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Il mondo crudele dei contadini: la cultura popolare e la vita quotidiana in Francia, Appunti di Archivistica

Storia della Francia moderna e contemporaneaStoria sociale e culturaleStoria dell'Ancien Régime

Robert darnton descrive la vita difficile dei contadini in francia durante l'ancien régime, dove la sopravvivenza era una lotta quotidiana. Le fiabe popolari aiutavano i contadini a comprendere il mondo e a affrontarlo. La morte, la povertà e la lotta tra poveri e ricchi erano temi ricorrenti in queste storie. La demografia dell'epoca faceva della figura della cattiva matrigna una presenza importante nella società rurale.

Cosa imparerai

  • Che ruolo giocava la figura della cattiva matrigna nelle fiabe popolari francesi?
  • Come i contadini affrontavano la lotta per la sopravvivenza?
  • Come le fiabe popolari aiutavano i contadini a comprendere il mondo?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 12/10/2022

Irislarss
Irislarss 🇮🇹

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Scarica Il mondo crudele dei contadini: la cultura popolare e la vita quotidiana in Francia e più Appunti in PDF di Archivistica solo su Docsity! Robert Darnton, Il grande massacro dei gatti e altri episodi della storia culturale francese, cap. 1: “I contadini raccontano fiabe. Il significato di Mamma Oca”, Milano: Adelphi, 1988 Per la maggior parte dei contadini, la vita al villaggio era una lotta per la sopravvivenza, e sopravvivere significava tenersi al di sopra della soglia che divideva il povero dall’indigente. (p. 40) La morte, non il divorzio, metteva fine ai matrimoni, che duravano in media quindici anni… Le matrigne proliferavano ovunque… Una nuova nascita significava spesso la differenza tra povertà e indigenza: anche se non pesava eccessivamente sul regime alimentare della famiglia, poteva condannare alla miseria la generazione successiva accrescendo il numero dei pretendenti quando la terra dei genitori veniva spartita tra gli eredi. (p. 41) Talvolta i genitori soffocavano i neonati nel letto comune – un incidente tutt’altro che raro, a giudicare dagli editti vescovili che proibivano ai genitori di dormire con i bambini che non avevano compiuto il primo anno. Famiglie intere si stipavano in uno o due letti e si circondavano di animali per stare al caldo. Così i bambini diventavano spettatori partecipi delle attività sessuali dei genitori. Nessuno pensava a loro come creature innocenti, o all’infanzia stessa come a una fase particolare della vita, nettamente distinguibile dall’adolescenza, dall’adolescenza e dall’età adulta grazie a differenti forme di vestiario e di comportamento. (p. 42) La fiaba non era solo una fonte di divertimento: drammatizzava la lotta per la conquista di risorse limitate, una lotta che opponeva i poveri ai ricchi, il “popolo minuto” ai grandi… Mangiare o non mangiare – ecco il problema che i contadini dovevano affrontare, nel folclore come nella vita quotidiana. È un problema presente in un gran numero di fiabe, spesso collegato a un tema, quello della cattiva matrigna, che deve avere avuto una particolare risonanza attorno ai focolari dell’antico regime perché la demografia dell’antico regime faceva della matrigna una figura molto importante nella società rurale. (p. 46) Ovunque, nei loro villaggi, il pericolo era in agguato, perché la Francia non aveva una vera forza di polizia, e banditi e lupi vagavano per le terre aspre e selvagge che separavano un villaggio dall’altro. (p. 53) Mostrando come la vita era vissuta…le fiabe aiutavano i contadini a orientarsi. Tracciavano una mappa delle vie del mondo e facevano capire che era follia attendersi qualcosa che non fosse crudele da un ordine sociale crudele. (p. 55) Le fiabe dicevano ai contadini com’era fatto il mondo, e indicavano una strategia per affrontarlo. (p. 73) Senza far prediche o moraleggiare, le fiabe popolari francesi dimostrano che il mondo è spietato e pericoloso. Anche se in maggioranza non erano destinate ai bambini, contengono in genere un messaggio ammonitore. (p. 74) Le fiabe francesi non mostrano alcuna indulgenza per gli idioti del villaggio o per una qualsiasi forma di stupidità, compresa quella dei lupi e degli orchi che non divorano all’istante le proprie vittime. (p. 77) Il mondo, esse dicono, è fatto di sciocchi e di canaglie: meglio essere canaglie che sciocchi. (p. 88)
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