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Sviluppo del Sé, Consapevolezza di Sé e Autostima nei Bambini e Negli Adolescenti, Appunti di Psicologia dello Sviluppo

Lo sviluppo del sé, la consapevolezza di sé e l'autostima nei bambini e negli adolescenti, inclusi i test utilizzati per valutare tali concetti, come il test della macchia rossa e il riconoscimento del proprio nome. Vengono inoltre discusse le differenze culturali nello stile genitoriale e l'influenza di queste differenze sull'autoriconoscimento nei bambini piccoli. Infine, vengono affrontati gli stereotipi di genere e il loro impatto sullo sviluppo emotivo.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/10/2021

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Scarica Sviluppo del Sé, Consapevolezza di Sé e Autostima nei Bambini e Negli Adolescenti e più Appunti in PDF di Psicologia dello Sviluppo solo su Docsity! Alla nascita è già presente la capacità di distinguere il sé dall'ambiente circostante Feedback propriocettivo: informazione sensoriale da muscoli, tendini e giunture che aiuta un individuo a localizzare la posizione del proprio corpo (o parti del corpo) nello spazio e Primi2/3 mesidi vita>limitato senso personale di essere agenti ossia di riconoscere che si può essere causa di un effetto SVILUPPO DEL SÉ Concetto di sé: le idee che abbiamo su noi stessi, riguardo alle nostre qualità fisiche e mentali e alle nostre caratteristiche emotive e comportamentali Ricerche sull’esposizione dei bambini piccoli a rappresentazioni visive del sé: 5 mesi discriminano tra la loro immagine e quella del compagno +Capacità discriminativa visiva o consapevolezza conscia che l’immagine allo specchio o in un video sia “me”? CONSAPEVOLEZZA DI SÉ > il primo passo nello sviluppo del concetto di sé, che consiste nel riconoscersi come esseri distinti dagli altri, con proprietà fisiche e mentali proprie 3auto-riconoscimento+> capacità di riconoscersi in uno specchio o in una fotografia 3test della macchia rossa-> i bambini hanno disegnato sul volto una macchia rossa. Il bambino tocca o cancella la macchia rossa quando osserva l’immagine di sé riflessa nello specchio tra i 18 e i 24 mesi Perché i bambini dai 18 ai 24 mesi improvvisamente si riconoscono in uno specchio? sviluppo motorio > i bambini iniziano a riconoscere degli schemi motori contingenza del movimento facciale che mette in atto (propriocezione) con quello che osserva allo specchio ® Livello di sviluppo cognitivo > Sé presente: una precoce rappresentazione del sé nella quale bambini di 2 e 3 anni riconoscono rappresentazioni di sé attuali ma non sono consapevoli che rappresentazione passate di sé o eventi rilevanti per il sé, hanno implicazioni nel presente 3Sé esteso: una rappresentazione del sé più matura che emerge tra i 3 e i 5 anni, nella quale i bambini sono in grado di integrare rappresentazioni del sé passate, presenti e future sconosciute in una nozione del “sé” che dura nel tempo ® Importanza delle esperienze sociali > Scimpanzè adolescenti possono riconoscersi in uno specchio a meno che non siano stati allevati in completo isolamento sociale attaccamento sicuro al caregiver principale i bambini con attaccamento sicuro ottengono punteggi nei test di conoscenza di sé molto maggiori rispetto ai bambini con attaccamento insicuro Riconoscimento del proprio nome/ Riconoscimento del proprio genere/ Autoriconoscimento importanza dei genitori per l'espansione del concetto di sé attraverso informazioni descrittive e commentando il comportamento del bambino | genitori parlano di eventi importanti che hanno condiviso Differenze culturali (Grecia, Camerun e Costa Rica) negli stili genitoriali influenzano il conseguimento dell’autoriconoscimento nei bambini piccoli Abilità di condividere intenzioni e quindi cooperare con partner sociali è il fondamento della cultura umana (intenzionalità condivisa) > Sé categorico: la classificazione che una persona fa del sé con dimensioni socialmente significative come l'età e il genere IL SENSO DI SÉ Il senso del sé si sviluppa per “tappe”, in modo graduale e cumulativo, come dimostrano le autodescrizioni dei bambini, che passano dall'essere incentrate sulle caratteristiche fisiche, osservabili e misurabili, al riguardare le relazioni interpersonali e le qualità interiori Adolescenti> a 15 anni sembrano pensare che ci siano innumerevoli sé diversi dentro di loro e sono impegnati a trovare il “vero me” > Gli adolescenti che sono più insoddisfatti delle incongruenze nei loro autoritratti, sono quelli che indossano una maschera, recitando una parte nel tentativo di migliorare la loro immagine o guadagnarsi l'ammirazione di genitori e compagni (Sé reale e Sé ideale) >Comportamento del sé falso: agire in modo che non riflettono il vero sé di un individuo o il “vero me AUTOSTIMA Aspetti valutativi e riflessivi del nostro concetto di sé, che possono variare su una scala da alta a bassa e derivare, in parte, dalle valutazioni degli altri su di noi + La dimensione valutativa globale del sé, quanto si ritiene di valere (immagine di sé) Concetto del sé: si riferisce al modo in cui il bambino vede le proprie qualità e il senso di sé 3L’autostima, è valutata e si riferisce alla soddisfazione del bambino rispetto a quelle qualità comprensive del suo senso del sé quando diventa importante - La Teoria dell’attaccamento predice che i bambini con un attaccamento sicuro, dovrebbero presto iniziare a valutare se stessi in modo più favorevole rispetto ai bambini che non hanno un attaccamento sicuro >I bambini 4-5 anni con legami sicuri erano valutati dai loro insegnanti della scuola dell’infanzia come più abili socialmente dei loro compagni con attaccamento insicuro 3L’autostima era più alta nei bambini che avevamo un attaccamento sicuro a entrambi i genitori e stabile neltempo quando venne rimisurata all’età di 8 anni L’autostima inizia a diventare un aspetto importante nei primi anni della scuola primaria diminuisce all’inizio della scuola primaria Durante la crescita non è legata ad una sola delle qualità Uno studio si richiedeva ai bambini di completare una Scala di Autopercezione nella quale si doveva valutare in cinque ambiti: - competenza scolastica - accettazione sociale - aspetto fisico - competenza atletica - condotta comportamentale Un giudizio non troppo buono in diverse aree di competenza portano spesso ad una bassa autostima > Risultati + dai 4 ai 7 anni potevano aver gonfiato la loro percezione del sé perché tendevano a valutarsi molto positivamente in tutti i 5 ambiti. Secondo alcuni ricercatori queste valutazioni riflettono il desiderio di essere amati o di essere bravi in varie attività piuttosto che un senso solido del loro valore + gli auto-apprezzamenti dei bambini dai 4 ai 7 anni sono comunque moderatamente correlati con le valutazioni che gli insegnanti assegnano loro negli stessi domini di competenza > dagli 8 anni, gli apprezzamenti che i bambini fanno delle proprie competenze iniziano a riflettere più da vicino le valutazioni che altre persone fanno di loro (autostima sociale confermata dai pari a cui era chiesto di valutare le competenze sociali dei loro compagni di classe) >I bambini differiscono in termini di importanza che attribuiscono ai vari domini di competenza valutati dalla sua scala + | bambini che si classificano come molto competenti nelle aree che loro considerano come le più importanti tendono ad assegnarsi punteggi più alti anche nell’apprezzamento generale di sè e L’impegno èla decisione di intraprendere un'attività significativamente diretta all’implementazione della scelta compiuta durante l'esplorazione + azione che rispecchia quello che sente di essere ® A seconda delle combinazioni si possono osservare 4 tipi di identità: - Acquisizione dell'identità uno stato di identità che caratterizza gli individui che hanno riflettuto in profondità su questionai riguardanti l'identità, ed hanno preso impegni sicuri nei confronti di un’occupazione - Moratoria di identità uno stato di identità che caratterizza gli individui che stanno attualmente sperimentando una crisi di identità e stanno attivamente cercando impegni occupazionali e ideologici nei quali investire > rimane in confusione - Blocco dell'identità uno stato di identità che caratterizza gli individui che si sono prematuramente impegnati in occupazioni o ideologie senza in realtà averci pensato + non ci si mette abbastanza in discussione per comprendere sé stessi ma ci si impegna su una strada già scelta da altri - Diffusione dell'identità uno stato di identità che caratterizza gli individui che non si stanno chiedendo chi sono e che non si sono ancora attributi un'identità > stato di sospensione ancora più ampio dello stato di moratoria Studio che ha confermato il modello + mostra come le 4 identità si sviluppi nel tempo (in funzione dell’età) > ragazzi tra i 12 e 14 anni > 12-18: identità diffusa o bloccata > da 21 anni: stato moratorio o identità realizzata stabile IDENTITÀ DI GENERE Una delle prime categorie del sé a svilupparsi è il genere >l’identità di genere è una parte dell'identità sessuale costituita da una combinazione di 4 fattori: Sesso biologico Orientamento sessuale Identità di genere Ruolo di genere > influenza dell’informazione sociale + credenze sociali e culturali legate al genere PONE espressione di genere > come esprimiamo la nostra appartenenza al genere Sigle riguardo l'identità sessuale: - LETBQI> Comunità eterogenea per orientamento e identità: gay, lesbiche, trans, intersessualità, etc.. - CISGENDER > Persona che si riconosce nel genere corrispondente al proprio sesso biologico - TRANSGENDER > Non esistono due soli generi: ogni individuo può collocarsi lungo un continuum che va da maschio a femmina - TRANSESSUALE + Condizione di chi non si riconosce nel genere che corrisponde alla sua identità sessuale di nascita e può decidere di trasformare il proprio corpo - GENERE NON BINARIO > Persona che non si riconosce e non riconosce la costruzione binaria del genere L'identità sessuale è una dimensione soggettiva e personale del proprio essere sessuato > Risponde ad un'esigenza di classificazione e stabilità, ma contiene in sé elementi di imprevedibilità ed incertezza poiché rappresenta l’esito di un complesso processo denotato dall'interazione tra aspetti biologici, psicologici, socioculturali ed educativi Pensiero femminista degli anni 70 Fino agli anni 60 l'identità di genere era considerato il sesso biologico e i comportamenti che uomini e donne mantenevano nella loro vita + genere era uomo e donna > anni 70 > Responsabilità delle istituzioni sociali nella trasmissione e nella produzione di quei modelli sessuali che da sempre favorivano uno squilibrio di potere ai danni del genere femminili >si inizia a parlare di genere in modo diverso, dando rilevanza agli aspetti sociali Genere: “Significato sociale assunto dalle differenze sessuali. Il termine designa la costellazione di caratteristiche e di comportamenti che finiscono per essere rispettivamente associati ai maschi e alle femmine e per ciò da loro attesi all’interno di una particolare società. In altre parole è un termine che designa i concetti di mascolinità e femminilità e le loro differenze, siano esse realmente presenti o supposte tali” Sesso: è riferito alle differenze biologiche tra gli uomini e le donne (funzioni riproduttive, genetiche ed ormonali) e universali e indipendenti dal contesto esterno Cosa si intende per “genere” percorso sociale (si basa sulle informazioni a livello di sesso biologico e tutto quello che a livello sociale va a definire le differenze tra uomo e donna Se è vero che in termini strutturali e ormonali esistono nei due sessi, predisposizioni ben differenziate, è solo con lo specifico concorso di un persistente rinforzo sociale e culturale, che tali differenze acquistano quel peso, quel significato e quella portata che tutti conosciamo e Ilgenere è un prodotto della cultura umana (come il linguaggio, la parentela, la religione) dunque variabile nel tempo e nello spazio Nelle interazioni quotidiane basiamo il nostro modo di relazionarci agli altri sulla base del nostro modo di pensare > le differenze fisiche che osserviamo in una persona ci portano ad orientarci nelle relazioni sociali (costrutto che porta a modificare anche il nostro modo di comportarci) e Le interazioni quotidiane sono fortemente plasmate dalla presenza di due generi distinti e, al contempo, contribuiscono alla creazione e ridefinizione di tale costruzione sociale. Differenze fisiche sono chiamate in vario modo a orientare le relazioni sociali Anche davanti ad una parola il pensiero si dirige verso un preciso genere ne di genere/gender typing: Processi attraverso il quale i bambini acquisiscono i valori, i motivi, comportamenti considerati appropriati per il proprio genere nella cultura di appartenenza Stereotipie di genere: Credenze che i membri di una cultura possiedono su come si dovrebbero comportare maschi e femmine, ossia quali comportamenti sono accettabili e appropriati Ruolo di genere: Comportamenti tipici per un maschio o per una femmina in una data cultura Identità di genere: La percezione di se stessi in quanto maschi o femmine dotati di caratteristiche e interessi appropriati per il proprio genere Orientamento sessuale: L’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale di una persona verso individui di sesso opposto, stesso sesso o entrambi IDENTITÀ DI GENERE > una delle prime categorie sociali ad essere appresa dai bambini >il processo di identificazione di genere inizia dalla nascita + essendo un processo di acquisizione è graduale per cui non possiamo escludere quello che avviene quando i genitori conoscono il sesso biologico del bambino e tutte le modalità che abbiamo di rivolgersi, pensare e progettare attività con il bambino prima ancora che questo nasca o quando è appena nato > guidiamo già le informazioni sul genere del bambino Studi dello sviluppo della tipizzazione di genere 3 primi 3 mesi di vita: rispondono in modo diverso a fotografie di volti maschili e femminili > 7 mesi: reagiscono in modo diverso a voci maschili e voci femminili 312 mesi: 12 mesi, i bambini apprendono alcune etichette verbali per indicare queste categorie (“mamma”, “papà”)> permettono di rispondere in modo diverso al genere maschile o femminile 2 anni: non sanno ancora rispondere alla domanda se sono maschi o femmine a meno che non gli vengano sottoposte immagini stereotipiche di maschi e femmine (Superman e una principessa riescono a dire se sono l’uno o l’altra) >3 anni: entro i 3 anni di età, la maggior parte dei bambini può etichettare correttamente il proprio genere e Cisono delle fasi in cui il bambino o la bambina si può identificare in un maschio o una femmina indipendentemente dal sesso biologico è sono transitorie solitamente ma se non lo sono implicano un processo di sviluppo dell’identità di genere diverso RECAP Identità di genere > se dovessimo identificare un momento in cui inizia lo sviluppo dell'identità di genere sarebbe nello sviluppo prenatale> tutto quello che a livello sociale va a modificarsi inizia quando si conosce il sesso biologico del bambino > tipizzazione di genere Approcci allo sviluppo dell’identità di genere 1-sviluppo cognitivo (di Kohlberg della tipizzazione di genere) > processo di tre tappe: A. etichettamento di genere: tra i 2 e i 3 anni > il bambino/a riesce a identificarsi in modo corretto nel proprio genere, ma non sono in grado di capire se erano maschio o femmina alla nascita (basato sul momento presente> basandosi su attributi esterni) > Domanda tipica per la valutazione: “Sei un maschio o una femmina?” B. stabilità di genere->(4 anni) comprensione ad un gruppo di genere con stabi ancora su caratteristiche esteriori > la comprensione