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Appunti Teorie e pratiche dei gruppi nella prima infanzia, Appunti di Psicologia Sociale

Appunti discorsivi, presi di pari passo, integrati con slide, link ecc.. e riascoltando le lezioni. Ho preso 30 solo studiando gli appunti.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 10/11/2022

ariannavalsecchi
ariannavalsecchi 🇮🇹

4.5

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Scarica Appunti Teorie e pratiche dei gruppi nella prima infanzia e più Appunti in PDF di Psicologia Sociale solo su Docsity! 1 TEORIE E PRATICHE DEI GRUPPI NELLA PRIMA INFANZIA di Monica Pivetti 14.02 Neuroscienze: studio di quali aree del cervello vengono attivate e quali nell’ interazione sociale; come si studia: attraverso la risonanza magnetica. Introduzione alla psicologia sociale È lo studio scientifico del modo in cui le persone e i gruppi percepiscono e pensano gli altri, li influenzano e si pongono in relazione con essi. È la disciplina che collega l’analisi dei processi degli individui con l’analisi delle dinamiche sociali nelle quali i primi sono coinvolti; in particolare studia in modi in cui l’esperienza, l‘attività mentale e i comportamenti si articolano con il contesto sociale (Amerio, 2007). Studia il modo in cui le persone percepiscono gli altri e interagiscono con loro. 2 15.02 I capisaldi 1. - Noi costruiamo la realtà 2. - Le nostre intuizioni/i nostri giudizi sono a volte sbagliati (ad es. il bias della retrospezione) 3. - Gli altri influenzano i nostri comportamenti = influenza sociale 4. - I nostri atteggiamenti guidano i nostri comportamenti 5. - Psicologia sociale = «lente» per leggere la quotidianità 6. La storia della psicologia sociale: Le radici europee della psic. sociale: (Matrice socio-costruttivista) 5 à tanto più c’è distanza tra il sé reale e il sé ideale, tanto più la mia autostima nel viene minacciata: es vorrei uscire tutte le sere e di giorno stare ma non riesco perché se esco la sera la mattina sono stanca: influisce negativamente sulla mi autostima. Quando la mia autostima è minacciata: cerco di fare confronti strategici verso il basso: si, non ho un lavoro ma sto studiando, se passo gli esami, avrò un lavoro migliore. “Vorrei andare a Londra ma non parlo inglese, non ho mai preso un aereo”: la mia autoefficacia è bassa: non ci vado a Londra. L’autoefficacia è legata all’ empowerment: se io penso di poter fare cose più probabilmente le farò e viceversa. Il concetto di efficacia è importante nel legame: con l’ impotenza appresa ( bucciature all’ esame ripetuta mi arrendo, non mi presento più; apprendo che gli esami non posso farli) ed empowerment. E’ la tendenza di attribuire i nostri risultati come controllabili internamente o esternamente: “ ho preso 25 all’ esame” - Locus of control interno: “ho preso 25 ma potevo studiare di più” - Locus of control esterno: tendono a dare spiegazioni dei propri risultati esterni “ avrei potuto prendere anche meno ma la prof quel giorno era buona ed mi è andata bene; avevo studiato solo metà programma ma per fortuna la prof mi ha chiesto solo quello che sapevo” Avere un locus of control interno è meglio, è più redditizio per il successo sociale, se io tendo a dare la responsabilità di ciò che accade a me stesso, mi impegno di più, avrò più successi sia scolastico chw lavorativo. Se invece lo attribuisco ad altri, non dipende da me, dipende dall’esterno, mi impegno di meno e avrò risultati peggiori. 6 21.02 Es negativo: non passo l’esame: self-serving bias “ io sono bravo”: le persone tendono ad attribuire a fattore esterni eventi negativi: “ perché l’ esame era difficile, perché il prof era cattivo”. Se invece l’evento è positivo tendo ad attribuirlo a me stesso, a fattori interni : “ mi sono impegnato tanto, ho seguito le lezioni ecc…” A volte sfocia in ottimismo irrealistico: esasperazione: studente che il giorno dopo ha 3 interrogazioni: “ non interrogheranno sicuramente me” la realtà è che ha la stessa probabilità di essere interrogato quanto di non esserlo. Visione ottimista del futuro basata sulle aspettative. Es: in italia un matrimonio su due va male dopo 10 anni: in realtà ci siamo accorti che le persone non tengono conto delle statistiche, reale probabilità, ma questo ottimismo, basato su un’aspettativa positiva li fa sposare comunque. Il contrario è il pessimismo difensivo: es: “ domani devo fare un viaggio da BG-MI ma se c’è sciopero dei treni?” optare per l’ opzione peggiore ci fa pensare a controllare, trovare alternative: è utile per anticipare eventuali problemi. Es del falso consenso: “salgo sul bus senza biglietto, tanto lo fanno tutti”. In realtà non è che lo fanno tutti ma se penso così, il mio sé viene preservato, lo fanno tutti. Group-serving: in ogni situazione ci son almeno due gruppi: in-group a cui apparteniamo; out group a cui non apparteniamo. 7 Es di self-presentation: al Grande Fratello hanno bisogno di presentarsi in maniera positiva e anche se ci sono conflitti tutti tendono di presentarsi in maniera positiva. Le persone cercano di avvicinarsi al pubblico, al contesto. Es auto-sabotaggio: mi sveglio presto ma arrivo comunque in ritardo Profezia che si auto avvera: stereotipo Video: https://www.ted.com/talks/naomi_oreskes_why_we_should_trust_scientists 1. cosa mi ha convinto e cosa no del video 2. Cosa si può applicare alla situazione pandemica. 