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Architettura Rinascimentale del Cinquecento (500, Bramante, Michelangelo, Manierismo, Giulio Romano, Palladio), Appunti di Storia Dell'architettura I

Sintesi approfondita personalmente elaborata tramite le lettura di David Watkin Storia dell'architettura occidentale e di Lineamenti di storia dell'architettura, l'approfondimento con Il Cricco di Teodoro Itinerario nell'arte, gli appunti delle lezioni del Prof. Testa e del Prof. Iacobone Ottima per una preparazione eccellente e funzionale dell'esame!

Tipologia: Appunti

2018/2019

In vendita dal 08/11/2019

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Scarica Architettura Rinascimentale del Cinquecento (500, Bramante, Michelangelo, Manierismo, Giulio Romano, Palladio) e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura I solo su Docsity! 1 Donato Bramante (nasce nel 1444 - Urbino) Nato in un piccolo borgo presso Urbino, matura le sue prime esperienze nel cantiere del palazzo Ducale di Federico da Montefeltro e riceve una formazione da pittore che si dimostrerà̀ parte integrante della sua attività̀ di architetto. Probabilmente avviato alla pittura da Piero della Francesca e da Mantegna. Viene chiamato a Milano intorno al 1480 da Ludovico Sforza (dopo il Filarete). Esordisce come architetto a Milano nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Bramante compie il passo dalla progettazione alla realizzazione, quello che il suo amico Leonardo non fa (pare non abbia realizzato alcun edificio). Bramante segue gli insegnamenti di Brunelleschi e subito ha a che fare con il cantiere, è una figura pratica, non teorico come Alberti. Si dedica a studi di matematica e di statica, di geometria e della prosettiva oltre che di pittura architettonica, e in particolare di illusionismo prospettico (architetture dipinte, alle rappresentazioni urbane e alle finzioni prospettiche). Eliminazione e superamento dei confini che dividevano il finito dal reale. Annullamento della distinzione fra spazio reale e spazio rappresentato Bramante Atteggiamento universalistico, caratterizzato dalla capacità di utilizzare suggerimenti ed apporti di varia provenienza. Riprende l’eredità di maestri come Alberti e Brunelleschi, ma apporta novità̀ riguardanti la rappresentazione dello spazio che si basano sull’applicazione del metodo prospettico. Bramante si discosta dalla tradizione toscane e anche il suo metodo di progettazione va oltre quello brunelleschiano. Al procedimento di addizione di cellule spaziali uguali sostituisce una rigorosa organizzazione gerarchica di matrici elementari, che attraverso una molteplicità di rapporti vengono a costituire un organismo unitario, pur mantenendo la propria distinzione. I principi fondamentali della sua architettura sono: • l’uso di decorazioni uniformemente distribuite; • la spazialità data dal rapporto tra altezza e larghezza; • la compenetrazione tra l’architettura e lo spazio circostante mediante colonnati circolari o rettilinei, rapporti di luci e ombre, pieni e vuoti; • la predilezione per la pianta centrale rispetto a quella longitudinale. Urbanistica Non meno rilevante il suo contributo in ambito urbanistico: il Bramante si interessa del tracciato di importanti vie di Roma e dell’integrazione tra edificio e tessuto urbano. Per papa Giulio II Della Rovere. Bramante avvierà̀ il rinnovamento della città antica, quale Roma poteva apparire a quel tempo con le sue rovine e le sue basiliche e chiese. Interesse per i problemi urbanistici si manifesta nella Piazza di Vigevano Milano e Roma Le sue prime opere in Lombardia sono una sintesi del linguaggio architettonico di Laurana e di Francesco di Giorgio Martini a Urbino, di Alberti a Mantova, dei ricchi edifici romanici lombardi e dei monumenti milanesi tardoromani e paleocristiani. Il trasferimento di Bramante a Romana nel 1499, in seguito all’occupazione di Milano da parte dei francesi e alla caduta degli Sforza, esercitò una profonda influenza sul suo stile. I papi 2 erano stati prevalentemente assenti da Roma per la prima metà del XV secolo e la città aveva goduto di scarsa importanza politica, ma dopo la morte di Lorenzo de’ Medici a Firenze e la caduta di Ludovico Sforza a Milano, divenne un autorevole centro politico e culturale, che culminò nello straordinario pontificato di Giulio II. Egli offrì incarichi contemporaneamente A Bramante, Michelangelo e Raffaello. Al suo arrivo a Roma, Bramante attese al rilievo delle antichità romane. L’insolita discontinuità di linguaggio riscontrabile fra le opere lombarde e quelle romane di Bramante ha portato la critica a considerare la sua produzione in due fasi distinte, di cui la seconda la completa maturazione della prima. Più che a questo, la diversità di linguaggio è da riferire alla grande apertura di Bramante agli influssi formali e suggerimenti pratici del particolare ambiente in cui si trovava a operare. Sulle opere milanesi influiscono le tradizioni tardogotiche e l’indipendenza inventiva delle maestranze edili; su quelle romane l’eredità classica e il vuoto esistente nell’organizzazione del cantiere. Coerentemente alla visione politica di Giulia II che mira a riaffermare il ruolo di Roma, l’impegno di Bramante è volto alla costituzione di un linguaggio architettonico universale, che permetta di superare le incertezze tardo-quattrocentesche. La sua opera dà avvio al rinnovamento culturale dell’ambiente architettonico romano, getta le premesse per i futuri sviluppi del Manierismo. Santa Maria presso San Satiro (Milano, 1478- 1490 d.C.): primo esempio di “applicazione dei principi dell’illusionismo prospettico a un vasto edificio concreto” Il committente è la famiglia Sforza e nasce come annessione al sacello a pianta centrale di età carolingia che costituiva la chiesa di S. Satiro Gli Sforza vogliono una cappella per le loro spoglie e inizialmente si costruisce una cupola centrale con su 3 lati 3 volte a botte per contrastare la spinta. Il sacello era collegato sul lato corto. Þ Il sacello altomedievale aveva una pianta a croce greca inscritta in un quadrato circoscritto da un cerchio La pianta del sacello aveva in sé il germe del futuro progetto bramantesco di S. Pietro. La sua pianta ispirò anche la Sacrestia che Bramante aggiunse alla chiesa Þ Sacrestia di Bramante -- un’organizzazione di tipo quadrato, 4 archi, dei raccordi di pennacchi, una cupola ad imposta circolare ed emisferica. Si ispira alla cappella Pazzi di Firenze come sviluppo (ad quadratum) La fabbrica si sviluppa in diversi momenti, infatti il progetto iniziale fu modificato per creare una vera e propria chiesa. Essendoci però la strada, non si poteva costruire un coro come di consueto. Vista la mancata possibilità di costruire un coro crea un’illusione prospettica, riuscendo a dare l’illusione di una spazialità maggiore. Lo spazio per il quarto braccio della croce latina non esisteva! Bramante ricava quel braccio con l’illusione prospetticaàspazio inventato à elaborazione spaziale di un pieno. La cappella di fatti diventerà il transetto con copertura a cassettoni. 5 Transetto La testata del transetto sinistro è decorata nella lunetta da una raggiera di cinque oculi disposti attorno alla finestra semicircolare posta al centro dell'arco a tutto sesto: per tale tale struttura decorativa il Bramante si ispirò all'architettura della cappella dei Pazzi del Brunelleschi. Lo spartito decorativo a "raggiera di occhi ad orologio" fu ripreso dallo stesso Bramante nel ninfeo di Genazzano e nella crociera di Santa Maria delle Grazie, e più tardi dal Palladio nella decorazione del portale di Villa Pojana. Lo spazio della crociera è dominato dalla cupola emisferica, decorata con lacunari dipinti in oro e azzurro, che culmina in una piccola lanterna. Alla base della cupola, sulla fascia, sono presenti decorazioni in cotto di Agostino Fonduli, mentre i pennacchi sono decorati con quattro tondi affrescati con gli Evangelisti della scuola di Vincenzo Foppa. Anche in questo caso la decorazione e la divisione degli spazi mostrano un notevole influsso delle forme della cappella dei Pazzi del Brunelleschi. Il finto coro Uno dei principali ostacoli alla realizzazione di un impianto monumentale era la mancanza di spazio per la realizzazione del coro, dal momento che lo spazio alle spalle del transetto era occupato dalla contrada del Falcone. Il problema fu brillantemente risolto dal Bramante mediante la realizzazione di rilievi e modanature in cotto successivamente dipinti a formare una fuga prospettica che simulasse in 97 centimetri di profondità uno spazio pari ai bracci del transetto di 9,7 metri. Il Finto coro è concepito come perno dell'edificio. Intorno ad esso si articola la composizione degli spazi. In esso si conclude la fruizione visiva dello spazio interno. L'illusione di una sua estensione pari alla lunghezza di uno dei bracci del transetto restaura l'equilibrio "statico" e compositivo di una cupola altrimenti sbilanciata che recupera in questo modo la funzione centralizzante. Il finto coro presenta uno spartito decorativo con volta a botte a cassettoni composta da tre arcate in maniera identica all'aula e termina nell'illusione prospettica in una controfacciata nelle cui parti laterali sono presenti due nicchie coronate da conchiglie, mentre nella lunetta è affrescato l'episodio miracoloso secondo cui il quadro della Madonna col Putto avrebbe sanguinato a seguito della coltellata di un giovane. Tale immagine è custodita nell'altare maggiore, a cui il finto coro fa da contorno. Le pareti 6 sono decorate con nicchie probabilmente riprese dalla decorazione del vecchio duomo di Urbino. La soluzione, considerata antesignana di tutti gli esempi di trompe-l'œil successivi, costituisce in realtà un esempio di stiacciato trasferito dalla scultura all'architettura. Nella sua perfetta costruzione prospettica, l'opera mostra l'influsso delle ricerche di Piero della Francesca, Donatello e Masaccio nel campo della rappresentazione illusionistica. L'illusione prospettica del finto coro bramantesco, ampiamente citata e descritta nei trattati d'arte dell'epoca, fu successivamente ripresa dal Borromini nella realizzazione della Galleria prospettica di palazzo Spada. Sacello di San Satiro e campanile Il sacello e il campanile costituiscono la parte originaria del complesso. L'attuale aspetto dell'antico sacello di San Satiro, chiamata anche cappella della Pietà, si deve ai rimaneggiamenti quattrocenteschi del Bramante: la struttura esterna è composta da una costruzione cilindrica, che ingloba l'antica struttura, in cui sono ricavate delle nicchie comprese tra lesene, coronata dal fregio decorato con tondi in cotto raffiguranti Putti. Sovrapposta alla struttura cilindrica vi è una costruzione a croce greca con le pareti traforate da oculi, coronata da un tiburio ottagonale con lanternino a colonna. La cornice del tiburio presenta una decorazione in cotto tipica del primo rinascimento lombardo. Il sacello di San Satiro, chiamato anche cappella di Pietà dopo gli interventi rinascimentali, presenta una struttura con pianta a cella tricora sovrapposta ad un quadrato con colonne perimetrali: elementi che assieme ai frammenti di affreschi di epoca carolingia costituiscono il nucleo originario della costruzione. Alcune delle colonne perimetrali, in pietra e ornate con capitelli corinzi, sarebbero stati prelevate da edifici della città di epoca tardo- romana ed inserite nel sacello, mentre altre sono in cotto e risalgono agli interventi bramanteschi. Sulla derivazione della caratteristica pianta esistono molte ipotesi: dall'oratorio carolingio di Germigny-des-Prés, a influssi bizantini o addirittura armeni; tuttavia l'ipotesi più accreditata è che il modello della pianta del sacello fosse una delle cappelle della milanese basilica di San Lorenzo. Il campanile consiste in una torre a pianta quadrata in mattoni a vista, prototipo dell'architettura preromanica lombarda, e rappresenta l'unica parte esterna della costruzione non rimaneggiata nei secoli: sull'origine della torre campanaria vi sono due ipotesi che la fanno risalire rispettivamente al IX secolo, quindi coeva al sacello, o all'XI secolo. Il campanile è impostato su quattro ordini orizzontali scanditi dall'unione dei cinque archetti che poggiano su peducci con le lesene poste agli angoli della 7 torre. Nell'ordine inferiore è presente una feritoia per lato, al secondo una finestra ad arco a tutto sesto per lato, al terzo due finestre ad arco a tutto sesto per lato, mentre l'ultimo ordine, dove sono presenti le campane, è decorato da bifore inframezzate da colonne in pietra. Sagrestia bramantesca Nella navata destra si trova l'ingresso per la sagrestia bramantesca della chiesa: dalle forme decisamente più slanciate rispetto a quelle del resto della chiesa, presenta una pianta ottagonale derivata dai battisteri paleocristiani ed è impostata su due ordini orizzontali. L'ordine inferiore prevede nicchie piatte e concave alternate inframezzate da lesene angolari decorate che terminano sul fregio in cui sono inserite le ricche decorazione di Putti e Teste. L'ordine superiore prevede un ambulacro composto da bifore separate dalla prosecuzione delle lesene dell'ordine inferiore di cui riprendono i motivi decorativi. L'ambiente è chiuso da una cupola a otto spicchi in ciascuno dei quali è presente un oculo. L'architettura risulta così nel complesso essere un'elegante fusione tra il disegno dalle linee geometriche pulite e chiare della scuola rinascimentale toscana e i ricchi spartiti decorativi lombardi. L'influenza dell'architetto urbinate emerge nelle decorazioni in terracotta di Scene mitologiche, simili per stile alla decorazione nel cortile di palazzo della Gherardesca di Giuliano da Sangallo, con il quale Bramante condivise la formazione sui modelli del Brunelleschi. Tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Mausoleo per gli Sforza - rinvia alla Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, con la successione di due ambienti a pianta quadrata di dimensioni diverse e a S. Sebastiano a Mantova dell’ Alberti ma à qui lo spazio cubico coperto a cupola si dilata nelle absidi e nel coro - coro (scarsella) à contemporaneamente impianto centrale e longitudinale - prospettiva centrale prolungata dal coro/scarsella - differenziazione coperture: cupola su pennacchi + copertura a ombrello - tiburio con finestre - decorazione interna ruolo nel disegno prospettico dell’insieme - decorazione lombarde successive - scansione membrature architettoniche interne = come parete che nella sagrestia di Brunelleschi introduce alla scarsella, ma qui nuova concezione spazi interni data da: più 10 - Asse di simmetria sostituito da piano simmetria à punto di vista esterno Spazio per essere goduto dal papa quando questi si trova nel suo studio privato, la Stanza della Segnatura - Organizzazione prospettica livelli: • loggiato che la stringe sui lati maggiori ha altezze decrescenti • spazio più basso avrebbe ospitato rappresentazioni teatrali godibili dalle gradinate dello spazio mediano • secondo livello con due torri che restringevano la visione à mettere a fuoco il livello successivo • rampe attorno a un ninfeo centrale conducono al terzo livello • terzo livello in salita (attuale Cortile della Pigna) tenuto a giardino • terminazione prospettica con esedra preceduta da scalinata convesso-concava - archi su pilastri utilizzo della travatura ritmica (ripresa da Leon Battista Alberti) à illusione di allontanamento dei piani L’alternato avvicinarsi e allontanarsi delle paraste del loggiato, infatti, non era percepibile dagli appartamenti pontifici e veniva interpretato dall’occhio dell’osservatore come regolarità, perciò come sequenza continua di campate uguali, del tutto simili a quelle del loggiato ai lati del livello inferiore. Palazzo Caprini (casa di Raffaello) - Progettato per famiglia Caprini, poi acquistato da Raffaello - PROTOTIPO DI FACCIATA in 2 livelli (ripresa da Raffaello e architetti del Cinquecento veneto) piano terra = botteghe, piano superiore = piano nobile • (al piano superiore) prima volta ordine antico in semicolonne in facciata à ordine gigante, coppia di semicolonne • pianto terra simulazione bugnato rustico à usanza di modanature della muratura simulazione di materiali pregiati 11 Michelangelo Pittore, scultore, architetto e poeta. La sua formazione artistica avviene presso la corte medicea. Studia le discipline neoplatoniche e la classicità. La sua opera sarà quasi senza eco nell’architettura del 500 La sua architettura: • all’equilibrio rinascimentale contrappone forza e drammaticità • grande plasticità à gli elementi verticali e orizzontali si staccano dalle pareti in un gioco di sporgenze e rientranze • le pareti interne fungono da struttura organica e definiscono lo spazio perimetrale • contrasto cromatico intonaco bianco e pietra serena grigia • autonomia verso la regola, la tradizione antica à infrange la norma, commistione delle parti canoniche degli ordini • lettura personale dei classici = non qualcosa da cui non staccarsi ma fonte di ispirazione per creare cose nuove • conflitto idea/spirito – materia • forma già presenti nella materia • ordine gigante Anticipa Manierismo e Barocco Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo, Firenze destinata ad accogliere le tombe dei Medici - NUOVA = distinguerla da quella edificata da Filippo Brunelleschi circa un secolo prima - Stesso impianto della Vecchia = una pianta composta da due quadrati adiacenti di cui uno maggiore e l’altro decisamente più piccolo. tutte e due i quadrati coperti a cupola - pianta centrale - forte slancio verticale data dall’inserimento una fascia intermedia (attico) tra la zona inferiore e quella delle lunette sottostanti la cupola - spinta verticale sottolineata da rastrematura verso l’alto delle finestre entro le lunette à finestre trapezoidali - cupola sormontata da lanterna - cupola più grande a cassettoni (cinque anelli concentrici lacunari) = Pantheon - nelle pareti laterali nicchie cieche per gruppi scultorei eseguiti da Michelangelo - materiali della tradizione fiorentina quattrocentesca (intonaco bianco e pietra serena grigia) ma usati diversamente da Brunelleschi. Plasticità delle pareti - fregio del primo ordine divide in due lo spazio e interrompe continuità verticale à lo spazio superiore sembra fluttuare 12 Biblioteca Laurenziàna, Firenze sorta di fianco alla basilica con lo scopo di conservarne i libri. - Pianta rettangolare, copertura piana - Vestibolo con scala tripartita: linee rette laterali rinascimentali, quelli centrali forma ellittica (Ellisse usata nel Barocco). Scalini centrali decorazione a volute sui lati raccordano alle rampe laterali - Scala come colata di pietra = fiume che straripa - Spazio alto e ristretto - gioco di tensioni ottenuto tramite gli ordini usati in maniera plastica e non strutturale - come nella Sagrestia Nuova le pareti sono divise in due ordini sovrapposti da cornici orizzontali - L’intonaco bianco fa risaltare colonne, timpani e cornici in pietra serena - Colonne binate su mensole - Finestre a edicola = nicchie cieche. Gli stipiti sono rastremati verso il basso - vestibolo doveva essere preludio oscuro alla luce della sala lettura - Sala lettura molta