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Appunti sul simbolismo russo e Blok, Appunti di Letteratura Russa

Appunti sul simbolismo russo e sull'autore Aleksandr Blok con analisi delle opere (La sconosciuta, I dodici)

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 21/01/2020

lucrezia-floriani
lucrezia-floriani 🇮🇹

4.5

(8)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti sul simbolismo russo e Blok e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! Aleksandr Aleksandrovič Blok (1880-1921) Aleksandr Blok nasce in una famiglia di intellettuali. Il padre e la madre si separano prima della sua nascita e entrambi in seguito si risposano. Blok cresce con la madre e le zie nella villa di Šachmatovo dove scopre il pensiero filosofico di Vladimir Solov’ëv. L’influenza di Solov’ë si può notare soprattutto nelle armonie dei suoi primi scritti (raccolti nel volume Ante Lucem). Si innamorò di Ljubov Mendeleeva e la sposò nel 1903, a lei sono dedicate tutte le poesie riguardando la Bellissima Dama (Versi sulla bellissima dama). Possiamo dividere la vita di Blok in tre fasi principali: 1. Prima fase (1898-1904) – Viene ricordata principalmente per la raccolta sulla bellissima dama, dove immagina la donna come rappresentante e personificazione dell’equilibrio cosmico e come materia compenetrata di spirito divino. L’anima del mondo è la bellissima dama. La rappresentazione mistica della dama è allo stesso tempo carnale, la considera un oggetto erotico ( entra in scena la componente erotica). Nel 1903 Belyj forma il gruppo simbolista degli Argonauti (mitologia), erano fanatici simbolisti di teorie radicali appartenenti alla rivista “Il vello d’oro”. Quando Blok manda le sue poesie al fratello di Solov’ëv Belyj le legge e si innamora del suo stile. La poesia di Blok comincia ad essere conosciuta e lui viene eretto a massimo rappresentante del simbolismo. Belyj prova una forte attrazione anche per la moglie di Blok, Ljuba, e insieme a Ivanov la immagina come la bellissima dama, l’incarnazione dell’eterno femminino di Solov’ëv; inizia una sorta di culto su di lei che sfocia nel triangolo amoroso Blok – Ljubov – Belyj. L’idea del triangolo amoroso permane nell’opera blokiana fino alla fine della sua carriera. inerzia contemplativa e mondo mistico 2. Seconda fase (1904-1908) – Il tradimento della moglie e il clima rivoluzionario (1905 prima Rivoluzione russa) scaturirono in Blok una serie di liriche ambivalenti, dove non solo si rinnega il precedente mondo mistico della bellissima dama ma addirittura si ridicolizza, facendo ironia su sé stesso e il gruppo dei mistici. È il periodo della trilogia dei drammi lirici di Blok (La baracchetta dei saltimbanchi, Il re sulla piazza, La sconosciuta). descrizione della realtà fittizia La baracchetta dei saltimbanchi (1906): Nata come poesia, quest’opera teatrale vede come protagonista Pierrot (il pagliaccio). Viene messa in scena con la regia di Mejerchol’d, biomeccanica e svelamento dei trucchi teatrali, oppositore di Stanislavskij che invece mise in scena i drammi di Čechov. L’opera si apre con un gruppo di mistici che siedono al tavolo e aspettano l’arrivo della donna celeste mentre Pierrot aspetta l’arrivo di Colombina, la sua amata. In realtà aspettano la stessa persona, ma non lo sanno. La donna che deve arrivare ha come caratteristica la “kosà” (коса)  treccia // falce (morte). I mistici quindi aspettano la donna con la falce, ovvero la donna celeste e divina interpretabile con la morte, mentre Pierrot aspetta la bella donna con la treccia. Improvvisamente arriva Arlecchino (Belyj) che se la porta via su una slitta nella neve, ma quando la abbraccia si rende conto che è fatta di cartone e Colombina cade senza vita sulla neve. Successivamente vediamo Arlecchino ad un ballo in maschera, triste perché si è reso conto che la realtà in cui credeva è fittizia, tenta quindi di buttarsi dalla finestra ma anche qui scopriamo che l’orizzonte è di cartone e che tutta la realtà è finzione. Con La baracchetta dei saltimbanchi Blok prende in giro sé stesso e gli Argonauti perché ammirano una figura femminile divina inesistente. Deride la prima fase della sua vita. La derisione degli Argonauti era già presente nella lirica Diavoletti Palustri. La sconosciuta (1906) Anche quest’opera nasce da una lirica di Blok. La bellissima dama della prima fase si trasforma prima in una rappresentazione comica, una maschera, ovvero Colombina, qui si trasforma ulteriormente e si apparenta alle prostitute. La Sconosciuta viene descritta come una stella caduta sulle marginali strade di Pietroburgo e il tema del Nevskij Prospekt gogoliano si ripropone. Nella commedia Pierrot si moltiplica in quattro varianti: il Seminarista, il Poeta, l’Azzurro e l’Astrologo – quattro che aspettano. La grettezza di alcuni elementi contrasta fortemente con l’azzurrità e con le nevi, ultime reliquie di una metafisica e perduta purezza. Poesia: Viene scritta nel 1906 ed è contenuta nella raccolta La città. Inizialmente vi è una descrizione in termini realistici di una bettola; la descrizione si fa via via più sfocata e appare il tema dell’ubriachezza (biografico). L’opera ci rimanda a Dostoevskij e Gogol’ non solo per questo tema ma anche per la distinzione tra realtà e finzione. Inoltre, emerge lo scenario della Pietroburgo dei bassifondi, piena di ubriachi. La rappresentazione desublimata della donna crea contrasti con gli Argonauti, che rifiutano quest’idea. In risposta a questa loro concezione Blok nel 1908 scrive “I poeti” dove rappresenta gli Argonauti simbolisti come degli ubriaconi. La lirica è composta da 13 quartine: nelle prime quattro abbiamo la descrizione dell’ambiente primaverile cittadino e di campagna mentre nelle seguenti due si passa alla prima persona, l’io lirico è un avventore del bar. Settima, ottava e nona strofa: ogni sera alla stessa ora la sconosciuta si presenta nel bar e si siede allo stesso tavolo. Il poeta la osserva. Nella decima e nell’undicesima il protagonista ne incrocia lo sguardo e si sente ubriacato da esso. La dodicesima quartina parla degli occhi azzurri (colore importante) della donna. L’ultima quartina, la tredicesima, è enigmatica. Il protagonista dice che nella sua anima giace un tesoro di cui solo lui ha la chiave. Si ripete il verso “In vino veritas”, questa volta in russo, della 6° strofa. la principale scuola artistica del XX secolo, ampiamente tollerato anche dal regime sovietico. I simbolisti ruotano attorno alle città di Mosca e San Pietroburgo. Si possono distinguere due fasi principali, due generazioni: la prima interessata ai valori dell’arte pura definita decadente, la seconda di natura mistica e metafisica (=teurgica) indicata con il termine di secondo simbolismo. Alle origini del fenomeno ci sono intellettuali dalle biografie e radici culturali differenti: critici letterari, storici della cultura e saggisti di orientamento spiritualista; giovani poeti decadenti e il gruppo cosmopolita dei pietroburghesi amanti delle arti figurative, dell’opera, del teatro e del balletto. 1892: la rivista “Severnyj vestnik” accorda uno spazio ai poeti decadenti 1894: escono le raccolte di Brjusov: Simbolisti russi 1898: a Pietroburgo comincia a uscire Mir iskusstva, a Mosca nasce la casa editrice Skorpion 1900/1901: iniziano le tavole rotonde tra intellettuali modernisti e i membri della Chiesa ortodossa 1902/1903: debuttano Belyj, Blok e Ivanov (dalla Svizzera). Si forma il circolo degli Argonauti e si afferma la corrente teurgica del simbolismo 1904: Mir iskusstva cessa le pubblicazioni e Skorpion fa uscire la nuova rivista mensile Vesy (Bilancia). Le due ali del movimento (estetica vs teurgica) iniziano a contrapporsi fortemente. 1905: Ivanov si trasferisce nella “Torre” dove tiene le riunioni di ritrovo  nasce l’anarchismo mistico 1906: avvicinamento dei pietroburghesi al mondo teatrale  trilogia dei drammi lirici di Blok 1909: cessano le pubblicazioni di Vesy e inizia la dissoluzione del simbolismo come movimento unitario. La rivista Apollon diventa il centro delle tendenze neoparnassiane 1910: anno di crisi e fine del simbolismo. Inizia un forte scambio di opinioni tra Brjusov, Belyj e Blok. Brjusov si scaglia contro i teurghi in nome di un’arte libera dal condizionamento sociale e religioso, la redazione di Apollon si schiera al suo fianco  Blok, Belyj e Ivanov abbandonano la rivista. Panestetismo  2 varianti: 1. Interpretazione del mondo e della storia da un punto estetico per cui la Bellezza è l’essenza della vita universale. L’arte è la manifestazione più alta della bellezza. 2. Concezione mistica e religiosa dell’arte (teurgia). Dio è il primo artista, l’artista umano tenta di ricreare la creazione divina strappando il velo della realtà e accedendo a valori divini che a loro volta modificano la realtà. Arte = profezia, forza oggettiva reale. Il cardine della concezione teurgica dell’arte è il simbolo che ha infiniti significati e rappresenta la chiave per capire il vero senso divino dei fenomeni e dominarli. I simboli vengono riorganizzati in miti. Il simbolismo libera la parola dal suo significato letterale, per donargli importanza e far capire al lettore il suo significato il poeta utilizza varie strategie come anafora, sinonimi, sostantivazione degli aggettivi, ossimori, metafore, correlazioni illogiche. La parola ha la capacità di orientare e strutturare le percezioni: - unita all’esoterismo e a forme di devianza sessuale = simbolismo magico (Sologub e Brjusov) - unita alla filosofia religiosa e al misticismo di Solov’ëv = simbolismo teurgico (Belyj) - come mera forma della condizione umana = acmeismo Importante è che il lettore partecipi attivamente al gioco verbale iniziato dall’autore. Teurgia = rapporto tra arte e vita intrecciata con il divino. Attraverso l’arte si può raggiungere il divino
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