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Aristotele vita e opere, Appunti di Filosofia

La vita e il pensiero di Aristotele, filosofo greco vissuto nel IV secolo a.C. Il testo descrive il contesto storico in cui Aristotele visse e la sua formazione sotto Platone. Vengono inoltre analizzati i suoi scritti, divisi in acroamatici ed essoterici, e il suo modo di filosofare rispetto a Platone. Viene poi approfondita la sua concezione di metafisica e la suddivisione delle scienze in teoretiche, pratiche e poietiche.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 21/08/2022

beatricesonci
beatricesonci 🇮🇹

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Aristotele vita e opere e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Aristotele Vita e tempo storico Il tempo storico in cui vive Aristotele è molto diverso rispetto a quello di Platone anche se molto vicino, difatti la crisi della Polis greca è ormai irreversibile e in questa situazione il cittadino greco non più coinvolto attivamente nella vita politica si interessa ad altre cose, interessi conoscitivi e etici. Aristotele nasce a Stagira nel 384 e entra nella scuola di Platone dove starà dal 367 fino al 347, quindi la sua formazione spirituale si compie totalmente sotto l’influenza di Platone anche se poi lui si distaccherà dal suo maestro. Alla morte di Platone si reca ad Asso e diventa precettore di Alessandro Magno, insegnandogli la superiorità della cultura greca e che la possibilità di dominare il mondo sia data da una forte unità politica,, quando Alessandro non deciderà di seguire Aristotele quest’ultimo deciderà di staccarsi da lui. Tra il 335 e 334 torna ad Atene dove fonda il Liceo o peripato (scuola peripatetica) dove egli stesso teneva corsi regolari. Mori nel 322 a causa di una malattia. Gli scritti Le opere giunte fino a noi sono dei sussidi che Aristotele usava per l’insegnamento, detti acroamatici quindi destinati agli ascoltatori, o esoterici ovvero racchiudenti una dottrina segreta, oltre a questi abbiamo altri scritti in forma dialogica che chiamò essoterici cioè destinati al pubblico nei quali usava miti ed erano più vivaci ma dei quali abbiamo pochi frammenti. Gli scritti acromatici furono conosciuti solo nel I sec. a C e quindi per molto tempo fu conosciuto solo per i trattati essoterici e da qui nasce il problema di stabilire quale rapporto esista tra dialoghi e scritti scolastici. Principalmente nei trattati scolastici il pensiero era sistematico e finito mentre negli essoterici il suo pensiero subisce crisi e mutamenti staccandosi dal pensiero aristotelico. • Acroamatiche: scritti di logica, metafisica, fisica storia naturale mate e psicologia, scritti di etica politica economia • Essoterici: protrettico esortazione alla filosofia, sulla filosofia primo distacco da Platone Distacco da Platone Platone rispecchia l’età classica mentre Aristotele nonostante faccia ancora parte della prima il suo pensiero è più indirizzato all’età ellenistica. • Platone: crede nella finalità politica della filosofia e vede il filosofo come legislatore, prevale il momento politico-educativo; guarda il mondo secondo un’ottica verticale e gerarchica che distingue tra realtà “vere” ed “apparenti” e tra conoscenze “superiori” ed “inferiori” • Aristotele: fissa lo scopo della filosofia nella conoscenza disinteressata del reale e vede il filosofo come un professore-scienziato dedito alla ricerca e all’insegnamento, prevale il momento conoscitivo e scientifico; all’iniziale crede che l’oggetto della filosofia sia divino come Platone ma nella maturità vede il mondo secondo un’ottica tendenzialmente orizzontale e unitaria che considera tutte le realtà su un piano di pari dignità ontologica ( conoscenza dell’essere) e tutte le scienze su un piano di pari dignità gnoseologica (conoscitiva) Enciclopedia dell’essere Considerando di pari dignità la suddivisone della realtà in diverse regione Aristotele giustifica la situazione culturale del 4 secolo caratterizzata da molteplicità di scienze in espansione, le quali procedono verso una organizzazione autonoma dopo il tentativo platonico di unirle in un unico sistema piramidale. Vedendo questa situazione Aristotele dice che la filosofia intesa come metafisica si differenzia dalle altre scienze poiché studia la realtà e l’essere in quanto tali e siccome tutte le scienze studiano una parte della realtà anch’esse presuppongono la filosofia che la studia più in generale per cui la filosofia viene vista come scienza prima e anima