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appunti sul Simposio di Platone , Appunti di Filosofia

appunti sul Simposio di Platone, con descrizione di tutti i dialoghi

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 14/01/2015

vaikestarlet95
vaikestarlet95 🇮🇹

4.7

(34)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica appunti sul Simposio di Platone e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Il Simposio (2) è un dialogo (3) che ha per tema centrale l’amore (1) e approfondisce il problema del rapporto tra il mondo delle idee e quello delle cose sensibili, delle realtà particolari. (4) Si sottolineano i quattro punti intorno ai quali verterà la lezione, dicendo agli alunni che ora verranno sviluppati nello specifico.[2] (1) Il termine italiano “amore” unifica la traduzione di due vocaboli greci: F 06 5 F 0 7 2 F 0 6 F F 0 5 6 e F 0 6 1 F 0 6 7 F 0 6 1 F 0 7 0 F 0 6 8. E F 07 2 F 0 6 F F 0 5 6 (latino amor) identifica la concezione dell’amore propria della filosofia classica ed ellenistico-romana A F 06 7 F 0 6 1 F 0 7 0 F 0 6 8 (latino caritas) esprime il significato cristiano dell’eros, inteso come amore verso il prossimo e verso Dio. Nel dialogo troviamo il termine F 06 5 F 0 7 2 F 0 6 F F 0 5 6. Nel pensiero greco “amore” è inteso come forza e tensione. Ad esempio, se vi ricordate, Empedocle concepisce l’universo sensibile come una fase intermedia tra due principi o forze: quella dell’amore e quella dell’odio. L’amore ha un ruolo molto importante nell’educazione e in particolare, nella cultura aristocratica greca era centrale la funzione educativa dell’eros omosessuale. La relazione fra maschio adulto e ragazzo (pederastia > F 07 0 F 0 6 1 F 0 6 9 F 0 5 6, fanciullo F 0 6 5 F 0 7 2 F 0 6 1 F 0 7 3 F 0 7 4 F 0 6 8 F 0 5 6, amante) si era affermata come importante vincolo sociale nell’ambiente militare nel quale era nato. Si era conservata negli ambienti militari spartani e poi si era diffusa nelle cerchie nobiliari ateniesi. È da sottolineare che era un importante veicolo di trasmissione di valori sociali, dal mondo adulto a quello dei giovani, anche se in ambiente ateniese era criticato dai sofisti. L’amore è la forza istintiva che anima il processo educativo e colui che ama si pone al servizio dell’amato, lo aiuta a sviluppare positivamente la sua personalità e a tendere verso grandi ideali. Sarebbe utile leggere l’approfondimento intitolato “L’amore platonico” che trovate alle pagine 162-163 del vostro libro, per comprendere come Platone valorizza la funzione educativa dell’eros omosessuale, trasformandone però il significato. (2) Come citato nel vostro libro a pagina 159 era usuale per le persone della buona società ateniese, che desideravano passare piacevolmente la loro serata, riunirsi in un simposio o convivio per mangiare e discutere. Negli incontri conviviali, alla cena, alla quale partecipavano uomini e donne, seguivano bevute, discorsi e giochi nei quali l’unica presenza femminile consentita era quella delle danzatrici e delle flautiste. Vediamo più nel dettaglio il Simposio descritto da Platone nel dialogo omonimo.[3] Contesto Il Simposio è ambientato nella casa del poeta tragico Agatone, che invita gli amici per festeggiare il proprio successo in una gara di poesia. Siamo nel 416 a.C. Dopo aver cenato i commensali decidono di dedicare i loro discorsi al tema dell’amore. Forma Per quanto riguarda lo stile probabilmente la sua stesura è collocabile tra gli anni ottanta e settanta del IV sec. a.C. Il narratore è Apollodoro che apprende di questo Simposio da Aristodemo che ne riferisce intorno al 399 a.C. (3) Il Simposio è collocato tra i dialoghi anche se non lo è nel senso in cui lo sono gli altri scritti di Platone. Infatti, solitamente, gli interlocutori discutono, mettono a confronto i propri punti di vista in un susseguirsi di domande e risposte, di affermazioni e confutazioni.[4] Quella del Simposio è piuttosto una gara oratoria tra illustri personaggi rappresentativi dei diversi campi del sapere. Come ha sottolineato Giovanni Reale nel libro “Eros, demone mediatore. Il gioco delle maschere nel Simposio di Platone”, nel simposio bisogna dare grande rilievo all’aspetto drammaturgico e alle maschere che vengono utilizzate da Platone.[5] Ogni personaggio che interviene nel dialogo propone un’orazione che affronta il tema dell’amore da uno specifico punto di vista – che è quello della forma di sapere che gli appartiene, retorico, letterario medico, comico, giocoso – fino alla trattazione filosofica di Socrate. Ogni personaggio è la maschera dietro la quale si nasconde un certo tipo di sapere che Platone vuole criticare. Percorrendo la sequenza degli interventi si intravede un disegno specifico: sottolineare il primato della filosofia. Utile è ora vedere in maniera sintetica i personaggi, la maschera, la tesi sostenuta. Abbiamo 8 maschere:[6] FEDRO, PAUSANIA, ERISSIMACO, AGATONE F 0 A F diranno in prevalenza ciò che Eros non è o ciò che è ma in un’ottica errata e sfocata Il non-è è essenziale proprio per giungere alla comprensione della verità: la liberazione dagli errori è una purificazione necessaria per essere iniziati ai misteri delle cose d’amore. ARISTOFANE, SOCRATE, DIOTIMA DI MANTINEA, ALCIBIADE F 0 A F diranno quello che Eros veramente è, con eccezionale abilità artistica Socrate parlerà