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La Novella nel Cinquecento: Da Boccaccio a Shakespeare - Prof. Mangini, Appunti di Letteratura Italiana

Storia della Letteratura ComparataStoria della letteratura italianaStoria della Letteratura Europea

La evoluzione della novella durante il Cinquecento, dalla sua difficile affermazione come genere letterario a sua statura come base per opere teatrali e romanzi. Il testo traccia la storia della novella italiana, dalla produzione di Luigi da Porto e Bandello a quella di Rabelais e Straparola, e illustra come la diffusione della stampa e la crescente richiesta di intrattenimento contribuirono alla affermazione della novella come forma narrativa autonoma. Il documento inoltre discute la relazione tra novella e teatro, con esempi di commedie e tragedie basate su novelle, e illustra come la novella influenzò la letteratura europea come un tutto.

Cosa imparerai

  • Come la novella si relazionò al teatro durante il Cinquecento?
  • Come la novella si evolse durante il Cinquecento?
  • Come la novella influenzò la letteratura europea?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/10/2022

Matilde18--
Matilde18-- 🇮🇹

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Scarica La Novella nel Cinquecento: Da Boccaccio a Shakespeare - Prof. Mangini e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! NOVELLA La novella, nel corso del 500, attraversa varie fasi sfuggendo alla canonizzazione in un sicuro incasellamento, che invece abbraccia, in questo secolo, gli altri generi letterari. Ribadisce così la sua indole proteiforme. Primi decenni del 500  testimonianze più notevoli sono due “spicciolate” singole novelle non inserite in cornice narrativa. - Favola di Belfagor arcidiavolo (Machiavelli)  definita “favola”, dunque allontanata dal raffronto con novellistica di impronta boccacciana. Migliore prova del ricco filone misogino. - Istoria novellamente ritrovata di due nobili amanti (Luigi da Porto)  poi compresa nella raccolta di Bandello, e da cui ha origine tragedia Shakespeariana di Romeo e Giulietta. La novella infatti, in questo periodo, confluisce in altri generi, come trattati, poemi e opere composite. - Francesco Vettori: nel Viaggio in Alamagna - Matteo Boiardo: novelle in versi nell’Innamorato La forma novellistica confluisce nel trattato secondo tre modalità: a. Tramite presenza di facezie, aneddoti, esempi con funzione probatoria e di intrattenimento b. Inserti riguardo a cosa raccontare e come farlo in società c. Ripresa e amplificazione della cornice che riproduce il contesto ameno della conversazione Dunque, nella prima metà del secolo il modello narrativo novellistico fatica ad affermarsi. In PIETRO ARETINO (1492-1556), scrittore sensibile ai gusti del pubblico, nonché autore di teatro, non scrive vere e proprie novelle nella sua varia produzione, ma nelle sue 6 giornate (4 dialoghi) si comprende che non è lontano dalla lezione di Boccaccio. Le 6 giornate sono connesse allo sviluppo dell’arte drammatica per: - Componente voyeuristica - Ambizione a mostrare tutto - Irrefrenabile curiositas, atto dello spiare - Ossessione didattica (ma parodiata nell’educazione al meretricio) Nei due dialoghi più originali, che ripropongono e rovesciano il modello del dialogo platonico, la novella si inserisce con echi bocacciani deformati dalla penna irriverente dello scrittore, in funzione di una piena aderenza al vero. - Ragionamento della Nanna e della Antonia - Dialogo Scrive anche i Dialoghi puttaneschi, che però vengono censurati nel 1559. Hanno fortuna all’estero, in cui va affermandosi la nuova forma narrativa del romanzo.  