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Architettura del Cinquecento (Bramante - Raffaello - Peruzzi), Dispense di Storia Dell'architettura

Viene fatta un'analisi dettagliata del "coro della Chiesa di Santa Maria delle Grazie" a Milano, "Chiesa di Santa Maria di San Satiro" a Milano, "San Pietro in Montorio" a Roma, "coro della Chiesa di Santa Maria del popolo" a Roma, "Cortile del belvedere" a Roma e "Palazzo Caprini" (Bramante). Viene anche fatta un'analisi della "Cappella Chigi della Chiesa di Santa Maria del popolo" a Roma e di "Palazzo Branconio dell'Aquila" (Raffaello). Poi abbiamo "Palazzo Massimo alle Colonne" (Peruzzi).

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 10/05/2022

LucaMasciarri
LucaMasciarri 🇮🇹

4.4

(5)

48 documenti

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Scarica Architettura del Cinquecento (Bramante - Raffaello - Peruzzi) e più Dispense in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! Rchitettura del 500 (pt.2) Tutta la chiesa cattolica ribadisce il proprio territorio durante il Concilio di Trento. Tra il 1541 e 1564 il Concilio di Trento attua la ristabilizzazione interna di fatti fondamentali. Dal 1564 in poi ci sono 30/40 anni di discussioni sulle cose stabilite dal Concilio. Fino alla fine del 1500 con il pontificato di Papa Sisto V (finisce tra 1585 e il 1590), si ha lo sconvolgimento provocato dalla vicenda che è una vicenda dall’aspetto morale. In questo periodo si ha il nord Europa che rimane protestante. L’arte del 1500 è caratterizzata dal tema religioso, perché l’epicentro dell’architettura è la chiesa cattolica e la storia che la genera. La critica d’arte va fatta leggendo l’elaborazione formale dell’opera, cioè cercando di capire come le forme architettoniche esprimono il mondo e la realtà storico-culturale emozionale dell’antico. L’artista è stato fonte e profeta e registratore di un avvenimento di problemi e di tensioni epocali che lui ha voluto evitare o affrontare. Perciò, la spiritualità dell’artista è ad un livello misterioso. Le esigenze di forme artistiche non nascono solo per il gusto di fare cose diverse nei confronti dei predecessori, ma anche perché l’artista ha una propria spiritualità. Bramante Bramante è il personaggio principale per l’architettura del 1500, egli racchiude quell’esigenza del pontefice Giulio II e traduce quel desiderio di universalità dell’espressione artistica. In Bramante troviamo una tipologia di architettura che scopre il papa, anche se ci rimangono solo due opere importanti a Roma di Bramante: 1. Il “Tempietto di San Pietro in Montorio”; 2. L’”abside della Chiesa in piazza Santa Maria del popolo”. Queste sono le uniche due opere non trasformate e non disgiunte, ovvero che sono le sue due opere iniziate e terminate interamente da lui. Una delle opere più importanti iniziate da lui è il progetto di “San Pietro in Vaticano”, un progetto che passerà a Raffaello e poi a Sangallo e la fine a Michelangelo. Bramante morì nel 1513 e fu l’artista più importante di questo secolo, perché lo disse la critica stessa cinquecentesca: ● Il Vasari, nella metà del Cinquecento, disse che il Bramantefu“il fondatore dell’architettura moderna” (Vasari era nemico del Bramante). Il Vasari mise a confronto due vite: 1. Bramante, considerato il “fondatore dell’architettura moderna”. 2. Brunelleschi, considerato “colui che aveva riscoperto l’architettura antica”, perché aveva rimesso in luce le opere meravigliose degli antichi. Il Vasari, quindi, mise in luce una particolarità: l’architettura nacque da un grande genio, ma questo genio aveva la necessità di un grande committente. Bramante, non solo imitò e reinterpretò l’architettura antica, inserendo invenzioni nuove (non fece una copia, bensì una reinterpretazione), ma ci insegnò quando fosse possibile riuscire a trarne una bellezza diversa dalle opere antiche. Perciò egli recupera, ritrova e reinventa tutto. Questo architetto e artistaebbe: 1. Una fase quattrocentesca milanese; 2. Una fase cinquecentesca romana. Questo perché egli si formò in ambienti urbinati, poi andò alla corte sforzesca di Milano e poi si trasferì a Roma, perciò ebbe dei momenti di maturazione molto diversi tra loro. Coro di Santa Maria delle Grazie Bramante fece un intervento a Milano nella chiesa trecentesca, infatti fece il “coro di Santa Maria delle Grazie”. Nella fine del 1400 Bramante fu chiamato per fare il coro. La chiesa di base gotica, è formata da tre navate coperta da volte a crociera con cappelle laterali. Bramante si trasferì a Milano nel 1499 e voleva fare un importante architettura, perciò voleva “far grande”. Il termine “far grande” significava “organizzare, in maniera monumentale, gli elementi architettonici”. Perciò Bramante doveva introdurre un presbiterio, perciò doveva essere un qualcosa che si conciliava con le tre navate già esistenti. Il suo studio propose una “cellula unitaria e gigantesca", ma egli ridusse il tutto ad una elementarizzazione massima ed estrema: ● Impostata in un quadrato; ● Larga quanto la chiesa; ● Coperta da una “grande cupola”, impostata su “pennacchi sferici”; ● Su due lati del quadrato ci sono due grandi “absidi” (più basse della cupola); ● Su un lato del quadrato vi è un’apertura in cui si imposta un altro quadrato. In esso si poggia un “tiburio ottagonale”; ● Attaccata a questo quadrato minore si apre un’”esedra” finale; ● Sul lato del quadrato rimasto si ha il punto di innesto con la navata trecentesca, Anche se il suo “far grande” era del periodo cinquecentesco, sia all’interno che all’esterno lui attuò il recupero della tradizione trecentesca delle chiese milanesi. Santa Maria di San Satiro Nell’opera di “Santa Maria di San Satiro” a Milano troviamo: ● “Pianta centrale”, perché ha un grande “transetto”. Egli si trovò di fronte ad un grande problema, egli non poteva sviluppare un “coro”, perché dietro al transetto passava e, tuttora passa, una strada. Perciò Bramante ricorse ad un’”architettura illusoria”, attuatasi tramite la prospettiva. Egli creò una serie di “scatti in gesso” nell’abside (coperta da una “volta a botte cassettonata”) che gli permisero di creare un illusione pittorica. Perciò l’immagine illusoria finale avvenne tramite una “finta prospettiva pittorica”. Cortile del Belvedere Il “cortile del belvedere” nacque per un’esigenza data dal fatto che, essendoci il “Palazzo pontificio”, bisognava creare un cortile con camminatoio che si adeguasse al grande dislivello del terreno in cui doveva sorgere e che avesse permesso al papà di arrivare senza faticare (dislivello di 250m). Questo cortile doveva cercare di eliminare o quantomeno ridurre l’impressione del grande dislivello. 1. La prima parte del cortile era destinata a cortei e giochi; 2. Poi erano presenti una serie di scalinate; 3. Poi erano presenti una serie di giardini. Il cortile è molto lungo. Per andare oltre questo problema del dislivello, il Bramante si rifà al “Tempio della Fortuna Primigenia” di Palestrina. Quindi troviamo: ● Al centro le scale o “scalee” che andavano sul giardino. Questa parte non l’abbiamo più, perché papà Sisto V fece costruire sopra di essa la “biblioteca vaticana”; ● Ai lati si aveva la parte di accesso: 1. Il piano sottostante ha sistema “arco più ordine” e poi la “trabeazione”; 2. Al secondo piano abbiamo un sistema di ribaditura con una “parasta”. Al centro, in corrispondenza dell’arco sottostante, vi è una finestra con un “timpano triangolare” e, per creare un aspetto più plastico alla parete, lateralmente alla finestra, è scavata una “nicchia” con all’interno una piccola statua; 3. Al terzo piano era presente una “loggia con ordine corinzio” e qui si spostava il papa. Palazzo Caprini “Palazzo Caprini” venne fatto da Bramante prima di morire. Questo edificio è formato da: ● Le “botteghe” ai lati; ● L’”ingresso” al centro; ● La “sovrabottega” in alto. Quest’ultima serviva da magazzino o come residenza del commerciante. ● Una grande finestratura in alto. Esse si trovano in corrispondenza della aperture sottostanti; ● L’”ordine architettonico dorico”. Anche se noi lo vediamo come un edificio diviso in due parti, esso è come se fosse diviso in quest’oro piani: 1. Piano dei negozi; 2. Piano dei mezzanini; 3. Piano dei grandi mobili; 4. Piano dei sottotetti. Dal punto di vista formale, Bramante fece un edificio abbastanza complesso: un edificio a quattro piani, che sembrerebbe formato solo da due piani, ma assurge anche ad una struttura formata da un solo piano impostata sulle colonne con un grande basamento. Perciò, l’ordine che si poggia su un basamento molto alto, fa si che sembri una struttura ad un unico piano. Per dare una grande espressività, il Bramante utilizza un ordine rustico (basamento con ordine dorico) a blocchi. Questo sistema di “architettura a blocchi” venne, poi, ripreso dai manieristi. Perciò, la facciata è importante come in “Palazzo Baldassini” del Sangallo. Per Bramante, quindi, l’ordine dorico era l’ordine più importante. Raffaello Raffaello fu un discepolo del