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La Costruzione Sociale del Genere: Ruoli, Norme e Processi di Socializzazione, Appunti di Sociologia

Il concetto di GENDER come insieme di processi e modalità di comportamento socialmente impartiti che organizzano i ruoli e i compiti tra uomini e donne. Il processo di socializzazione, basato sull'assimilazione e interiorizzazione di valori e norme, è un elemento centrale nella costruzione del genere e dell'identità. anche del rapporto tra natura e cultura nella costruzione del genere, e presenta alcuni agenti di socializzazione come la famiglia, la scuola e il lavoro.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 09/12/2021

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marika-pasquadibisceglie-3 🇮🇹

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Scarica La Costruzione Sociale del Genere: Ruoli, Norme e Processi di Socializzazione e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA DEL GENERE E DELLA SESSUALITA' 30/03/2020 CONFERENZA ONLINE CON IL DR. TUMINI Si distinguono due processi: 1) DETERMINISMO DEL SESSO: indirizza l'embrione verso un dimorfismo sessuale 2) DIFFERENZIAZIONE SESSUALE: maschile e femminile | disturbi dello sviluppo sessuale (DSD) richiede un approccio strutturato che coinvolge un team multidisciplinare e diverse tecniche molecolari. E si mostrano in condizioni con un sesso cromosomico, gonadico o fenotipico atipico che comporta differenze nello sviluppo del tratto urogenitale e diversi fenotipi clinici. Numerosi geni sono stati implicati nello sviluppo del sesso durante la differenziazione gonadica. Sono numerosi, la componenti di Chicago ha coniato il termine “disturbo sessuale” non si parla di omosessualità, trasgender a condizioni biologiche geneticamente combinate. 1 su 400 bambini risulta ipersessuale. Nelle prime settimane si differenzia l’organo genitale primordiale (femminile o maschile). Il concetto generale della differenziazione dell'organo maschile, sono impegnati molti geni che innescano una catena che portano allo sviluppo passivo dell’organo. Inizia il processo di differenziazione dell’organo con lo sviluppo del testosterone. o|o ciola Nella formazione sono importanti WT1 e SF-1 sono due proteine. SF-1 è un recettore nucleare, WT1 è il soppressore. Interventi durante la pubertà. 31/03/2020 Nozione di GENDER per indicare l’insieme di processi e delle modalità di comportamento e di rapporto con i quali la società (attraverso il processo di socializzazione) trasforma i corpi sessual e organizza la divisione dei ruoli e dei compiti tra donne e uomini, differenziandoli socialmente. Ruolo di genere. L’IDENTITA’ DI GENERE è una percezione sessuata di sé e del proprio comportamento, acquisita attraverso l’esperienza personale in situazioni collettive. Si associa al pattern culturale maschile o femminile ma può anche sviluppare variazioni che comprendano caretteristiche di entrambe i generi o nessuno dei due. Si assegna alla nascina in base alla forma dei genitali (Fenotipo). Si costruisce nel rapporto tra INDIVIDUO e SOCIETA". All’interno del gruppo sociale, facenti parte della società, nella dinamica di appartenenza e distinzione si definisce una cristalizzazione di base all’interno della quale si inseriscono gradualmente queste pattern in base alle esperienze personali. L'orientamento sessuale è il complesso delle caratteristiche personali relativi alla scelta di vivere relazioni di aiuto, cura, affettive e di intimità con partner del proprio o di altro sesso biologico. Rispetto alla conoscenza scientifica attuale, non esiste un consenso definitivo tra gli scienziati su quali siano le ragioni per una persona sviluppa un orientamento sessuale etero-bis-omo-sessuale, si tratta di un processo di causa multifattoriale di difficile definizione. Non è frutto solo di una scelta ma è una condizione che prevede un’attrazione, affettività, insieme di cause che portano ad avere un comportamento sessuale rispetto ad un altro: -eterosessuale (maschio-femmina) -omosessuale (stesso sesso) -bisessuale (entrambi i sessi) -asessuale (mancanza di attrazione sessuale -poliamorosi (relazioni tra più persone, oltre la coppia) -pansessuali (attrazione di tutti i generi) Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche tali da poter provare che esiste una sessualizzazione del cervello innata. L'approccio costruttivista, i quali affermano che il tipo di socializzazione incidono fortemente sulla costruzione e sul funzionamento del cervello. Il processo di socializzazione è un processo di costruzione continuo della realtà sociale che si basa sull’assimilazione e interiorizzazione di valori, di rappresentazioni e di norme codificate. Non è un programma culturale, anzi si tratta di un processo in cui l'individuo interagisce con il contesto sociale, apprendendo attraverso l'impostazione di alcune regole di comportamento e allo stesso tempo osservando e partecipando al contesto sociale. Permette il riprodursi del sistema sociale attraverso la riproduzione della cultura in una alternanza tra ordine e mutamento. Formazione della personalità e del comportamento sessuale tra natura e cultura. Il classico processo di socializzazione che porta alla costruzione del genere e dell’identità. Partendo dal cervello alla nascita, siamo in grado di distinguere delle strutture cerebrali su cui distinguere i due generi, in relazione all'ambiente in cui si vive e secondo il nostro codice genetico. Evoluzione della specie, esseri estremamente adattabili. Il rapporto tra natura e cultura nella costruzione del genere. Il processo di socializzazione diventa centrale, un pattern importante per la nostra relazionalità ma è un processo attraverso il quale apprendiamo comportamenti, normi nel corso della nostra vita, a partire dalla famiglia, del gruppo dei pari (lavoro) o situazioni (ambientali o sociali) in cui ci troviamo. Costruzione continua della realtà sociale che si basa sull’assimilazione e interiorizzazione. Non è una programmazione culturale, al contrario si tratta di un processo in cui l’individuo interagisce con il contesto sociale, apprendendo attraverso l'impostazione di alcune regole di comportamento e allo stesso tempo osservando e partecipando al contesto sociale. Permette il riprodursi del sistema sociale attraverso la riproduzione della cultura in una alternanza tra ordine e mutamento. Prospettiva costruttivista e individuale che hanno punti di base differenti. Si possono indicare alcuni gruppi e contesti sociali, all’interno dei quali avvegnono dei significativi processi di socializzazione che si chiamano AGENTI DI SOCIALIZZAZIONE. Il primo agente è la mamma, e il rapporto tra bambino e madre è la prima forma di società, che ha come scopo la cura della vita biologica ed emotiva del bambino. Il bambino ha una visione che riesce a vedere giusto la distanza in cui focalizza il volto della madre, studiato in modo tale dalla natura in modo che si riconosca l'attaccamento necessaria per la riproduzione della specie. PRIMA SOCIETA’ DEVOTA, ALLA VITA DEL BAMBINO che avviene attraverso segnali che entrambi imparano a codificare. (pianto, smorfie del volto ecc...) come attori sociali. Dall'esterno si vedono dei comportamenti che si creano in alcune situazioni e non in altre. Durante la ricreazione si creano due gruppi: maschi e femmine, giocano separatamente. Le attività perciò devono essere miste in modo che non vengono messe in evidenza delle vere e proprie differenze di genere, ma lei osserva che durante le lezioni frontali le insegnanti raramente definivano dei comportamenti marcati di genere, distinguendo attività prettamente masch o femm. Se durante la giornata non c'era differenziazioni nei gruppi, quando effettivamente l'autrice nota queste differenze? E in che modo i bambini stabilivano? Durante i giochi i liberi si dividevano i due gruppi : maschi e femmine Le attività erano l'inseguimento, e a volte i due gruppi si alleavano in questo caso l'identità collettiva e l'identità personale mutavano. Si realizza solo nella pratica di socializzazione che avevano durante la giornata, creata attivamente. Essa è allo stesso tempo qualcosa che può essere alterato, disfatto o reso meno importante: demarcazione dei confini in situazione. DIFFERENZA DI GENERE si realizza solo nella pratica di socializzazione che avevano durante la giornata, creata attivamente. Essa è allo stesso tempo qualcosa che può essere alterato, disfatto o reso meno importante: demarcazione dei confini in situazione Nella sfera simbolica i maschi godono di maggior potere, trattano le compagne come una fonte di contaminanzione e non è vicendevole, perché si tratta di una affermazione di distanza sociale. Esiste una simmetria tra la condizione delle bambine e quella dei bambini. | maschi in genere sono più aggressivi e tendono a manifestare di più il potere. Verso la quarta elementare utilizzano dei termini per offendere l’altro e meno frequente il contatto fisico e le manifestazioni di affetto tra loro. Dalla ricerca emerge che i bambini non sono passivamente socializzati ad un certo ruolo di genere. Imparano dal mondo degli adulti alcuni comportamenti ed atteggiamenti sulle identià e la loro messa in pratica, ma lo fanno