Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Appunti Teologia II Banna - A.a. 2020/2021, Appunti di Teologia II

Appunti delle lezioni di teologia II prof. Banna

Tipologia: Appunti

2020/2021
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 28/04/2022

micheleammirabile
micheleammirabile 🇮🇹

4.5

(2)

3 documenti

1 / 25

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti Teologia II Banna - A.a. 2020/2021 e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! giovedì 1 ottobre 2020 La concezione che Gesù ha della vita - pag. 99 - 116 Il grande tema è il messaggio di Gesù, il suo pensiero, che cosa annunciava. Osservare i segni dell’altro, da piccoli segni si capiscono tante cose, viene da una sensibilità naturale che ognuno di noi ha, più teniamo a una persona più si accende, viene anche da un’intelligenza, davanti ai segni che hanno davanti tutti colgono un significato, ma per comprendere i segni occorre una continua attenzione, una educazione. Nel caso Gesù occorrono una sensibilità naturale, un’intelligenza e un’attenzione per capire quest’uomo e quello che dice. Il capo in cui vuole essere bravo Gesù è il senso religioso, lui dice di essere Dio, per capire se lui è un genio religioso devo tirare fuori la fiducia, il nostro senso religioso. Se quest’uomo ha la pretesa di essere il genio del religioso, devo tirare fuori tutto quello che mi fa fidare di una persona, il mio senso religioso. Per capire se una persona mi sta ingannando non ci si può fermare al fatto che parla bene o non fa male a nessuno. Quello che devo capire è se il suo senso religioso è autentico o no. Tirare fuori il senso religioso se la persona mi sta ingannando o meno, disporsi a quella persona nel contesto in cui vive, come la persona vive in rapporto al tutto da cui viene, mi devo disporre a mettermi in sintonia con lui. L’attenzione ai segni richiede la disposizione del senso religioso a raccogliere il particolare in rapporto alla totalità. Un altro segno necessario per capire se una persona ci inganna o no è un coinvolgimento della nostra libertà. Ci sono episodi della vita di Gesù che lo fanno capire benissimo: capitolo 9 e 11 del vangelo di Giovanni: Gesù guarisce un cieco nel giorno del sabato, si vedono due reazioni delle persone: da una parte i farisei e gli scribi dicono che non è un potere positivo perché arriva dal maligno, perché lo ha compiuto il giorno del sabato, giorno sacro per gli ebrei, il suo miracolo non è autentico, non è un segno che viene da Dio. Il cieco dice che sa solo una cosa, crede ha chi lo ha fatto vedere. Il secondo esempio è Lazzaro, tutti gridano Lazzaro è vivo, si esaltano di questo miracolo, altri dicono è il momento di uccidere Gesù, quest’uomo porterà la rivoluzione. Occorre una disposizione della libertà, perché anche davanti al fatto più eclatante, la libertà può chiudersi, la libertà sarà sempre in gioco, davanti a una persona c’è sempre la decisione della libertà di dire se uno schiaffo è un segno di affetto o un segno di odio? Lazzaro che è stato risorto e il cieco che è stato guarito, chi ci tiene di più a sé entra di più in simpatia con l’altro e ci aiuta a capire meglio se l’altro ci sta ingannando o no. Per cogliere se una persona ci dice la verità o no serve un’attenzione nella parola e nei gesti, che passano quanto ci mettiamo la nostra umanità e il senso religioso, ma ci vuole una educazione, una pazienza, capire se una persona è l’uomo o la donna della tua vita non è questione di un istante, richiede pazienza. La cosa importante per l’uomo è capire di chi mi posso fidare, per le cose importanti richiede tempo. Spesso la religiosità viene ridotta a sentimentalità, ai fanatici, ma è l’opposto, ci vuole tempo, anche se non te lo senti quella intuizione regge, non crolla. È un metodo che Gesù ha seguito, non ha mai posto un segno in cui hanno chiuso a questione del messia, di fatto solo 12 lo hanno seguito e nel momento della croce sono scappati tutti. È un cammino che ha portato i 12 a fidarsi dell’uomo. La religione ebraica è un segno che non riconosce Gesù come rivelazione di Dio. 1 giovedì 1 ottobre 2020 Che cosa veramente dicesse Gesù di essere? Qual era il suo messaggio? Qual era la concezione di Gesù della vita? Gesù dice di essere la rivelazione di Dio all’umanità la via per comprenderlo non è quante volte ha detto di essere il figlio di Dio, ma vedere come guardava l’uomo. Che sguardo e concezione Gesù aveva di ogni singolo uomo e grazie a quello possiamo capire se è rivelazione di Dio. Mt 16,26: in questo passaggio Gesù dice che per lui c’è qualcosa nell’uomo più importante del guadagno del mondo intero, che l’uomo potrà conquistare tutto il mondo, ma l’importante è che l’uomo non perda la propria anima. Questa domanda rivela la concezione che ogni uomo è più importante di qualsiasi altra cosa. Fino a che punto la vita di un uomo vale più della salvezza delle nazioni? Gesù dice che l’uomo vale più, potrà guadagnare tutto, ma rischia di perdere sé stesso. Non c’è valore e produttività a cui si possa sacrificare ogni singolo uomo, quella persona che tu sei è fonte di diritti, che nessuno potrà toglierti, potrà scavalcare. La vita dell’uomo potrebbe essere descritto come un ciclo di vita animale, è un’opzione a cui sono arrivate tutte le culture nel loro apice. C’è uno scrittore francese che fa questo romanzo dedicato a un essere cui le molecole si producono sempre, un grande scienziato che ha voluto chiudere la sua vita con un suicidio, l’uomo ha saputo generare una specie superiore alla propria. Accettazione della morte o qualcosa ci