22.02.22 Atteggiamenti e comportamenti: 10 Teoria dell’azione ragionata: teoria del comportamento pianificato Sul comportamento influisce l’intenzione comportamentale: esplicita dichiarazione: Es: intendo vaccinarmi questa presa di posizione. Le influenze sociali (amici, colleghi , famiglia): quello che loro pensano agiscono sul mio: quello che le persone importanti per me pensano su quel comportamento, io ho una norma sociale: se i mie sono a favore dei vaccini allora anch’io mi vaccino. Le norme soggettive influenzano l’intenzione comportamentale e il comportamento. La teoria del comportamento pianificato è criticata: prende in considerazione sono atteggiamenti che possono essere controllati: es non vaccinarsi contro il covid può essere dovuto ad una scelta o un dato di fatto che impedisce, esempio il centro vaccinale è molto lontano. Sulla base della critica: Aijez e Fishbein aggiungono una terza variabile: percezione del controllo: a sua volta agisce sull’ intenzione e sul comportamento. Es: mi vaccino perché in passato non ho abito problemi: agisce sia sull’ intenzione che sul comportamento. Io posso avere un ‘intenzione positiva “vorrei vaccinarmi” ma decidere, avere un comportamento diretto di non vaccinarmi “questa cosa è fuori dal mio controllo”, allora non ci vado. Dalla variabile al comportamento. 11 “avevano così paura di fare il vaccino perché non c’era un’ esperienza precedente, doveva essere fatto velocemente tutti per la prima volta”: atteggiamenti basati su esperienza diretta Esempi della teoria del comportamento pianificato: 1. Ricerca sul fare o non fare il test genetico prenatale nelle donne incinta: viene somministrata questa scala a donne incinte. Quali variabili intervengono: norme soggettive che predicono l’atteggiamento e il fare o non fare il comportamento il test: percezione di controllo comportamentale: quanto sono in grado di controllare questa cosa. Si studia quali sono i fattori psico-sociali, dimensione cui potremmo lavorare per aumentare i test genetici prenatali. 2. Ci serve a capire come incentivare i comportamenti di raccolta differenziata. Predice l’ intenzione e il comportamento. 12 Gli atteggiamenti influenzano gli atteggiamenti: ma funziona anche il contrario? “Se mi vaccino contro il covid questo cambia il mio atteggiamento?” SI! Strategia di vendita: chiedo poco “firmami la petizione” e poi chiedo tanto “contributo” oppure “dammi subito un contributo”: la prima richiesta ha più successo. Se chiediamo poco e poi di più tendiamo a rispondere di si. à tecnica del piede nella porta Un’ altra tecnica di vendita: tiro mancino: l’ inganno: “ io docente vi invito a venire in laboratorio a partecipare ad un esperimento”, le persone dicono di si , vanno; il giorno dopo il docente dice chi viene al laboratorio vengono anche sbato, dura non 15 minuti ma 45 minuti. Nascondere alcuni apsetti spiacevoli della richiesta e rivelarli in un secondo momento. Le persone tendono a venire e dire di si quando hanno già detto di si ad una prima richiesta: hanno preso l’ impegno. Se il professore avesse chiesto direttamente di partecipare ad un laboratorio di sabato di 45 minuti: minor numero di iscritti. Questo perché cerchiamo di essere coerenti con quel comportamento: tendiamo a mantenere i nostri impegni. 15 Idea della psicoanalisi come confessione col prete inizialmente. L’idea fondamentale che le persone non hanno gli strumenti necessari per…, non hanno tempo, però al contempo le persone devono informarsi, di comportarsi. Le persone comuni nei momenti comuni costruiscono conoscenze di senso comune: Moscovici dà senso a queste chiacchere, spiegano la realtà, a volte sbagliate, ma bisogna dare comunque valore: la gente normale ricava informazioni, si fanno delle scelte. Essendo teorie comuni a volte possono essere diverse tra gruppi, comunità, paesi. Es: se frequento amici che hanno idea cospirazionistiche, è più facile che anch’io le condivida. Importante nella costruzione dell’identità: scegliere di non vaccinarsi diventa una rappresentazione di sé, chi siamo. 28.02 Definizione di gruppo: 1. Essere composti da individui: es gruppi facebook, whatsapp… 2. Destino comune: es gli ebrei 3. Struttura sociale: gruppo di scout creano gerarchie, ruoli 4. Autocategorizzazione: il gruppo è qualcosa di più della somma delle singole parti: è sufficiente che due persone di un gruppo dica di esserne parte che nasce e viene riconosciuta l’esistenza di un gruppo. Esiste poi un out- group che sancisce la nostra esistenza, è a specchio, si differenzia dal gruppo. -del destino: siamo sulla stressa barca, se questa cade, cadiamo tutti -del compito: contribuiamo ciascuno del suo pezzetto alla costruzione di un puzzle più ampio. - Interdipendenza negativa: es: chi vince perde il premio, crea competizione, e per chi perde insuccesso - Interdipendenza positiva: collaborare, cooperare per raggiungere un obbiettivo 16 Le guerre quando due eserciti si fronteggiano, la situazione è basata su due gruppi che si scontrano, io in quanto appartenente del mio gruppo mi comporto di conseguenza, perché all’ interno del mio gruppo ritengo che noi siamo fatti in un certo modo e loro diverso. Dipende dall’ appartenenza al gruppo. Quando invece non ci sono caratteristiche chiare, omogeneità tra gruppi allora ci troviamo vicino al polo interpersonale. Paradigma dei gruppi minimi: metodo di ricerca: si invitano ragazzini in un laboratorio, guarda queste immagini e dimmi quale ti piace, di conseguenza appartieni ad un gruppo, i ragazzi pensavano di appartenere a quel gruppo. Veniva dato al ragazzino una serie di matrici, elenco di numeri a coppie, da assegnare ad un componente della tua squadra e l’altra squadra e in base al numero maggiore darai un profitto in denaro. Scelgono quello che ha maggior differenza: distintività positiva: favorire in-group e sfavorire l’out-group; far uscire il proprio gruppo in maniera favorevole (anche se il gruppo non esiste, non si conoscono). Il nostro valore dipende dal gruppo d’appartenenza. 