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Appunti Thomas Hobbes, Appunti di Storia Del Diritto Medievale E Moderno

Appunti sul pensiero politico di Thomas Hobbes

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 18/01/2019

nat86
nat86 🇮🇹

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9 documenti

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Scarica Appunti Thomas Hobbes e più Appunti in PDF di Storia Del Diritto Medievale E Moderno solo su Docsity! Thomas Hobbes (Westport, 5 aprile 1588 – Hardwick Hall, 4 dicembre 1679) è stato un filosofo e matematico, sostenitore del giusnaturalismo, con Niccolò Machiavelli e a John Locke, uno dei più importanti protagonisti della filosofia politica rinascimentale, noto per l’esaltazione del potere monarchico quale unico freno del bellum omnium contra omnes (“guerra di tutti contro tutti”). Dopo la sua laurea, Hobbes conobbe i più grandi pensatori e scienziati dell’epoca durante il suo Grand Tour, un vero e proprio rito di iniziazione per i futuri intellettuali e uomini politici a cavallo tra Cinquecento e Settecento. Hobbes vive un secolo segnato da rivoluzioni e guerre civili e religiose, e non arriva a vedere il glorioso esito della Rivoluzione inglese, pertanto vive un clima di assoluta insicurezza e mancanza di certezze. Dovette confrontarsi con l’evento più duro del rinascimento inglese, cioè la Guerra civile (1639-1649), che vide contrapposti il sovrano, Carlo I Stuart, e il Parlamento, il cui leader Oliver Cromwell. Il filosofo inglese fu sostenitore dell’assolutismo monarchico; Hobbes offre la prima grande costruzione scientifica moderna dello Stato e del diritto in chiave assolutistica partendo dal diritto di natura. Per Hobbes l’uomo agisce solo per affermare se stesso sugli altri uomini, in una guerra di tutti contro tutti in cui “homo homini lupus” ossia “l’uomo è un lupo per un altro uomo”. Secondo Hobbes nella natura umana esiste una permanente tendenza alla sopraffazione; nell’uomo non esiste nessuna costante che lo spinga alla solidarietà e alla fiducia verso i suoi simili. La paura dell’uomo ad essere sopraffatto lo ha spinto a stabilire con gli altri uomini patti precisi in base ai quali è meglio vivere in pace che in continua guerra. La sua opera principale è il Leviatano, pubblicato nel 1651, che ha come temi, come recita il sottotitolo, «la materia, la forma e il potere di uno Stato ecclesiastico e civile». Hobbes non contempla la divisione dei poteri e il sovrano non è limitato da principi di giustizia, poiché è fonte di giustizia esso stesso. La sovranità assoluta rende lo Stato simile a un Leviatano, mostro marino, simile a un coccodrillo, che nell’Antico Testamento è descritto come la più potente e terribile delle creature terrestri e non vi è potere sulla terra che gli possa essere pari. Il libro è suddiviso in quattro parti: 1. L'uomo: dove Hobbes espone i principi filosofici e antropologici che portano alla sua teoria politica. 2. Lo Stato: dove Hobbes analizza i modi in cui uno Stato deve essere costituito. 3. Uno Stato cristiano: dove Hobbes descrive "la natura e i diritti di uno Stato cristiano, che dipendono in larga parte dalle rivelazioni sovrannaturali della Volontà di Dio" 4. Il regno delle tenebre: dove Hobbes descrive il regno delle tenebre come "una confederazione di ingannatori che, per ottenere il dominio sugli uomini nel tempo presente, si sforzano, con dottrine oscure ed erronee, di estinguere la luce sia della natura che del vangelo e di renderli così impreparati per il regno di Dio a venire". In questa quarta parte l'obiettivo polemico di Hobbes sono la Chiesa Cattolica e le sette puritane allora al potere in Inghilterra. La potenza dello Stato, afferma Hobbes, dipende dalla sua forza materiale e dalla sua capacità di mantenere la pace interna. Lo Stato è quel Dio mortale, al quale dobbiamo la pace e la sicurezza. Il capo dello Stato è anche la più alta autorità religiosa e la religione è perciò assoggettata al potere politico: l’interpretazione delle Sacre Scritture è del potere civile, in modo tale che non sia contraria alla ragione. Gli ecclesiastici, afferma Hobbes, devono essere semplice burocrazia al servizio del sovrano. Secondo Hobbes la sovranità assoluta deve essere del re, non di un parlamento. Secondo Hobbes, il sovrano è l’unica fonte del diritto, la norma positiva è la volontà del sovrano e l’interpretazione della norma (che compete soltanto all’autore della norma stessa) è un’attività meramente esecutiva del comando contenuto nella legge. Il sovrano delega a giudici da esso stesso scelti e nominati il potere di eseguire la sua volontà, applicando precisamente le sue leggi. La Costituzione tipicamente assolutistica, fondato su basi razionali, e non tradizionali e religiose, e rispecchiante il correlativo fenomeno storico dell'affermazione dell'autorità monarchica contro i privilegi di origine feudale (per Hobbes la monarchica è meglio adatta all'esercizio della sovranità). Unico limite della sovranità hobbesiana è l'inalienabile diritto del singolo all'autoconservazione. Il singolo può disobbedire al sovrano solo se questi gli comanda di compiere atti contrari a tale suo diritto, se gli comanda, ad esempio di uccidersi . Ma in questo
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