Bramante. Mentre Bramante era molto rigido, perché non aveva un interesse nell’edicola decorazioni, mentre Raffaello pensava molto alle decorazioni. Cappella Chigi della Chiesa di Santa Maria del popolo Raffaello fece la “cappella Chigi” nella “Chiesa di Santa Maria del popolo”. Essa, dal punto di vista decorativo è molto ricca. Raffaello, pur essendo un pittore, non utilizza il pennello, bensì il “materiale colorato”, ovvero un modo diverso con cui Raffaello guarda all’antico rispetto al suo maestro. Mentre Bramante guarda in modo assoluto soltanto la spazialità, Raffaello conosce il segreto della spazialità, ma vuole cogliere la parte decorativa dell’antichità, ovvero utilizzare il “colore come materia colorata” e non il “colore come decorazione”. Infatti egli introduce diversi tipi di marmi molto colorati è molto diversi fra di loro. L’ordine architettonico che lui introduce è un ordine architettonico trattato con il marmo, ma anche l’unico trattato con il marmo bianco. Anche nella parte della cupola lui non usò il pennello, anche se sembrerebbe il contrario. Ecco l’”arte illusiva”: utilizza il mosaico in un modo molto particolare, mettendo i colori blu, celeste ed oro a tal punto da non rendere percepibile il mosaico stesso. Palazzo Branconio dell’Aquila Branconio dell’Aquila era un personaggio importante di Roma e commissionò l’opera, che prende il nome di “Palazzo Branconio dell’Aquila”. Questo palazzo, dal punto di vista sociale era più importante del “Palazzo Baldassini” del Sangallo. Questo palazzo, però, non lo abbiamo più e si trovava quasi di fronte all’attuale Piazza San Pietro. Mentre in Bramante, il palazzo era incentrato su l'ordine dorico, qui, invece, non viene utilizzato il “sintetismo” di Bramante, ma qua viene inaugurato un sistema molto decorato, ricco è molto risonante. Parliamo di “edificio risonante”, perché Raffaello decise di non utilizzare l’essenzialità dell’ordine architettonico, ma utilizzò la molteplicità decorativa. Infatti, da come viene disegnato, Raffaello volle dare un aspetto pittoresco attraverso ombre e luci, perciò il disegno “vibra come un sistema di decorazioni”. Raffaello, qui, era come se declassasse l’ordine architettonico, non lo utilizzò per esprimere la qualità architettonica, ma lo declassò ad un elemento secondario, perché la vera qualità architettonica stava nel sistema misto tra decorazioni celebrative, tra elementi di architettura ed elementi di scultura. Infatti, Raffaello ricava tanti stimoli dall’antichità di Roma, non la severità, per una molteplicità in cui pittura, decorazione, stucco, architettura e scultura si univano. Questa formula era estremamente nuova e che inaugurerà la “linea del manierismo”. Quest’ultimo, infatti, nacque da Raffello. Sono presenti delle “nicchie” con delle statue all’interno. Sono presenti anche i “mezzanini” che si intervallavano ai saloni del piano nobile. Peruzzi Palazzo Massimo alle Colonne a Roma “Palazzo Massimo alle Colonne” a Roma (Corso Vittorio) abbiamo una situazione abbastanza particolare: la facciata è come se sfuggisse, ovvero che non è una facciata tutta piana, ma Peruzzi adeguò la facciata alla strada. Infatti, la strada, in quel punto, curva ed il palazzo curva con essa. Perciò Peruzzi sfruttò la strada curva per fare una sorta di immagine che risultasse difficile e di complessa ricchezza. In questo caso, non vi è un “bugnato” rustico come quello del Bramante, ma esso viene descritto come un “bugnato intellettualizzato” che prende tutta la parete (sembra quasi disegnato). Sopra il “bugnato” abbiamo l’ordine architettonico che è presente solo al piano terra, ma che non coincide per niente con la facciata di Raffaello nel "Palazzo Branconio dell’Aquila”, perché è presente “l’ordine architettonico a paraste su parete fino alla trabeazione”. Abbiamo, poi: 1. Poi si apre una “loggia” al piano terra che è l’ingresso con giardino; 2. Nell'ingresso abbiamo tre colonne per lato; 3. Nella parte in cui piega sono presenti due “esedre”; 4. In questo palazzo è presente un “porticato” che sfonda e che arricchisce lo spazio pubblico della strada. Infatti egli fece una sorta di spazio intermedio proprio sulla curva. Perciò nel palazzo venne inserita una complessità intensa. In Peruzzi, infatti, ritornarono le idee del Sangallo: ● Le stanze che dovevano essere utilizzate dalla famiglia e non dalla città, tramite botteghe (come in Sangallo); ● Le “bucature incorniciate” molto semplici.
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