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Appunti vari su decadentismo, futurismo, crepuscolarismo con approfondimenti di Pascoli e D'Annunzio, Appunti di Lingue e letterature classiche

appunti sul movimento decadentista con riferimento agli autori Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Stephane Mallarmé. Apunti sul romanzo decadente con riferimenti a Huysmans, Oscar Wilde, D'annunzio. Approfondimento di Pascoli. Appunti sul futurismo e crepuscolarismo

Tipologia: Appunti

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Scarica Appunti vari su decadentismo, futurismo, crepuscolarismo con approfondimenti di Pascoli e D'Annunzio e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! Poeti decadenti Nel simbolismo l’allegoria trasforma il fenomeno in un concetto ed il concetto in una immagine; il fenomeno in idea l’idea in un’immagine in tal modo che l’idea nell’immagine rimanga sempre infinitamente efficace e inaccessibile così definisce il movimento Goethe. Uno dei più grandi esponenti di questa corrente è Baudelaire secondo cui il poeta è colui che ha la facoltà di decifrare i simboli trasferendo il loro messaggio oscuro nel linguaggio poetico. Suo celebre sonetto è Corrispondenze. Baudelaire nasce a Parigi nel 1821 in una famiglia di condizione Borghese, tra i 18 e i 21 anni vive la vita dissipata della Bohème letteraria del quartiere latino, un viaggio all’Isola Bourbon costituisce un’esperienza importante risvegliando in lui l’amore per l’esotico, tornato a Parigi sperpera l’eredità del padre conducendo la vita del dandy e ha una relazione con una mulatta che incarna ai suoi occhi i miti dell’esotico della femminilità tenebrosa e fatale la ripresa dalla figura di Salomè colei che con la danza dei sette veli aveva incanto Erode spingendolo ad offrirle qualsiasi cosa lei volesse ovvero la testa di Giovanni Battista. Durante il 48 Baudelaire subisce il fascino della rivoluzione ma l’infatuazione presto svanisce, scoprì poi Edgar Allan Poe in cui si riconosce come scrittore maledetto irregolare e incompreso, è attratto dall’ atmosfera allucinata e nera dei racconti del narratore americano. Nel 57 esce la raccolta i fiori del male nel frattempo però il fisico del poeta è minato dall’oppio e dall’hashish nonché dalla sifilide che lo condurrà alla morte nel 1867. I fiori del Male Non è una raccolta occasionale di versi ma un’opera unitaria con un disegno rigorosamente organico è diviso in due parti spleen e ideale, lo spleen rappresenta uno stato di depressione cupa, di noia, di disgusto per il mondo in cui si vive letteralmente significa umore nero. Nel sonetto corrispondenze Baudelaire definisce l’essenza del Simbolismo l’uomo Infatti vive in una foresta di simboli sconosciuti agli occhi della gente comune, sono rivelati da coloro che vengono definiti vate. veggenti ovvero i poeti. Nella poesia l’albatro invece Baudelaire definisce la condizione del poeta bohemien, paragonato all’albatro uccello dalle ali smisurate adatte a compiere voli pindarici che risulta però goffo se portato sulla terra ferma così il poeta vede cose che gli uomini comuni non comprendono ma è goffo nella vita quotidiana è incompreso per questo conduce una vita sregolata non accettata dalla borghesia. Infine abbiamo la poesia spleen probabilmente composta durante crisi di astinenza da sostanze stupefacenti poiché troviamo numerose analogie e ossimori che compongono due ordini paralleli di immagini e che rimandano l’uno all’altro e riguardano il mondo esterno e la dimensione interiore del poeta: il mondo esterno è un paesaggio autunnale livido e tetro mentre la dimensione del poeta è rappresentata da una serie di figurazione allegoriche con immagini alquanto truci e violente Paul Verlaine Paul Verlaine nasce in una famiglia piccolo-borghese della provincia, trascorre una vita disordinata segnata dall’ abuso di alcool e di atti di violenza. Affronta motivi tipici del decadentismo come la noia esistenziale ripresa da Leopardi, la percezione del presente come decadenza, durante la sua vita viene letteralmente travolto dalla sfrontata carica vitale dell’adolescente Rimbaud di 10 anni più giovane di lui tanto da abbandonare la moglie e partire con l’amico per il Belgio e l’Inghilterra. Ritornato in Belgio litiga con questi che vuole porre fine al loro rapporto e lo ferisce venendo per questo incarcerato. Famoso per aver scritto il sonetto che diede il nome al movimento letterario chiamato languore comparve sulla rivista le Chat Noir il gatto nero e definisce se stesso come l’impero alla fine della decadenza riferendosi alla Roma imperiale Arthur Rimbaud Nasce a Charleville in una famiglia Borghese che gli impartisce lo di un’educazione piuttosto rigida, apparentemente accetta l’orientamento della famiglia ma L’interesse per la poesia e il suo spirito inquieto e insofferente lo portano a fuggire di casa per dirigersi verso Parigi. Inizia così una corrispondenza con Verlaine che leggendo il battello ebbro si accorge di essere di fronte a qualcosa di veramente nuovo ad una poesia che sintetizza mirabilmente in sé tutto il cammino della lirica francese con una nuova disposizione visionaria e onirica. Il rapporto iniziale fra i due è quello che si stabilisce fra un maestro e un discepolo per poi diventare un qualcosa di più intimo ma il loro legame è destinato a degenerare portandolo a proseguire la sua interminabile fuga. Egli intuisce nel viaggio la possibilità di rifiutare l'universo Borghese e le espressioni dei valori che lo animavano, vede il viaggio come fuga dalla realtà un viaggio mentale non fisico. Questo radicale rifiuto del mondo Borghese giunge a coinvolgere anche la letteratura approdando al Silenzio Dopo aver vagato per tutto il continente al seguito di un circo si imbarca per l’Africa contrabbandando armi, scopre di avere un tumore al ginocchio per cui gli viene amputato l’arto, rimpatriato è ricoverato muore non riuscendo a salvarsi di lui ricordiamo la poesia vocali con il fonosimbolismo simbolismo attraverso i suoni ripreso poi da Pascoli in quest’opera le vocali sono paragonate a delle immagini allegoriche legati alla morte e alle malattie ricca di sinestesie e ossimori. Stephane Mallarmé Aprì la via con la sua sperimentazione grafica e con la sua concezione della poesia, predecessore di molte esperienze letterarie del 900 tra cui il Futurismo e l’ermetismo. La sua poesia si manifesta come un bisogno assoluto di verità destinata a rimanere inappagato per la presenza del caso ossia per l’irrazionalità del reale. Il romanzo decadetene Gli esponenti del romanzo decadente sono Oscar Wilde con il ritratto di Dorian Gray Gabriele D'Annunzio con il piacere e Joris Karl Huysmans con A Rebour, controcorrente Huysmans Nasce a Parigi nel 1848 da una famiglia di origine fiamminga, la sua opera più famosa è controcorrente diventerà una delle bibbie del decadentismo europeo e des esseintes l’unico personaggio di questo romanzo senza intreccio, una delle più riuscite incarnazioni. In contrapposizione al Romanticismo che descrive la natura come una forza dirompente che travolge l’uomo il Decadentismo contrappone il genio dell’essere umano l’artificio che rende tutto perfetto rispetto alla monotonia della natura. Il romanzo decadente si caratterizza per un’assenza di trama per la ricerca dell’edonismo del piacere sfrenato per il principio arte per l’arte ovvero l’arte fine a sé stessa senza motivazioni sociali o etiche e per il tema del doppio, la vita esteriore e l’anima dei personaggi, ripreso da Oscar Wilde in Il ritratto di Dorian Gray. Oscar Wilde Nasce nel 1854 a Dublino studia a Oxford dove la sua brillante intelligenza è stimolata dalle lezioni che frequenta, si stabilisce a Londra dove entra in contatto con i circoli artistici e i salotti mondani più in vista della città, eccentrico e ammirato conversatore si atteggia a pose stravaganti e diventa ben presto, soprattutto in virtù di una vera e propria campagna di autopromozione, uno dei personaggi più discussi della capitale e del paese. È il simbolo di un nuovo movimento estetico tra le sue opere ricordiamo le fiabe del principe felice, L’importanza di chiamarsi Ernesto, la sua opera teatrale più famosa Salomè sensibile di trascrizione di un classico mito decadente quello della donna fatale visto con sottile distacco ironico e il celebre nonché unico romanzo Il ritratto di Dorian Gray. Accusato di omosessualità per una relazione con il giovane Lord Alfred Douglas viene condannato al carcere ai lavori forzati, scontata la pena si trasferisce a Parigi dove muore povero e solo. Grazia Deledda Nata a Nuoro in Sardegna cresce in un ambiente familiare e sociale piuttosto chiuso che ne osteggia le ambizioni letterarie, i suoi romanzi richiamano in apparenza i modi veristi ma la narrazione punta decisamente sull’analisi del mondo interiore dei personaggi. Ottenne il Premio Nobel per la letteratura è la prima scrittrice italiana a ricevere questo riconoscimento. Gabriele d'Annunzio La vita di D'Annunzio può essere considerata una delle sue opere più interessanti secondo i principi dell'estetismo per cui bisogna fare della propria vita un'opera d'arte. Nato nel 1863 a Pescara da agiata famiglia Borghese studiò in una delle scuole più aristocratiche dell'Italia del tempo, precocissimo sedicenne pubblicò un libretto diversi Primo Vere che suscita una certa risonanza ed ottenne benevola attenzione anche da parte di letterati di fama. Raggiunta la licenza liceale a 18 anni si trasferì a Roma per frequentare l’università, in realtà abbandona presto gli studi preferendo vivere tra salotti mondani e redazioni di giornali. Acquistò subito notorietà attraverso una copiosa produzione di versi di opere narrative, di articoli di giornali che spesso Al primo lutto in breve ne seguiranno altri, in una successione impressionante morirono la madre e la sorella maggiore, il fratello Luigi è il fratello Giacomo. Giovanni era entrato con i Fratelli Giacomo e Luigi al collegio degli Scolopi ad Urbino dove ricevette una rigorosa formazione classica che costituì la base essenziale della sua cultura. Grazie alla generosità di uno dei suoi professori poté proseguire gli studi a Firenze dove, grazie al brillante esito di un esame ottiene una borsa di studio presso l’Università di Bologna per frequentare la facoltà di Lettere. Negli anni universitari Pascoli subì il fascino dell'ideologia socialista che proprio allora si stava diffondendo, partecipò a manifestazioni contro il governo. Fu arrestato nel 1879 e dovette trascorrere alcuni mesi in carcere per venire alla fine assolto. L'esperienza fu traumatica e determina il suo definitivo distacco dalla politica militante. Iniziò subito dopo la carriera di insegnante liceale prima a Matera poi a Massa partecipa a concorsi di latino e con i proventi riesce a comprarsi una casa a Castelvecchio di Barga in provincia di Lucca qui chiama a vivere con sé le due sorelle Ida e Mariù ricostruendo così Idealmente quel nido familiare che i lutti avevano distrutto. La chiusura gelosa nel nido familiare e l’attaccamento morboso alle sorelle rivelano la fragilità della struttura psicologica del poeta, fissato dai traumi subiti ad una condizione infantile cerca entro le pareti del nido la protezione da un mondo esterno, quello degli adulti che gli appare minaccioso ed irto di insidie a queste si aggiunge il ricordo dei suoi morti. Non vi sono relazioni amorose nell’esperienza del poeta che conduce una vita come egli stesso confessa forzatamente casta, il matrimonio di Ida nel 1895 fu sentito da Pascoli come un tradimento una profanazione della sacralità del nido e determinò in lui una reazione spropositata, patologica con vere manifestazioni depressive e viceversa quando si profila vagamente un suo matrimonio con una sua cugina Giovanni dovette rinunciare per la gelosia di Mariù. La sua vita era la vita appartata e senza scosse ne grandi avvenimenti esterni del professore, tutto chiuso della cerchia dei suoi studi della sua poesia degli affetti familiari una vita esteriormente serena ma in realtà turbata nell'intimo da oscure angosce e paure e dalla presenza ossessiva della morte. All’inizio degli anni 90 pubblicò una prima raccolta di liriche Myricae; si