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Appunti x esame di Letteratura Inglese contemporanea, Appunti di Letteratura Inglese

Moduli A, B, C validi per l'esame di Letteratura Inglese Contemporanea

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 05/11/2019

Simollaro
Simollaro 🇮🇹

4.7

(10)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti x esame di Letteratura Inglese contemporanea e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! LETTERATURA INGLESE CONTEMPORANEA nicoletta.brazzelli@unimi.it 18/02/2015  Modulo A: MASTER NARRATIVE Considerazioni preliminari Ha due percorsi questo corso, uno cronologico e uno tematico. Va dal 1600 e avrà un momento importante del 1800, per proiettarsi nel 1900, non riguarderà tutta la storia della letteratura ma solo alcuni testi che interessano un determinato gruppo tematico. Questo percorso tematico vuole rappresentare alcuni aspetti dell’identità inglese dall’Impero al “dopo” contemporaneo molto complesso. Parlare di lingua, letteratura e cultura implica la necessità di utilizzare il plurale, poiché ci si confronta con situazioni e problematiche contradditorie. Bisogna cercare di avere delle basi che ci permettano di muoverci in maniera sicura in questo percorso, quindi tenendo presente la situazione letteraria di fine ‘800. Alla base stanno le counter narrative, un tipo di narrazione critica e alternativa che si impone diversa dalla master narrative. Il termine immaginario (coniato da Remo Ceserani- Guida allo studio della letteratura) viene usato per riferirsi alla letteratura e ai testi, scritti in una lingua, in questo caso in inglese. Ceserani ha connesso la dimensione della letteratura e dello studio di essa. I problemi del rapporto tra letteratura e lettura appartiene a tutti noi e riflette il pensiero di questo studioso importante. Letteratura però qui è inglese e quindi parliamo di una lingua di dimensioni nazionali. Quindi una letteratura legata a una nazione, principalmente alla Gran Bretagna, ma anche e soprattutto alle colonie. La varietà di paesi che parlano inglese e che hanno una letteratura scritta in inglese sono principalmente ex colonie appartenute all’Impero: l’Impero britannico fu il più grande impero che conquistò mezzo mondo e creò un grandissimo impero coloniale; dalla seconda metà del ‘900, l’Impero inglese comincia a disgregarsi e le colonie iniziano a combattere per ottenere la loro indipendenza, pur mantenendo come lingua quella inglese. Forse gli scrittori delle colonie sono ancora più interessanti degli scrittori inglesi britannici, soprattutto per l’importanza significativa e per i temi trattati. Quindi quando parliamo di letteratura inglese si parla di master narratives ma non solo di scritti entro i confini della Gran Bretagna attuale. Qui la letteratura studiata è quella contemporanea. Il contemporaneo non è solo l’attuale, non è solo il ‘900, non è solo il XXI secolo, dal 2000 in poi. Contemporary è un concetto molto più complicato, non si può fare a meno di inglobare nella contemporaneità anche la tradizione letteraria e il passato più o meno lontano. Bisogna considerare l’idea di reinterpretare il passato, i testi recenti reinterpretano e ripropongono i testi del passato come fanno anche le tradizioni letterarie. Il testo di Shakespeare è per esempio la prima master 1 narrative, ma anche gli altri testi pur esprimendo il punto di vista inglese rispetto all’alterità sono comunque delle master narratives. Le counter narratives contemporanee riguardano al passato per riflettere sul presente, che è complicato e fluido, ricco e contraddittorio. Quando si parla di letteratura si parla anche di canone letterario, ovvero quell’insieme di testi rappresentativi che nelle varie epoche ha costituito il centro della letteratura. Oggi il canone letterario sta cambiando, ci sono testi che continuano a modificarsi, mentre ci sono altri testi che rimangono fissi nel tempo, come i testi di Shakespeare. Il canone si apre sempre di più, perché la contemporaneità fa sì che l’idea di letteratura sia sempre più ampia: si includono generi come il fantastico, il poliziesco o quello rosa e che non sono stati considerati a lungo come testi veri e propri. Nella seconda metà del ‘900 o oggi abbiamo quindi una letteratura più inclusive, tendente quindi ad aprirsi ai canoni precedenti e ad accettare più generi letterari. La letteratura contemporanea contiene sempre più elementi ed è molto meno esclusiva ed elitaria. Abbiamo una lettura di testi (per lo più narrativi, ad eccezione della Tempesta di Shakespeare), non bisogna leggerli e basta, ma studiarli implica qualcosa in più. Bisogna capire il plot innanzitutto e per farlo bisogna ricorrere ad alcuni strumenti. 25/02/2015  La national identity: abbiamo sottolineato il discorso sulla letteratura inglese, ovvero letteratura che fa riferimento a una serie di elementi fortemente legati alla lingua; parliamo di Gran Bretagna, ma siamo costretti ad allargare l’idea di nazione inglese, appunto di culture altre alle quali viene imposto l’inglese.  L’identità nazionale si crea e definisce in base alla otherness, appunto l’alterità, altre lingue e altre culture. Questo vale per l’Inghilterra ma si deve estendere ad altre nazioni; in questi termini national identity e otherness sono elementi in contrasto. Linda Colley ha scritto un testo chiamato Britons. Forging the Nation, tracciando un quadro storico della storia inglese tra il 1707 e il 1837. Il 1707 è l’anno dell’Act of Union, l’anno in cui nasce l’Union Kingdom of Great Britain. Fa un discorso storico e parla di forging the nation: forging nel senso di creare, quasi manualmente, la nazione, quindi la studiosa fa un discorso interessante su come la nazione si crea in un periodo ben definito, appunto quello dell’età vittoriana. La Colley individua 3 elementi che contribuiscono a forgiare l’identità inglese:  Protestantesimo: la confessione protestante, che è un grande collante all’interno della nazione britannica, dopo secoli che esso viene inserito e si espande nella nazione britannica;  Trade: l’attività commerciale e le varie dinamiche, che sono legate alle missioni coloniali; 2  Vi è anche l’opposizione country-city: il rapporto tra città e campagna, affrontato da Raymond Williams, si può vedere con un analogo rapporto tra UK e colonie. Basti pensare che Londra è il centro dell’impero e il country sia l’insieme delle colonie, che vi ruotano intorno. Vi è un senso di interdipendenza, tra città e campagna, così come tra il centro dell’impero e le colonie. Le grandi aree di riflessione critica sono il colonial discourse, che si associa al postcolonial discourse: si parla di imperial legacy e quindi della contemporaneità come fortemente legata all’impero, perché ancora oggi tendono ad esserci una serie di aspetti che ricordano il passato coloniale, lo fanno appunto interagire con il presente; queste riflessioni si fanno dai 1990s, questo post significa riflettere su un after ma anche un belonging dell’impero. Bisogna leggere questi testi in un’ottica contemporanea; a questa tematica hanno scritto Edward Said e Homi Bhabha: due studiosi contemporanei che si sono occupati degli studi coloniali e postcoloniali. Al postcolonial, segue il transnational: per molti postcolonial non si può più usare, perché lega troppo dei paesi che oggi sono invece molto separati e lontani. Bill Ashcroft è uno studioso australiano che propone transnational: è un termine che implica il passaggio da una nazione all’altra, che quindi supera l’idea di postcolonial, del “dopo l’impero”, quindi passaggio da una lingua o cultura all’altra. Per le tematiche contemporanea parlare di transnational è più corretto.  Multicultural invece implica la presenza di più culture a livello nazionale: la Gran Bretagna è costituito dalla copresenza di culture molto diverse e l’elemento che unifica e fa da collante è appunto la lingua inglese. Il discorso della differenza culturale è vero, dove però sussistono delle differenze, a causa di peculiarità della everyday-life. La master narrative è la narrazione del colonizzatore, colui che detiene il potere, quindi è la narrazione del colonizzatore che racconta di sé e del colonizzato, ponendo delle riflessioni che mettono in risalto le differenze con l’altro e il senso di superiorità. La master narrative è tendenzialmente un discorso maschile: l’impero è in linee generali governato e dominato sulla scena letteraria dall’immagine maschile. Però non si può negare, parlando del gender, che non esista una visione femminile e che non si possa indagarla nei testi. La master narrative è la visione dell’impero, dal punto di vista maschile ma il discorso femminile è necessario per completare il quadro: non è molto compatto come quadro letterario, infatti presenta molte fratture ed elementi che in realtà fanno cadere alcune certezze mai messe in discussione. Già leggendo Conrad e Kipling compare l’immagine dell’Impero dominante sull’altro, ma anche dell’Inghilterra che cambia profondamente il modo di vedere e rappresentare se stessa. Venendo a contatto con l’alterità, spesso selvaggia e paurosa, non può fare altro che cambiare. Quindi le modalità testuali dalle master narrative fino alle counter narrative sono da analizzare in chiave delle contraddizioni che generano le varie dinamiche storiche e coloniali. Troviamo in queste modalità: 5  Le images of Englishness  Repositioning British Identity: è una identità che viene continuamente ridefinita, per un sacco di ragioni, è qualcosa di molto fluido;  Writing back = against the canon: a livello di scrittura, writing back, che gli studiosi postcoloniali hanno usato molto, significa riscrivere con una coscienza critica il passato, rivedendo i fatti con una prospettiva più consapevole, guardando il passato coloniale e reinterpretandolo. Può essere anche interpretato come lo scrivere against the canon, appunto contro la tradizione e che la critica, sebbene essa continui ad esserci. La contemporaneità non può esistere senza il passato. Per questo sono importanti i monumenti come testimonianza del passato. 26/02/2015 (Pagetti) C’è stato uno Shakespeare coloniale e in seguito un post coloniale. Le fonti anglofone diventano la Bibbia e le opere di Shakespeare, che creano le basi della letteratura inglese moderna. La Tempesta è l’opera più duttile, che può essere trasformata e riAdahttata. La lettura postcoloniale della Tempesta vede un sacco di temi:  Esplorazione di un nuovo mondo, ha una sua duplicità straordinaria, è un’isola mediterranea (tra Italia e Africa) e rimanda alla tradizione letteraria partita con l’Odissea di Omero. Tra le varie fonti c’è anche l’Eneide di Virgilio  Miti dell’epoca classica  Isola: non solo nel Mediterraneo ma soprattutto nell’Atlantico, l’America è appena stata esplorata. L’Inghilterra scopre nuove rotte del mondo americano, dove bisogna scoprire nuovi paesaggi e nuove culture. L’isola della classicità e l’isola del mondo americano. Una delle storie e delle leggende che circolavano sui viaggi verso il nuovo mondo riguardavano un mondo marino molto tempestoso; inoltre nel nuovo mondo esistono creature misteriose, appunto le culture altre, che si differenziano da quelli europei: parlano in modo diverso e si mostrano come cannibali.  Mare: nella Tempesta è l’elemento più forte e più evidente rispetto alle altre opere di Shakespeare. È una entità pericolosa.  Naufragio: il tema del naufragio è fondamentale e anche la ricerca del ritorno a casa attraverso un luogo sconosciuto.  Esilio: motivo legato a figure o personaggi che sono costretti a vivere lontani dalla propria patria, sospesi tra un presente di cui devono impadronirsi e il ricordo di un passato da cui devono separarsi. Qui il personaggio più importante è Prospero, abbandonato su una scialuppa insieme alla figlia Miranda, che arriva su un’isola misteriosa, appunto quella della Tempesta. 6  Perdita: dell’innocenza e del potere, che sono costitutivi principali di questa trama.  Metamorfosi: tutto avviene sul palcoscenico, il territorio supremo delle rappresentazioni dove tutto può modificarsi. La metamorfosi può essere morte da una parte, mentre dall’altra può significare rinnovamento. La tempesta fa parte dei late romance, ovvero opere di carattere immaginativo e fantastico non legate direttamente a problematiche politiche o elementi tragici, ma opere che danno l’elemento fantastico come fondamentale per distaccarsi dalla realtà. Già nella Tempesta si vedono come compaiano delle creature non umane, come Ariel, lo spirito a cui Prospero promette la libertà, e come Ariel anche altri spiriti, che nel quarto atto si trasformano in cani feroci per tormentare Caliban e i marinai che avrebbero dovuto uccidere Prospero. Se non altro Caliban è la creatura altra più importante: è mezzo uomo, mezzo pesce. Caliban è indicato come figlio del più tradizionale degli accoppiamenti non umani, è infatti figlio del demonio e Sycorax, una strega (nessuno di questi personaggi viene mai in scena). Il periodo in cui l’opera viene rappresentata a corte è difficile per la storia inglese: Elisabetta I è morta da alcuni anni, Giacomo I ha il problema di doversi misurare con una eredità molto pesante [34.47] 27/02/2015 The Tempest È rappresentata nel 1611 per la prima volta dai King’s Men al Whitehall Palace. Il testo in realtà compare in forma scritta solo nel 1623 nel Folio, una raccolta di Shakespeare stilata da due collaboratori dell’autore. (Giorgio Melchiori Shakespeare pag 3-25: viene raccontato il sistema teatrale all’interno del quale si instaura Shakespeare). L’in-folio è il primo testo che raccoglie in forma stampata le opere di Shakespeare. Di fatto il testo shakespeariano è un play text, un testo drammatico scritto per il teatro, non scritto per essere pubblicato. Il sistema teatrale shakespeariano funziona in maniera diversa: il testo viene elaborato in vista della rappresentazione; poi seguono versioni scritte successive, di solito problematiche dal punto di vista filologico, sono magari testi che provengono dai copioni, quindi non c’è il sistema di copyright ma un pubblico molto vasto che va a teatro nell’epoca elisabettiana. I teatri pubblici nascono come edifici costruiti appositamente per contenere rappresentazioni teatrali, a cui si accede tramite pagamento di un biglietto. La tempesta in realtà viene rappresentata a corte. Il sistema teatrale elisabettiano presenta delle caratteristiche peculiari: questi nuovi teatri erano edifici abbastanza capienti, ma con una scenografia pressoché limitata o quasi inesistente. L’illusione teatrale è creata dalla parola e dalla gestualità degli attori. Il discorso metateatrale è centrale nelle opere di Shakespeare, l’autore riflette sul senso del teatro. È frequente l’uso del play within the play: nel caso della Tempesta, abbiamo in masque che costituisce il quarto atto dell’opera, dove si 7 o Il tema della meraviglia, wonder, è altresì importante come quello dell’utopia. o Nature of colonialism: il testo prefigura il rapporto tra colonizzatore e colonizzato. All’interno di questo contesto, il linguaggio svolge un ruolo fondamentale o Role of language: un contro è conquistare un territorio, un altro imporre la propria lingua e le proprie tradizioni. In questi termini, la lingua diventa la principale arma per colonizzare: è un arma a doppio taglio, perché il colonizzato utilizzerà questa stessa lingua per ribellarsi, rivendicando la propria autonomia.  CALIBAN: a lui è stata imposta la lingua del colonizzatore. Lui è un mostro e un raper, è un ibrido (metà uomo metà bestia), nonostante questo lui parla con un linguaggio molto raffinato.  Primo atto scena 2 vv 65: Caliban esclama “you taught me language” a Prospero e quello che ne ha guAdahgnato è appunto sapere come maledire, difendersi da Prospero (metaforicamente il colonizzatore). Qui Caliban mostra la sua condizione di schiavitù e desideroso di libertà; se Ariel la acquisirà alla fine dell’opera, per lui la discussione è diversa, infatti rimarrà sull’isola e (forse) non sarà più un essere libero della natura, purtroppo è stato colonizzato. Anche se i colonizzatori se ne vanno, potrebbero sempre arrivarne altri: in questo stato tragico del personaggio, si capisce la sua situazione.  “A thing of darkness” [atto 5 scena vv 165]: Caliban viene quasi descritto come una creatura di Prospero.  