La diffusione della stampa comporta un allargamento del pubblico, e la letteratura deve soddisfare la richiesta di intrattenimento. Lo fa con generi diversi: in Italia: prosa narrativa di forma breve Spagna e Francia: prime grandi prove del ROMANZO Francia  Le Avventure di Gargantua e Pantagruel di Francois Rabelais, che attinge molto dalla letteratura italiana. (grottesco, iperbolica esplosione di tutto, eccessi verbali, comicità, riso dissacrante convivono con il gusto enciclopedico e il valore supremo della centralità dell’uomo, ereditati dall’Umanesimo) Spagna  Lazzarillo de Tormes (1553-1554): confonde il pubblico, perché si presenta come una lettera di Làzaro, dunque il lettore è a lungo in dubbio se si tratti di verità o invenzione. Sopprime i contrassegni letterari e gli assilli didattico-moralistici: la narrazione ha valore autonomo. È la nascita del romanzo realista . Fino a quel momento la norma nella letteratura non era la verosimiglianza, non doveva rispettare le leggi che regolano la realtà quotidiana. Quest’opera ha anche aspetto PICARESCO = racconto della formazione del protagonista tra miseria, espedienti e avventure che non oltrepassano mai la soglia del verosimile. Metà del 500  la novella ha il suo culmine. Italia settentrionale: MATTEO BANDELLO (1484-1561) scrive il suo NOVELLIERE : 1°,2°,3° parte edite nel 1554, 4° nel 1573. La frammentazione dell’Europa delle corti non si addice ad essere rappresentata da una cornice di forma sintetica che raccoglie in unità le molteplici novelle, come quella decameroniana, e Bandello opera una scelta innovativa: ogni novella è introdotta da una lettera dedicata a una nobildonna o a un nobiluomo in cui è narrata la genesi del racconto. Viene così evocato il mondo delle corti raffinate e piacevoli che non ha confini nazionali e l’eco della guerra. Gli eventi narrati spesso sono orrendi e violenti, vengono mostrati gli esiti rovinosi delle passioni umane. La crudezza di certe scene stride con il classicismo armonico e misurato teorizzato dalla trattatistica. Lingua padana occidentale, che dialoga con la Francia. Matteo Bandello trascorre gli ultimi 20y in Francia, dove viene tradotto, e conosce un’opera specchio ella sua: l’Heptaméron di Margherita di Navarra. GIOVAN FRANCESCO STRAPAROLA  PIACEVOLI NOTTI (libro di novelle, 1550) GIROLAMO PARABOSCO  i DIPORTI (libro di novelle, 1551) ANTON FRANCESCO DONI  scrive opere voluminose e composite, al cui interno confluiscono molti generi tra cui anche la novella. In area toscana il libro di novelle non ha la stessa fortuna nella stampa: ANTONFRANCESCO GRAZZINI  le CENE (inedite fino al settecento) PIETRO FORTINI  GIORNATE DELLE NOVELLE DEI NOVIZI e PIACEVOLI ET AMORSE NOTTI DEI NOVIZI (ancora più tardi) Seconda metà del 500 GIOVANNI CINZIO  gli ECATOMMITI (1565). Libro di novelle che ripropone l’uso della cornice, ma con toni di più rigida moralità e meno gioiosi di quella decameroniana. Culmine della resa rovinosa delle passioni (Bandello) = i personaggi sono cristallizzati in un’ossessione che li porta ad un bagno di sangue. Distanza totale dall’armonia classicistica che indica le mutate condizioni storico-politiche, culturali, sociali del tempo. SEBASTIANO ERIZZO  le SEI GIORNATE (1567) riflettono ancor più i nuovi tempi. Struttura del libro di novelle con cornice, e gli avvenimenti esemplari sono molto gravi, per nulla di piacevole narrazione. SCIPIONE BARGAGLI  i TRATTENIMENTI Libro di novelle la cui cornice riprende l’”orrido cominciamento” del Decameron, ma attualizzato, cioè Siena stremata in stato di assedio. ASCANIO DE’ MORI  GIUOCO PIACEVOLE (1575) TOMMASO COSTO  FUGGILOZIO (1596) La cornice si è dilagata fino a diventare parte saliente, quasi principale del libro. le novelle invece sono caratterizzate da varietà e brevità.
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