Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Appunti sul ruolo della donna nella scienza, Sbobinature di Filosofia

Sbobina della lezione sul ruolo delle donne nella scienza, tenuta dal professor Beretta per il corso di Storia della scienza A (2020)

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

In vendita dal 03/03/2021

miriam-caitlin-walker
miriam-caitlin-walker 🇮🇹

4

(1)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti sul ruolo della donna nella scienza e più Sbobinature in PDF di Filosofia solo su Docsity! Le donne nella scienza La tematica delle donne nella scienza è antica, già nel Seicento c’erano storie della filosofia al femminile (tra le donne filosofe c’è anche Ipazia), c’erano degli eruditi che si sono occupati del dibattito sulle qualità intellettuali delle donne, ossia se esse fossero pari a quelle degli uomini o inferiori. Cartesio aveva un’opinione imperativa, per lui la mente era una e asessuata, estranea dal corpo. Sul piano storiografico, il primo sforzo di studiare i contributi delle donne all’interno della storia della scienza fu “​Les femmes dans la science​” di Alphonse Rebiére pubblicato nel 1894; questo tipo di contributo ebbe successo fino agli anni Settanta del Novecento, esso consisteva nell’individuare quelle donne che si sono distinte nella scienza per raccontarne la storia, il contributo delle donne alla scienza veniva studiato allo stesso modo in cui veniva studiato il contributo degli uomini. Altri approcci si sono aggiunti quelli femministi come quello di Carolyn Merchant che mise in campo il problema di genere, si chiedeva perché il discorso scientifico fosse dominato dagli uomini; il Discorso di Bacone con ​The Death of Nature venne considerato come sessuato, che rivela l’intenzione dominante dell'uomo sulla donna, non c’è dubbio infatti che avesse una visione del sesso femminile dettato dal suo tempo. Un contributo alla storia della scienza venne apportato dal libro “​Uneasy Careers and Intimate Lives​” scritto a più mani da Pnina G., Abir-Am e ​Dorinda Outram che cercavano di problematizzare il rapporto tra genere e scienza studiando un periodo molto più vicino al nostro, quando le donne iniziarono ad avere accesso alla carriera universitaria, anche se in maniera sporadica e affrontando violente difficoltà; già dal titolo si capisce che questo studio offre ricostruzioni di carattere sociologico, volevano mettere insieme l’aspetto sociologico di determinati esempi significativi di carriere scientifiche femminili in Europa e negli Stati Uniti e l’elemento psicologico di queste personalità che si sono approcciate ad una disciplina dominata da un linguaggio e delle categorie socio-culturali elaborate soltanto dagli uomini. Laura Bassi è stata una fisica e la prima accademica italiana, fu anche maestra di Spallanzani che assieme a Volta fu uno dei più grandi scienziati del Settecento; se si andasse a guardare il contributo effettivo di Laura Bassi alla scienza lo si troverebbe scarno, nonostante ciò, questo fatto è stato completamente superato dal momento che si voleva ribaltare la situazione di genere nelle facoltà e capire come sia stato possibile per una donna non soltanto diventare professoressa universitaria, ma anche farsi riconoscere all’interno di una comunità accademica che al tempo era costituita da soli uomini. Offre molte più informazioni uno studio storico che cerchi di contestualizzare nella cultura del tempo la biografia di Laura Bassi in tutte le sue ramificazioni piuttosto che studiare esclusivamente i suoi contributi scientifici. Nell’ambito della scienza e della tecnica si affacciarono molte personalità in diversi settori della scienza che per varie ragioni lasciarono aperta, anche talvolta in forma problematica, la possibilità per una donna di emergere; questi percorsi sono documentati da libri di autrici a partire dal Rinascimento, poiché scienza e tecnica sono dei corpi del sapere diventati dominanti ma che fino alla fine del Settecento non avevano dei veri e propri percorsi universitari. Una delle prime industrie nel Quattrocento e Cinquecento, oltre a quella mineraria, è quella della manifattura tessile che era per la maggior parte al femminile, tanto che i salari delle operaie tessili erano inferiori a quelli dei chimici (che erano quasi tutti maschi), a quasi due secoli dall’industrializzazione alcuni prodromi che si sono radicati a partire dal Rinascimento sono rimasti costanti. Marx, nel primo libro del Capitale, fece una ricostruzione dell’introduzione della macchina a vapore nell’industria tessile, dicendo anche che queste fabbriche erano dominate dal genere femminile poiché era a loro che veniva affidata la competenza, grazie alle mani piccole, della lavorazione del filo; erano proprio le donne, infatti, a scrivere manuali di ricamo e di lavorazione della seta che le pone tra autrici di manualistica tecnica. Nicolò Zoppino mise a frutto le informazioni delle donne impegnate nell’industria tessile per scrivere un manuale di ricamo pubblicato nel 1531 chiamato “​Convivio delle Belle Donne​”. Un altro ambito in cui le donne giocarono un ruolo