17 à studio Silvia Di Battista: “Nuove collaborazioni internazionale in psicologia sociale 2021” Link questionario: https://socpsy.qualtrics.com/jfe/form/SV_82l8Z8Kjjx7GfQi Capire l’atteggiamento sia influenzato da pregiudizi: ad esempio sulle tipologie di famiglie. Ricerca nell’ambito della psicologia sociale, della psicologia del sesso e del genere. Il sesso e il genere sono correlati tra loro, difficili da scindere, per comodità si divide in sesso (fattori biologici uomini, donne, intersessuali), genere (costruzione sociale associati all’ uomo o alla donna con aspettative). La psicologia del sesso e del genere studia l’appartenenza ai gruppi e relazioni con questi due elementi e relazioni con altre caratteristiche (influenze del mondo del lavoro, famiglia). L’obbiettivo della psicologia del sesso e del genere è quello di capire le radici del pregiudizio e costruire società più inclusive. Lezione 01/03/2022 La teoria dell’identità sociale, ha a che fare con la mia appartenenza a un gruppo e con le relazioni tra i gruppi; secondo questa teoria quando io entro in un gruppo, ad esempio quando mi categorizzo come tifoso dell’Atalanta, la mia appartenenza a questo grupp fa si che io non solo acquisisco un’identità di gruppo, ma aggancio anche l mia identità, il mio valore, a quello del gruppo, vuol dire che quando l’atalanta vince io mi sento entusiasta, esco con gli amici, mi ubriaco, sto bene, quando l’atalanta perde, il mondo invece non mi piace, sono triste. Secondo questa teoria quindi noi leghiamo il nostro valore a quello del gruppo di appartenenza, e gli individui strategicamente quindi cercano di appartenere a gruppi vincenti, ciò viene fatto attraverso la teoria del confronto sociale, io confronto il mio gruppo con quello degli altri gruppi, cercano di sfavorire l’outgroup e favorire l’ingroup. I gruppi si suddividono in gruppi di alto status, con identità sociale adeguata, e gruppi di basso status, d’identità sociale inadeguata; nessuno vorrebbe partecipare a gruppi di basso status, essi infatti cercano il cambiamento, il cambiamento può essere o mobilità sociale, quindi cambio gruppo, la mobilità sociale però avviene quando non è possibile il cambiamento per tutto il gruppo, se invece l’alternativa per il mio gruppo c’è si possono metter e in atto diversi tentativi: 1. Competizione, cerco di creare una situazione dove il mio gruppo possa emergere e vincere (es. la sampdoria vs atalanta, essendo rientrati nuovi giocatori la samp vuole provare a battersi di nuovo) 2. Ricategorizzazione, ricategorizzo il mio gruppo, nonostante la Sampdoria abbia perso alla fine siamo tutti bravi giocatori, siamo tutti riusciti ad essere in serie a 3. Creatività, si trovano nuove dimensioni creative, originali, in cui posso misurare il valore del mio gruppo. Mentre per i gruppi di alto stato è molto importante mantenere lo status quo, i cambiamenti in termini di mobilità sociale individuale o del gruppo, derivano in realtà quasi tutti dai gruppi di basso status, perché sono realmente motivati a cambiare la loro situazione. 20 L’influenza sociale spesso porta al conformismo, che consiste nell’adesione dei propri comportamenti a uno standard, non è necessariamente negativo può essere anche una forma di apprendimento delle regole sociali (es. al nido che capiscono che non si possono picchiare, o quando si impara a non parlarsi uno sopra l’altro). All’interno del conformismo noi distinguiamo accettazione, che consiste in una comprensione profonda di una regola/comportamento, es. ho capito che non posso picchiare giannino, perché senò mi picchia anche lui, ho capito che mi devo mettere quelle scarpe perché sono di bella qualità, stanno bene con quel paio di jeans, e accondiscendenza, che è un cambiamento superficiale, es. io non picchio giannino perché senò la maestra mi sgrida, quando sono al parco poi lo picchierò, allo stesso modo i ragazzini delle medie si vestono con quei vestiti perché vanno di moda, è un modo per evitare di essere sanzionati, se il bambino si presenta con delle scarpe diverse viene preso in giro, è fondamentale per loro il giudizio del gruppo dei pari; all’interno dell’accondiscendenza c’è l’obbedienza, ha a che fare con il cambiamento dei miei comportamenti/opinioni/atteggiamenti sulla base di un ordine gerarchico che percepisco come legittimo, se uno per strada mi dice prendi quest’arma e vai in guerra non me ne frega niente, ma se percepisco l’autorità come legittima, fondata sui dei principi allora cambio i miei comportamenti. Sono stati realizzati degli studi classici sul conformismo e sull’obbedienza, uno di questi è quello di Sherif sull’effetto autocinetico, egli ha invitato 5 partecipanti ingenui in un laboratorio, li ha messi seduti allineati su una sedia senza schienale e gli ha detto guardate quel puntino sul muro, poi ha proiettato un puntino luminoso sul muro e abbassato le luci dicendo che avrebbero visto il puntino che cominciava a muoversi di poco, mi dovete dire una stima di quanto si muove, quindi il compito sperimentale è: guarda quel puntino e valuta di quanto si sposta, è un esperimento sulla percezione visiva. Poi chiede: soggetto n. 1 di quanto si muove? 2 cm, l’altro dice 10, l’altro dice 20. Poi fa rivedere il puntino, e viene chiesto di quanto si muove, il n.1 allora dice 5 (visto che gli altri avevano detto 10), l’altro 10, l’altro 20; poi n.1 dice 5, l’altro 10 e l’ultimo 15, cosa succede? Che al ripetersi delle prove, le persone tendono a convergere verso una stima comune, si sono influenzati reciprocamente, giungendo a una valutazione condivisa. Ps. Il puntino luminoso era fermo, era un effetto ottico chiamato autocinetico classico del cielo stellato (quando guardo le stelle sembra che si muovano). Un’altra ricerca classica sul conformismo e sull’obbedienza è quella di Asch sulla lunghezza delle linee, viene scelto un partecipante ingenuo, gli viene mostrata una linea chiamata linea standard, poi viene tolta e vengono mostrate altre linee, egli dovrà indicare la linea più simile a quella standard, la risposta oggettiva è la linea due; quando la risposta viene data in gruppo i partecipanti iniziano a rispondere, la linea 2, la 2, la 1, continuano a dire la 1 ma a me sembrava la 2, quindi si riguarda. I risultati sono, che quando guardo le risposte da solo il giudizio è sempre corretto, quando sono in gruppo invece, le valutazioni erronee della maggioranza influenzano il 36% delle risposte e i ¾ delle persone si conformano almeno una volta; ciò ha mostrato che la presenza del gruppo ha portato un’influenza sociale, che ha portato a dare delle risposte che non sono in linea con ciò che pensano ma sono dettate dall’influenza degli altri partecipanti, che questa volta erano complici del ricercatore, c’era solo un soggetto ingenuo, è dimostrato che se il partecipante ingenuo rispondeva per ultimo egli dava più risposte sbagliate. Il gruppo era composto da 8 partecipanti. Ciò mostra che anche su compiti di giudizio percettivo, avviene un’influenza sociale. 