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argomento volte e archi, descrizione e classificazione dei vari tipi di archi e volte, Sintesi del corso di Architettura Tecnica

sintesi di cosa e quanti tipi di archi e volte si trovano nella storia delle costruzioni, con quali materiali e processi produttivi

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 02/05/2023

emanuela.pisano
emanuela.pisano 🇮🇹

7 documenti

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Scarica argomento volte e archi, descrizione e classificazione dei vari tipi di archi e volte e più Sintesi del corso in PDF di Architettura Tecnica solo su Docsity! ARCHI E VOLTE La loro funzione è quella di superare una distanza fra due punti di sostegno assegnati (archi), o di coprire spazi delimitati da strutture continue o puntuali (volte). Nell’esplicitare la loro funzione essi TRASFERISCONO alle strutture verticali di supporto una distribuzione dei carichi estradossali di entità anche notevole rispetto al loro peso. L’arco ha rappresentato fin dall’antichità una solida struttura di sostegno per una massa muraria sovrapposta a due supporti, chiamati PIEDRITTI. Tale tecnica costruttiva fu ereditata dai ROMANI, i quali la utilizzarono portandola al massimo delle sue possibilità strutturali attraverso abili proposte e sviluppi dimensionali. L’impiego dell’arco, al posto dei traversi del sistema trilitico, permise di superare distanze (luce libera di inflessione) limitate dalla scarsa resistenza flessionale della pietra. NOMENCLATURA DELLE PARTI CHE COSTITUISCONO UN ARCO: INTRADOSSO: la superficie che limita l’arco inferiormente; ESTRADOSSO: la superficie che limita l’arco superiormente; PIANI DI FRONTE O FRONTI: le due superfici verticali che limitano l’arco anteriormente e posteriormente; PIANI DI IMPOSTA: le superfici da cui ha inizio la costruzione dell’arco; LINEE DI IMPOSTA: le intersezioni dei piani di imposta con i piani di fronte e di intradosso; SPESSORE: la distanza fra intradosso ed estradosso; LARGHEZZA: la distanza fra le fronti; CORDA o LUCE: la distanza fra i piedritti; SAETTA o MONTA: la distanza verticale tra il piano di imposta e il punto più alto dell’intradosso; PIANI ALLE RENI: i piani inclinati di circa 30° rispetto al piano orizzontale passante per il centro dell’arco; SESTO: la forma dell’arco data dall’intersezione del piano di fronte con la superficie d’intradosso; ARCHIVOLTO: la fascia di parete sul piano di fronte che evidenzia la natura, la disposizione e la lavorazione degli elementi che compongono l’arco; PIEDRITTI O SPALLE: le parti di struttura murale su cui si scaricano le azioni dell’arco; CONCI: blocchi di pietra che formano la struttura; FILARI: ricorsi dei conci o dei mattoni; LETTI: piani sui quali appoggiano, gli uni sugli altri i conci o i mattoni; i letti sono di norma perpendicolari all’intradosso; CHIAVE: concio più alto dell’arco, posto sull’asse di simmetria della struttura. • ARCO A TUTTO SESTO: o semicircolare, ha l’intradosso formato da una semicirconferenza con il centro sulla linea d’imposta ed il raggio uguale a metà della luce; è caratteristico dell’architettura romana e di quella romanica e rinascimentale; • ARCO RIALZATO: ad intradosso semicircolare avente centro rialzato rispetto alla linea d’imposta, e raggio uguale alla metà della luce; il rialzamento si chiama SOPRASSESTO dell’arco, ed è caratteristico dell’architettura bizantina; • ARCO RIBASSATO AD UN CENTRO (arco scemo): ad intradosso con un solo centro posto al di sotto delle linee di imposta che sono inclinate e convergenti verso il centro di curvatura; è molto spingente e fu usato come arco di controspinta negli edifici romani di età imperiale e del Medioevo; • ARCO RIBASSATO (policentrico): che ha una freccia non superiore alla metà della luce; è generalmente policentrico, ellittico o a curve raccordate direttamente o con tratti rettilinei; • ARCO PARABOLICO: è un arco che trova largo impiego più nell’architettura contemporanea che in quella storica. Il suo sesto si sviluppa partendo da una parabola; • ARCO ACUTO: a sesto rialzato, costituito da due archi di cerchio