molto importante per tutto il Cinquecento e il Seicento è la farmacia, che al tempo partecipava alla corporazione degli speziali, 1 che aveva come sottoinsieme altre corporazioni affiliate, come quella degli erbolari i quali fornivano le erbe ai farmacisti e facevano anche ai fruttivendoli; la farmacia del Medioevo e del primo Rinascimento era un luogo molto interessante poiché era un posto di conversazione e di incontri dal momento che non vendevano soltanto rimedi farmaceutici, ma anche liquori e cosmetici. All’interno della farmacia la moglie del farmacista giocava un ruolo importante e riconosciuto, perché alla morte del marito, trattandosi di un’attività nevralgica per la prosperità della città e poiché il farmacista aveva un rapporto di fiducia con i clienti non potevano chiudere da un momento all’altro, l’attività passava nelle mani della donna a cui veniva riconosciuta la legittimità di esercitare, l’unica cosa che doveva fare era assumere un apprendista con una formazione. Già a partire dal Cinquecento c’erano molti eponimi di medicinali con i nomi delle donne che avevano inventato quei rimedi che ebbero particolare successo (anche Paracelso ha soprannominato diverse sostanze col suo nome). A Parigi nella seconda metà del Settecento c’erano circa 120 farmacie (una farmacia ogni 5000 abitanti, oggi la proporzione raccomandata dalla comunità europea è una ogni 3000 abitanti), esse erano dei presidi sanitari molto importanti del tessuto urbano, il 20% delle farmacie parigine era amministrato da vedove; la scienza interagiva con la vita economica, quindi bisognava arrivare a dei compromessi, non si poteva chiudere una farmacia solo per la morte del proprietario per la funzione economica e sanitaria che aveva all’interno della società, dunque se la moglie del farmacista esercitava questa professione l’esercizio diventava di sua amministrazione. Le drogherie non avevano alcun tipo di funzione sanitaria, vendevano un po’ di tutto ma non avevano relazioni o sovrapposizioni con le farmacie, invece le spezierie che non richiedevano alcun tipo di formazione all’interno di un collegio avevano, a partire dal Rinascimento, una funzione non totalmente scollegata alla produzione di rimedi, soprattutto di solidi non lavorati (erbe senza essere sottoposte a lavorazioni), e potevano vendere dei liquori, acque distillate, che al tempo avevano una funzione anche di rimedio farmaceutico; in molte città c’era anche la corporazione dei distillatori quindi era un sistema economico molto complicato. In un’incisione di un trattato sulle erbe mediche del 1534 di un medico polacco di nome Stefan Falimirz’s sono raffigurate tre donne impegnate alla lavorazione della vodka, che all’inizio veniva considerata al pari di un rimedio per vari tipi di malattie. Quello che giustifica la presenza così massiccia delle donne in questo ambito è la cucina, luogo dentro il quale esse imparavano il trattamento delle sostanze usate in farmacia, per questo c’è una consuetudine millenaria che ha reso le donne molto capaci di lavorare entro questo ambito. Antonio Neri fu un prete e alchimista che pubblicò un trattato sull’alchimia e la preparazione degli alimenti nel 1598 intitolato ​Il tesoro del mondo​; nel 1612 a Firenze pubblicò un’altra opera sull’arte vetraria, questo fu il primo trattato dedicato unicamente al vetro. Uno dei libri dedicati ai segreti è quello di Isabella Cortese “​Ne’ quali si contengono cosa minerali, medicinali, arteficiose & Alchimiche & molte de l’arte profumatoria, appartenenti a ogni gran Signora. Con altri bellissimi Secreti aggiunti​”. Questo sui segreti è un genere letterario che getta le sue radici nel mondo antico, quando in età Ellenistica si pubblicavano dei testi che contenevano ricette, soprattutto in ambito alchemico, nel basso Mediterraneo (da Alessandria fino alla Palestina); circolavano vari autori che resero molto popolare la modalità di trasmettere determinati segreti che vengono racchiusi in ricette (per fare oro, per produrre imitazioni di pietre preziose…). Una donna che scrisse un trattato sugli strumenti da utilizzare in ambito alchemico è Maria l’Ebrea, vissuta tra il primo Secolo a.C e il primo Secolo d.C, a cui si deve un sistema di riscaldamento lento dei pigmenti per la colorazione delle sostanze che ancora oggi utilizziamo in cucina (“Bagno Maria”). Le donne sono note per aver avuto più spazio nell’ambito musicale e delle arti figurative; quando nel Cinquecento ci fu il visual turn, ossia quando capirono che la visualizzazione dell'immagine di un fenomeno naturale o di un problema arricchiva le conoscenze di esso, quell'ambito di illustrazione dei libri, che veniva trascurato dagli uomini, divenne importante per quelle donne che avevano un talento artistico ma la cui carriera veniva preclusa dal dominio di maschi. Una delle più celebri illustratrici scientifiche e scienziata fu Maria Sibilla Merian, attiva nella seconda metà del Seicento e famosa soprattutto per l’illustrazione della fauna e della flora delle indie occidentali. Già dal Seicento, quando 2
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved