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Architettura High tech, Sintesi del corso di Progettazione, costruzione e impianti

Appunti su Renzo Piano, Richard Rogers, Norman Foster, Santiago Calatrava, Zaha Hadid, minimalismo, Arata Isozaki, Massimiliano Fuksas, Mario Cuccinella, Cino Zucchi

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 17/11/2019

giada.saffioti
giada.saffioti 🇮🇹

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Scarica Architettura High tech e più Sintesi del corso in PDF di Progettazione, costruzione e impianti solo su Docsity! RENZO PIANO Renzo Piano nato a Genova nel 1937 si laurea a Milano del 1964. Grazie il padre, costruttore edile, alla possibilità di conoscere la vita di cantiere e di esercitarne la professione, nonché di sperimentare materiali e tecnologie. Dopo essere stato alcuni anni presso lo studio di Albini (Franco Albini è stato uno dei più importanti architetti e designer italiano del XX secolo, aderente al razionalismo) tra il 1965 e il 1970 viaggio tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra per completare la sua formazione. A Londra in sede per due anni presso l'architectural Association School of Architecture dove conosce Richard Rogers con il quale inizia una collaborazione del 1971. Renzo piano attua due opposte live di comportamento nei suoi progetti: 1. il progetto di un "edifico oggetto" cioè le investo di un contesto urbano esistente di un edificio simbolico e fortemente connotato. 2. Il "cantiere leggero" cioè un progetto poco invasivo, che si inserisce in maniera discreta del contesto, con lo scopo di ricucire armoniosamente le varie parti. La sua non è un'opera di un archistar che impone il suo stile, quanto piuttosto il frutto di una profonda capacità di interpretare un luogo. Aldilà degli incarichi di rilievo e della realizzazione di numerosissimi progetti, l'idea di bottega, di ricerca e di approccio al lavoro attraverso tecniche tradizionali quali il disegno a mano, lo sviluppo di modelli di studio, la creazione di make-up in scala 1:1 costituiscono un naturale sistema di organizzazione ancora funzionale, pratico e legato operazioni colte di intendere un mestiere svincolato dall'accademia e da supporti esclusivamente teorici di intendere l'architettura. Centro Georges Pompidou-Beabourg - Parigi 1971/1977 Centro culturale polivalente È stato definito "una gioiosa macchina urbana" ma anche: divertente e all'opposto disdicevole rozzo o affascinante. Ma alla fine, superato lo scetticismo iniziale, il Beabourg è diventata una vera e propria icona con più di 150 milioni di visitatori alla sua inaugurazione del 1977. Questo edificio è il tipico esempio di "edificio oggetto". Occupa solo metà dello spazio previsto dal bando di gara, l'altra metà, per scelta progettuale, è una grande piazza pubblica leggermente inclinate verso il fronte dell'edificio. Questo tipo di architettura definita con il termine high-tech in questa corrente si identificano quegli edifici che lasciano in vista le parti strutturali e gli impianti. -BLU: Condotti per l'aria -VERDE: Fluidi -GIALLO: Cavi energia elettrica -ROSSO: Circolazioni verticali Con gli impianti tecnologici posizionati all'esterno della facciata, l'edificio si presenta con un'immagine dissacratora , molto lontana da quella convenzionale di un museo. L'edificio è trasparente sia dal punto di vista visivo che da quello funzionale. Ogni piano è costituito da uno spazio vuoto di 50x170 m a pianta libera. La struttura portante si protende verso l'esterno, anche le scale mobili sono all'esterno dell'edificio liberando così completamente lo spazio interno al fine di ottenere la massima flessibilità per le gare musicali. Ogni piano è una piazza sovrapposta costituita da uno spazio vuoto a pianta libera in grado di riconfigurarsi continuamente per ospitare le esposizioni e gli allestimenti più svariati. "Quello dell'architetto è un mestiere d'avventura: un mestiere di frontiera, in bilico tra arte e scienza. Al confine tra invenzione e memoria, sospeso tra il coraggio della modernità e la prudenza della tradizione. L'architetto fa il mestiere più bello del mondo perché su un piccolo pianeta dove tutto è già stato scoperto, progettare è ancora una delle più grandi avventure possibili". Progetto di recupero del porto - Genova "Il porto è un paesaggio forte, fatto di grandi elementi, ma nel tempo stesso effimero, che cambia continuamente". Il riuso e l'innesto di nuove costruzioni nel porto antico di Genova possono essere letti come gli esperimenti di "cantiere leggero". L'insieme delle costruzioni esistenti e gli spazi portuali sono stati trattati come una grande fabbrica dismessa, ma il progetto è diventato qualcosa di più, un vero e proprio progetto di rigenerazione urbana. Il problema principale che si presentava era quello di ricucire la profonda frattura tra le città e di supporto che si era creata negli anni. Un legame interrotto dalle barriere costituite dagli edifici degli uffici doganali e dei magazzini. Il progetto di recupero, partendo dalle criticità a riguardato più fronti: • Il restauro conservativo degli edifici storici. • La riqualificazione di grandi spazi esterni. • La ridefinizione dei percorsi. • La costruzione di nuove strutture con la realizzazione di edifici icone. L'insieme degli interventi ha fatto sì che queste nuove strutture siano diventati luoghi intensamente frequentati con numerosi eventi culturali, musicali, sportivi che attirano cittadini e turisti. Pur essendo completamente vetrato e in grado di risparmiare oltre il 35% dei consumi energetici normalmente richiesti per climatizzare edifici di questo tipo; I giardini d'inverno, il camino solare, le fonti rinnovabili e la tecnologia domotica utilizzate al suo interno, permetteranno di raggiungere livelli prestazionali, confermando le numerose attese. Tecnologia "Passive wall" Componenti: -Superficie di confine esterno -intercapedine ventilata -superficie di confine interno -schermo di intercapedine -integrazione impiantistica (eventuale) Centro culturale Iean-Marie Tjibaou - Nuova Caledonia 1995-98 Jean Marie Tjibaou, è stato un leader indipendentista della comunità Kanak, morto in seguito ad un attentato nel 1989. Si tratta di un complesso costituito da 10 capanne di diverse dimensioni, rivolte verso la baia. La struttura curva è realizzata in doghe di legno, che è il passaggio del vento e mettere un fruscio simile a quello degli alberi. Le capanne sono realizzate con centine e listelli in legno che hanno la conformazione di un guscio traforato e sono collegate tra di loro da un percorso pedonale attorniato da splendidi giardini. Il centro culturale e diviso in tre sezioni: • la prima, quella espositiva, e dedicata alla cultura e alla storia Kanak, con opere di artisti Maori, papuani e caledoniani. • La seconda parte ospita gli uffici, l'auditorium e la biblioteca. • La terza sezione hospital attività ricreative del centro: corsi di danza e musica, pittura e scultura, oltre ad una scuola dell'infanzia. • Il quartier generale Le Albere ed il museo delle scienze "MUSE" - Trento Le Albere in dialetto Trentino significa "i pioppi". Si sviluppa su un'area di 11 ettari, con circa 310 mila m³ di costruito e contiene: •un grande museo della scienza. •300 appartamenti. •5 ettari di parco pubblico. •30 mila m² destinati a uffici e commercio. •Due piani di garage interrati con circa 2000 posti auto, di cui 408 condominiali. •30 mila m² di strade e piazze. L'area era occupata da una famosa ex fabbrica: la Michelin. È uno dei più ambiziosi progetti di riqualificazione ambientale che Renzo piano risolve con la progettazione di un quartiere è composto da residenze, spazi aperti, viali, piazze, negozi, hotel, biblioteca e con la presenza di "oggetti speciali" che funzionano da magneti aggreganti: il museo delle scienze (MUSE) ed un centro polifunzionale. Riqualificazione urbanistica Dal punto di vista urbanistico il progetto aveva come obiettivo la costruzione di una nuova porzione della città. 2 punti fondamentali: • ricucitura dell'area con il tessuto urbanistico cittadino. • Recupero del rapporto con l'ambiente fluviale. Planimetria generale Impianto viario costituito da un asse principale rettilineo pedonale che congiunge i due poli costituiti a nord dal museo e a sud e dal centro polifunzionale e da un asse curvo caratterizzato da un canale. Aspetti architettonici e costruttivi Gli edifici residenziali sono alti 4-5 piani, come quelli delle città storiche. La tipologia e linea o a corte. Gli edifici hanno facciate modulari in legno di color verde caratterizzate da griglie di legno nelle quali si inseriscono le finestre e i poggiò lì. Oltre a legno, nel rispetto della tradizione trentina, viene utilizzata per i marciapiedi una pietra nelle due diverse tipologie rosso Trento e Verdello, così come impiegata nel centro storico del capoluogo. "Usare il legno e già di per sé è un'attività intelligente, non solo perché siamo a Trento, ma perché è un materiale nobile, antico… È energia rinnovabile oltre che perfettamente riciclabile". Gli interni sono provvisti di grandi vetrate che rendono gli ambienti luminosi, e sono stati abbelliti da marmi, ceramiche e legni pregiati. Le auto non possono circolare. Vengono posteggiate in un ampio parcheggio sotterraneo su due livelli capace di 2000 posti per i veicoli dei residenti e degli ospiti, dotato di avanzati sistemi di sicurezza e di video sorveglianza. Il manto di copertura è in laminato di zinco e le sue caratteristiche sono: • Rispetto ambientale. • Economicità rispetto ai metalli non ferrosi utilizzati in analoghe applicazioni. • Assenza di manutenzione. • Lunghissima durata nel tempo. • Gradevole aspetto estetico. Le caratteristiche chimico-fisiche consentono un'ottima lavorabilità e saldabilità. La resistenza alla corrosione atmosferica consente l'abbattimento dei costi di manutenzione e ripristino, valorizza l'architettura degli edifici nei contesti più disparati. Vetro camera Il grado di isolamento termico di un infisso è dovuto: • Alle caratteristiche dei profili del serramento. • Ai vetri. La scelta del vetro giusto contribuisce a ridurre le dispersioni termiche in un edificio, e di conseguenza, all'efficienza energetica complessiva dell'involucro edilizio. Il vetro camera e generalmente è formato da 2o 3 lastre di vetro separate da un'intercapedine, solitamente riempita d'aria. Le lastre possono essere formate da vetro monolitico o da vetro stratificato, costituito da due lastre incollate con una specie pellicola detta PVB, che ne aumenta la resistenza. La struttura di questi vetri è in genere del tipo 4-9-4. Esistono però anche strutture 4-12-4. Con l'aumentare degli spessori e delle prestazioni di isolamento termico. La presenza dell'aria nell'intercapedine consente comunque un certo flusso di calore, per cui la soluzione migliore sarebbe quella di fare il vuoto, ma in questo caso si rischiano differenze di emissione tra interno esterno e quindi oggi si preferisce riempire l'intercapedine di gas nobili, più pesanti dell'aria, come l'argon e il kripton che rallentano ancora di più il flusso di calore da una lastra all'altra. • VETRI SELETTIVI Per migliorare ulteriormente le prestazioni di isolamento di un infisso e opportuno utilizzare, per la realizzazione del vetro camera, anziché vetri semplici (comunemente denominati Float) altri tipi di vetro, molto più isolante di quelli normali: i vetri selettivi e quelli basso emissive. La caratteristica principale dei vetri selettivi e quella di trasmettere perfettamente la radiazione luminosa e di respingere invece la radiazione infrarossa, radiazione termica. Questi vetri contribuiscono ottimamente a evitare il riscaldamento degli ambienti interni in estate. • VETRI BASSOEMISSIVI E’ importante anche evitare la dispersione del calore degli ambienti interni verso l'esterno, durante l'inverno. A questo scopo, quindi, sono stati creati i vetri bassoemissivi che consentono il transito della radiazione luminosa ma inibiscono la dispersione del calore verso l'esterno. Dalle caratteristiche descritte appare evidente che le migliori prestazioni in termini energetici per i vetri di un serramento si possono tenere combinando varie soluzioni: un vetro composto con un'intercapedine riempita di gas argon, convento con vetro selettivo all'esterno e vetro bassoemissivo all'interno. Il rivestimento di entrambi i vetri e costituito da ossidi metallici. Il rivestimento principale dell’edificio è costituito da facciate a doppia pelle, distribuite principalmente sul fronte rivolti verso est e ovest.La pelle esterna è una stuttura con lamelle in gran parte, quella interna è una facciata continua a cellule dotte di schermature del tipoa veneziana. Tra le due pareti in vetro vi è una passerella in acciaio per la manutenzione. Le facciate e le strutture di schermatura a loro connesse assolvono funzioni strategiche per gli aspetti bioclimaticidell’edificio e per il confort interno degli uffici. • Riducono i consumi energetici. • Interagiscono con un sistema di ventilazione naturale notturna dell’intercapedine dei solai per ridurre il consumo di energia per il raffrescamento diurno estivo. • Regolano l’illuminazione naturale degli ambienti interni. Stazione Ferroviaria di Porta Susa - Torino 2008 I progettisti della stazione di Porta Susa di Torino sono gli architetti Jean-Marie Duthilleu, Etienne Tricaud, Silvio d'Ascia e Agostino Magnaghi. La struttura della stazione, a galleria longitudinale, in acciaio e vetro, è lunga 385 m e la sua altezza varia dai 13 ai 19 m. Grazie la sua struttura semi cilindrica, la vetrata permette un'ampia e diffusa illuminazione del pavimento centrale e delle rampe d'accesso alle banchine; la parte alta delle vetrate e inoltre rivestita di cellule fotovoltaiche che consentono di produrre l'80% del fabbisogno di energia elettrica della stazione stessa. RICHARD ROGERS "L'architettura e soluzione dei problemi e non la ricerca del nuovo a tutti costi". "I colori mi piacciono appunti, cioè più del bianco e del nero e non vi è alcuna ragione per essere tutti grigi". Protagonista dell'architettura contemporanea, di lui si è detto che è un architetto centrifugatore di ingredienti eterogenei: dalla pop art al minimalismo, all'high-tech colorato. È uno dei più importanti architetti della Gran Bretagna. Nato a Firenze nel 1933, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, torno con la famiglia in Inghilterra. Nel 1964 fonda con la moglie e ai coniugi Foster, il team 4. Dal 1967 e tiene corsi universitari a Cambridge e a Londra. Dal 1969 insegna al MIT, Yale, Princeton. Nel 1971 incontra Renzo Piano e collabora nel progetto del centro Pompidou. Nel 1977 apre uno studio autonomo a Londra. Sede del Lloyd's - Londra 1978 •Questo progetto si inserisce in un quartiere di stampo medievale. •L'edificio altezze diverse per porsi relazione agli edifici che lo circondano. •Il contesto della città che si sviluppa intorno assume un ruolo fondamentale. •I materiali di finitura sono acciaio e vetro. •L'edificio è molto innovativo con l'interno servizi quali scale, ascensori, condotti di energia elettrica e tubi d'acqua, lasciati in vista. •I 12 ascensore di vetro sono stati privi del loro genere. •Un grande tetto di vetro a volte copre 60 m di altezza dell'atrio. Acciaio e vetro sono materiali che per la loro produzione richiedono molta energia, tutta via sono necessari in edifici che hanno una lunghissima vita ecco perché l'architetto dice che "bisogna valutare i materiali in relazione all'uso ed alla durata del tempo". National Assembly for Wales - Galles 1999 Sede dell’ordine democraticamente eletto che rappresenta gli interessi del Galles e della sua popolazione, promulga le leggi per il Galles e ne supervisiona l'azione del governo. Sostenibilità Il meraviglioso tetto ligneo a una forma che riprende movimenti delle onde e di fatto con legno di cedro rosso prelevato da foreste sostenibili. Le caratteristiche che hanno determinato la scelta di questo legno sono: • È difficilmente putrescibile. • Non necessita di manutenzione perché, grazie ai suoi oli naturali, può non essere trattato per almeno 100 anni. Un'altra delle caratteristiche sostenibile dell'edificio è il metodo di raccolta dell'acqua piovana e attraverso i due tubi di acciaio posti nella parte anteriore dell'edificio. L'acqua viene convogliata in un grande serbatoio e trattata attraverso un filtro a raggi ultravioletti, pronta per essere riutilizzata nei bagni pubblici. Le finestre, realizzati in vetro rinforzato e isolato, si aprono e si chiudono automaticamente, mantenendo costante la temperatura all'interno dell'edificio. Questo riduce al minimo l'uso dell'aria condizionata durante l'estate e aiuta trattenere il calore di inverno. L'aria in cima alle scale che circonda il grande imbuto e illuminata da luce naturale catturata sulla copertura e riflessa verso il basso mediante un insieme di tubi di alluminio che coprono all'interno dell'imbuto. La forma d'albero dell'imbuto alla funzione di incoraggiare i visitatori a incontrarsi e a condividere le proprie idee ammirando lo splendido panorama della baia di Cardiff. E di Barajas - Madrid Il terminal 4 dell'aeroporto di Madrid è stato progettato per risolvere il problema di un costante aumento di passeggeri. Si sviluppa su sei piani di cui tre fuori terra. I piani fuori terra sono in vetro e acciaio per donare un senso di trasparenza e leggerezza. Elemento focale di tutto il progetto e la copertura con la sua particolare forma ondulata, sostenuta da pilastri in acciaio a forma di albero. La superficie è stata rivestita con il bambù, materiale flessibile, leggero e resistente ed ecosostenibile. Una sfida è stata quella dell'efficienza energetica: i meccanismi di ventilazione sono collocati nei pilastri e sfruttano il condizionamento d'aria integrato in tutte le zone a forte densita di passeggeri, nell'ottica di ridurre i costi di gestione durante il ciclo di vita e di risolvere i problemi della sostenibilità e del rapporto con il territorio. Una ulteriore sfida è stata quella di portare la luce naturale anche le piar interrati attraverso aperture dei solai che convogliano la luce. Sempre dell'ambito dei sistemi ecosostenibili, è stato messo a punto un impianto di raccolta dell'acqua piovana attraverso il posizionamento di alcune cisterne sulla copertura per irrigare gli spazi verdi dell'aeroporto. Palazzo della corte europea dei diritti dell'uomo - Strasburgo 1995 La parte anteriore dell'edificio è costituita dalle due sale cilindrica riservate alle udienze della corte europea dei diritti dell'uomo. Intorno a questi volumi si sviluppa il corpo centrale, composto da due zone principali: • Gli spazi riservati al pubblico, costituiti dalle 20 circolare di metallo, vetro e pietra arenaria dei Vosgi. • La zona riservata agli uffici, semplice e sobria. TUNNEL DELL'UMBRACLE (terrazza panoramica) Il primo high-tech aveva posto in evidenza gli impianti tecnici ed alcuni elementi strutturali. Nella fase più avanzata gli impianti tecnici sono sempre meno importanti. La struttura lo è molto di più, ma, soprattutto e funzionale all’aspetto architettonico: la struttura diventa architettura. L’ HEMISFÈRIC Dispiegato su circa 13.000 m². • L’area esterna e lasciato in cemento armato e, da lontano, si mostra al mondo come un grande occhio che vede e scruta. Con tanto di ciglia è un bulbo oculare che, tra l’altro, funge da schermo gigante per le innumerevoli proiezioni cinematografiche. • L’ingegnoso effetto ottico e notevolmente amplificato da uno specchio d’acqua alla sua base. PALAU DE LES ARTS REINA SOFÌA Un edificio spettacolare dedicato alle arti sceniche della forma di una testa racchiusa tra due gusci di calcestruzzo parzialmente tagliati al suo interno un complesso di sale per la musica ed il teatro. 70 m di altezza, il Palau delle arti e diviso in 4 sale indipendenti, dotate degli ultimi progressi tecnologici per rappresentare qualsiasi tipo di opera, musical e rappresentazione di teatro o danza. IL MUSEO DELLE SCIENZE INTERATTIVO Ponte della costituzione - Venezia 2002/2008 •Campata di 81 m, larghezza di 6 m alla base e nove al centro per un’altezza di 10 m al culmine. •L’arco centrale in acciaio, elemento strutturale del ponte, a un raggio di 180 m. •Pavimenti in vetro della Saint Gobain, pietra d’Istria e trachite grigia classica di Montemerlo. Offre al visitatore primo contatto con Venezia e dunque a un valore oltre che funzionale anche simbolico di notte, la sottile linea delle lampade fluorescenti del parapetto enfatizzano la sottile sagoma del ponte. LA LUNGA NOTTE DI CALATRAVA Ha lasciato per ora è la città con il fiato sospeso. Con migliaia di persone sulle rive a guardare preoccupate, dentro un silenzio profondo ed in un atmosfera irreale, da ritorno al futuro, il passaggio del grande convoglio che trasportava i primi due pezzi del ponte del grande architetto spagnolo che collega la stazione con piazzale Roma. Paura, e tensione, soprattutto al momento del passaggio sotto il ponte di Rialto, dove le distanze erano minime, appena pochi centimetri dalle rive, meno di 1 m di altezza dalla sommità dell’arcata cinquecentesca dello storico ponte. Stazione TGV - Satolas (Lione) Stazione ferroviaria d’Oriente - Lisbona 1993/1999 Le forme si ispirano agli elementi presenti in natura, e anche la geometria ricalca quello che si potrebbe scoprire in una passeggiata per i viali alberati di una città. Per Calatrava infatti natura, pittura, scultura ed architettura fanno parte di un’unica arte. La stazione ferroviaria fa parte delle grandi opere che hanno caratterizzato l’ammodernamento della città per l’Expo del 1998. Incrocia la metropolitana, permette di raggiungere direttamente l’aeroporto. La parte più importante e caratteristica di questo edificio è sicuramente la grande struttura metallica del tetto, particolare e davvero immensa che unisce vetro, metallo e cemento dando vita a una copertura unica e impressionante. Museo del futuro - Rio de Janeiro 2015 La struttura è caratterizzata da grandi oggetti che si proiettano per 75 m longitudinalmente e 5 m sul lato perpendicolare con solo 18 m di altezza per preservare la vista sulla baia. Sostenibilità Per regolare la temperatura viene utilizzata l’acqua della baia. Pannelli solari e fotovoltaici sono regolabili per ottimizzare la captazione dei raggi solari. ZAHA HADID Nata a Baghdad nel 1955 e morta a Miami il 31/03/2016. “L’architettura è davvero benessere. Da un lato si tratta di un riparo, dall’altro si tratta anche di un piacere”. Caratteristiche della sua architettura: • NO forme rigide • NO geometrie euclidee • NO strutture e impianti a vista • SI geometrie flessibili e prospettive multi-focali • Sperimentazione di nuovo concetti di spazio • Edifici simili a sculture È nata a Baghdad nel 1955 e fu un architetto e designer britannico. Ha insegnato in prestigiose università in tutto il mondo. Vince moltissime competizioni mondiali, nel 2004 diventa la prima donna a vincere il premio Pritzker di architettura (equivalente di un premio Nobel). I suoi edifici sono caratterizzati dalle forme curve con punti di multipla prospettiva per evocare il caos della vita moderna. Per questo motivo la sua architettura appartiene al movimento architettonico del DECOSTRUCTIVISMO. Ha anche intrapreso un lavoro di alto profilo di interni. Decostruttivismo È un movimento architettonico che tende a de-costruire ciò che è costruito. La nascita del fenomeno è avvenuta con una mostra a New York nel 1988, nella quale per la prima volta appare il nome di questa nuova tendenza architettonica che venne definita come “Deconstructivism Architecture”. In