PROSPERO  Colonizer, magician, order-disorder: colonizzatore mago, creatore del disordine, pensa di creare e dominare gli elementi, ma la sua arte magica crea solo caos.  His books: sono affidati al mare alla fine del libro, il personaggio se ne libera dopo che torna a Milano, capisce che essi gli hanno negato la possibilità di governare il suo Ducato. Diventa uno come tutti gli altri, rinuncia ai suoi panni di mago che lo contraddistinguono. Nell’epilogo si congeda dal pubblico, con un parlato scritto in rima: il suo congedo chiude l’opera, richiamando l’attenzione del pubblico e gli eventuali applausi. 10  Relationship Prospero – Caliban  Master – slave: la dinamica coloniale è decisamente più complicata. Alle origini, questi due personaggi non avevano instaurato un rapporto di violenza, anzi all’inizio vi fu uno scambio di conoscenze reciproche, reciprocal exchange: o Atto 1 scena 2 vv 130 0 330 e seguenti: Caliban accusa Prospero di avergli portato via l’isola, thou takes it from me. Water with berries: indica un momento idilliaco del rapporto tra colonizzatore e colonizzato, ovvero il momento del gift, del dono, dello scambio, appunto quando Prospero trattata bene Caliban e gli dava acqua con dentro le bacche. Il nativo quindi all’inizio mostra le bellezze dell’isola al colonizzato, the qualities of the isle, le sorgenti d’acqua dolce, i luoghi fertili e quelli sterili. Caliban si pente di aver fatto tutto ciò. o knowledge and power, conoscere un luogo permette di esercitare il potere su questo determinato luogo. Qui si trova la chiave del rapporto di violenza su Prospero e Caliban. 04/03/2015  Exile: tutti i personaggi sono esiliati o Loss: tutti i personaggi perdono parte dell’identità ma ne acquisiscono una nuova; o Displacement-dislocation La tempesta è considerata come pretesto per altri testi, che permette il lavoro successivo; è una sorta di palinsesto, un testo che viene riscritto per riutilizzare la materia prima. Indigo, per esempio, è una riscrittura di Warner della tempesta, dove il personaggio principale è Sycorax, personaggio che nella Tempesta è solo accennato e non compare mai.  Rewritings:  Aimé Césaire, Une Tempête (1968) è la riscrittura francese più celebre;  Edward Said (Reflection On Exile) e Salman Rushdie (Imaginary Homelands), pongono l’esilio al centro, il personaggio esiliato è quello più importante, perché si fa carico di culture molto diverse, si fa espressione della ricchezza delle culture, raggiunge la stessa importanza del migrante e dell’intellettuale. 11 English Colonization Bisogna riflettere sul testo imperiale, appunto la master narrative: in questo ambito parliamo di Heart of Darkness e di Kim. L’impero inglese dell’800 corrisponde alla creazione delle prime colonie in Nord America; se si pensa in generale alla colonizzazione inglese e all’impero, bisogna tener presente che si tratta di un processo molto lungo e diversificato. Ci sono situazioni molto varie e le colonie si creano e mantengono in diverse aree dell’impero. Prima ancora che si verifichi il passaggio dell’Atlantico, quindi la proiezione dell’Inghilterra verso l’America, abbiamo un movimento anche all’interno: l’England assume una posizione prominente, rispetto alla Scozia, Galles e all’Irlanda (within the british isles). È da sempre un paese multiculturale: vi vivono culture diverse che parlano spesso anche lingue diverse. Dalla fine del XVI secolo quindi la conquista coloniale si espande in America, ma anche nelle West Indies, l’area caraibica, l’India (oggetto di interesse sin dal ‘600 per motivi commerciali; sarà guardata sempre con riguardo per la sua importanza), Sud est asiatico, l’Africa e l’Australia (beyond the british isles). Tipologie di colonie  Settlement colonies: erano colonie dove c’era uno stanziamento effettivo di popolazione inglese, per esempio le colonie americane.  Slavery-based colonies: non si verifica un travaso di popolazione inglese, ma si verifica la manodopera recuperata sulle coste africane, che appunto crea il sistema del commercio triangolare e della schiavitù.  Trade colonies: sono essenzialmente commerciali, interessa creare delle stazioni commerciali che siano strettamente legate con la madrepatria (→ outpost: avanposto, termine che usa Conrad, è una situazione che serve per controllare i traffici commerciali); alla fine ci sono gli eserciti che servono per proteggere queste aree commerciali;  Colonies of occupation: colonie che appunto vedono un insediamento massiccio, che porta al radicale cambiamento della colonia. Building of the empire  La colonizzazione porta a una appropriation e exploitation del territorio, questo sistema è legato anche alla rivoluzione industriale;  Commercial interests  Ideological issues: l’espansione commerciale si lega al discorso di evangelizzazione del territorio, di carattere religioso, oltre a quello di ricerca delle materie prime. Espandersi significa costruire una ideologia dell’impero, che porta a una espansione culturale dell’impero e conseguente legittimazione dell’impero stesso a compiere tutto ciò. Si va in queste aree remote 12  Aestheticization  Eroticization: l’attribuzione di qualità femminili al luogo conquistato; il territorio da colonizzare è essenzialmente femminile, quindi si vede il parallelismo tra master narrative e male. 05/03/2015 06/03/2015 Heart of Darkness Heart of Darkness è un testo che appartiene al romanzo dell’impero e questo lo rende complesso e anche interessante. Da una parte pone una riflessione sulla degenerazione dell’imperialismo in Africa e permette di vedere dall’altra parte i veri tratti del colonialismo. Si può porre una riflessione sul disgregarsi della civiltà, legata all’impero e alle sue degenerazioni. Marlow è un inglese che rappresenta la englishness e non si distacca dalla sua epoca di riferimento. Conrad non è inglese, quindi è forse in grado di cogliere con occhio esterno un sacco di realtà europee. Questa posizione di outsider gli permette di essere più consapevole e critico dell’impero e del colonialismo. Marlow’s tale: va alla ricerca di Kurtz, inoltrandosi nella selva africana. Non si capisce se il punto di vista è il suo o quello di un altro narratore. Cogliamo nel testo un’idea dell’impero molto forte  “The conquest of the earth..” mentre Marlow è seduto in gambe incrociate, come un Buddah che sta pregando, e incomincia il suo racconto, leggiamo come se fosse un commento del primo narratore: conquistare significa portare via la terra a chi ha un aspetto fisico diverso dal nostro oppure un naso lievemente più schiacciato del nostro. Non è una cosa graziosa, se la si guarda da vicino. “what redems it..” ciò che la redime è solo l’idea dell’impero. È corretto tener conto delle cornici narrative e che di fatto si tratta del racconto del viaggio di Marlow, attraverso il fiume Congo, per raggiungere Kurtz. Il viaggio è una quest, una ricerca verso un obiettivo. Questa rappresentazione del viaggiatore è in netto contrasto con l’Africa: il viaggiatore è sempre in movimento, mentre gli africani sono fermi, è still. Il meccanismo narrativo procede attraverso una serie di episodi, questi incontri che Marlow fa nel corso del suo viaggio riguardano da una parte personaggi occidentali, per cui lui lavora o che incontra casualmente, dall’altra dei personaggi neri.  La parte iniziale del viaggio porta Marlow a viaggiare a Bruxelles, per aver cercato un incarico. In questo colloquio di lavoro, ci sono dei dettagli che bisogna ricordare 15 o “A large shining map, marked by all the colours of a rainbow” la mappa è appunto una mappa dell’impero. Questa mappa dell’Africa appesa al muro. o Red: lui vede che nella mappa c’è il rosso molto diffuso sulla mappa, che sta a significare che l’impero ha conquistato un sacco di territori. Oltre al rosso, mostra anche altri colori che rappresentano i vari possedimenti dei vari imperi europei.  Il linguaggio di Conrad è peculiare, è piena di aggettivi e questo rende i suoi scritti molto originali. o Rainbow: il riferimento alla mescolanza dei colori si trova in molte parti del romanzo.  Prima di incontrare Kurtz, Marlow incontra un ragazzo russo vestito e colorato come Arlecchino (personificazione della mappa colorata dell’Africa).  “He looked like ...” è un personaggio che nel discorso simbolico, funge da parodia del personaggio europeo. Lo spazio dell’Africa è diventato un blank space, che si è arricchito della dimensione dell’oscurità, appunto space of darkness. Al discorso della blackness e della darkness, si aggiunge il discorso della mancanza, nella tradizione occidentale, dell’ordine: l’Africa è identificata con il disordine, la foresta è il simbolo più significativo. Si parla di fango primordiale (altro fisico), che ci porta a parlare di primitivism, ma anche di altro spaziale: l’altro si incontra sia nel tempo sia nello spazio, e il confronto con le origini del mondo è essenziale. L’Africa è vista come stillness: il protagonista percepisce il movimento dei nativi, che nascosti nella foresta in realtà osservano il vaporetto che procede nel fiume Congo. L’Africa è stillness per certi aspetti, ma è anche vitale e in movimento, posta in continuo confronto con la civiltà occidentale. Quindi vi è un continuo ribaltamento di questa ideologia, anche in altri scritti di Conrad. Darkness – imagery La darkness mette a confronto i due fiumi: il Tamigi e il Congo. Ma riprende anche una forma di colonizzazione imposta dall’Impero Romano: la darkness pervade il racconto del viaggio ma si pone in situazioni diverse, riguarda l’Occidente, l’Africa e il passato.  Tra gli elementi della darkness, non si può escludere il discorso sulla jungle: viene definita come luogo di morte e che prelude alla stessa, dark and foreboding.  Il parallelismo tra la notte e la morte è praticamente ricorrente, quindi importante la divisione delle ore giornaliere. 16  SUNLESS HOLE: un abisso oscuro, in cui non penetra il sole. Questa citazione si riferisce a Kurtz come espressione della darkness. Lui è un personaggio europeo che si insedia in Africa. “his was an impenetrable darkness ...” mostra un Marlow che guarda Kurtz, precipitato nell’abisso della darkness. L’idea di impenetrabilità è legato al tema dell’enigma e della impossibilità di comprendere l’Africa, il senso del colonialismo e ciò che sta dietro a questo processo. Places Ci sono un sacco di passaggi a livello narrativo:  Sepulchral city/ white city: è la città di Bruxelles; non è un caso che viene identificata come white city, appunto città europea in contrasto con l’Africa. Nel corso del romanzo Marlow incontrerà dei Pilgrims che sono vestiti di bianco, sono principalmente altri colonizzatori che incontrano il capitano sul vaporetto. Il bianco è il colore dell’avorio, questo indica che Kurtz era stato spedito in Africa per trovare quanto più avorio potesse. o Outer station (company station- Matadi): il luogo più esterno sulla costa, c’è una sede della compagnia commerciale. o Central station (General manager- Kingshasa) o Inner station (Stanley Falls- Kisangani): è dove si trova Kurtz, il visitatore trova la descrizione di heads on stakes, appunto di teste mozzate sopra a dei pali, qui si trova la residenza di Kurtz. The african landscape  Mistery-enigma : la costa è un enigma per chiunque si imbatte in essa;  Wilderness : è il luogo privo di civiltà, di ordine; la wilderness caratterizza tutta l’Africa ed è essenzialmente disordine  Coast (formless)  River-snake  Forest (impenetrable)  Primeval mud : il fango primordiale indica la primitività di queste popolazioni;  “Wall of vegetation”: la natura è essenzialmente ovunque, sembra innalzarsi quasi fosse un muro;  Unknown planet KURTZ 17 donna africana. Marlow all’inizio è tentato nel raccontargli tutto quello che ha fatto Kurtz, in realtà la donna è n mourning e chiusa all’interno di una casa di alto livello. La intended che mostra una grandissima devozione verso Kurtz e che continua a considerarlo al centro della sua vita, pensando di aver conosciuto un grande uomo, chiederà quali siano le ultime parole pronunciate da lui: “his last words to live with...” Marlow mente alla donna, invece di dire che esclamò the horror, the horror, dice che invece le ultime parole dette da Kurtz sono appunto il nome della intended. Ci sono anche altre donne, come quelle che lavorano la maglia quando Marlow va a Bruxelles per l’incontro di lavoro, sono donne inquietanti, possono infatti essere paragonate alle parche della tradizione classica, predicono la morte. Main Issues  Miscegenetion : prelude la mescolanza razziale, è un discorso che viene indirettamente richiamato; ha una connotazione decisamente negativa, come infatti questi riti indescrivibili, connessi al cannibalismo e a pratiche di cui l’occidente ha paura, la miscegenetion fa paura all’uomo europeo.  Going native : è il colonizzatore che una volta approdato nel nuovo mondo, inizia a fare parte di esso. Postcolonial criticism Questo testo alla fine è un testo molto complesso che, pur essendo radicato nella prospettiva dell’800, mostra anche delle prospettive critiche. Uno scrittore e critico nigeriano Chinua Achebe ha proposto una critica molto forte: lo definisce appunto romanzo razzista, che mostra solo la prospettiva dell’Europa e che non considera gli africani creature in grado di parlare ma solo pure forme. “since fall apart”*: romanzo della fine degli anni 50 che porta una interpretazione diversa, è appunto il punto di vista nigeriano che racconta l’incontro con l’europeo. An image of Africa: racism in Conrad’s Heart of Darkness: L’Africa che Conrad descrive è qualcosa di non reale, quindi Conrad fa una operazione di tipo ideologico, per renderla appunto l’opposto dell’Europa. Quindi secondo lui quest’opera non è una grande opera letteraria: non attribuisce umanità agli africani. In realtà però nel romanzo non è Conrad a parlare ma è Marlow, quindi lui crea un frame narrativo e fa in modo che la narrazione sull’Africa venga data da Marlow. Naipaul scrive Conrad’s Darkness and mine, quindi si confronta con la sua esperienza di scrittore, ritenendolo un punto di partenza nelle narrazioni letterarie che non può essere ignorata. Si può identificare un grande elenco di testi contemporanei e del ‘900 che in qualche modo riscrivono Heart of Darkness all’inizio della loro narrazione.  Graham Greene, Journey without Maps (1936)  Chinua Achebe, Things Fall Apart (1958) 20  V.S. Naipaul, A Bend in the River (1979)  David Dabydeen, The Intended (1991)  Abdulrazak Gurnah, Paradise (1994) Heart Of Darkness and cinema Ci sono stati molti Adahttamenti di questo romanzo al cinema. Il romanzo di Conrad ha una struttura cinematografica: Apocalypse Now (1979), traspone il Congo belga della fine dell’800 nella guerra del Vietnam degli anni ’60 (punto di vista americano); Kurtz, interpretato da Marlon Brando, è diventato una sorta di going native e incontrerà il corrispondente di Marlow. 12/03/2015 Rudyard Kipling (1865-1936) Lui scrive in base all’impero e al suo paese natale che è l’India. È uno scrittore inglese che nasce in India nel 1865, nel pieno del periodo vittoriano, da genitori inglesi. Il padre fa parte del mondo anglo-indiano dell’epoca: lavora come insegnante. La sua infanzia vissuta in india sarà fondamentale e ricorrerà spesso nelle sue short-stories. Kim per esempio è un ragazzo di origine irlandese che però vive e cresce in India: è molto più nativo indiano che irlandese. In seguito Kipling viene mandato in Inghilterra per la sua education e quando torna in India diventa giornalista. Alla fine degli anni ’80 lascerà per sempre l’India, per continuare a viaggiare e vivere in Inghilterra. È il primo scrittore inglese che riceve il Premio Nobel per la letteratura nel 1907. Viste le sue profonde condizioni imperialiste, venne molto criticato dagli intellettuali della sua epoca, infatti era diventato il rappresentante più forte dell’idea di impero. Kipling è soprattutto un autore di short stories, la maggior parte vede protagonisti giovani, spesso bambini: quindi l’interesse dell’autore è sulla concentrazione nella fase della crescita di questi ragazzi. Kipling nasce in India, considerata la perla dell’impero: è considerata come parte significativa dell’impero, soprattutto per le ricchezze e gli interessi economici. Quando la regina Vittoria viene incoronata nel 1876, lei diventa regina anche delle Indie. Kipling è anche un poeta, scrive delle poesie che vengono raccolte in libri. Scrive anche delle ballate, dedicate ai soldati semplici (Barrack-Room Ballads): c’è in lui anche la dimensione dell’interesse per diverse classi sociali, non necessariamente alte All’interno della sua produzione infatti ci sono particolarmente personaggi di bassa estrazione sociale. Anche l’interesse per l’avventura è centrale. 