aventi centri sulla linea di imposta e raggio maggiore di metà della corda; la monta è maggiore di metà della luce e le due curve si intersecano a cuspide; • ARCO TUDOR: policentrico ribassato con intradosso formato da due curve raccordate con due tratti retti riuniti a cuspide secondo un angolo di circa 160°; caratteristico dell’architettura anglosassone dal XV al XVIII secolo; • ARCO RAMPANTE: asimmetrico con piani d’imposta a diverso livello ed intradosso semiellittico o policentrico; è detto anche ZOPPO o A COLLO D’OCA; • PIATTABANDA: è un arco con curvatura (quasi) all’infinito e intradosso pressoché piano; è l’arco più spingente perché la risultante delle azioni trasmesse ai piedritti è prossima all’orizzontale e quindi genera una componente orizzontale di grande intensità; • ARCO A FERRO DI CAVALLO: simmetrico con piani d’imposta variabili in base alla geometria. E’ un arco tipico dell’architettura islamica. Si può avere: 1) ESTRADOSSO ALLA FIORENTINA, quando i conci dell’arco non sono ammorsati ai conci del muro; può essere a tutto sesto o a sesto acuto. Lo spessore può essere costante o variabile; l’intradosso e l’estradosso possono essere lisci o nervati. Secondo la struttura ed i carichi che possono portare, le volte si dividono in: -VOLTE REALI; -VOLTE FINTE. Secondo la forma della superficie intradossale si dividono in : -VOLTE SEMPLICI, quando sono costituite da una superficie intradossale curva, continua, liscia e priva di spigoli; -VOLTE COMPOSTE, quando sono costituite dalla intersezione di più volte semplici; presentano superficie intradossale non continua con spigoli ed angoli. • VOLTA A BOTTE (SEMPLICE) È generata dal movimento rotatorio di una retta r, detta generatrice, intorno ad un'altra retta s, detta asse di rotazione, in generale nella condizione in cui tale rette r ed s siano, tra loro complanari. • VOLTE ANULARI (SEMPLICE) Sono generate da una curva che trasla appoggiandosi ad un cerchio. Il piano che contiene la curva si mantiene in ogni punto del cerchio, ortogonale alla tangente in quel punto. • VOLTE ELICOIDALI (SEMPLICI) Nelle volte elicoidali, la curva trasla attorno ad un’elica (usate per sostenere o coprire rampe di scale). • VOLTE CONICHE (SEMPLICI) Nelle volte coniche, la generatrice è una retta che si appoggia ad una curva direttrice ed ad un punto. • VOLTE A VELA (SEMPLICI) Nella forma più semplice si tratta di una semisfera o di un emisfero circoscritto in un vano a pianta quadrata. Geometricamente è una calotta sferica che ha come asse di rotazione una retta verticale, come meridiano generatore un arco di conica e come parallelo direttore una circonferenza. Secondo il tipo di curva da cui è formato il meridiano la volta a vela può essere classificata come segue: -Volta a vela sferica (la propriamente detta volta a vela) -Volta a vela ellissoidica -Volta a vela parabolica -Volta a vela iperbolica ad una falda • UNGHIE E FUSI (COMPOSTE) Se prendiamo in esame un tronco di volta a botte su pianta rettangolare (o quadrata) e la tagliamo con due piani verticali passanti per i vertici opposti della figura di base, otteniamo quattro elementi. Due elementi contrapposti di tipo vengono detti UNGHIE; altri due elementi vengono detti FUSI. L’unione di quattro fusi forma la volta a padiglione (sinistra); L’unione di quattro unghie forma la volta a crociera (destra). • VOLTE A CONCA (COMPOSTE) Detta anche volta a botte con teste di padiglione, è formata da una volta a botte su pianta rettangolare, chiusa sulle testate da due fusi. • VOLTE A SPECCHIO (COMPOSTE) La volta a specchio od a schifo si ottengono intersecando una volta a padiglione, o a botte con teste di padiglione, con un piano orizzontale. • VOLTE LUNETTATE Derivano dall’intersezione delle volte a botte, a padiglione, a botte con teste di padiglione ed a schifo, con altre volte a botte. Le lunette hanno asse normale ai lati della pianta generatrice orizzontali od inclinate, con corda e monta inferiore a quella della volta principale. • VOLTE AD OMBRELLO È composta da numerosi spicchi (vele) impostati su una base poligonale.
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