ATTIVAMENTE. Per i bambini il genere non sembrerebbe una struttura rigida, ma che si crea via via nel tempo. RICERCA SULLA VIRALITA' E LE MINIERE: attraverso un'osservazione partecipante nelle miniere in Sud Africa. Durata 20 anni, finalizzata a studiare i minatori indigeni promossa da MOODIE (1994). Si tratta di miniere gestite da bianchi che sfruttavano il lavoro a basso costo delle popolazioni indigene, l'obiettivo era quello di studiare l’organizzazione dei minatori immigrati dalle campagne. (ATTIVITA' PRODUTTIVA ESOGENA) elemento esogeno all’interno di una situazione cultura già definita I minatori che si spostano dalle campagne di origine, non lo facevano con le famiglie che rimanevano nel loro contesto rurale perché le città vicine alle miniere erano economicamente svantaggiose e culturalmente poco incentivate. Dopo qualche anno, ritornavano i campagna. Osservarono l'aspetto gerarchico, l'essere capo saggio e rispettato di una fattoria autosufficiente era l'ideale di viralità a cui aspiravano i lavoratori immigranti. L'organizzazione di genere era molto diversa rispetto a quella occidentale, gli uomini erano lavoratori, che si occupavano della casa e se sessualmente attivi dovevano trovarsi nuovi partner, o donne che lavoravano nelle città vicine oppure si creavano relazioni sessuali e domestiche chiamate “matrimoni della miniera” tra uomini più giovani e uomini più vecchi. Relazioni basate sulla cura. Questi rapporti tra maschi finivano quando ritornavano nei villaggi (omosessualità temporanea legata alla necessità di creare delle relazioni e situazioni relazioni che si riproducono anche nell’ambito domestico). All’interno dei villaggi, le donne sostituivano completamente gli uomini, partecipando così all'idea di viralità che la cultura portava con sé (capi saggi della fattoria). Questo era legato al saper condurre con competenza e benevolenza la propria fattoria e partecipare alla vita di comunità. Nel corso del tempo, nel 20°, l'economia basata sull'agricoltura andava in declino così anche la loro organizzazione. Venne introdotta la sindacazione dei lavoratori, chiedendo una serie di protezione. Questo cambiamento sociale esogeno importante, permise loro di mantenere una famiglia in città riorganizzando la vita famigliare. Ne risulta una ridefinizione dell'ideologia di genere avvicinandola a quella occidentale. Il ruolo della donna si strutturò all'interno della sfera domestica, l’uomo all’interno della sfera produttiva. La ricerca mostra l'importanza delle forze economiche e politiche sull’organizzazione di genere che risulta chiaramente influenzato da processi di cambiamento storici e culturali. 27/04/20 Conferenza con Angela Romanin presidente del centro antiviolenza di Bologna: GESTIONE DEL RISCHIO NEL LAVORO IN RETE. Strumenti come il SARA, nato in Canada e validato in Italia recentemente, hanno permesso il miglioramento nel lavoro con le donne. La convenzione di Istanbul, nell'articolo 51 viene citata la valutazione del rischio necessarie per tutte le agenzie chiave (private o pubbliche) che servono per tutelare le donne, in cui afferma che gli organi statali devono adottare le necessarie misure legislative o di altro tipo per garantire che la valutazione del rischio di letalità, la gravità della situazione e il rischio di violenza ripetuta siano condotti da tutte le autorità competenti al fine di gestire il rischio e se necessario, fornire una sicurezza coordinata e di supporto. Lo stato italiano ancora non garantisce a pieno questa disposizione, anche se la polizia è abbastanza formato per utilizzare lo strumento di EVA (valutazione del rischio breve) che possono condurre le volante una volta arrivato sul luogo della violenza. Valutare il rischio ci serve per: PREVENIRE le future violenze, INDIVIDUARE alcuni maltrattamenti più pericolosi rispetto alle altri, AIUTA gli esperti a struttura meglio il GIUDIZIO PROFESSIONALE, favorisce una migliore emersione della violenza, anche nella sua storicità, migliore RACCOLTA DI INFORMAZIONE da trasmettere all'Autorità Giudiziaria, migliora la DENUNCIA e le indagini, ® AIUTAadecidere su quali STRATEGIE adottare, quali risposte concrete, istituzionali e giuridiche, e a monitorare nel tempo le decisioni prese ® Costruisce un LINGUAGGIO CONDIVISO per gli operatori che lavorano in rete Non significa semplicemente capire quali sono più a rischio o meno e quindi escludere qualche vittima dall’aiuto, non ci servirebbe a nulla, poiché tutte le donne hanno diritto ad avere un aiuto competente, ma bisogna stare attenti alle situazioni di alto rischio in modo da lavorare bene con altre agenzie della rete. Quindi sottolinea un maggior coordinamento e i tipi di servizi richiesti per le vittime ad alto rischio. Inoltre, il rischio può variare nel tempo e il cambiamento delle circostanze dato che un caso di basso rischio può diventare di alto rischio. La previsione del rischio è molto difficile e non è una scienza esatta. Si possono individuare, diagnosticare per poi fare una prognosi (cura della situazione). Non si ha la certezza che funzioni, anche perché non si può prevedere cosa gli autori di reato possano fare. Nel corso degli anni però sono stati sviluppati vari strumenti di valutazione del rischio che concordano in via generale sui principali fattori di rischio di recidiva per la violenza domestica e anche sull’individuazione delle vittime ad altro rischio di danno grave e ripetuto. Possiamo dare importanza alla valutazione del rischio con la vittima, costruendo con lei piani pertinenti alla gestione della sua sicurezza. La valutazione è un processo: 1. svelamento della violenza e ciò può avvenire se c'è una buona relazione di fiducia 2. valutazione del rischio che necessita di una buona formazione, con esperienza e con aiuto di strumenti validati (SARA) 3. protezione della donna e dei minori che può essere fornita se c'è una buona collaborazione coordinata e integrata tra le reti 4. prevenzione di ulteriori violenze La relazione di fiducia: la violenza che le donne subiscono si sostanzia in tanti atti ripetuti traumatici che possono essere umilianti, dal punto di vista psicologico e non. Si ripetono nel tempo e possono diventare sempre più gradi e allargarsi dal punto di vista delle persone da colpire. Negli studi sul trauma si parla di TRIANGOLO TRAUMATICO (vittima, autore, testimone che può essere un adulto). 3 elementi che possono condividere alcuni vissuti come la negazione, minimizzazione, perché magari si rimuove un determinato atto, che può essere doloroso. Il testimone: ciò che la vittima chiede è di condividere il peso della sofferenza, attraverso domanda azione, impegno e ricordo. Se non si allea con la vittima, automaticamente questo si alleerà con il carnefice. Può essere una grande risorsa per la vittima ma non può sostituirsi a lei. L'alleanza con la donna è il primo strumento di cura e deve basarsi sul mettere al primo posto la sua sicurezza. L’instaurarsi di un rapporto di FIDUCIA è la precondizione per poter andare avanti. È importante agire con trasparenza in quanto bisogna sempre chiedere il permesso alla donna su qualsiasi decisione, in modo da essere una figura solida che si affianca alla sua figura, talvolta anch'essa solida. Bisogna porre domande aperte. Bisogna indagare partendo dai pregressi, la paura della donna, le altre risorse che ha, il controllo coercitivo che l’autore esercita su di lei, altre possibili vittime, cosa è disponibile/può fare/non fare la donna. Passare informazioni utili. | fattori aggravanti possono essere: * separazione * incontroconifigli * presenzadifigliastri (quando la donna ha in casa il figlio dell'altro) * violenza durante il periodo di gravidanza (periodo più fragile che potrebbe portare anche alla morte) C'è un elemento fondamentale che ci dice tanto sulla pericolosità quando la donna ha sentimenti intuitivi di essere in una situazione di grave pericolo. Non si può dire il contrario. Se si sente in pericolo c'è da credere, se non si sente in pericolo va indagato perché può essere in pericolo. ÎL MODELLO SARA: SPOUSAL ASSAULT RISK ASSESSMENT messo a punto în Canada e poi adattato in situazione italiana da Anna costanza Baldry nel 2006 e consiste in una versione S a 15 ITEM. Per ogni fattore si individuano 3 livelli (Si-no-possibile-parzialmente presente). La valutazione finale del rischio è stata fatta in basa alla valutazione di 10 fattori + 5 di fattori di vulnerabilità della vittima, presenti attualmente e nel passato (PRESENTE/POTENZIALE/BASSO ; CRITICO/CASO DI ALLERTA/ MEDIO ; ALTO RISCHIO/ALTA PROBABILITA’ DI VIOLENZA). La violenza è data dalla disparità di controllo tra le due figure dell'uomo e della donna. | primi 10 fattori che prende in esame il SARA cioè gli elementi e i comportamenti relativi all'autore: 1. gravi violenze fisiche o sessuali gravi minacce di violenze, ideazione o intenzione di agire violenza l’escalation sia nella violenza fisica che sessuale vera e propria violazione delle misure cautelare o interdittive atteggiamenti negativi nei confronti delle violenze interpersonali e intra-familiari precedenti penali problemi relazionali status occupazionale o problemi finanziari QONSNAWN
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