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Appunti terzo parziale, Appunti di Storia

Appunti terzo parziale storia internazionale dell'età contemporanea SID MZ

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 23/12/2021

federica-mirri
federica-mirri 🇮🇹

3.2

(6)

7 documenti

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Scarica Appunti terzo parziale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Lez. 12/11 Terzo Parziale Guerra Fredda Breve bilancio sgm: circa 60 milioni di vittime, in gran parte civili. Deportazioni, il più meticoloso tentativo di genocidio di massa dell'era moderna (la Shoah), l'avvento di una nuova arma, l’atomica, capace di minacciare l'esistenza del genere umano. Tutte le potenze ne escono indebolite. Vi furono poi i processi ai vinti, il più noto fra tutti quello di Norimberga. Vi è poi il problema della ricostruzione affidata ai vincitori: ricostruire un nuovo sistema internazionale, rafforzare le democrazie e riavviare l'economia. Accordi Bretton Woods: banca mondiale, fondo monetario internazionale. L'URSS si isolerà successivamente da queste istituzioni, considerate incompatibili con l'economia russa. Il mondo che merge del 1945 è profondamente cambiato e dominato da due superpotenze = paesi che dispongono di risorse, densità, vastità, capacità tecnologiche, sapere scientifico e potere militare: USA e URSS. Venuto a mancare il motivo di alleanza tra le due, ovvero la Germania, resta solo la loro profonda diversità. E si ripropone un assetto bipolare, una situazione anomala perché ci sono sempre state più di due potenze. Usa, patria della liberal democrazia; dall'altra la Russia, un sistema che punta a edificare una società equa rinunciando ad ogni diritto individuale; individuo e libertà contro stabilità ed eguaglianza. Alla fine della guerra sono molti gli americani convinti che se il mondo somigliasse di più all'America sarebbe un posto migliore. L'unione sovietica non si interessa più di esportare il comunismo nel mondo ma punta di più a proteggere il proprio potere. Gli americani puntano alla ricostruzione, l'URSS a mantenere il controllo strategico del nuovo territorio. Per gli USA un mondo sicuro è un mondo democratico, per l'URSS è una URSS sicura. Tra i primi a prendere consapevolezza della divergenza fu Churchill con l'espressione cortina di ferro che sta scendendo dal baltico fino a Trieste e divide l'Europa in due. Clima politico che si instaura tra due superpotenze quando si impone questo sistema bipolare tra due realtà in opposizione. Definizione lasciataci dal giornalista americano Lippmann: una guerra che non si combatterà ma sarà dura e spietata e durerà quasi mezzo secolo. La deterrenza è ciò che impedì una terza guerra mondiale. Nel 49 l'unione sovietica si pone in una posizione di equilibrio strategico con gli usa, costruendo l’atomica. Poi l'URSS passa in vantaggio con l'equipaggio sulla luna; inizia un gioco alle armi che porta agli accordi nucleari col fine di mantenere una condizione di equilibrio strategico tra le due in nome dell'idea che scatenare un attacco potrebbe portare ad una distruzione globale. Così si evita e si evitò all'ora la guerra nucleare. Nessuno ha interesse ad attaccare per il timore delle possibili rappresaglie. Il problema è che ora le potenze atomiche non sono più esclusivamente USA e URSS ma tante altre. Lez. 15/11 RICOSTRUZIONE E PRIMA FASE DELLA GUERRA Problema ricostruzione economica: impellente, vissuto da europei e americani, che sono in grande espansione economica, massima potenza con guerra, e ora che si fa se gli europei non possono più avere scambi commerciali con USA? Dove investono gli americani? Interesse di espandere mercati ancora più evidente quando da est c'è la tendenza Urss a espandere influenza su Europa. Nasce l'idea che un'Europa democratica, solidamente e economicamente sviluppata (a immagine e somiglianza dell’usa) sarà la migliore alleata degli stati uniti contro Urss. Nel 1947 US promossero il Piano Marshall, o ERP-European Recovery Plan, un ingente programma di rilancio economico a sostegno dei paesi europei, per 13 miliardi di dollari fra prestiti e aiuti. | paesi maggiormente beneficiati furono Gran Bretagna, Francia e Italia; l'URSS rifiutò di beneficiarne e impedì l'adesione anche ai paesi dell'Europa centro-orientale. Anziché fare investimenti o credito a paesi europei, la soluzione migliore per gli americani è concedere soldi a fondo perduto, se lo possono permettere (economia straordinariamente ricca) ed è una scelta intelligente. Aiutano europei in modo incondizionato, rimettendo l'economia in piedi in modo veloce per fare partner economici alleati militari e politici. È un grosso investimento, lungimirante. Costruiscono Europa partner contro paesi minacciosi. Danno questi soldi a tutti, anche a paesi dell'Europa dell'est già sotto il satellite sovietico, aperto a tutti. Come vengono spesi? Ci sono paesi da ricostruire ex novo. Molti paesi approfittano della disponibilità di soldi per sviluppare un Welfare State, sistema di intervento pubblico e assistenziale a sostegno di quei servizi che la guerra ha in qualche modo eliminato: sanità, infrastrutture ecc. Fondamentale il piano di investimenti del sociale in GB, grazie a governo laburista che subentra quando i conservatori a fine guerra decadono. Nazionalizzazione dei settori strategici, garanzia dei salari minimi per tutti. Gli aiuti si associarono a politiche economiche ispirate a liberismo ma con un’attuazione che rafforzò spesso l'intervento pubblico nella vita economica. In Italia gli istituti fascisti di intervento economico rimasero in vita. In Gran Bretagna trovò sviluppò un notevole Welfare State, si ebbero nazionalizzazioni di attività produttive, introduzione di salari minimi (piano Beveridge). Europa orientale non aveva tradizione di forti e radicati partiti comunisti. Sistemi politici come Polonia e Ungheria, erano prevalentemente conservatori: forte il partito dei contadini, ostile a grandi cambiamenti sociali. Problema di Stalin: come comunistizzare paesi che una tradizione comunista non la avevano mai avuta, è fuori discussione promuovere rivoluzione come quella della Russia, non ci sono presupposti. Stalin si inventa un meccanismo semplice e brutale: questo non importa perché abbiamo fatto avanzare armata rossa che per sua natura è una forza rivoluzionaria, che ha preso operai e li ha trasformati in soldati, ha liberato l'Europa dalla Germania nazista. La presenza dell’armata rossa in questi paesi è di per sé un fattore rivoluzionario che supplisce alla mancanza di presupposi di rivoluzione. L'Armata rossa diventa una forza politica, garantisce il controllo di Mosca su questi paesi e in senso pratico risolve qualsiasi problema per Stalin, i comunisti vincono sempre le elezioni. Democrazia popolare: sistema imposto dall’Armata rossa. Si tengono elezioni, si formano governi di coalizione in cui comunisti si garantiscono controllo, polizia. Governi transitori fino a quando partito comunista locale vince con percentuali plebiscitarie, si crea sistema monopartitico e viene eliminato pluralismo politico. Processo che si svolge in tempi rapidi; nel 48 già compiuto in Cecoslovacchia. Le elezioni ci sono e servono a dimostrare il monopolio di comunismo su Europa orientale. Economia: non si punta su economia di mercato, devono assomigliare a modello sovietico. Strumento della programmazione economica sovietica, piani pluriennali; lo stato, ovvero partito comunista, con i suoi esperti stabilisce i settori dell'economia da sviluppare entro tot anni. Se c'è carestia, si incentiverà la produzione agricola. Modello di economia dirigista produce degli ottimi risultati, economia si rimette in piedi dopo guerra. Programmazione economica dall’alto funziona e molti servizi sociali di base vengono garantiti dallo stato: abitazione, sanità. Gli standard qualitativi però non reggono con quelli a occidente. | livelli di crescita economica non sono paragonabili a quelli dell'Europa occidentale. Da subito c'è differenza qualitativa di risultati. Un sistema corre più veloce dell'altro. Differenze di sviluppo che si accumuleranno nei decenni. In Europa centro-orientale i sovietici edificarono le cosiddette democrazie popolari: l'assenza di una tradizione locale di forti partiti comunisti e la carenza di una propensione rivoluzionaria socialista, furono sostituite dalla presenza prolungata dell’Armata Rossa, considerata «forza rivoluzionaria» per eccellenza. Si costituirono i partiti comunisti locali e si tennero elezioni che portarono a governi di coalizione nei quali i comunisti si assicurarono i dicasteri chiave (Interno, Difesa, ecc.). Successivamente nuove elezioni dettero ai comunisti percentuali di consenso plebiscitarie che portarono al governo del partito unico e al bando degli altri partiti, sul modello sovietico. Tensione tra usa e comunismo ma anche tra stessa Cina comunista e unione sovietica, e a Stalin fa comodo tenere la Cina in una condizione di dipendenza e subordinazione. In Asia la gf si combatte nel concreto: 1850 guerra di Corea scoppiata perché alla fine della guerra il Giappone perde il controllo sulla penisola coreana presa dalla Russia; viene divisa a nord regime comunista a sud filooccidentale americano; penisola in due sistemi politici contrapposti. Nel 1950 si pensa a come unificare in seno alle nazioni unite: libere elezioni per dare un governo unico alla penisola coreana; la proposta occidentale è “chi vince costituirà il governo