21 Children’s literature: possiamo inscrivere gran parte degli scritti dell’autore nella letteratura per ragazzi, anche se tutto ciò è un po’ contraddittorio, infatti i testi trattano molti temi assai più complessi che non sono Adahtti alla lettura dei bambini. Something of myself: è un testo di carattere autobiografico che ripercorre la sua esperienza e che concentra la sua attenzione sulle esperienze giovanili, avvenute in un paese grande e meraviglioso. The indian empire Si può parlare di un vero e proprio dominio degli inglesi sull’India solo dagli anni ’50 dell’800. Precisamente dal 1858: operava in India la West Indies Company, da questa data, in seguito a una ribellione di alcuni soldati indiani (indian mutiny o rebellion). Questa ribellione venne messa a tacere da parte degli inglesi, in maniera abbastanza cruenta. Kipling and India Questo generò un istituzionalizzazione del potere inglese in India, da qui inizia l’Impero indiano, oppure British Raj [raji] (dominio in indi). Il desiderio di creare un impero porta a crearne uno multietnico e multilinguistico, con l’India questo avviene Ci sono varie forme di governo in India: è super popolata tra ‘700 e ‘800, quindi molto diversa dall’Africa, definita come blank. L’India è una paese che all’interno è suddivisa in stati diversi, governata da principi, che si contendevano le varie aree territoriali. Gli inglesi quindi formano a loro volta forme di governo diverse, Adahttandosi alle gestioni territoriali vigenti. L’estrema diversità dell’India è un elemento che traspare nella narrativa di Kipling, è un mondo che vive all’insegna della diversità linguistica ed etnica. L’India di Kipling è brulicante di persone e piena di vita. L’india è:  Home: luogo della nascita e delle scoperte, ha quindi una connotazione positiva;  Empire: è il luogo che gli inglese dominano con la forza, sedando rivolte nel sangue o Il luogo di esperienza infantile continua a tornare in tutti i suoi scritti (childhood, nostalgia); 22  James Brooke, un inglese che mise per primo il piede sull’isola indonesiana di Sarawak; diventa famoso per la storia di Sandokan; aveva fatto fortuna nel sud est asiatico ed era diventato un mito;  Josiah Harlan (Ghor in Afghanistan) Questo testo mostra dunque un modo alternative per condurre l’esperienza imperiale. 13/03/2015 Kim Negli scritti di Kipling c’è un linguaggio molto misto, quasi creativo, perché appunto lui vive in India ma è inglese. In India ci sono vari linguaggi, tra cui l’Urdu (che si parla in Pakistan) e l’autore tenta di dare l’idea di questa ricchezza culturale e etnica di questo paese attraverso il proprio linguaggio vario.  Confronto con Heart Of Darkness : sono stati scritti quasi nello stesso periodo. Conrad compie una scelta narrativa ben precisa, non ci sarà nessun nome geografico esplicito, non deve essere detto nessun nome; al contrario, Kim è pieno di nomi, indicazioni geografiche, località. Da qui nasce anche la difficoltà interpretativa, perché dà l’idea di un immenso continente. La parte soprattutto a nord viene toccata dal romanzo. In questo romanzo manca l’India che si trova sul mare, Kim non arriva mai sulle coste: il mare invece viene indicato da Kipling (in altre poesie) come il tramite per raggiungere l’Inghilterra: simbolicamente, ci fa capire che Kim non arriverà mai in Inghilterra, rimarrà prettamente indiano. Lui scrive un volumetto chiamato Something Of Myself: all’inizio di questa breve autobiografia torna indietro nel tempo e ricorda la sua infanzia. I bambini inglesi nati in India come Kipling, quando arrivavano all’età Adahtta, venivano spediti in Inghilterra per studiare: troviamo quindi il trauma del distacco, dall’ayah, per essere sbattuti in scuole molto rigide. Lui non ha solo una conoscenza diretta, di cui servirsi nelle sue opere, ma rappresenta anche il punto di vista dal basso: non si usa il linguaggio aulico dell’epoca vittoriana, anzi si usa un linguaggio colloquiale e dialettale dei tommies (soldati semplici inglesi, spediti in India). Questo non impedisce a Kipling di essere un grande sostenitore dell’impero; siccome l’India era divisa in tanti stati, molti di essi erano in contrasto per la supremazia territoriale. Rimane nell’autore la convinzione che è diritto e dovere dell’Inghilterra guidare l’India verso la trasformazione in un altro mondo; l’impero è la forza che tiene il mondo unito e compatto. L’unico principio che non viene rispettato è quello religioso: l’Inghilterra era un paese cristiano, mentre in India c’erano le religioni induiste, tra cui quella buddhista. L’inglese invece diventa lingua franca dell’India. 25 Visione dal basso: in questo quadro ideologico l’impero diventa il collante di tutte le nazioni sottomesse. Il romanzo di Kipling è vissuto nella prospettiva dei due reietti, che non conoscono l’Inghilterra e dall’altra parte non sono però neanche propriamente indiani. Il protagonista riconoscerà la supremazia britannica, ma la sua identità non verrà mai risolta veramente. Lui continua a cambiare: lui si traveste, ha questa capacità di travestimento che viene dall’India (anche se lui non è prettamente indiano. Kim si trasforma appunto in un discepolo di un monaco buddista. Il lama tibetano è l’altro personaggio di reietto, di esterno; anche se ha una profonda conoscenza, non conosce niente dell’India. Scendendo dal Tibet, incontra Kim e si traveste anche lui. I due sguardi dei reietti sono degli sguardi diversi ma da esterni, sono due personalità che cercano la propria identità nel viaggio. Il lama vede la vita come una grande ruota, wheel, che si muove secondo un destino che affligge gli essere umani: non c’è voglia di arricchirsi o di conquistare, c’è solo la ricerca del sé. Il lama vive in una situazione spirituale diversa. Inoltre funge da figura paterna, quindi è necessario per Kim; anche Mahbub Alì, un mercante di cavalli molto abile, conosce molte cose e funge da immagine paterna di Kim. Il lama è buddhista, Mahbub Alì è musulmano. In più, Mahbub è anche un agente segreto britannico (si capisce già dal primo capitolo).  La tecnica narrativa di Kipling include una voce narrante, una voce che ci dà delle informazioni precise, ma anche che le nega. La tecnica narrativa si appoggia anche sui dialoghi: i dialoghi sono fondamentali, perché moltiplicano le voci (Kipling fa parlare una miriade di personaggi), ma il dialogo dà concretezza alla loro identità. L’India parla tante voci allo stesso modo di tutti i personaggi del romanzo. Le avventure dei due personaggi arricchiscono il romanzo, calato in una dimensione geografica concreta: il viaggio è verso sud est, per arrivare alla regione induista di Benares, dove c’è il Gange e dove ci sono un sacco di riti religiosi importanti. Kim viene mandato in una scuola, Xavier, che dovrebbe creare il ceto amministrativo indiano: ci sono giovani di varie etnie indiane. Kim rimane in questa scuola per 3 anni: lui segue ciò che gli dicono di fare ma non sembra veramente interessato. Questo disinteresse viene mostrato nella narrazione, perché di fatto fa un salto di quasi 3 anni. Dopo questo, andrà a cercare il lama, perché è il suo padre spirituale nel viaggio. Kim è un romanzo di iniziazione alla vita: è un personaggio abbastanza importante nella cultura di fino 800, dove appare questa figura del giovane innocente; un altro esempio compare nella letteratura americana: es Mark Twain, The Huckleberry Finn. È un ragazzo degli Stati Uniti del Sud, ambientato prima della guerra (1865). È un giovane bianco diseredato che si trova su una zattera, che scende lungo il Mississippi; in questa avventura impara e capisce 26 che cos’è la schiavitù, la violenza della società del sud e anche lui giunge a una consapevolezza della vita. Kim riesce a tenere fuori i problemi sentimentali; ci sono le figure femminili: per esempio la donna che ha cresciuto Kim, la old widow di una raja che accompagna per un certo tratto Kim (è quasi una nonna). Quando Kim arriva alle pendici dell’Himalaya, viene soccorso insieme al lama da una donna che si definisce the woman od the village. Kim darà un bacio a questa donna, che rimane sconcertata, perché gli indiani non si baciano mai. (Questo episodio è l’unico che si avvicina al tema della sessualità). Kim non ha una madre e lui lo afferma nel romanzo: lui ha comunque un legame profondo con la madre terra, mother earth. Kim è consapevole della presenza inglese: lui entra a far parte del great game, operazioni di spionaggio inglese. Kim ha la capacità di muoversi dappertutto, passando inosservato, e di mandare messaggi da un posto all’altro. Questa trama di spionaggio effettivamente riconduce alla presenza britannica in India e anche al compito di unificazione che l’Inghilterra ha rispetto a questo caleidoscopio di culture che abitano in India. Tutto sommato, i vari popoli si riconoscono nella dominazione inglese, i nemici vengono dall’Europa: il lama, nonostante sia simbolo del pacifismo, è costretto anche lui a combattere per difendersi. Nel corso del romanzo (tutto avviene nel presente) tutto avviene in riferimento al passato: Alessandro Magno era arrivato fino in India a conquistare; forse più importante è l’indian mutiny (1857).  Nel capitolo 3 i due personaggi incontrano un old soldier: questo vecchio soldato indiano, durante l’indian mutiny, che lui definisce black year, dice di essere stato dalla parte degli inglese; essendo una città attaccata e distrutta dai ribelli indiani, ha preso sul suo cavallo una donna inglese col bambino piccolo e li ha portati in salvo. L’autore qui ci mostra come molti indiani siano rimasti fedeli ai colonizzatori.  Verso il capitolo 7 c’è la pausa narrativa a Lucknou*, dove Kim si interroga sulla propria identità, “who is Kim?”. La sua esigenza più forte è proprio quella di ricongiungersi con il lama: alla fine il lama e Kim sono aspetti di una stessa ricerca, che va al di là del potere, della conquista e del great game, cercano il proprio io, perso in un contesto di violenza e sottomissione. Sono legati, sono facce diverse di una stessa medaglia. Il lama narrerà anche di una visione cosmico-spirituale, dove appunto l’anima si estende per tutta l’India; il lama rinuncerà a questa visione, per continuare a vivere la propria vita e seguire Kim.  Nel capitolo 15, dove Kim continua a chiedersi chi egli sia, perché non è né indiano né inglese; nel lungo dialogo finale sulle due figure paterne, viene definito il senso di una ricerca che il lama ha smesso di perseguire. 27 racconto di una esperienza non specifica ma racconti più interessati alla trasformazione dell’identità femminile. o Eurocentric vision/superiority , tipica dell’uomo, vs Going Native, interpretato in maniera molto meno forte, come una apertura verso l’alterità, andare verso essi. Quindi c’è una prospettiva tipica di Conrad, ma la prospettiva del going native è una prospettiva più aperto a livello storico, culturale e soprattutto storico. - Complicity and resistance: le donne fanno parte del sistema imperiale e quindi lo accettano in maniera consapevole; - Contradictory narrative: allo stesso tempo mettono in discussione la loro posizione nell’impero, appunto sono segregate in casa e non si ha una visione molto aperta dal punto di vista maschile. La questione del gender fa la differenza. Sara Mills, Discourses of Difference slide […]: la studiosa afferma che gli scritti femminili sono diversi, dal punto di vista dei topici, da quelli maschili. Le donne, soprattutto quelle viaggiatrici, non sono al di fuori del discorso coloniale però il loro rapporto con l’impero è problematico, sono infatti condizionate dal testo coloniale maschile, quindi è difficile far emergere una prospettiva diversa. Lei nel suo testo presenta una viaggiatrice molto goffa e fa emergere con questa tecnica una prospettiva diversa. Indira Ghose slide: parla del female gaze, lo sguardo diretto e che l’autore fa trapelare attraverso il testo. C’è un tentativo da parte delle donne scrittrici di mostrare lo sguardo femminile interessate secondo tanti aspetti. Mary Kingsley (1862-1900) Leggere l’introduction e il capitolo 3 di Travels in West Africa (1897) Travels in West Africa è un testo ampio, in origine pubblicato solo in parte. È un testo degli ultimi anni del ‘900, quest’autrice è una signora inglese della media borghesia che fa parte di una famiglia di letterati. È costretta ad occuparsi dei genitori fino all’età di 30 anni, non lascia mai la casa dei genitori senza mai sposarsi. Alla morte dei genitori, decide di andarsene in Africa: c’è un cambiamento radicale nella sue esperienza di donna e di figlia, compie un viaggio importante verso un altro continente. L’obiettivo è quello di dedicarsi a delle ricerche che già il padre e lo zio, con qualche interesse di tipo antropologico, avevano fatto di tipo etnografico. West Africa at the end of the XIX century L’area in cui si trasferisce è la zona della costa, della Guinea; questa zona era paludosa e una zona dove le malattie avevano iniziato a diffondersi. Era 30 un’area poco frequentata e solo da traders, commercianti che frequentavano la regione esclusivamente per interessi economici. Anche la costa occidentale era ritenuta pericolosa per varie ragioni. Quest’area paludosa venne reinterpretata da deadly come un’area di indipendenza femminile e vitale, anche dal punto di vista naturalistico: le paludi possono essere considerati come il luogo della creazione della vita, sono dal punto di vista estetico un luogo brutto ma quest’autrice la reinterpreta dal punto di vista letterario. - È una spinster, perché appunto non si sposa mai. La sua progressiva conoscenza con le culture africane diventa il momento della sua rinascita. Tenta di inserirsi in un contesto imperiale che accetta ma che tenta di interpretare. Why Kingsley decided to leave to the west coast It was in 1893 that, for the first time in my life, I found myself in possession of five or six months which were not heavily forestalled, and feeling like a boy with a new half-crown, I pay about in my mind, as Mr Bunyan would say, as to what to do with them (introduction). Lei parte per andare a curare i feriti della guerra anglo-boera; negli ospedali organizzati, lei contrae una malattia e muore giovane. Lei appunto afferma di essere rimasta sola dopo la morte dei genitori e per questo decide di partire, lasciando il posto in cui aveva tutto. Lui mostra l’origine del viaggio in maniera molto articolata: decide di andare nel luogo più pericoloso dell’Africa, quindi decide di fare delle ricerche e di interpellare dei traders per sapere di questa zona. My ignorance regarding West Africa was soon removed. And although the vast cavity in my mind that it occupied is not even yet half filled up, there is a great deal of very curios information in its place (introduction): lei non conosceva la Costa e quest’ultima non conosceva lei, quindi il tema dell’alterità è palpabile. Lei fa capire che vi era una prospettiva molto diversa della vast cavity, appunto dell’Africa, il buco e la emptiness di cui parlavano tutti gli inglesi. Nella mente dell’autrice questo posto dell’Africa funge da buco conoscitivo, che deve essere riempito attraverso l’esperienza, quindi l’autrice si pone contro la prospettiva del blank space. La West Africa è essenzialmente una mancanza di conoscenza che l’autrice tenta di compensare, è proprio la sua conoscenza che manca. Voyage down coast - Means of transport: troviamo gli steamers, i vaporetti, e anche su native canoes; - Le viaggiatrici di fine ottocento iniziano ad utilizzare i pantaloni, quindi vi è una fissazione per l’abbigliamento; 31 - Fascination for water, swamp and mangroves: c’è una fascinazione anche dell’ambiente acquatico; - Swamps as areas of transition between land and water (contact zones) and of (personal) transformation (capitol 3) 20/03/2015 Kingsley’s narrative voice - Female voice (see clothes) - Male voice (she is called sir by the natives): venendo in contatto con le popolazioni indigene fa parte del mondo di colonizzatori. Nel suo recosonto, si vede come i nativi hanno un senso di rispetto nei confronti dell’autrice. - Reinterpretation of male exploits - Ironic and