unificatrice d organizzatrice delle scienze in quanto studia il loro comune fondamento. Modo diverso del filosofare tra Platone e Aristotele • Sistema chiuso: Aristotele, filosofia come una speculazione rigorosamente razionale e specialistica e discorso come un insieme e fisso e immutabile di verità rigidamente connesse • Sistema aperto: Platone filosofare problematico che ripropone incessantemente interrogativi e soluzioni Metafisica Aristotele divide tre gruppi di scienze: 1. Scienze teoretiche: hanno come oggetto il necessario, ciò che non può essere diverso da com’è, e hanno come scopo la conoscenza disinteressata della realtà e come metodo quello dimostrativo, sono la metafisica la matematica e la fisica 2. Scienze pratiche: hanno come oggetto il possibile come scopo l’orientamento dell’agire e come metodo un tipo di ragionamento non dimostrativo, sono l’etica e la politica indagano l’ambito dell’agire collettivo e individuale 3. Le scienze poietiche: hanno come oggetto il possibile, come metodo il ragionamento non dimostrativo e come scopo la produzione di opere e della manipolazione degli oggetti, belle arti e tecniche, mettono a capo un prodotto con un’esistenza autonoma rispetto al soggetto realizzatore Concetto di metafisica Il termine metafisica non è aristotelico, Aristotele per indicare questa disciplina la chiamava filosofia prima dando 4 definizioni di studio: • Studia le cause e i principi primi • Studia l’essere in quanto essere • Studia la sostanza • Studia Dio e la sostanza immobile Sostenere lo studio dell’antologia equivale a dire che la metafisica studia la realtà in generale e quindi l’aspetto comune di tutta la realtà nonché l’essere. Ogni scienza studia una parte dell’essere mentre la metafisica lo studia nel suo insieme per questo è considerabile filosofia prima. La metafisica permette di raggruppare gli individui e le cose in un’unica categoria, quella dell’essere poiché hanno tutti in comune una caratteristica che è proprio quella di essere. Progresso rispetto a Platone che aveva individuato 5 generi sonni in rapporto tra loro mediante relazioni complesse. Possiamo dire che Aristotele porta a una massima universalità dell’essere poiché scopre l’idea della metafisica come scienza dell’essere in quanto tale. Significati dell’essere e della sostanza Aristotele dice che l’essere può venire inteso in diversi modi, quindi NON è: • Univoco: poiché se si indicasse in modo univoco l’esistenza allora l’aggiunta di una negazione porterebbe a negare l’esistenza stessa, errore di Parmenide, per Aristotele posizione assurda • Equivoco: poiché se l’essere va inteso in ogni situazione in un senso diverso allora ciò porta l’impossibilità di comunicare poiché chi ascolta o parla non saprà mai con quale accezione una parola sia impiegata Quindi Aristotele dice che l’essere è: • Polivoco: ovvero gli si attribuiscono significati particolari e diversi ma con un comune significato di fondo, significati analoghi Accettando una molteplicità dell’essere attribuisce una molteplicità di aspetti: • Essere accidente • Essere categorie, caratteristiche fondamentali che non può fare a meno di avere, sono 8 sostanza qualità quantità relazione agire subite e dove e quando, dal punto di vista ontologico sono i modi fondamentali con cui la realtà si presenta e da quello logico con cui l’essere predica le cose • Essere vero • Essere atto e potenza Alla base di ogni categoria c’è la sostanza, ogni categoria presuppone una sostanza, sostanza centro di riferimento delle categorie. Principio di non contraddizione alla sostanza L’oggetto proprio della metafisica è la sostanza, Aristotele afferma che la metafisica deve autocostituirsi con le altre scienza ma procedendo le altre per astrazione quindi bisogna stabilire dei principi generali o assiomi che concernono la specifica natura dell’oggetto e della loro indagine. All’osso gesso modo delle altre scienze deve fare la filosofia, ridurre tutti i molteplici significati dell’essere a uno unico e fondamentale il suo assioma è quello di non contraddizione. “È impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia; è impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non inerisca alla medesima cosa e secondo il medesimo rispetto” La seconda formula esprime l’impossibilità logica di affermare e allo stesso tempo negare uno stesso predicato intorno a un medesimo oggetto, la prima l’impossibilità ontologica che un determinato essere sia e insieme non sia quello che è. Sostanza Qualsiasi via si imbocchi