unico coreano”, per i sovietici invece assemblea popolare. Le nazioni unite non risolvono il problema allora Kin, capostipite della dinastia nordcoreana, invade la corea dal sud. Gli americani condannano questa invasione e riescono a far costituire un esercito di “caschi blu” col compito delle nazioni unite di liberare la corea del sud da quelle del nord (in realtà sono per lo più americani). Guerra di 3 anni che si concluderà quando all'altezza del 38° parallelo verrà sancita la linea che tutt'oggi separa corea nord comunista e sud filooccidentale. Fu una guerra tra americani e cinesi: Mao manda i propri soldati a fianco dei nord coreani. Lo scontro è tra americani e cinesi-coreani comunisti. Il Giappone diventa così il più grande alleato statunitense, assumendo la difesa del Giappone e poi della corea del sud che stazionerà nelle acque del pacifico azione di contenimento della corea comunista. Guerra fredda livello culturale e sociale: influenza la vita cult e sociale nei paesi. Nell’usa agli inizi degli anni 50 abbiamo un clima culturale e politico molto avvelenato dalla gf chiamato della caccia alle streghe, anni di grande tensione e preoccupazione. Nascono fanatismi per cui si vedono nemici interni ovunque. Joseph Mac Carthy è una sorta di inquisitore che diede avvio a questa caccia, vede comunisti ovunque; riesce a far passare il provvedimento con cui divenne molto facile non solo accusare ma anche condannare presunti comunisti. In particolare, nel mondo delle arti e dello spettacolo. Questo clima fu accentuato anche dal responsabile dell'FBI Hoover, l’uomo che spesso raccoglie dossier su vari personaggi politici facendoli spiare in maniera del tutto arbitraria per poi poterli ricattare. AI miglioramento del clima nel mondo contribuì nel 53 l'improvvisa scomparsa di Stalin da cui nacque una lotta di potere nel partito comunista dal quale emerse Kruscev. Conseguenze aperture di Kruscev, lieve allentamento morsa staliniana. Le difficoltà nel blocco sovietico alla scomparsa di Stalin ci dicono come all’interno del blocco filosovietico vi è una profonda rigidità politica e allora Kruscev deve rinnegare le riforme staliniste che permisero il diffuso riformismo nel mondo dell'ideologia marxista (riforme che mettono in discussione la compattezza del modello sovietico). A inizio anni 50 in questo panorama molto critico di crisi e conflitti c'è un bagliore di speranza: il processo di integrazione europea. Nasce da alcune esigenze storiche nate nella sgm e rese ancora più impellenti dalla gf: collaborare per riprendersi dalla guerra, consolidare la democrazia in tutto il continente europeo, sono francesi , inglesi, italiani, tedeschi, ecc. nasce la comunità del ferro e dell'acciaio, CECA. La gf condiziona in maniera ambivalente: debolezza dell'Europa rispetto alle grandi potenze e quindi paura e volontà di collaborare, capire che solo le due super potenze che sono i capi delle due parti d'Europa potranno riportare all'unità europea. Come fare ? che metodo seguire? Possiamo dar vita a un'integrazione europea significativa con o senza la Germania? Integrazione con la Germania o escludendola? Sono solo alcuni dei grandi interrogativi. Già nel 1951 con la nascita della ceca la Germania è coinvolta e anzi protagonista; coinvolta perché la Germania occidentale ha tassi di crescita elevatissimi più di qualsiasi altro paese occidentale. Due paesi la sostengono, la gb e gli usa, che la pensano uguale: bisogna fare della Germania la locomotiva dellEuropa perché ha l'economia più forte; integrazione anche militare per loro per meglio contrastare la minaccia sovietica. Questa seconda proposta allarma profondamente i francesi che all'idea di una Germania riarmata trema. Si giunge alla CED comunità europea di difesa che avrebbe dovuto soddisfare entrambe le parti: riarmo europeo e anche della Germania, comunque sempre controllati dalla NATO. Questa proposta della CED viene nel 1954 clamorosamente bocciata, prevale la paura: i nazionalisti francesi non si fidano, non c'è alcuna garanzia che possa consentire il riarmo tedesco: è la prima battuta d'arresto del processo di integrazione europea. Occorre attendere il passaggio dalla ceca alla CEE nel 57, base su cui le attuali istituzioni europee si formarono, per una ripresa del processo, nel 79 parlamento europeo. Processo di grande valenza storica; dobbiamo però tenere contro degli ostacoli che incontrò sulla strada di evoluzione. Gli usa lo favorirono da subito perché visto come deterrente all’URSS. Con l'avvento dell'euro anche i rapporti con l’usa si incrineranno. Questo processo porta a una rinascita della Germania occidentale che per molti deve essere sfruttata per l'unificazione europea. La Francia vive una nuova stagione di travaglio politico che porterà alla quarta repubblica, non troppo diversa dalla terza, che ebbe come forme di debolezza l’'eterogeneità tra partiti politici. De Gaulle prima protagonista della vita politica francese ora si ritira perché non si riconosce più in essa. La quarta rep ha anche il problema delle colonie che mantiene ma che comunque poi deve affrontare le rivendicazioni indipendentiste. Poi di nuovo crisi e ritorno di de Gaulle e decolonizzazione. De Gaulle è un po’ il figlio della sgm che invece di prendere atto della decadenza della Francia non si rassegna al suo ridimensionamento e vede profilarsi lo scenario di un'Europa divisa in due sfere di influenza e questo determina la fine di ogni ambizione di grandezza francese (de Gaulle è un nazionalista convinto che il mondo per essere un mondo migliore necessiti di una grande Francia forte e quindi autonoma dagli altri paesi). DG ipotizza un'Europa delle patrie in cui le identità non vadano confuse e smarrite per inseguire un progetto in cui non crede, degli stati uniti e dell'Europa. Nella sua visione europeista la Francia dev'essere la potenza leader dell'integrazione europea e solo così potrebbe accettare una Germania riarmata (supremazia americani ostacolo principale al ritorno francese di guida nel processo di riunificazione). Per questo la Francia diventerà una grande potenza nucleare. Padri dell'Europa: Adenauer, padre fondatore Germania occidentale, colui non fu disposto a barattare la supremazia della Germania per l’unità tedesca. Jean Monnet, francese che lavora per le istituzioni economiche americane. Alcide De Gasperi, democristiano, pacifista, crede fortemente nell’integrazione europea. Wiston Churchill che, come tutti gli inglesi, non aveva alcun interesse nel processo di integrazione europea. Nella seconda metà degli anni 50 assistiamo all'avvento di un nuovo clima tra le grandi potenze: distensione, ovvero miglioramento dei rapporti tra le due super potenze: un sistema di competizioni pacifica, appurato che la guerra è fuori discussione. Anche negli interessi dell'Europa per favorire il processo di integrazione europea (puramente astratto come clima, ma ufficialmente è quello che si dice): giovane nuovo presidente americano Kennedy, Kruscev e il papa Giovanni 23°. Kennedy personalità molto affascinante con cui dopo una fase molto oscura della politica americana nasce la speranza che tornino alla questione sociale: razzismo, povertà ,inclusività , rilancio del mito frontiera che deve portare a un miglioramento delle condizioni sociali e un nuovo sviluppo culturale e scientifico, il cui più alto obiettivo sarà lo spazio: la luna. In politica estera però non si discosterà dai suoi successori. Lez. 24/11 Apre una stagione di rinnovate speranze portando una ventata di novità alla Casa Bianca. Tutto ciò accompagnato però da una assidua politica internazionale. La missione lunare ha questo scopo. Due grandi crisi videro Kennedy protagonista nei primi anni 60: la crisi di Berlino culminata nel ‘61 con la costruzione del muro, e la crisi dei missili a Cuba (non è uno stile morbido, soft rinunciatario!). Alla fine degli anni 50 il problema di Berlino è ancora irrisolto: le condizioni di vita tra Berlino est e ovest sono profondamente diverse; quella orientale è la massima più riuscita espressione della pianificazione economica del mondo socialista ma non regge il passo con quella occidentale portando a un progressivo spostamento di tedeschi da oriente a occidente. Su intuizione del leader della Germania occidentale Ulrich nel 1961 per bloccare questo flusso si pensa di costruire un muro. Ci sono due livelli per vedere questa crisi: ufficialmente Kennedy va a Berlino e pronuncia uno dei più celebri ed efficaci discorsi della gf, in cui dice che a quelli che non sanno ancora quale sia la differenza tra il loro sistema liberal democratico e quello sovietico lui dice “venite a Berlino” per mostrare appunto l'ostacolo costruito per impedire ai tedeschi di giungere all’occidente (tecnica oratoria straordinaria di Kennedy, gestualità, postura, ecc.). Però c'è un altro livello di analisi del processo di costruzione del muro: tutto sommato l'idea di costruire questo muro non dispiace affatto a Kennedy perché così si risolve la questione di Berlino, facendo assumere la colpa ai sovietici. Alla fine degli anni 50 il dittatore cubano Batista che è un uomo americano, garante dei loro interessi, è talmente impopolare che un giovane avvocato Fidel castro guida una ribellione che spodesta Batista e gli americani non fanno nulla per proteggerlo perché dopo tutto è un nazionalista; Castro, tuttavia, prenderà sempre di più le distanze dalle influenze americane. Cuba che vive di canna da zucchero la nazionalizza sottraendola agli americani e rompendo i rapporti economici avvicinandosi sempre di più all'URSS. Nel 1861 lo sbarco alla baia dei porci: un gruppo di esuli cubani oppositori al regime di castro rifugiatisi in usa tentano di sbarcare a cuba per prendere il potere grazie all'aiuto dell’FBI; vengono però ricacciati in mare perché il popolo cubano non partecipa alla ribellione, sono legati alla rivoluzione di castro che sta dando una dignità nazionale a un paese che prima non ne aveva. Castro e Kruscev stringono allora un'alleanza e da collaborazione economica si passa a militare: gli aerei spia americani scoprono che i sovietici stanno costruendo a Cuba rampe missilistiche che potevano minacciare da vicino il territorio americano. Nel mar dei caraibi è nato un comunista fortemente antiamericano e Kruscev se ne “innamora”. Kennedy attua un blocco navale attorno all'isola in modo che imbarcazioni sovietiche non possano accedere a cuba senza essere perquisite dagli americani: se si opponessero sarebbe guerra. Se ne esce con un compromesso con cui Kennedy si impegna a non invadere cuba e Kruscev ritira le rampe missilistiche. Se la crisi di cuba si risolve contribuendo a tenere in vita quel clima di distensione tra le due grandi potenze, la guerra del Vietnam romperà questo equilibrio. Quando nel 54 i francesi vennero cacciati dai guerriglieri vietnamiti dopo la sgm, il Vietnam post-coloniale sarà un altro paese del fronte comunista. Nel 54 contestualmente alla sconfitta francese si tenne la conferenza di Ginevra per capire il destino del Vietnam e gli americani capiscono l'esigenza di impossessarsi di questo territorio che viene allora diviso in due. Le tensioni sono tuttavia latenti: il primo che si occupa del Vietnam è Eisenhower poi Kennedy poi Lindon Johnson e infine Nixon, ogni presidente aumenta il n° di militari americani in Vietnam. Sarà Nixon a farsi dare l'ordine di bombardare il Vietnam. Iniziano i negoziati di pace che termineranno nel 73 col ritiro delle truppe, rilascio dei prigionieri: in realtà il Vietnam del sud verrà occupato dalle forze del Vietnam del sud dai sovietici. Ribellioni studenti americani contro coscrizione obbligatoria, dramma nazionale che spacca il paese e dal quale gli usa non escono bene, neppure a livello internazionale, ovunque c'è contestazione contro la guerra del Vietnam. Un grande cambiamento nel mondo sovietico, nel 1964 Kruscev viene rimosso per i suoi fallimenti (prima volta nella storia): fallimenti a livello economico e in politica estera: guerra cuba, muro Berlino, rottura relazioni con Cina (non accettano dialogo dell'URSS con USA); al potere a mosca si insedia il conservatore Breznev che evita di attuare qualsiasi riforma che possa in qualche modo indebolire la potenza sovietica. Nel 68 in Cecoslovacchia abbiamo comunisti al governo che si propongono di avviare un corso un po' più pluralista senza mettere in discussione la comunità comunista: interprete di questa volontà si fece Dubcek che viene destituito e c'è un intervento dell'esercito nella “primavera di Praga”. Questa volta i comunisti occidentali saranno in opposizione con la repressione. Uno dei grandi cambiamenti è la rottura tra la Cina popolare e l'URSS che inizialmente era un modello originario sovietico basato sul modello del proletario mentre cinesi rurale. Mao deluso dal processo destalinizzazione perché si sente anche lui un po’ Stalin; poi ci sono divergenze dal punto di vista della politica dello sviluppo economico: i sovietici propongono lo sviluppo programmato (i piani quinquennali industriali), Mao è un creativo che non sa nulla di economia e che compie degli autentici disastri con delle scelte politiche estemporanee impoverendo anziché arricchire la Cina. È il caso della politica del “grande balzo in avanti” alla fine degli anni 50 che è una massiccia mobilizzazione nelle campagne che in realtà lascia la Cina ancor più povera di prima perché non c'è nessuna base scientifica quindi Mao si oppone alla Cambiando completamente scenario la pgm aveva rappresentato una forte delusione per il mondo arabo perché quegli impegni in favore dell'indipendenza e dell'unità nel mondo arabo rimangono in larga parte disattesi: con il sistema dei mandati Gran Bretagna e Francia se ne approfittano per estendere le loro influenze su buona parte del Medio Oriente. la sgm investe ancora di più il Medio Oriente perché le grandi potenze impegnate nel conflitto sono ormai consapevoli che quella regione sia ricca di petrolio , una fonte insostituibile soprattutto durante la guerra e comunque anche nella prospettiva del dopoguerra cioè di uno sviluppo industriale in epoca di pace; quindi l'idea che si impone come vuole anche la carta delle Nazioni unite è da un lato che non sia più tollerabile un regime di colonizzazione nei paesi mediorientali, dall'altro però le grandi potenze devono trovare il sistema di acquisire il controllo del petrolio (il motivo per cui nel 43 il primo incontro tra i tre grandi Roosevelt Churchill e Stalin si tiene a Teheran è proprio questo perché tutti sono interessati al petrolio dell'Iran quindi è già iniziata la grande competizione mondiale per queste risorse petrolifere). La Gran Bretagna concede l'indipendenza alla Transgiordania che diventerà il Regno di Giordania, la Francia si ritira con grandi difficoltà e in maniera molto riluttante dalla Siria e dal Libano ; nel 1945 abbiamo il primo esperimento di cooperazione politica nel mondo arabo con la nascita della Lega araba di cui i protagonisti sono l'Arabia Saudita l'Egitto l'Iraq e lo yen . la Lega nasce perché ha nel suo statuto come obiettivo quello di promuovere e quanto più possibile accelerare il processo di indipendenza di tutti i popoli arabi anche se nella nascente Lega araba c'è lo zampino dei soldi inglesi, che vedono con favore la nascita della Lega araba pensando di potervi instaurare rapporti di collaborazione. Questione palestinese: durante la sgm prima che si realizzi la tragedia dell'Olocausto la Palestina vede concentrarsi un nucleo ampio di ebrei che cercano rifugio dall'Europa e la popolazione ebrea della Palestina raggiunge una considerevole percentuale rispetto alla popolazione araba, grosso modo 1/3, 500.000 unità contro più di più di un milione e mezzo di arabi ; il nucleo ebraico cresce molto più rapidamente di quello arabo e questo naturalmente crea delle tensioni tra le due comunità anche perché gli ebrei hanno una grande intraprendenza che è quella di rendere fertili terre aride che gli arabi non sono mai riusciti a rendere tali quindi non solo stanno crescendo in numero ma si stanno anche accaparrando importanti risorse in una terra generalmente povera come la Palestina. le tensioni tra le due comunità inducono la Gran Bretagna a rinunciare al mandato che aveva ottenuto molti anni prima dalla società delle Nazioni e quindi la gestione del problema palestinese passa nelle mani delle Nazioni unite le quali in poco tempo trovano quella che sembra ancora oggi la soluzione più logica e razionale ma che è anche quella più difficile da mettere in pratica e che ancora non si è riusciti ad implementare fino in fondo: si prende la Palestina la si divide e si costituisce uno Stato ebraico e uno stato arabo dei palestinesi, e Gerusalemme, che è il cuore e il simbolo delle religioni monoteiste , la si internazionalizza cioè se ne fa una sorta di città stato. questa è la soluzione semplice perfino banale dell'ONU: agli ebrei va benissimo e forti di questa risoluzione proclamano la nascita dello Stato di Israele in Palestina; sono gli arabi che si oppongono dicendo non se ne parla proprio, la Palestina è la nostra terra e non vogliamo dividerla con nessuno e quindi gli arabi e i paesi della Lega araba attaccano immediatamente il neonato stato di Israele: 1948 primo conflitto arabo israeliano sembra un conflitto dall'esito scontato ma il piccolo neonato stato di Israele riesce a difendersi e a rigettare questo attacco, come avverrà anche per altre successive guerre estendendo i propri territori in Palestina cioè sottraendo parti di territorio agli arabi. la conseguenza è che le Nazioni unite implementano solo una delle tre parti quella della nascita dello Stato di Israele che sopravvive a questa guerra come sopravviverà alle altre. non nascerà mai uno stato arabo di Palestina ed oggi paradossalmente siamo ancora più lontani di allora a dare una soluzione stabile e definitiva. non solo gli arabi stanno ancora aspettando il loro stato ma si è creato anche il tragico problema dei profughi cioè di quegli arabi palestinesi che hanno dovuto lasciare le terre in cui vivevano perché occupate dai coloni israeliani. passando per quattro guerre quattro guerre c'è uno stato di Israele che si è notevolmente rafforzato, non c'è ancora uno stato palestinese. parlare di Medio Oriente durante la guerra fredda significa anche parlare dei suoi protagonisti: bisogna introdurre la figura del colonnello egiziano Nasser. L'Egitto vive una fase rivoluzionaria all'inizio degli anni 50 quando un gruppo di giovani ufficiali, secondo modalità che ci ricordano un po’ l'avvento di Ataturk all'inizio del 900, prendono il potere. È un paese che non ha avuto un passato politico istituzionale paragonabile a quello dei paesi occidentali dove si sono consolidate delle forti istituzioni politiche rappresentative della popolazione attraverso processi elettorali realmente democratici e dove quindi a causa di istituzioni deboli la governabilità non è garantita, c'è fragilità, c'è incapacità di governare il paese e c'è anche arretratezza; l'élite militare di ufficiali rappresenta la punta più avanzata del paese, l'avanguardia e quindi sono quelli che a un certo punto si sentono autorizzati a prendere con la forza il potere nell'interesse del paese per trascinarlo fuori dall'arretratezza e instabilità politica. accade all'inizio anni 50 in Egitto dove la monarchia debole del re Faruk viene cancellata d'un tratto e vanno al potere militari, prima Neguib, figura abbastanza moderata e poco dopo con molta più forza e personalità e con un programma politico molto più radicale il colonnello Nasser. in Egitto c'è un movimento politico denominato dei fratelli musulmani che si batte per l'ortodossia islamica cioè un ripristino della tradizione e della tradizionale influenza dell'islam nella società e quindi è una visione restauratrice, un ritorno al passato. In contrapposizione al tradizionalismo dei fratelli musulmani, si afferma il governismo riformista di questi militari, ufficiali che innanzitutto sono dei laici quindi poco propensi ad accettare l'influenza politica del fattore religioso anzi la vogliono limitare; poi vogliono risolvere i problemi sociali del paese con tutta una serie di riforme che sono ispirate a una visione progressista della società; Nasser è un laico riformista che si preoccupa dei problemi sociali interni all'Egitto con tutta una serie di riforme di carattere sociale ed economico che vogliono modernizzare il paese. questo però non basta perché a partire dal 48 lo scenario mediorientale è caratterizzato dalla nascita di un nuovo stato che è un elemento alieno perché è uno Stato ebraico non è uno stato arabo: Nasser si pone alla guida di quel movimento arabo che vuole eliminare lo stato di Israele e si pone alla guida di quel movimento di paesi arabi che vuole eliminare la persistente influenza occidentale sul Medio Oriente. alla fine della sgm non si pone più il problema di mantenere il colonialismo in Medio Oriente non è più accettabile né per le superpotenze né per le Nazioni Unite però le potenze occidentali vogliono comunque avere accesso privilegiato alle risorse petrolifere, quindi, c'è una persistente influenza e ingerenza sui paesi arabi e questo Nasser non lo vuol permettere. La promozione, anche di fronte ai paesi arabi, di politiche riformiste laiche, in qualche modo ispirate ad una visione socialista che però sia compatibile con i valori di una società fondamentalmente islamica, questi tre elementi (odio irriducibile contro Israele, opposizione alle persistenti influenze occidentali sul Medio Oriente e predilezione per Politiche riformiste) sono i tre pilastri della politica di Nasser e sono i tre fattori che fanno dell'Egitto di Nasser il paese capofila del fronte arabo a partire dalla metà degli anni 50, i tre pilastri del cosiddetto panarabismo: quel tipo di politica condivisa dai paesi arabi e mediorientali, orientata in senso anti israeliano e anche in senso anti occidentale. in politica estera Nasser vuole rimuovere Israele dalla carta politica del Medio Oriente in un modo o nell'altro; per far questo non può appoggiarsi alle potenze occidentali che anzi cerca di estromettere dal Medioriente e quindi gioca la carta sovietica (quando chiedono a Nasser ma non è per caso che ti vuoi alleare con l'unione sovietica? lui tira fuori a quel punto la sua anima musulmana e dice “non sia mai che un musulmano si allea con un ateo comunista, incompatibili, sarebbe un'eresia”, però Nasser vede nell'unione sovietica una potenza che strumentalmente può aiutare l'Egitto a portare avanti questo discorso di politica panaraba anti israeliana e occidentale; il tipo di rapporto che Nasser instaura con l'unione sovietica è un rapporto clientelare, non è un'alleanza, detto in altri termini l'Egitto acquista armi e ottiene il sostegno economico dall'Unione sovietica e quindi N diventa l'uomo che sfida all'occidente i campioni del panarabismo che diventa anche l'uomo che più di tutti si batte per accelerare il processo di decolonizzazione e diventa la personalità più forte del mondo arabo). Nel 1956 Nasser lancia la sfida al mondo occidentale e a Israele, nazionalizzando il canale di Suez che naturalmente continua a rappresentare il cuore del crocevia strategico dei grandi traffici commerciali che si snodano attraverso il Mediterraneo; N sottrae il controllo agli altri paesi e quindi ne fa una cosa esclusivamente egiziana e quindi chi vuole attraversare il canale di Suez deve chiedere autorizzazione all'Egitto e quindi non la ottiene. Questa è però una sorta di vendetta perché l'occidente, in particolar modo la Banca Mondiale, aveva rifiutato il finanziamento per un progetto che stava a cuore a Nasser, la costruzione della diga di Assuan che è un progetto di modernizzazione del paese (creare un grande approvvigionamento energetico naturale in Egitto portandovi le acque del Nilo); vengono a mancare i finanziamenti occidentali perché la Banca Mondiale nega il finanziamento a Nasser perché c'è il veto degli americani che hanno capito che Nasser si è avvicinato all'URSS, quindi non si aiuta l'economia di un paese che si sta schierando dalla parte del nemico. Di conseguenza si decide questa misura dirompente che è la nazionalizzazione del canale Suez, Gran Bretagna e Francia che sono le potenze occidentali che hanno > da perdere dalla chiusura del canale di Suez, si mettono d'accordo con Israele per un intervento militare contro l'Egitto, quindi la crisi di Suez innesca una vera e propria guerra: la seconda guerra dopo quella del 48, cioè Israele attacca l'Egitto, successivamente intervengono gli anglo francesi sempre contro le forze egiziane: risultato le forze egiziane soccombono inevitabilmente ma a quel punto c'è il richiamo delle due superpotenze e questo è un passaggio molto importante: l'unione sovietica prende le difese dell'Egitto, interviene Kruscev, il segretario del partito comunista sovietico e leader dell'unione sovietica interviene in questa crisi dicendo agli anglo francesi e agli israeliani di ritirarsi immediatamente dall'Egitto o noi interverremo militarmente al fianco dell'Egitto stesso; a quel punto gli Stati Uniti temendo che la crisi possa innescare una guerra mondiale fanno pressioni fortissime sui loro alleati in particolar modo Gran Bretagna e Francia affinché anch'essi si ritirino; Gran Bretagna e Francia non possono che ritirarsi e la crisi di Suez evidenzia due grandi elementi su cui riflette: il primo è che volente o nolente N con la sua decisione di nazionalizzare il canale ha trascinato il Medio Oriente nelle logiche della guerra fredda scatenando l'intervento delle due superpotenze; la seconda conseguenza è che c'è un definitivo ridimensionamento del potere dell'influenza internazionale cioè delle due residue potenze coloniali europee, la Gran Bretagna e la Francia, che vengono richiamate all'ordine dagli Stati Uniti. N quindi ha perso la guerra ma ha vinto la pace esce rafforzato grazie all' intervento Unione Sovietica, esce come il leader che ha osato sfidare il mondo occidentale, il mondo delle grandi potenze quindi il panarabismo nasce un momento di grande successo; sarà l'unico effimero momento di successo del panarabismo a guida egiziana ma questo modello di politica nasseriana di ispirazione laica e progressista sul fronte delle politiche interne si diffonde in tutto il Medio Oriente: ad esempio è ispirazione per un partito laico anch'esso filo socialista che troviamo in paesi come l'Iraq e la Siria e che è una delle forze progressiste più significative sul piano storico di un'area al Medio Oriente, tendenzialmente piuttosto chiuso al cambiamento e conservatrice perché così plasmata della cultura sul mondo. il panarabismo ispirato da Nasser ha un forte impatto sulle residue politiche coloniali delle potenze europee e determina un'accelerazione del processo di decolonizzazione infatti contestualmente abbiamo l'indipendenza di importanti colonie francesi come il Marocco la Tunisia che non è un'indipendenza che nasce di punto in bianco dall'oggi al domani ma è la conseguenza delle rivendicazioni di movimenti nazionalistici, ad esempio a quello marocchino dell’Istiglal che con una forte ispirazione occidentale reclamano l'indipendenza e la Francia cerca di resistere però poi alla fine cede e non si arriva a spargimenti di sangue come invece purtroppo avviene per l'Algeria dove che si concentra lo sforzo francese di mantenimento del legame coloniale perché l'Algeria ha nella storia della Francia un ruolo fortissimo che le altre ex colonie non avevano: l'Algeria era il prodotto più avanzato del cosiddetto assimilazionismo cioè era divenuta una vera e propria propaggine d'oltremare del territorio metropolitano francese, un'estensione oltre Mediterraneo della Francia stessa, popolata da molti francesi e quindi c'è un'opposizione assoluta all'idea dell'indipendenza; la Francia comincia a vacillare e a ripensare dolorosamente all'indipendenza dell’Algeria quando il fronte di liberazione nazionale algerino, cioè quella forza che si batte per l'indipendenza, mette talmente in difficoltà i militari francesi che sono presenti in Algeria; Questo fronte di liberazione, al di là dell'appoggio di Mattei (presidente ENI) e di altre organizzazioni internazionali, è soprattutto sostenuto da Nasser, il campione del panarabismo antioccidentale, che sostiene fortemente la causa indipendentista algerina e per questo i francesi detestano Nasser; quindi questa lotta diventa efficace e ad un certo punto la Francia comincia a temere per la stessa propria solidità democratica e le proprie stesse istituzioni cioè si crea una fortissima attenzione tra Algeri e Parigi; ad Algeri ci sono i militari francesi che non vogliono saperne di concedere l'indipendenza all’Algeria, a Parigi c'è un governo che comincia a tentennare quindi si ha perfino ragione di temere una dirittura o un golpe dei militari francesi. La quarta pubblica è in ginocchio, è necessario voltare ancora una volta pagina costituzionale e chiamare al potere il generale de Gaulle che si pensa possa sciogliere questo nodo e tuttavia, contrariamente alle aspettative il nodo lo scioglie ma non nel modo atteso dai nazionalisti e dai coloni francesi cioè continuare a negare l'indipendenza all’Algeria; al contrario de Gaulle da uomo realista capisce che il problema si può risolvere in un unico modo, concedendo l'indipendenza algerina e nel 62 si arriva all'indipendenza. Nel 1963 nasce l'Organizzazione unità africana che si basa su un principio che è paradossale: per evitare i conflitti per i confini si decide che la cosa migliore è non mettere in discussione i vecchi confini ereditati dall’era coloniale (peso era coloniale anche post decolonizzazione). Poi c'è il problema della instabilità politica, incapacità risolta dai militari. Alcuni di questi paesi adottano il modello di sviluppo socialista avvicinandosi al blocco sovietico: Angola e Mozambico, Etiopia. In altri resta il vincolo con le ex potenze coloniali, il neocolonialismo: la Francia nel Ciad per esempio; si crea un enorme area del sottosviluppo che ancora oggi esiste. su 7 miliardi oggi circa 1 miliardo vive al di sotto della sussistenza, enorme ma < rispetto ai tempi. Nel 1956 a Bandung importante conferenza con paesi asiatici e africani di recente indipendenza per reclamare un'accelerazione del processo di decolonizzazione; si va però oltre a tale dichiarazione, promuovendo la nascita del fronte dei paesi “non allineati”, idea che in tempi di gf non era ammissibile. India, Egitto di Nasser col suo panarabismo, Cina popolare (comunista ma oltre a promuovere contrapposizione con gli USA prende le distanze anche dall’URSS con cui rompe i rapporti di alleanza) e la Jugoslavia di Tito. Formalmente si forma questo fronte di paesi neo-dipendenti che reclamano indipendenza dai due blocchi, ma per lo più è solo un mezzo per capire cosa a loro maggiormente converrebbe dalle due parti. America latina, non è sottosviluppo, non è il terzo mondo, ma un’area sofferente, una via di mezzo tra il 1°, 2° e 3° mondo. Molti paesi approvano il non allineamento perché sono troppo vicini all'ingerenza americana. Nel secondo dopoguerra continua a manifestare quella tendenza economica di mono produzioni che la rende molto vacillante di fronte alle variazioni economiche. Questo perché le compagnie americane si accaparrano gli appezzamenti di terreno. Banane caffè cacao ecc. La United Fruit company in particolare, tanto impopolare che è conosciuta tra l'opinione pubblica come “el pulpo”, perché sfrutta tutto e non lascia niente. Per l'America c'è il problema che questi paesi possano scivolare verso modelli socialisti: si giunge così alla nascita dell'OSA, organizzazione degli stati americani. Nel 1959 gli americani girano le spalle a Castro contribuendo all’avvicinamento verso l'URSS e facendo di lui un comunista e favorendo la diffusione della rivoluzione di Castro in America latina: il braccio destro di Castro che era l’anima politica a Cuba, Che Guevara, è il rivoluzionario di professione che cerca sempre di esportare la rivoluzione nel mondo: va in America latina adottando lo stesso modello di guerriglia adottato a cuba. In America latina però non basta a smuovere le masse contro il regime: nel 67 Che Guevara viene catturato in Bolivia e assassinato dalla CIA. L'America latina non crede abbastanza in quel tipo di ideale o forse non è pronta. Ma se non in via rivoluzionaria forse per via politica attraverso il voto: è quello che avviene in Cile con Salvador Allende che va al potere democraticamente e dà il via a un corso di riforme: reazione forze conservatrici, militari cileni e della CIA ovviamente. ‘73 assalto al palazzo presidenziale e si instaura la dittatura di Pinochet. La decolonizzazione pone in rilievo l'eredità di un colonialismo plurisecolare. Si afferma il grande tema del divario di sviluppo tra nord e sud del pianeta. Il nesso tra gf e decolonizzazione è fortissimo perché non è neutra: la favorisce perché sono entrambe contro ma rende il processo di decolonizzazione più complicato perché lo condiziona obbligando i paesi a prendere una posizione. Lez.29.11 Resistenza che comprende guerra di liberazione e civile. L'Italia che emerge dopo la fine della guerra è disastrata sia dal pdv economico sociale (indigenza economica, non si ha cibo, produzione economica industria crollata); poi disastro politico, disfacimento della classe politica e illusione di poter sfuggire alle sorti di paese sconfitto schierandosi alla fine con le potenze dell’intesa, e invece no. Tre milioni di italiani senza un tetto sopra alla testa. Il sud che già dall'unità d’Italia si trovava in una situazione di regresso, abbiamo ora seri problemi di anarchia: contadini ribelli che occupano terre, criminalità e la mafia che in questo vuoto di autorità riemerge prepotentemente, favorendo lo sbarco degli alleati in Sicilia. Movimento indipendista della Sicilia mosso dalla mafia. In questo scenario emergono i nuovi grandi partiti di massa: p comunista con Togliatti e socialista con Nenni; poi la democrazia cristiana che raccoglie l'eredità del partito popolare di don luigi Sturzo. Accanto a questi sopravvissero il partito liberale, repubblicano, ma hanno perso un vero bacino di consenso. Il partito d'azione è uno schieramento politico fondamentale durante la resistenza che accoglie partecipanti da più partiti. Poi c'è la destra in cui confluiscono nuovi partiti: il movimento dell’uomo qualunque (oggi diremmo qualunquismo, persona che ha un atteggiamento superficiale nell'esaminare i problemi e prendere posizioni, che si lascia andare a idee semplici con scarsa consistenza, filo populista). Sarà poi nella figura del movimento sociale italiano che confluiranno i fedeli del vecchio fascismo. In questo scenario un ruolo importante lo assume il nuovo movimento sindacale: nasce la CGIL e il CNL. Referendum se mantenere la forma monarchica o passare a quella repubblicana, momento fondamentale per definire i caratteri dell’Italia post-guerra: vince la repubblica ma è interessante vedere come l’Italia resta spaccata tra un nord più favorevole alla sinistra e alla repubblica, un sud invece di destra e filomonarchico (dalle elezioni prevale la democrazia cristiana come primo partito italiano, poi socialisti, ecc.). | due grandi partiti di sinistra non solo non si coalizzano per sopraffare la democrazia cristiana ma addirittura litigano. Nenni vuole l'alleanza con i comunisti, Saragat causando la scissione dal partito socialista dando vita al futuro PSDI- partito socialdemocratico italiano. In questo contesto si avvia l'era di De Gasperi, leader del partito democristiano. Nonostante le fratture, i lavori dell'assemblea costituzionale proseguono finché il 1° gennaio 1948 la nuova carta costituzionale entra in vigore come compromesso dell'arco costituzionale, forze che si riconoscono nei valori della nuova costituzione. Una costituzione che vuole rimuovere disuguaglianza e iniquità e vuole scongiurare una nuova dittatura più che consolidare un nuovo governo stabile. | partiti sono l'anello di congiuntura tra società e istituzioni. Lo spirito di compromesso che caratterizzò la costituzione italiana è ben manifestato dall'articolo 7 che recita che i rapporti tra la chiesa e lo stato sono sanciti dal concordato. È sul piano internazionale che si hanno però le maggiori difficoltà: non più colonie, imposizioni di una condizione di debolezza militare; vi è poi la drammatica questione di Trieste, occupata dalle truppe jugoslave, solo in parte cacciate dagli angloamericani. Elezioni primavera 1948 della polarizzazione all’interno del paese: il clima di collaborazione è sopito: da un lato democrazia cristiana con i partiti minori con poco seguito elettorale: socialdemocratici di Saragat, liberali, repubblicani; poi un fronte popolare di sinistra composto dai socialisti di Nenni e comunisti di Togliatti. Chiesa favorevole alla democrazia cristiana e finanziamenti americani a De Gasperi; per contro socialisti e comunisti sono ancora temuti per la vicinanza a Mosca. La Dc raccolse il 48,5% ottenendo la maggioranza assoluta; la sinistra andò incontro a maggiori frantumazioni interne, va in pezzi l'unione sindacale. Per anni il partito leader dell’Italia fu quello della democrazia cristiana di De Gasperi, affiancati da altri “partitini”. In campo economico fu centrale la figura del ministro del Bilancio, l'economista che in pochi anni fece tornare ai livelli prebellici con un non basso costo sociale. Poi Patto atlantico e adesione al processo di integrazione europea come pilastri per un paese debole come era l’Italia. 1950: riforma agraria, frammentazione grandi latifondi in piccole unità che avrebbero dovuto essere più produttive ma non raggiunge gli obiettivi prefissati. Poi la Cassa per il Mezzogiorno, un ente pubblico a sostegno dello sviluppo economico del sud, finanziando una serie di interventi infrastrutturali. Non risolse comunque il ritardo del sud. Poi la legge fanfani che diede casa a molti italiani. Nel ‘49 la Riforma tributaria di Vanoni che introdusse l'obbligo della dichiarazione dei redditi. Le forze di sinistra sempre più insoddisfatte e incalzanti tanto che De Gasperi per blindare la loro potenza, introdusse la legge truffa che prevedeva di dare il 65% dei seggi parlamentari alla forza politica che raggiunga il 50%+ 1 voti. Legge che non portò però a nulla, ma al contrario l'inizio della decadenza del centrismo di destra. Emerge infatti una nuova generazione di leader democristiani, persone che in gioventù vissero sotto il fascismo aderendovi, come Fanfani e Aldo Moro: molto + attenti dei democristiani di sinistra che dialogano con le forze di sinistra sul piano delle politiche sociali. Poi Boom Economico: forte espansione economia nazionale, crescita annua del Pil; favoriti dai salari bassi, settori chimico e siderurgico sempre più avanzati. Olimpiadi di Roma vista come rifioritura. Nel 55 rientra nelle nazioni unite. Finisce la civiltà tradizionale, rurale, cattolica e nasce quella industriale e dei consumi. Nella seconda metà degli anni 50 la politica si sposta verso sinistra. Nel 1963 nasce il centro-sinistra organico, per cui a fianco della democrazia cristiana c'è il partito socialista di Nenni; si creano i presupposti per un'alleanza presieduta da Aldo, moro democristiano spostato molto a sinistra. Grandi aspettative nel paese fervente di riforme sociali: ma nulla di tutto ciò accade. In Italia abbiamo una fortissima avversione dei poteri dell'estrema sinistra e dei conservatori: strage piazza fontana per es. Quello che accade agli italiani a livello antropologico sociale per il boom economico, accade anche a livello globale. A partire dagli anni 50 la prole mondiale crebbe a livello esponenziale per molti fattori, tra cui il miglioramento delle condizioni sanitarie; fra gli anni 50 e i primi anni 70 abbiamo la golden age, grande fase espansiva con al vertice ancora l'Usa. Alimentata dalla disponibilità di risorse energetiche, forza lavoro + ampia e giovane, scolarizzazione, tecnologia e politiche di Welfare, incremento di scambi economici. In questo contesto si afferma il consumismo: omologazione dei comportamenti, dei gusti, passaggio antropologico dall’uomo-cittadino all’uomo-consumatore. L'Europa si avvicina al modello americano. Sviluppo tecnologico e critica della società dei consumi...La produzione di materiali sintetici, nylon, plastiche, rivoluzionò produzioni e consumi come nuovi elementi base per una moltitudine di beni. Poi antibiotici, ormoni, laser. 21 luglio 1969 gli americani raggiungono la luna. Le premesse per il mondo globale di oggi...la vecchia cultura non restò tuttavia inerte a questi cambiamenti: la scuola di Francoforte e Marcuse (“l’uomo ha una dimensione”). Anche i giovani reagiscono: in USA in particolare la cosiddetta “contestazione contro la guerra in Vietnam; in Europa il rigetto del modello occidentale “corrotto” degli americani. È il 1968, clima molto teso dal quale scaturirono visioni democratiche radicali e quindi eccessi pericolosi. La chiesa che invece rappresenta la cultura conservatrice per eccellenza , al contrario di socialisti e comunisti, non può più trovare spazio in una società che vuole tagliare ogni ponte col passato. Così papa Giovanni 23° invoca il concilio vaticano Il che durò alcuni anni al fine di modernizzare il mondo ecclesiastico, dando meno potere al clero romano e più ai vescovi locali; non più liturgia in latino; libera circolazione bibbia. | tradizionalisti conservatori escono dalla chiesa cattolica, guidati da Lefebvre; altri in America latina danno vita alla “teologia della liberazione”. Lez. 1/12 Cambiamenti anni '70 Data significativa, 15 agosto 1971, l'allora presidente repubblicano Richard Nixon pone fine al sistema fissato Bretton Woods 1944 che aveva riconosciuto la supremazia finanziaria mondiale degli stati uniti per cui vi era un cambio fisso tra dollaro e d'oro. La causa? | costi sostenuti dall’usa per la guerra fredda (“i costi imperiali”)(guerra corea, Vietnam, crisi varie). La quantità di dollari in circolazione in tutto il mondo è molto alta e questo svaluta la moneta; c'è poi il problema della bilancia commerciale, in crescente passivo, acquistano più che vendono e non risparmiano particolarmente. Questa non è l’unica ragione della crisi: nel 73 si ebbe lo shock petrolifero: a seguito del 4° conflitto convenzionale tra Israele e i paesi arabi, questi ultimi chiudono il rubinetto di petrolio comprato dalle potenze industriali come punizione: crisi soprattutto per i paesi privi di risorse energetiche proprie: ita e Giappone soffrono in particolare. A causa di questa crisi che affligge soprattutto la produzione industriale si abbatte anche la stagflazione, quando a un fenomeno di inflazione si aggiunge una drastica riduzione della produttività che porta poi anche alla disoccupazione. Quindi prima fase di espansione economica che porta alla crescita della spesa pubblica per aumentare il welfare state; poi arriva la crisi e allora come si sostiene il welfare state? O tagliando drasticamente la spesa pubblica o aumentando le tasse. Di fronte a questo angoscioso dilemma si afferma nell'usa la teoria monetarista che ha in Milton Friedman il suo maggior rappresentante, (un po' il contrario di Keynes, ovvero interventismo dello stato nell'economia rivoluzione industriale, scientifica e militare. Fortemente comunista ma inizia ad allentare il controllo e favorire la circolazione di capitali: processo di rivoluzione antropologica che trasforma i cinesi in voraci consumatori. Creò aspettative libertarie che però non potevano essere concesse! Tensione che nell'89 sfocia nella soppressione di piazza Tienanmen, in cui giovani cinesi chiedono le stesse riforme che Gorbaciov sta concedendo in URSS. Il Giappone di questi anni è un paese che vive uno straordinario sviluppo industriale ad alto contenuto scientifico e tecnologico, divenendo seconda potenza mondiale dopo usa. Non ha risorse o materie prime, si converte all'energia nucleare. È un paese governato dai liberal democratici che ha rinunciato ad avere un ruolo internazionale perché hanno delegato la propria difesa internazionale agli USA. Lez 9/12 Agli inizi degli anni 80 la crisi interna al blocco sovietico è particolarmente grave: l'URSS è dipendente dall’occidente per le importazioni di grano quindi il modello originario del socialismo reale non è più competitivo e quindi la classe dirigente non è più legittimata, manca il consenso. Ad aggravare la situazione nel 75 i sovietici hanno assunto l'impegno sottoscrivendo l’atto finale di Helsinki ad introdurre un maggior rispetto dei diritti umani (in cambio riconoscimento del gruppo orientale sotto influenza sovietica); questa decisione fece nascere aspettative. Prima a manifestare forme di dissidenza erano pochissimi, ora sono le intere società in fervento e opposizione. Il primo caso notevole è quello polacco: a inizi anni 80 nasce un sindacato autonomo, non controllato dal partito comunista, Solidarnosc, di ispirazione cattolica, il cui leader è Lech Walesa. Il fattore propulsivo è l'avvento del nuovo papa Giovanni papa 2°, polacco. Uno dei suoi primi atti è andare in polonia, 1979, muovendo enormi masse che manifestarono autentico nazionalismo, rivendicando l'indipendenza. La situazione diventa particolarmente critica, il monopolio del partito comunista sembra essere in pericolo, il leader comunista Mazowiecki prende nelle mani tutto il potere ponendo fuori legge Solidarnosc e facendo arrestare i suoi capi, probabilmente per timore che i sovietici intervengano. Nel 89 la polonia supera pacificamente il regime comunista tramite elezioni grazie a Gorbaciov. Come in una sorta di effetto domino la caduta di una democrazia popolare, non lascia indenni le altre, incoraggiando i riformisti delle altre democrazie popolari. | primi a seguire l'esempio polacco sono gli Ungheresi: la nuova classe politica allenta i controlli al confine con l'Austria (uno dei tratti della cortina di ferro), la gente dell'est può ora passare “liberamente” in Austria (paese neutro) per poi raggiungere l'occidente. Ma l'evento culminante è il crollo del muro di Berlino. La nuova dirigenza della Germania orientale è nei guai: il vecchio leader comunista Honecker è nei guai perché : Gorbaciov gli dice che se non cambia verrà travolto, infatti si dimette. Il 9 novembre 1989 viene dichiarata la libera circolazione fra le due parti di Berlino, il muro non è più presidiato. Nel 1990 le elezioni libere in Germania segnano un cambiamento drastico e l'elettore favorisce chi favorisce il cambiamento ovvero la riunificazione delle due Germanie. Il processo di unificazione tedesca non è tecnicamente un'unificazione ma un’annessione della Germania orientale nella occidentale (alla Germania che è sopravvissuta alla gf si annette quella che non lo è). Figura centrale è il cancelliere tedesco occidentale Kohl che realizzò l'unificazione nell’ottobre 1990. L'intera Germania riunificata fa ora parte della NATO. L'impegno che il cancelliere si assume sul piano interno è di non mettere in discussione i confini con la polonia e garantire le migliori condizioni di unificazione ai tedeschi dell'est. La Germania ovest si fa carico dei costi sociali dell’unificazione, un costo orbitante. Questa riunificazione è possibile solo perché tutte le grandi potenze sono d'accordo. La fine delle democrazie popolari: Cecoslovacchia si spacca dando vita a due stati separati, avviene pacificamente. Altri casi più sofferti invece: in Romania, Ceausescu a causa della sua impopolarità è vittima dell’élite che approfitta della situazione di delegittimazione del sistema per mandarlo a morte. In Jugoslavia una grandissima crisi. Questo processo di disgregazione delle democrazie popolari del blocco orientale stravolge anche repubbliche socialiste sovietiche: le repubbliche baltiche, caucasiche, ucraina e Bielorussia. Il leader sovietico Gorbaciov subisce anche un golpe, che fallisce tuttavia, indebolisce ulteriormente il sistema e ne accelera la fine che giunse nel 91 quando Gorbaciov si dimise e al suo posto riemergeva la Federazione russa guidata da Eltsin e una pluralità di ex repubbliche sovietiche (Si disgrega l'URSS ma la Russia sopravvive). La guerra fredda è stata un'anomalia della storia, un sistema bipolare e ancora più anomalo il modo in cui sopì senza una guerra. È finita perché uno dei due attori è imploso per manifesta debolezza e non dobbiamo mai sottovalutare che nei cambiamenti in Europa orientale c'era un leader che non voleva più usare la forza, Gorbaciov. Le lancette della storia tornano indietro come se non ci fosse stata la sgm, Stalin, l'occupazione russa di mezza Europa. Tornano le vecchie tensioni nazionalistiche: anzi regressioni a prima del 1919: repubblica ceca e Slovacchia in tensione. In Jugoslavia a inizi anni 90 le due componenti più evolute, Croazia e Slovenia si staccano e dichiarano indipendenti: la Serbia non ci sta e si oppone: ne nasce una guerra ma poi i serbi dovranno arrendersi. La Bosnia è una Jugoslavia miniaturizzata comprendendo serbi, croati, musulmani, cristiani, ortodossi, e lo strumento tragico che i serbi concepiscono per tenerli sotto controllo e spegnere la loro fiamma indipendentista è la pulizia etnica: si calcano almeno 800’000 civili bosniaci eliminati: finisce solo con i bombardamenti aerei su Belgrado ordinati dalla NATO sostenuti da Clinton. 1955 accordi Dayton definiscono lo stato Bosniaco. Russia post-sovietica: negli anni 90 si apre una transizione che si protrarrà per circa un decennio di estrema debolezza: grande crisi di identità, ha perso la guerra, non è più quella zarista ma nemmeno socialista. In cosa credere allora? Non c’è una classe dirigente che sappia dare risposte. Lo stesso Eltsin ha scarsa presa e quasi si appoggia all’occidente. Negli anni 90 ribellione repubblica caucasica della Cecenia, nel Caucaso, importante per il suo sottosuolo ricco di oleodotti. La reazione russa è violenta, l’area diventa una zona anarchica e caos, i ceceni per anni si ribelleranno sposando anche l'esito terroristico. C'è poi la crisi economica in Russia, le risorse economiche a disposizione di chi se le prende, non più monopolio dello stato: nascono le grandi oligarchie, come piccole mafie. C'è un'oligarchia del gas. Solo nei primi anni del 2000 verrà imposto un minimo di riappropriazione da parte dello stato di controllo sull'economia legato alla nuova presidenza di Putin, ex uomo del Kgb, che scala i vertici di governo e impone la sua leadership, attingendo dalla simbologia zarista e dalle concezioni politiche centraliste del modello sovietico: idea grande Russia dell'epoca zarista + nostalgia verso epoca comunista. L'obiettivo di Putin è quello di restaurare un ruolo rilevante per la Russia sul piano internazionale ma si deve rendere conto di aver perso la sua rilevanza nell'oriente, inoltre confina con paesi membri della NATO. Stati uniti: non ne escono indenni: logoramento economico per la gf. L'illusione è quella della “fine della storia, di cui parla Fukuyama: esiste ormai un solo modello di sviluppo, quello liberaldemocratico a guida americana(?). Il dibattito politico torna ad essere interno, su economia e società, e protagonista diventa il presidente Clinton che diede grande impulso al rilancio dell'economia. In politica estera contrariamente al predecessore Bush senior, sostiene l'ampliamento della democrazia nel mondo e sono la nazione indispensabile, il paese senza il quale nessuna crisi internazionale può essere risolta con successo. La fase dell’usa come nazione indispensabile che si pone alla testa dei processi democratici cessa con Bush junior drammaticamente nel settembre del 2001 quando un’organizzazione terroristica chiamata AI Qaeda islamista radicalizzata guidata e promossa da Bin Laden lancia l'attacco alla potenza americana (torri gemelle)(odio che ha radici nell’Invasione sovietica in Afghanistan finanziata dagli americani). La reazione americana è qualcosa di molto significativo, la nascita dell’unilateralismo, pretesa americana di rispondere a questa minaccia asimmetrica (non viene da uno stato) con ogni mezzo in ogni momento, incondizionatamente, ovunque questa minaccia si manifesti. Tutto il mondo si riscopre americano con l'art. 5 (anche la Russia). L'unilateralismo, inizialmente accettato, verrà progressivamente rifiutato e denunciato portando all’isolamento degli USA. La gf esercita un'influenza ambivalente sul processo di integrazione europea: più necessario ma l’ha anche frenato. Importanti progressi: allargamento delle istituzioni europee con l'ingresso di nuovi attori: un Parlamento europeo elettivo e sistema monetario europeo con cambi fissi e nel 1986 l'Atto unico, accordo tra i paesi membri della CEE per far fare ai paesi dell'UE un salto di qualità dell’integrazione europea. Il Panorama geopolitico post gf è profondamente squilibrato: la Germania va bilanciata, non c' è più l'URSS > vuoto politico a est. Così il trattato di Maastricht è un punto di svolta, nasce l’UE attraverso l'unificazione dei mercati, l'adozione di una moneta unica e la nascita di una politica estera e di sicurezza comune. Poi l'adozione dell'euro del ‘99 e una serie di parametri economici che i paesi aderenti avrebbero dovuto rispettare. Grande problema politico perché i parametri finanziari vanno a comprimere la spesa sociale, e diventa un gran problema mantenere forte un Welfare. Il progetto europeo perderà poi ancor > popolarità con la crisi economica del 2008 (Situazione riequilibrata con la gestione della pandemia). Progressivo ampliamento dell'UE e della NATO all’est con nuovi paesi membri: UE e NATO si incaricano di ampliare l’area della sicurezza e dei diritti e delle libertà civili verso l'est europeo fino ad arrivare ai confini della Russia. Rendendo così però difficile l'individuazione di un'identità comune dell'UE, quali valori? Infatti, fallisce l’idea di darsi una costituzione. Lez. 6/12 Discutendo su ciò che li univa si trovavano problemi. L'obiettivo non era fare filosofia, quali sono i valori universali che ci accomunano, così si rischia di dividerci, l’obiettivò è risolvere problemi concreti. Medioriente, area colpita dal fondamentalismo, ovvero la radicalizzazione della visione dell'islam, visto come modo di vivere incompatibile con le culture occidentale. Quei tentativi durante la gf di laicizzare la visione dell'islam (come Nasser) hanno fallito per reazione un ritorno a una visione radicale della religione islamica. È un fenomeno che danneggia il Mo, in particolare, emerge la contrapposizione tra sunniti e sciiti, risalente alla successione a Maometto. Gli sciiti numericamente <, prevalenti in Iran, Siria e Iraq. L'Iran è un paese islamico ma non arabo, ma persiano, questo rende l'Iran un unicum nel panorama islamico; la dinastia regnante dei Pahlavi tornano in Iran dopo che negli anni 50 aveva cercato l'indipendenza internazionale soprattutto per il petrolio. Dopo un colpo di stato della CIA la dinastia originaria torna a governane un paese che si apre al mondo occidentale. Si accentua il potere autoritario dello scià, tramite la sua polizia politica la Savak, e la sua modernizzazione fallisce, accusato al contrario di essere influenzato dall'America. Lo scià fugge e nel 1979 torna Khomeini, massima autorità spirituale dei musulmani sciiti. L'Iran diventa una repubblica islamica, dove la vita civile viene adattata rigidamente alle leggi della Sharia. Sul piano internazionale i rapporti con gli stati uniti si infrangono. Nel 1980 l'Iran viene attaccato dall'Iraq, guidato da Saddam Hussein, con il quale solidarizzano le potenze occidentali, avverse al radicalismo iraniano. Guerra di 8 anni, senza vincitori. Così Saddam Hussein lancia una nuova campagna militare alle spese di un piccolo e indifeso paese, il Kuwait, estremamente ricco, lo invade e ne proclama l'annessione (siamo alla fine della gf, non puoi fare tali azioni impunitamente). Saddam era convinto di aver ancora dalla propria parte le potenze occidentali: gli usa invece promuovono una coalizione internazionale di paesi che interviene con la forza e sconfigge l'Iraq restituendo l'indipendenza al Kuwait. Saddam resta però al potere. Nonostante questi tragici avvenimenti, quella che è stata la questione arabo palestinese finisce in secondo piano, come Iran e Iraq. Il principio proposto dalle nazioni unite ai paesi del Medioriente “scambiatevi terra per pace” non funziona. Il fatto che la tensione arabo israeliana si blocchi pone una pausa ai conflitti, ma la tensione si dipana nei confini: in libano, per esempio, che ha la sfortuna di trovarsi vicino al teatro di guerra: composizione multietnica e multireligiosa, finisce d'essere luogo di conflitto tra siriani e israeliani. In Palestina dove non si combattono più guerre nascono nuove forme di lotta che riguardano più i civili, come l’intifada, grande rivolta, emanazione esasperazione popolazione civile. Momento di speranza nel 93 con l’accordo di pace di Oslo sempre patrocinato dagli USA, da Bill Clinton, che riesce a far sedere allo stesso tavolo Israele e i rappresentanti palestinesi (OLP guidato da Yasser Arafat) accordo che prevedeva autogoverno della parte araba in Palestina. In questo clima emerse Hamas, organizzazione globale che unisce alla lotta al fianco degli arabi della Palestina tutta l'opera di assistenza economica e sociale ai profughi e agli arabi allontanati dalle loro terre. 3 sottoperiodi: avvicinamento tra 1985 e 1988, tra Regan e Gorbaciov. Regan è il campione dell’antisovietismo nel suo primo mandato e pensare che proprio lui avvii un dialogo con l'URSS è abbastanza improbabile: ma è un personaggio molto complesso, trova un punto di intesa comune nella condivisa antipatia verso la deterrenza. Ottobre '85, primo incontro a africa. È un colloquio interlocutorio in cui non concludono nulla ma riaprono un negoziato sulle armi strategiche. Un anno dopo, la seconda tappa del loro dialogo, a Reykjavik, in cui accadde poco nonostante le alte aspettative: entrambi mettono le carte in tavola e discutono di riduzione dei rispettivi arsenali strategici fino ad azzerarli ma a patto della fine esperimenti degli USA di “iniziativa di difesa strategica”, ma Regan dice no e lì finisce. Tuttavia, l'incontro è importante perché cominciano a vedere l'interesse comune a ridurre i rispettivi arsenali strategici al fine di raggiungere un rilancio delle loro politiche. Regan moltiplica gli aiuti ai paesi antisovietici: contras in Nicaragua, Mujahidin in Afghanistan, UNITA in Angola; i soldi vengono vendendo clandestinamente armi all'esercito iraniano (Iran-Contras); alla sua scoperta i media sono turbati e la figura del presidente vacilla. Regan ne esce intatto perché non si vuole vivere un secondo trauma nazionale a distanza di così poco tempo. Solo riducendo il costo del contrasto con gli Usa, lo stesso Gorbaciov potrà portare avanti i propri piani economici. G si convince che dopo l'orrore di Chernobyl (26 aprile 1986) è essenziale in termini di armi nucleari trovare un accordo con gli Usa. Il 28 maggio 1987, un giovane studente tedesco atterra nella piazza russa del Cremlino 3 repressione. Si vuole quindi proseguire e accelerare il processo di intesa da entrambe le parti che culmina col primo trattato di storia che abolisce un'intera categoria di armi nucleari (non+ solo limiti): 1987 a Washington; risultò un'improvvisa accelerazione del dialogo da una situazione di stallo a un disgelo che mai si era visto. Abolite prevedendo meccanismi di verifica senza precedenti: gli ispettori vengono ammessi per assicurarsi che vengano distrutte: America in URSS e viceversa mentre si distruggono. Una volta avviato il dialogo G vuole continuare ad accorciare la distanza con gli usa e avvia il ritiro dall’Afghanistan (tra maggio 88 e febbraio 89). Regan nella conferenza di fine mandato annuncia che l'URSS non interferirà in Europa orientale e ritirerà 500.000 uomini dall'Europa orientale. Finisce così la prima fase. Fino all’88 sono solo le due capitali a dialogare, a partire dall'89 questo cambia, nuovi interlocutori che portano a una crescente difficoltà delle due capitali di gestire la situazione. Dal 1989 alcuni eventi mostrano che il precedente dialogo acquista un'importanza minore o meglio relegato sullo sfondo perché avvengono azioni autonome in cui popoli mettono sul piatto iniziative che da mosca e da Washington si faticano a controllare: Bush non sa come comportarsi, repubblicani molto realisti che pensano che le azioni di Regan siano forse state affrettate e da revisionare. (si prendono una “pausa di riflessione” per pensare a Gorbaciov e all'URSS per poi pensare che debbano lasciare libertà alle libere rivendicazioni dei paesi dell'Europa orientale). In Polonia si instaura un governo con i leader dell'opposizione (prima repressi o incarcerati) e si apre un grandissimo processo negoziale che porta a elezioni semilibere che portano alla vittoria del partito anticomunista. Il governo ungherese comincia ad aprire il confine con l'Austria. Due repubbliche baltiche nel maggio dell'89 reclamano la loro sovranità, Estonia e Lituania. Elezione primo governo non comunista il 24 agosto 89 in polonia. Nell'estate dell'89 anche nella repubblica democratica tedesca, nella Germania comunista, cominciano timidamente: dapprima un cauto esodo di profughi che si muovono verso ovest e poi le prime manifestazioni, molto timide; parallelamente più si allentano le restrizioni di fuoriuscita più aumentano. Manifestazioni che aumentano sempre di più avvicinandosi al 40° anniversario della DDT. G disse nell'ottobre del 89 a Honecker di cambiare tattica e invece lui dice di no: H si dimette. Dimostrazioni a Berlino sempre più intense finché si arriva al cambiamento. Alla fine di una conferenza stampa uno degli esponenti del regime di Berlino est, portavoce del nuovo governo, è incaricato di spiegare le nuove misure adottate, e lui non sa come si gestisca una conferenza stampa con giornalisti occidentali: in particolare il decreto in cui si descrive l'allentamento ai divieti di circolazione: quando un giornalista italiano si alza dal fondo della sala e gli chiede: ma queste misure si applicano anche tra Berlino est e ovest? E lui non sa cosa dire, e improvvisa dicendo di sì... e chiede da quando si applicano? E dice “da sta sera”. La voce comincia a circolare e cominciano ad avvicinarsi al muro senza che le guardie, che avevano l'obbligo di sparare a chiunque si avvicinasse al muro, abbiano la minima idea di cosa fare. Il bagno di sangue si evita perché sono proprio alcuni soldati ad aprire le porte e il muro comincia a cadere. D'ora in poi la situazione subisce un'accelerazione drammatica. 3° fase: problema riunificazione tedesca. Di fronte a un evento così epocale come la circolazione tra Berlino est e la Berlino ovest il cancelliere Kohl nel novembre del 1989 prende l'iniziativa: si consulta solo con il presidente Bush, non con gli altri governi europei, lanciando un programma per ipotizzare una riunificazione. B e g si incontrano a Malta: cosa fare di fronte all'iniziativa della Germania? kohl favorevole alla riunificazione ma G no ovviamente. Piano piano è costretto a cedere e ad accettare ma allora deve essere una Germania neutrale, no alleanza atlantica e patto Varsavia, status neutrale fuori da entrambi i blocchi. Per usa deve far parte dell'alleanza atlantica perché: 1) non vogliono dissolvere l'alleanza perché è il cuore della potenza americana in Europa; 2) fondamentale per evitare che una Germania rianimata possa riprendere una ipotetica svolta nazionalista (è una garanzia per tutti); (G si trova in una posizione di retroguardia e deve cercare di strappare quante più concessioni possibili). L'URSS, nel frattempo, continua a infrangersi (Romania rivoluzione 17 dicembre 1989): i sovietici capiscono che mantenere in piedi il patto di Varsavia sarà sempre + difficile. Baker, il segretario di stato americano rilascia una serie di affermazioni in cui a + riprese dice che se la Germania riunificata potrà rimanere nella NATO e faranno in modo che la sua giurisdizione non si espanda a oriente: ma è davvero così? Alcuni dei negoziatori sono assolutamente contrari persino a nominare un ampliamento dell'alleanza atlantica ad est. Spiegazioni: G si senta dire da Baker che non si sposterà a oriente, ma solo oltre alla Germania orientale e quindi riguarda solo la Germania est, nessuno parlava del resto dell'Europa orientale. In realtà da una serie di documenti e studi si scoprì che una dissoluzione del patto di Varsavia era invece + che auspicato dagli americani e non solo. Altri invece pensano non vi sia alcuna concreta prova per nessuna delle due ipotesi (usa ha tradito il patto o no). Una storica americana sostenne che il vero problema è che la promessa fatta, ammessa che sia stata fatta, dagli americani, è una promessa ma di scritto non c'è nulla: quindi i sovietici sarebbero stati del “polli” a non farla mettere nero su bianco. Un altro esperto, Shifrinson, dice che anche le promesse non scritte hanno un valore decisivo nella politica internazionale. Altri si sono chiesti se gli usa negoziassero in malafede, pensando già all'allargamento. A Ottawa in una riunione congiunta si decide il trattato per la riunificazione tedesca che sarà portata avanti dalle due Germanie e dalle 4 grandi potenze vincitrici della sgm. Accelerazione quando nella Germania est ultime elezioni libere in cui vince la neonata democrazia cristiana che ha come primo programma l'accettazione della proposta di fondo (?). due svolte nel processo di negoziato: Washington-Camp David nel maggio del 1990: Gorbaciov si lascia scappare che i paesi europei devono avere la libertà di scegliere a quale sistema di alleanza aderire: prova a rimangiarsi ciò che ha detto ma non si torna indietro. La scelta definitiva di accettare che l'alleanza atlantica si estenda anche alla Germania est avviene nel luglio del 1990. Gli americani hanno gestito il negoziato da una posizione di forza, g trattò da una di crescente debolezza finendo per accettare l'impensabile, perdere la Germania democratica, simbolo della vittoria sovietica nella sgm e che ne faceva una grande potenza europea e mondiale. Di lì a poco la firma del trattato di Washington, il patto di Varsavia cessa di esistere. Gli americani vogliono la riunificazione tedesca con la Germania intera nell’alleanza atlantica ma anche che G resti al potere: fanno di tutto per aiutarlo.
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