parodic tone - Humour Africa and African People C’è un approccio antropologico verso le popolazioni che lei visita. Lei dice che ci sono i fans “a certain sort of friendship soon arose between the Fans and me, we each recognized that we belonged to the same section of the human race...”: sono una popolazione che appunto riconoscono la sua superiorità ma allo stesso tempo l’appartenenza alla stessa razza. L’Africa è considerata una wilderness e in questo panorama lei tenta di fungere da una anti-heroine, la donna inglese che avanza all’interno delle popolazioni con il suo abito lungo. Con lei vediamo l’idea di una white Africa, che vuole appunto un paese speculare all’Inghilterra sia per i costumi sia per i popoli; nonostante la diversità di questo paese, lei si sentirà a casa. Come autrice, rappresenta un personaggio per certi aspetti sovversivi, perché l’esperienza femminile tenta di porsi in contrasto con una tradizione già consolidata; tuttavia, si può individuare nella sua narrazione delle contraddizioni varie, infatti non mette in discussione il colonialismo, la conquista, la schiavitù. Si rende conto delle diversità interne di queste popolazioni, quindi per questo arricchisce le conoscenze occidentali di questi popoli. Nella sua narrazione usa un tono ironico che le permette appunto di trasmettere conoscenze che altrimenti non avrebbe potuto comunicare. Qui ci troviamo all’inizio del ‘900, al punto massimo dell’espansione imperiale. Nella prima metà del ‘900 troviamo una trasformazione radicale del mondo, a causa delle due guerre mondiali. Con l’esaurirsi della visione ottocentesca del mondo, il cambiamento letterario si vede dagli anni ’30 con il 32 “Australia and New Zealand, CanAdah.. But that is not so easy” La storia dell’Impero è sempre la stessa, l’uomo bianco invade e conquista, ma I figli di questi colonizzatori condanneranno e additeranno i genitori per quello che hanno fatto. Sono senz’altro i critici più importanti della colonizzazione e portatori di idee nuove e diverse. The issue of belonging “Africa belongs to the African, the sooner they take it back the better. But a country also belongs to those who feel at home in it” (Going Home, 1956). L’autrice dice che prima gli africani se la riprendono meglio è, ma è un paese che appartiene anche a chi si sente a casa. Il tema varia tra Africa come home e l’Inghilterra come paese nostalgico (homelessness e nostalgia). From Lessing’s Autobiography (1994) “One reason for writing this autobiography is that more and more I realise I was part of an extraordinary time, the end of the British Empire in Africa, and the bit I was involved in was the occupation of a country that lasted exactly ninety years. People no longer know what that time was like, even those who live in Southern Africa”. African Stories Sono racconti in cui il punto di vista è dei coloni bianchi (white point of view), che aprono problematiche di “dissident within”: essere dissidenti all’interno, ovvero far parte di un mondo in cui la differenza è tra bianchi e neri, bianchi i padroni e quelli che posseggono la terra (fondamentale nel primo racconto). La visione è comunque molto critica rispetto al colonialismo e al razzismo che si è posto in quest’area. Per rappresentare i bianchi vengono usate figure di bambini bianchi, la funzione narrativa è molto efficace: il personaggio cresce e può cambiare. Nel primo abbiamo una ragazzina protagonista, mentre negli altri due ne sono maschi. The Old Chief Mshlanga La società è bianca e dei coloni, che si impone sulle popolazioni native che domina e discrimina in base al colore della pelle ma all’interno della quale si fa strAdah una critica, appunto la percezione che qualcosa non funziona. Questa società è basata su una ingiustizia, ovvero i white settlers sono intrusi in Africa, intruders. La bambina bianca ad un certo punto capisce che la società in cui vive è ingiusta: i white settlers si appropriano delle terre, sono visti quindi anche come destroyers, appunto hanno portato via la terra all’Old Chief Mshlanga. 25/03/2015  African stories 35 Tutti i racconti sulla esperienza africana dell’autrice si concentrano sulla white Africa. In particolare The Old Chiedf Mshlanga è scritto dal punto di vista della bambina che sottolinea le ingiustizie della white settlement. Anche la costruzione narrativa di questo breve è interessante: il racconto inizia in terza persona, con la descrizione della bambina e della white farm all’interno di un paesaggio che è tipico sudafricano (il bush e il veld, pianura). Compare anche il sasa tree, un albero sudafricano estraneo alla bambina inglese e il paesaggio: da subito viene marcata la differenza tra queste due realtà differenti. Point of view: white girl (shift from 3rd to 1st person): Subito dopo la parte descrittiva, c’è un passaggio di prospettiva abbastanza improvviso tra una descrizione in terza persona e una in prima persona, la Lessing approfitta dell’impatto emotivo. A un certo punto la ragazzina, a seguito di un incontro casuale con un vecchio nativo, l’old chief, si capisce che su quel territorio non c’è solo la famiglia bianca, ma i nativi possono essere anche dei capi per l’appunto e tenere dei ruoli importanti all’interno di questo paese. L’old chief Mshalnga era appunto un capo a cui il padre della bambina aveva espropriato i suoi terreni: quindi si parla da subito di ownership, la bambina capisce che questo luogo dove lei e la sua famiglia vivono è in realtà un mondo estraneo. [Tutti i racconti contengono un momento epifanico, che rende consapevoli i bambini protagonisti di essere estranei nel luogo in cui si trovano]. L’incontro con l’old chief cambia la sua prospettiva sui bianchi, che diventano intruders (destroyers) in questo territorio. Anche la presenza degli animali è importante: in particolare i cani sono espressione della englishness, infatti accompagnano i padroni inglesi sul territorio e sono centrali nella hunting. La bambina si muove accompagnata da questi cani di famiglia, ma il giorno in cui decide di uscire dai boundaries di questa famiglia lo fa da sola e senza essere accompagnata da nessuno. Sente l’ostilità del paesaggio, del bush, e ha paura perché percepisce per la prima volta un territorio che è estraneo. Dopo questa sua fuga, giunge nel villaggio dove abita l’old chief: lui la saluta e lei si rende conto della sua aura di grandezza, pur essendo stato privato di tutto. Tutto quello che in realtà sta intorno a questo personaggio e a questo villaggio nativo, in cui vive l’old chief, fa capire molte cose alla ragazzina. Il cuoco che i bianchi hanno nella loro fattoria era il figlio del chief, quindi c’è in ogni caso una relazione tra tutti questi personaggi. This land you call yours is his land and belongs to our people. In questo contesto, il bush sarà la causa della morte della protagonista. No witchcraft for sale Questo racconto è ancora più breve di old chief, gioca sul tema della differenza tra il mondo bianco e il mondo nero. Questi sono di fatto gli stereotipi su cui l’autrice ci fa riflettere. 36 Questo racconto afferma l’esistenza di una civiltà africana separata, il punto di vista è sempre quello bianco però emerge sempre l’insicurezza dei bianchi, bambini o adulti, sul mondo africano come mondo che li rifiuta, nonostante le prospettive di integrazione, è impossibile per loro dominarlo tutto. Il sogno del colonizzatore è appunto quello di imporsi sulle altre culture. Questo racconto si apre con la descrizione di un bambino, figlio dei Forkwords*, Teddy, un bambino biondo posto al centro del racconto. È molto amato dai genitori ma anche da un nativo che abita dentro la casa, Gideon: è il cuoco, la figura centrale del nativo all’interno dell’ambiente bianco. Gideon è un piccolo fiore giallo che cresce in Rhodesia, quindi il richiamo al paesaggio è sempre presente in questi racconti (environment). La situazione iniziale è idilliaca, il cuoco è sottomesso e lavora per i bianchi; all’esterno della white farm, si osserva Teddy che gioca con un bambino nero, questo delinea la prospettiva del futuro, ovvero Teddy che diventerà un dominatore mentre il bambino nero diventerà uno schiavo. Il tema centrale del racconto si trova quando il bambino si avventura nel bosco circostante alla casa. Infatti viene attaccato da un serpente velenoso e il suo veleno gli viene infilato negli occhi, dunque la preoccupazione è sulla vista del bambino, che potrebbe diventare cieco. Il bambino nero Gideon allora va nel bosco e cerca una pianta curativa, che possa aiutare Teddy: questo momento è importante, infatti lui entra in questo mondo che conosce solo lui quando si introduce nel bosco. È una figura di witchdoctor, uno stregone che vive nella casa dei bianchi e che si trasforma in uno stregone per aiutare l’amico. Non è più il sottoposto dei bianchi ma colui che può contrastare qualcosa di terribile, come il veleno del serpente. In seguito alla guarigione del bambino, i bianchi tentano di capire quale sia il suo segreto, la conoscenza africana rimane separata da quella dei bianchi. I white doctors sono quelli che vogliono appropriarsi di questa conoscenza altra, perché potrebbe essere utile a tutti loro. Gideon, in maniera molto divertente sotto certi aspetti, non rivelerà mai il suo segreto perché porterà questi bianchi interessati in giro per il bush, fino alla sfinimento, fingendo di non ricordare quale erba avesse utilizzato, burlandosi di loro (fatal irony). Quindi è centrale il rapporto tra ancient wisdom (plants and drugs) e la witchcraft, come eredità dell’uomo nero. La witchcraft non è niente di sovrannaturale, ma qualcosa di legato alla natura e al paesaggio. La fatal irony è lagata a Gideon che mantiene il segreto e fa capire ai bianchi che questa pianta miracolosa non verrà mai trattata dai bianchi, perché le loro tradizioni non si fanno intaccare dalla cultura bianca. A sunrise on the veld È un racconto che mette al centro una storia di iniziazione da parte di un ragazzino bianco, un white boy. Ha il suo setting nel bush, all’esterno di una fattoria bianca. È un bambino figlio di colonizzatori, che ancora prima dell’alba 37  In seguito si apre, dopo il pezzo di giornale, un racconto in terza persona: c’è una narrazione esterna che narra tutta la vicenda. Ma va tenuto conto che questo narratore (semi-omniscient) non sa proprio tutto, basti pensare alla mancanza delle vere motivazioni dell’omicidio. In ogni caso è un tipo di narrazione white: la psicologia di Mary viene indagata con una certa attenzione e il lettore entra nella sua mente, capendo la sua follia e vedendo la sua trasformazione progressiva. Il narratore bianco in realtà non riesce a raccontare gli eventi, chiarendo tutti i misteri.  Il romanzo si suddivide in 11 capitoli: il primo capitolo si sofferma sulle reazioni della comunità bianca al delitto. Il district indica la comunità bianca, distribuita sul territorio e che si stabilisce nelle aree colonizzate: qui il district si interroga sulle origini di questo orribile delitto. Appunto nel primo capitolo si trovano delle “discussioni” [il romanzo è povero di dialoghi, è piuttosto una narrazione che cerca di indagare e di entrare nelle percezioni dei personaggi], che trattano la presentazione di una situazione, appunto l’omicidio, ripreso nel resto del romanzo sotto forma di flashback, dal secondo all’undicesimo capitolo. Dunque il primo capitolo in realtà sarebbe l’ultimo, nelle ultime righe del romanzo verrà ripresa la morte di Mary, appunto per far coincidere la conclusione del romanzo con l’inizio. Il flashback torna indietro e ripercorre tutta la vita di Mary. È la figlia di immigrati inglesi nella Rhodesia del sud. Di fatto i primi due capitoli ricostruiscono l’infanzia e il matrimonio con Dick. Per lei l’Inghilterra non significa nulla, perché è nata in Rhodesia, ma pensa lo stesso all’Inghilterra come home (for mary the word home .. meant England). Setting e plot  La veranda è il punto della casa (non è una farm, perché questi coloni non riescono a costruirsela, sono poveri) che dà sul bush ed è qui che avviene il delitto.  La sua infanzia è comunque povera e infelice, infatti il padre era alcolizzato; di conseguenza è importante lo store, l’emporio dove il padre andava a comprare l’alcool e l’emporio che lei stessa associa all’idea di morte, mentre per la vita dei coloni bianchi è un luogo di ritrovo, quindi solo in questo romanzo assume una connotazione negativa.  L’infanzia di Mary viene passata nella colonial town, appunto in città. Lei trova lavoro in un ufficio, quindi tra i 18 e i 30 anni lei la passa nell’ambito urbano, non avendo contatti con i nativi. In seguito si sposterà dalla città, quando si sposa si recherà nel veld, perché Dick è un farmer, un agricoltore che sporadicamente va in città per lavoro. È un personaggio ossessionato dal far fruttare la terra di cui si è appropriato. Dick è un personaggio che viene introdotto come povero e che morirà povero: lui ha una mentalità europea, infatti continua a cambiare colture senza ottenere risultati, quando in realtà quel territorio era ideale per una 40 monocoltura. Poi in seguito, con l’aiuto di Mary, tenterà di allevare polli e maiali, ma questi cambiamenti lo porteranno a sprofondare di più nella povertà e nella solitudine, lontano dal district e dalla comunità bianca.  Bush-veld-farm: sono i territori principali che compaiono nel romanzo. Il bush è il simbolo della morte, il veld è il territorio in cui si trasferisce la protagonista in età adulta e farm è simbolo del fallimento dei due protagonisti.  Mary si trasferisce con grandi aspettative in quella che sembra essere la farm di Dick: è una casa con una corrugated roof, un tetto di lamiera che d’estate diventa rovente e non protegge pienamente dalle piogge. Lei forzerà lui affinché risparmino per costruire un tetto decente.  Alla fine, Dick sarà costretto a vendere la terra perché non gli ha portato niente, mentre la moglie necessita delle cure a causa della follia che le annebbia la mente. Il matrimonio loro sarà sterile, non avranno figli: questo rimanda all’ideale del settlement, che vedeva la creazione di famiglie nei territori colonizzati.  L’inizio del terzo capitolo illustra un viaggio compiuto in macchina da Mary per arrivare alla casa di Dick e non a caso la prima impressione che Mary riceve è notturna. Lei arriva di notte e sente dei rumori molto sinistri, che arrivano dal bush e dagli alberi, e viene colpita subito dal corrugated roof, ricorrente nella narrazione. Tra i due personaggi in realtà non si crea nessun legame fisico importante: Mary è inorridita dal sesso. Lei all’inizio si mette in carica per migliorare la casa di Dick (spesso costruita con residui di taniche colorate) e si impegna per comprare un letto matrimoniale, ma nonostante chieda a Dick un figlio (nel pieno della sua follia), lui rifiuta perché sa che non avrebbe i soldi per crescerlo. C’è quindi una consapevolezza da parte di Mary di non poter avere figli e di essere destinata alla solitudine, al contrario di tutti gli altri coloni in città che avevano famiglie numerose. Lei proverà a tornare in città e a fuggire dal marito, ma in realtà non c’è più posto per lei, anche la città è cambiata e non può offrirgli più niente. Characters  Main o Mary (Turner): lei è senza cognome prima di conoscere Dick. Quindi raggiunge una identità “più piena” solo nel momento in cui si sposa, anche se alla fine la follia la porterà a disconoscere la propria identità. o Dick  Settlers o Charlie Slatter: è il tipico rappresentante dei colonizzatori bianchi, convinto che la terra africana debba dare dei profitti. 41 Gestisce una farm insieme alla moglie ed è rappresentante della white community. È l’opposto di Dick, riesce ad ottenere dei vantaggi economici e disprezza un sacco i neri; si racconta che avesse ucciso un nativo per motivi futili. o Tony Marston: è un bianco che si pone in-between tra Dick e Slatter. Quando Dick non ce la fa più, vende la sua casa e il terreno a Slatter; Marston arriva a gestire la fattoria e questo territorio a dipendenza di Charlie, sarà quindi destinato a lavorare per conto suo e a gestire il tutto. Non resisterà e se ne andrà, perché è anche molto ossessivo al canto delle cicale, che non sopporta. Diventare un gestore attento delle finanze non fa per lui, anche perché vede quello che succede nella casa di Dick e Mary. È un colonizzatore bianco che rinunci all’impresa.  