fa dire che il mondo si deve sottomettere a te, è una grande presunzione. Alla fine il vertice dell’uomo è saper accettare la morte, saper entrare in questo ciclo che ti porterà alla distruzione. Siamo nella cultura in cui la persona conta, su cosa Gesù fonda l’attenzione della singola persona in cui puoi guadagnare il mondo intero, ma non perdere te stesso? Tutto viene in lui in un rapporto che continuamente proclama come il padre. Ogni persona vale perché lui afferma che Dio afferma istante per istante ogni uomo, ma è voluto e creato ogni istante da lui. Questa concezione per cui l’uomo ha un valore assoluto generato da Dio che è padre ha un nome, la religiosità, cioè percepire che ogni istante della vita e del mio esserci in questo mondo è voluto da un altro, dal rapporto con un altro. C’è qualcosa nell’uomo che gli permette di non soccombere a tutti i movimenti del cosmo. La scelta della libertà è che l’uomo o dipende da Dio, condizionato, ma libero da tutto o schiavo del tutto. Il tuo dovere è innanzitutto prenderti cura di te, capendo chi è signore della tua vita, chi ti genera in questo momento. La coscienza vuole dire che nel profondo di me, affermando questo legame con altro, dico che così non va bene, cioè la coscienza è l’ascolto di un altro che è in noi, l’ascolto di un altro che non è noi stessi. Come definiamo in una parola questo valore assoluto di ogni esistenza perché ogni uomo aveva un rapporto diretto con il padre? Persona. Questa parola è entrato nel nostro linguaggio con il cristianesimo. Come persona si intendeva la maschera, ciò che fa un suono più grosso. Intorno al III secolo ci fu uno scrittore latino che cominciò a chiamare persona lo stesso Gesù cristo, diceva che Gesù era una persona insieme al padre, che era un’altra persona divina. Persona vuol dire che il padre, che era Dio, faceva essere Gesù, che era anche lui Dio, con una totale autonomia e sussistenza, non era un’amicizia in cui io accettavo la tua presenza, ma era un rapporto di tale comunione per cui Dio permetteva a Gesù di essere sé stesso, di essere persona e di avere una sua identità. Da qui i cristiani hanno iniziato 2 giovedì 1 ottobre 2020 Tutto questo discorso sulla persona porta a dire una cosa fondamentale: Lc,12. Il compito di Gesù nella storia non è risolvere i problemi degli uomini, ma è rimettere gli uomini in rapporto con la x, portarli verso l’infinito. Il valore dell’uomo non dipende dai valori che egli possiede. La chiesa può aver commesso l’errore di far passare l’idea di decidere cosa l’uomo deve fare e cosa no. Nessuna scelta in questo mondo sarà perfetta, definitiva perché ci troviamo sempre in un campo intermedio di scelte. La vita non è mai tranquilla, la vita del cristiano è sempre una vita in cammino verso l’infinito, che non si può mai arrestare. La chiesa non ha la pretesa di dare la soluzione ai problemi della vita, richiama sempre il rapporto con il padre con la consapevolezza che nessuna scelta sarà perfetta e la vita non è mai tranquilla. Qual è la pretesa cristiana? La pretesa cristiana è che Gesù sia l’incarnazione di Dio, che quest’uomo sia la rivelazione stessa di Dio, Dio che si è fatto carne. Gv,8 Prima che Abramo fosse, io sono. Questo Giovanni lo esprime nel prologo, il Verbo era Dio. La pretesa cristiana è il verbo che si è fatto carne in Gesù, che è l’incarnazione di Dio stesso. Questa pretesa è documentata in una lirica di Leopardi. Leopardi si riferisce a questo infinito chiamandolo beltà, bellezza di tutte le bellezze. Alla sua donna Giovanni: quello che era da principio, quello che vedemmo con i nostri occhi e le nostre mani toccarono. La vita l’abbiamo veduta e abbiamo dato testimonianza. La pretesa dell’incarnazione. Questa pretesa che vuol dire il modo in cui Dio ha voluto salvare la libertà dell’uomo, l’uomo attraverso l’uomo. Dio poteva rivelarsi in qualsiasi altra maniera, ma Dio ha voluto salvare l’uomo facendosi uomo. Questo metodo di Dio all’uomo è quello più corrispondente alla natura dell’uomo perché fin dalla sua nascita l’uomo non può diventare sé stesso se non attraverso un altro uomo. Mettendo l’uomo davanti a un altro uomo che la libertà è stata messa in gioco, chi ha scelto di seguirlo e chi lo ha voluto uccidere. C’è sempre la possibilità del rifiuto, nessun metodo come quello dell’incarnazione è cosi esposto al rifiuto degli uomini. Quando Gesù va nella sua città a predicare e a fare qualche miracolo, la gente ne rimane stupita, accusa il colpo del miracolo, ma rimasero stupiti o scandalizzati. La particolarità dell’evento rispetto alla storia universale dà fastidio. È possibile scoprire il metodo di Dio? ————————————————————————————————————— Giovedì 15 ottobre Arianesimo: eresia, dice che Gesù è un essere divino, ma non è lo stesso Dio. Docetismo un’altra eresia. Gesù è perfettamente uomo e perfettamente Dio stesso. Come possiamo verificare oggi la pretesa cristiana? Come possiamo sapere se è vero che si è fatto uomo in Gesù di Nazareth? Per rispondere a queste domande 5 giovedì 1 ottobre 2020 dobbiamo avere un metodo adeguato. Uso il senso religioso per capirlo. Un’altra via è se Gesù è un personaggio storico, posso andare alla ricerca delle fonti storiche. Per capire se la pretesa storica è reale dobbiamo leggere tutte le fonti. La sua identità ci è completamente ignota, era Dio e non era Dio, era uomo e non era uomo, rimane una sorta di ignoto. Ha sconvolto la storia, ma non possiamo dire chi è. L’altra ipotesi è dire che Gesù ci è abbastanza estraneo, era uno dei tanti predicatori. Oggi non è diffuso gente che raduna le folle