che l'appartenenza a un gruppo di genere è normalmente stabile e permanente nel corso del tempo > Domanda tipica per la valutazione: “Quando sarai cresciuto sarai una mamma o un papà?” C. costanza di genere (5 anni) comprensione che l'appartenenza a un gruppo di genere non cambia nonostante i cambiamenti nell’aspetto > evoluzione dal punto di vista cognitivo per cui il bambino è in grado di astrarre in modo che capisca che l’identità di genere non si modifica in base agli attributi esterni à nel tempo ma si basa 2- spiegazione sociobiologica> spiegare le differenze di genere sulla base delle differenze sessuali di tipo biologico La teoria afferma che la riproduzione ha implicazioni differenti per maschi e femmine e che uomini e donne, pertanto, cercano nel genere opposto tratti diversi. Nel corso dell’evoluzione, questo ha portato alle attuali differenze nel ruolo di genere, nello status e nel comportamento > A4-5 anni le bambine interagiscono di più con i neonati e sono più inclini a dedicarsi attivamente rispetto ai maschi che tendono a controllarli passivamente > Coerenti con la prospettiva evoluzionista: la dote biologica dell'individuo permette il manifestarsi di attributi esteriori e tratti di personalità diversi tra un'identità di genere > sostiene che le femmine siano già dedite alle attività genitoriali rispetto ai maschi, e che i maschi hanno maggiore abilità visuo-spaziale perché in passato l’attività principale era la caccia > origine delle aspettative su un genere e sull’altrodstereotipi di genere: aspettative sul comportamento femminile e quello maschile +Evidenze biologiche: Il caso di John Joan d nascono due gemelli omozigoti e i genitori a 18 mesi i genitori decidono di circonciderli entrambi e uno dei gemelli rimane gravemente ferito + i genitori vanno dal dottori Money che sottopose il gemello ferito ad un operazione chirurgica di ricostruzione che lo portò da maschio a diventare * Due mondi sociali dell’infanzia + interazioni adulto/bambino > adulti che partecipano alla crescita del bambino interazioni bambino/bambino Piaget e altri studiosi danno molta importanza all'interazione tra pari ® Relazioni verticali + La relazione verticale con gli adulti è sostanzialmente deputata ad offrire cure, protezione, a garantire l'apprendimento e lo sviluppo della persona Relazioni orizzontali > hanno come obbiettivo lo sperimentare le possibili cooperazioni o conflitti capacità di negoziare e di gestire le emozioni+ competenza sociale di reciprocità La relazione orizzontale paritarie, fondate sulla reciprocità e rappresentano una palestra per l'apprendimento di capacità di negoziazione, di gestione dei conflitti e di cooperazione Chi sono i pari e quali funzioni assolvono Gruppo di pari: due o più persone che funzionano a livelli simili di complessità comportamentale non si sente un dislivello come nelle relazioni con gli adulti > relazioni asimmetriche in cui il bambino di pone in modo diverso rispetto che con i pari >Le interazioni tra i pari sono importanti perché il bambino apprende una relazione basata sulla reciprocità e sulla capacità di negoziare > apprendono l’uno dall'altro > teoria della mente=capire la mente dell’altro per perseguire obbiettivi comuni le interazioni con i pari e con i bambini più grandi sono importanti per sviluppare le competenze sociali attraverso la relazione con l’altro imparo ad autoregolare le emozioni Funzioni > divertimento e compagnia apprendimento e competenze sociali conoscenza di sé, dell'altro e del mondo + di come la società considera un mio comportamento supporto emotivo in situazioni di stress 3autoregolazione sperimentazione e gestione dell’intimità sviluppo del senso di appartenenza Influenze culturali Culture orientali + valori di cooperazione e dell’altruismo > i bambini vivono precocemente le esperienze di relazioni con i pari per la maggior parte del tempo Culture occidentali valori più individuali, dell’indipendenza e dalla competizione > le relazioni tra pari vengono sperimentate in contesti diretti dagli adulti, per cui in momenti di crisi tra bambini la presenza dell'adulto veicola l’esito della crisi + l’intervento dell'adulto impedisce ai bambini di imparare a negoziare e risolvere da soli il problema trovando un accordo nella realtà italiana non molti bambini di due anni si trovano in condizioni favorevoli per avere esperienze di interazioni con i pari (20%) > si privilegia maggiormente la relazione tra bambino ed adulto Influenze ambientali Caratteristiche del contesto educativo: > numerosità del gruppo-> competizione per l’attenzione dell'insegnante strutturazione dell’attività-> aumentano i tempi di attenzione ma si riducono le interazioni tra bambini; la scarsità di materiali in rapporto al numero dei bambini favoriscono espressioni di aggressività capacità di gestione dell’insegnanti Sviluppo della socievolezza tra pari >socievolezza> neonato predisposto e dotato di una competenza sociale tende ad orientarsi verso l’altro (figura di accudimento e predilezione degl’occhi) Primi mesi di vita> fino al 6 mese il bambino mostra interesse anche per i pari ma i repertori comportamentali che dirige verso l’altro bambino è lo stesso che applica agli oggetti inanimati > interazioni brevi, isolate e passive, mentre