secondo il vero, perché per lui bello e vero coincidono. Cfr. Tabella riassuntiva[7] PERSONAGGIO MASCHERA TESI SOSTENUTA Dal possesso delle cose buone deriva all’uomo la felicità. Eros F 0A E tende al bene per essere felici Gli uomini F 0A E tendono ai beni che li rendono felici F 0A F Eros in tutti gli uomini senza distinzione risulta essere quella forza che senza posa anima tutte le loro azioni. F 0A F Eros è la tendenza non solo ad essere in possesso del bene, ma a essere in possesso del bene per sempre, con la fruizione delle conseguenze che questo comporta, ossia la felicità. Qual è l’atto che porta a compimento la tendenza al Bene di Eros? Eros è generazione nel bello Il nome di Eros spetta al desiderio di “generare nel bello”. Per Platone Eros non è desiderio del bello, ma è desiderio di generare e partorire nel bello. Chi è gravido nel corpo così come nell’anima ha bisogno di partorire e generare ciò di cui è gravido; ma parto e generazione non sono possibili in ciò che è brutto e disarmonico, mentre sono possibili in ciò che è bello, che è in armonia con il divino. La bellezza è ciò che aiuta a partorire e a generare. Perché Eros è bisogno di generazione? Eros è desiderio di generare, perché la generazione mette in atto quel continuo nascere che costituisce ciò che nel mortale è immortale. Se Eros è desiderio di bene, è necessariamente anche desiderio di immortalità. Eros è aspirazione a porre rimedio alla morte, la più grande indigenza e mancanza dell’uomo, cercando con la generazione di vincere la mortalità. Eros è impulso all’eternità che si realizza attraverso la procreazione. Eros conduce al bello in sè Siamo nella parte terza: “Ascesa verso il punto culminante dei misteri d’amore”. Parla Diotima dietro la quale si nasconde Socrate. Per arrivare alla visione del bello in sé, che è il bene, bisogna percorrere una scala amoris. Gradini: 1. l’amore della bellezza dei corpi: non come piacere sessuale, ma ricerca di quella emozione che produce il bello; 2. l’amore della bellezza delle anime: la vera bellezza dell’uomo non è quella del corpo, ma dell’anima; 3. l’amore delle attività umane e delle leggi: l’armonia, l’ordine, la giusta misura; 4. l’amore della bellezza delle conoscenze: l’ordine, il definito, la giusta misura sono ciò che le varie scienze rivelano; 5. visione del bello in sè. F 0A F Al vertice sta l’idea del Bello che è strettamente connessa con l’idea del Bene. Può considerarsi la suprema manifestazione del Bene. L’idea del Bello ha un privilegio rispetto all’idea del Bene. “Solamente la Bellezza ricevette questa sorta di essere ciò che è più manifesto e più amabile” Il bello è mediazione fra il sensibile e l’intelligibile. Eros fa salire sempre più in alto, proprio perché riceve la possibilità di esplicare quella sua forza sintetica mediatrice e quindi di realizzare la sua opera, nel Bello, che è il principio mediatore del sensibile e dell’intelligibile. Il Bene come uno e misura suprema di tutte le cose, facendosi vedere come “bello” nei rapporti di proporzione, ordine e armonia a vari livelli, a partire da quelli corporei fino a quelli intelligibili, ci attira a sè mediante Eros, che nella visione e contemplazione di esso, trova sua pace e la fine del suo viaggio. Si ritorna la fatto che il tema dell’amore approfondisce la questione del rapporto tra il mondo delle idee e il mondo delle cose F 0A E teoria della conoscenza come reminiscenza. Inoltre se il compito del filosofo è quello di riscattare attraverso la purificazione interiore, dalla caduta che ha subito nascendo, è di emanciparsi gradualmente dalle passioni corporee “prendendosi cura della propria anima”, le vie di liberazione sono due: a. la morte: compito del filosofo è guardare con serenità alla morte che rappresenta la liberazione dell’anima dalla prigione del corpo e il possibile ritorno in quel luogo migliore dal quale è venuta; b. l’Eros: gli dei hanno concesso ai mortali una singolare forma di pazzia (nel Fedro è detta mania), che fra tutte è la più nobile: cioè l’amore. Esso ha la capacità di promuovere nell’uomo la tendenza verso le cose belle, e dunque, verso quel mondo ideale che per Platone è la realtà fra tutte più belle. Inoltre Eros è in grado di sconfiggere la morte, essendo desiderio di generare nel bello. In conclusione il discorso di Alcibiade ci porta a comprendere che: Eros non è più solo attrazione fisica, ma è il grande demone che fa da intermediario fra gli uomini e gli deì e dunque colma il divario fra l’esperienza terrena e il mondo delle essenze ideali ed eterne. L’amore è per Platone in primo luogo passione e desiderio dei corpi belli, ma attraverso il medium della bellezza sensibile può trasformarsi in tensione verso il mondo delle idee e diventare così amore per l’idea suprema del Bene. Piano psicologico e cosmologico/ontologico si intersecano: l’eros è infatti un desiderio individuale che può trasmutarsi in amore per l’idea del bene che, similmente al sole, regge il cosmo. L’incontro amoroso è educativo perché è anzitutto un’occasione maieutica in cui un’anima viene aiutata dall’altra a realizzare la propria natura. Socrate dirotta l’Eros del giovane distogliendolo dalla propria persona e indirizzandolo verso la ricerca della verità, che ne costituisce l’autentico oggetto.
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