predicando la fine del mondo. O ci è ignoto o ci è estraneo, un personaggio apocalittico. Da una parte quando diciamo ignoto torniamo al senso di religiosità, di mistero. È un uomo che ha fatto il suo tempo. Questo metodo rileva l’insufficienza ad arrivare adeguatamente al cuore di Gesù. Rudolf Bultman separa tra un cristo della storia e un cristo della fede, dice che l’unica cosa certa che sappiamo storicamente di Gesù è che è esistito e che è morto crocifisso, sul resto deve entrare in gioco la nostra fede, è come se la ragione scientifica aprisse alle ragioni del cuore. Questo metodo storico non è adeguato al soggetto che dobbiamo studiare, è adeguato se la pretesa dell’incarnazione fosse un fatto del passato, ma questo fatto continua ad accadere da 2000 anni, continuiamo a ricordarci di Gesù ma ci sono persone che continuano a dire che Gesù è presente. Non possiamo applicare lo stesso metodo che useremmo per Omero, perché è qualcosa di vivo, qualcosa che ci tocca. È difficile fare storia di un’epoca vicina, di un fatto vivo, di cui non si può prendere le distanze. Ci sono persone che ripetono le cose dei discepoli di Gesù, e finché esistono è difficile utilizzare il metodo storico. Chi sia Gesù non lo potremo mai dire. La strada del cuore è un metodo adeguato per comprendere Gesù? Porta alla confusione e ha il soggettivismo come il metodo storico. Dove capita che abbiamo trovato un fatto storico, che ha toccato il nostro cuore? In un rapporto. Il metodo adeguato per chi era ai tempi di Gesù era il rapporto con lui, l’incontro con lui. Lc,10. Gv,17 i discepoli diventano tramite per altri. C’è una catena testimoniale. 190 d.C. c’è un vescovo che si chiama Ireneo e vive all’attuale Lione. Era nato in Asia minore, in un paese chiamato Smirne, ha un amico che si chiama Florino e va a Roma. Il suo amico ha qualche sbandata, le gnostiche, allora Ireneo per richiamare Florino lo riporta a un fatto accaduto comunemente della loro storia. Gli chiede se si è dimenticato quello che gli ha detto Policarpo, che gli aveva raccontato di Gesù. Prova teologica: questi uomini cristiani, pur con espressioni diverse, hanno un nucleo fondante del proprio pensiero. La prova dello spirito: Gesù non solo continua ad assicurare una linea di continuità, ma fa sorgere alcune persone che richiamano all’origine della chiesa cristiana. Giovedì 22 ottobre Incontrando la Chiesa, cosa possiamo dire della pretesa di Gesù? La Chiesa nasce con un trauma che avrebbe potuto farla scogliere immediatamente. Un gruppo si chiude quando succede qualcosa di traumatico che non permette più di stare a proprio agio nel gruppo. Il gruppo dei primi cristiani è stato messo davanti a un evento traumatico, davanti alla morte del leader del 6 giovedì 1 ottobre 2020 gruppo, ma non era una morte eroica. La morte di Gesù era una morte traumatica, colui che porta la pretesa di essere Dio muore condannato a morte dal potere politico che pensavano che li liberasse, con l’appoggio degli scribi e dei farisei. È stato condannato dal potere politico e dal potere spirituale. La morte di croce era la morte più infamante per i romani perchè veniva preservata agli schiavi. Questo trauma è descritto nel vangelo di Luca 24,13-14,17-21, si può confermare attraverso fonti non cristiane, come quello di frontone. At 2,42-46. Il dato comune è che i discepoli stanno assieme. I cristiani hanno la pretesa di dire che il trauma è stato superato da Gesù stesso che è apparso vivo. At 1,3 per 40 giorni Gesù è apparso vivo sulla Terra. Questo ci ha fatto superare il trauma della croce. Nei 40 giorni accade qualcosa di particolare, a cui i cristiani si appellano e i giudei condannano. Le fonti cristiane dicono che Gesù appariva risorto a diverse persone. La pretesa è che Gesù è il Signore, adoriamo il Signore che si è fatto uomo in Gesù e ha vinto la morte resuscitando, e dopo che è resuscitato è apparso anche ad altri. Lettera di Plinio che, essendo governatore della Bitinia, descrive persone che non si trovano più a Gerusalemme, 90 anni dopo la resurrezione di Gesù. Plinio descrive questi poveri superstiziosi e fanatici, che dicono di vivere questa fraternità tra di loro, Plinio di conferma che innalzano a Cristo come se fosse un Dio. Tra i cristiani Gesù era ancora vivo. La pretesa della Chiesa è quella di essere continuità storica di Gesù. C’è un discorso negli Atti che testimonia questi fatti e ne aggiunge un altro: un discorso che Pietro fa a Gerusalemme pochi giorni dopo la morte di Gesù. I cristiani che avevano avuto la fortuna di incontrare Gesù potevano tenere per sè questo messaggio come frutto di un segreto elitario. La comunità non si è rotta davanti al trauma della croce: il trauma è superato davanti alla risurrezione di Gesù, Gesù è Dio, c’è continuità tra la vita di Gesù e la vita dei cristiani e i cristiani sono portatori di questa presenza. I cristiani che avanzano queste 4 pretese hanno delle caratteristiche. Un dato che sono presenti nelle fonti riguarda il fatto che i cristiani erano molto uniti, i cristiani stanno molto insieme, non sono singoli cristiani, ma sono una comunità. Questo dato è testimoniato anche nella prima comunità di Gerusalemme. I cristiani sono una comunità sociologicamente identificabile, si ritrovano insieme, è possibile riconoscerli, è il dato più distante alla nostra mentalità. Chiamava alcuni per arrivare a tutti, tipico della mentalità giudaica, ma perché solo alcuni e non tutti? Perché solo gli ebrei? Nella tradizione giudaica Dio non chiama mai alcuni per escludere altri, ma è inclusiva, chiamo alcuni per raggiungere tutti. Israele era chiamato per portare annuncio a tutti i popoli, anche i non ebrei. Se i cristiani si trovavano comunitariamente, era una mentalità giudaica, sceglie alcuni per arrivare agli altri. Gli egiziani espulsi dall’alleanza, sono rifiuto di Dio, i salmi che profetizzano il ritorno e i profeti. Una delle correnti del giudaismo era il giudeo ellenismo, alcuni giudei, di madre ebrea, circoncisi nella carne, destinatari dell’alleanza di Abramo, che vivevano fuori dalla comunità di Gerusalemme, Alessandria, Roma. Questi giudei parlavano il greco, dal II secolo a.C., furono dei grandi sponsorizzatori della chiamata, dell’elezione divina di Israele. Scritture ebraiche in greco per renderle accessibili anche a chi non sapeva l’ebreo. È una eccezione questa identità missionaria. I cristiani vivono in modo comunitario, come se l’alleanza da Dio a Israele 7 giovedì 1 ottobre 2020 verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future». Questo dono che si manifesta con l’ebrezza non viene da un capacità umana, viene dall’alto, non sono stati messi insieme da un accordo tra di loro, ma da Dio stesso. Il primo dato da evidenziare è un cambiamento della personalità. 2Cor 1,22 - «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori». L’olio scompare, è dentro di te. In quasi tutti i sacramenti cristiani viene utilizzato l’olio, ti ungo per ammorbidire la tua personalità e entro. Cristo significa unto, in ebraico messia. Una persona si mette un sigillo addosso quando si fa un tatuaggio oggi. La caparra dello spirito: partecipi a qualcosa che presto sarà tua. Questi cristiani hanno una forza dall’alto perchè vivono meglio, non si disinteressano delle cose della vita, ma riguarda una fase matura del cristianesimo, ma il primo modo di vivere cristiani è quello di essere gente in questo mondo, ma non di questo mondo. Mc 10,28-30 - Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi”. La forza del cristianesimo non è dovuta alla potenza di elevazione spirituale, al benessere intimo di alcuni, ma era la capacità delle comunità di vivere una vita interessante anche nella sofferenza. At 2,15-17 - «Questi uomini non sono ubriachi, come voi supponete: sono infatti le nove del mattino; accade invece quello che fu detto per mezzo del profeta Gioele: “Avverrà: negli ultimi giorni - dice Dio - su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni”». Lo spirito ha una capacità profetica: tutti i cristiani con il battesimo hanno il dono della profezia, un coraggio nell’esporsi a tutto il mondo nell’annunciare che Gesù è il loro Dio. Questo annuncio non si limita al dato di fede, la testimonianza dei cristiani arrivava a dire tutti che Gesù è il Signore attraverso la condivisione, la profezia non è solo annuncio di Gesù, ma una intelligenza profonda illuminata dalla fede. 1Ts 1,4-5 - «Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza, con lo Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene». 1Cor 2,4-5 - «La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio». 10 giovedì 1 ottobre 2020 La potenza dello spirito santo è la potenza che si verificava in gesù quando diceva esci da questo corpo e lo spirito usciva da lui, la parola era efficace, potente, che si verifica in diversi modi nella vita i Gesù e dei primi cristiani in fenomeni soprannaturali, di miracolo. At 5,12-16 - «Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti». Per un processo di canonizzazione sono richiesti due miracoli attestati scientificamente, accadono ancora oggi fenomeni di esorcismo, liberazione da potenze malefiche ad opera di sacerdoti nel nome di Gesù Cristo. Il miracolo non è una prova schiacciante della verità, è ancora nel metodo della roccia. Sappiamo quante volte davanti a uno stesso miracolo di Gesù, c’era chi credeva a Gesù, mentre c’era chi voleva ucciderlo. Il miracolo non è una prova schiacciante, ma una provocazione a chi vuole credere o non vuole, c’è una opera potente. Col tempo nella chiesa diminuisce il fenomeno del miracolo come fenomeno del soprannaturale, ne aumenta un altro. Il miracolo è che c’è gente che non ha conosciuto Gesù, non sono stati testimoni, eppure si aggregano alla comunità dei cristiani e sentono una rigenerazione della persona dall’alto. Il tipo di vita che condividevano tra di loro i primi cristiani: il termine con cui i cristiani definivano il nuovo tipo di vita che vivevano è comunione, intesa come condivisione. Viene dal greco, vuol dire una cooperativa, un insieme di persone che condividevano un interesse e venivano messe insieme da quell’interesse. 1Gv 1,3 - «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo». ————————————————————————————————————— Giovedì 5 novembre La struttura delle prime comunità cristiane: all’interno delle comunità cristiane c’era un certo ordine, in qualsiasi gruppo, anche nel gruppo di amici ci sono delle gerarchie, il caso più evidente è il caso della conversione di Paolo. Paolo ha una visione, va a Damasco a perseguitare i cristiani, ma Paolo ha una visione e si converte, è Gesù che gli dice di andare da Anania e gli compare, entra nella comunità cristiana perchè incontra altri cristiani. Inizia a predicare il vangelo di Gesù anche ai pagani. Ci sono diversi oppositori a Paolo e si sente di andare dalle colonne della chiesa di Gerusalemme, Pietro e Giacomo, per raccontare quello che stava facendo e per scambiare la mano. Le comunità cristiane hanno una loro istituzione e cercano di seguire una linea comune, cercano continuamente di rimanere in comunione tra di loro, tramite le lettere di comunione, come le lettere di 11 