questa esposizione veniva mostrata in architettura “senza geometria”, piani ed assi, con la mancanza di quei particolare architettonici che sono sempre stati visti come parte integrante di quest’arte. Una non architettura, la sintesi di ciò è una nuova visione dello spazio architettonico, dove regna il caos, elemento predominante. Centro culturale - Azerbaigian 2007-2012 Costruito nella nuova capitale Baku, come simbolo del nuovo stato dopo 20 anni di sottomissione dell’ URSS. La sua architettura rompe completamente con quella sovietica preesistente, rigida e monumentale, con l’obiettivo di diventare l’espressione della cultura contemporanea locale. La sua forma spaziale fluida e ininterrotta deriva dall’ interpretazione della topografia del terreno collinare e dalla ripartizione dell’edificio sulla base delle singole funzioni che ospita. I volumi sono elaborati come onde; grandi vetrate chiudono lo spazio interno. Il disegno del verde della piazza segna una frattura con il contesto urbano: i percorsi pedonali guidano l’occhio dell’osservatore verso la sommità della collina dove imponente si stampa in manto plastico dell’architettura. L’intenzione di Zaha Hadid è stata quella di collegarsi alla tradizione architettonica locale tipica dell’architettura storica islamica, dove le forme coese sono presenti. Anche all’interno le linee curve racchiudono lo spazio. L’elemento più critico complicato del progetto è stato lo sviluppo architettonico della pelle, che ha richiesto l’utilizzo di diverse tecniche e logiche costruttive. Dal punto di vista strutturale ci sono due strutture che collaborano tra di loro: • Una struttura in cemento armato interna • Un telaio di copertura tridimensionale Gli elementi a forma libera del rivestimento esterno sono difficili da costruire. Sono realizzati da Glass Fibre Reinforced Concrete e Glass Fibre Reinforced Polyester, materiali che consentono di ottenere la plasticità dell’edificio. Uno dei problemi più difficili da risolvere fu quello dell’impermeabilizzazione realizzata con i prodotti di un azienda italiana leader mondiale nella produzione di manti impermeabili. L’impermeabilizzazione copre 40’000 mq con elevate caratteristiche di flessibilità, altissima resistenza ai raggi UV e lunga durata. London Aquatics Center - 2007/2012 È stato progettato per le Olimpiadi del 2012. L’edificio ha tre grandi piscine ed è sormonto da un tetto-scultura ad archi parabolici. La metafora dell’onda pervade tutto l’edificio. “Il tetto è così ondulato perché volevamo raggiungere quel l’idea di leggerezza, di geometria fluida tipica dell’acqua in movimento”. Le tre piscine, 2 olimpioniche ed una per allenamenti, sono al centro del complesso. Le vasche e le zone attigue sono rivestite in piastrelle dell’azienda italiana Klinker Sire. Messner Mountain Museum - Monte Plan de Corones (Bolzano) 2013/2015 In questo museo si narra la storia dell’alpinismo, dall’attrezzatura, ai trionfi ed alle tragedie vissuti sulle più famose montagne del mondo. L’impatto visivo dell’opera è minimo: infatti il museo ha uno sviluppo prevalentemente sotterraneo, articolato su diversi piani e con varie terrazze aperte sul paesaggio. Non è stato scavato un tunnel, ma un buco che dopo la costruzione è stato coperto con materiali originari. Per salvaguardare la locale sono stati rimossi i primi 30cmcdi strato verde che poi sono stati riposizionati. Anche gli affioramenti rocciosi sono stati riposizionati come erano all’origine. A livello superiore si colloca l’area di ingresso, un piccolo gift shop ed il guardaroba. Da qui con un sistema di scalinate a cascata, i visitatori raggiungono i sottostanti livelli espositivi. Si puo’ ammirare il paesaggio esterno tramite grandi finestre panoramiche aperte sui fianchi della montagna. Tecnologie costruttive Per avvicinare i materiali da costruzione al colore della montagna è stata utilizzata una struttura portante in c.a. I pannelli di rivestimento in cls curvi, tutti diversi e unici che sono stati realizzati grazie all’utilizzo di un robot che ha fresato uno stampo in un blocco di polistirolo sulla cui forma è stato spruzzato il cls con fibra di carbonio ed uno strato di alluminio per evitare le deformazioni dovute all’essiccamento. I pannelli esterni sono di colore più chiaro che si adatta ai toni delle cime calcaree delle Dolomiti, mentre quelli interni sono più scuri per richiamare l’antracite che si trova in profondità. MAXXI Museo Nazionale per le Arti del XXI sec - Roma 1998/2010 È un grande centro culturale multifunzionale nel quartiere Flaminio. Contiene un’interessante mix funzionale, tra sale per l’architettura, una biblioteca, un auditorium, caffetteria, negozi e spazi all’aperto. La disposizione dell’edificio è a forma di L, concepita come una sorta di flusso costituito da un fascio di linee che scorrono insieme, poi si dividono. Si incrociano o seguono curvature angolari. Si integra nel tessuto urbano costituito da padiglioni militati della ex-caserma Montello e capannoni industriali e offre diverse possibilità di attraversamento e di utilizzo. Le gallerie sono delle aree infinite formate da elementi a U composto da 2 pareti cieche in cls auto-compattante e un solaio che le unisce sormontato da una volta trasparente sorretta da gravi metalliche rivestite con cemento fibrorinforzato. L’idea è quella di creare uno spazio formato da una complessa rete di connessioni e percorsi. ARATA ISOZAKI Laureato all’Università di Tokyo nel 1954, è stato allievo di Kenzo Tange ed ha fatto parte del suo studio. In Italia ha realizzato il Palasport Olimpico di Torino, che durante le Olimpiadi del 2006 ha ospitato le gare di hockey sul ghiaccio. L’architetto ha inoltre progettato uno dei 3 nuovi edifici prossimi alla costruzione del centro di Milano: il Dritto, affiancato da lo Storto ed il Curvo. Dal 2005 ha aperto insieme ad Andrea Maffei, suo socio italiano, lo studio “Arata Isozaki & Andrea Maffei Associati Srl” a Milano per sviluppare nuovi progetti in Italia. Isozaki elabora personali teorie sulla forma architettonica che si traducono in opere dalla ricercata geometria, a volte rappresentata da volumi monolitici, come il Palasport di Torino, a volte dalla combinazione complessiva di volumi primari come nella Kitakyushu City Museum of Art o nel centro civico di Tsukuba, ma con un esito sempre monumentale. Kitakysuhu City Museum of Art Centro civico di Tsukuba Palasport - Torino 2003/2005 Noto anche come “PalaAlpitour” per esigenze commerciali o “PalaIsozaki” per via del suo ideatore, è un impianto sportivo coperto di Torino; fu costruito tra il 2003 e il 2005 in occasione dei giochi olimpici invernali del 2006. Capace di 14’350 posti a sedere, è la più capiente struttura coperta d’Italia a uso sportivo. L’avveniristico edificio si presenta come un rigoroso parallelepipedo rivestito di acciaio inox e vetro, con una base di 183 × 100 m. Si sviluppa su 4 livelli, due interrati (fino a 7,5 m sotto terra) e 2 all’aperto (fino a 12 m d’ altezza). La lunghezza complessiva dell’impianto e di circa 200 m. La struttura È stata progettata per essere un avere propria “fabbrica degli avvenimenti“. È completamente flessibile e modulabile della sua struttura interna: nella disposizione delle tribune mobili (grazie di un moderno sistema di gradinate mobili e retrattili e alla possibilità di movimentazione di un impalcato temporaneo), nell’acustica e dell’impiantistica. È una sorta di scatola magica, realmente progettata per una pressoché infinita potenzialità di uso postolimpica: ghiaccio, sport indoor vari, atletica indoor, concerti, spettacoli, convention, congressi, manifestazioni, grandi eventi, parate, show, raduni religiosi, eccetera. La sua capienza massima è di 18.500 posti complessivi per i concerti. Biblioteca di Maranello - Arata Isozaki & Andrea Maffei Pluralismo Moderno Gli elementi che partecipano alla definizione dell’attuale panorama architettonico sono molteplici. • Scomparsa in termini quasi generali della figura isolata del progettista. • Possibilità di utilizzare il software specializzati per la progettazione, come il computer Aided Architectural Design-CAD, chi è in coda che ha contribuito ad un mutamento radicale della fase di progettazione dell’oggetto architettonico. • Al disegno bidimensionale si affianca quello modello tridimensionale interattivo di topo complesso. MASSIMILIANO FUKSAS Nato a Roma nel 1944, dopo la morte prematura del padre si trasferisce a grazie presso la nonna materna. Tornò a Roma per frequentare il liceo. Conosce Giorgio de Chirico, e lavorerà presso il suo studio di piazza di Spagna, appassionandosi all’arte e decidendo di iscriversi alla facoltà di architettura. Fuksas è l’architetto della contaminazione. È un architetto atipico perché non si identifica in nessuna scuola di pensiero architettonico, rivendicando un pensiero autonomo. Ha aperto studi in 3 sedi del mondo, e si avvale della collaborazione di un numero elevato di collaboratori con competenze diverse. È più apprezzato all’estero che in Italia. Dal 1994 al 1997, anno in cui decide del di candidarsi come consigliere di amministrazione dell’ Istitut Français d’Architecture, e membro della commissione urbanistica di Berlino e Salisburgo. Durante questo periodo si occupa soprattutto dei problemi delle grandi aree urbane e incentra la sua professione soprattutto sulla realizzazione di opere pubbliche. Nel corso della sua carriera ha ricevuto moltissimi premi internazionali. La Palestra di Paliano - 1979 (Frosinone) Attira l’attenzione dei critici di architettura e porta il progettista alla ribalta internazionale. La facciata inclinata è staccata, in un sistema di equilibri apparentemente instabili, sconvolge la percezione dei fruitori e, si inserisce nel contesto dell’architettura Post- moderna e Decostruttivista. Il volume della torre, su una base quadrata di 45x45 m, è racchiuso da un imponente facciata vetrata a doppia pelle la cui sommità culminerà in un giardino pensile. La hall di ingresso della torre è caratterizzata da un grande vuoto a tutta altezza all’interno del quale sono poste delle “lame“ trasversali con differenti inclinazioni che rifrangono la luce creando un calendoscopico gioco di luci. La pelle esterna del centro servizi e realizzata con pannelli in vetro alternati alternati a pannelli in alluminio entrambi parzialmente apribili. ARCHITETTURA SOSTENIBILE Nata negli anni ‘70 in Germania, si è poi sviluppata includendo i principi ecologici e il concetto di sviluppo sostenibile. Lo Sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico che possa essere compatibile con la salvaguardia dell’ambiente. Ha dato vita all’economia sostenibile appoggiandosi almeno in parte alla cosiddetta Green Economy. La sostenibilità non è una novità Perche gli antichi riuscivano ad integrare bene il costruito nell’ambiente? Fino al XIX sec. l’attenzione verso la sostenibilità di un progetto architettonico era di vitale importanza, soprattutto per i limiti derivanti dall’esiguità delle risorse energetiche disponibili. Quale evento a quindi sconvolto gli equilibri? Le cose cambiano radicalmente con la possibilità offerta e grazie allo sfruttamento dei combustibili fossi lì. L’enorme quantità di energia disponibile, unita al progresso tecnologico, aveva reso possibile il pesante sfruttamento dei siti edificabili. La goccia che ha fatto traboccare il vaso • Nel 1973 la crisi petrolifera scosse l’economia mondiale, poiché a seguito della guerra fra Israele e Paesi Arabi, questi ultimi decisero di diminuire le esportazioni di petrolio verso l’Occidente e di aumentare il prezzo per fare pressioni per la causa palestinese. • Crisi finanziaria: diversi paesi del mondo si trovarono ad affrontare una grave crisi finanziaria, infatti come conseguenza dell’aumento del costo del petrolio aumentarono i costi dell’energia e quindi della produzione in generale. • Politiche di austerità: la conseguenza della crisi energetica del 73 fu l’applicazione di politiche di austerità da parte di vari paesi del mondo, che presero misure drastiche per limitare il consumo di energia. • Riflessione sulle fonti energetiche rinnovabili: la crisi petrolifera rappresentò per l’Occidente un’occasione di riflessione sull’uso delle fonti rinnovabili che vennero per la prima volta prese in considerazione in alternativa ai combustibili fossi lì come il petrolio. Il passaggio verso la sostenibilità ANNI ‘50 - ‘60 Sviluppo tecnico ed economico Primi studi e realizzazioni ANNI ‘70 Crisi energetica Architettura energeticamente efficiente ANNI ‘80 Si inizia a parlare di sostenibilità Progetti finanziati nell’ambito di programmi comunitari ANNI ‘90 Sostenibilità ecologica in crescita Architettura sostenibile MARIO CUCINELLA Considerato tra i più importanti progettisti contemporanei attivi in Europa con una ricca expertise di progetti premiati, nazionali e internazionali. Fondatore della Building Green Futures, un’ organizzazione no profit, con l’ obiettivo di far interagire cultura ambientale e tecnologia. È stato allievo di Renzo Piano Asilo nido - Guastalla 2015 Dopo il terremoto Mario Cucinella ha deciso di ricostruire un asilo nido fuori dal comune. Ospita circa 120 bambini. Soffitti alti che formano il ventre di una balena, mura di vetro, per consentire ai bambini di sentirsi all’aperto anche quando è inverno. La struttura è ecosostenibile, in quanto produce da sè l’energia elettrica e termica necessaria per riscaldare le aule e l’acqua. Centro direzionale Unipol-Sai - 2015 Ospita spazi commerciali, uffici e un auditorium di 270 posti, mentre la serra giardino panoramica sul tetto viene usata anche per ospitare eventi pubblici e culturali. L’edificio si sviluppa su 22 piani fuori terra + 3 interrati per un’ altezza 100m e una superficie totale di 35.000 mq. La facciata, rappresentata da una geometria a rete, è elemento fondamentale per la costruzione dell’immagine naturale dell’edificio. Realizzata in acciaio, legno e vetro, la torre ospiterà spazi commerciali, un grande auditorium di oltre 270 posti, gli uffici e, in copertura, una serra-giardino panoramica con un’area dedicata a ospitare eventi pubblici e culturali.
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