luce tramite le finestre che movimentano la prospettiva della sala - Sala lettura con banchi lignei. - Soffitto della sala in legno intagliato sulla base di disegni michelangioleschi - L’atteggiamento di estrema libertà compositiva ha indotto la critica a parlare di atteggiamento manierista da parte di Michelangelo Piazza del Campidoglio, Roma - Significativo progetto urbanistico del Rinascimento, influenza i successivi - Centro del potere cittadino vs. Vaticano = centro potere religioso - Piazza trapezoidale 15 Palladio Studia Vitruvio e l’antico. - Attività circoscritta al territorio veneto (soprattutto a Vicenza, ma, a partire dal 1561, portò contributi notevoli anche al rinnovamento urbano di Venezia, città nella quale, inoltre, si trasferì nel 1570 quando assunse la prestigiosa carica di architetto ufficiale) - trattato I Quattro Libri dell’Architettura, pubblicato a Venezia nel 1570. - I CINQUE ORDINI - CASE PRIVATE (urbane e suburbane) - EDIFICI PUBBLICI - TEMPLI ANTICHI Riprende i concetti estetici di Vitruvio e dell’Alberti Bello= corrispondenza del tutto alle parti, delle parti tra loro, e di quelle al tutto - Forma dell’edificio dipende dalla sua funzione e dalla collocazione in un determinato luogo - Rapporti proporzionali tra parti - Rapporti proporzionali dei suoi edifici relazionati con quelli musicali - Fede nelle armonie matematiche che riflettono l’ordine divino del cosmo - Utilizzo della sezione aurea (dal quadrato al rettangolo) - Uso di materiali poveri - Forme semplici - Dalla classicità prende la proporzione e la simmetria - Rigida gerarchia della disposizione degli spazi interni (quelli belli vanno esposti, gli altri nascosti) - Facciata edifici religiosi: usa il doppio frontone [precedenti = Tempio della Pace (Basilica di Massenzio) e Pantheon ] = Ripresa la facciata di un tempio classico che chiude la navata centrale, mentre un ordine minore chiude le navate laterali (il problema nel Rinascimento è applicarlo all’impianto basilicale con navate laterali più basse) - Relazione edificio - paesaggio 16 Chiesa di San Giorgio Maggiore (Venezia, 1566 - 1610 d.C.) due temi in cui si erano esercitati molti tra quattrocento e cinquecento: 1. il disegno della facciata di un edificio basilicale a tre navate e 2. una pianta che leghi un corpo longitudinale ad uno accentrato. - Facciata: metodo ingegnoso di 2 distinte facciate di templi (con frontone e semicolonne) connesse 1) Facciata antistante con ordine gigante – corrisponde solo alla navata centrale = tempio prostilo tetrastico Ordine gigante: semicolonne composite su alti piedistalli sormontate da trabeazione e timpano a dentelli 2) Facciata retrostante con frontone interrotto lungo i due lati inclinati poggia su architrave di poco aggettante, retto da paraste corinzie - Pianta: - grande ambiente rettangolare diviso nella parte anteriore in tre navate+ 2 esedre che sporgono (transetto) - un presbitero quadrato poco sopraelevato (4) - profondissimo coro concluso a semicerchio (5) - chi è sotto la cupola ha l’impressione di sentirsi in uno spazio centrico nonostante lo sviluppo longitudinale dell’edificio à perché c’è poca differenza di dimensione tra le navate, le campate del corpo longitudinale sono brevi, il coro separato è nascosto - interno con volte a botte nella navata centrale, a crociera in quelle laterali - con volte a botte e finestre a lunette ricorda antiche basiliche romane e edifici termali 17 Chiesa del Redentore (Venezia, 1577 - 1610 d.C.) Riprende frontone Pantheon PALAZZI Riferimento paesaggistico è la strada. La facciata come quinta teatrale Palazzo della Ragione (Basilica), 1549- 1614. Vicenza Palazzo Chiericati, Vicenza tipologia residenziale insolita : Palazzo e villa suburbana insieme Doppio ordine in facciata mai usato per una residenza in città
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