giovedì 1 ottobre 2020 Paolo, un predicante mandava la lettera ad altre chiese per comunicare ciò che era successo. Ignazio di Antiochia, morto nel 108, mentre va verso Roma, verrà ucciso da Roma, manda alle chiese delle lettere in cui passa, scrive ai romani: «Ignazio, Teoforo, a colei che ha ricevuto misericordia nella magnificenza del Padre altissimo e di Gesù Cristo suo unico figlio, la Chiesa amata e illuminata nella volontà di chi ha voluto tutte le cose che esistono, nella fede e nella carità di Gesù Cristo Dio nostro, che presiede nella terra di Roma, degna di Dio, di venerazione, di lode, di successo, di candore, che presiede alla carità, che porta la legge di Cristo e il nome del Padre». In questo lungo periodo ribadisce che hanno la stessa fede in Dio, padre di Gesù Cristo e in nome suo scrivo alla chiesa amata, chiesa di Roma. L’esigenza della comunione fondata sulla stessa fede e tra queste chiese emerge il ruolo fondante della Chiesa di Roma. La struttura di queste comunità aveva una certa gerarchia, c’erano gli episcopi, dai quali vengono i vescovi, sotto gli episcopi ci sono i presbiteri, gli anziani, sotto ancora i diaconi, che si occupano della carità. Agli Efesini: «vi stimo più beati se state uniti al vescovo come la Chiesa lo è a Gesù Cristo e Gesù Cristo al Padre perché tutte le cose siano concordi nell’unità» Come voi state uniti al vescovo, il vescovo è unito a Gesù, e come Gesù al Padre. Sin da subito la chiesa dice di essere continuità stessa di Gesù, se vuoi conoscere Gesù figlio del Padre stai unito alla Chiesa. Mt 16,18-19 - «E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Il momento culminante della vita dei primi cristiani è il rito, hanno un’ora in cui si trovano, lì culminava il senso della loro amicizia, il rito serve a esplicitare ciò per cui stanno insieme, come nel momento del fidanzamento il simbolo dell’anello. Il rito veniva celebrato la domenica, il giorno della resurrezione, era il giorno della rinascita. Didaché 9,1-5 - «Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa per il tuo nome e hai dato agli uomini a piacere cibo e bevanda perché ti rendano grazie e a noi donasti un cibo spirituale una bevanda e una vita eterna per mezzo di tuo figlio» . Durante questa celebrazione, i cristiani oltre a condividere un pasto, condividevano un cibo e una bevanda dato per mezzo di Gesù stesso, obbedire al comando stesso di Cristo, che la sera prima di morire compì un rito, benedì il pane e il calice, era un rito giudaico. I primi cristiani erano assidui nello stare insieme e nello spezzare il pane e bere il vino, entravano in comunione con Gesù stesso, partecipavano della vita eterna che lui stesso ha dato con la resurrezione. Ci sono testimonianze storiche che riportano il rito che utilizziamo oggi. 12 giovedì 1 ottobre 2020 Attraverso questa realtà umana non si comunica solo le credenze degli uomini, ma è la stessa realtà divina. La pretesa di Gesù Cristo è l’incarnazione, attraverso quella realtà umana si comunica la realtà di Dio, la pretesa della chiesa è che attraverso quella realtà umana si comunica la realtà di Dio. La pretesa della Chiesa è strettamente collegata a quella di Gesù, è la continuazione della pretesa di Gesù stesso. C’è un modo in cui si può indicare la comunanza di queste due pretese, è quella di essere via. (Fino a p.157) ————————————————————————————————————— Giovedì 12 novembre I fattori essenziali della Chiesa: fattore umano e fattore divino. L’umanità dei credenti, di coloro che fanno parte della chiesa, è un fattore imprescindibile della Chiesa, ma sono uomini con tanti limiti. È lo stesso scandalo che investiva Gesù, tutti sapevano chi era e più lo si conosceva più destava scandalo la sua pretesa, che arriva al massimo nella pretesa di Gesù che arriva a dire questo: Gv 14,6 - «Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”». Questa pretesa dà scandalo tanto da portare alcuni ad uccidere Gesù. È lo stesso scandalo che investe gli uomini della Chiesa, uguale a quello di Gesù. Come oggi uno diventa credente? Il cristiano dovrebbe identificare in quale parola d’uomo ha riconosciuto la parola di Dio. 2Cor 4,7-10 - «Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo». Paolo dice che non solo è cosciente di essere peccatore, di essere fragile, affidatevi alla potenza di quello che porto, ma questo paradosso dimostra che quello che porto non è mia capacità, ma è oro. La paradossalità della Chiesa è che porta il divino attraverso l’umano, Gesù stesso ha scelto di trasmettere questo messaggio attraverso l’umanità, perché è la fragilità di questi uomini che fa capire che ciò che loro portano non è opera loro, ma è opera di Dio in loro. I cristiani sanno di essere fragili, ma sanno che la divinità si esprimerà ancora meglio attraverso loro. 1: Passa sempre attraverso temperamenti e mentalità diverse. I cristiani non hanno tutti lo stesso carattere e la stessa personalità, ma qualsiasi temperamento umano può diventare strumento di comunicazione del divino. Già dentro la Bibbia ci sono uno in seguito all’altro due libri molto diversi: Coeleth e Siracide, il primo indica la vanità del tutto, nulla resta per affermare la sovranità di Dio su ogni creazione e creatura, dall’altra parte il Siracide esprime la stessa cosa, attraverso una via positiva attraverso un ordine scritto dal creato. Riduzione del messaggio cristiano al temperamento di quella persona, alla sua capacità, prima di chiedermi se quello di cui parla è vero o no. 15 giovedì 1 ottobre 2020 2: il messaggio cristiano non è relegabile a quel temperamento. Questo si vede già nel gruppo degli apostoli sono persone completamente diverse. Ogni uomo di ogni tempo è caratterizzato da ogni mentalità, circostanze ambientali e culturali in cui si è vissuti. È naturale che un cristiano annuncerà il cristianesimo in una mentalità propria. In fondo si dice sempre che si incontra Gesù attraverso la chiesa e l’incontro con i cristiani, ma ciò che è la pretesa della chiesa non può essere dedotto dal comportamento dei cristiani, non posso appiattire questo sul comportamento dei cristiani. Il primo rischio è lo scandalo che fa allontanare, non conformi, piccoli scandali di ogni giorno, es. parroco chiama quando ha bisogno lui non quando sto male. La fede non è nella moralità del parroco, ma ciò in cui il parroco cerca di testimoniare vero o non vero. Di una chiesa perfetta che pretenderemmo siamo sicuri che riusciremmo a farne parte? Neanche noi sapremmo adempiere. Ognuno col suo limite può diventare strumento e segno di comunicazione del messaggio. Questa obiezione è molto scandalosa e incontra molta resistenza nella società perché viviamo in una società basata sulle immagini. Non si è per forza condannati alla giustificazione dei propri limiti o alla disperazione dei propri errori, ma si può semplicemente riconoscere davanti a tutti, il limite non lo vivi nella solitudine, ma siamo tutti limitati. Tutta l’espressione umana di Gesù era limitata dal contesto culturale in cui era, ha comunicato la sua pretesa cristiana con i mezzi del suo tempo, si è limitato a comunicare con le persone andando a piedi e incontrando gente lungo la strada. Se Gesù ha scelto di comunicare la sua divinità attraverso gli strumenti limitati del suo tempo, anche la chiesa farà la stessa cosa nel tempo in cui si trova. La chiesa non può fare a meno di usare gli strumenti concettuali per comunicare. Il cristianesimo si comunica sempre in un tempo e uno spazio dentro la cultura umana, non oltrepassa i limiti di tempo e spazio, ma il seme di verità in quella cultura è sempre uguale nel tempo. ————————————————————————————————————— Giovedì 19 novembre Il fattore divino come costitutivo della chiesa, cioè i cristiani erano consapevoli di essere semplici uomini, ma si sentivano portatori di un bene prezioso, nonostante siano dei vasi di creta. Ma cos’è l’oro che portano? I cristiani riconoscono di essere fragili, ma loro pensano di portare Gesù stesso, è la presenza stessa di Cristo. Questo divino pretendono di portarlo, veicolarlo, trasportarlo all’uomo di tutti i tempi, ci troviamo di fronte a un paradosso, non è gente arrogante, anzi riconosce il proprio limite, ma riconosce di portare qualcosa di inestimabile, questo contenuto è quello di genitori che testimoniano ai loro figli valori più grandi che sono capaci di testimoniare. Da questo esempio possiamo trarre un atteggiamento di metodo con cui cogliere questo divino, dobbiamo essere come i bambini davanti ai genitori ignoranti, il bambino è talmente puro che non sta a vedere i limiti del genitore, si guarda ciò che è vero da quello che non è vero. Davanti alla proposta della chiesa dobbiamo vedere se è vero o no. 16 giovedì 1 ottobre 2020 Come comunicano questa verità e la partecipazione a questa verità. I cristiani come indicano questa verità, come la testimoniano, ma cosa intendiamo per verità? Posizione arbitraria, la verità è qualcosa in cui credo, se credo che l’elefante sia il migliore amico dell’uomo e lo piazzo nel mio gabinetto sta stretto, il bene della verità è secondario al concetto di verità. Il senso di quella cosa, la sua verità, in rapporto a tutto, tra cui ci sono anche io, non soltanto qualcosa in cui credo io, ha una validità universale. La verità è la verità di un oggetto in rapporto al tutto, in rapporto anche a te, a volte anche le cose più strane emergono nel tempo con la loro verità. La verità ha una validità universale, rapporto al tutto. Per capire la verità su di me non devo interrogare su come mi sento, su come mi vedono gli altri, ma la verità di me è come la mia vita sta in rapporto con il tutto, il tutto è un bene, la vita non è un caso. L’intuizione di questa verità su di sé può essere dovuta a certe intuizioni, può essere colta per segmenti e frammenti. La chiesa quando parla di comunicazione di verità vuol dire che vuole aiutare e sostenere l’uomo nella percezione e il senso che ha la propria vita in rapporto al tutto. Gli uomini che hanno incontrato Gesù risorto dopo la sua morte, dicevano che Gesù era Dio, il senso di tutto e spargendosi in piccole comunità si riconoscevano cristiani tramite dei modi che sintetizzavano la verità a cui credevano. Ogni cristiano professava il simbolo o professione di fede, cioè originariamente i simboli erano simili a quei gioielli che hanno un cuore spezzato. I cristiani chiamavano le loro formule di fede simboli, perché io che voglio essere battezzato nel nome di Gesù Cristo, dico certe parole. Quando alcune comunità dicevano qualcosa di strano, il vescovo scriveva una lettera a un altro vescovo chiedendo il simbolo di fede per vedere se credono nella stessa verità. Nel 325 concilio di Nicea dove venne emanato un simbolo ufficiale per tutte le chiese, i vescovi portarono il loro simbolo di fede, decisero un simbolo. Il Simbolo di Nicea (325) Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili. E in un solo Signore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato dal Padre, unigenito, cioè dall’essenza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, consustanziale con il Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create, sia quelle nel cielo sia quelle sulla terra; per noi gli uomini e per la nostra salvezza discese e si è incarnato e si è fatto uomo; morì ed è risuscitato il terzo giorno ed è salito nei cieli; e verrà per giudicare i vivi e i morti. E nello Spirito Santo. Questa è la prima formulazione del simbolo, ma ci sono due fondamentali affermazioni di verità nel simbolo di fede, sono chiamati due misteri della fede, il 17 giovedì 1 ottobre 2020 attraverso la morte a risorgere. La vita dell’uomo si svolge attraverso varie prove, Cristo pensa a un segno con cui comunicare all’uomo che lui non abbandonerà mai i cristiani, lui è comunione con loro. Tutti i vangeli riportano che il giorno prima di morire istituisce questa forma di banchetto dove vi è una benedizione sul calice e sul pane, dice che ogni volta berrete il calice e mangerete il pane entrerete in comunione con Lui. Con tutto il bene che vuoi alla persona amata, non puoi entrare nell’altro, anche la parola sesso vuol dire tagliare, Gesù ha trovato un modo per entrare in noi, ci rigenera e costituisce, ma non in un cibo qualunque. La penitenza è il gesto di Gesù che perdona, ognuno di noi si lascia tentare dal peccato, il cristiano non è condannato quando sbaglia, Gesù ha perdonato Pietro, Giuda anche se si fosse fatto perdonare, man mano che la vita cresce ci son gesti con cui Gesù dice che i gesti che compie si fondano su Gesù, come il matrimonio. Sostengono il cammino dell’uomo nella su concretezza. Il sacramento è la continuazione del gesto di Gesù, ma da chi è gestito? Chi ha il potere di amministrare i sacramenti? La Chiesa gestisce i sacramenti, non possono essere gestiti in modo individualistico, chi comunica i sacramenti è la Chiesa. Il primo grande sacramento che fa i sacramenti è la Chiesa stessa, ha la pretesa di comunicare la realtà divina. Se porto un musulmano a prendere l’Eucarestia lui non comunica con il corpo di Cristo, non ha fatto il sacramento, non ha comunicato con la realtà divina, diventa significativa per chi partecipa al grande sacramento della Chiesa. Il sacramento è valido solo nella partecipazione alla Chiesa. L’uomo che partecipa al sacramento vivendo nella chiesa aderisce al sacramento in tutta la sua libertà, riceve la grazia divina, la grazia santificante. L’efficacia della grazia divina non si vede, sembra non arrivare, molti cristiani lasciano la chiesa delusa perché non vedono l’efficacia. Questa efficacia, questa novità non si vede da un punto di vista morale, psicologico o una trasformazione fisica, ma quello che cambia è la dimensione diversa, è un salto ontologico dell’io, è una novità nella concezione di sé. Il sacramento ti ricorda che non ti sei fatto da te e chi ti ha voluto a questo mondo ha un compito per te perché lui è morto e risorto per te. L’io accettando di partecipare al sacramento si riconosce membro di un corpo molto più grande di sé. Il sacramento è personale, porta al cambiamento di mentalità, ti riconosci in rapporto con l’assoluto di Dio tramite il gesto concreto. È un a dimensione personale perché mi riconosco parte di un corpo in rapporto con tanti altri, non è una concezione individualistica. Quello che il sacramento porta è la dimensione personale. Con il passare del tempo la partecipazione ai sacramenti può condurre a un cambiamento dell’umore, anche fisico, a un cambiamento morale, ma non possiamo pretendere questi effetti senza attaccare i cavi al motore che lo genera. Perché la comunicazione della realtà divina sia efficace non occorre il rituale perfetto, ma la coscienza del cristiano, il desiderio che quell’uomo con la coscienza pura voglia entrare con il divino. Qual è il contributo che la Chiesa può dare agli uomini presenti nel mondo? Il compito che la Chiesa ha coincide con il compito stesso di Cristo. Tutta la vita di Gesù era un richiamo alla sua dipendenza dal Padre, da questo derivava il valore assoluto di ogni persona. La concezione religiosa è la percezione che ogni istante della vita dell’uomo è in rapporto con Dio. La persona è inviolabile perché in ogni 20 giovedì 1 ottobre 2020 istante della sua vita è in rapporto con un fine, il regno di Dio. Non c’è desideri nella vita dell’uomo che non sia abbracciato da questa realtà divina. Il primo compito della Chiesa in questa situazione è ricordare che l’ultima parola sull’uomo non è la morte, la malattia, ma è un destino buono, è Dio. L’uomo non è il frutto di queste cose. Come la chiesa richiama questa concezione della vita? Non è astratto? Ha una funzione materna, pedagogica, nel senso in cui la madre accompagna un figlio che fa i compiti, ma non fa i compiti al posto loro, non ci sarà mai una Chiesa che pretende di dare la soluzione dei problemi, lo ha fatto, ma sbaglia, può suggerire ai cristiani quei criteri per non commettere degli errori o per rendere più facili certe situazioni. La chiesa dà una facilitazione nella risoluzione dei problemi, la sostituzione è una tentazione che la Chiesa ha avuto, ha portato una società cristiana senza coscienza cristiana, è la madre discreta che indica soluzioni facilitanti. ————————————————————————————————————— Giovedì 3 dicembre La verifica esistenziale della pretesa della chiesa, che cammino deve fare un uomo di oggi per dire se è vero o non è vero quello che abbiamo detto? La proposta della chiesa è che nella chiesa è presente cristo stesso, quell’avvenimento di 2000 anni fa si ripete oggi. Se questo è l’oggetto il destinatario è un uomo interessato a capire se Dio c’è, si interessa dell’uomo e vuole farsi incontrare dall’uomo, tanto che si è fatto uomo e continua ad abitare nella