con gli adulti sono molto più attive in quanto c'è anche uno scambio affettivo 6-10 mesi + sono in grado di mostrare delle semplici preferenze sociali + dipendono dai comportamenti degli altri bambini Fine primo anno > i bambini si osservano molto e cercano di imitare i comportamenti degli altri bambini + cercano di capire le intenzioni dell'altro e condividere dei valori 12-18 mesi > scambi più complessi in cui sembra facciano a turno > 18 mesi iniziano a mostrare interazioni molto più coordinate che sono chiaramente sociali > si divertono ad imitarsi a vicenda 20-24 mesi il gioco è fortemente mediato da una componente verbale > descrivono le loro attività gli uni con gli altri > linguaggio sociale coordinato: fa sì che sia più semplice per i bambini assumere ruoli complementari > sviluppo sociale e cognitivo contribuiscono alla crescita della socievolezza tra pari >iIntersoggettività> abilità di condividere significati, intenzioni e obiettivi con un partner sociale > attività complesse di gioco di finzione che partendo dall’idea di gioco simbolico si complessifica durante gli anni prescolari + intorno ai 2 anni emergono anche le emozioni di secondo ordine (autoconsapevoli-+ emozioni sociali) + il bambino inizia a sperimentare il comportamento altruistico (aiutare e confortare chi è in difficoltà) e il comportamento aggressivo (riconoscerlo negli altri e viverlo) Esprimere emozioni autoconsapevoli Periodo prescolare + 2-5 anni > i bambini diventano più socievoli e dirigono i gesti sociali ad un pubblico ampio > 2-3 anni rimangono vicino ad un adulto cercano il riferimento dell’adulto anche per il distacco dovuto all’inizio della scuola materna 4-5 anni > comportamenti socievoli in competizioni giocose > i bambini sono sempre più orientati verso i pari > shift attenzionale dagli adulti ai pari STUDIO PARTEN > classificazione del gioco dei bambini dai 2 ai 4 anni > trovare cambiamenti evolutivi nella complessità sociale delle interazioni tra pari 1 Attività non sociale> i bambini guardano gli altri bambini giocare o si intrattengono con giochi solitari e ignorano ampiamente ciò che gli altri stanno facendo Gioco da spettatore > i bambini sono vicini agli alti ma non partecipano al gioco > i bambini rimangono vicino agli altri bambini, guardandoli giocare, ma senza fare alcun tentativo di partecipare al gioco Gioco parallelo + i bambini giocano l’uno accanto all’altro ma interagiscono pochissimo e non provano ad influenzare il comportamento degli altri bambini Gioco associativo > i bambini condividono giocattoli e si scambiano > i bambini condividono ora giocattoli e si scambiano materiali, ma ogni bambino è prevalentemente focalizzato sul proprio gioco e non cooperano l’un con l’altro per raggiungere obiettivi condivisi 5. Gioco cooperativo > vero gioco sociale >i bambini ora mettono in atto temi di finzione, assumono ruoli reciproci nei loro giochi insieme e collaborano per raggiungere obiettivi condivisi Il gioco solitario e parallelo declinano con l’età, mentre il gioco associativo e quello cooperativo diventano più frequenti + Importanza anche del gioco solitario se il bambino sta facendo qualcosa di costruttivo La maturità del gioco prescolare e dipende dalla sua complessità cognitiva oppure dal suo carattere sociale Studio longitudinale + osservano le attività di gioco di un gruppo di bambini da 1 a 2 anni (intervalli di 6 mesi per 3 anni) relazione tra la complessità cognitiva del bambino e la competenza sociale nei confronti dei compagni: i bambini il cui gioco era più complesso ad una qualsiasi età erano considerati come già socievoli ed inclini ad un livello prosociale, e meno aggressivi e distaccati, nel periodo di osservazione successivo a 6 mesi di distanza > la complessità cognitiva del bambino di alcune attività come il gioco di finzione sembrerebbe un predittore affidabile delle sue future competenze sociali con i pari Atti i gioco osservate dallo studio Il gioco è fondamentale nelle relazioni tra pari e la sua complessità aumenta con lo sviluppo influisce sullo sviluppo cognitivo e sociale categorie di gioco concordate dagli studiosi: 1. Gioco funzionale (0-2 anni): attività fisica con o senza giocattoli 2. Gioco simbolico (2-6 anni): o di fantasia o per finta. Implica una rappresentazione simbolica — il bambino finge che ci sia un oggetto che è assente e mette in atto comportamenti che interessano quell’oggetto 3. Gioco di finzione: (2-6 anni): include due o più bambini che interpretano ruoli sociali, tratti dalla vita vera o di fantasia. Richiede negoziazione, scambio reciproco, e condivisione di regole prestabilite (es. dottore, mamma casetta) 4. Gioco costruttivo (3-6 anni): creazione o costruzione di un oggetto tangibile o sua rappresentazione (es. lego o disegno) 5. Gioco strutturato (dai 6 anni in poi): Giochi strutturati con regole accettate pubblicamente (campana, corda) 6. Gioco di lotta: attività fisiche, spesso senza oggetti, quali lottare, rotolarsi, calciare e rincorrere. E’ più comune nei maschi durante la fanciullezza e porta ad una buona conoscenza dell’altro bambino +non è necessariamente un comportamento aggressivo (quando tornano a giocare dopo che hanno finito) ed è una modalità di sperimentare competenze fisiche ed esprimere il tipo di rapporto con l’altro bambino Le interazioni tra pari diventano più sofisticate durante gli anni della scuola Età scolare > le interazioni tra pari diventano sempre più sofisticate e i bambini partecipano a giochi che hanno una serie formulata di regole > Eriksson: sperimentano l’industriosità > sono interessati e curiosi a capire e rispettare le regole e mettersi in una forma di gioco più strutturata > contatti nel gruppo di pari= confederazione di pari che interagiscono regolamento che definisce un senso di appartenenza e formula norme che specificano come i membri dovrebbero apparire, pensare e agire > utilizzano una forma di linguaggio creativo per esprimere delle idee o delle conoscenze proprie del gruppo + caratteristiche: - interagisce regolarmente - garantisce un senso di appartenenza ®Vicinanza fisica aumentano nel corso del tempo la = Condivisione di caratteristiche sensibilità, la fiducia e l’intimità e Condivisione di interessi e atteggiamenti LE RELAZIONI AMICALI Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali, ovvero relazioni reciproche che diventano stabili nel tempo e che hanno caratteristiche non sovrapponibili a quelle che si stabiliscono con gli altri coetanei >le relazioni amicali non sono solo relazioni tra pari ma significa condividere con l’altro una relazione intima e affettiva > diventano stabili nel tempo e hanno caratteristiche non sovrapponibili a quelle che si stabiliscono con gli altri coetanei > la capacità di instaurare relazioni di amicizia è generalmente indice di benessere psicologico e un fattore protettivo del rischio di disagio sociale Stadi iluppo 1. Stadio Compagno di gioco provvisorio e fisico (3-5 anni):più basato su una dimensione quantitativa e sul presente (bambini con cui passano più tempo) definizione dell'amicizia in termini di attività condivise e di associazioni geografiche; gli amici sono i bambini con cui si gioca, a cui si vive vicino o che frequentano la stessa scuola; gli amici sono quelli che si trovano «qui e ora», nessun riferimento alle caratteristiche personali o agli attributi psicologici 2. Stadio aiuto a senso unico (6-8 anni) + non c’è un senso di reciprocità, ma si cerca qualcuno che ci dia qualcosa e ci supporti l’amico è qualcuno che ti aiuta o che fa cose che ti piacciono; bisogno di diventare consapevoli di ciò che rispettivamente piace o non piace; natura ancora non reciproca. 3. Stadio Cooperazione solo nella buona sorte (9-12 anni) + più consapevolezza del fatto che gli amici possono giudicarci e che possiamo condividere con quella persona il nostro disagio > supporto emotivo e psicologico + interesse reciproco ma poco stabile > comprensione reciproca come caratteristica fondamentale; valutazione delle azioni degli amici e consapevolezza che gli amici possono giudicarci; adattamento o presa in considerazione delle preferenze altrui. | conflitti concludono l'amicizia 4. Stadio Interessamento reciproco (11-15 anni) > amicizia più profonda > reciprocità profonda > condivido più aspetti con l’altro capacità di assumere la prospettiva di altre persone; amicizia come legame edificato nel tempo e reso forte e stabile dal sostegno reciproco, interessamento e comprensione; interessi, valori e personalità compatibili; forte protezione dell’amicizia che può resistere ai conflitti. LO SVILUPPO MORALE E SOCIALE Sviluppo morale distinzione di quello che è giusto e quello che è sbagliato Struttura articolata in diverse dimensioni: > Cognitiva> processi di ragionamento e decisione morale > Emotiva + emozioni morali-> quando entrare in empatia con l’altro Dall’integrazione di questi due elementi deriva l’azione morale-+ comportamento messo in atto >è necessario considerare anche gli influssi che provengono dalla dimensione sociale Origini della moralità + Turiel sostiene che la moralità derivi da due dimensioni > cura: basato sul principio del benessere altrui equità > basata sul principio distributivo + non devono esserci svantaggiati o avvantaggiati > tutti gli stessi diritti tutti gli individui dovrebbero godere degli stessi diritti e nessuno dovrebbe essere favorito a svantaggio di un altro senza motivo Bambini > spesso di pensa siano egoisti e non troppo sensibili a questioni di giustizia > molti studi successivamente sono stati fatti per dimostrare che il bambino non è così egoista 3Thomas Hobbes + naturale egoismo degli esseri umani> gli individui sono spinti alla competizione e per il soddisfacimento dei propri bisogni solo rinunciando ai propri istinti egoistici e, accordandosi gli uni con gli altri, attraverso l'istituzione di norme sociali e morali, è possibile la convivenza civile Rousseau > i bambini diventano egoisti a causa della società + essere umano naturalmente “buono” sono le regole e i valori sociali a corrompere la natura durante la crescita Evidenze recenti dimostrano come i bambini tendano spontaneamente a mettere in atto condotte altruistiche e a preferire comportamenti ispirati alla correttezza e all’equità EMPATIA > Hoffman 2000 + Non si può comprendere la MORALE se ci si limita alla solo componente cognitiva: VISSUTO EMOZIONALE l’esperienza empatica per un individuo ci permette di comprendere la prospettiva di un’altra persona e costruire legami soci L’empatia è considerata l'emozione morale per eccellenza + mi permette di entrare in un legame sociale con l’altro e mettermi nei suoi panni > tre componenti affettiva: condivido le emozioni dell’altro cognitiva: consapevolezza cognitiva di pensiero che ha l’altro) fisiologico: coinvolgimento reale e profondo legato alle attività del sistema nervoso autonomo > Collegata ai neuroni specchio + entrare in empatia coinvolge i neuroni specchio: basi neurali della capacità di comprendere lo stato mentale dell’altro e ha fornito una plausibile spiegazione neurofisiologica per forme complesse di cognizione e interazione sociale Prime manifestazioni empatiche del bambino ® stadiozero: pianto reattivo del neonato-+contagio emotivo pianto reattivo del neonato, attivato da processi automatici e fisiologici, in cui osservatore e osservato condividono a tal punto lo stato emotivo che alcuni autori definiscono quest'esperienza come un “contagio emotivo e 6 mesi: empatia egocentrica +il bambino mostra disagio in presenza di un malessere di un altro, ma cerca conforto per sé stesso (condivide l'emozione dell’atro ma non riesce a sopportarla) e 2anni: empatia quasi egocentrica: comportamento di aiuto verso l’altro ma le modalità che utilizza nel prestare aiuto sono ancora molto rudimentali > si basa sul suo modo di pensare ed agire >il bambino manifesta i primi veri e propri comportamenti di aiuto verso una persona che mostra sofferenza ma le modalità che utilizza nel prestare aiuto sono ancora molto rudimentali e 3anni è empatia veridica > comprende la sofferenza dell’altro e mette in atto un comportamento affettivo e di condivisione con l’altro il bambino non solo comprende lo stato di malessere dell’altro ma pone in essere azioni di effettivo beneficio all’altro ® Dopo aver raggiunto nel corso dello sviluppo delle forme più astratte di pensiero >Empatia per la condizione esistenziale si prova empatia anche in assenza di sofferenza coinvolge forme più astratte di pensiero e si entra in una situazione più empatica con l’altro senza che ci sia una manifestazione di richiesta di aiuto > richiede uno sviluppo cognitivo più sofisticato si prova empatia anche in assenza di una manifesta espressione di sofferenza nell'altra persona ma in relazione alle rappresentazioni mentali evocate dalla sua condizione esistenziale COMPORTAMENTO PROSOCIALE E COMPASSIONE Il comportamento prosociale ha in parte a che fare con l’empatia > sviluppo della moralità legato a quella dell’empatia che coinvolge anche la capacità della teoria della mente > perspective talking: capacità di comprendere lo stato mentale dell'altro > capire i pensieri e mettere in atto un azione congruo per aiutare la persona che sta soffrendo (non basta essere empatici ma serve anche un comportamento sociale di aiuto dell’altro che soffre) Discordanza tra gli studi che hanno messo in relazione empatia e azione morale Einsberg > relazione tra empatia, prosocialità e moralità > non basta parlare di empatia ma anche di compassione > oltre l’empatia, non solo sento la sofferenza dell’altro ma anche un comportamento prosociale > comprende anche un sentimento di preoccupazione verso la condizione dell’altro che può precedere un vero e proprio comportamento prosociale (altruistico) SYMPATHY (compassione) E COMPORTAMENTO PRO-SOCIALE Differenza tra empatia e compassione: si sono indagate anche le basi neurali (network celebrale diverso di attivazione) + se mi baso solo sull’empatia (mettersi nel vissuto emozionale dell’altro) soffro con l’altro ed è quindi difficile mettere in atto un comportamento prosociale, se non quello di ascolto (se l'emozione prende il sopravvento è possibile anche che si abbia la tendenza ad allontanarsi/troppa risonanza emotiva) > essendoci un disagio condiviso non si riesce a mettere in atto un comportamento prosociale > Quando invece si prova compassione, riconosco dei punti di contatto con lo stato emotivo dell’altro, ma non mi faccio assorbire a tutti i livelli da quella sofferenza, quindi si riesce ad attuare un comportamento prosociale > Eisenberg studio longitudinale dove vengono osservati comportamenti di 4/5 anni ripetuto per 20 anni + evidenzia il legame della prosocialità con l’empatia legata alla compassione e come il comportamento prosociale permette di avere un indice dell’orientamento morale della persona adulta (se i bambini manifestano comportamenti prosociali riescono a mantenerli in età adolescenziale e adulta) > evidenziato come la prosocialità legata a sentimenti di empatia/sympathy tenda a mantenersi stabile negli anni e come la prosocialità nei primi anni fornisca un indice affidabile del successivo orientamento morale in adolescenza e in età adulta > la tendenza alla prosocialità diventa ben presto un tratto stabile nel tempo Il comportamento prosociale è legato all’autoregolazione emotiva > mi rendo conto fino a che soglia posso arrivare per mettere in atto un comportamento Alla base dell’evoluzione dell’empatia in sympathy, e quindi del comportamento prosociale, risiede in primo luogo nella capacità di self-regulation (processi psicologici implicati nella gestione e nella modulazione degli stati emotivi, motivazionali e fisiologici) >l’autoregolazione emotiva è determinata da un tratto temperamentale denominato effortful-control che sovraintende all’abilità d’inibire una risposta dominante, di attivare il comportamento desiderato anche se non è dominante, di pianificare le proprie azioni e rilevare errori nella propria condotta morale che consentono di evitare la reazione affettiva interna conseguente all’avere trasgredito i propri standard di condotta e i principi morali interiorizzati >i meccanismi di disimpegno morale sono 8 e operano ristrutturando a livello di pensiero la portata della propria azione trasgressiva (confrontandola con una più grave), il peso della propria responsabilità nell'azione (attribuendo tale responsabilità ad altri), il ruolo della vittima (è stata lei a provocarmi) o le conseguenze dell'atto, che vengono minimizzate (non si è fatto nulla) in questo modo l’azione trasgressiva viene presentata a sé stessi come accettabile e viene risolta la dissonanza cognitiva tra il valutare non giusto un comportamento, alla luce dei propri valori, e il metterlo in atto IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO COME AZIONE IMMORALE Sulla base delle intenzioni dell’attore, l'aggressività si differenzia in: > Aggressività ludica> | giochi di lotta si distinguono dalle reali aggressioni per alcuni indicatori: a) maggiore durata dei giochi turbolenti rispetto alle aggressioni b) presenza della play-face: i partecipanti (anche coloro che sembrano soccombere, ad esempio perché bloccati a terra da un compagno) mantengono un’espressione del volto particolare, che manifesta il carattere ludico dell'attività c) scambio di ruoli: i partner nel gioco si danno volontariamente dei turni d) controllo: nel gioco viene evitato il contatto, o se il contatto avviene sarà leggero e non finalizzato a procurare un danno e) autopenalizzazione: nel gioco un bambino (specie uno più grande e forte) può lasciarsi mettere a terra dal compagno o lasciarsi prendere quando viene rincorso f) successivo persistere delle relazioni amicali tra i partecipanti al gioco g) numero di partner: nel gioco di lotta partecipano facilmente parecchi bambini (gli scontri seri coinvolgono di solito solo due bambini alla volta) h) osservatori: il gioco di lotta suscita poco interesse negli altri, mentre gli scontri seri attirano parecchi osservatori CULTURA > Approccio evoluzionistico: lo sviluppo morale procede lungo una analoga sequenza invariate in tutti gli individui > Approccio culturalista: i principi morali sono costruiti nelle pratiche discorsive e relazionali all’interno di ciascuna cultura (culture con orientamento individualistico vs. culture con un orientamento collettivistico) FAMIGLIA> Ruolo centrale della famiglia per lo sviluppo > sistema diadico + Prime relazioni affettive base sicura che consente di esplorare “altri mondi” 3dai 18-24 mesi i genitori cominciano a coltivare i valori morali nei propri figli e la loro influenza è maggiore rispetto a qualsiasi altra figura, sia per la continuità della relazione genitori-figli sia per la forza del legame affettivo che li unisce trasmissione dei valori morali dai genitori ai figli avviene durante il percorso della socializzazione (insieme di processi costituiti da pratiche educative, formazione, imitazione attraverso cui il bambino farà propri, percependoli come autogenerati e indipendenti da fattori contestuali, valori e norme di comportamento che gli consentiranno di adattarsi al contesto in cui vive + No ripetizione dei modelli a cui si è esposti ma piuttosto un processo di “riproduzione interpretativa” contributo attivo del bambino nel filtrare, selezionare, elaborare i contenuti tramandati dalle generazioni precedenti e al tempo stesso creare nuove norme sociali nel corso dello sviluppo > diversi fattori influenzano il processo di internalizzazione dei valori morali genitoriali da parte dei figli: accuratezza della percezione: la chiarezza con cui il figlio percepisce i valori dei propri genitori. ELEVATO grado di accordo nella coppia genitoriale sui quali siano i principi morali più importanti in base a cui educare i figli disaccordo valoriale: genera confusione nei figli sui valori di riferimento ridondanza: tendenza dei genitori a ribadire in più occasioni il proprio punto di vista ai figli, che in tal modo avranno meno incertezze su quali siano i principi morali dei genitori coerenza: che i genitori devono mostrare tra principi professati e comportamenti concreti flessibilità educativa clima relazionale positivo: eccessiva rigidità genitoriale non favorisce l’internalizzazione dei valori morali, che non può avvenire sulla base di costrizione, essendo un processo che richiede l’attiva partecipazione del figlio > importanza di un clima affettivo improntato al calore e all'aiuto reciproco nell’ambito familiare è un fattore cruciale per lo sviluppo della moralità nei bambini > bambini con attaccamento sicuro con i propri caregivers esibiscono un numero più elevato di condotte prosociali e risposte simpatetiche a manifestazioni di tristezza o rabbia simulate dalla propria madre, mentre bambini con attaccamento insicuro risultano provare minori livelli di empatia verso gli altri e sono maggiormente predisposti verso lo sviluppo di traiettorie di comportamento antisociale
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