21 Lezione 07/03/2022 Gli esperimenti di Milgram: esperimenti riguardo l’obbedienza. Due persone entrano nel laboratorio e con il sorteggio di una monetina uno diventa l’insegnante, l’altro lo studente, l’insegnante sta nella stanza con lo sperimentatore; l’insegnante legge coppie di numeri e lo studente deve ripeterli giusti e ogni volta che l’alunno sbaglia l’insegnante da una scossa, e ogni volta la scossa aumenta, lo studente ogni volta urlava e si disperava, e lo sperimentatore invogliava a continuare “per favore porti avanti l’esperimento” , hanno scoperto che gli insegnanti tendevano a dare e a obbedire allo sperimentatore, contribuendo a un comportamento violento, provocava dolore e sofferenza all’altra persona. Lo studente in realtà non riceveva queste scosse, era un attore che faceva finta, l’unico soggetto sperimentale vero e proprio era l’insegnante. È molto facile indurre una persona normale a ucciderne un’altra, non erano persone sadiche, deviate o psicopatologiche. Questo esperimento ha fatto molto scandalo all’epoca, Milgram è stato crocifisso, è un esperimento non etico, l’insegnante esce dal laboratorio convinto di aver dato quelle scosse elettriche. Questo esperimento l’hanno riprodotto in molte varianti. Milgram spiega i risultati attraverso un approccio situazionale: quella persona non era cattiva, ma è la situazione in cui l’abbiamo messa che ha portato a questi risultati; l’obbedienza e la scossa elettrica erano tanto più forte quanto c’era distanza fisica ed emotiva dal soggetto. Tanto più l’autorità è vista come legittima e vicina, tanto più lo sperimentatore è nella stanza, tanto più l’insegnante obbedisce, quando lui esce l’obbedienza diminuisce, questo esperimento è stato riprodotto in un’università buona e una più brutta, per vedere se l’obbedienza diminuiva; infatti, è stato cosi perché li l’autorità era vista come meno legittima. L’obbedienza aumenta se l’autorità appartiene ad un’istituzione credibile (università, scienza). Più si era in gruppo più si tendeva a dare scosse elettriche forti. Prendendo come esempio lo studio di Milgram possiamo comprendere che il conformismo ha il sopravvento sulle norme morali delle persone, trovandomi in una situazione in cui tutti agiscono così a me verrà naturale comportarmi nello stesso modo; un gradino alla volta il comportamento induce l’atteggiamento, anche le persone comuni possono commettere atti di estrema violenza. Ciò che accade dopo aver attaccato una vittima è il meccanismo della svalutazione della stessa. Zimbardo parla dell’Abu Ghraib Iraq prison, prigione in Iraq gestita dai militari americani, all’inizio degli anni 2000 c’è stato uno scandalo perché i prigionieri venivano torturati dai soldati; essi erano privi di addestramento e di supervisione, questa situazione ha fatto emergere come la situazione influenza le persone. Ciò non vuole giustificare, ma mostra come persone comuni nella Seconda guerra mondiale siano arrivati a dei genocidi. Torturare i prigionieri ogni notte era una cosa così naturale che i soldati si passavano le foto con il telefonino. A Zimbardo è stato chiesto di partecipare al processo di questi soldati, egli sostiene che poteva anche esserci una mela marcia tra queste persone, ma in loro si è instaurata un’influenza sociale tale che li ha fatti sfociare in questi comportamenti, egli sosteneva quindi che fosse causata dalla situazione. Es. Seconda guerra mondiale, è possibile che 4 pazzi sadici abbiano messo in atto l’olocausto? No, ci dev’essere stato qualche altro meccanismo che ha causato il tutto. Negli stessi anni è successo lo scandalo di Guantánamo, a Cuba, anche lì era una situazione di isolamento, di mancanza di supervisione. I fattori che predicono il conformismo: 22 - Le dimensioni del gruppo: teoria dell’impatto sociale= l’influenza sociale dipende dal numero delle persone nel gruppo, più è grande il gruppo, più è alta l’influenza. Milgram ha fatto un esperimento a riguardo, uno si mette a guardare un punto nel cielo, poi un suo amico si avvicina, la percentuale di passanti aumentava con l’aumentare del gruppo. - L’unanimitàà se in un gruppo siamo tutti d’accordo quel gruppo ha un’influenza sociale molto forte, ma basta che uno solo del gruppo si tolga, che il conformismo diminuisce, nessuno vuole fare il deviante, ma basta che ci sia un deviante e il gruppo è più debole. Se si rompe l’unanimità del gruppo l’influenza diminuisce. - Ingroup-Outgroup: l’influenza sociale che proviene da una minoranza interna all’ingroup è più forte di quella che proviene dall’outgroup. - La coesione, i gruppi coesi esercitano più potere sui loro componenti rispetto ai gruppi poco coesi - Lo status alto all’interno del gruppo permette di essere più influenti rispetto a coloro che hanno uno status più basso - La risposta pubblica, se devo dare la mia risposta in pubblico è più probabile che io mi adegui alla maggioranza, perché è più difficile distaccarsi da essa - Adesione alla propria presa di posizione, le persone tendono a mostrarsi coerenti con se stessi, se si sono avvicinate alla norma del gruppo continueranno a rimanere fedeli a quella norma del gruppo Visione video di Zimbardo, ted talk, psychology of evil, https://www.ted.com/talks/philip_zimbardo_the_psychology_of_evil/transcript: Cosa rende le persone cattive? Il bene e il male sono lo ying e lo yang della condizione umana; il diavolo prima di diventare tale era un angelo, era buono, questo è un parallelismo con la condizione umana, con le persone che possono diventare cattive. Paradossalmente è stato dio a creare l’inferno, un luogo dove tenere il male. Ciò ci consente di capire la condizione umana, la trasformazione da persona buona a cattiva. Il Lucifer effect, anche se si concentra sul male che le persone possono diventare, ci porta a comprendere che il male è legato al potere, che ci consente di fare male alle persone, psicologicamente e fisicamente. Un esempio è lo scandalo della polizia militare americana, che qualche anno fa è stata indagata per gli abusi sulle persone. Lo stato americano subito si è giustificato dicendo che non era colpa loro, ma di alcune mele marce, secondo Zimbardo invece è colpa del “contenitore”. 2003 Abu Ghraib Iraq prison, foto di persone picchiate, abusate, torturate. La violenza è legata non a scelte disposizionali ma a scelte situazionali, quindi è causata anche dalla società. Ci si chiede “CHI È IL RESPONSABILE DI QUESTI ABUSI?” non bisogna chiedersi chi sono ma “COSA È RESPONSABILE?”. Come si comprende la trasformazione di una persona se inizialmente si considerava buona? Ci sono 3 modi: 1. Disposizionale, guardiamo cosa c’è dentro alle persone, questo è il fondamento di tutte le scienze 2. Situazionale, guardiamo la situazione in cui è inserito, il contenitore 3. Sistematico, il problema è il sistema che crea la situazione che corrompe l’individuo, background politico, legale, economico. SE VUOI CAMBIARE UNA PERSONA DEVI CAMBIARE LA SITUAZIONE, SE VUOI CAMBIARE UNA SITUAZIONE DEVI CAMBIARE IL SISTEMA. Per cambiare una persona dobbiamo comprendere i tre fattori elencati, “faresti l’elettroshock a una persona se Hitler te lo chiede?” “assolutamente no!” e invece guardiamo l’esperimento di Milgram. Le istituzioni sono in grado di influenzare le nostre scelte. Zimbardo fece uno studio, prese 24 volontari sottoposti a test della personalità, quindi erano buone persone, tra di loro scelsero pure le guardie; hanno mandato la polizia a simulare un arresto in modo realistico. Le guardie erano dotate di simboli che rimandavano al potere, come ad esempio il fucile, ed obbligavano i detenuti a pulire i cessi a mani nude e a fare altre cose de umanizzanti, li fanno spogliare, simulare atti di sodomia e sesso orale, lo fecero in 5 giorni, la reazione allo stress fu così estrema che in 36 ore i ragazzi in salute esplosero e il progetto finì dopo 6 giorni perché era fuori controllo. “Se dai potere alle persone senza supervisione, questo sfocerà nell’abuso”. Lezione 08/03/2022 Il pregiudizio È uno dei capitoli centrali della psicologia sociale, in tempi moderni lo studio del pregiudizio è quasi un obbligo morale per lo psicologo. I pregiudizi sono: Basati sulla razza, sul genere, sull’orientamento sessuale, sulla religione, sull’obesità, sull’età, sull’immigrazione. Gli psicologi fanno una distinzione tra: - Pregiudizio: atteggiamento generalmente negativo e preconcetto su un gruppo e i suoi membri 25 Come facciamo a ridurre il pregiudizio? L’unico modo è attraverso L’ipotesi del contatto di Allport, 1954, che sostiene che il pregiudizio nasce dalla non conoscenza, se ho un pregiudizio verso i neri è perché in fondo non li conosco, quindi devo aumentare la conoscenza, per farlo dobbiamo mettere a contatto le persone, dev’essere un contatto prolungato, paritario, con compiti cooperativi, ci dev’essere sostegno istituzionale. Lezione 09/03/2022 Interazione nei gruppi Molti ricercatori di psicologia sociale, hanno studiato gli atteggiamenti delle persone in gruppo; uno dei meccanismi studiati è quello della Deindividuazione di Festinger, 1952, per cui le persone in gruppo si comportano in maniera più antisociale rispetto a come si comportano da sole, un esempio è lo stadio, precisamente la deindividuazione viene definita così “stato psicologico nel quale le persone vedono se stesse nei termini di un’identità di gruppo e il loro comportamento è guidato dl gruppo”. Zimbardo, fece degli studi sulla deindividuazione, in cui piccoli gruppi di persone venivano deindividuati con delle divise simile a quelle dei membri del kukuzklan, venivano invitati in laboratorio e gli veniva detto che gli veniva fatto un esperimento sull’apprendimento, in cui dovevano dare delle scosse al collaboratore ogni volta che compiva un errore, si è notato che questo gruppo di persone con il cappuccio davano scosse elettriche molto più lunghe, rispetto alle persone del gruppo di controllo senza il cappuccio. Quindi la situazione di anonimato produce un fenomeno antisociale, questo fenomeno era tanto più grande quanto lo era il gruppo. Questi esperimenti avevano portato alla conclusione che le persone nei gruppi perdono la coscienza di sé e le norme morali, in realtà altri esperimenti compiuti successivamente hanno mostrato che le persone in gruppo tendono ad adottare le norme e le aspettative del gruppo, in altri gruppi dove venivano vestiti da infermiere i loro comportamenti altruistici e pro sociali aumentavano, rispetto a una situazione di controllo dove non avevano la divisa quindi lo stare in gruppo non aumenta comportamenti antisociali, ma anzi si adottano le norme del gruppo. Un altro fenomeno è quello della facilitazione sociale, ha a che fare con l’influenza del gruppo sui membri, in particolare è stata studiata nelle prestazioni di gruppi, il primo ad averlo studiato è stato Triplet, 1898, era un appassionato di corse di biciclette e studiava la prestazione dei ciclisti e osservò che i ciclisti correndo in gruppo aumentavano la pedalata, si impegnavano di più. La facilitazione sociale è “un effetto prodotto sul nostro comportamento dalla presenza di altre persone, le risposte più accessibili diventano più probabili”. Su questo effetto ci sono