chiesa. Il senso religioso è il complesso di esigenze con cui l’uomo affronta tutte le questioni della vita, ognuno di noi al fondo è fatto per un bene, per la felicità. L’uomo si muove per una soddisfazione, ipotizza che alla fine del cammino ci sarà un di più. Il destinatario di questa pretesa richiama il nucleo di evidenze con cui noi implicitamente ci muoviamo ogni giorno in ogni azione, che per semplicità chiamiamo senso religioso. La chiesa intende rivolgersi a rieducare il senso religioso dell’uomo. Gesù stesso si sottomette al giudizio del senso religioso, quello che ti do non è benessere politico, sociale, economico, quello che ti do è la risposta al tuo senso religioso, una risposta che hai sempre atteso, ma che non ti saresti mai potuto immaginare. La posta in gioco è una risposta eccedente al senso religioso, ma perché l’uomo lo possa accogliere si deve spogliare di tutte quelle immagini che ricoprono il senso religioso. 4 segni, attributi nella chiesa riconoscibili nella comunità, sono una, santa, cattolica, apostolica, sono 4 criteri. Uno è la promessa che Gesù aveva fatto ai discepoli, come lui era una cosa sola con il padre, anche i discepoli erano una cosa sola con lui, una persona unitaria. Una cosa caratteristica dell’esperienza che viviamo è la frammentarietà, profili in cui ognuno tira acqua al suo mulino, persone sempre presenti, un individuo che ha chiarezza, non è disperso nelle emozioni. Qualsiasi aspetto di sé è in rapporto al padre e a Dio, come era Gesù, non pensano a Dio in un solo momento, in tutto sono in rapporto, colgono quella parte di sé che è in rapporto con il tutto che è Dio. Oggi c’è una settorializzazione della personalità. Il primo riflesso dell’unità è trovare persone unitarie nella coscienza della loro vita. L’unità come spiegazione della realtà, i cristiani sono aperti a tutti, ma ciò che ha 21 giovedì 1 ottobre 2020 distinto i cristiani fin dalle origini è di non sentire entrando ogni singola parte dell’umanità. Unità come concezione della realtà, non c’è nulla che sfugge al loro abbraccio e in questa incisività c’è anche l’umanità e unità nello stile di vita, nel modo in cui il cristiano imposta la vita. La fonte di questa unità è tratta dal momento misterioso che è quello della liturgia. Ciò da cui trae l’alimento sono momenti in cui entra in comunione con Dio stesso, i sacramenti. Nel sacramento i cristiani, attraverso gesti semplici, ritornano all’origine del rapporto con Dio stesso, dove tutto diventa chiaro, che noi siamo figli e c’è un padre che non si dimentica di noi, Dio è il padre e non vuole il nostro male. La vita dei cristiani è un prolungamento del sacramento all’interno della loro vita. Per miracolo intendiamo la restituzione alla realtà la sua origine. Episodio di Gesù che incontra una donna impura, che sta ai margini della società, una continua perdita di sangue. La donna viene a sapere che Gesù passa nella città e si intrufola nella folla, ma con fede e certa che se può toccare anche un lembo della tunica di Gesù, potrà guarire. La cosa più interessante è la spiegazione che fa Gesù, dice di essere stato toccato, riconosce quella donna e la fa venir fuori dal gruppo. Tutti riconoscono l’impura, svelata nella sua illegalità davanti a tutti, si sarà sentita accusata da Gesù, invece Gesù la chiama per dimostrare davanti a tutti che grande era la sua fede perché questa tua malattia non è per l’esclusione dalla realtà, ma per far capire che nel regno dei cieli c’è spazio per tutti, è un evento che ha lo scopo di restituire la realtà alla sua origine. Da questo punto di vista quelli che chiamiamo santi sono tali perché restituiscono alla realtà la loro originarietà, riconoscono il miracolo che è la realtà di ogni giorno. Un uomo cristiano si rende conto che ogni istante della sua vita è il dono di qualcuno che lo genera. Riconoscere un intervento di Dio in certi eventi per il bene tuo, non solo nella trama quotidiana dell’esistenza, ma ci sono certi episodi in cui capisci che Dio si sta prendendo cura di te. Il santo riconosce io miracolo in particolari eventi. Miracolo anche fatti puntuali che squarciano le tenebre per ricordarti che c’è ancora. Miracoli del terzo tipo per la Chiesa, la caratteristica di questi miracoli è di richiamare tutto il popolo al fatto che Dio c’è e governa l’esistenza delle persone, sono fatti oggettivamente spiegabili solo per il fatto che Dio ci sia. Ci sono altri due elementi che distinguono le persone sante, l’equilibrio e l’intensità. I santi li riconosciamo dal fatto che piuttosto che rinunciare alla propria visione, danno precedenza alla visione di comunità, questo deriva da una certezza che viene solo dalla fede. Una madre che vede il figlio che sta imparando ad andare in bicicletta, alla prima caduta vede il figlio che piange, la madre abbraccerà il figlio, non si mette a piangere, questo deriva dalla sua certezza di essere mamma. L’equilibrio della santità, che guarda oltre e s appoggia sul fatto che Cristo c’è. L’ultimo fattore è che tutti questi santi hanno tratti comuni, ma la cosa che più colpisce frequentando una comunità cristiana è rendersi conto che questi santi sono diversi tra di loro, questi elementi comuni sono dati da una pluralità anche imprevedibile al miglior regista, il fattore dell’intensità della santità. La cattolicità dice l’apertura della chiesa a qualsiasi livello culturale, a qualsiasi urgenza di tempo. Apostolica vuol dire che non ci siamo autogenerati, siamo legati al vescovo. ————————————————————————————————————— 22
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved