Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Artaud Il teatro e il suo doppio , Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Sintesi del testo di Antonin Artaud

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 18/09/2017

cristian_span
cristian_span 🇮🇹

4.5

(11)

6 documenti

1 / 3

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Artaud Il teatro e il suo doppio e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! Il teatro e il suo doppio Artaud Il teatro Alfred Jarry All’inizio del secolo tutte le forme d’arte, si trovarono di fronte al deterioramento di tutti i valori umani e per questo sono soggette a un progressivo discredito, tra tutte, la più colpita è il teatro. La crisi del teatro è costituita da un incapacità del pubblico di illudersi, di crederci, ha perso la forza artistica rimasta alle arti scritte e pittoriche. Quello da proporre è un teatro puro, questo, se si trova un pubblico capace di crederci, in quanto a differenza di letterati e pittori, il pubblico è parte integrante del teatro. Il teatro è la cosa più impossibile da salvare al mondo, è destinata a scomparire in quanto interamente fondata su un illusione che è incapace di suscitare. Quello che si propone di dare un teatro puro, non si fonderà più sulla verosimiglianza dell’azione ma sulla forza comunicativa di tale azione, lo spettatore oltre che essere coinvolto nello spirito deve essere convolto nella carne e il teatro deve scuotere la sua esistenza, queste sono le premesse di un teatro puro. Fuori dalla logica dei costumi e delle scenografie dove si cerca di proporre persone vive e vere. L’unica cosa intoccabile in questo teatro è il testo, in quanto realtà distinta dall’azione degli attori, che ha un valore a se stante ma diverso. Il teatro Alfred Jarry si rivolge a coloro che nel teatro non vedono uno scopo ma un mezzo. Il teatro non sarà più qualcosa di chiuso, ristretto al palcoscenico. Una messinscena sarà sempre rimessa in causa, riveduta, in modo che gli spettatori tornando dopo alcune sere non avranno mai lo stesso spettacolo. Il teatro Jarry non romperà solo esteriormente con quello che è il teatro, ma anche con la sua profonda ragion d’essere. Sarà come un gioco a cui partecipino tutti i giocatori. Tradurrà ciò che la vita dimentica ed è incapace di esprimere. Tutto ciò che non è rappresentabile così come è, che ha bisogno di illusioni di una falsa prospettiva, sarà escluso dal palcoscenico. Il teatro Jarry non scimmiotta la vita ma tende a continuarla. Vuole restituire al teatro quella libertà totale che esiste nella musica, nella poesia e nella pittura. Il teatro Alfred Jarry, difronte alla sconfitta del teatro di fronte allo sviluppo della tecnica, si propone con mezzi teatrali di contribuire alla distruzione del teatro contemporaneo francese. Si propone come tema l’attualità, come mezzo l’humour, e come fine il riso assoluto. Il teatro è contro l’inconscio (psicoanalisi), sentimenti religiosi o patriottici. Si rinuncia alla tradizione del teatro elisabettiano, Cechov, Strindberg e si aprono le braccia alle tradizioni del teatro cinese, negro-americano e sovietico. I personaggi saranno spinti fino al tipo, dando una visione nuova del personaggio teatrale, ogni attore farà sempre una maschera, con voce propria adattabile a vari registri. Tutti i mezzi, anche i più grossolani, saranno adoperati per colpire lo spettatore (fari, fuochi artificiali, ecc..), anche mezzi scientifici utilizzabili che saranno adoperati per dare l’equivalente di vertigini. Questo teatro creò una notevole ostilità pubblica, ed ebbe notevoli problemi per poter produrre i suoi spettacoli: ricerca di capitali, scelta della sede, difficoltà della collaborazione di attori, la censura, la polizia, il sabotaggio sistematico, la concorrenza delle avanguardie, il pubblico (quando ostile, quando indifferente) e la critica. Il teatro e il suo doppio Il teatro e la peste Artaud fa un analogia tra il teatro e la peste, considerando la peste oltre che malattia del corpo come malattia dell’anima, che si muove su due differenti piani, in quanto avvelena il corpo dall’interno ma lascia i suoi organi perfettamente sani. La peste uccide senza distruggere organi come il teatro che, senza uccidere, provoca alterazioni misteriose nell’individuo e nella società. Il teatro essenziale è come la peste, in quanto è la spinta verso l’esterno di un fondo di crudeltà, è il trionfo delle forze oscure. Proprio come la peste il teatro fa scoppiare ascessi collettivi che sfociano nella disperazione e nella liberazione dell’inconscio represso. Il teatro mette a nudo gli uomini facendo cadere le maschere dell’ipocrisia e crea una sorta di pazzia, riscontrabile in quei malati di peste che fanno della loro vita l’opposto. La messa in scena e la metafisica Nel teatro occidentale tutto quello che è specificamente teatrale è in secondo piano rispetto al “non-teatrale”, cioè il dialogo e quindi il testo. Questo non avviene per esempio nei teatri Orientali. Il dialogo è il linguaggio del libro, invece la scena ha bisogno di un suo proprio linguaggio. Il teatro ha un linguaggio fisico e solido che si rivolge ai sensi, invece di un linguaggio verbale che si rivolge allo spirito. Si può quindi costruire una poesia dello spazio, capace di creare immagini equivalenti alle parole. Tutto quello che riguarda la pantomimica e la parte silenziosa del lavoro dell’attore viene considerata come la parte caduca del teatro e viene descritta con disprezzo al mestiere, equiparata all’allestimento scenico. Quello che pensa Artaud è un teatro che abbia come principale forma d’espressione quella del corpo, ma non abbandonando la forma di regia e di spettacolo. Certo, i sentimenti e i caratteri si esprimono meglio attraverso le parole, ma chi l’ha detto che il teatro debba rappresentare caratteri e sentimenti? Perché i testi adottati dal teatro devono abbassarsi a trattare esclusivamente questi argomenti? Il teatro contemporaneo ha perso lo spirito di anarchia profonda che è alla base della poesia. La macchina teatrale si è ridotta a tutto ciò che la circonda, il teatro si è ridotto a tutto ciò che non è teatro. Sul teatro Balinese Il teatro Balinese, fatto di danza canto pantomima e pochissimo teatro “parlato”, riporta il teatro ad un piano di creazione autonoma e pura. Il dramma non si svolge come conflitto di sentimenti, ma come conflitto di posizioni spirituali, il tutto ridotto a puri gesti. E preponderante la figura del regista, la cui capacità creativa elimina le parole. I temi sono astratti, vaghi e generici. I balinesi hanno un’intera gamma di gesti per ogni circostanza della vita, li restituiscono al teatro mostrando la completa assimilazione di convenzioni e la loro magistrale applicazione. I loro gesti fanno parte di un architettura spirituale ben delineata e molto schematica, è l’esatto opposto dell’improvvisazione, questo crea uno spettacolo nuovo agli occhi di Artaud, e va esattamente l’opposto del teatro Occidentale. Appaiono dei corpi meccanicizzati, i cui sentimenti non rispondono a loro, ma obbediscono ad antichi riti, come se fossero stati dettati da un intelligenza superiore. Questo teatro sacrifica la figura dell’autore consegnando tutto nelle mani del regista, che diventa quasi un maestro di cerimonie, uno stregone. In questo teatro si supera la concezione del divertimento, inteso come nel teatro occidentale dove si va a teatro per passare una serata, c’è in esso qualcosa di un rito religioso. Gli attori con i loro costumi geometrici, appaiono come geroglifici vivi e in movimento. Il teatro balinese ha rivelato un’idea fisica e non verbale del teatro, che si muove in maniera indipendente dal testo scritto come lo consideriamo noi occidentali, dove il teatro si confonde con il testo e da esso è limitato, dove lo stesso teatro è considerato un ramo della letteratura. L’idea di Artaud è di individuare il linguaggio proprio del teatro e trattarlo come arte autonoma come la musica, la pittura e la danza. Per riconsegnare al teatro il suo aspetto metafisico e religioso bisogna dargli la possibilità di esprimersi attraverso le forme: gesto, rumore, plastica, colore. La sfera teatrale non è psicologica ma è plastica e fisica. Non si tratta di sopprimere al teatro la parola, ma di modificarne la funzione e ridurne l’importanza, un mezzo come gli altri per mostrare conflitti. Il teatro orientale (metafisico) a differenza di quello occidentale (psicologico) non fa un doppio del testo dell’autore quando lo trasporta in scena, ma coglie differenti piani e li ripropone nello stesso momento, non accoglie l’aspetto esteriore delle cose su un solo piano ma su tutti quelli possibili, per questo ha una capacità d’incanto e di magia. Basta con i capolavori Una delle ragioni della situazione del teatro è l’idea che ci siano dei capolavori, incomprensibili alla folla, riservati a una presunta élite, i stessi capolavori del passato devono rimanere nel passato e preoccuparsi più del presente. I capolavori del passato non parlano più un linguaggio che è del nostro tempo. Non ce la si può prendere con il pubblico, in quanto non va a teatro o non arriva a capire o essere coinvolto da certi capolavori, questi parlano un linguaggio che non ha più niente a che vedere con quello che si potrebbe definire il linguaggio della vita moderna (fatto macchine, guerre, metropoli ecc). Se il pubblico non partecipa
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved