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Appunti sul seminario di cinema coreano di M. Milani presso il dams anno 2021-2022, Appunti di Storia E Critica Del Cinema

cinema coreano storia corea rapporti inter-coreani korean new wave kdrama kpop

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 07/02/2022

isamoche
isamoche 🇮🇹

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Scarica Appunti sul seminario di cinema coreano di M. Milani presso il dams anno 2021-2022 e più Appunti in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! SEMINARIO DI CINEMA COREANO 2021/2022 PREMESSA STORICA E SVILUPPO DELLA CINEMATOGRAFIA IN COREA DEL SUD La Corea premoderna La penisola coreana è stata unificata per la prima volta nel 935 d.C. sotto la dinastia Koryo. Dal 935 sino al 1910 la Corea è rimasta unita e indipendente sotto il regno di diverse dinastie: • Dinastia Koryo: 935-1392 • Dinastia Choson: 1392-1897 • Impero del Grande Han 1897-1910 Il regno Choson rappresenta il massimo splendore politico culturale della Corea classica. La Corea si trovava sotto la diretta influenza cinese, come si nota anche dalle carte geografiche dell’epoca, che mostrano un mondo sinocentrico. La Corea era uno stato tributario della Cina, ovvero uno stato indipendente che riconosceva la Cina come potenza egemone e per questo pagava un tributo all’impero in cambio di protezione. Il modello dello stato tributario è tipico di diversi Paesi limitrofi, come il Vietnam odierno. L’ideologia ufficiale del regno Choson è il Neo-Confucianesimo, una dottrina che si diffonde dalla Cina e che supera lo sciamanesimo coreano e il buddismo presenti prima del 1400. La penisola coreana subisce due invasioni sotto la dinastia Choson: • Invasione giapponese 1592-1598 • Invasioni mancesi 1620-1636 In seguito, la Corea adotta una politica economica fortemente isolazionista, motivo per cui le potenze occidentali la chiameranno “il regno eremita”. I primi missionari cristiani che arrivano nel Seicento non sono ben accolti. La penisola coreana intrattiene rapporti tributari e commerciali con la Cina e limitati scambi commerciali con il Giappone, ma attraverso l’isola di Tsushima, non nei suoi porti. Gli stranieri in Corea potevano muoversi esclusivamente nei quartieri per stranieri: isolazionismo che dura dal XVII secolo a metà Ottocento. Nella metà del XIX secolo le potenze occidentali arrivano in estremo oriente in cerca di nuovi mercati. La Cina non ha alcun interesse negli scambi con la Gran Bretagna e si rifiuta di aprire i suoi mercati. La Gran Bretagna inizia a immettere nel mercato cinese l’oppio, allora bandito nell’Impero. Scoppia la prima guerra dell’oppio 1856-1860, da cui la Cina esce sconfitta. La Cina è costretta ad aprire i suoi porti alla Gran Bretagna e a cedere l’isola di Hong Kong. Nello stesso periodo, gli Stati Uniti costringono il Giappone ad aprire i propri porti. Per la dinastia Choson, il XIX secolo rappresenta un periodo di declino politico ed economico a causa delle difficoltà della Cina. Nel 1870, gli Stati Uniti costringono la Corea ad aprire i suoi porti. La Corea segue il modello cinese e firma una serie di trattati di libero scambio con Paesi occidentali e Giappone. La Corea concede anche il principio di extraterritorialità per i cittadini stranieri, per cui i cittadini stranieri in Corea non sono soggetti alle leggi coreane, ma a quelle del loro Paese. Mentre la Cina si era chiusa all’occidente, il Giappone aveva capito che per resistere alle potenze coloniali, bisognava trasformarsi in una potenza occidentale. Il Giappone inizia un processo di industrializzazione e modernizzazione in ogni ambito, chiamato restaurazione Meiji. Il nuovo Giappone rifiuta i trattati che gli erano stati imposti dall’Occidente e inizia una fase di politica estera aggressiva, diventando, la nuova potenza egemone in Asia Orientale. Mentre le potenze occidentali si limitavano ad aprire i porti, senza pretendere il controllo diretto del territorio, il Giappone controlla in prima persona le sue colonie. Il Giappone si interessa sempre di più alla Corea anche a causa delle sue miniere di carbone. Le tensioni per il controllo della Corea portano Cina e Giappone a scontrarsi nella prima guerra sino-nipponica (1894-1895) che si conclude con la sconfitta cinese. Con il trattato di Shimonoseki si elimina l’influenza cinese e la Corea diventa formalmente uno stato autonomo. A seguito del trattato, il Giappone include Taiwan nelle sue colonie. L’egemonia giapponese è sancita definitivamente dalla guerra russo-nipponica (1904-1905), che elimina l’influenza russa sulla Corea e sulla Cina. A quel punto, il Giappone raggiunge un’intesa con Gran Bretagna, Francia, Olanda. Il Giappone stringe un accordo segreto con gli Stati Uniti, in cui gli USA lasciano mano libera al Giappone sulla Corea, mentre gli americani estendono la loro influenza sulle Filippine (alleanza anglo-giapponese e accordo Taft-Katsura). • 1905: trattato di Eulsa. La Corea diventa protettorato giapponese • 1910: Corea annessa all’impero giapponese • 1910-1945: colonizzazione giapponese Inizialmente il Giappone impone un governo militare che reprime ogni forma di dissenso. In Corea si costituisce il Movimento del Primo Marzo (1919) che rivendica l’indipendenza della penisola: si ritrova nel Parco della Pagoda di Seoul, rivendica l’autodeterminazione dei popoli di Wilson. Il dominio giapponese prevede una trasformazione radicale della cultura coreana. Il giapponese diventa lingua ufficiale, i coreani vengono costretti a prendere un nome giapponese. Il sistema educativo coreano è completamente controllato dal regime. I coreani vengono costretti al lavoro forzato per supportare lo sforzo bellico nelle fabbriche giapponesi, mentre molte donne coreane vengono costrette a prostituirsi i Giappone per i soldati giapponesi (comfort women). La censura del regime è fortissima. La sconfitta del Giappone al termine della Seconda guerra mondiale (15 agosto 1945) porta alla liberazione della Corea dal controllo coloniale. La Corea era già stata menzionata dalle potenze alleate nella Dichiarazione del Cairo, nel 1943 “The aforesaid three great powers, mindful of the enslavement of the people of Korea, are determined that in due course Korea shall become free and independent” Quando l’Unione Sovietica entra in guerra contro il Giappone, nell’agosto del 1945, invade la Manciuria ed entra nella penisola coreana. Il governo americano decide allora di inviare una proposta a Stalin di suddividere la penisola in due zone di occupazione, per bloccare l’avanzata sovietica. Con tale scopo, due ufficiali americani - Dean Rusk e Charles Bonesteel - vengono incaricati di dividere la penisola usando una mappa del National Geographic “Working in haste and under great pressure, we had a formidable task: to pick a zone for the American occupation. Neither Tic (i.e. Bonesteel) nor I was a Korea expert, but it seemed to us that Seoul, the capital, should be in the American sector. We also knew that the US Army opposed an extensive area of occupation. Using a National Geographic map, we looked just north of Seoul for a convenient dividing line but could not find a natural geographical line. We saw instead the thirty-eighth parallel and decided to recommend that.” (D. Rusk) Gli Stati Uniti in quel momento non sono presenti in Corea, essendo ancora impegnati in Giappone. Ma Stalin accetta, non ha interesse in uno scontro immediato. La penisola è divisa i due zone di occupazione, non in due Stati. Inizialmente, USA e URSS pensano di costruire una amministrazione fiduciaria di 5 anni per la riunificazione e il ritiro delle truppe (Conferenza di Mosca, 1945). Ma nessuno vuole che la Corea passi sotto l’influenza dell’altro. Tra il 45 e il 48 USA e URSS costruiscono istituzioni sul territorio simili alle loro. E’ la fase dello state-building. STATE BUILDING NELLA COREA DEL SUD Dall’agosto del 1945, nella parte meridionale della penisola erano sorti dei Comitati popolari spontanei ed un Comitato per la preparazione all’indipendenza della Corea (CPKI) legittima presso la popolazione il regime di Park almeno per la classe media. Il modello economico pianificato produce grandi risultai in termini di crescita, ma concentra la produzione su pochi grandi conglomerati industriali chiamati chebol. E’ così che nascono LG, SAMSUNG, HYUNDAY. Questi gruppi tendono a restare nelle mani della famiglia proprietaria e a limitare la partecipazione azionaria. Il governo, quindi stabilisce cosa si produce e chi lo deve produrre, indicando alle banche verso quale gruppo indirizzare gli investimenti. Agli inizi degli anni 70, tuttavia, la crescita economica rallenta e il dissenso cresce. Nel 1971 Park è rieletto, ma lo scarto rispetto all’opposizione di KIM DAE-JONG diminuisce. • RIFORMA YUSIN 1972 Per rinforzare il proprio potere, Park proclama una riforma costituzionale urgente nel 1972, chiamata Yusin – rinnovamento – con un carattere fortemente autoritario. Con questa riforma il presidente non è più eletto dai cittadini, ma da un gruppo ristretto di grandi elettori. Ma questo ha l’effetto di galvanizzare l’opposizione politica e sociale, con la nascita di nuovi gruppi e partiti e l’inizio di una spaccatura interna al regime. SECONDA GIUNTURA DEMOCRATICA OTTOBRE-DICEMBRE 1979 Il 26 ottobre 1979, Park Chung-hee viene ucciso da un suo stretto collaboratore e si apre la seconda giuntura democratica. Il potere militare si divide fra una fazione più “intransigente” e una più “conciliante”. Il generale Chun Doo-hwan prende il potere nel dicembre 1979, con un colpo di Stato all’interno dell’esercito. Gli studenti iniziano a manifestare in massa contro Chun Doo-hwan chiedendo una svolta in senso democratico. Gli studenti iniziano a manifestare in massa contro Chun Doo-hwan chiedendo una svolta in senso democratico. Il punto di non ritorno della fase repressiva si tocca con la Rivolta di Gwangju, nel maggio 1980. • Maggio 1980: massacro di Gwangju Nel maggio ’80 viene dichiarata la legge marziale in tutto il Paese, le università sono chiuse, le attività pubbliche vietate e i leader dell’opposizione sono arrestati: è il momento in Chun formalizza la sua salita al potere come presidente. Le proteste si concentrano nel sudovest del Paese, a Gwangju. Studenti e operai chiedono la cancellazione della yusin, la liberazione dei prigionieri politici, riforme democratiche. Il governo risponde inviando l’esercito e le forze speciali aviotrasportate con la propaganda ufficiale che accusa i dimostranti di essere parte di una cospirazione comunista organizzata dalla Corea del Nord. Quando il 21 maggio il regime invia le truppe la protesta si trasforma in una vera insurrezione popolare con I cittadini che si uniscono agli studenti, riuscendo a cacciare le forze del regime dalla città. Nei giorni successivi cittadini e studenti prendono il controllo della città per 7 giorni. Il 27 maggio l’esercito irrompe di nuovo a Gwangju uccidendo centinaia di civili. IL REGIME DI CHUN DOO-HWAN (1979-1987) Il regime di Chun Doo-hwan si può suddividere in due parti: • 1980-1983 – Repressione • 1983-1987 – Decompressione Dal 1980 il regime mette in atto una sorta di “purificazione” della società da elementi considerati anti-sociali o comunisti: Arresti di massa, scioglimento di partiti politici e dell’Assemblea Nazionale, nuove leggi speciali. Viene anche creato un National Security Committee per guidare il Paese. A partire dal 1983 il regime assume una maggiore sicurezza, grazie anche alla crescita economica, e alleggerisce il proprio controllo sulle istituzioni e sulla società. Inizia quindi un periodo di decompressione del controllo sociale e politico che rappresenta l’inizio della crisi del regime. L’opposizione politica e sociale si riorganizza sotto la leadership di Kim Dae-jung e Kim Young-sam e del Nuovo Partito Democratico di Corea. Nel 1981 la Corea del Sud viene scelta per ospitare i Giochi Olimpici del 1988 e I Giochi Asiatici del 1986. Il fallimento del regime nel tenere sotto controllo l’opposizione porta ad una nuova ondata repressiva.Il 18 maggio 1987, viene ritrovato il corpo di uno studente torturato dalla polizia, Park Jong-chol, scatenando così una nuova ondata di proteste di massa (rivolta democratica di giugno). Chon Doo-hwan si dimette. Roh Tae-woo, il numero due del regime, assume il potere e dichiara che verranno accolte le richieste dell’opposizione (29 giugno 1987): Elezioni presidenziali libere e dirette; amnistia per i prigionieri politici e libertà fondamentali garantite. OTTOBRE 1987: TERZA GIUNTURA DEMOCRATICA Nell’ottobre del 1987, una riforma costituzionale in senso democratico viene approvata tramite referendum e la democrazia ristabilita. Nel dicembre 1987 si tengono le prime elezioni presidenziali dirette e libere in cui però il fronte democratico si spacca dando il via libera all’elezione di Roh Tae-woo: Kim Dae-jung - 25.6%; Kim Young-sam - 27.7%; Roh Tae-woo - 35.9%. Fattori che hanno portato al successo della terza giuntura democratica: «Triple solidarity»: alleanza fra studenti, gruppi religiosi e lavoratori; il ruolo degli Stati Uniti e dell’attenzione internazionale, il Ruolo della classe media che, dopo il 1985, diventa un attore sociale e politico fondamentale. LA COREA CONTEMPORANEA La Corea del Sud si consolida come democrazia rappresentativa nel corso degli anni Novanta. Finito il suo mandato di 5 anni Roh Tae-woo lascia il suo posto e alle nuove elezioni Kim Yung-sam diventa presidente del 1992, seguito nel 1997 da Kim Dae-jung. In questo periodo storico si afferma una nuova classe dirigente che è stata protagonista del processo di democratizzazione degli anni Ottanta, non più persone che avevano combattuto la guerra di Corea. La cosiddetta Generazione 386: il riferimento è all’ultimo modello di pc disponibile a inizio anni Novanta, Intel 386. La Corea del Sud degli anni 90è caratterizzata da alti tassi di crescita legati alla globalizzazione. I governi sudcoreani utilizzano le ricette economiche del neoliberismo tatcheriano e della scuola di Chicago. • 1997: CRISI FINANZIARIA ASIA ORIENTALE La grande crisi finanziaria che si abbatte sui mercati orientali colpisce duramente la Corea del Sud, trasformandosi in una crisi economica generalizzata. Kim Dae-jong è costretto a chiedere l’intervento del Fondo Monetario Internazionale. FMI concede il prestito più grande mai concesso fino ad allora (40 miliardi di dollari) che permettono al Paese di uscire dalla crisi. Ma in cambio chiede una serie di riforme strutturali che cambiano l’assetto della Corea. Nel 2000 si trona a un PIL a livelli precrisi. La conseguenza principale delle riforme richieste dal FMI è la precarizzazione del mondo del lavoro. Negli anni 2000 si evidenzia come la ripresa non abbia riguardato in modo omogeno tutte le classi sociali. Le disuguaglianze economiche sono aumentate e a farne le spese sono i più giovani, cresciuti durante la fase di democratizzazione. La mobilità sociale molto ridotta provoca una competizione sociale marcata anche all’interno della scuola (in coreano per definire questo tipo di competizione parossista si utilizza il termine hell choson). E’ in questo contesto socioeconomico che i giovani iniziano a mobilitarsi contro i privilegi della classe agiata e la corruzione diffusa. Le prime manifestazioni imponenti si hanno nel 2008 mobilitazioni – chiamate «candlelight demonstrations» – contro la presidenza di Lee Myung-bak. Successivamente, nel 2016, la mobilitazione diventa ancora più imponente per protestare contro gli scandali che avevano colpito la presidente Park Geun-hye. Queste manifestazioni contribuiranno poi all’impeachment della presidente e alla sua rimozione dalla carica tra il 2016 e il 2017 . Le diseguaglianze sociali, la corruzione e la disparità nelle possibilità per i giovani sono alla base delle mobilitazioni popolari contro Park Geun-hye. • 2008 candlelight demonstrations: contro Lee Myung-bak • 2016: dimostrazioni contro Park Geun-hye In campo economico alcuni grandi conglomerati industriali – chaebol – iniziano a diventare marchi globali riconosciuti e all’avanguardia (SAMSUNG, LG, HYUNDAY). Ciò contribuisce a cambiare l’immagine del Paese: da Paese in via di sviluppo minacciato dalla Corea del Nord a Paese sviluppato e all’avanguardia tecnologica e industriale. A partire dagli anni 2000, si diffonde un nuovo fenomeno, che prende il nome di Korean Wave o Hallyu con una enorme diffusione di prodotti culturali coreani prima in Asia e poi nel resto del mondo. I primi prodotti culturali che si diffondono si legano alla musica pop – K-pop – e alle serie televisive – K-drama – per poi sfociare anche nel cinema e più di recente in altri ambiti (quali ad esempio e-sports e gaming). Tale fenomeno ha enormi ricadute in termini politici (soft power), economici e di immagine. LA COREA DEL NORD POST 1953 La Guerra di Corea al Nord viene conosciuta come la “Guerra di liberazione della Madrepatria”. La Corea del Nord viene completamente distrutta durante la guerra: la maggior parte delle infrastrutture viene distrutta (pesanti bombardamenti americani) che provocano milioni di morti e feriti. La popolazione civile è soggetta a migrazione forzata a causa del conflitto in Corea del Sud o in altri Paesi. Le priorità principali per Kim Il Sung e il regime nordcoreano erano: • Consolidamento del potere • Ricostruzione post-bellica Dopo la guerra, Kim consolida il proprio potere eliminando le diverse fazioni all'interno del Partito dei Lavoratori di Corea attraverso brutali epurazioni. Alla fine degli anni ‘50, Kim ha eliminato con successo tutte le quattro fazioni rivali e si concentra sulla creazione di una nuova base ideologica per il regime. Il regime politico nordcoreano era basato sui principi marxisti-leninisti (Stato comunista) dovuti all’influenza sovietica. Tuttavia, dopo la Guerra di Corea, Kim Il Sung inizia a creare una nuova base ideologica autoctona basata sull’indipendenza e sull’autosufficienza. Allo stesso tempo, Kim inizia a creare un forte culto della personalità attorno alla propria figura come fondamento della legittimità del regime: La protezione della popolazione coreana dalle minacce esterne è diventata il fondamento della legittimità del regime. La lotta al «nemico esterno» diventa la chiave di legittimazione e formazione dell'identità nazionale in una sorta di rivoluzione perenne contro le forze «imperialiste». Questa mentalità da guerriglia e l’identità dello Stato Rivoluzionario sono quindi trasferite dal Giappone agli Stati Uniti (e i loro alleati). In quest’ottica Kim Il Sung oltre ad essere l’eroe della liberazione contro l’imperialismo giapponese diventa anche l’eroe contro l’aggressione imperialista degli Stati Uniti:si apre la strada alla formazione del culto della personalità. La nuova ideologia Juche viene per la prima volta presentata da Kim Il Sung in un discorso nel dicembre 1955 e poi sviluppato pienamente soltanto a partire dagli anni ’60. L’idea fondamentale sta in un’applicazione creativa del marxismo- leninismo alla situazione specifica della Corea. Generalmente il termine viene tradotto con auto-sufficienza o indipendenza ma in realtà il suo reale significato è molto più complesso. I tre aspetti fondamentali dell’ideologia Juche sono: • Indipendenza politica (Jaju) • Auto-sufficienza economica (Jarip) • Auto-sufficienza nella difesa nazionale (Jawi) La Juche non diventa solo l'ideologia ufficiale del regime, ma il principio guida della vita quotidiana di tutta la popolazione. Ogni cittadino deve essere agente della rivoluzione. Nei fatti, però, la Corea del Nord è fortemente dipendente da URSS e Cina. La corretta interpretazione della Jouche può essere data solo dal PRIMA ETA’ DELL’ORO DEL CINEMA COREANO (1955-1972) Dopo la Guerra di Corea l’industria cinematografica inizia a ricostruirsi. Nel 1953 la produzione cinematografica è esentata dal pagamento delle tasse. Dalla metà degli anni ’50 aumenta la produzione di titoli e si innovano i vecchi sistemi di produzione e distribuzione. Fra il 1955 ed il 1972 abbiamo la cosiddetta «età dell’oro» del cinema sudcoreano, in particolare per quanto riguarda i melodrammi, ma non solo: • 1956 Madame Freedom (Chayu puin) di Han Hyong-mo • 1961 Stray Bullet (Obalt’an) di Yu Hyon-mok E’ una produzione interna per un’audience interna. Gli ultimi anni di presidenza Yi Sungman, ma soprattutto la Prima Congiuntura Democratica portano a controlli censori meno serrati. E’ in questo contesto che si pone un film come Obalt’an, una perla rara del cinema sudcoreano. Il film racconta la vicende di Cheol-ho, un impiegato che vive nella Corea di inizio anni Sessanta. Egli mantiene la famiglia composta dalla sorella, che si prostituisce per i soldati americani e sua moglie incinta. Nella stessa casa vive anche sua madre che soffre di un distrurb postraumatico e continua a gridare “Andiamo via!” e il fratello, un soldato della guerra corea rimasto invalido e disoccupato. La disgraziata famiglia vive negli slum più poveri che che circondano Seoul. Alcuni registi riscuotono grande successo commerciale con melodrammi e drammi storici: • Lee Man-hee • Shin Sang-ok Alcuni registi iniziano a trattare questioni di rilevanza sociale proponendo film d’autore con una importanza anche dal punto di vista estetico: Yu Hyon-mok (Obalt’an) ; Kim Ki-young (Hanyeo-the housemaid); Kim Dae-jin. La produzione cinematografica segue da vicine le dinamiche sociali e politche del Paese, che nei primi anni ‘60 attraversano una fase molto turbolenta. La rivoluzione di aprile 1960 crea maggiori spazi di libertà dalla censura per il cinema, ma con il colpo di Stato del 16 maggio 1961 ritorna il controllo statale. Nel 1962 viene approvata la prima Legge sulle produzioni cinematografiche che riduce il numero di case di produzione da 71 a 16, introducendo requisiti specifici e forti restrizioni. Nel 1966 viene introdotto il sistema della quote per cui nelle sale si doveva dedicare una quota di giorni di proiezione di film nazionali: 90 giorni nel 1966, 121 giorni nel 1973 e 146 giorni nel 1984. Nel 1965 entra in vigore anche un sistema premiale per ‘film di qualità’, la produzione dei quali dava diritto alle quote per importare film stranieri (americani). L’intervento diretto dello Stato porta inevitabilmente ad influenzare anche i contenuti dei film. Si diffondono film di propaganda anti-comunista e di celebrazione del regime di Park Chung-hee • Rice (쌀) del 1963 Red Scarf (빨간 마후라) del 1964 di Shin Sang-ok (verrà rapito e portato in Corea del Nord per fare film di propaganda nordcoreana) La censura governativa diventa sempre più pervasiva, colpendo film accusati di trattare temi anti- patriottici, filo-comunisti, o contrari alla morale pubblica. Questo momento positivo di produzione cinematografica termina nel 1972 con la nuova stretta repressiva della riforma Yusin. La modifica alla legge sulla produzione cinematografica del 1973 con nuove restrizioni, un doppio controllo della censura (sceneggiatura e poi montato finale) e l’introduzione di tasse sui film stranieri. Il declino degli anni 70-80 La nuova stretta da parte del regime di traduce in un lungo periodo di declino per il cinema coreano. Tra il 1969 e il 1977 la produzione di lungometraggi crolla da 229 a 101 e il numero di spettatori da 170 milioni a 44 milioni e mezzo nel 1981. Nel 1973 viene creata la Korean Motion Picture per sostenere e promuovere l’industria cinematografica coreana, ma in realtà si occupava di controllare le produzioni e sostenere la censura. La produzione cinematografica di questi anni si concentra nuovamente su temi legati al melodramma e sui cosiddetti «hostess film»( film erotici per spettatori maschili) • Heavenly Homecoming to Stars di Lee Jang-ho (1974) • Winter Woman di Kim Hoson (1977) A questi si aggiungevano film marcatamente di propaganda anticomunista con scarsi risultati in termini di pubblico (per. Es Testimony di Im Kwon-Taek). Verso la metà degli anni 80 il controllo del regime sulla società è meno stringente. Viene riformata la legge sulla censura cinematografica, consentendo l’accesso a produttori indipendenti e a quote maggiori di film stranieri. E’ la fase distensiva del regime di Chun Doo-hwan. IM KWON-TAEK Im Kwon-taek è il regista più rappresentativo dell’intera cinematografia sudcoreana. Oltre ad aver diretto più di 100 film, Im ha attraversato tutte le principali epoche del cinema coreano: Durante gli anni ‘60 e ‘70 ha diretto decine di film di taglio commerciale – sia melodrammi che di stampo più propagandistico. A partire dagli anni ‘80 si concentra su film d’autore con alto valore artisitico ed estetico, come Mandala (1981) e The Surrogate Woman (1987). Le tematiche affrontate da Im si concentrano sull’identità culturale coreana e sul suo rapporto con la modernizzazione. Grazie a questa produzione raggiunge la notorietà e un importante successo di critica anche in Europa. Tra i suoi film più famosi abbiamo Seopyeonje del 1993. Il film racconta le difficoltà di una famiglia di cantanti del genere tradizionale coreano del pansori in una fase di modernizzazione del paese. Altri film accreditati dalla critica internazionale sono Chunhyang del 2000 e Chihwaseon 2002 (vincitore della palma d’oro). LA KOREAN NEW WAVE Durante gli anni ‘80 una serie di nuovi giovani registi inizia a formarsi sia artisticamente che politicamente – vicini ai movimenti studenteschi e alle istanze dei lavoratori. I principali esponenti di questo periodo sono Park Kwang-su, Jang Sun-woo e Chung Ji-young. Dal 1987, con l’inizio della democratizzazione della Corea, questi registi si affermano con film di alto valore artistico e sociale. Questo movimento prende il nome di Korean New Wave: le tematiche sociali, in particolare lo sfruttamento dei lavoratori, sono centrali nei loro film. • Chilsu and Mansu 1987 Park Kwang-su Un film emblematico, esordio Park, che esce nell’anno della terza congiuntura democratica. Altri film importanti sono A single Spark (Park Kwang-su, sceneggiatura di Lee Chang-dong, 1995) e A Petal di Jan Sun-Woo (1996). Molti altri film, invece, reinterpretano la storia coreana, spogliata del fervore propagandistico precedente. E’ il caso di Partisans of South Korea (1990) e White Badge di Chung Ji-young (1992) e To the starry Island di Park Kwang-su (1994). La censura viene sostituita da un comitato governativo che poteva dare indicazioni e intervenire sui film. Anche l’industria cinematografica subisce importanti trasformazioni fra gli anni ‘80 e ’90. Con la revisione della Legge sulla produzione cinematografica del 1984 si apre la strada anche a case di produzione più piccole e indipendenti .Vengono ridotte le limitazioni per l’importazione di film stranieri e si dà la possibilità alle case di produzione straniere – soprattutto americane – di aprire sedi in Corea, introducendo concorrenza, capitali e nuove modalità produttive e distributive. Il sistema delle quote rimane in piedi a protezione della cinematografia domestica. Questa rivoluzione crea le condizioni favorevoli per l’ingresso di capitali domestici dei grandi conglomerati industriali (samsung, lg) ANNI 90 A partire dagli anni ’90, il crescente mercato interno diventa appetibile anche per le produzioni straniere che iniziano sempre più ad entrare nel mercato. Le possibilità di guadagno spingono poi i grandi conglomerati industriali verso investimenti nella produzione cinematografica • Marriage Story di Kim Eui-suk (1992) primo film co-prodotto anche dalla Samsung Le tematiche legate alla cultura e alla tradizione coreana trovano importanti spazi e successo commerciale – Seopyeonje (1993). In questa fase il cinema coreano vive un momento di grande fermento e successo, sia con titoli più commerciali sia per quanto riguarda la diffusione di film d’autore, creando le basi per il successivo ‘boom’ provenienti da grandi conglomerati industriali. L’ESPLOSIONE DEL CINEMA COREANO • La crisi finanziaria del 1997 causa un’ondata di ritiri dalla produzione cinematografica da parte di diverse chaebol. Le nuove pratiche di produzione e distribuzione si erano però ormai consolidate nell’industria, inoltre la svalutazione del won coreano rendeva le produzioni domestiche più concorrenziali. Nonostante il calo numerico di produzioni la vendita dei biglietti al botteghino prosegue in maniera positiva. Verso la fine degli anni ‘90 emerge una nuova generazione di registi che iniziano a produrre film di qualità con attenzione anche all’aspetto commerciale. • SHIRI, 1999 di Kang Je-gyu Shiri è Il primo grande blockbuster coreano con tutte caratteristiche alto budget: Un thriller che combina servizi segreti nord e sudcoreani. Primo blockbuster di grande successo in Corea ma anche all’estero, soprattutto in Asia. Film campione di incassi in Corea, vende molto anche a Hong-Kong e in Giappone. • JOINT SECURITY AREA, 2000 di Park Chan-wook Joint Security Area è un film che tratta le relazioni intercoreane. E’ un tema molto popolare in Corea e con l’inedita politica estera distensiva (sunshine policy) tra le due Coree è possibile fare questo tipo di film. A questo proposito occorre fare un breve excursus sulle relazioni intercoreane oggi. RELAZIONI INTERCOREANE La divisione delle Coree ha un impatto fondamentale sull’idenità sudcoreana. Essa ha portato la Corea del sud in una condizione di insularità del tutto nuova. La Corea del nord è percepita come una potenziale minaccia sempre incombente. Dopo la guerra di Corea, le due Coree interrompono qualsiasi tipo di relazione diplomatica, economica o politica e serrano i confini militarmente. The Admiral: Roaring Currents (2014). Queste produzioni garantiranno un ruolo di grande rilievo all’industria domestica nel mercato coreano, anche dopo la riduzione del sistema delle quote a 73 giorni nel 2006. Vengono dimezzati i giorni di proiezione di film coreani. Ma l’industria continua a reggere e resta in ottima salute. La riduzione delle quote è accompagnata da un momento di contestazione in cui si inserisce sentimento di antiamericanismo dato che essa fa parte del trattato di libero commercio stipulato con gli USA.E’ il periodo in Lee Chang-Dong è ministro della Cultura e che per questo motivo si dimette nel 2004 (sotto il presidente Roh Moo Hyun: 2002-2008). Assieme alla nuova industria commerciale, i nuovi autori emersi alla fine degli anni ‘90 iniziano ad ottenere un grande riconoscimento di critica anche all’estero: • Hong Sang-soo; Lee Chang-dong; Kim Ki-duk (successo di critica e ai festival europei) Le opere di questi nuovi autori, diverse fra di loro, si riconoscono per l’alta valenza artistica ed estetica che in alcuni casi si accompagna anche a successi commerciali al botteghino. A partire dai primi anni 2000 si afferma anche un gruppo di registi che riescono ad unire il cinema d’autore – con grande favore della critica all’estero – al successo commerciale in patria • Park Chan-wook; Bong Joon-ho; Kim Jee-woon. (più attenti all’aspetto commerciale di quelli sopra citati.) Il cinema coreano – e la produzione audiovisiva più in generale – si inserisce poi nel più ampio fenomeno della Korean Wave (HALLYU), ottenendo un’ampia diffusione e grande successo a livello globale. HALLYU L’enorme fenomeno di produzione ed esportazione di prodotti culturali sudcoreani rappresenta un punto cruciale dello sviluppo della Corea contemporanea. E’ un fenomeno culturale che dagli anni 90 si sta sviluppando sino ad oggi. Basti pensare al successo di Squid Game. La «Korean Wave» ha come suo punto di partenza il successo di serie televisive coreane (K-drama) nel mercato cinese e dell’Asia orientale. La prima fase di sviluppo si ha alla fine degli anni ‘90 con il successo di alcune serie televisive coreane in Cina – What is love? nel 1997 e Star in my Heart nel 1999. Il termine stesso Hallyu deriva proprio dalla traslitterazione dei caratteri cinesi che rimandano all’idea di «onda coreana» o anche «stile coreano». Nel giro di pochi anni, le serie televisive si diffondono nella regione, in particolare a Taiwan, Hong Kong, Singapore, Vietnam, Indonesia e poi Malaysia e Thailandia Il ruolo dello stato: fenomeni che nascono su iniziative private di case di produzione di successo. Si tratta di un’operazione bottom-up. Quando questo diventa un fenomeno rilevante il governo coreano se ne rende conto, danno immagine positiva del Paese, economicamente sono esportazioni rilevanti. Aumenta anche il turismo. Lo stato allora interviene a sostegno, in modo diretto. A differenza degli americani, che non intervengono a sostegno della propria industria culturale nell’esportazione e della Cina che invece ha un modello completamente statalista, la Corea ha un approccio ibrido. Inizialmente la Korean Wave interessa Cina, Hong-Kong, Taiwan, Singapore, Thailandia, Indonesia, Malesia e Giappone e riguarda principalmente i k drama (un fenomeno vicino alle telenovela sudamericane). Il successo di A star in My Heart in Cine è anche dovuto a ragione prettamente economiche. In una fase di liberalizzazione dei mercati in Asia (anni 90) e di crisi (1997) molti Paesi comprano i k-drama perché sono più economici delle serie giapponesi e hongkongini. I kdrama fanno riferimento al contesto culturale dei drama giapponesi. La matrice comune è il confucianesimo. Il Giappone è tra gli ultimi Paesi della regione a esssere colpito dalla Koran Wave, soprattutto con WINTER SONATA. Il Giappone ci arriva più tardi perché ha un mercato di produzioni interne molto forte ed è mercato più aperto a prodotti USA. K-POP Il secondo pilastro su cui si basa la diffusione dei prodotti culturali coreani in questa prima fase è la musica pop. Dalla fine degli anni ‘90, canali televisivi diffusi nella regione – come Channel V – iniziano a trasmettere video musicali di band pop coreane, iniziando così a creare una fan base nei Paesi dell’Asia orientale. Gruppi quali H.O.T., Clon e NRG, Shinhwa, Baby V.O.X. iniziano a raggiungere risultati di vendita altissimi e a tenere concerti in Cina e altri Paesi della regione. Inizia così il fenomeno del cosiddetto K-pop che conquisterà prima l’Asia poi i Paesi occidentali e il resto del mondo, diventando la parte più visibile del fenomeno della Hallyu. Si ispirava al J-POP giapponese, ancora, come i k-drama, i coreani fanno concorrenza sul prezzo, offrendo alta qualità musicale per le tv musicali. Fin da subito i kdrama iniziano a utilizzare il k-pop all’interno delle loro storie. Inizialmente il cinema non ha un ruolo rilevante nella hallyu, semmai è trascinato dagli altri prodotti, ad eccezioni di blockbuster come shiri e JSA. Allo stesso tempo, i film d’autore vincono premi e partecipano stabilmente ai festival europei. Modello di «cultural hybridity»: prodotti culturali ibridi che uniscono caratteristiche di prodotti culturali moderni di stampo occidentale con caratteristiche legate al contesto specifico coreano (asiatco). I nuovi prodotti culturali coreani riescono a raggiungere una audience molto vasta e molto differenziata. Il successo della produzione culturale coreana – che continua durante tutti gli anni 2000 – porta con sé una serie di implicazioni di tipo economico, politico e sociale. La produzione culturale si «industrializza» sempre di più, seguendo una logica neo-liberista: l’industria culturale inizia ad essere vista come un ulteriore prodotto da esportazione coreano. Gli investimenti portano ad una crescente logica di produzione seriale. Il successo dei prodotti culturali coreani all’estero contribuisce all’immagine e al prestigio internazionale del Paese: le inevitabili ricadute politiche di tale fenomeno creano un crescente interesse da parte della classe dirigente attorno alla Hallyu. Durante la presidenza di Kim Young-sam (1992-1998) si inizia a parlare di “competitività culturale” e si applica la nozione di globalizzazione alla nuova società dell’informazione – creazione del Culture Industry Bureau nel 1994 e approvazione della Motion Pictures Promotion Law nel 1995. Durante la presidenza di Kim Dae-jung (1998-2003) si ha il primo boom della produzione culturale coreana in Asia, con una forte componente di tipo economico. Il Presidente Kim approva la legge per la Promozione dell’Industria Culturale nel 1999 e il governo espande il budget per il settore artistico/culturale e per il sostegno alle industrie culturali. Il suo successore, Roh Moo-hyun (2003-2008), prosegue in questo approccio, aggiungendo anche una prospettiva legata all’importanza degli scambi culturali .Viene lanciata l’iniziativa “Creative Korea”, per sostenere le industrie creative e revisionato il sistema delle quote per il cinema. Con il presidente Lee Myung-bak (2008-2013) viene estesa la nozione di Hallyu includendo anche la cultura tradizionale e la promozione della storia nazionale. Grazie alla crescente visibilità della Hallyu, il governo inizia ad utilizzare il termine a livello ufficiale e anche ad utilizzarlo nell’ottica di promuovere l’immagine del Paese all’estero – nation branding. L’idea di Hallyu inizia quindi ad essere combinata con il concetto di soft power, enfatizzando il ruolo della cultura nella creazione dell’immagine nazionale e rinforzandone il ruolo nel panorama internazionale. La successiva presidente, Park Geun-hye (2013-2017) prosegue sulla stessa linea, dichiarando l’arricchimento culturale una priorità strategica e rilanciando il concetto di “economia creativa” – logica economica e di profitto dalle industrie culturali. La stessa linea è seguita anche dall’attuale Presidente Moon Jae-in, marcando quindi una notevole continuità fra le diverse amministrazioni nel supporto alla produzione culturale. SECONDA FASE DELLA HALLYU Il successo della prima ondata della «Korean Wave» attrae investimenti e porta ad un successivo sviluppo Questa seconda fase è trainata soprattutto dal fenomeno del K-pop e si espande geograficamente al di fuori dell’Asia (dal 2010 in avanti). Grazie allo sviluppo di nuove piattaforme e dei social media la comunicazione fra artisti e fan cambia completamente. Gli artisti K-pop sfruttano in maniera molto efficace queste nuove tecnologie e si affermano a livello globale – PSY, Big Bang, Girls Generation. La composizione della fan base cambia in favore di giovani e giovanissimi, che fanno ampio uso dei nuovi strumenti. I profitti economici decollano e si crea un enorme nuovo mercato legato all’indotto pubblicitario degli idols, con effetti considerevoli per i prodotti coreani e altri ambiti quali ad esempio il turismo. Nascono diverse agenzie dedicate allo sviluppo di nuovi gruppi K-pop (SM Entertainment, YG Entertainment, JYP Entertainment) in una logica di produzione quasi seriale ma anche di elevato livello qualitativo – competizione sociale riproposta. Il carattere ibrido dei prodotti di K-pop si sposta sempre più verso stili di musica popolare occidentale, in particolare la black music. TERZA FASE DEL K-POP Dalla metà degli anni 2010 la crescita geografica, economica e di popolarità della Hallyu lo trasforma in un fenomeno globale. Il gruppo dei BTS (Bangtan Sonyeondan) rappresenta al meglio questa più recente fase della «Korean Wave»: I contenuti musicali non sono ‘usa e getta’, ma si crea una narrazione attorno all’artista e si punta su una produzione continuativa. Da un approccio più legato alla ‘imitazione’ si passa ad uno più legato alla ‘creazione’. L’uso dei social media diventa fondamentale così come l’attivismo della propria fan base (BTS Army). Questo fenomeno riguarda anche altre produzioni culturali (come cinema e TV) che hanno iniziato a porsi obiettivi più ambiziosi in termini di audience globale. APPUNTI SU PEPPERMINT CANDY, Lee Chang-dong, 1999 Lee Chang-dong,è un regista esponente generazione 386. Un regista che non lavora mai sui blockbuster ma è molto conosciuto in Corea come regista e come intellettuale attivo nel dibattito politico. E stato anche ministro della cultura e del turismo nel 2003. E’ considerato il Maestro dei registi della generazione successiva, come Park Chan-wook. In questo film si evidenzia il concetto di HAN, difficilmente traducibile. E’ un concetto che identifica una forma di dolore, vittimismo e oppressione che secondo alcuni sarebbe un elemento essenziale dell'identità coreana, mentre per altri un'identità di origine moderna e post-coloniale. Rappresentazione stessa di come la Corea si rappresenta come vittima. Yong-ho, il protagonista rappresenta l’uomo medio che ha vissuto la fase di transizione da dittatura a democrazia. E’ un giovane sindacalizzato, un soldato di leva mandato a sparare sui manifestanti, un poliziotto brutale, un uomo d’affari di successo che fallisce durante la crisi del 1997. Il film inizia però mostrandoci Yong-ho nel 1997, quando decide di suicidarsi. Si fa investire da un treno che passa sopra il fiume Han (critica al miracolo economico sul fiume Han). La gioventù, momento idilliaco sul fiume rappresenta la seconda giuntura democratica, la possibilità di un cambiamento devastata subito dal massacro. Ma lui sta dalla parte dei sodati perché per due anni è costretto a servire nell’esercito. La distruzione dell’idillio legata a fenomeni esogeni. PARASITE, Bong Joon-ho, 2019 E’ un prodotto facilmente esportabile grazie alla rappresentazione delle due famiglie. Fatto per il mercato coreano ed ha avuto grande successo in Corea. Quindi localizzato. Seoul componente fondamentale del film, per esempio quartiere della famiglia povera non si sa bene perché può essere uno dei 50 quartieri più poveri appena fuori dal centro. Il seminterrato è un modo di vivere molto tipico di Seoul, nel film mette in scena chiaramente anche l’esterofilia delle classi più agiate, in particolare nei confronti degli USA. C’è un
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