assunse poi il compito di diffondere ideologie e miti attraverso una serie di discorsi pubblici tra i quali “La grande proletaria si è mossa” tenutosi nel 1911 per celebrare la guerra coloniale in Libia. La salute del poeta però era minata da un cancro allo stomaco, si trasferì a Bologna per le cure ma si spense poco dopo il 6 aprile 1912 La poetica di Pascoli In Pascoli si riflette la crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo con l’affermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche, la sfiducia nella scienza come strumento di conoscenza e di ordinamento del mond. Si apre l’ignoto, il mistero, l’inconoscibile verso cui l’anima si protende ansiosa presa a captare i messaggi enigmatici che ne provengono. Data questa soggettivazione del reale alla nettezza vivida delle impressioni, alla precisione scientifica della terminologia Botanica e ornitologica può accostarsi una percezione visionaria onirica in cui il mondo è visto attraverso il velo del sogno e perde ogni consistenza oggettiva. Le cose sfumano le une nelle altre in un gioco di metamorfosi tra apparenza labili e illusorie e si instaurano così legami segreti fra le cose che solo abbandonando le convenzioni della visione corrente logica e positiva possono essere colti. Il fanciullino La dichiarazione poetica di Pascoli la troviamo all’interno del saggio “Il fanciullino” pubblicato sul Marzocco nel 1897. L’idea centrale è che il poeta coincide col fanciullo che sopravvive al fondo di ogni uomo, un fanciullo che vede tutte le cose come per la prima volta, con ingenuo stupore, meraviglia, come dovette vederle il primo uomo all’alba della creazione. Al pari di Adamo anche il poeta fanciullino dà il nome alle cose e trovandosi come in presenza del mondo Novello deve usare una novella parola, un linguaggio che si sottragga ai meccanismi mortificanti della comunicazione abituale e sappia andare all’intimo delle cose, scoprire la loro freschezza originaria e rendere il sorriso e la lacrima che c’è In ognuna di esse. Il poeta in una parola appare come un veggente dotato di una vista più acuta di quella degli uomini comuni, con lui che per un arcano privilegio può spingere lo sguardo oltre le apparenze sensibili attingere all’ignoto esplorare il mistero, da non confondere con il poeta vate colui che guida le folle. In questo quadro culturale si colloca altresì la concezione della poesia pura, per Pascoli la poesia non deve avere fini estrinseci pratici il poeta canta solo per cantare non vuole assumere il ruolo di consigliatore e di ammonitore non si propone obiettivi civili morali pedagogici propagandistici, opposto rispetto a D’Annunzio riprende il concetto di arte per l’arte. Questo rifiuto della lotta tra le classi si trasferisce al livello dello stile, Pascoli ripudia il principio aristocratico del classicismo che esige una rigorosa separazione tra ciò che è alto e ciò che è basso ed accetta solo la prima categoria di oggetti nel campo selezionatissimo della poesia. Ricchi di poesia per lui non sono solo gli argomenti elevati e sublimi ma anche quelli più umili e dimessi, la poesia è anche nelle piccole cose che hanno un loro sublime particolare, una dignità non minore di quelle auliche, in tal modo Pascoli come ha osservato Gianfranco Contini porta alle estreme conseguenze la rivoluzione romantica che estendeva il diritto di cittadinanza a tutti gli elementi della realtà. Tra oggetti aulici e umili e tra le parole che li esprimono non.vi è più conflitto ed esclusione ma vi può essere pacifica convivenza; a questo principio Pascoli si attiene fedelmente nella sua attività poetica proponendosi sia come Cantore della realtà umile e dimessa, in particolare il mondo contadino scoprendo il loro valore segreto elevandole alla dignità che loro compete, sia come celebratore delle glorie nazionali ed evocatore dei miti e degli eroi classici. Raccolte poetiche Le raccolte più importanti di Pascoli sono i Canti di Castelvecchio di Barga e Myricae le cui poesie sono state pubblicate nel corso degli anni 80 su riviste o in edizioni per nozze. La prima raccolta vera e propria usci nel 1891 Il titolo è una citazione Virgiliana tratta dall'inizio del quarto bucolica in cui il poeta latino proclama l’intenzione di innalzare un poco il tono del suo canto poiché non a tutti piacciono gli arbusti e le umili Tamerici; Pascoli assume invece le umili piante proprio come simbolo delle piccole cose che egli vuole porre al centro della poesia secondo i principi di quella poetica che di lì a qualche anno esporrà nel fanciullino. Si tratta in prevalenza di componimenti molto brevi che all’apparenza si presentano come quadretti di vita campestre, ma in realtà i particolari su cui il poeta fissa la sua attenzione non sono dati oggettivi resi naturalisticamente ma si caricano di sensi misteriosi e suggestivi, sembrano alludere ad una realtà ignota inafferrabile che si colloca al di là di essi, sono i segnali di un enigma affascinante e inquietante insieme. Spesso le atmosfere che avvolgono queste realtà evocano l’idea della morte con un’insistenza sulle onomatopee, il valore simbolico dei suoni, l’uso di un ardito linguaggio analogico, la sintassi frantumata. Pascoli sperimenta anche una varietà di combinazioni metriche inedite utilizzando in genere versi brevi in particolare il novenario un verso poco frequente nella tradizione italiana per cui è più tipico l’endecasillabo X Agosto Poesia in cui Pascoli rievoca la propria tragedia personale l’uccisione del padre avvenuta il 10 agosto del 1867, nonostante l'apparente quadro agreste in realtà è un discorso ideologicamente strutturato in cui il poeta prendendo le mosse della propria tragedia familiare affronta i grandi temi metafisici del male e del dolore del rapporto tra la dimensione terrena e il trascendente; infatti il cielo è remoto, come inaccessibile; la dimensione terrena è quella trascendente non vi è comunicazione. Inoltre affronta una delle tematiche principali delle sue poesie il tema del nido L'assiuolo L'assiuolo è un piccolo uccello rapace notturno simile al gufo che emette un verso monotono e malinconico che sembra un lamento e che Pascoli rende con l’onomatopea “chiú”. Troviamo in questa poesia il fonosimbolismo simbolismo ottenuto con i suoni. La poesia sembra descrivere un notturno lunare reso attraverso una serie di sensazioni visive e uditive ma il quadro apparentemente impressionistico si rivela immerso in un’atmosfera arcana ricca di sensi suggestivi. Un’atmosfera iniziale incantata e sospesa si converte poi in un motivo di angoscia di dolore e di morte che si materializza nel verso lugubre dell’assiolo come sempre viene ripresa la tematica della morte e della tragedia di Pascoli uno dei temi centrali della sua lirica. Temporale La poesia apparentemente descrive l’avvicinarsi di un temporale in realtà una metafora che indica il nido distrutto dall’omicidio del padre, il temporale che si avvicina è la catastrofe che ha portato tutte le disgrazie che ne conseguono, si nota un senso di ingiustizia mitigato dall’ala del Gabbiano che rappresenta la speranza per un possibile miglioramento Novembre Poesia dedicata all’estate di San Martino, il 12 novembre, secondo la leggenda un cavaliere francese che in una fredda giornata di novembre vide un mendicante e lo copre con il suo mantello, per commemorarlo si aprono le nubi ed esce il sole. Anche qui ritroviamo la tematica del sereno che è oscurato dalle ombre dei rami secchi il presagio di qualcosa di oscuro l’uccisione del padre, la tragedia che colpirà la famiglia. Ci sono molti riferimenti alla morte e alla contrapposizione tra Eros e Thanatos vita e morte poiché in realtà questa estate di San Martino nasconde un rigido inverno Il gelsomino notturno Poesia dedicata a Gabriele Briganti in occasione del suo matrimonio l’esaltazione materiale e fisica attraverso il simbolismo e l’analogia, è inserita all’interno dei Canti di Castelvecchio. Troviamo la metafora sessuale per eccellenza lo schiudersi dei petali del fiore, sempre un riferimento ai dolori vissuti dal poeta che gli impediscono di crearsi un proprio nido e che guarda con invidia la nuova famiglia che si è creato l’amico troviamo infine la metafora del concepimento della donna. Le avanguardie Mentre celebra i suoi trionfi nel campo della realizzazione scientifica e industriale alla fine dell’800 il positivismo entra in crisi mostrando i limiti della sua visione meccanicistica della realtà. Con la teoria della relatività annunciata per la prima volta nel 1905, Albert Einstein dimostra che anche le scienze cosiddette esatte (matematica fisica geometria) si fondano su presupposti convenzionali e relativi, con la psicoanalisi Sigmund Freud liquida le vecchie concezioni psichiatriche e antropologiche contrapponendo loro la teoria dell’inconscio la tripartizione della psiche; il ruolo svolto da filosofi come Friedrich Nietzsche il cui pensiero asistematico e negativo si stava diffondendo anche in Italia a partire dal l’influenza esercitata su D’Annunzio già sul finire del secolo precedente confuta le certezze della filosofia della Scienza ufficiale. Henri Bergson insiste su una concezione dinamica in continuo divenire della realtà sulla vita intesa come slancio Vitale una perenne creazione che si può conoscere solo con l’intuizione mentre la scienza dà delle cose una visione riduttiva statica e parziale. Abbiamo la demistificazione dell’arte, togliere le certezze, anche all’interno dell’Opera Così parlo Zarathustra con la famosissima espressione “Dio è morto” esempio del nichilismo, il nulla, ripreso da Leopardi. il termine avanguardia appartiene al vocabolario militare e indica come noto la pattuglia di Soldati che va in avanscoperta procedendo il grosso delle truppe e affrontando così maggiori pericoli, usata nell’Ottocento in senso politico a indicare i gruppi che si ponevano a capo di movimenti rivoluzionari, la nozione si estende al primo Novecento a designare anche alcune tendenze letterarie e artistiche in particolare il Futurismo il Dadaismo e il surrealismo. Futurismo Nel manifesto del Futurismo pubblicato nel quotidiano Parigino “Le Figaro” il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti esprime i valori su cui intende fondarsi la visione del mondo futurista ovvero quelli della velocità, del dinamismo, dello sfrenato attivismo considerati come distintivi della Moderna realtà industriale che ha il suo emblema nel mito della macchina. Il culto dell’azione violenta così come il rifiuto del parlamentarismo e socialismo, l’antifemminismo nel nome di un individualismo assoluto e gratuito sono i fondamenti del Futurismo insieme al mito del superuomo di cui l’adesione all’ideologia nazionalista e militarista che celebra la guerra come sola igiene del mondo. Nasce anche la polemica che si estende alla sensibilità romantica e decadente come risulta nei manifesti “uccidiamo il chiaro di luna”. Tra le idee di questi avanguardisti troviamo quella di bruciare tutti i libri di correnti letterarie precedenti tranne i grandi geni simbolisti quali Edgar Poe, Baudelaire, Mallarmé e Verlaine; solo la velocità considerata alla stregua di un nuovo Dio può contemplare in se tutti i valori spirituali e morali dell’uomo, il Futurismo respinge ogni forma consueta di causalità e di consequenzialità sostituendo all’impianto logico del pensiero una forma più sintetica abbreviata quella dell’analogia non più però L’analogia proposta dai simbolisti tutta fondata sulla ricerca di significati impalpabili spirituali e metafisici ma un analogia che sappia rappresentare l’ossessione lirica della materia accostando e assimilando realtà diverse e lontanissime fra di loro anche attraverso l’uso della sinestesia e dell’onomatopea. Al Futurismo aderirono anche scrittori provenienti dall’esperienza crepuscolare come Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Filippo Tommaso Marinetti Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876 compì gli studi superiori a Parigi laureandosi in giurisprudenza all’Università di Genova nel 1909 scelse un prestigioso giornale Parigino Le Figaro per lanciare il manifesto del Futurismo Manifesto del futurismo
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