stati ulteriori studi, è vero che i ciclisti in gruppo si comportavano in maniera più attiva, ma perché invece in una partita di calcio un calciatore tira il rigore e in uno stadio si sente più sotto pressione e sbagliare il rigore? Perché quello che avviene nel fenomeno della facilitazione sociale è n effetto di attivazione psico-fisiologica, quando siamo in presenza di altre persone piuttosto che da soli, avvengono due cose importanti: abbiamo timore di essere valutati dagli altri, non siamo così rilassati come quando siamo da soli, dall’altro lato gli altri ci possono distrarre, ciò crea un vero e proprio aurosal. Cosa determina questa attivazione fisiologica? Zajonc, 1965, che si è occupato della facilitazione sociale, sostiene che questa attivazione può portare ad attivarci e a comportarci in maniera più rapida, perché quel comportamento è più accessibile, perché l’abbiamo appreso in maniera più automatica (es. la pedalata) mentre un comportamento meno accessibile, se non viene spontaneo può essere peggiorato da questo stato di attivazione fisiologica, quindi questa attivazione migliora le cose semplici, quelli che ci vengono più automatici, mentre può peggiorare quei compiti che non abbiamo preso bene. Questo fenomeno della facilitazione sociale è stato osservato anche sugli animali. Correlato alla facilitazione sociale esiste anche il fenomeno dell’inerzia sociale, che è la tendenza a impegnarsi meno in un compito. Prima abbiamo visto che i ciclisti in gruppo pedalavano meglio, ma alcuni studi hanno osservato che gli sforzi individuali potrebbero ridursi in alcuni compiti, come quelli del tiro alla fune, in particolare nei compiti in cui gli sforzi vengono sommati, ossia quei compiti chiamati additivi, dove lo sforzo del singolo individuo non è facilmente individuabile, potrebbe essere che gli individui si sforzino di meno rispetto a quando sono da soli, perché il loro contributo non è visibile, gli altri non sanno quanto noi stiamo tirando; in compiti non additivi invece per timore di valutazione da parte degli altri, porta all’attivazione fisiologica. Questo può essere moderato da tanti fattori, se quel compito è molto importante per il gruppo, anche se l’individuazione del nostro sforzo non è cosi individuale, comunque ci impegneremo; lo stesso vale per lo standard del gruppo se è alto. Un altro fenomeno che incide sull’inerzia sociale è l’equità, se noi sappiamo che gli altri membri del gruppo si impegnano molto ci impegneremo anche noi, e viceversa. Nel 1976, Moscovici, studiò l’influenza della minoranza; le minoranze attive sono quelle che producono un cambiamento nella maggioranza se: 1) offrono uno consenso alternativo alla maggioranza 2) se offrono un punto di vista coerente al proprio interno 26 3) coerente nel tempo, che permette di acquisire credibilità Il cambiamento ottenuto dalla minoranza è importante perché porta la maggioranza, nona compiacere la minoranza, ma ad ascoltare le argomentazioni, a provare a contro argomentarle, e se non ci riesce porta a un cambiamento; quindi, il cambiamento della minoranza porta a un cambiamento profondo e non superficiale. Per quanto riguarda i cambiamenti della minoranza possiamo prendere come esempio gli impressionisti, che erano visti male, perché proponevano uno stile lontano da quello in voga al momento. Nel 1969 Moscovici fece l’esperimento della diapositiva blu/verde, in laboratorio venivano invitati dei partecipanti che avrebbero costituito la maggioranza ingenua (4/5 persone) in mezzo al gruppo c’erano 2 collaboratori del ricercatore che erano istruiti a dare risposte scorrette, venivano proiettate le diapositive blu e i 2 dicevano che la vedevano verde, è contraria all’evidenza percettiva, quindi è difficile che si riesca a ottenere il consenso della minoranza, ma nonostante questo la maggioranza in un 8% dei casi si faceva influenzare dalla minoranza; non è una percentuale così importante, però è un risultato significativo rispetto a un gruppo di controllo, dove non essendoci collaboratori il 100% diceva di vedere blu. La presenza della minoranza aveva influenzato la maggioranza. Effetti di influenza informativa e normativaà esempio di un esperimento effettuato da Zimbardo, prendono un candidato per un finto colloquio di lavoro, poi fanno uscire del fumo che fa pensare ad un incendio, il candidato scappa subito; poi replicano l’esperimento con dei finti candidati che conoscono l’esperimento, quando il fumo esce non si alzano, e il candidato ignaro non sa cosa fare, si chiede perché queste persone non si alzano, non vuole farlo per primo per non se sembrare esagerato, si chiede se effettivamente non si alzano perché magari non è così grave o perché sanno qualcosa in più di lui. Le persone di fronte a un’evidenza percettiva si fanno influenzare al punto di mettere a rischio la propria vita, perché? Due motivi: gli altri esercitano su di noi influenza informativa, perché pensiamo che gli altri possano essere una fonte di informazione, il loro comportamento ci offre un indizio “forse loro sanno che qui non sta avvenendo un incendio” e normativa, cioè il gruppo ci comunica come dobbiamo comportarci di fronte a un evento, rispetto le norme del gruppo, io non voglio apparire deviante, non voglio sembrare diverso. La presa di decisione nei gruppi si suddivide in alcune fasi: 1. Fase di orientamento: identificazione del compito e strategie d’uso 2. Fase di discussione: cercare informazioni, identificare possibili soluzioni e valutarle 3. Fase della decisione: uso delle regole implicite o esplicite di decisione 4. Fase dell’implementazione: agire di conseguenza e valutare Tutto questo processo della presa di decisione può riguardare sia compiti di tipo cognitivo, es. un gruppo di ragazzi che deve trovare una soluzione a un compito di matematica, che di tipo valutativo, non c’è una risposta corretta ma comunque bisogna trovare una decisione, es. uscire a