istituzioni statali ed era rappresentato dalla monarchia. Per quanto fosse nei fatti regolarmente esautorato, fino ad apparire come un ostaggio nelle mani di Mussolini, il re restava pur sempre la più alta autorità dello Stato. Nel suo tentativo di permeare di sé la società il fascismo incontrava degli ostacoli, il maggiore era rappresentato dalla ​Chiesa​ (istituzione che si oppone allo Stato). In un paese in cui oltre il 99% della popolazione si dichiarava di fede cattolica, in cui la pratica religiosa era diffusa ovunque, in cui le parrocchie rappresentavano un centro importante di aggregazione sociale e culturale. Non era facile quindi governare contro la Chiesa o senza trovare con essa un qualche accordo. Mussolini cercò quindi un'intesa col Vaticano per comporre definitivamente lo storico contrasto fra Stato e Chiesa che aveva segnato l'intera vita del Regno d’Italia. Le trattative, condotte in segreto, fra governo e Santa Sede si conclusero nel ​1929​, ovvero fra Mussolini e il segretario di Stato Vaticano ​Gasparri​. Accordo del 29 fra chiesa e stato, molto importante per i rapporti fra i due: lo stato era nato liberale ma scomunicato dalla chiesa (Pio IX), quindi non erano mai andati d’accordo. (Cavour: libera chiesa libero stato) Il mondo cattolico era rimasto fuori dallo stato (es: not expedit). Poi piano piano c’era stato un riavvicinamento fra i due, e Mussolini ricuce questa lacerazione completamente con i ​patti lateranensi del 29,​ divisi in tre parti: 1) trattato internazionale fra due Stati esteri (la chiesa fa infatti parte di uno stato a sé). La Santa Sede riconosceva lo stato italiano e la sua capitale. I due si sarebbero riconosciuti a vicenda, l’esistenza l’uno dell'altro. 2) Convenzione finanziaria riguardo la ricompensa al Papa per le guerre perdute in passato. L’Italia si impegnava a pagare al papa una forte somma corrispondente a quella che con la “​legge​ ​delle guarentigie​” spettava alla Chiesa. 3) Concordato che va oltre la separazione chiesa-stato che era stata fondamentale nel progetto di Cavour dello stato liberale italiano. Le strade di chiesa e stato italiano si intersecano. Lo stato accetta condizione posta dalla chiesa: ​insegnamento religione cattolica nella scuola primaria, unione matrimonio civile e religioso. Mussolini accetta l’esistenza delle organizzazioni della chiesa: gli oratori, tutte quelle reti fittissime che si diramano da Roma, dei preti (questione dei preti spretati che potevano comunque non entrare negli uffici pubblici). A Mussolini piacerebbe imporre prima del battesimo religioso quello fascista così come un tentativo di rendere lo stato fascista totalitario, ma non ci riesce. Deve accettare l’azione cattolica che nonostante non avesse scopi politico ma religiosi, saranno loro che prenderanno in mano la situazione in Italia dopo il fallimento del fascismo. Le organizzazioni di massa: l’idea generale era quella di produrre un uomo nuovo, non più individualista ed egoista, che si riconosce nello stato e si sente realizzato. Questo si può fare solo se si va a lavorare sull'educazione dei bambini sin da quando sono piccoli. Le giovani generazioni venivano irregimentate ed organizzare in modo rigido, fondano l’opera nazionale balilla. Tutti i bambini sono figli della lupa (antica Roma), poi diventano balilla fino alla seconda terza media, poi avanguardisti ed universitari diventano guf (giovani universitari fascisti). Lo sport era importante poiché formava il fisico, si giocava alla guerra con i fucili di legno e si usavano le uniformi. Lo stato mangia tutto ed entra nei cuori degli italiani che farebbero di tutto per la patria. Altro aspetto: libro unico a scuola dedicato al duce, vicino al crocifisso e l’immagine del re c’era la foto di Mussolini. C’era il controllo della stampa, lui era giornalista e ne conosceva il potere. Controllava cosa veniva pubblicato di persona le pagine dei giornali (veline) Utilizzo radio e cinema, esempio: cine giornali, Mussolini aveva fondato ​l’istituto Luce​. + Ministero cultura popolare. Aveva anche cercato di istituire le colonie elioterapiche per i bambini malati. Mussolini aveva pure prodotto un totalitarismo imperfetto anche perché si trattava di un paese povero ed ignorante, ma si ispirò Hitler che lo ammirava tantissimo. POLITICA ESTERA: Mussolini conquista la Libia
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