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Aristotele e le forme di governo, Dispense di Analisi Delle Politiche Pubbliche

Ad ogni forma di governo retto ne corrisponde una degenerata. Quelle rette sono Aristocrazia, monarchia e politeia, quelle degenerate sono tirannide, oligarchia e democrazia.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 01/01/2020

fabrizio-tartaglia
fabrizio-tartaglia 🇮🇹

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Scarica Aristotele e le forme di governo e più Dispense in PDF di Analisi Delle Politiche Pubbliche solo su Docsity! ARISTOTELE : lo Stato e le sue forme Aristotele (384 / 383-322 a. C. ), qui in una scultura attribuita a Lisippo o alla sua scuola ( Vienna, Kunsthistorische Museum ), è stato la mente filosofica forse più universale dei Greci. Dante lo definì come il “Maestro di color che sanno”. Lo Stato può avere differenti forme, ossia differenti costituzioni. La costituzione è <<la struttura che dà ordine alla Città, stabilendo il funzionamento di tutte le cariche e soprattutto dell’autorità sovrana>>. Ora, siccome il potere sovrano può essere esercitato: 1) da un uomo solo; 2) da pochi uomini; 3) dalla maggior parte; e, inoltre, poiché chi governa può governare: a) secondo il bene comune; b) nel proprio privato interesse; allora sono possibili tre forme di governo retto e tre forme di governo corrotto: 1 a ) monarchia; 2 a ) aristocrazia; 3 a ) <<politìa>>; 1b ) tirannide; 2 b ) oligarchia ; 3 b ) democrazia. Aristotele intende per “democrazia” un governo che, trascurando il bene comune, mira a favorire in maniera indebita gli interessi dei più poveri , e , quindi , intende “democrazia” nel senso di “demagogia”. Egli precisa che l’errore in cui cade questa forma di governo demagogico consiste nel ritenere che, poiché tutti sono uguali nella libertà, tutti possano e debbano essere uguali anche in tutto il resto. Aristotele afferma che in astratto sono migliori le prime due forme di governo, ma realisticamente ritiene che, in concreto, dati gli uomini così come sono, la forma migliore sia la “politìa”, che è sostanzialmente una costituzione che valorizza il ceto medio. Infatti la “politìa” è praticamente una via di mezzo fra oligarchia e la democrazia, o, se si preferisce, una democrazia temperata dalla oligarchia, che ne assomma i pregi togliendone i difetti. Nella politìa si realizza una condizione di equilibrio tra le due classi dei ricchi e dei poveri e le sopraffazioni e gli scontri tra fazioni sono impedite in vista della solidarietà tra i componenti della città. All’esame degli equilibri sociali, si accompagna in Aristotele l’analisi delle funzioni politiche. Il filosofo distingue tre funzioni fondamentali: rispettivamente la deliberativa (nelle costituzioni moderne affidata all’organo legislativo), l’esecutiva (corrispondente all’esercizio effettivo del potere nei vari campi della vita cittadina ) e la giudiziaria. La ricerca di Aristotele riguarda a) la partecipazione agli organismi politici dei cittadini appartenenti alle diverse classi sociali; b) i metodi per selezionare i membri dei diversi organismi; c) i rapporti intercorrenti tra i diversi organi. Anche in rapporto a questi problemi, Aristotele mostra di preferire assetti istituzionali e procedure che favoriscono l’equilibrato coinvolgimento di tutti i ceti sociali nella
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