mangiare tutti insieme trovando il consenso sociale. La polarizzazione è il risultato di una presa di decisione del gruppo che produce una decisione più polarizzata verso un estremo rispetto alla decisione che prenderebbe il singolo. Stoner negli anni ’60 fece degli esperimenti in delle facoltà americane, chiedendo di partecipare a dei gruppi di discussione prendendo prima una decisione da soli, poi in gruppo, e riguardava il lasciare un lavoro sicuro per trovarne uno più retribuito e prestigioso; la decisione dei singoli individui erano più caute rispetto a quelle che prendevano in gruppo; il gruppo è più rischioso nel prendere decisioni. Questo fenomeno venne da lui chiamato Risky Shift, ma i suoi esperimenti sono stati criticati perché mostravano una parte della realtà; infatti, secondo la polarizzazione il gruppo può portare anche a una risposta più cauta, non necessariamente più rischiosa. Il gruppo porta a un’amplificazione della posizione originaria dell’individuo. La polarizzazione avviene per tre ragioni: - Per persuasione, perché nel gruppo ci sono solo alcune argomentazioni che vengono discusse in maniera più persuasiva o che vengono sollevate più spesso - Per confronto sociale, perché l’opinione del gruppo se appare indirizzata verso un certo punto di vista, non volendo apparire diversi per influenza normativa, ci polarizziamo verso quella opinione condivisa - Per differenziazione, per il fenomeno della categorizzazione sociale, se le decisioni di gruppo mettono in evidenza il confronto fra due gruppi, fra ingroup e outgroup, può avvenire un fenomeno di polarizzazione, perché cerco di valorizzare la posizione del mio ingroup rispetto all’outgroup Il groupthink, o pensiero di gruppo, è un fenomeno studiato da Janis nel 1977; analizzò una serie di decisioni fallimentari in tema di politica estera, condotte dagli stati uniti, sia durante che dopo la seconda guerra mondiale (perl harbour, la guerra in Vietnam…); si chiese perché nonostante fossero un gruppo di esperti le decisioni furono fallimentari; il responsabile delle scelte fallimentari è proprio il groupthink, il pensiero di gruppo, che veniva preannunciato da 3 sintomi: 27 1. Sopravvalutazione del gruppo: - ci si sente invulnerabili, quindi si sottovalutano i rischi, da soli si è più in discussione; - credenza in una moralità intrinseca del gruppo, una moralità che non viene nemmeno discussa e viene data per implicita ed accettata 2. Ristrettezza mentale: - nel gruppo le decisioni anche sbagliate possono essere razionalizzate - si tende a stereotipare i gruppi esterni 3. Pressioni verso l’uniformità: - Si cerca di raggiungere in fretta una soluzione unanime quindi si crea un’illusione di unanimità - Viene effettuata autocensura, da parte di chi la pensa diversamente ma evita di dirlo - Pressione diretta sui dissenzienti, chi la pensa diversamente viene zittito - Autosorveglianza, nascono dei veri e propri protettori del gruppo Per risolvere il Group Think si può evitare che il leader sia troppo direttivo, che eviti di dire la propria opinione prima che gli altri la esprimano, così si ragiona; si può eleggere un vero e proprio avvocato del diavolo, gli si lasci dire quello che pensa anche se è un’opinione un po' deviante. Compilazione questionario: https://socpsy.qualtrics.com/jfe/form/SV_a4SlkgOlEuhHfyS Lezione 14/03/2022 Mercoledì (ultima lezione) domande su ciò che non è chiaro. “Bambini insieme”, Baumgartner & Bombi (2005) Capitolo 1: Questo libro è a cavallo tra la psicologia sociale e quella evolutiva, tratta dello sviluppo sociale dei bambini nella fascia d’età 3-5 anni; quindi, prende in considerazione interazione tra pari, sviluppo ecc. in questa fascia d’età, tutto il libro è la descrizione di una ricerca empirica fatta dalle autrici. Gli autori prendono in considerazioni 3 classi dell’ultimo anno di 3 scuole dell’infanzia diverse della zona del Lazio; l’obbiettivo era quello di esplorare alcuni temi fondamentali dello sviluppo sociale, come il ruolo delle differenze di status, quali sono le attività preferite da maschi e femmine ma soprattutto se è vero che i bambini sviluppano quella che si chiama la teoria della mente ossia la rappresentazione che i bambini si fanno della mente degli altri bambini; quando i bambini interagiscono tra loro, giocano, parlano ecc… lo fanno leggendo i comportamenti per come sono, quando sviluppano la teoria delle mente (4/5 anni) riescono a leggere i comportamenti degli altri, come dotati di una mente, riescono a capire che c’è una forma di logica retrostante ai comportamenti degli altri bambini e sviluppano anche una qualche forma di rappresentazione, cioè i bambini non solo riescono a dire chi sono i loro amici, ma riescono anche a rappresentarsi, ad avere una visione di quello che è il loro gruppo classe; non ci si aspettava che i bambini sotto i 6 anni avessero questa rappresentazione. 30 - Differenziazione tra “noi” e “loro”, tra ingroup ed outgroupàdiscriminazione ed aggressività - Gruppo in senso psicologico, quando io appartengo a un gruppo sono motivato ad avvicinarmi alle norme del gruppo, perché sono portato ad accostarmi ai comportamenti del gruppo; in alcuni gruppi c’è la moda di giocare alla parrucchiera perché magari i bambini più grandi ci giocano quindi lo faccio anch’io. La socializzazione di gruppo è una forma di influenza sociale che avviene all’interno dei gruppi quando reciprocamente si cerca di diventare simili a chi già percepivamo come simile a noi, ad Anna piace giocare con i lego, alla parrucchiera e le piace colorare, va alla scuola materna e tutti giocano alla parrucchiera, quindi lei piano piano, gioca cercando di avvicinare il proprio comportamento a quello degli amici. I bambini tendono ad essere attratti ai propri simili e tendono ad assomigliare sempre di più agli altri bambini del gruppo, è un effetto simile a quello autocinetico. Lezione 15/03/2022 (L’unico capitolo di cui non