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Archetipi dell'immaginario, Schemi e mappe concettuali di Fisiologia

Archetipi dell'immaginario appunti

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 14/06/2024

leo-mari
leo-mari 🇮🇹

7 documenti

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Scarica Archetipi dell'immaginario e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Fisiologia solo su Docsity! Archetipi dell'immaginario Gli archetipi, studiati da numerosi ricercatori nel corso del tempo, rappresentano un'energia presente nella vita quotidiana. Questi simboli, presenti fin dagli albori dell'umanità, continuano a influenzare e modellare le nostre esperienze nel corso della storia. Nel panorama degli studi sugli archetipi, Pierre Janet emerge come il primo a fornire una definizione precisa, identificando l'archetipo come una figura spirituale. Tuttavia, per il contesto culturale dell'Ottocento, queste idee erano troppo avanzate e, di conseguenza, non vennero accolte dalla comunità scientifica del tempo. Le ricerche di Janet, benché ignorate inizialmente, furono successivamente riprese da Freud, che tuttavia non riconobbe pubblicamente il debito intellettuale verso Janet. Fu Carl Gustav Jung a riconoscerlo nel 1907 affermando che "le basi teoriche della ricerca freudiana risiedono nei risultati delle ricerche di Janet". Questo riconoscimento tardivo permise a Janet di ottenere la fama e il riconoscimento che meritava, consolidando il suo ruolo di precursore della psicoanalisi.Secondo Jung, l'archetipo rappresenta un'immagine mentale universale, presente in tutte le culture del mondo. La parola "archetipo" stessa implica l'idea di mettere insieme, unire, e avvicinare, creando relazioni. Freud vedeva i simboli come manifestazioni dei desideri e delle pulsioni represse nei sogni. In contrasto, Jung interpretava i simboli come espressioni delle realtà ancestrali insite nell'animo umano, che definì archetipi dell'inconscio collettivo. Secondo Jung, l'essere umano produce simboli durante i sogni, e l'analisi onirica dovrebbe concentrarsi sulla natura delle singole immagini, piuttosto che sulle libere associazioni come proposto da Freud. Prese le distanze da Freud, individuando gli archetipi in forme di pensiero come le favole, considerate espressioni pure e influenti sulla cultura e l'estetica globale, Jung estese il concetto di archetipo a una forma universale. Gli archetipi, secondo la teoria junghiana, costituiscono il contenuto dell'inconscio collettivo, influenzando profondamente l'esperienza umana e la sua espressione simbolica. Gli archetipi, (essendo immagini universali dell'immaginario collettivo) derivano non solo dal vissuto personale, ma anche da miti, favole e leggende. Dal 21 al 30 agosto del 1950, Carl Gustav Jung, insieme a Mircea Eliade e Erich Neumann, suo allievo ed erede creativo, parteciparono a un seminario organizzato dalla Fondazione Eranos. Questi tre studiosi sono considerati i padri fondatori del simbolismo. Questo evento, inizialmente concepito per continuare negli anni successivi, vide la partecipazione di Jung fino al 1952, anno in cui non poté più prendere parte alle riunioni. Lo spirito dell'Eranos era quello di facilitare lo scambio di idee e prospettive tra i membri del circolo. Durante queste sedute, Jung, Neumann ed Eliade si confrontarono su ricerche antropologiche, contribuendo allo sviluppo e alla comprensione del concetto di archetipo. Questi incontri permisero un approfondito dialogo interdisciplinare che arricchì ulteriormente la teoria degli archetipi, confermando la loro rilevanza non solo nella psicologia, ma anche negli studi culturali e antropologici. Per Jung l'archetipo è formato da 2 facce di una stessa medaglia, uno yin e uno yang Il primo archetipo che si analizza è quello dell' Animus e dell'Anima.Jung propose una visione duale dell'energia psichica, presente tanto nell'uomo quanto nella donna. Secondo Jung, ogni uomo possiede un lato femminile, chiamato anima, mentre ogni donna possiede un lato maschile, chiamato animus.L'anima rappresenta l'energia femminile nella psiche dell'uomo, mentre l'animus rappresenta l'energia maschile nella psiche della donna. Questi archetipi compensano le energie opposte, manifestandosi spesso nei sogni come funzioni e desideri inespressi. La psiche, secondo Jung, è quindi duale, contenendo entrambe le energie maschili e femminili. sorta di bambino interiore. Secondo Jung, in ognuno di noi esistono sia Puer che Senex. Neumann esplora la contrapposizione tra Puer e Senex, osservando che il Puer, cadendo, è costretto a confrontarsi con il mondo, portando alla sua trasformazione in Senex.Jung sostiene che il Puer è debole sulla terra, una creatura di un divenire continuo che si tiene alla larga da questo mondo, non essendo influenzato da esso. In ognuno di noi esistono sia Puer che Senex. Si può avere anche un Puer animus, un lato maschile nella psiche femminile, o una Puer anima, l'accettazione di una componente femminile nell'uomo. Jung Identifica anche il Puer Eternus, l'uomo del divenire continuo che va rappresentando la nostra totalità. Quando il Puer rifiuta l'evoluzione del Senex, entrambi archetipi cercano di trasformarsi a vicenda, tentando una fusione e una risoluzione del conflitto, unendo gli opposti. Il Sé (Selbst), considerato il punto centrale della personalità, rappresenta sia lo scopo della vita che un fine per cui l'uomo lotta costantemente, ma che raramente riesce a raggiungere (processo di realizzazione). La totalità psichica di cui 'Io, la nostra parte cosciente é solo una piccola parte. Gli archetipi individuati da Jung, come il Fanciullo, il Sé, il Senex, la Grande Madre, l'Ombra, l'Animus e l'Anima, emergono nella vita individuale influenzando azioni e pensieri. Questi archetipi sono radicati nell'inconscio collettivo e condizionano i comportamenti umani secondo codici e regole antropologicamente definite. Nella società contemporanea, l'utilizzo degli archetipi è evidente soprattutto nei mass media e nella pubblicità, dove vengono impiegati come strumenti di persuasione. Le immagini archetipiche presenti nei sogni, nelle fantasie individuali e nei miti riflettono il nostro immaginario collettivo, influenzato anche dalle rappresentazioni mediatiche e pubblicitarie. Tuttavia, l'artista si distingue per la sua capacità di liberarsi dalle regole e dall'obbedienza agli archetipi, incarnando lo spirito della disobbedienza e della trasgressione. Artisti come Van Gogh e Duchamp sono esempi di coloro che hanno sfidato le convenzioni per creare autonomamente, uccidendo simbolicamente le catene della società. Nelle opere di Umberto Ippolito, il seme emerge come un simbolo carico di significati profondi, oltre la sua semplice rappresentazione di fertilità e vita. Per l'artista, il seme diventa un archetipo tatuato nell'anima, un linguaggio personale che permea le sue creazioni, offrendo uno sguardo privilegiato nella sua visione del mondo e della vita stessa. Attraverso l'analisi delle opere di Ippolito, emerge una riflessione sulla natura umana e sul suo costante movimento e cambiamento. Il seme diventa una metafora potente dell'esistenza, invitando il pubblico a esplorare concetti universali come la rinascita, la trasformazione e il ciclo della vita. In questo contesto, l'arte diventa un ponte tra l'individuo e l'universale, offrendo uno spazio per la riflessione e la contemplazione delle esperienze umane condivise. Attraverso il simbolismo del seme, Ippolito ci offre una prospettiva unica sulla complessità dell'esistenza umana.
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