Natives: da una parte sono quelli che lavorano nella piantagione, poi ci sono ovviamente gli house-boys, i servitori che lavorano all’interno della casa e che i bianchi possono permettersi. Il rapporto di Mary con gli house-boys è decisamente difficile sin dall’inizio: lei non sa come trattare con loro, da una parte è molto dura perché l’atteggiamento duro è stato imposto dalla white community, la sua prospettiva è quella della donna bianca che considera i natives quasi come animali, infatti Dick sarà costretto a cambiare un sacco di servitori. La situazione cambierà quando arriverà Moses, il servitore più bravo rispetto agli altri servitori che lavorarono nella casa di Dick. Mary ha anche delle esperienze di rapporti con nativi anche fuori dalla casa: quando Dick si ammala, lei si fa forza e va a chiedere ai nativi che lavoravano nei campi. Lei conduce di fatto una vita di estremo isolamento, non si relaziona neanche con gli altri bianchi, quindi l’esperienza con il marito o le è indifferente o le dà fastidio. o Moses: è il servitore che lavora meglio nella casa di Dick. Quando lui guarda Mary negli occhi, lei si accorge che lui non è solo un servitore nero, ma un essere umano. Lei che se ne sta in casa, tenta sempre di stare in una stanza diversa, perche quando tenta di prospettarsi una situazione di paura, le cose si complicano sempre di più. Sempre di più si crea una sorta di complicità, uno scambio di sguardi e un contatto fisico che mette ai due opposti il nero maschio e la donna bianca. Sono elementi che non si dovrebbero mai toccare all’interno della società, ma in realtà è un elemento che costituisce la catastrofe, appunto la morte di lei. Mary all’inizio impone a Moses di andarsene, ma poi urla affinché lui resti: Moses, in questa situazione, si rende conto che la sua padrona, mAdahme (termine non riccorrente nei nativi house- boys), sta impazzendo; così la prende e la porta a letto, arriva a toccarla con le mani (he put out his had reluctanctly…), è di fatto restio a toccarla; she felt herselg gently repelled.., lei non prova avversione nel sentirsi gentilmente e dolcemente accompagnata verso il letto. Tuttavia, sentire la mano del servitore nero che la 42 I am African by accident, not by birth. So while soul, heart and the bent of my mind are African, my skin blaringly begs to differ and is resolutely white. Più volte ribadisce che si sente Africana e sente di avere lei il colore della pelle sbagliato. I appreciated that we, as whites, could not own a piece of Africa, but I knew, with startling clarity, that Africa owned me. Di fatto, è appartenente alla seconda generazione di settlers, si rende conto che gli europei e gli inglesi non si possono appropriare di un pezzo di Africa. Da una parte la sua esperienza le ha fatto capire come i sogni di colonizzazione e possesso siano del tutto irrealizzabili, dall’altra parte capisce che in qualche modo si è verificata la situazione opposta, ovvero Africa owned me, è stato il paese che sarebbe dovuto essere conquistato a conquistare lei. Lei quindi si sente intrusa, nel posto sbagliato perché viene da un altro continente e da un’altra cultura, per questo motivo sente di non appartenere completamente a questo paese. Don’t Let’s Go To The Dogs Tonight Questa è una tipica scrittura femminile che rilette su una relazione complicata con la terra africana. Si tratta di un testo ibrido, che include aspetti autobiografici e del ricordo, la scrittrice infatti narra da adulta la propria esperienza. Ci sono dunque 2 livelli:  Narrazione dell’autrice adulta e dei suoi ricordi  Punto di vista dell’autrice bambina, della quale viene ripercorsa l’infanzia. I bambini bianchi negli anni ’80 sono separati dai bambini bianchi, per questo vivono in maniera abbastanza solitaria, nelle white farms; però c’è anche il senso dell’avventura, all’interno di questi ampi spazi  Titolo È una esortazione, una espressione molto colloquiale, da slang. Going to the dogs significa finire male; anche se non ha niente a che fare con i cani, nella narrazione c’entra eccome. Si tratta dunque di dover sopravvivere e tener duro, è una esortazione che viene fatta dai genitori alle figlie, sopravvissute (Alexandra-Bobo e la sorella Vanessa). Il contesto del romanzo infatti è identificato in quello della guerra civile, le bande di terroristi ammazzano intere famiglie e quindi non c’è sicurezza per i white settlers. I genitori della protagonista sono personaggi a margine, che non vogliono lasciare le figlie e la white farm in mano ai terroristi, quindi per paura esortano le figlie alla resistenza e restano a difendere la propria proprietà. Vi è un uso di un linguaggio molto colloquiale e gergale, legato alla quotidianità, sebbene a volte sfoci nel volgare. Per questo motivo ci sono continui riferimenti a funzioni corporali tra i personaggi del romanzo, sotto certi aspetti anche divertente, che dà il senso della quotidianità stessa. È un testo autobiografico, ma ha la struttura narrativa del romanzo. In più l’elemento dell’esperienza personale, fa sì che all’inizio di ogni capitolo ci sia 45 una foto o di un componente della famiglia o del paesaggio circostante alla white farm. Per questo motivo, è un testo ibrido che mette al centro l’esperienza di Bobo (aka Alexandra): la narrazione è in prima persona ed è un testo ricchissimo di dialoghi. Il discorso diretto, le parole pronunciate dai vari personaggi, sono centrali. La figura di Tim, il marito e padre di Bobo, è decisamente singolare, tuttavia secondario a quello della moglie Nicola. È infatti un personaggio molto razzista e rivela molte debolezze. Le due ragazzine, Bobo e Vanessa, compaiono invece subito all’inizio della narrazione: il primo capitolo Rhodesia 1996 vede Bobo caricare un fucile, quindi già da qui il lettore percepisce che la protagonista non passa una infanzia tranquilla. Di fatto tra tutti i fratelli (Adrian, Olivia, Richard, Bobo e Vanessa) solo Bobo e Vanessa sopravvivono, quindi hanno una vita che inizia in maniera già complicata e sofferta. Le bambine sentono storie terrificanti e si spaventano a vicenda, per esempio controllano spesso sotto al letto per vedere che non ci sia nessun uomo malvagio. Da una parte quindi si nota il divertimento delle due bambine nel considerare le storie di paura come una sorta di gioco. Le storie che circolano sono appunto sui terroristi che hanno come usanza quella di tagliare labbra e orecchie ai bambini bianchi. Questo genera un discorso sulle labbra: Bobo ribadisce di avere delle labbra troppo grosse per essere una bianca, quasi come se ciò potesse rendere più felici eventuali terroristi. Nella narrazione troviamo un continuo ricordo ricorrente, appunto quello di Olivia che muore: verrà ricordata proprio nell’ultima pagina del testo, quando ormai si parla della vita adulta. Bobo e Vanessa si sono già sposate e chiameranno una figlia Jane (era il secondo nome di Olivia), il legame dunque con la sorella scomparsa è molto forte. Il testo è anche molto ricco di modalità di rappresentazione dell’Africa, tra i quali quella della grave: tra tutti, Olivia sarà l’unica che avrà una grave sul territorio africano, quindi risulta essere il personaggio più importante, nonostante non compaia mai nel libro. Il libro quindi è una storia familiare: Tim si occupa della gestione della farm, mentre Nicola si occupa della gestione dell’allevamento. Nel periodo delle lotte civili, Tim combatte affianco ai bianchi, per contrastare i movimenti indipendentisti. La narrazione avviene in maniera episodica, molto mescolati infatti non seguono un periodo cronologico lineare: c’è una discrepanza sulla narrazione della storia della bambina, frutto di un lavoro letterario che attraverso la prospettiva narra l’infanzia dell’autrice, e sulla narrazione dell’autrice dalla sua esperienza adulta; c’è una sorta di equivoco, tipico di tutte le narrazioni biografiche, per questo il testo viene scritto dopo l’esperienza stessa e tutto avviene attraverso una ricostruzione dei fatti (tema della memoria). Il linguaggio è riconoscibile e comprensibile: l’esperienza, attraverso il percorso di crescita, ha un posto speciale immersa nel paesaggi, costituito da spazi ampi che spesso contengono misteri. Il paesaggio è un territorio descritto attraverso 46 le sfere sensoriali, legate da una parte alla natura, dall’altra alla situazione delle guerriglie (esplosioni delle mine). I suoni sono spesso legati alla natura, ma ci sono anche quelli che implicano il pericolo. In particolare, ci sono un sacco di riferimenti allo smell, agli odori: soprattutto l’aggettivazione, fa sì che l’odore dell’Africa sia paragonato a elementi di altre culture, sia ai cibi (per il loro odore invitante). Africa’s hot embrace, questa espressione si riferisce all’autrice che vorrebbe ritornare in Africa nella sua età adulta. Tutto questo sottolinea la vitalità dell’Africa, opposta alla guerra civile e alla malattia: si va dai semplici disturbi gastrointestinali alla follia dei genitori delle protagoniste e alla morte dei fratelli. Troviamo anche un sacco di citazioni di animali, come insetti, serpenti e cani; sono elementi essenziali per delineare la narrazione di questo mondo meraviglioso quale l’Africa, quasi con un tono fiabesco. Ci sono anche un sacco di delineazioni geografiche (vedi slide). La narratrice parlerà anche del suo rapporto con gli africani: quando lei viene invitata da una famiglia africana a mangiare con loro, lei cambia la propria prospettiva sull’Africa (touching the ground). L’immagine è quella di una ragazzina bianca dentro a una casa di persone nere. La Fuller ha descritto questa narrazione sia come a love letter to Africa e a love letter to my mother: la madre nella famiglia ha un ruolo centrale e lei celebra questo personaggio un po’ fuori dal comune, infatti è un po’ folle e beve moltissimo. Al di là del racconto episodico, sono importanti le strategie narrative  Racconto per immagini  Racconto non cronologico  Inserimento di elementi storici del suo tempo, guerriglie con i neri  Racconto dei rapporti familiari C’è quindi il continuo contrapporsi tra una dimensione gioiosa e la disperazione e la violenza continua. A questi elementi vengono aggiunti elementi di carattere storico-geografico: da una parte vuole informare i lettori di questo carattere storico, dall’altra sottolinea l’importanza dei dialoghi, soprattutto quelli familiari. La sua narrazione inoltre è ironica e con lo scopo di scaturire delle emozioni nel lettore. Language: a mix La lettura si implica in un linguaggio molto colloquiale, anche a livello familiare, soprattutto per i dialoghi tra i bambini piccoli.  Chooks: pollastri  Loo, pee, fart  Snog 47 richiedeva l’indipendenza dal resto della Nigeria. Questa guerra si concluse con un nulla di fatto, infatti la regione rimase annessa alla Nigeria. All’interno del paese vi sono un sacco di etnie (Yoruba, Hausa e Ibo), diverse l’una dall’altra soprattutto per le differenze religiose (muslims e christians). È singolare che i primi due romanzi siano uno il continuo dell’altro: dove finisce Second-Class Citizen, lì inizia In the Ditch. Adah acquisisce una sua indipendenza familiare, divorzia infatti dal marito, in In the Ditch troviamo appunto le vicende del divorzio e delle condizioni dei nigeriani nella Londa degli anni ’60. Second-Class Citizen Adah arriva a Londra e non è una sprovveduta, ma si rende conto che una volta arrivata a Londra le si prospetta una vita da seconda classe, dovrà quindi affrontare una serie di problemi e di discriminazioni da parte degli inglesi. Lei si sentirà doppiamente discriminata: non solo viene esclusa dagli inglesi, ma in ambito familiare sarà sottomessa la marito Francis.  From Lagos to London Il romanzo ha una forte presenza autobiografica, però è un romanzo quindi la forma di distanziamento utilizzato è proprio quello della creazione di un personaggio simile con un nome diverso (Adah). Questo personaggio non narra la sua esperienza in prima persona: infatti il testo vede una third-person narrative, che riporta una esperienza femminile molto specifica e dettagliata, che poi mette a fuoco anche la vita degli immigrati nigeriani. L’autrice studiò dei testi di tratti sociologici quando si trasferì a Londra e questo mette a fuoco degli aspetti della comunità nigeriana a Londra (presenti nel romanzo a livello di narrazione). Adah non è solo black ma anche woman: lei alla fine del romanzo avrà 5 figli, dunque la sua realtà è molto drammatica. Race e gender sono al centro di questo romanzo, nel corso della narrazione vediamo come si faccia sempre più forte il senso di emancipazione della protagonista, che può avvenire solo attraverso il lavoro e il suo desiderio di diventare scrittrice. Adah fa la bibliotecaria a Londra (è una educated woman) e capirà solo in seguito che ciò che vuole fare è appunto la scrittrice (lo diventerà solo dopo tante provocazioni e prepotenze del mondo bianco e quello maschile. Structure Presenta una struttura narrativa molto lineare (13 capitoli), dalla sua childhood fino alla sua emancipazione, che si identifica con il suo divorzio e l’inizio di vita da scrittrice. La sua narrazione segue inoltre la successione cronologica e questo contribuisce a creare una narrazione che porta verso una evoluzione positiva. “It had all begun in a dream”: il romanzo inizia così, sarà proprio il sogno dell’autrice quello di andare in Inghilterra, anche se sa che è di 50 difficile realizzazione. Le donne vengono discriminate, soprattutto nella tradizione nigeriana. Il romanzo si suddivide in 3 parti: - Adah in Lagos( childhood and marriage) : sono i primi due capitol; - Adah in London (life as a second-class citizen) - Adah’s rebellion, new life (independent woman, writer) La Londra dei sogni si costruisce solo nel romanzo, in realtà l’arrivo degli immigrati è tutt’altro che favoloso. Il primo a trasferirsi in Inghilterra è proprio il marito di Adah, che si trasferisce a Londra per studiare; i protagonisti fanno parte di una sorta di élite, che appunto può permettersi il viaggio e il passaggio verso Londra. A cold welcome è il titolo del capitoli dove appunto la protagonista arriva a Londra; i titoli dei capitoli sono essenziali per capire la condizione della protagonista nella città. In particolare si sottolinea l’importanza del momento dell’arrival nella casa di Londra, diventa quasi un tropo di rappresentazione in questi romanzi post coloniali. Il momento è quello dell’acquisizione e di una consapevolezza che passano attraverso dettagli molto pratici, i dettagli sono importanti nella descrizione della vita quotidiana. Lei riuscirà a trovare un buon lavoro, mentre invece il marito sarà essenzialmente un peso dal momento che si farà mantenere da lei. The house was grey with grey windows: il grigiore di Londra è spesso richiamato in contrasto con i colori dell’Africa, che la protagonista richiama spesso con i propri vestiti colorati. La casa le appare dunque grigia e anche strana. She could not tell where the house end…: le case popular della working class inglese sono tutte attaccate, she never seen houses like that before. In lagos houses were usually completed detached, in Nigeria il sistema abitativo era sicuramente diverso. Per esempio Adah dimentica sempre le chiavi di casa, poiché in Nigeria le porte rimanevano sempre aperte. Nella casa c’è una stanza che lei definisce tunnel. Il problema della casa è sempre costante, la protagonista è sempre costretta a muoversi di casa in casa, anche perché molti affittuari mettono i cartelli “no coloured”. Quando cercherà una nuova casa, telefonerà e fingerà di non essere nera e utilizza dei dettagli che fanno anche sorridere, pur sottolineando la drammaticità della situazione. Terzo capitolo: l’arrivo in Inghilterra mostra una presa di conoscenza da parte dell’autrice, the day you land in England you are a second-class citizen. Mentre cercano la seconda casa, riusciranno a trovarla in una zona molto squallida, dove già abitano altri nigeriani: uno di questi affitterà a loro una stanza. 51 Lei è moglie di Francis, un buono a nulla che continua a non passare gli esami. La sua figura è significativa nel fallimento di questi ideali, lui dovrebbe acquisire una laurea o una buona acquisizione, ma lui pretende che la moglie sia completamente a lui sottomessa e che non prenda iniziativa di sua spontanea volontà. Anzi, continuerà a metterla incinta e qui salta fuori il tema della contraccezione: lei si recherà spesso di nascosto in consultorio per cercare di evitare le gravidanze. Questo porta alla fine del matrimonio di Adah e Francis; Francis inoltre tradisce Adah con donne bianche di bassissimo livello, quindi si trova qui una condizione familiare di squallore e necessità della protagonista di accettare una situazione sempre più inaccettabile. La parte finale invece segna la ribellione di Adah e il suo tentativo di crearsi una nuova vita, che in realtà è difficile; la dimensione materna rende il suo percorso e la sua nuova vita molto difficile, soprattutto per la cura dei figli. Questo aspetto è continuamente ripetuto dalla protagonista. Characters  Nigerian community: è un ghetto di nigeriani a Londra, tra questi troviamo Mr Noble: un personaggio un po’ comico e sbruffone, che volle mostrare la sua forza ed rimase esente dal lavoro, grazie a una pensione. È l’unico che non ha lo sgradito cartello che Adah legge ovunque per Londra; in qualche modo viene definito come una sorta di clown, per farsi notare ha conseguito delle conseguenze negative dopo l’incidente sul lavoro, conduce una esistenza marginale.  Francis  Children  White women: sono donne bianche delineate in maniera molto negativa; Trudi è una donna bianca che si occupa dei figli di Adah che li fa vivere nella sporcizia e che di fatto diventa l’amante del marito di Adah. Avendo a che fare con questo personaggio, Adah nel quarto capitolo scopre che i bianchi sono as fallible as anyone else. Queste osservazioni la portano a distinguere good whites and bad whites, as there are good blacks and bad blacks. Ci sono bianchi che sono squallidi, mentre altri sono generosi come i suoi colleghi. Lei quindi si chiede che cosa distingua gli uni dagli altri: essenzialmente non ci sono differenze e questo caratterizza la questione della race, centrale nel romanzo.  Adah’s colleagues: sono i suoi colleghi da bibliotecaria e non sono personaggi ostici. 10/04/2015 Il romanzo è essenzialmente realistico, che descrive esperienze concrete, attraverso una sorte di narratore esterno onnisciente; questo propone il punto di vista di Adah attraverso una sequenza di eventi cronologici lineari. Adah pur 52 Andrea Lévy (1956-) Mostra il punto di vista sempre della Londra degli immigrati. Il suo romanzo è molto recente, infatti è stato scritto nel 2004- - Every Light In The House Burning (1994) - Never Far From Nowhere (1996) - Fruit Of The Lemon (1999) - Small Island (2004) - The Long Song (2010) Il romanzo è stato tradotto come isola di stranieri, questa piccola isola sarà appunto la nuova casa di immigrati giamaicani. Questa scrittrice nasce a Londra, da genitori giamaicani, al contrario di Emecheta, che affronta il trauma dello spostarsi da un paese all’altro. Abbiamo a che fare dunque con una scrittrice inglese: il padre era sul windrush, ovvero sulla nave che nel 1948 approdò a Londra dalla Giamaica e che dà inizio alla Gran Bretagna multi razziale, che si svilupperà nella seconda metà del ‘900. Lei stessa ricorda che era uno dei passeggeri di questa nave, la madre invece raggiunse la Gran Bretagna in un momento successivo. Lei mette al centro le problematiche relative alla migrazione giamaicana e caraibica verso l’Inghilterra, quindi alle seconde generazioni di immigrati. I suoi romanzi sono dunque legati sempre a questa dimensione di carattere autobiografico. West Indies Anche i Caraibi sono stati profondamente colonizzati dagli inglesi. Le prime colonie inglese sono centro americane: la prima colonia è l’isola di Bermuda, comincia a far parte del triangular trade e porta gli schiavi neri nella madrepatria inglese. Poi è giusto ricordare la ribellione degli schiavi di Haiti nella fine del ‘700, che porta alle varie ribellioni per i secoli a venire. Solo nel ‘900 verrà raggiunto da queste colonie l’indipendenza: Giamaica (1962), Trinidad e Tobago (1962), Barbados (1966), Bahamas (1973) e Santa Lucia (1979). In realtà questo fatto storico del windrush è una fatto cruciale, bisogna ricordare che questo dà inizio all’Inghilterra multi- razziale. The lonely londoners è un romanzo del 1956 scritto da Samuel Selvon: lui si traferì dalla Giamaica a Londra ed è importante perché si inserisce a pieno titolo nella tradizione letteraria inglese. Questi lonely londoners sono appunti gli immigrati giamaicani che provano ad inserirsi nella società inglese. This Is My England (The Guardian, 19 February 2000) - My dad came to this country in 1948, on the Empire Windrush ship. He was one of the pioneers. One of the 492 people who looked around the old British Empire colony of Jamaica, saw that there were no jobs, no 55 prospects, and decided to chance his arm in the Mother Country. His identical twin brother had been in RAF, stationed in England, during the war, and was returning to do a further round service. My dad accompanied him, leaving behind in Jamaica his new bride, my mum, who waited impatiently for the call to join him. - I am English. Born and bred, as the saying goes (as far as I can remember, it born and bred not bred-and-bred-with-a-very-long-line-of- white-ancestors-directly-descended-from-Anglo-Saxons). England is the only society I truly know and sometimes understand. I don’t look as the English did in the England of the 30s or before, but being English is my birthright. England is my home. An eccentric place where sometimes I love being English. - The fiction I have written has all been about my Caribbean heritage in some way or other: tutti i suoi romanzi che ha scritto riguardano la sua orgine caraibica; - My heritage id Britain’s story too. It is time to put the Caribbean back where it belongs – in the main narrative of British history. Lévy sottolinea l’aspetto di quello che ha tentato di fare, ovvero non solo di parlare degli immigrati della Giamaica e del loro inserimento nella società inglese, ma anche come i Caraibi e i suoi abitanti facciano parte a pieno titolo dell’identità inglese. Bisogna far rientrare i Caraibi nella main narrative della tradizione letteraria inglese. Small Island La struttura narrativa è molto articolata e complessa, di fatto a parte un breve prologo, tutto il resto del romanzo contiene una serie di narrazioni di monologhi drammatici. - Prologue (ambientato nel 1924) - Four drammatic monologues (1948/before) : prendono il titolo dal nome dei personaggi che parlano, ovvero due coppie: Hortense and Gilbert, Queenie and Bernard. Narrano ciascuno uno parte di storia. Il discorso temporale è importante: alcuni sono ambientati nel 1948, altri invece iniziano con un before. Il 1948 è appunto l’anno in cui Gilbert e Hortense, marito e moglie, arrivano in Inghilterra con il Windrush. Queenie e Bernard invece sono inglesi. - First-person narrations : le narrazioni in prima persona vedono i narratori protagonisti del racconto, questo fa sì che il racconto mostri un sacco di punti di vista diversi: maschili, femminili, inglesi e giamaicani. - Narrative structure: series of parallels. Le storie dei personaggi si intersecano, anche in relazione alla storia (history) e alle loro storie (stories). 56 15/04/2015 È un romanzo del nuovo millennio, che racconta eventi situati su due direttive temporali: - Before - 1948, l’anno in cui succedono le cose narrate al presente. Entrambi non possono essere recepiti dal lettore senza il peso della storia successiva, ovvero quella di oggi. Mette in rilievo la nave Windrush che porta una quantità massiccia di immigrati caraibici in Gran Bretagna: non sono i primi, ma è la prima volta che la stampa recepisce l’arrivo come una minaccia. Non sono più singoli spettri di un paese lontano, ma un gruppo di persone minaccioso. Il punto di vista di chi arriva è quello della ricerca di una isola più grande. Small island è il modo in cui i nativi di Giamaica vedevano gli abitanti delle isole accanto: i giamaicani si ritenevano un po’ i migliori di quell’area, si sentivano abbastanza intraprendenti da poter affrontare il viaggio verso l’isola più grande che era appunto Gran Bretagna. Quello che trovano però è un paese intriso di englishness e massacrato economicamente e socialmente dalla Seconda Guerra Mondiale. Bernard dice che England had trucked, l’Inghilterra si era ristretta. Le voci in questo romanzo sono principalmente quattro e la struttura è molto semplice, sebbene schematica. La struttura è a chiasmo, costituita da due coppie uomo-donna; a momenti la coppia è donna-donna o uomo-uomo. All’inizio tuttavia abbiamo le coppie uomo-donna inglesi e uomo-donna giamaicani. Il prologo è la cornice, situato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Questo mostra la protagonista bianca bambina, perché il prologo è l’impero. Il romanzo include infatti il fatto che la Gran Bretagna ha avuto un passato imperiale forte ma non tematizza questo all’interno dei rapporti dei personaggi; inoltre l’altra faccia dell’impero è il sistema della schiavitù transatlantica e il suo impatto. Infine senza la rivoluzione industriale non ci sarebbe stata una Gran Bretagna così potente. La schiavitù è un sottotesto: nel testo viene citata la parola solo una volta e in relazione a Hitler. Hortense inizia a narrarsi da bambina, lei non è quella privilegiata quasi inglese, perché ha un incarnato molto chiaro. Quando si trova in Giamaica, lei è privilegiata, perché è più chiara dei suoi concittadini e a lei si lega l’ideologia che sia buona poiché bianca. Lei è figlia illegittima di un signore giamaicano, dalla pelle abbastanza chiara che fa parte di una élite forte, e di una donna nera molto povera, di cui la bambina ricorda solo i piedi neri sotto la gonna. Hortense viene portata via dalla madre quando era molto piccola: lei che celebra all’inizio la potenza di suo padre, in realtà cancella il trauma della perdita della madre e soprattutto deve sublimare in grandezza il fatto che anche il padre l’ha abbandonata. Quando alla fine con l’incontro con 57 dentro con il fuori e viceversa) ma anche come distruzione di elementi quotidiani come case e mobili. Queenie che viene da una estrazione sociale abbastanza elevata, viene mandata a lezione di pronuncia: se la lingua discrimina il giamaicano rispetto all’inglese, lo stesso avviene tra inglesi poveri e inglesi ricchi. Lei viene spesso rappresentata con parole come hurricane e altre che hanno l’-h muta. Il canone in questo modo mostra un canone ricco di molte voci. Michael Roberts è una figura di trickster e avrà una storia con Queenie, alla fine scomparirà lasciandole un figlio e questo mostra la cancellazione della britishness. Queenie è quindi l’emblema dell’Inghilterra e della monarchia, viene chiamata anche english rose. Quindi accetta nel modo più intimo il seme della nuova Gran Bretagna ibrida. Lei però non riesce a farlo nascere da sola, qui infatti Hortense l’aiuterà a partorire. Solo nel momento della nascita, depone la sua maschera come white. Tema della traversata e della nave. [foto small island, ch. 1] 16/04/2015 Visione del primo episodio di Small Island. C’è una voice over nella serie televisiva, che narra gli eventi. 17/04/2015 Le lezioni finiscono il 13 maggio; giovedì c’è una lezione diversa su tipo un incontro letterario (non inerente al programma d’esame). Nella serie tv troviamo: - Voce narrante esterna: è una voice over, una voce fuori campo che troviamo a livello televisivo; nella serie tv ha un accento giamaicano, infatti è la voce del bambino che nasce da Queenie e cha ha appunto lo scopo di narrare la storia. Il bambino si chiamerà Michael. - Flashback: è uno strumento utilizzatissimo nel romanzo e anche nella serie tv, serve all’autrice per passare da un luogo all’altro. - Assenza del prologo: nonostante sia una parte del romanzo essenziale, è stato eliminato nella versione televisiva. Queenie racconta la sua esperienza del suo primo contatto con l’alterità, di quando era bambina: era andata a una imperial exhibition e qui aveva visto per la prima volta un uomo di colore. Anche la diversità linguistica è centrale perché c’è l’inglese che varia a seconda delle diversità delle classi sociali, questa differenza c’è anche oggi. Queenie e Bernard quindi parlano un inglese diverso da quello di Hortense e Gilbert. Hortense mostra un inglese imparato sui libri in una colonia inglese lontana dall’Inghilterra, appunto la Giamaica. È quasi un inglese perfetto di cui Hortense vuole essere portatrice, ma di fatto il suo inglese è quasi 60 incomprensibile nella Londra del 1948: per esempio quando cerca un secchio per la cucina, chiede un basin quando invece si dice bucket. Sempre nella serie tv, c’è la compresenza di elementi comici e drammatici, enfatizzata dai personaggi provenienti dalla Giamaica. È un modo per trasmettere una serie di problematiche, issues, che incontrano i giamaicani dopo la guerra. Anche il finale per questo è criticato, perché si cerca di creare l’happy ending: il nuovo bambino di colore deve diventare l’emblema dell’Inghilterra. La serie tv enfatizza l’elemento del romance, che guarda il rapporto tra Queenie e Michael, abbastanza centrale nel romanzo. Meaning of the title Small island: è l’Inghilterra o la Giamaica? Entrambe sono small: la Giamaica è la più grande delle isole caraibiche e allo stesso tempo è ritenuta piccola dai suoi abitanti, è small perché non dà a loro lo spazio necessario per vivere. I personaggi come Gilbert, quando torna dalla guerra, si accorge che è small. L’Inghilterra è una piccola isola, rispetto all’impero inglese creato intorno al mondo; Bernard parla di shrink, intendendo che l’isola si è ristretta, venendo meno all’impero dal momento che sta cambiando a livello sociale e culturale. C’è dunque una visione ambivalente dell’isola: è un luogo di chiusura rispetto al continente e agli spazi più ampi; il mare e gli spostamenti la rendono meta, basti pensare ai flussi migratori che riguardano l’Inghilterra e non solo. Dal momento che è un luogo chiuso, è anche un luogo di unità e porta alla questione dell’accettazione della diversità e dell’altro. La smallness può richiamare dunque il discorso razzista: la via di Londra dove abita Bernard (che diventa anche di Hortense e Gilbert) si trova in una via dove tutti gli abitanti sono profondamente razzisti e chiusi, rispetto all’arrivo di nuovi abitanti dalla pelle scura e molto diversi. Non sono consapevoli che il mondo e soprattutto la loro città sta cambiando. History Il romanzo vede la compresenza della storia politica e sociale, accostata alle storie personali dei personaggi. Quindi il Windrush rimanda al tema della decolonizzazione, che porta alla fine dell’impero britannico. Questo romanzo è anche e soprattutto un romanzo storico: riprende dei momenti cruciali della storia del ‘900. Se dovessimo definirlo meglio, potremmo identificarlo come un romance storico. First-person narration and prologue Ogni capitolo (che ha come titolo il nome del narratore) è narrato in prima persona. Queenie non rende tutto irrilevante nel prologo: questo è un momento significativo del romanzo, lei esordisce dicendo I thought to be in Africa, ricordando appunto la sua visita all’esposizione imperiale che si tenne nel 1924, quando la Prima Guerra Mondiale era finita da poco. La famiglia di 61 Queenie appartiene a una classe molto bassa: i genitori abitano infatti in una fattoria e il padre fa il macellaio. Lei si descrive come una white dressed like a frog/frack*. Then appeared an African man, a man who ... melting chocolate. Da una parte Queenie ha paura, dall’altra parte è curiosa della persona di colore che si trova di fronte: c’è un contatto fisico alla fine, lei tocca la sua mano e tutto ci diventa un ricordo indelebile e fondamentale che porterà il personaggio ad avere una profonda accettazione per l’alterità. In questa parte del prologo compare la categoria dell’exotic, che in realtà viene poi superata all’interno del romanzo per molti aspetti. Parallelism 62 I never though England could be like this: Hortense chiude il romanzo con questa frase. Dice una cosa simile il primo mattino del suo soggiorno inglese (cap 22). Hortense decide di adottare il bambino alla fine del romanzo e continua a fare riferimenti al suo baule, trunk, che contiene oggetti e ricordi che fanno parte della personalità di Hortense. Main issues Englishness and West-Indianness Cross-cultural intimacy-interaction The mixed-race child: il bambino di Queenie mostra una nuova britishness, che include un’evoluzione anche dal punto di vista sociale e sessuale. Attempt to use sexuality as a site upon which to intervene in English history and create new narratives. The end Dreams and reality New identities- entagled destinies: nuove identità date dall’intrecciarsi dei destini dei personaggi. L’idea di purity della britishness non esiste più, perché è stata contaminata con l’arrivo dei giamaicani. Esempio Bernard che viene infettato dalla sifilide: l’inglese che all’inizio è puro, alla fine viene infettato dalla malattia. Final quotation from Winston Churchill: appena Hortense se ne va dalla casa col bambino appena nato e riporta una frase che aveva detto Winston Churchill: Never in the field of the human conflict was so much owed by so many to so few: la citazione si riferisce alla R.A.F., il ruolo fondamentale che avevano avuto gli uomini di questo battaglione. Hortense vuole reinterpretare la sua citazione, lei vuole rendere onore a questi uomini, che hanno reso gloria contro il nazismo. È una counter narrative, è una narrazione frammentata e multipla, che presenta più punti di vista, pur mantenendo un parallelismo tra Giamaica e Inghilterra. Non possiamo dimenticare che la narrazione contemporanea che riscrive la storia dell’impero e degli incontri con l’alterità, li mette in campo attraverso l’espediente narrativo (crossing cultural and textual thresholds): c’è un oltrepassare le soglie dei tempi e degli spazi, non è solo una narrazione post coloniale. 22/04/2015 MODULO C Postcolonial counternarratives 65 Intendiamo una serie di produzioni letterarie, che possono essere molto diverse tra di loro. Per il modo con cui sono state definite, si oppongono al modello coloniale della master narrative: così come la master narrative mostra un sacco di varianti e di contraddizioni, anche la narrative postcoloniale si presenta come narrazione che mette in crisi il dominio coloniale. Questa narrativa postcoloniale si sviluppa dopo il 1947 e il post, che caratterizza questa etichetta, non significa solo dopo l’impero, ma anche dell’oltre il modo di rappresentare la narrativa. Troviamo infatti nation and narration: la narrazione è una espressione della nazione, mentre quest’ultima è costituita da tante narrazioni che cambiano nel tempo e che mostrano nuove interpretazione dell’esperienza imperiale e del dopo l’impero. Vengono nazionalizzate le voci di quei popoli sottomessi dall’impero inglese e proprio in questo periodo escono dalla loro marginazione imposta dagli europei, per diventare protagonisti del loro tempo. - Omhi Bhabha* ha definito nation and narration. A livello di terminologia e concetto, è importante parlare di una contemporaneità dove le narrazioni più efficaci non sono quelle che danno l’idea di una comunità condivisa all’interno dei confini, ma quelle che mostrano delle culture con confini lacerati e che si aprono continuamente. Questo tipo di narrazioni, dice Albertazzi, rompono con in canone: non si può più parlare delle relazioni tra centro e margine. Con Lévy appunto non si capisce più quale sia il centro e quale sia il margine. Bill Ashcroft* dice che è meglio di usare transnational piuttosto che postcolonial, infatti le narrative mostrano alternative story-telling. Counter discourse/ writing back Si tratta di un writing back proprio perchè è una contro scrittura, questa scrittura contemporanea postcoloniale cerca di ridefinire la propria identità, è una search for self-definition. Il personaggio con cui avremo a che fare in Bend in the River è un personaggio dalle origini molteplici, è di origine indiana ma allo stesso tempo è affascinato dalla cultura inglese; è di fatto un outsider, è un personaggio che sta ai margini, nonostante non sia un poveraccio. Cerca di capire e di collocarsi dentro a un contesto che è appunto quello africano. Questo tipo di narrazioni non possono prescindere dal passato storico, quindi troviamo historical excavations. In Naipaul il discorso storico è decisamente importante, ma in generale l’interesse per la storia è centrale: dal passato si possono ricavare un sacco di elementi, per questo deve essere letto, interpretato e rimodellato nell’ambito contemporaneo. Dunque è centrale il rewriting: le narrazioni postcoloniali riscrivono spesso anche i testi della tradizione coloniale, per esempio Bend in the River si può intendere come una riscrittura di Heart of Darkness, ma ci sono anche dei riferimenti a Robinson Crusoe (viene anche citato nella parte iniziale del romanzo). Questo fa parte di un gioco narrativo da parte dell’autore. Un altro autore John Maxwell Coetzee 66 riscrive Robinson, intitolandolo Foe, mettendo al centro l’immagine femminile come quello del naufrago; c’è anche un Friday in questo romanzo, un ex schiavo nero, orrendamente mutilato (non ha la lingua, quindi non può parlare). C’è anche un desplacement and deformation of conventional meanings: Naipaul è un autore più difficile, fa un grosso lavoro sulla forma narrativa. Infatti un grande lavoro è costituito dalla ricerca di nuove forme narrative, che possano eguagliare o superare quelle già esistite. V.S Naipaul (1932-) Guardare opere su ariel È un autore contemporaneo, dagli anni 50 in poi si è trasferito in Inghilterra. Ha origine caraibiche, nasce a Trinidad in un piccolo villaggio. La famiglia ha origine indiane e con il sostegno della famiglia si trasferisce a Oxford per frequentare l’università. A Trinidad torna poco, ma come città è al centro del suo lavoro. Nel suo romanzo più importante, A Bend in the River, lui si riferisce all’Africa. Pur facendo dei viaggi, l’Europa diventa il centro della sua esistenza. Con lui non è corretto parlare di romanzi, infatti usa delle forme narrative molto miste: si puù parlare di fiction, ma è vero che ci sono anche molto travel writing, historical and biografical discourse, sono dunque forme narrative molto ibride. Trinidad è la città caraibica degli immigrati indiani: ha un sistema educativo di stampo inglese, quindi l’autore viene educato secondo una tradizione inglese. Il problema delle radici è fondamentale proprio per questa sua origine India- Trinidad e Inghilterra: sono tre paesi che indicano tradizioni linguistiche e culturali molto diverse. Tutto ciò fa sì che la scrittura si apra a molti discorsi e tradizioni diverse, forse è proprio questo che fa sì che l’autore utilizzi forme ibride di narrazione. L’interesse per l’Africa torna praticamente ciclicamente nell’autore, lui infatti fa molti viaggi qui e parla di luoghi che non vengono nominati geograficamente, spesso parla di città senza nome. È un autore molto criticato e dibattuto: spesso dai suoi stessi fellow writers, di origine diversa, lo hanno criticato aspramente, giudicato spesso come antipatico e difficile da affrontare. Negli anni ’90 è uscita una biografia autorizzata e ne fa un ritratto davvero molto negativo, dove ci sono situazioni molto brutte dal punto di vista personale e familiare. The world is what it is: citazione presa da A Bend in the River e che esprime a pieno lo spirito dell’autore. Rushdie lo criticò molto, perché lo vede come uno che si interroga sulle proprie origini, ma che alla fine sente di appartenere alla tradizione occidentale. From Naipaul’s Nobel Literature “two worlds” (2001) I said earlier that everything of value about me is in my books. I will go further now. I will say I am the sum of my books. Each book, intuitively sensed and, in 67 Lui parla l’inglese molto bene e afferma di non aver mai avuto una vera e propria casa. L’idea di lost è centrale nel romanzo. 24/04/2015 Naipaul vede il vuoto lasciato dalla colonizzazione, Salim mostra appunto la degenerazione politica e sociale del paese unnamed, appunto il paese africano senza nome. Tra le fonti e i testi preparatori, oltre all’esperienza diretta, di questo romanzo, c’è un articolo che Naipaul scrive è A New King for the Congo sul New York Review of Books: lui compie viaggi nel ’66, ’71 e nel ’75, grazie a questi viaggi poté affermare il nichilismo del Congo, dovuto al regime dittatoriale e che viene richiamato indirettamente in questo romanzo; una sezione del romanzo è chiamata big man, con una accezione ironica al dittatore del Congo. Esiste un plot e si pone come una riflessione sulla degenerazione che segue l’indipendenza dei paesi africani dagli anni ’60 in poi. Troviamo anche il tema dell’esilio e del viaggio, visto che il romanzo si apre con il viaggio di Salim, narrato in prima persona, che si inoltra nel cuore dell’Africa (into the heart of darkness, ndp); viene richiamata l’esperienza del Robinson Crusoe ma qui viene sottolineato il fallimento degli europei e di quelli che tentano di conquistare questi paesi, infatti non capiscono a pieno queste realtà, definite come caotiche. Dunque l’incipit è molto amaro, il mondo è quello che è e non ci si può fare nulla Narrative structure Troviamo il romanzo diviso in quattro parti e narrato in prima persona. Il romanzo, oltre a un plot riconoscibile, presenta delle parti riflessive, di carattere storico-politico. Sono dei mottoes, che mettono il lettore davanti a delle cose incontrovertibili, in particolare verranno citati due motti latini. Le parti si suddividono in: - The Second Rebellion, vede il personaggio Salim non sapere da che parte schierarsi nelle ribellioni per l’indipendenza. Le ribellioni si presentano in maniera ciclica. - The New Domain, avvento del nuovo regime, si tenta di attuare una nuova realtà politica, la città viene fondata sul fiume e inoltre si costruisce anche una università. - The Big Man, è il titolo che rimanda al dittatore del Congo in maniera ironica. - Battle, l’area in cui arriva Salim, pieno di speranze, è invece un’area sotto nazionalizzazione, quindi troviamo una privatizzazione di negozi e terre: lo stesso Salim vedrà sequestrarsi il negozio che apre per sopravvivere e sarà costretto ad andarsene. Dopo che se ne va a Londra, capisce che anche qui non può trovare una home, proprio perché si allontana dalle coste orientali dell’Africa, è senza famiglia e non ha il desiderio di farsene una. 70 Il tema del viaggio riprende la storia di Marlowe in Heart of Darkness (rewriting of Heart of Darkness): con la sua macchina, percorre un viaggio per l’Africa. Il luogo in cui arriva, il negozio dello zio, viene inoltre identificato come luogo puzzolente e sporco, stink and dunk. Characters - Personaggi di origine indiana/africana/musulmana o Salim o Nazruddin o Metty : è un ragazzo servitore-aiutante che viene accostato a Salim, quando quest’ultimo arriva nel negozio. Il nome rimanda a mettie, un termine francese che indica mescolanza e sangue misto (mezzo sangue). o Indar : è un amico di Salim, che affronta un percorso diverso. Lui infatti parte subito per l’Inghilterra, poi torna a casa e rimane in contatto con Salim. o Zabeth : è la donna africana e mercante, è la madre di Ferdinand o Ferdinand: è il ragazzo africano che frequenta il liceo europeo. o Maesh and Shoba: sono personaggi minori e vicini di casa di Salim o BIG MAN (MOBUTU): è il dittatore, che non viene indicato con il suo vero nome. - Personaggi europei o Raymond : è uno studioso di storia, al servizio del dittatore; quindi la sua figura è importante anche in relazione alla funzione storica del romanzo (meditations on history). Lui scrive infatti i discorsi del presidente; poi però deciderà di andarsene, visto che essenzialmente è un fallito: i suoi studi non portano a niente, quindi nel romanzo viene sottolineata la sua condizione o Yvette : è un personaggio femminile, donne giovane e sicura, di origine europea e moglie di Raymond. Ha una relazione sessuale molto forte con Salim (lui prima di incontrarla aveva frequentato solo delle prostitute). Davanti a Salim, come il marito, sembra una donna fallita. o Father Huisman : è il prete del romanzo, era solito collezionare oggetti; compare solo nella parte iniziale del romanzo, infatti alla fine verrà ucciso nella second rebellion; è un europeo che viene ucciso in Africa, quindi rimanda anche qui a Heart of Darkness.  Fine della prima parte The second rebellion: It was during the days … and was killed. … His body had been mutiled. … was 71 lost with him. Viene descritta la morte del prete da parte di Salim, che aveva avuto occasione di incontrarlo. Quando Salim torna da Londra in Africa, (ultima parte del libro, Battle), nota che c’è sempre something new, ovvero le strutture degli edifici sono cambiate e scorge una statua in una piazza. Questo era il tentativo del governo di rimpossessarsi della propria tradizione: questa statua infatti era stata sostituita con a gigantic statue of an african tradesman, done in a modern African style. Father Huisman wouldn’t have time for it. Lui rimanda all’abitudine del prete di collezionare manufatti africani Setting - Unnamed city in the bend of the river (Kisangani) : è una città senza nome che si trova sul fiume Congo. - Unnamed African state : il romanzo si svolge nella regione del Congo, che si chiamava Zaire. Riferimenti indiretti però ci sono anche all’Uganda (fatti da parte dello zio di Salim). - The New Domain (Modernization): è la nuova situazione instaurata dal dittatore, viene messa in primo piano da Salim, visto che il cambiamento politico è forte. Il forte senso di decadenza viene abbandonato e fuori da essa viene instaurato appunto questo new domain. The bush has been cleared, le rovine che sembravano permanenti vennero invece devastate dai bulldozer. Invece new avenues were been layed out, il dittatore promette nuovi cambiamenti, di stampo europeo, auspicando alla creazione di una nuova Africa. Fa leva infatti anche sull’elemento dell’istruzione, si costruisce una nuova università, un centro di ricerca, ma Salim dice che questa grande opera di modernizzazione in realtà è una grande moaks, una presa in giro. Questa modernizzazione porterà alla nazionalizzazione delle proprietà e a grandi cambiamenti. - River: il grande fiume accompagna tutto il romanzo, ha una connotazione positiva. Infatti il fiume è un luogo dove si effettuano scambi commerciali (trade), si portano merci e persone a incontrarsi (meeting place), è dunque un luogo multietnico. L’Africa è multietnica, ci sono africani, indiani, i nativi africani e gli europei. o Water hyacinths: i giacinti bianchi sono dei fiori che ricorrono nel romanzo, perché scorrono continuamente sulla superficie del fiume. Dovrebbero essere connotati in maniera positiva, portando un messaggio di speranza, ma qui invece hanno il significato opposto. Nel terzo capitolo, della prima parte, si parla per la prima volta di questi fiori. Clums of water hyacinths, dark floating islands on the dark river […] this water hyacinth was the fruit of the river alone. Questi fiori vengono visti in maniera negativa dalle popolazioni, perchè i fiori erano comparsi solo qualche anno prima, quindi non sono un simbolo significativo: the people still called it 72 rende conto di non poter rimanere nella sua nuova casa, sulla curva del fiume. - Junk , chaos, disorder, ruin : sono keywords che compaiono e ricorrono continuamente nel romanzo. Lo stesso negozio è caratterizzato dal junk e il termine in sé funge da metafora per l’Africa intera. Anche il disordine e la rovina ricorrono nella città alla curva del fiume, infatti è un posto in rovina che verrà lasciato progressivamente a se stesso. - Africa has no future (madness and violence): è un paese che è caratterizzato da follia e violenza che non si possono tenere a bada. “Imaginary Homelands” di Salman Rushdie Viene utilizzato il concetto di patrie immaginarie. Rushdie incarna l’immagine dello scrittore indiano e outsider all’interno del proprio paese. Lui incarna l’idea del migrante intellettuale che costituisce una delle figure centrale del XX-XXI secolo, quella dell’outsider che si muove tra lingue e paesi diversi. indipendendtemente da quella che è la sua storia, funge da elemento centrale della contemporaneità. The migrant – wheter from one country to another, from one language or culture to another or even from a traditional rural society to a modern metropolis – is the central or defining figure of the twentieth century. L’intellettuale incarna dei valori che, chi non è migrante, non può avere, ha dunque una vision del mondo molto più ampia e molto meno univoca. Quindi l’autore sottolinea l’importanza della migrazione. Tuttavia il senso di perdita, nella prospettiva di Rushdie, diventa una ricchezza (the value of exile). Gli imaginary homelands sono gli esiliati, i rifugiati, i richiedenti asilo, una volta lasciato il loro paese di origine, creano delle patrie immaginarie. Si creano dunque delle fictions sul proprio paese. La costruzione letteraria si vede come costruzione di patrie immaginarie, Indias of the mind. Queste patrie sono dunque versioni diverse dei luoghi d’origine e del luogo in cui si vive. In questi termini, la memoria del passato e delle proprie origini diventa centrale e trasforma l’esperienza della perdita in una esperienza molto vitale e positiva, la perdita della famiglia, degli amici, attraverso la scrittura possono avere quasi un valore terapeutico. Abdulrazak Gurnah (1948-) - Memory of Departure (1987) - Paradise (1994) - Admiring Silence (1996) - By the Sea (2001) - Desertion (2005) - The Last Gift (2011) 75 Originario di Zanzibar, si trasferisce in Inghilterra per studiare negli anni ’60 (torna comunque regolarmente nel suo luogo di origine. È uno scrittore di fiction e ci interessa il suo lavoro narrativo, appunto The Last Gift, perché ha una forte componente aubiografica. Attraverso personaggi e situazioni diverse, trasmette al lettore il tema della migrazione e tutte le problematiche ad esse relative. Paradise invece è di matrice storica e riprende le tematiche di Heart of Darkness: il protagonista, giovane musulmano, compie un viaggio all’interno di una foresta. Zanzibar Il romanzo è ambientato totalmente in Inghilterra ma il richiamo del luogo di origine del protagonista è comunque Zanzibar. Zanzibar fu una colonia inglese, un protettorato, dal 1890 e ottenne l’indipendenza nel 1963. Come in tanti altri paesi africani, si verificarono in seguito delle vere e proprie guerre civili ed è in questo periodo che l’autore decide di trasferirsi definitivamente in Inghilterra. Quello che emerge nei romanzi di Gurnah è la peculiarità di questo paese, per i crocevia dei commerci e della cultura: c’è la presenza araba, c’è la presenza indiana. Diventa un luogo di mescolanza e di ibridazione. Il rapporto che ha la costa occidentale con questi mari viene fuori nella storia peculiare del personaggio del romanzo di Gurnah. Scholar and novelist Si può parlare di un romanziere molto raffinato, che è ha un forte rapporto con la propria esperienza accademica. All’interno della sua narrazione troviamo continui riferimenti a Conrad, Walcott e Rushdie. Sono forti anche il tema dell’esilio e dello sradicamento (sense of alienation and loss), che poi ci porta a cogliere delle riflessioni sull’identità, sulla black britishness. Nonostante il senso di perdita sia costante, in realtà si va allo stesso tempo ad acquisire più ricchezza interiore e valori Migration is one of the big stories of contemporary life, il processo di migrazione è forse per l’autore quello più importante dell’epoca contemporanea. Lui dice che il protagonista del romanzo parte per un motivo particolare, che verrà svelato alla fine del romanzo. Le narrazioni di Gurnah sono fragmented narrative structures, sono dunque frammentate e lineari. Queste vedono la cronologia spezzata, per cui abbiamo un racconto che passa dal presente al passato attraverso la memoria dei personaggi. Questa frammentazione di conseguenza implica la presenza di più voci all’interno della narrazione. From an interview (Vijjay Nair, may 2005) I don’t feel British. But I have lived here long enough to understand how things operate here. I never forget how I look. I have never quite lost y awkwardness about how would I appear to others. 76 Continua ad esserci una distanza tra la britishness white e black, sembra superata ma viene ancora percepita come elemento di differenza. As for, where I come from, Zanzibar, Africa, I think about it every day, several times a day. Places don’t live just where they are, they live within you. Questo passo è significativo, lui arriva ad affermare che pensa al suo paese d’origine tutti i giorni. The Last Gift (2011) The way in which people who come from far away complicated experiences do not try, or are unable to explain, that complexity to their loved one, to their families, particularly to their children. Le persone che vengono da lontano non cercano oppure non riescono a spiegare ai loro figli questa loro esistenza precedente. Il romanzo è appunto incentrato sulla storia di una famiglia, il padre che viene da lontano, dalla East Africa, con esperienze complicate alle spalle. Lui fa fatica a spiegare alla sua famiglia gli elementi del suo passato, il perché non si sa, o erano difficili da raccontare oppure non si potevano narrare. La famiglia è dunque di immigrati mentre i figli sono nati in Inghilterra. Questo romanzo può essere identificato come novel on story-telling/silence, un romanzo che narra la storia ma allo stesso tempo nasconde molti elementi della vita del protagonista. Questo story-telling si oppone dunque al silenzio e su questa opposizione troviamo lo sviluppo del romanzo. Inoltre, questo porterà tutti i personaggi ad avere maggiore consapevolezza della propria identità e delle proprie origini. In questa prospettiva diventa dunque importante anche la questione del listening/speaking: ci sono personaggi che ascoltano e rimangono passivi, mentre ce ne sono altri che parlano. Infine, il tema della memory è centrale, si ripercorrono alcuni fatti del passato del protagonista (quando narrerà dei fatti dolorosi, avrà delle crisi che lo porteranno a non parlare più della sua vita). Narrative structure Il romanzo è diviso in 5 parti, ciascuno dotato di un titolo autonomo. Il primo si intitola One day. Il protagonista viene presentato con un parallelismo passato-presente, viene raccontato di come inizi a sentirsi male. One day... he slipped away: un giorno come gli altri, il protagonista scivola via, parte per non tornare più. Then another day… he collapsed, just inside... in a smal English town. Il crollo fisico del protagonista è quello che lo porterà alla sua morte. Lui crolla davanti alle porte della sua casa in una piccola cittadina inglese. C’è l’idea del blame, di trovarsi in una situazione che deve essere chiarita e spiegata bene. Qui si parla della perdita delle sue forze e del coma (che lo porterà alla morte). 77 - Diabetic crisi, stroke: la sua malattia è centrale nel romanzo. La malattia e la morte del capofamiglia hanno una serie di conseguenze sulla stessa famiglia. - He can hear but not speak: da una parte ama raccontare le storie ai figli, gli racconta storie meravigliose, legato al suo passato da sailor, avendo viaggiato molto; dall’altra parte, lui in famiglia parla poco, infatti non risponde mai al telefono. Lui alla fine si esprimerà a fatica, ma quando registrerà il tape riuscirà ad acquisire un po’ di consapevolezza del proprio linguaggio. - Before dying, he records a tape Nella società si pone in maniera marginale, conduce solo la propria famiglia. Il rapporto con le sue origine si vede emergere in molti punti: Parte 1, cap1, pag 44 *: He was a monkey from Africa Parte finale: il figlio sta per scrivere una storia e il titolo è appunto a monkey from Africa. Il figlio diventerà appunto un dottore, dopo essersi laureato a Leeds. Maryam - Indian origins: dovrebbe avere delle origini indiane, in base ai propri interventi e discorsi. Anche lei ha una storia, fugge da una famiglia adottiva che non apprezza Abbas. - Adopted: lei racconta delle sue storie di adozione, infatti molti genitori adottivi la rinnegarono. Alla fine una coppia di indiani la prenderà con sé. - Raped: lei confesserà di essere stata violentata da uno zio di una delle famiglie adottive. Another story including gaps and secrets: lei verso la fine del romanzo scopre di avere delle origini polacche, quindi la questione delle origini è molto discussa anche per questo personaggio. - Another story of abandonment: lei è una bastard child, ha delle origini non chiare, è darky, dalla pelle scura ed è un termine con una connotazione molto negativa. - She works in a refugee centre Hanna (Anna) and Jamal - Second generation immigrants - They are British o Hanna viene chiamata così nell’ambito familiare, ma al di fuori si fa chiamare Anna, perchè si vergogna delle proprie origini. Lei ribadisce in molte occasioni, non solo di fronte al fidanzato inglese white, ma anche di fronte alla famiglia. 80 o Quando il padre ha un attacco e viene soccorso, lei si sta trasferendo a Birghton con il fidanzato Nick: lui infatti ha avuto il primo incarico accademico, è un giovane docente universitario. Nick viene indicato come personaggio abbastanza sgradevole, infatti la sua storia con Hanna non avrà per niente un bel lieto fine, tradisce Hanna e rivela essere un grande egoista. Da qui Hanna inizia una nuova vita.  La famiglia di Nick è una famiglia emblema della britishness, quindi non fa fatica a indicare con discriminazione le origini di Hanna. A lei vengono chiesti dettagli delle sue origini: lei non sa molto del padre e racconta (pag 116/117) my father is from East Africa. Where is he from? I don’t know. Loro dunque fanno delle supposizioni in base al colore della pelle. Lei però dice I am British: da una parte lei si vergogna di non sapere le proprie origini, dall’altro troviamo un tentativo nel ribadire la propria britishness, che è ancora tutta da definire. o Jamal è interessato alle sue origini, infatti la sua tesi di laurea si intitola Migrations. Lui è il personaggio maschile che sta entrando nel mondo accademico e che è sempre più interessato a trovare le sue origini: lui segue un gruppo islamico, attraverso degli incontri e tentando di capire qualcosa di più di questa religione musulmana. È significativo che questa crescente consapevolezza lo porti alla fine del romanzo, in una delle e-mail con la sorella, a farsi crescere la barba, lui è British ma sente di dover rivelare le sue radici musulmane. - Postcolonial shame: è un tema ricorrente nelle letterature postcoloniali, è la vergogna di sentirsi marginari e emarginati, essendo delle culture diverse e inferiori. C’è quasi un senso di colpa nel non essere pienamente inglesi, sono problematiche che a livello di lettura vengono colte. Questo shame alla fine del romanzo viene reinterpretato, fare una viaggio a Zanzibar toglie il sentimento di colpa che emerge attraverso le situazioni e discussioni dei personaggi. - Sense of guilt Memories - Remembering the past is always painful : ricordare il passato, è ricordare storie di abbandono e fuga, c’è quasi enfasi nel ritorno al motivo dell’abbandono. Anche il tema della bigamia colpisce molto i figli, che la percepiscono come fonte di vergogna della propria famiglia, e soprattutto di disprezzo per aver abbandonato la sua prima moglie incinta. - Silence is the way of evading pain: il silenzio è un non raccontare il passato, anche per limitare il dolore che le storie implicano. Quindi può essere interpretato a livello di lettura: da una parte Abbas non racconta del suo passato, ma lo fa essenzialmente per proteggersi. Inoltre il 81 silenzio può essere un modo per dimenticare, quindi troviamo il legame del remmebering-forgetting. - Memories of homeland o Abbas, the monkey of Africa: queste memorie si ricollegano ai tasselli della storia del protagonista. Le storie possono sempre essere arricchite.  La citazione si trova a pag 146/147 o Mfenesini – fenesi (jackfruit): quest’ultimo è un frutto tropicale che assomiglia al mango, mentre a Mfenesini ci sono gli alberi di questo frutto (chiamato jackfruit nel romanzo). È il luogo dove il protagonista frequenta il college.  Terzo capitolo pag 145/146: quando inizia a raccontare, la moglie incalza il marito, spinta dalla curiosità del suo passato. Final role of Jamal - He is a listener and story-teller : lui frequenta il college e dopo la laurea inizierà a scrivere le storie del padre - He enables others to narrate themselves : è un personaggio che ascolta molto o Nella parte 4, lui scopre di avere un vicino di casa Harun, che apparentemente sembra un personaggio anziano, poi in realtà lui lega con lui una amicizia abbastanza profonda. Il personaggio è interessante, infatti sebbene sia un personaggio minore, dimostra di essere anche lui uno scrittore per bambini. o Si chiama Harun Sharif*, il suo nome rivela un passato che non è inglese, ma un passato che è familiare: la famiglia è dunque al centro. Harun rivela a Jamal, a cui piace ascoltare, che è rimasto da solo perché la moglie è morta e gli narra dunque la storia di quest’ultima. In realtà dentro a questo racconto dentro al racconto, utilizza a livello narrativo le fotografie: esse si scoprono essere foto di sconosciuti, le foto della moglie le tiene nascoste.  - Jamal, the writer: Is that what you want to do, a writer? Lui fa emergere il desiderio di Jamal, che è appunto quello di scrivere. - His plan to visit Zanzibar: I want to go to Zanzibar, lui decide di partire e con lui andrà anche la sorella. Zanzibar è una imaginary homeland: nell’ultima pagina del romanzo questo concetto è esemplificato, Hanna si sente sospesa tra due mondi, e uno di questi è proprio Zanzibar. The last gift 82 separazione e del funerale, proprio quest’ultimo porta al ricongiungimento della famiglia. - Tra questi due eventi si svolge tutta la storia della famiglia e si ripercorrono gli eventi delle loro vite attraverso i ricordi dei personaggi principali. Narrative structure Tutta la narrazione avviene in terza persona, il narratore è esterno. La narrazione è fortemente frammentata e anche molto dialogata, questo porta a descrizioni della vita dei personaggi che di fatto costituiscono la narrazione stessa del romanzo. È significativo che il romanzo sia diviso in tre parti (gone- going-go): il verbo to go è centrale nel romanzo e costituisce proprio il nome delle tre sezioni del romanzo. - Differents points of view - Descriptions (landscapes, houses) - Psychological investigations La scrittrice inoltre utilizza una tecnica post modernista per la narrazione, appunto quella della fragmentation. Questo fa sì distrugga la continuità del romanzo: questi frammenti che esternano la forma narrativa tradizionale sono comunque accettabili, visto che riprendono le tecniche del novecento e che si ispirano (superandolo) il modernismo. Alla fine della prima parte, Kweku sta morendo e qui emergono memorie del suo passato (flashbacks and rememberings are key to the structure): qui troviamo scritta una pagina bianca con solo scritto silence e questo rappresenta la morte del personaggio, questa blank page rappresenta appunto la morte. I ricordi che emergono tra la morte e il funerale del padre vengono dunque rievocati attraverso i racconti dei personaggi. A parte gli epigrafi iniziali, all’inizio troviamo due tavole per la pronuncia: ci sono un elenco di termini, soprattutto geografici e nomi propri, dove stranamente l’autrice ci vuole dare la pronuncia esatta di questi nomi. Family tree: compare l’albero genealogico che riprende tutti i componenti della famiglia, si scopre che la madre nigeriana in realtà ha origini scozzesi, poi altri parenti della moglie compaiono in questo albero genealogico. Derek Walcott (1930- ) Questo autore è principalmente un poeta e ha pubblicato dal 1948 in poi un sacco di raccolte di poesie, fino al 1990 quando pubblica Omeros. Lui è inoltre anche un pittore, dipinge acquerelli, e drammaturgo, scrive opere per teatro. Caribbean identity Questo autore si interroga sull’identità caraibica che porta a una crisi iniziata con la colonizzazione. 85 We are all strangers here… our bodies think in one language and move in another. My generation of West Indian writers has felt such a powerful elation at having the privilege of writing about places and people for the first time and, simultaneously, having behind them the tradition of knowing how well it can be done – by a Defoe, a Dickens, a Richardson. Lui fa assumere un grande valore a questo luogo caraibico, quindi c’è il desiderio di voler parlare dei Caraibi. Dall’altra parte però è pur sempre fondamentale la tradizione britannica. Central themes - Search of identity - Antagonism between the cultural heritage of the “old world” and the “new world”: si tenta di far convivere due realtà e tradizioni diverse, soprattutto a livello linguistico. - Conflicts between Standard English and creole o Great interes in the sea and the Homeric world o Homeric analogies for Caribbean experience o Restless journey and longing for home o Shifts between past and present 86
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