parliamo a lezione è quello dei bambini di alto status). I bambini di status più alto o comunque quelli che vengono considerati “leader” nel senso che orientano i giochi, hanno un ruolo particolare, perché i bambini modificano il loro comportamento sulla base di quello dei ”leader”; i bambini sono spinti verso i comportamenti socialmente condivisi spesso messi in atto dal leader, perché un po' il prototipo del gruppo. L’attività sociale dei bambini aumenta progressivamente da 1 a 5 anni, e l’interazione non è più solo 1:1, non si parla più di coppie, ma di gruppo, questo concetto non è scontato, le ricerche hanno mostrato che i bambini dell’infanzia hanno un’idea di gruppo, se lo rappresentano mentalmente e sono capaci di coordinare le attività a livello del gruppo. Il Class Dynamic Test è uno strumento che permette di osservare la geografia sociale dei bambini (già spiegato prima) e serve per individuare gruppi, diadi e individui isolati e la segregazione per età e genere. Questo grafico mostra che le bambine piccole giocano con le bambine piccole, le bambine grandi con le bambine grandi; mostra si ala segregazione per genere che quella per età. 31 Per quanto riguarda l’osservazione diretta i ricercatori hanno osservato il numero di volte che veniva messo in atto un comportamento, è emerso che nel 16% delle situazioni c’era un’attività parallela, un bambino giocava li a fare la mamma, dall’altra parte lo faceva a una bambina, svolgevano la stessa attività ma individualmente, non c’era un’interazione. Un altro elemento è la prossimità, cioè i bambini che chiamavano gli altri per giocare assieme. Ciò dimostra che i comportamenti di tipo coesivo es. conversare, condividere, ricercare e mantenere la prossimità, diventano proprietà stabili nei bambini a 5 anni. Capitolo 5: Parla delle questioni di genere nella scuola dell’infanzia. Il sesso è l’aspetto biologico, è quello assegnato alla nascita. Il genere invece è la costruzione sociale, sono quelle aspettative che riguardano gli interessi, le caratteristiche, i ruoli associati a un certo sesso. La psicologia del sesso e del genere (gender studies) si occupa della ricerca di quegli stereotipi fondati sul genere, e della relazione fra sesso e genere, cioè le relazioni fra questi due aspetti e altri aspetti (es. orientamento sessuale, status…). Il sesso è strettamente legato al genere; l’insieme delle aspettative di ciò che appropriato o no in base al sesso è chiamato stereotipo di genere. Gli stereotipi di genere sono una profezia che si autoavvera, più credo negli stereotipi di genere più li propago (questo funziona con tutti gli stereotipi). Un esempio è la capacità delle bambine in materie scientifiche (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica), se pensiamo che le bambine non siano capaci non le rinforzeremo positivamente, non le motiveremo e probabilmente non sceglieranno una facoltà scientifica. La maggior parte degli studi sul gender sono stati fatti sulle donne perché sono la minoranza. Al secondo anno di vita inizia la segregazione di genere, ha a che fare anche con l’identificazione nel nostro genere, si è osservato che le amicizie sono segregate (la femmina ha una bff femmina, il maschio lo stesso). La segregazione di genere si autoalimenta, io gioco con Anna perché giochiamo alla parrucchiera e visto che ci pia e non incominceremo a giocare ai lego con Antonio. L’intervento dell’educatore è diretto, se io impongo la regola che giochiamo tutti alla parrucchiera e creo un buon clima, vado a scardinare questo stereotipo, bisogna creare un ambiente dove non c’è il giudizio, è fondamentale. LEZIONE 16.03 Bambini e bambine: il sesso nella scuola materna 32 Segregazione di preferire di giocare, interagire con bambine dello stesso sesso. Non sono positivi ne negativi, si auto avverano. Noi come educatori abbiamo un ruolo: intervenire per cambiare questi stereotipi. Effetto Pigmalione: noto anche come effetto Rosenthal, deriva dagli studi classici sulla "profezia che si autorealizza". Scuola elementare, gruppo di ricercatori, somministrazione test cognitivo ad una classe; hanno trovato un gruppo più dotato che avrebbero avuto i voti più alti a fine anno. A fine anno tornano, e i bambini indicati più dotati, sono quelli che avevano i voti migliori. Ma il ricercatore aveva butta i risultati del test e sorteggiato a caso i migliori: a fine dell’anno però erano questi i migliorià mostra il grande potere che abbiamo come ducare: erano le aspettative degli insegnanti che hanno premiato, messo in minor importanza gli sbagli, sostenuto, che hanno sostenuto quei ragazzini “migliori”. Questo si applica la rendimento scolastico (voti): questo si può applicare ad altri aspetti: ad esempio le aspettative riguardando la matematica: idea che le ragazze siamo meno portate per le materie scientifiche. Però si è osservato che quando gli insegnamenti non condividevano questa idea che fossero le ragazze meno brave: autoefficacia ( percezione di me stessa di essere in grado di fare qualcosa, legata all’ empowerment). Com’è che alcuni nascono maschie ci rimangono e altri no? Quali teorie? (Libro del 2015) - Biologica: gruppo di ormoni ( influenza l’aggressività nei maschi) - Cognitiva: processi cognitivi, memoria ecc coinvolti nel sesso assegnato alla nascita. - Socio-cognitiva ( convince di più): ha a che fare con le pratiche educative: “guarda che brava Giulia che gioca a fare la mamma”, “ guarda Antonio che bravo con le costruzioni”. Rinforzo positivo o negativo che influiscono sulla socializzazione del genere. Osservazione, imitazione: vedo il comportamento delle altre bambine e le imito. Rinforzo dei coetanei: se gioco a parrucchiera posso giocare con le mie amiche; se voglio giocare a calcio ma le mie amiche no, non gioco con loro (gruppo). “Ma dai lascia stare, gioca con noi “alla parrucchiera”. Rinforzo dei pari.
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