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ARGOMENTI DI STORIA MODERNA IN SINTESI, Appunti di Storia Moderna

CONTIENE LA SINTESI DEGLI ARGOMENTI DEL MANUALE DI STORIA MODERNA, SITESI BREVI E COINCISE

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 16/02/2023

mariapiamirabella2000
mariapiamirabella2000 🇮🇹

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Scarica ARGOMENTI DI STORIA MODERNA IN SINTESI e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! INDICE SPEDIZIONI SPAGNOLE E PORTOGHESI GUERRA IN CRIMEA QUESTIONE D’ORIENTE E INDIPENDENZA GRECA RINASCIMENTO RIFORMA PROTESTANTE CONTRORIFORMA GUERRE DI RELIGIONE GUERRA DEI TRENT’ANNI GUERRE D’ITALIA E CARLO V IMPERO MOGHUL CINA MING QING GUERRA DELL’OPPIO SHOGUNATO TOGUKAWA IMPERO OTTOMANO MEHMET ALI PACE MEDITERRANEA CANALE DI SUEZ COMMERCIO IBERICO ESPANSIONE OLANDESE- COMPAGNIE MERCANTILI GUERRE DI CORSA- ELISABETTA 1- FILIPPO 2 MERCANTILISMO E COLBERT RESTAURAZIONE ILLUMINISMO STATO MODERNO COLONNIZZAZIONE IN AMERICA, I PADRI PELLEGRINI, NUOVA SPAGNA, NUOVA INGHILTERRA, NUOVA FRANCIA, CONFLITTI TRA LE POTENZE E GUERRA DEI SETTE ANNI SCHIAVISMO E TRATTA DEGLI SCHIAVI- COMMERCIO TRIANGOLARE PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE LA GLORIOSA O SECONDA RIVOLUZIONE INGLESE RIVOLUZIONE FRANCESE I 100 GIORNI DALL’ALBA A SANT’ELENA VENDITA DELLA LOUISIANA RIVOLUZIONE DELL’AMERICA LATINA PIETRO IL GRANDE CATERINA SECONDA SPARTIZIONE DELLA POLONIA CONGRESSO DI BERLINO TANZIMAT UNIFICAZIONE ITALIANA E TEDESCA SPEDIZIONI SPAGNOLE E PORTOGHESI Fu l’Europa la prima ad interessarsi al fenomeno dell’esplorazione e della globalizzazione di nuovi territori. I motivi principali per cui gli Stati europei intrapresero spedizioni verso nuove terre furono di interesse commerciale quindi la scoperta di nuove tratte per il loro commercio sia di interesse rinascimentale il quale vuole appunto rimuovere i confini sia dell’uomo e del mondo per spingersi verso l’ignoto. Il Portogallo e la Spagna furono i primi paesi ad esplorare il nuovo mondo. I viaggi di esplorazioni portoghesi avvennero per impulso di Enrico il navigatore, fratello del sovrano Alfonso V e il re Giovanni II e procedettero principalmente lungo le coste africane. I principali esploratori portoghesi furono: - Bartolomeo Diaz che partì da Lisbona nel 1487 costeggiando la costa africana occidentale arrivo alla punta dell’Africa ovvero a capo di buona speranza; - Vasco da Gama fu invece uno spagnolo che partita Lisbona nel 1497 seguendo la stessa rotta di Bartolomeo Diaz senza però fare ritorno e il cui obiettivo era raggiungere l’India circumnavigando l’Africa egli infatti arrivo a Calicut, porto principale delle spezie nel 1498; - Ed infine l’ultimo esploratore portoghese fu Pedro Alvarez Cabral che era un mercante, che viaggiava verso Calicut ma che a causa di venti favorevoli arrivò prima in Brasile raggiungendo poi in un secondo momento la meta prefissata. Il Portogallo creò delle basi commerciali sulla costa che erano finalizzate agli scambi e agli attacchi, ma non penetrarono mai nell’entroterra, infatti il loro impero viene definito commerciale; l’intento di questi viaggi era infatti quello di creare un legame commerciale diretto con l’Europa bypassando sia i turchi che gli arabi. I viaggi invece di esplorazione spagnoli ebbero inizio con il progetto di Cristoforo colombo, un mercante marinaio genovese che presentò la sua proposta di raggiungere le Indie a Papa Giovanni II ricevendo però un rifiuto decise quindi di chiedere ai sovrani spagnoli Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia ed ottenne loro consenso. Colombo promise ai sovrani nuove ricchezze ma soprattutto nuove terre da cattolicizzare e inoltre parti anche per intraprendere nuove rotte che nessuno aveva mai fatto in precedenza. Il suo viaggio iniziò il 3 agosto del 1492 da Palos e si diresse verso Cuba con tre caravelle. Il 12 ottobre 1492 arrivo alle Bahamas che Ribattezzò San Salvador convinto di trovarsi nelle Indie motivo per il quale chiamo anche gli abitanti del luogo indios. L’altro viaggio intrapreso da uno spagnolo fu quello di Ferdinando Magellano che partì nel 1519 ed effettuò il primo viaggio circumnavigando il globo per dimostrare la sfericità della terra. Dopo colombo molti spagnoli esplorarono l’entroterra dell’America per cercare ricchezza; l’impero spagnolo infatti divenne un impero coloniale penetrando il centro dell’America che non era una terra desolata ma un territorio diversificato di popoli e culture infatti vi erano varie civiltà come i Maya e successivamente gli Inca e infine gli aztechi. L’impero azteco fu conquistato da Hernandez Cortez che intraprese una spedizione verso l’interno del Messico, egli partì con pochi uomini ma riuscì comunque a sconfiggere l’impero e a conquistarlo grazie anche alla condizione precaria dell’impero azzecco che permise a Cortez di entrare senza l’opposizione di Montezuma, l’imperatore che fu successivamente ucciso e dopo la conquista il regno venne chiamato nuova Spagna e come governatore fu nominato da Carlo V Cortez. L’impero Inca a differenza dell’impero azteco era molto sviluppato dal punto di vista militare; la conquista di questo impero avvenne da parte di Francisco Pizarro e con questa conquista si completa la conquista spagnola dell’America meridionale nel 1556. GUERRA IN CRIMEA La guerra di Crimea fu un conflitto combattuto dal 4 ottobre 1853 al 1º febbraio 1856 fra l'Impero russo da un lato e un'alleanza composta da Impero ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna dall'altro. Il conflitto tra Napoleone III e lo zar Nicola I inizia come una disputa tra monaci cattolici da una parte e ortodossi dall’altra per il controllo e la gestione dei luoghi santi della cristianità in Palestina (quindi sul territorio dell’Impero Ottomano). Quando la lotta francese, minaccia direttamente il Sultano, costringe quest’ultimo ad acconsentire in toto alle richieste del gabinetto di Parigi. In risposta ad un simile gesto, le Lepanto nel 1571 (battaglia navale tra la flotta musulmana dell’impero ottomano e quelle cristiane della lega santa) contro la flotta turca. La sua soffocante politica religiosa fu attuata anche nei paesi bassi per limitare il protestantesimo, ma la risposta del popolo fu una ribellione a seguito della quale fu affermata l’indipendenza con la costituzione nel 1581 delle sette province unite. GUERRA DEI TRENT’ANNI I conflitti intra europei non si risolsero con la fine del cinquecento ma continuarono fino al 700 durante l’età moderna la guerra fu la reazione normale tra gli Stati europei. Il conflitto più sanguinoso fu la guerra dei trent’anni 1618 1648 che coinvolse sia vecchi che noi protagonisti della politica europea. La guerra dei trent’anni fu scatenata dal tentativo degli Asburgo di affermare la propria egemonia politica in Europa e di ricondurre all’unità religiosa del cattolicesimo i territori imperiali. Si formarono due coalizioni di Stati tedeschi: - L’unione evangelica che era guidata da Federico V del palatinato - E la lega cattolica guidata da Massimiliano di Baviera La guerra dei trent’anni esplose come guerra di legione ma attraverso poi diverse fasi: La fase iniziale della guerra partì dalla Boemia e vide affrontarsi i boemi guidati da Federico V e Ferdinando Secondo che grazie all’aiuto della lega cattolica tedesca e della Spagna ebbe la meglio. Successivamente abbiamo la fase europea; in Germania si aprì il conflitto religioso mentre la Spagna riprendeva la guerra con l’Olanda Danimarca e Svezia appoggiate dall’Inghilterra finanziariamente e dalla Francia si schierarono con l’Olanda la guerra in questo modo assunse delle dimensioni europee. Successivamente ci fu la guerra di egemonia ovvero che la Francia nel 1635 dichiarò guerra di monarchie asburgiche il conflitto cessò di essere una guerra di religione e divenne una guerra di egemonia. Il conflitto fu vinto dalla Francia alleatosi con Svezia e Olanda. La guerra dei trent’anni si concluse nel 1648 con la pace di Vestfalia che sancì il fallimento dei progetti degli Asburgo. L’imperatore Ferdinando III dovette concedere la libertà di culto rinunciare alla pretesa di esercitare un forte potere centrale infatti l l’impero divenne un insieme di piccoli Stati sovrani e gli Asburgo continuare a esercitare una vera sovranità solo sui propri domini diretti e la Francia e la Svezia risultarono vincitrici ottenendo entrambi nuovi territori. Il conflitto tra Francia e Spagna si protrasse fino al 1659 quando si concluse con la pace dei Pirenei. La Guerra dei trent’anni possiamo dire che pose fine alle guerre religiose e sancì la necessità di una politica laica e portò in Europa una crisi. GUERRE D’ITALIA E CARLO V Le guerre d’Italia si articolano in più fasi: In una prima fase abbiamo la discesa di Carlo VIII, re di Francia, in aiuto di Ludovico il moro che intendeva controllare il Ducato di Milano e bloccare sul nascere la minaccia degli aragonesi che potevano avvalersi di diritti dinastici. Carlo VIII, attraversò le Alpi senza ostacoli, arrivò in Toscana dove Piero de’ medici gli cedette Pisa e Livorno mostrando una fragilità che favorì l’instaurazione della Repubblica guidata dal predicatore Girolamo Savonarola. Dopo Firenze, Carlo VIII raggiunse Napoli, dove costrinse alla fuga gli aragonesi. La discesa di Carlo VIII in Italia suscitò il timore dell’eccessivo potere francese sulla penisola e questo portò alla formazione della lega antifrancese, che sconfisse Carlo VIII a Fornovo vicino Parma e lo costrinse a ritirarsi nella madrepatria. Nello stesso anno, 1498, fu condannato a morte savonarola. Il successore, Luigi 12, cui seguirono la ritirata nella madrepatria. Alla ritirata seguirono l’accordo fatto da Luigi 12, con Venezia per la spartizione del ducato di Milano, ed un trattato con il re spagnolo per la spartizione dei territori del sud sfociò in una guerra vinta dagli spagnoli nel 1503. Inoltre per evitare il pericolo di una potenza francese in Italia, questi ultimi furono cacciati da Milano per la lega Santa promossa da papa Giulio II. Grazie ad una riuscita politica matrimoniale gli Asburgo vivono una fase di splendore che coincide con quella di Carlo I, nipote del re Ferdinando il cattolico e quindi erede di Castiglia, Aragona e dei territori spagnoli in Italia e in America oltre che di alcuni territori nei Paesi Bassi. Nel 1519, grazie alle sue conquiste Carlo fu eletto imperatore con il nome di Carlo V. Il primo scontro che affronta Carlo V è quello contro i francesi a partire dall’invasione asburgica del Ducato di Milano a cui seguirono la sconfitta dei francesi a Pavia, la cattura del re francese e la pace di Madrid siglata nel 1526 che sancirà la denuncia francese alle ambizioni in Italia anche se il re Francesco I in seguito rinnegò gli accordi. Tutto ciò portò alla formazione della lega di cognac ideata da Papa Clemente VII a cui Carlo V rispose ingaggiando i lanzichenecchi tedeschi, che nel 1527 compirono il sacco di Roma. Nello stesso anno Carlo V stipulò con il re di Francia la pace di cambrai, attraverso la quale la Francia rinunciava alle pretese su Milano e Napoli e Carlo V rinunciava alla Borgogna. Nel 1530 Carlo V fu incoronato a Bologna re d’Italia e imperatore dei cristiani. Altro scontro diretto che ebbe Carlo fu quello contro l’impero ottomano dovuto alla sua espansione, infatti i turchi erano arrivati alle porte di Vienna di scontri tra Francia e Spagna continuano ma con la salita al trono del figlio di Francesco I, Enrico II e vi è un’alleanza francese con i principi tedeschi e gli ottomani ma giocando d’astuzia il re spagnolo concesse ai principi tedeschi la libertà religiosa siglando la pace di Augusta. Nella mancanza di un’unità religiosa Carlo V abdica nel 1556. Con l’abdicazione di Carlo V c’è il fallimento del progetto di unificare l’impero perché i suoi domini imperiali vengono divisi tra il fratello Ferdinando e il figlio Filippo. Dopo la morte di Carlo V nel 1558 viene firmata la pace di cateau cambresis in cui la Francia rinuncia definitivamente ogni possedimento in Italia mentre la Spagna consolida il proprio dominio nella penisola. IMPERO MOGHUL L’impero moghul fiori dal 1526 al 1707 il cui fondatore fu Babur detto il conquistatore che invase l’India che era sotto dominio del sultanato di Delhi e riuscì a conquistarla. Babur regnò per circa quattro anni estendendo il suo impero dall’Afghanistan al Bengala incrementando anche il peso della religione islamica in questo paese, ma l’impero raggiunse il suo splendore con il terzo imperatore Akbar che completò la conquista del Bengala e cerco di creare una nuova religione accostando l’induismo all’Islam. Gli ultimi grandi imperatori moghul furono Shan jahan e suo figlio Aurangzeb il quale fu artefice di una politica espansionista ed impose a tutta l’India la religione islamica provocando rivolte e guerre; alla sua morte nel 1707 l’impero si disgregò e ciò che ne rimaneva fu definitivamente conquistato dai britannici dopo la prima guerra di indipendenza indiana. CINA MING E QING I Ming furono la penultima dinastia imperiale nella storia cinese che governò per circa 300 anni caratterizzata da una prima fase di espansione e di una seconda fase di invece crisi e discordie interne. La dinastia Ming inoltre determinò il crollo della dinastia di origine mongola che vi era; differentemente dai mongoli la dinastia dei Ming fece sì che ci fosse un’apertura della Cina mantenendo però saldi i pilastri della loro struttura sociale. È sotto il regno di wanli che si ha uno sviluppo sociale poiché si creano opere pubbliche come canali e dighe e si sviluppa il sistema agricolo poiché si coltivano orzo e riso. Con la morte dell’ultimo discendente della dinastia Ming la Cina passa sotto il controllo dei Qing che durerà fino al 1911. Nonostante queste dinastie si presentino una di seguito all’altra si svilupparono in contesti storici e culturali totalmente differenti. Il primo periodo dell’epoca Ming fu caratterizzato da un senso di diffida nei confronti di tutto ciò che fosse straniero, infatti i sovrani erano interessati a una stabilità interna piuttosto che un’espansione territoriale. Soltanto nella seconda parte del periodo Ming, la Cina cominciò a riaprirsi inaugurando una serie di viaggi oltre oceano. Diversamente fu lo sfondo sociale e politico nel quale emerse la dinastia Qing; infatti approfittando della morte dell’ultimo discendente della dinastia Ming, l’esercito Manchu che proveniva dal nord-est della Cina, occupò la città di Pechino e diede inizio alla dinastia dei Qing, che durò fino alla fine dell’impero cinese. La dinastia Qing a differenza dei loro predecessori, si preoccupò invece di espandere i confini dell’impero e diede vita ad un’epoca di splendore. Mentre la dinastia Ming si preoccupò di difendere i loro confini, i Qing si concentrarono sulla creazione di un impero multietnico cooperando con le popolazioni sottomesse. In particolar modo sotto il controllo dell’imperatore kangxi si aprì il commercio straniero in Cina, decisione presa nel momento in cui vi era una grandissima richiesta del tè. I primi infatti ad approfittare di questa apertura furono proprio gli inglesi che conquistarono il monopolio del commercio del tè. GUERRA DELL’OPPIO Fin dall’inizio dell’800, l’impero cinese dei Qing, era rimasto inaccessibile ai viaggiatori e ai commercianti occidentali e infatti agli stranieri era consentito soltanto di operare nel porto di Canton; la Cina consentiva ai mercanti europei e nordamericani di operare nel porto secondo delle regole da essa fissate. Infatti c’era una grande differenza tra quella che era l’economia cinese, statica e quella invece delle potenze europee nordamericane in forte espansione. Questa staticità della Cina fu rotta dal commercio illegale dell’oppio coltivato dagli inglesi in India; l’utilizzo in maniera spropositata dell’oppio obbligò al governo cinese di vietarne la sua importazione. L’oppio veniva però esportato clandestinamente in Cina dove il suo consumo era molto diffuso nonostante fosse proibito. Nacque quindi una tensione tra la Cina e la Gran Bretagna che era ritenuta dalla Cina la principale responsabile del traffico, così scoppiò la guerra dell’oppio nel 1838 fino al 1842; dove la flotta inglese attaccò quella cinese a Canton con l’obiettivo di ottenere una base commerciale ad Hong Kong, i cinesi accettarono e nel gennaio del 1841 viene firmata la convenzione di chuanbi con cui veniva ceduta Hong Kong e venivano stabiliti rapporti commerciali su delle basi paritarie. L’imperatore cinese però non approvò la convenzione e sotto un ultimatum degli inglesi di bombardare Nanchino, i cinesi firmano il trattato di Nanchino con cui la Cina fu costretta ad aprirsi al commercio occidentale. SHOGUNATO TOGUKAWA Lo Shogunato tokugawa fu l’ultimo governo feudale del Giappone; il dominio dello Shogunato ebbe inizio intorno al 1600 in cui tokugawa venne nominato shogun dall’imperatore. Il termine shogun significava comandante dell’esercito e veniva usato come appellativo per indicare i dittatori militari che governavano il Giappone. Il Giappone nel lungo periodo dello Shogunato tokugawa, decise di conservare un assoluto isolamento e si escluse per paura di una possibile diffusione del cattolicesimo motivo per il quale l’isola affrontò un periodo di chiusura verso l’estero; si chiusero infatti i porti e si sviluppò un mercato interno. Il commercio era limitato al porto di Nagasaki che rimase l’unico affaccio libero per gli stranieri in cui gli olandesi potevano commerciare a patto che si astenessero dal praticare delle pratiche religiose. Infatti la ragione principale per la quale il Giappone decise di escludersi era proprio di carattere religioso poiché internamente vi erano già delle discussioni tra buddhismo e confucianesimo e temeva l’ingresso del cattolicesimo, motivo per il quale iniziarono anche le persecuzioni contro i cattolici. L’immobilismo giapponese fu interrotto in maniera inaspettata dalle potenze occidentali nel 1853 quando alcune navi statunitensi capitanati dall’ammiraglio Perry entrarono nella baia di Tokyo intimando i giapponesi ad aprire loro porti agli scambi commerciali. L’iniziativa americana ricevette il sostegno della Gran Bretagna della Francia e della Russia e di fronte all’impreparazione del proprio paese lo shogun non poté che arrendersi alle pressioni straniere; nel 1858 fu infatti costretto a firmare una serie di trattati che garantivano alle potenze occidentali ampie possibilità di penetrazione commerciale. Inizia così un periodo gravissime tensioni sociali e politiche, che porta la rinuncia del potere dello shogun nel 1867 dopo una guerra civile. IMPERO OTTOMANO Lo spazio Mediterraneo era frequentato anche da protagonisti non mediterranei, in particolar modo dall’Olanda impegnata nel commercio dei cereali e dall’Inghilterra che subentrò come potenza coloniale effettuando scambi con l’impero ottomano. L’espansione ottomana in Europa avvenne con i successori di Maometto secondo sultano che fondò l’impero. L’impero tra il 17º e il XVIII secolo affrontò una fase di rallentamento, era convinto di avere il controllo del Mediterraneo centrale e all’impero asburgico con il regno di Maometto quarto. Il gran visir pascià organizzò una spedizione militare per conquistare Vienna che essere un crocevia ossia un collegamento con gli altri grandi spazi commerciali che l’Europa moderna aveva connesso e posto sotto il proprio controllo. L’evento più significativo dello spazio mediterraneo fu l’unificazione della penisola italiana grazie all’azione di Camillo Benso. L’Italia unita si inserì in un progetto anglo-francese di controllo del Mediterraneo nel quale rappresentava una pedina, ma poco affidabile, infatti, quando la Francia invade la Tunisia, l’Italia reagisce rompendo l’alleanza con la Francia e avviando un’intesa con Austria e Germania detta anche triplice alleanza nel 1882. I 40 anni precedenti al 1882 furono gli anni, in cui l’impero ottomano cerca di rimodellarsi e modernizzarsi per assicurarsi una possibilità di sopravvivenza, cercando la salvezza nei modelli che gli offriva lo sviluppo dell’Europa occidentale. Questa attrazione provata nei confronti della civiltà europea fu il clima dentro il quale si aprì il progetto dell’apertura del Canale di Suez. Il canale di Suez è un canale navigabile situato in Egitto, tra Porto Said sul mar Mediterraneo e Suez sul Mar Rosso, che tagliando questa piccola striscia di terra, permette la navigazione diretta dal Mediterraneo all'Oceano Indiano, senza la necessità di circumnavigare l'Africa sull'Oceano Atlantico lungo la rotta del capo di Buona Speranza. Il canale fu inaugurato il 17 novembre 1869 e venne realizzato dal francese Ferdinand de Lesseps su progetto dell'ingegnere italiano Luigi Negrelli. I lavori, approvati da “La Compagnie Universelle du Canal Maritim de Suez” creata nel 1854, durarono molto e trovarono nel l'imperatore Napoleone III, un gran sostenitore, che vedeva nell'apertura del canale una straordinaria occasione di rafforzamento della presenza Mediterranea della Francia. Le condizioni dell'accordo però si rivelano penalizzanti per l’Egitto, che era il maggior proprietario delle azioni della compagnia, ma che aveva dovuto garantire la manodopera operaia per la lavorazione. L’Inghilterra, che aveva guardato inizialmente con diffidenza a quel progetto, ne colse presto tutta l'importanza per il suo commercio con le Indie, infatti approfittando della crisi l'Egitto, rilevò le quote del Pascià, diventando la padrona del canale. Più tardi approfittando della debolezza dell'impero Ottomano si fece cedere l'isola di Cipro, completando i suoi domini nel mediterraneo. Le differenti aree del continente africano toccate dai portoghesi, si possono distinguere in due parti: - La prima è quella che si colloca a sud del deserto del Sahara; - L’altra invece è quella che si colloca zona sud occidentale e meridionale dell’Africa. Nell’area in cui i portoghesi si diffondono nella prima fase, cioè a sud del deserto del Sahara, si incontrano alcuni dei più importanti esempi di Stati Sudanesi, ovvero delle forme statali originatosi del Sudan sotto influenza islamica e che presentavano un modello di organizzazione centralizzata. I principali esempi di questi stati però apparivano in declino mentre si rafforzava lo stato del Songhai, che rappresentava il punto d’incontro tra le correnti commerciali transahariane fino al mar rosso. COMMERCIO IBERICO Lo spazio Atlantico divenne il centro di scambi economici e venne definito come un Mediterraneo dell’era moderna. La storia di questo spazio viene divisa in due parti; nella prima in cui prevale l’egemonia spagnola, nella seconda l’espandersi delle potenze di Inghilterra, Francia e Olanda. I regni iberici apportarono un importante contributo allo sviluppo marittimo sia durante l’età delle scoperte con le esplorazioni e le colonizzazioni da parte della Spagna e del Portogallo. Il commercio iberico riguarda principalmente le esportazioni di argento e oro ma anche di alcune produzioni agricole come Canada zucchero e pellame. Queste merci seguivano un percorso preciso chiamato la carriera di indios. Inizialmente gli spagnoli avevano l’egemonia nel commercio tra lo spazio Atlantico e Mediterraneo poiché vi era la carriera di indios l’unica rotta permessa, dove gli spagnoli si ricavano in America prendevano la merce e la portavano in Spagna dove poi veniva smistata e commerciata con le varie potenze europee. Possiamo affermare quindi che le chiavi del commercio inizio 500 li avevano decisamente gli spagnoli, cosa che successivamente cambierà quando non si parlerà più di commercio iberico ma di doppia Atlantico con le potenze Inghilterra Francia e Olanda. ESPANSIONE OLANDESE- COMPAGNIE MERCANTILI La colonizzazione olandese si presentò diversa rispetto alla colonizzazione francese e inglese. Nel 1609 per conto della compagnia olandese delle Indie occidentali Harry Hudson risalì un vasto fiume sulla costa dell’America settentrionale che prese successivamente il suo nome. Lungo questo fiume presero vita alcuni insediamenti, come Fort Orange nel 1629; tre anni dopo Peter Minuit figlio di protestanti cacciati dalle Fiandre acquista l’isola di Manhattan e la ribattezza con il nome di nuova Amsterdam assistendo così al primo insediamento olandese. In questa fase iniziale del popolamento dello spazio Atlantico l’Olanda e l’Inghilterra si scontrarono in un lungo conflitto questo perché avevano gli stessi interessi indirizzati principalmente al ridimensionamento della potenza spagnola. Nel XVII secolo l’Olanda si dimostrò però superiore alla Gran Bretagna l’Olanda era principalmente interessata al commercio delle spezie così tra la fine del 500 alcune compagnie commerciali raggiungere l’India e il Giappone. Nel 1602 le compagnie concorrenti si unirono in una sola la compagnia olandese delle Indie orientali che esercitò per vent’anni il monopolio del commercio olandese tra il capo di buona speranza e la rotta di Magellano. L’ideologia olandese era quella del mare Liberum con il quale si afferma che il mare libero e che di conseguenza la navigazione il commercio non possono subire limitazioni. La marina olandese si impone come la più aggressiva e dinamica e se infatti diventa la protagonista dell’economia schiavista; la corona olandese infatti riuscì ad assicurarsi il monopolio della tratta schiavista. Il loro dominio del mare libero permette di aggirare la corona spagnola diventando i veri protagonisti del commercio Atlantico fino agli anni 50 del XVII secolo. In questi decenni nascono le compagnie delle Indie occidentali olandese e inglesi e più tardi francese si tratta di società che raccolgono capitali privati statali per organizzare flotte mercantili a cui viene concesso il monopolio di determinati prodotti con la nascita delle compagnie commerciali si sostituisce l’iniziativa dei pirati e dei contrabbandieri Gli Stati nord europei cominciano a sostenere le attività delle rispettive compagnie per guadagnarsi stabili posizioni nei Caraibi. Alla metà del XVII secolo gli olandesi si sostituirono a tutti gli effetti i portoghesi sia sulla costa dell’Africa orientale sia sulle coste dell’India. Inoltre l’Olanda offrì un modello di penetrazione economica affidata a compagnie di commercio nati ad Amsterdam la Boc ovvero la compagnia riunita delle Indie orientali sviluppò una conoscenza molto precisa della navigazione di Mario Orientale de Mari asiatici. La East India Company decise di rinunciare all’espansione e a ritagliarsi una posizione più tranquilla in India dove furono gli inglesi a trovare fortuna grazie soprattutto alla produzione delle cotonate indiane e il tè di cui ben presto ottennero il monopolio. Anche la Francia utilizzo una compagnia commerciale la compagnia delle Indie orientali che però differiva da quella inglese Dora Nese in quanto il suo capitale era stato costituito con una sottoscrizione nella quale anche il re aveva partecipato con una somma importante, la maggior parte del denaro Fo tenuta grazie alla sollecitazione della borghesia finanziaria da parte del governo la Francia in questo modo attuava il suo piano di espansione in modo indiretto servendosi del controllo diretto di una compagnia privata. GUERRE DI CORSA- ELISABETTA 1- FILIPPO 2 Nel 1521 tra le Azzorre e la Spagna, il corsaro francese Fleury si impadronisce di 3 navi spagnole che trasportavano e il 'tesoro di Montezuma', frutto della conquista spagnola del Messico. Si era nel pieno del conflitto tra Francia e Spagna per il predominio in Italia e Fleury agiva grazie alle patenti di corsa, rilasciate da Francesco I re di Francia. Alla metà del 500 l'Atlantico è un'area di commercio internazionale, di guerre di corsa autorizzate e finanziate da potenze europee. Con Elisabetta I la pirateria inglese diventa la protagonista di un conflitto contro la Spagna. Elisabetta inizialmente evita gli scontri aperti, poi capisce che questa guerra può essere utile per far guadagnare all'Inghilterra un ruolo di primo piano nella modernità. Lo scontro tra Elisabetta I e Filippo II è dovuto a cause commerciali religiose dinastiche la guerra tra i due sovrani fu in primo luogo in pista poiché a partire dal 1570 la pirateria inglese guidata da Francis Drake inizia ad attaccare i cargo spagnoli nell’Atlantico che provenienti dalle Americhe erano ricchi di oro e argento. Questa lotta era autorizzata dalla regina attraverso delle lettere di corsa, un documento emesso da un governo di uno Stato nazionale che autorizzava il titolare ad attaccare e catturare i vascelli di uno Stato in guerra con l’emissario del documento. Per questo il conflitto viene chiamato guerra di corsa ma ufficialmente era una guerra non dichiarata alla Spagna. Ad un certo punto però le cose si complicano perché Filippo II si rende conto che l’unica potenza in grado di contrastare la Spagna . Tutto si complica per la regina inglese quando la cugina Maria Stuart nel tentativo di ripristinare il cattolicesimo si trova contro la chiesa presbiteriana la cui reazione costringe Maria a dover fuggire e a chiedere aiuto a Elisabetta che però non può fare altro che rilegarla in un castello. Maria essendo una possibile erede al trono inglese per di più cattolica avrebbe potuto rivendicare le sue aspirazioni sostenute dal Papa e dallo stesso Filippo I, che nel tentativo di ripristinare il cattolicesimo in Inghilterra inviarono sicari e agenti segreti per ordire complotti contro Elisabetta. A questo punto Maria essendo il centro di tutto, fu messa sotto controllo e quando da alcune lettere sequestrate si venne a sapere che era in contatto con i cospiratori della regina venne condannata alla decapitazione che avvenne nel 1587.Quando la notizia della morte della regina di Scozia giunse in Spagna Filippo II non poté fare altro che scatenare la guerra contro l’Inghilterra in modo esplicito, formando l’invincibile armata, una flotta costituita da nuove navi e dotata di una gittata corta che richiedeva l’avvicinamento dei nemici per sferrare l’attacco. Secondo filippo questo avrebbe sconfitto gli inglesi, che guidati da drake contrapposero una strategia volta a sfruttare la maggior gittata dei loro cannoni e soprattutto la maggiore agilità e velocità delle navi inglesi. lo scontro avvenne nella manica e proprio gli inglesi ebbero la meglio sorprendendo le aspettative dello stesso Filippo che sicuro di vincere aveva già disposto in Olanda un contingente di uomini pronti per invadere via terra l’Inghilterra. Dopo questa sconfitta gli spagnoli si ritirarono e Elisabetta riuscì a governare poi fino al 1603 anno della sua morte. MERCANTILISMO E COLBERT Uno dei personaggi che più ha contribuito all’affermazione e all’applicazione pratica del mercantilismo nella seconda metà del 1600 fu Jean Baptiste Colbert, ministro delle finanze del re sole Luigi V. Le politiche messe in campo da Colbert diedero un tale impulso al settore manufatturiero francese della seconda metà del XVII secolo che tutt’oggi si parla di Colbert Ismo quando si intendono misure rivolte a favorire il settore industriale. Il mercantilismo fu la politica economica prevalente in Europa dal 16º al XVII secolo basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. RESTAURAZIONE L’età della restaurazione fa riferimento al periodo compreso tra il congresso di Vienna e i moti rivoluzionari del 1830-31. Tra il 1814 e il 1815 le quattro potenze che avevano sconfitto Napoleone Bonaparte si riunirono nel congresso di Vienna per ricostruire l’ansia in regime ovvero il vecchio sistema politico di impostazione ancora feudale precedente alla rivoluzione francese e inaugurarono l’età della restaurazione. La restaurazione doveva comportare il ritorno dei legittimi sovrani al trono, una stretta collaborazione tra chiesa e Stato e un’alleanza tra i vari Stati che si dichiaravano disposti a intervenire in aiuto degli altri per contrastare ed eliminare ogni minaccia dell’ordine costituito; la cosiddetta Santa alleanza siglata il 26 settembre 1815 per iniziativa di Alessandro I Romanov, tra Russia, Austria e Prussia a cui aderirono in seguito tutti gli Stati europei tranne la Gran Bretagna e lo Stato pontificio. Con il ritorno dell’assolutismo voluto dalla restaurazione, i giovani europei si riunirono in sette segrete costituite da intellettuali, studenti e militari: furono loro i protagonisti delle rivoluzioni degli anni 1820. Quest’ondata rivoluzionaria del 1820-21 parti dalla Spagna con la ribellione a Cadice di alcuni reparti militari; il re fu costretto a concedere la costituzione ma il nuovo regime non ci sia consolidarsi. Successivamente ci furono dei moti anche nel regno delle due Sicilie e in Piemonte. E rivoluzioni del 1820-21 suscitarono l’allarme dei conservatori di Europa; nel 1821 gli austriaci posero fine alla rivoluzione napoletana e anche la rivoluzione spagnola fu schiacciata - L’impero spagnolo si presentava come una struttura governata direttamente dal centro attraverso una serie di istituzioni periferiche dello Stato che dal Viceré giungevano fino al controllo della comunità reali. Questa struttura rendeva omogeneo un territorio assai esteso, che occupava gran parte dell’America Meridionale e Centrale, il Messico e gran parte dell’arcipelago caraibico. Dopo varie esplorazioni, l’impero spagnolo occupa la Florida, la California, e tutti questi stati fino degli attuali USA che si trovano sul confine messicano. Tutto ciò viene denominato Nuova Spagna. Nell’impero spagnolo il vertice della piramide sociale, era rappresentato dal ceto dei grandi funzionari imperiali che erano gli amministratori delle finanze e governatori, che insieme al Viceré, avendo una carica molto lunga, venivano sottoposti a continui controlli da parte della Corona. Al centro della società coloniale si trovava la popolazione Creola, di sangue e discendenza spagnola, ma nata in America. Essi non sono altro che piccoli e medi proprietari terrieri. Assai più numerosi erano i meticci, cioè discendenti dall’unione di spagnoli e indios. Il sangue misto impediva loro di aspirare al potere, infatti li troviamo nei ruoli di piccoli bottegai o di contadini. Alla base vi erano gli indios ai quali spettavano i lavori più pesanti, come la lavorazione della terra. In realtà, la loro condizione di vita non li rendeva così diversi dalla popolazione schiava di origine africana. - Il modello inglese , è il risultato del processo di popolamento del subcontinente nordamericano, che avviene con modalità totalmente diverse da quelle che si verificano nell’America imperiale spagnola. All’inizio la colonizzazione inglese dell’America del nord è un vero e proprio fallimento, la situazione cambia solo negli anni intorno al 1630 quando cominciano ad operare le nuove compagnie mercantili e con l’inizio dell’emigrazione di gruppi e di singoli individui il cui obiettivo è quello di stabilirsi nel nuovo continente. Questi due fattori si intrecciano con la grande migrazione, nasce la compagnia della baia del Massachusetts, con l’obiettivo di favorire l’emigrazione. Questo portò ad un aumento dei coloni e quindi alla creazione dei primi centri urbani. Il centro politico e amministrativo della colonia era rappresentato dal General Court, il consiglio al quale avevano diritto di partecipare tutti i capi di famiglia, che nominavano a loro volta il governatore e gli assistenti del governatore. Per fondare una città occorreva chiedere al Generale Court la cessione del terreno. Tutto ciò generò contrasto tra i fondatori e i nuovi arrivati e obbligò il Generale Court una migliore regolamentazione. Si giunse all’approvazione delle Laws and Liberties, il primo documento che provava ad equilibrare le norme generali derivanti dal diritto inglese con le esigenze delle nuove comunità. Il modello inglese incontra una resistenza da parte dei nativi americani, ossia gli indiani, organizzati in forme tribali e con un concetto della terra come proprietà collettiva ereditaria e trasmessa alle generazioni successive, che favorisce l’acquisizione dei terreni da parte degli Europei, e l’allontanamento degli indiani, che da inizio a fenomeni di annientamento delle loro comunità da parte degli Europei. Alla fine del XVII secolo, il popolamento si presenta organizzato in 13 colonie, indipendenti della madrepatria inglese, che costituiscono il nucleo fondativo di ciò che saranno più tardi gli Stati Uniti d’America. Nella gerarchia sociale, il vertice era rappresentato dai primi fondatori, poi troviamo i piccoli proprietari terrieri e gli artigiani, e ancora più in basso i lavoratori salariati. Molto importante è la differenza delle colture tra la costa atlantica settentrionale (Nuova Inghilterra), e la costa atlantica meridionale (Virginia e Carolina) che vanno a creare quelle che vengono dette “le due Americhe”. Le prime vivono di un’agricoltura basata sulla produzione di cereali e del commercio di pellicce. Le seconde scoprono che il clima è molto favorevole alla coltivazione intensiva del tabacco, attraverso la sua monocoltura produce forme di proprietà molto vaste, veri e propri latifondi, questo però provoca anche una rapida e massiccia utilizzazione di schiavi africani. Tra la fine del 600 e l’inizio del 700, anche i francesi riprendono la loro colonizzazione in America partendo com’era già accaduto con l’esplorazione del Canada, partendo da due principali vettori: uomini di commercio (mercanti, avventurieri, esploratori) e uomini religiosi (gesuiti). Provenendo dal Canada e risalendo i fiumi, i francesi giunsero nella zona dei cosiddetti “grandi laghi” da dove origina il corso del Mississippi. Da questo territorio abitato da tribù indiane, i mercanti francesi seguono due principali linee di penetrazione. Da un lato l’esplorazione del lago Michigan, dall’altro lato la navigazione lungo il Mississippi. Il primo ad avventurarsi in questa esplorazione fu Jolliet, cui impresa era stata voluta e sostenuta da Talon, primo intendente della colonia francese in Canada, chiamata la Nuova Francia. Talon iniziava a comprendere che una grande potenza, qual era la Francia, sarebbe stata rafforzata sullo scenario europeo da un’accresciuta presenza nella scena mondiale, Talon ebbe sin dall’inizio l’appoggio del ministro Colbert Il governatore era l’autorità più elevata della colonia, veniva nominato direttamente, e a lui spettava il comando dell’esercito e la rappresentanza diplomatica. Vi era l’intendente, ossia il responsabile della gestione dei fondi assegnati ogni anno dal re alla colonia. Infine, esisteva un consiglio che aveva competenze nell’attività mercantili, composto dal governatore, vescovo e 5 consiglieri da loro eletti. Negli stessi anni la Francia è in guerra con l’olanda, e avendo preso il controllo delle rotte marittime di quest’ultima, il popolamento delle colonie passa in secondo piano; infatti, i francesi puntano sul commercio marittimo, al punto che fu creata nel 1664 La Compagnia delle Indie occidentali francesi e nel 1665 La Compagnia delle Indie orientali. I territori coloniali, trovandosi al di là dell’atlantico vengono chiamati rispettivamente nuova Spagna, nuova Inghilterra e nuova Francia. Questo nuovo spazio venutosi a creare fa nascere delle rivalità tra queste 3 grandi potenze, soprattutto per quanto riguarda le Antille. Gli spagnoli che furono i primi ad arrivare nelle Antille le avevano abbandonate preferendo valorizzare le due isole principali: Cuba e Haiti. Olandesi, francesi e inglesi si impadronirono dell’arcipelago. Qui vi si insediarono piccoli e medi proprietari dediti alla coltivazione di tabacco. La svolta si ha con la coltivazione della canna da zucchero, dove maggior produttrice nelle Antille britanniche era la Giamaica che vide duplicarsi le sue esportazioni. Con l’eccesso di produzione la canna da zucchero va a ribasso e quindi comincia a diffondersi anche la coltivazione estensiva del caffè, a cui si aggiunsero il cotone e l’indaco. Il boom di questi prodotti genera una crescita rapidissima del traffico di schiavi dall’Africa per far fronte alla richiesta di manodopera a basso costo. Ed è in questa fase che raggiunge la sua massima efficacia il cosiddetto Commercio triangolare, le navi europee caricavano gli schiavi sulle coste dell’Africa occidentale, successivamente si dirigevano verso le Antille dove scambiavano gli schiavi con prodotti delle colonie, ed infine ritornavano in patria per collocare i prodotti sul mercato europeo. Nella tratta schiavista si verifica un importante novità, quando con il trattato di Utrecht del 1713, la Spagna concede all’Inghilterra un diritto trentennale di asiento de negros, cioè di fornitura di un certo numero di schiavi. Ad esso aggiunge la concessione di un navìo de permiso, ossia il diritto di inviare una volta all’anno un “vascello di permissione” a Porto Bello, dove avrebbe potuto caricare qualsiasi tipo di merce in totale libertà. Da questo momento l’Inghilterra diventa la nazione leader del commercio degli schiavi superando il Portogallo. In questo periodo l’Inghilterra, approfittando della debilità della spagna, dovuta alla guerra di successione, per ampliarsi, aumenta il contrabbando, che determinò una condizione di conflitto tra le due potenze in cui da una parte gli inglesi si muovono ai margini della legalità, dall’altra parte gli spagnoli rendevano più rigorosi, aggressivi i controlli delle merci sulle navi britanniche. L’accumularsi delle tensioni portò ad un conflitto aperto. Nel 1739 scoppiò la guerra anglo-spagnola, nota come “guerra dell’orecchio di Jenkins”, a causa della mutilazione subita dal capitano inglese durante un’ispezione sul carico della nave. Il conflitto andò esaurendosi nei suoi più tipici aspetti militari e si ritornò, in una forma più aggressiva, a quella guerra di contrabbando destinata a non finire mai e a sfociare successivamente nella Guerra dei Sette anni. L’Inghilterra si rende conto però che la sua principale rivale non è la spagna, ma la Francia, per quanto riguarda il commercio della canna da zucchero, di cui i francesi sono i maggior produttori. Ciò che fa scatenare il malcontento degli inglesi, è che le stesse colonie inglesi, preferiscono comprare dalle Antille francesi i materiali che vengono venduti ad un costo piu basso. La guerra tra le due potenze scoppia nel 1744, ma si esaurisce con la fine del conflitto in Europa nel 1748. Possiamo affermare però che nessuno aspetto dei problemi commerciali che l’avevano sollevata fu risolto, bensì solo rinviato. SCHIAVISMO E TRATTA DEGLI SCHIAVI- COMMERCIO TRIANGOLARE Il commercio dell’Africa Subsahariana era in direzione del Mediterraneo in cui i prodotti principali di scambio sono il sale e loro, il sale essendo un prodotto che scarseggiava molto in Africa divenne un vero e proprio bene prezioso al pari dell’oro che rimase per tutta l’età moderna la moneta di riferimento. Grazie portoghesi si apre una via mercantile via mare che rese le coste dell’Africa occidentale un punto di passaggio per circumnavigare il continente giungendo in Asia e punto di raccolta delle merci diretti verso le Americhe. In America con l’aumento di colture di zucchero e di caffè nasce anche il bisogno di una maggiore manodopera a basso costo, motivo per il quale nasce una nuova merce, gli schiavi e la cosiddetta tratta degli schiavi che nel seicento, era in mano totalmente agli olandesi per poi essere sostituiti nel 700 e nell’800 prima dei francesi e poi dagli inglesi; anche la Danimarca, proprietaria di piantagioni nelle Antille prese parte alla tratta. Le loro rotte costituirono il cosiddetto commercio triangolare in cui l’elemento principale fu la domanda europea di zucchero, cotone e altri prodotti di piantagione. Il percorso si sviluppava in tre tappe; la prima e quando le lavi lasciavano i porti dell’Europa alla volta dell’Africa con beni e mercanzie utili all’acquisto degli schiavi, la seconda tappa riguardava il carico degli schiavi lungo le coste dell’Africa per poi arrivare in Brasile o ai Caraibi dove gli schiavi finivano a lavorare nelle piantagioni ed infine l’ultima tratta e quella dall’America le navi salpavano verso l’Europa riportando i prodotti di piantagione. E la tratta schiavista si verificò un’importante novità con il trattato di Utrecht nel 1613 attraverso il quale la Spagna concedeva all’Inghilterra un diritto trentennale di fornitura di un certo numero di schiavi facendola diventare nazione leader del commercio degli schiavi. Tra il 18º e XIX secolo le relazioni tra Africa Europa erano legate unicamente la tratta degli schiavi mentre nei primi decenni del XIX secolo gli Stati Uniti divennero il paese principale per la manodopera schiavista; in Europa nacque un movimento contrario al commercio degli schiavi e nel 1807 il parlamento inglese dichiarò illegale il traffico degli schiavi lo stesso avvenne in Francia dove però fu ripristinato con Napoleone. Con il congresso di Vienna del 1815 si affermò ufficialmente la volontà di tutte le nazioni di interrompere la tratta ma nonostante ciò il traffico continuava in maniera illegale. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti questi ultimi si erano diffusi in maniera totalmente diversa tra il sud e Nord infatti il sud era rimasto ad un’economia prevalentemente agricola e nella quale appunto venivano utilizzati gli schiavi mentre il Nord invece si era industrializzato e aveva proibito il sistema schiavista. I free soilers ovvero gli agricoltori nordisti erano oppositori del lavoro schiavista e volevano eliminare questo sistema e aprire una società fondata sul lavoro libero, con l’aumento di movimenti antischiavisti al Nord i cittadini del sud temevano che la colonna portante della loro economia quindi l’ausilio degli schiavi fosse in pericolo e nel 1860 dopo una campagna elettorale incentrata su la volontà di abolire la schiavitù Abram Lincoln diventò il primo presidente repubblicano degli Stati Uniti. Il sud dell’America non volendo rinunciare al sistema schiavista formò una confederazione e organizzarono una secessione degli Stati Uniti d’America attaccando un esercito dell’unione dando inizio ad una guerra civile la guerra civile durò circa quattro anni fino al 1865 quando la confederazione del sud si arrese e generale Lee firmò la resa all’unione. PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE Con la morte di Elisabetta I in mancanza di eredi salì al trono d’Inghilterra Giacomo I Stuart figlio di Maria Stuart il re di Scozia. Giacomo I seguì una politica di forte accentramento monarchico basato sulla riaffermazione dell’autorità della chiesa anglicana, l’intensificarsi della tassazione e sulla privazione di Con il direttorio che è il nuovo governo, inizia un periodo in cui la Francia si ristabilizza e stipula una pace con appunto le principali potenze (Prussia e Spagna). Tutto cambia quando l'esercito francese sferra l'attacco all'Austria con la prima campagna d'Italia in cui si mise in luce il generale Napoleone Bonaparte. Questa campagna militare si muoveva su due fronti verso la Germania passando sul reno, e sulle alpi in direzione dell’Italia. Le truppe francesi sconfissero gli austriaci e gli alleati piemontesi, entrando a Milano. L’entrata di napoleone a Milano, prosegui raggiungendo Roma e poi Venezia, aprendo una stagione di rivoluzione, sconvolgendo la penisola. Con la pace di Campoformio del 17 ottobre 1797, la Francia e l’Austria concordano una pace, in cui alla Francia tocca la Lombardia e Belgio, mentre agli austriaci Venezia, ischia e Dalmazia. Grazie ai successi militari, la popolarità di Bonaparte crebbe, egli seppe sfruttare abilmente le possibilità che la Francia possa rivoluzionare, offriva un giovane capace, brillante e ambizioso tra i principi della rivoluzione, infatti, c'era quello che chiunque, se meritevole, poteva fare carriera anche nell'esercito. Questo iniziò a suscitare preoccupazioni in seno al direttorio che per tenerlo lontano dalla Francia, ne appoggiò il progetto di attaccare l'Egitto per colpire gli interessi britannici. La politica di Napoleone è strettamente legata alle campagne militari che condusse. Sconfitti gli austriaci, L'unica altra grande potenza a minacciare la Francia era la Gran Bretagna. Era impensabile attaccarla via male, perché nessuna flotta poteva competere con quella britannica. Napoleone lavoro, dunque, una strategia inedita e rischiosa: colpire economicamente la rivale conquistando l’Egitto, all'epoca provincia dell'impero ottomano e snodo cruciale nei traffici britannici da e verso l'india. Tuttavia, la spedizione fu un fallimento, la flotta francese fu distrutta dall’ammiraglio Nelson. Nel 1800 Napoleone iniziò una seconda campagna in Italia. Egli era consapevole che per consolidare il proprio potere all'interno della Francia, per prima cosa avrebbe dovuto sconfiggere definitivamente le potenze straniere ostili: gli austriaci furono battuti nuovamente nella battaglia di Marengo e nel 1801 firmarono la pace di lunéville, dove accettano il predominio francese in Italia. Intatto napoleone era riuscito a siglare anche una pace con l’Inghilterra, che si ritirò dal conflitto, firmando la pace di Amiens nel 1802, anno in cui Bonaparte divenne primo console a vita, ma già due anni dopo trasformò il consolato in un impero, varando una nuova Costituzione che venne ratificata da un Plebiscito popolare nel 1804 si incoronò imperatore dei francesi. Contro la Gran Bretagna nel 1806 Napoleone pose inutilmente il blocco continentale, impedendogli il commercio con gli europei. Napoleone invade poi la spagna, che si oppone al blocco, e pone sul trono suo fratello Giuseppe, ma la Spagna si rifiuta e inizia un nuovo conflitto. Anche il portogallo si oppone alla creazione di questo blocco, e viene invaso. Napoleone invade anche lo stato pontificio, in quanto anche quest’ultimo si era opposto alla creazione del blocco. Dopo questo gesto, Napoleone viene scomunicato. Il blocco continentale stava indebolendo l’economia inglese, ma favorì la creazione di proteste nel mondo mercantile europeo. Napoleone sempre per imporre il blocco continentale, decise di attaccare la Russia infrangendo gli accordi di tilsit del 1807. La spedizione si risolse in un disastro durante la ritirata, la grande armée perse moltissimi uomini. Le potenze avversarie capirono che Napoleone non era più invincibile e si polarizzano per sconfiggerlo nella battaglia di Lipsia nel 1813 per Bonaparte fu l'inizio della fine: l'anno successivo fu costretto ad abdicare e fu confinato all'isola d'Elba. Dopo la sconfitta di Napoleone, si riunisce il congresso di Vienna: un congresso diplomatico tenutosi a Vienna tra il 1814 e il 1815, cui obiettivo era quello di ristabilire l’ordine nel panorama europeo, dopo la sconfitta di napoleone. Le potenze vincitrici (Inghilterra, Prussia, Russia, Austria) hanno il compito di ridisegnare politicamente l’Europa, restaurando i vecchi sistemi politici aboliti da Bonaparte. Mentre in Europa si cerca di ristabilire l'ordine, Bonaparte, fuggito dall'isola d'Elba nel febbraio di 1815 riprende, il potere a Parigi. Questo periodo è conosciuto come i 100 giorni di napoleone che vanno dall’entrata a Parigi fino alla sconfitta definitiva del 18 giugno a Waterloo. Sconfitto definitivamente viene mandato in esilio a sant’Elena, dove muore il 5 maggio del 1821. Il congresso di Vienna è un congresso diplomatico tenutosi a Vienna tra il 1814 e il 1815, cui obiettivo era quello di ristabilire l’ordine nel panorama europeo, dopo la sconfitta di napoleone. Le potenze vincitrici (inghilterra, prussia,russia,austria e anche la Francia che riesce ad inserirsi tra queste grazie al suo delegato, il principe di talleyrand, ottimo politico) hanno il compito di ridisegnare politicamente l’Europa, restaurando i vecchi sistemi politici aboliti da Bonaparte. Le decisioni furono prese in base ai principi di equilibrio e legittimità, per combattere il liberalismo in nome della religione cristiana. Austria, Prussia e Russia stipularono la Santa Alleanza dal punto di vista territoriale, la Francia vide ripristinati i confini del 1792 e tutti intorno vennero consolidati una serie di Stati cuscinetto. Russia, Prussia, Austria, ebbero compensazioni territoriali che in Italia portarono alla nascita nel Regno Lombardo-Veneto. Furono restaurate le antiche monarchie, lo Stato della Chiesa, resto assoggettato al potere del Papa. Dal punto di vista politico, molti regni tornarono all'assolutismo. Questo periodo si riconosce con il termine di restaurazione, che viene usato per far riferimento al ripristino dell'assetto geopolitico, sconvolto dalla Rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche, oltre che al periodo della storia europea compreso fra il 1815 e il 1830. Vo nell'età della restaurazione il romanticismo si diffuse in Europa, oltre a configurarsi come una corrente artistica, letteraria e filosofica, e romanticismo ebbe anche un'enorme portata politica, poiché forni, spunti di ispirazione a tutti i movimenti politici attivi nell'Ottocento. In quegli anni emerse una nuova idea di nazione, intesa come comunità naturale indissolubile, che avrebbe dovuto unire chi condivideva la stessa lingua e cultura e che avrebbe costituito il fondamento di ogni organizzazione sociale e politica. Gli oppositori della restaurazione e in particolare gli affiliati alle società segrete, tentarono la via della rivolta per ottenere riforme costituzionali già fra il 1820 e il 1821: Prima in Spagna, poi nel Regno delle due Sicilie, infine in Piemonte. I 100 GIORNI DALL’ALBA A SANT’ELENA Il Trattato di Fontainebleau era un accordo stipulato a Fontainebleau, in Francia, l'11 aprile 1814 tra Napoleone e i rappresentanti di Austria, Russia e Prussia. Il trattato fu firmato a Parigi, e determinò la sconfitta definitiva di napoleone. Da questo momento inizia il viaggio di Napoleone che, accompagnato raggiunge l'isola d'Elba. Durante questo viaggio si può vedere le due reazioni del popolo che fino a Lione lo esalta, ma poi, napoleone deve camuffarsi per non essere riconosciuto in quanto le vengono fatte minacce di morte e assalti. Il viaggio termina il 4 maggio del 1814, quando accompagnato da una nave inglese, napoleone giunge a Portoferraio sull’isola d’Elba. Giunto all'Elba, Napoleone si sente di comandare e governare su quest'isola, infatti, impartisce la riorganizzazione dell'amministrazione, la riorganizzazione dell'esercito e delle vie di comunicazione. Qui Bonaparte dispone della Villa dei Mulini e di una casa in campagna, che cerca di rendere degne di un imperatore, ma le risorse che ci sono sull'isola sono poche e questo non le riesce. Sull'isola Napoleone fa corrispondenza con la moglie, con la madre e con la sorella; infatti, viene raggiunto da queste ultime mentre si trova all’Elba per un aiuto economico. È attraverso le lettere, sia chiare che criptaste, scambiate con la madre e la sorella, che si costruisce una rete napoleonica da cui egli trae informazioni sulle vicende della patria, che alimentano in Bonaparte il desiderio di evadere. L’evasione si inizia a preparare nel momento esatto in cui da una lettera capisce che la Francia sta vivendo un periodo di instabilità e che la notizia che, proprio a Vienna si proponesse di allontanarlo dall’isola d’Elba, ritenuta da alcuni troppo vicina al continente. Nel Febbraio del 1815 una sua spia lo avverte di un possibile spostamento immediato a sant'elena, e così Napoleone, domenica 26 febbraio 1815, s’imbarcò su una piccola nave denominata Inconstant, allontanatosi dall’Isola d’Elba, sbarcò il 1° marzo nel golfo di Juan, accompagnato da un piccolo esercito di poco più di un migliaio di uomini. Da qui inizierà la marcia di risalita della Francia, entrata nella leggenda napoleonica come "il volo dell'Aquila", dalla chiusura del proclama rivolto da Napoleone ai soldati francesi subito dopo lo sbarco: "L'aquila con i colori nazionali volerà di campanile in campanile, fino a posarsi sulle torri di Notre-Dame". Per arrivare in Francia percorrono la cosiddetta route Napoleon, ossia la strada attraverso le Alpi, per evitare il percorso più esposto della Provenza. Il 5 marzo arriva a Parigi la notizia della fuga di Napoleone, ma per tranquillizzare la popolazione la notizia viene sottovalutata, ma il re mette in difesa la città di Grenoble che posta al confine con le Alpi, ma soldati e cittadini la buttano giù per accogliere l'imperatore 7 Marzo. Dal 7 marzo la notizia dello sbarco di Napoleone si diffonde a livello europeo e per questo si cerca di bloccare l'imperatore, Luigi XVIII ordinò al maresciallo Ney, l’eroe di tante campagne napoleoniche, di muovere contro Napoleone e di fermarlo. Ney acconsentì, ma quando Ney incontrò il suo imperatore, scordando le promesse fatte, passò dalla sua parte. Il 19 Marzo Napoleone entrò a Parigi, mentre il re e la sua corte fuggivano. Il nuovo governo napoleonico venne formato alla fine di marzo. Tutti sono convinti che togliendo i Borbone dal trono con Napoleone si sarebbe ritornati alle origini del processo rivoluzionario. Napoleone, per tagliare ogni rapporto con il passato senza ripresentarsi nella vecchia veste di autocrate, decise di presentare una nuova Costituzione, di cui si elaborarono molte bozze, e che fu promulgata il 22 aprile 1815 a Campo di Marte, per l'occasione ribattezzato da Napoleone "Campo di Maggio". La costituzione approvata rimase così sostanzialmente la stessa adottata l'anno precedente sotto Luigi XVIII, sotto forma di "Atto addizionale", che venne presentato, nella premessa, come un ulteriore perfezionamento delle forme costituzionali già adottate in Francia fin dal tempo della Rivoluzione. Erano previste una Camera dei Pari, i cui membri erano scelti da Napoleone, e una Camera dei Rappresentanti, eletti dai sudditi francesi maschi e rappresentanti degli industriali. Con l'atto addizionale, Napoleone non ottiene quella concordia nazionale, il re di Napoli Murat invade la Francia, impedendo un negoziato con le maggiori potenze europee. Il 26 Aprile, con la dichiarazione al popolo francese firmata da Wellington, si dà avvertimento di una minaccia d’invasione militare della Francia e si fa anche un appello ai francesi, ai quali si dà la possibilità di tornare sotto i Borbone. È proprio qui che si ha il culmine dei cento giorni, espressione che indica il periodo compreso tra il ritorno di Napoleone Bonaparte a Parigi (20 marzo 1815) dall’esilio all’isola d’Elba e la restaurazione della dinastia dei Borbone sotto re Luigi XVIII (8 luglio 1815). Il 25 marzo Inghilterra, Russia, Austria e Prussia diedero vita alla Settima coalizione, a cui in seguito si unirono quasi tutti gli Stati d’Europa, con l’intento di sconfiggere definitivamente Napoleone. La settima coalizione si armò contro i francesi. Ogni tentativo di mediazione fu respinto e a Napoleone non restò che tentare di evitare l’accerchiamento della Francia con un fulmineo attacco preventivo, così l’8 aprile 1815 ordinò la mobilitazione generale. A Napoleone si prospettarono due possibilità: 1. una tattica difensiva, preparandosi a difendersi su due fronti; 2. attaccare immediatamente le forze alleate in Olanda, pur in condizioni di inferiorità numerica, cercando di incunearsi tra i due eserciti e sconfiggendoli separatamente. Napoleone e il suo Stato maggiore scelsero questa seconda opzione. L’imperatore sperava di poter infliggere una rapida e schiacciante sconfitta agli eserciti nemici colti di sorpresa in Belgio. Con una vittoria di prestigio avrebbe ridato fiducia ai Francesi e forse scosso la solidarietà tra i coalizzati, guadagnandosi, inoltre, l’appoggio della popolazione belga. Il 16 giugno l’Armata francese colse due vittorie negli scontri di Quatre-Bras e Ligny ma il 18 giugno 1815 Napoleone fu sconfitto nella decisiva battaglia di Waterloo. La battaglia di Waterloo si svolse il 18 giugno 1815 fra le truppe di Napoleone e gli eserciti britannico di Wellingtin e prussiano La battaglia in realtà ebbe luogo nel territorio del villaggio di Mont-Saint-Jean, situato alcuni chilometri a sud della cittadina di Waterloo, nella quale si trovava il quartier generale del Duca di Wellington. Due giorni prima di Waterloo i Francesi avevano sconfitto i Prussiani nella battaglia di Ligny, ma Wellington, informato che il generale Blücher era riuscito a riorganizzare il suo esercito e si accingeva a marciare in suo aiuto, decise di affrontare le truppe di Napoleone. Il generale britannico schierò i suoi uomini in difesa lungo la scarpata di Mont-Saint-Jean, confidando nell’arrivo dei Prussiani. Napoleone sferrò una serie di sanguinosi attacchi contro le linee britanniche e nel Nel 1793 Russia e Prussia occuparono altri territori. Infine, nel 1795, si verificò la terza e definitiva spartizione, a opera di Russia, Prussia e Austria. Uno Stato polacco libero e indipendente sarebbe rinato solamente nel 1918, al termine della Prima guerra mondiale. CONGRESSO DI BERLINO Il Congresso di Berlino ebbe luogo nella capitale tedesca, durò un intero mese, a promuoverlo fu l’Austria, che lo propose alle altre potenze europee con lo scopo di rettificare il Trattato di Pace di Santo Stefano con cui la Russia, dopo aver sconfitto la Turchia nella Guerra russo-turca del 1877-1978, aveva accresciuto il proprio potere nei Balcani. Con il Congresso di Berlino i successi russi vennero ridimensionati: Romania, Serbia, Montenegro e Bulgaria restarono indipendenti, la Bosnia-Erzegovina venne affidata all’Austria, Cipro passò nelle mani della Gran Bretagna e la Russia dovette accontentarsi della Bessarabia. Questi nuovi negoziati furono poco graditi dai russi e incrinarono il rapporto con le altre potenze. TANZIMAT Tanzimat indica il complesso delle riforme avviato nel XIX secolo nell’impero ottomano, fu un periodo di riorganizzazione e di riforme sul modello francese. Questo progetto fu lanciato con il tentativo di combattere il lento declino dell’impero. UNIFICAZIONE ITALIANA E TEDESCA (MOTI DEL 48) I moti del 48 furono un'ondata di insurrezioni contro i regimi assolutisti rinati con la restaurazione che sconvolsero l'Europa continentale; sono anche conosciuti come primavera dei popoli proprio a significare la rinascita dei popoli, che vogliono costruire la propria nazione indipendente. Il 1848 Fu caratterizzato da moti rivoluzionari le cui cause furono in Francia la rivoluzione, in Italia e in Germania il desiderio di unificazione della nazione e nell'Impero asburgico le rivendicazioni etnico politiche delle varie nazionalità da cui era composto. Le cause furono molteplici; innanzitutto, l'assolutismo ormai superato, in una società in cui erano nate le industrie e c'era stata una modernizzazione, ma soprattutto una grave crisi economica che colpì l’Europa tra il 1846-47. Le insurrezioni furono tante e partirono dal centro dell'assolutismo, ovvero l'impero austriaco, di fatti nel 1848 a Vienna scoppiò un'insurrezione che aveva come scopo quello di ottenere il licenziamento del cancelliere Metternich. Nello stesso periodo avvenne lo stesso a Budapest, a Praga e in Italia; i quali volevano l’indipendenza dall’Austria, quindi creare uno stato indipendente, e non volevano più sottostare ad un imperatore. In Francia nel 1848, borghesi e operai si ribellarono al re Luigi Filippo e presero il controllo della città, il re fu quindi costretto ad abdicare e a fuggire e i rivoltosi formarono quindi un governo provvisorio proclamando la Seconda Repubblica a suffragio universale maschile, e nell’estate dello stesso anno, nelle nuove elezioni fu eletto Luigi Napoleone Bonaparte (Napoleone III), nipote di Napoleone, che diventa presidente della Seconda Repubblica. Napoleone III aveva l’obbiettivo di restituite alla Francia una posizione di potenza sul continente europeo. Nel dicembre del 1851, appoggiato dall’’esercito, effettuò un colpo di Stato che gli conferì pieni poteri e l’anno successivo fu proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Anche in Germania, che era suddivisa in 39 staterelli, l’unificazione in un’unica grande nazione fu ideata e realizzata dalla Prussia. Negli anni 50 dell’Ottocento l’industria prussiana era cresciuta molto, mentre L’Austria dopo il 1848 era entrata in crisi; di conseguenza la Prussia si era candidata a guidare il mondo tedesco, a scapito dell’Austria che non voleva cedere la propria leadership. In Prussia vi era inoltre una potente nobiltà agraria, chiamata Junker (Iuncher), i quali imposero uno sviluppo autoritario definito la Via prussiana, lontano dal modello liberale inglese. Guglielmo I divenne re di Prussia nel 1861 e l’anno successivo chiamò come primo ministro il conte Otto von Bismark, esponente dei Junker. Bismark, credeva il liberalismo fosse nemico dello stato e una minaccia al diritto ereditario divino della classe monarchica; nonostante ciò, Bismark si rese conto di quanto fosse utile il nazionalismo tedesco per riorganizzare la politica interna ed attuare la strategia di unificazione dei popoli tedeschi con cui rafforzare la politica estera della Prussia. L'Italia prima dell'Unità era divisa in una serie di staterelli, tra cui il regno Lombardo Veneto sotto il dominio asburgico, il Regno di Sardegna governato da Vittorio Emanuele I, lo Stato pontificio governato dal papà e il Regno delle Due Sicilie governato dalla dinastia dei Borbone e poi anche una serie di ducati. Durante il Risorgimento, ovvero il periodo durante il quale l'Italia raggiunse L'unità nazionale e conquistò l'indipendenza, alcuni Patrioti, tra cui uno dei più importanti Giuseppe Mazzini, fondò l'organizzazione “Giovine Italia” ovvero un'associazione politica che aveva come obiettivo quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria secondo i principi di libertà, Indipendenza e unità. Il processo di unificazione e d’ indipendenza dell'Italia avvenne attraverso una serie di guerre di indipendenza contro gli occupanti stranieri. La prima guerra d'indipendenza scoppiò nel 1848 quando Dopo varie insurrezioni antiasburgiche a Padova, Milano e Venezia, Carlo Alberto di Savoia si pose a capo di una coalizione di stati italiani e dichiarò guerra all'Austria con l'intenzione di conquistare il regno Lombardo Veneto. Inizialmente vittorioso, poi fu costretto ad abdicare e a lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II di Savoia. Nel 1852 Camillo Benso Conte di Cavour, diventato primo ministro del Regno di Sardegna iniziò a pianificare nuove strategie innovative per riuscire ad unificare la penisola, attraverso una serie di manovre diplomatiche riuscì ad ottenere il sostegno della Francia di Napoleone III e nel 1856 crearono un'alleanza; nel 1859 scoppia quindi la seconda guerra d'indipendenza, con il Regno di Sardegna affiancato dalla Francia riuscì ad ottenere la Lombardia, ma lasciava l'Austria ancora padrona del Veneto. Il 5 maggio del 1860 avvenne la cosiddetta spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, un generale patriota e condottiero italiano; Garibaldi con 1000 uomini appunto, partiti da Quarto raggiunse Marsala, in Sicilia combattendo contro l'esercito Borbonico i mille conquistarono tutta l'isola e iniziarono a risalire verso nord fino a Napoli. Nelle stesse settimane Vittorio Emanuele II mosse l'esercito per conquistare le marche e l'Umbria, regioni controllate dallo Stato Pontificio, e arrivò fino in Campania dove, il 26 ottobre 1860 a Teano si incontrò con Giuseppe Garibaldi riunendo così la penisola. Il 17 marzo del 1861 nacque quindi il Regno d'Italia con capitale Torino e Vittorio Emanuele II di Savoia divenne re d'Italia. Il completamento dell'unificazione territoriale però avvenne solo con la terza guerra d'indipendenza del 1866 con l'acquisizione del Veneto e 4 anni dopo nel 1870 con l'acquisizione di Roma dove fu un messo fine al potere del papa. Per unificare la Germania c’erano due strade: la prima, chiamata “Grande Germania”, includeva anche l’Austria che avrebbe dovuto cedere la leadership alla Prussia; e la seconda, chiamata “Piccola Germania”, che non prevedeva la presenza dell’Austria. Dato che l’Austria non voleva sottostare si scelse la soluzione della piccola Germania; a questo punto lo scontro tra Germania e Austria fu inevitabile, così nel 1866 i prussiani sconfissero gli austriaci, al termine della guerra la confederazione germanica fu divisa in due per dar forma alla confederazione tedesca del nord. L’Italia, inoltre, si alleò con la Prussia e ottenne il Veneto. Dopo l’Austria si presentò un nuovo problema: la Francia, che era spaventata dalla forza prussiana e temeva questo rafforzamento del regno tedesco a scapito del suo stato cominciò a radunare le truppe; Bismark, dal canto suo, intuì che qualora non avesse unificato gli stati della Germania meridionale tra cui la Baviera, la Francia avrebbe avuto un possibile punto di appoggio in Germania. Motivo per il quale Bismark attese il momento giusto per affrontare il problema Francia, che arrivò nel 1868 quando con un’insurrezione furono cacciati i sovrani spagnoli e la corona fu offerta a Leopoldo nel 1868, parente del re di Prussia. Se Leopoldo fosse diventato re, i prussiani avrebbero accerchiato la Francia; la quale successivamente dichiarò guerra alla Prussia, ma fu pesantemente sconfitta a Sedan, Parigi fu posta sotto assedio e Napoleone III fu fatto prigioniero. Nel gennaio del 1871 Guglielmo I venne incoronato imperatore di Germania. Il trattato di pace impose alla Francia condizioni durissimi e umilianti, L’Alsazia e la Lorena furono cedute alla Germania e fu pagata una grande somma in denaro. In Francia, la sconfitta contro la Germania provocò la fine dell’impero di Napoleone III e la nascita di una nuova forma politica, la “Comune di Parigi” e fu proclamata la Terza Repubblica. Bismarck fu congedato dal nuovo imperatore Guglielmo II nel 1890, ma prima di andarsene nel 1882 aveva stipulato un trattato difensivo con l'Austria e con Italia, la Triplice Alleanza nata per ostacolare il desiderio di rivincita della Francia. La formazione dell'impero Germanico modificò radicalmente i rapporti di forza tra le potenze europee, l'esercito prussiano era il più forte di tutto il continente e lo sviluppo economico dell'impero Germanico era sempre più rapido. Mentre si afferma in Europa la potenza dell'impero Germanico, quello austriaco appariva in rapido declino; uno degli Stati più forti d'Europa e del mondo rimaneva comunque l'Inghilterra; il secondo Ottocento fu caratterizzato dal lungo regno della regina Vittoria durato dal 1837 al 1901, la cosiddetta età vittoriana. La Gran Bretagna possedeva un vastissimo impero coloniale che andava dal Canada, all'Africa, all'india e all’Australia; la Gran Bretagna era economicamente molto forte e Londra era la più popolosa Città d'Europa.
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