bisogna riconoscere che la sostanza è il significato fondamentale dell’essere. Per sostanza Aristotele intende l’individuo concreto che funge da soggetto reale e da soggetto logico dei predicati. Il soggetto sostanziale, Tode ti, è un ente autonomo che ha vita propria e unito con altre sostanze da vita all’essere. Ognuna di queste cose esistenti è completa e individuale, un’unione indissolubile tra forma e materia. necessariamente vera e una falsa; sub-contrarie particolare affermativa/ negativa quantitativamente identiche ma qualitativamente diverse possono essere entrambe vere ma non false; subalterne universale negativa/particolare negativa universale affermativa/ particolare affermativa qualitativamente identiche ma quantitativamente differenti. Asserzione: A è B Possibilità: A è possibile che sia B Necessità: A è necessario che sia B Dei termini e dei concetti non si può dire che siano veri o falsi poiché il vero e falso nascono solo in relazione con le proposizioni, quindi i giudizi combinano i concetti. La verità è quindi nel pensiero o nel discorso mentre la misura della verità è l’essere o la cosa. La verità congiunge ciò che è già congiunto nella realtà e disgiunge ciò che è lontano. Sillogismo Il sillogismo è il ragionamento per eccellenza, un ragionamento in cui sono poste le premesse avrà una conclusione. Per cui si hanno 3 termine: • Estremo maggiore: predicato della prima premessa • Termine minore: soggetto della seconda premessa • Termine medio: si trova in entrambe le premesse Maggiore e minore si incontrano anche nella conclusione, il termine medio funge da connettore. Caratteristiche fondamentali del sillogismo sono il suo carattere mediato e la sua necessità. Carattere mediato dipende dal fatto che esso costituisce la controparte logico-linguistica della sostanza, bisogna guardare la sostanza che è il termine medio. Il termine medio rappresenta la causa, la sostanza è la ragione per cui è possibile la conclusione. La connessione tra sostanza a e sillogismo spiega perché le premesse sono sempre universali. Figure e modi Un base alla posizione occupata dal termine medio si distinguono varie figure del sillogismo: • sub-prae prima figura termine medio soggetto della premessa maggiore e predicato minore • prae-prae seconda figura predicato di entrambe le premesse • sub-sub terza figura soggetto di entrambe le premesse • prae-sub predicato della maggiore e soggetto della minore I modi sono tutte le possibili combinazioni delle premesse che formano il sillogismo, il numero totale dei modi è 256 ma Aristotele dice che non ogni modo è valido, quelli validi sono 14:4 della prima figura, 4 della seconda e 6 della terza PREMESSE Aristotele studia il sillogismo da un punto di vista formale, consapevole del fatto che la validità di un sillogismo non si identifica con la sua verità. Partendo da premesse false anche con un sillogismo corretto si arriva a conclusioni false. Negli analitici secondi tratta oltre la correttezza del sillogismo il fatto che deve partire da premesse vere, sillogismo scientifico o dimostrativo. Per arrivare a tali premesse si devono considerare come assiomi, esempio principio di non- contraddizione, di identità e del terzo escluso. Questi principi però sono troppo generali e non contengono la causa di verità particolari, per questo bisogna affiancarli a dei principi propri delle scienze. Questi principi si ricavano dalle definizioni, definire un concetto equivale indicarne il genere prossimo e la sua differenza specifica. Le definizioni si ottengono grazie all’induzione, dal particolare si ricava L’universale che però è universale per lo più poiché non si dimostrano le cose. Svantaggio scarsa universalità non saremo in gradi di esaurire tutti i casi possibili può portare al pregiudizio, vantaggio esperienza passate efficace perché utile. L’altro strumento è la deduzione che consiste nel ricavare casi particolari da premesse generali. Deduzione sempre certa vantaggio, svantaggio scarsa informazione non da info in più. Ma si ritorna allo stesso punto a chiedersi dove derivano le definizioni e Aristotele e risponde che arrivano dall’intelletto nous e dal suo specifico potere di intuizione razionale. L’intuizione intellettiva però non può prescindere dall’esperienza, ne dalla gradualità. Quindi possiamo dire che l’esperienza e l’induzione hanno 7n valore sussidiario ma non sostitutivo che mette in moto l’intuizione. Normalmente l’esperienza di più casi permette di cogliere l’universale, potrebbe portare a generalizzazioni non vere Per Aristotele la scienza è un sapere delle essenze fondato su di un atto di intuizione intellettuale che opera a contatto con l’esperienza, questo sapere fa tutt’uno. On la dimostrazione come l’esplicitazione ragionata e conseguente della sostanza è delle sue proprietà. DIALETTICA La dialettica di identifica con il procedimento razionale ma non dimostrativo e si distingue dalla scienza per la natura dei suoi principi, i principi sono probabili a differenza della scienza che sono necessari. Scorge nella dialettica soltanto un ragionamento debole, non arriva a concludere necessariamente poiché parte da premesse probabili. Aristotele a differenza di Platone vede la dialettica come un ragionamento debole. Retorica Aristotele la definisce come arte generale di produrre discorsi convincenti mediante entimenti (sillogismo nei quali una premessa viene omessa). La retorica appartiene all’ambito del probabile, di conseguenza si può sostenere e convincere una tesi ma non dimostrare. La retorica perciò ha una destinazione di matrice politica. FISICA Le sostanze in movimento costituiscono l’oggetto della fisica, la seconda scienza teoretica dopo la metafisica (scienza prima) . Siccome l’oggetto proprio della fisica è l’oggetto in movimento, la fisica è una teoria del movimento. Aristotele ammette 4 tipi di movimento: • Sostanziale • Qualitativo • Quantitativo • Locale: più importanti a cui tutti gli altri si riducono e a sua volta si divide in 3 specie: A. circolare: non ha contrari quindi le sostanze che si muovono sono si necessità immutabili, ingenerabili e incorruttibili l’unico che si muove secondo questo movimento è l’etere B. dal centro verso l’alto C. dall’alto verso il centro m sono reciprocamente opposti e possono appartenere alle stesse sostanze dunque soggetto al mutamento I movimenti dall’alto al centro e viceversa sono propri dei 4 elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Per spiegare i movimenti Aristotele usa i luoghi naturali, difatti secondo lui ogni elemento ha nell’universo un proprio luogo naturale determinati dal proprio peso. Al centro la terra poi ordinati secondo peso decrescente: acqua aria e fuoco. Portato a questa teoria da esperienze semplici, la pietra che cade nall’acqua, l’aria che sale dall’acqua e il fuoco che va sempre verso l’alto. I movimenti hanno sempre luogo in vista di uno scopo. La natura infatti persegue dei fini che le sono intrinsechi, si possono però dividere due casi: • Corpi inanimati: tendono a raggiungere il loro luogo naturale se non ostacolati • Corpi animati: compiono il movimento in vista della loro piena attuazione, raggiungimento dello stadio adulto o maturo, detto entelechia. L’universo fisico secondo Aristotele è perfetto unico, finito e eterno. La perfezione è dimostrata da Aristotele con argomenti aprioristici, afferma che il mondo possedendo le 3 dimensioni possibili è perfetto e non manca di nulla. Se il mondo è perfetto è anche finito, poiché infinito significa incompiuto mentre il mondo non manca di nulla. Quindi non possono esistere altri mondi oltre al nostro poiché contenendo tutto non può essere contenuto nell’universo. Lo spazio vuoto non può esistere poiché non è concepibile come realtà a se stante e indipendente dai corpi. Il luogo è sempre immobile ed è la superficie che delimita un corpo. Questa teoria porta a negare il vuoto intracosmico e extracosmiche. Il tempo si definisce solo in relazione con il divenire, poiché in un universo di cose immutabili la dimensione temporale non esisterebbe. Il tempo però non è il mutamento delle cose ma la misura del loro divenire Il tempo pur trovando la propria formulazione nell’anima è qualcosa che trova la propria condizione oggettiva fuori dall’anima. Il mondo è eterno in quanto totalità perfetta e finita, essendo eterno tutto ciò di cui il mondo è composto lo è, quindi anche la specie umana. La fisica di Aristotele si impone talmente tanto nella società dell’epoca che avrà delle conseguenze per la storia della cultura scientifica, la prima è la sconfitta dell’ago is o Democriteo e il ritardo della nascita della scienza. Si può vedere anche una contrapposizione tra Democrito e Aristotele netta che sono le stesse differenze che allontanano Aristotele dalla scienza moderna. PSICOLOGIA E GNOSEOLOGIA La psicologia per Aristotele è parte della fisica, essa studia l’anima. L’anima è una sostanza che informa e vivifica un determinato corpo, definita da Aristotele come l’atto finale.primo di un corpo naturale che ha la vita in potenza, ovvero ciò che fa si che la vita in potenza diventi in atto, da vita a corpo. Contro i materialisti fa valere l’idea dell’anima come principio o struttura formale e contro gli orifico-pitagorici sottoline la connessione anima-corpo. Distingue 3 funzione fondamentali dell’anima: 1. Vegetativa: potenza nutritiva e riproduttiva propria degli esseri viventi 2. Sensitiva: comprende la sensibilità e il movimento ed è propria degli uomini e animali 3. Intellettiva: propria dell’uomo Per quanto riguarda la teoria della conoscenza Aristotele comincia la propria analisi dalla sensibilità affermando che oltre ai 5 sensi c’è un senso comune a cui egli attribuisce una duplice funzione: • Costruire la coscienza della sensazione, sentire di sentire non può appartenere ad alcun senso particolare • Percepire le determinazioni sensibili comuni a più sensi, movimento, quiete, numero.. La sensazione in atto per Aristotele coincide con l’oggetto sensibile, udire un suono coincide con il suono stesso. Se non ci fossero i sensi non ci sarebbero gli oggetti sensibili. Dal senso si distingue l’immaginazione, che è la facoltà di produrre, evocare o combinare immagini indipendentemente dagli oggetti cui esse si riferiscono. Tra le sue possibilità l’immaginazione ha anche quella di fondere insieme le molteplici immagini di oggetti affini in un’unica immagine generale, capace di fungere da rappresentazione schematica dei tratti in in essi ricorrenti. L’immagine generale costituisce quindi una sorta di antecedente sensibile dell’universale. Tuttavia l’universale non verrebbe mai alla luce se non ci fosse l’intelletto che lavorando sui sui dati offerti dalla sensibilità e dall’immaginazione riesce a enucleare con un processo di astrazione la forma delle cose, ovvero riesce a costruire dei concetti universali. Forma di empirismo, ovvero la conoscenza intellettuale non può prescindere dai dati della sensibilità e quindi dall’esperienza Anti-innatismo non ammette altre conoscenze anteriore all’esperienza e quindi innate Poiché l’intelligibile esiste nel sensibile solo a livello potenziale e essendo l’intelletto pura potenza di cogliere tali concetti c’è bisogno di qualcosa che traduca in atto questa doppia potenzialità. Aristotele lo identifica con l’intelletto attivo ovvero con una facoltà che contiene in atto tutte le verità e tutti gli intelligibili. L’intelletto attuale agisce sull’intelletto potenziale nello stesso modo in cui la luce agisce sui colori, l’intelletto attuale fa passare in atto le verità che nell’intelletto potenziale risultano solo in potenza. Democrito Aristotele movimento degli atomi nel vuoto (inerzia) movimento impossibile nel vuoto movimento come proprietà stru7urale della materia movimento dipende da qualcosa al di fuori della materia cielo e terra cos:tui: della stessa materia bipar:zione gerarchica tra mondo celeste e mondo sublunare universo “aperto” (cos:tuito da una molteplicità di mondi) universo “chiuso” (limitato a un solo mondo) cerca di ridurre le differenze qualita:ve dei fenomeni a quan:ta:ve (matema:zzazione della fisica) fisica qualita:va, elimina il fondamento teorico dell’applicazione della matema:ca alla fisica populismo: assumere atteggiamenti che si sanno essere condivisi da molti per ottenere consensi Aristotele manifesta la sua predilezione per la politía, in cui prevalga la classe media, poiché è una via di mezzo tra oligarchia e democrazia o anche una democrazia temperata con l’oligarchia. Aristotele non descrive un governo ideale ma determina le condizioni per le quali un qualsiasi tipo di governo può raggiungere la sua condizione migliore. Condizioni: • La costituzione deve essere tale da provvedere alla prosperità materiale e alla vita virtuosa e felice dei cittadini • Il numero dei cittadini, ne troppo alto ne troppo basso • La situazione geografica, il territorio dello Stato • L’indole dei cittadini, che deve essere coraggiosa e intelligente È necessario che nella città tutte le funzioni siano ben distribuite e che si formino. Le 3 classi fondamentali, contro Platone esclude però la comunanza delle donne e delle proprietà in quanto in contrasto con la natura umana. Contrasta anche l’obbiettivo platonico e dell’unità dello Stato poiché contrasta con con l’eterogeneità del tessuto sociale. Aristotele dice che è necessario che nello stato comandino gli anziani perché si ha la prospettiva di giungere con l’età avanzata alla condizione superiore, inoltre lo stato deve occuparsi dell’educazione di tutti non solo riguardante la guerra, ma anche per preparare alla vita pacifica. L’estetica e la poetica Concetto del bello Aristotele sviluppa una teoria della bellezza più ampia rispetto a quella dell’arte poiché considera anche gli oggetti naturali. Una cosa a suo giudizio è bella quando realizza pienamente il suo scopo, coincide con la sua forma. I prodotti naturali rispetto a quelli artistici che devono inventarsi la loro finalità hanno una finalità precostituita, in natura la forma è la condizione adulta. Tratti che per Aristotele definiscono il bello: • organicità: la bellezza non consiste solo in un insieme di elementi, ma in un insieme organico è strutturato in maniera armoniosa • Ordine: il bello presenta sempre un ordine, ovvero una corretta disposizione delle parti di un oggetto • Misura: adeguate dimensione nelle componenti di un oggetto Con queste considerazioni Aristotele non si riferisce semplicemente ai tratti esteriori ma quanto alla sua adeguatezza alla forma che è un elemento concettuale. Quando si coglie la forma nell’individuo si prova piacere e si ottiene conoscenza, la sensibilità che porta piacere dunque non disgiunta dall’intelletto. Ci sono di oggetti naturali immediatamente percepibili come bello mentre altri ad un primo sguardo possono apparire disarmonici. Se si va oltre la sensazione è la considerazione meramente fisica dell’oggetto allora risalta la finalità costitutiva di tale oggetto e quindi la sua bellezza. Risultano quindi indisgiungibili l’apporto dei sensi è quello dell’intelletto, l’immediatezza e la riflessione. L’arte come imitazione L’arte è definita come imitazione da Aristotele, ma l’imitazione può essere realizzata con mezzi e in modi diversi: • colore e forme, pittura • voce, poesia • suona, musica Si possono imitare: • persone superiori agli uomini comuni, accade nell’epopea e nella tragedia • persone comuni • persone inferiori rispetto al comune come accade nella commedia E si può imitare in due modi: • Narrativamente • Drammaticamente: si inducono le diverse persone ad agire e a parlare direttamente Teoria della tragedia: imitazione di un’azione seria e compiuta in se stessa, che abbia una certa ampiezza, un linguaggio ornato in proporzione diversa a seconda delle parti con personaggi che agiscono e non narrano e che produce per mezzo di pietà o terrore la purificazione delle passioni. È importante L’Unità dell’azione tragica che deve svolgersi con continuità dal principio alla fine, in modo che tutti gli avvenimenti si concatenino. L’oggetto della tragedia più che il vero è quindi il verosimile, per questo la poesia è più elevata della storia: • Poesia racconta l’universale imita il verosimile e cioè ciò che costituisce l’analogo dell’universalità • Storia racconta il particolare narra gli eventi secondo la loro successione In virtù della sua universalità l’arte non si riduce a un semplice gioco formale ma tende a raffigurarsi come una rappresentazione dell’essenza delle cose. A differenza di Platone che considerava l’arte illusoria, Aristotele dice che il mondo sensibile imitato può essere oggetto di sapere. Se Platone pensava che la tragedia portasse a incoraggiare lo spettatore ad atti violenti, Aristotele dice che invece è utile a liberare l’anima dalle passioni che essa rappresenta, stesso effetto della musica. La catarsi Aristotele finisce per riconoscere all’arte uno specifico ruolo educativo e formativo sottolineando la sua funzione catartica. Sulla catarsi mancano però sufficienti elementi che consentano di intenderne la natura effettiva per questo molti critici hanno idee differenti: • purificazione delle passioni in senso etico: quindi l’arte sublima le passioni nascondendo ciò che hanno di deteriore • purificazione psicologica temporanea dalle passioni: nel senso che “l’uomo vedendo rappresentata artisticamente una passione la contempla dall’alto smorzandi l’effetto emotivo che suscita nella vita pratica • nel XX secolo è stata interpretata in maniera molto psicologica con l’influenza di Freud, questa teoria afferma che la catarsi è un atto di de-rimozione, scarica emozionale delle passioni nocive Catarsi: purificazione dal greco, nella Grecia antica era la purificazione tramite riti o in ambito medico l’eliminazione dal corpo di escrementi o umori patogeni. Aristotele estende il termine al campo dell’arte a indicare un distacco dalle proprie passioni che l’uomo sperimenta grazie alla poesia, al dramma e alla musica.
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