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Arte delle città arte delle corti, Schemi e mappe concettuali di Storia dell'arte medievale

Riassunto saggio per esame orale

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 03/01/2020

Fabio-DOvidio
Fabio-DOvidio 🇮🇹

3.9

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Scarica Arte delle città arte delle corti e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! ARTE DELLE CITTA’ ARTE DELLE CORTI OPUS FRANCIGENUM Nel Duecento avvenimenti modificano l’arte in Italia: il gotico. Nel XIII si diffonde un nuovo modo di costruire-il gotico-chiamato in origine opus francigenum; non si usava il concetto di stile ma si usava il termine opus seguito da un aggettivo locativo questo si applicava anche per i tipi di scrittura (opus anglicanum, un ricamo che contribuisce all’evoluzione della pittura inglese da Matthew Paris ai sedilia di Westminster). L’opus francigenum utilizzato per prima da Buckhard di Hall per il modo di tagliare le pietre di un edificio dell’Ile-de-France nel 1269. Riconoscere una differenza tra due modi di costruire, uno romano e uno francigenum-poi tedesco ed infine gotico-non vuol dire unità di fondo. L’uso di una categoria anche quando non è soddisfacente fa sì che si pongano tutte le tecniche artistiche sotto un’unica etichetta: tra le tecniche si hanno percorsi cronologici diversi e rifacimento a modelli diversi, anche quando tutto si muove insieme, è complesso ricondurre tutto a comuni denominatori. Definire l’architettura gotica per le volte a crociera, gli archi ogivali, le vetrate (…), non è lo stesso per pittura e scultura sebbene ci sia una tendenza allo slancio verticale. Panofsky indica alla base del gotico un modo comune di organizzare la materia, per Grodecki un elemento unificante è il disegno per repertorio comune di forme. Altro punto chiave è la distinzione tra antiqui-moderni dei contemporanei, problema avvertito dal XII sec. Per gotico quindi si intendono le soluzioni architettoniche e le forme in generale, accettare questo non risolve i problemi di classificazione da cui nascono nuovi termini come “stile 1200” per tendenza classicistica nordeuropea tra XII-XIII: nuovi termini perché i vecchi non più riconducibili a schemi tradizionali. Evidente anche in Italia con l’opposizione gotico-bizantino (Giudizio sul Duecento di Roberto Longhi origina forzature ma sotto nuova luce la pittura toscana dell’epoca, mappatura dell’arte italiana), oggi invece tendenza a compenetrazione tra i due modelli con origine di fenomeni ibridi: non si punta su opposizioni ma su accettazione dei vari modelli: Venezia, pittura e Sicilia verso Costantinopoli per commissioni ad atelier bizantini e sacco della città nel 1204, ma nel 1208 a Fossanova si erige un abbazia cistercense sui canoni borgognoni: le due correnti ben presenti a inizio del secolo. In Italia la prima tecnica gotica è l’architettura pur con resistenze si sperimenta la volta ogivale su costoloni, Lombardia e zone limitrofe punti di sperimentazione già dal 1080 ma con meno eco (in realtà il costolone lombardo non slancia ma rinforza, ergo si mantiene un’architettura statica,non costitusce uno stile così come gli elementi decorativi gotici selezionati in Italia). Le prime chiese gotiche italiane-battistero di Parma e S. Andrea a Vercelli-uniscono elementi nordici a italiani per ricezione favorevole dei nuovi modelli, i committenti e le congregazioni religiose (segnalano e qualificano edifici) hanno un grande ruolo in questo. Architettura gotica in Italia giunge precoce non coerente con quella nordica, certi elementi uniti con quelli locali e gli esiti sono senza eco, resistenza per orizzonti culturali-politici e volontà di rapporto a Roma come modello, attuali i rapporti bizantini, ma alla fine la nuova arte riesce ad impiantarsi nel paese punta d’Europa e i problemi sul canone naturalistico vengono risolti qui. S Francesco ad Assisi riprende i modelli a due piani (Sainte-Chapelle): la chiesa Superiore richiama le cattedrali di Angers e Auxerre, e Notre-Dame di Digione, ma gli archi rampanti sono molto bassi, i contrafforti massicci e rotondi, elementi orizzontali che moderano lo slancio e aumentano il volume, tuttavia lo svuotamento viene dato dagli affreschi; la basilica è punto focale per le tecniche sviluppate in seguito: le vetrate trasformano la massa dei muri in uno schermo traslucido e policoromo, questa ha elementi propri di mosaico-smalto-pittura, e unici come la penetrazione della luce che cambia nel passare delle stagioni. I primi vetrai sono stati quelli tedeschi nell’abside, poi quelli italiani e francesi in transetto e navata; i primi pittori sono nordici, ma Cimabue dirige e coordina, con lui artisti anonimi come Maestro della cattura-Duccio?-Torriti e il Maestro di Isacco, forse un giovane Giotto che poi da maturo dirige le Storie di Francesco. Stupisce presenza di atelier differenti ma tramite Assisi la Curia lancia il gotico in Italia. Altro centro nevralgico è la corte degli ultimi Svevi in Sicilia a cui subentrano gli Angioini portando artisti francesi: le grandi cattedrali si arricchiscono di opere d’oltralpe e alla fine malgrado la resistenza, con molta lentezza, l’opus francigenum si diffonde in tutta Italia. RAPPRESENTARE CIO’ CHE ESISTE COM’E’ Federico II motore artistico per il Meridione co investimenti e politica artistica per dominio, dopo dominazione araba-normanna- bizantina il re svevo sente il peso dell’eredità, ma non li emula perché il suo modello è l’impero romano: promozione di un’arte classicheggiante nei monumenti (richiamo al classico già noto, con Federico incertezza se copie o originali). Dietro c’è il progetto di una restaurazione dell’impero con la coniatura degli augustali (ritorno delle monete d’oro), con la Porta-ponte di Capua con funzione di arco piena di sculture laiche per esaltazione imperiale e con gemme e cammei da cui il dilemma antico o neo-antico. Ricerca del classico per politica e rappresentazione di contenuti “moderni” differenti rispetto a quelli visionari romanici, e questo classico non contrasta il gotico, ma si rinnova la raffigurazione per adattarla a una nuova funzione. Inoltre curiosità di conoscenza della natura e volontà politica portano Federico ad usare la propria effige (re figura chiave per la rinascita del ritratto) questo segna un mutamento per la nuova concezione dell’individuo. Si ha poi la costruzione di castelli tra Puglia e Sicilia dove si uniscono forme germaniche a quelle classiche. Delle curiosità naturalistiche traccia nella miniatura focolare per i modi gotici e iconografia profana in Italia: nasce una nuova immagine dell’uomo e del mondo con conseguenze immediate in campo scultoreo. PER MAN DI QUEI CHE ME’ INTAGLIASSE IN PIETRA Nel XI canto del Purgatorio Dante paragona due miniatori (Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese) a due pittori (Giotto e Cimabue) i primi esponenti di un’arte letteraria, gli altri di una meccanica, inizio della letteratura artistica. I termini di confronto dal campo scultoreo indicano il passaggio da un modello antico a uno contemporaneo. Similitudine nelle Rime Petrose in cui l’autore compara il poeta ad uno scultore, Dante guarda a Nicola Pisano, usando il nome di Policleto per richiamo al classico: l’attenzione alla scultura in rapporto alle opere dei Pisano. Dal XIII secolo la scultura in Italia non ha più eclissi: Ursus magister prima firma, precedente però è Vuolvino, poi Modena sono elogiati Lanfranco e Wiligelmo; anche in Francia abbondano per poi scomparire con la nascita dei cantieri per le cattedrali in favore di quelle degli architetti. In Italia invece si hanno forme di autocoscienza iniziate da Nicola e proseguite da Giovanni Pisano le cui firme sono sulla fontana di Perugia e sul pulito di Pistoia: nella prima la capacità artistica è dono divino da cui incapacità di eseguire cose brutte, nella seconda un’apologia-prima volta per un artista-legata al significato dell’opera e un’accusa a calunniatori e critici. Giovanni è il primo a esprimere se stesso come scultore, emerge un nuovo comportamento, la coscienza di una capacità creativa e l’accettazione di pubblico e committenze della sua arte. Da questo emerge la scultura come arte guida dove il passaggio al gotico è meno rigido per un presente rapporto con i modelli classici: manca il repertorio romanico. In Emilia con Wiligelmo motivi protogotici per scelta naturalistica, Nicola in quella direzione con le sue statue colonne a Ferrara e Verona. Benedetto Antelami, dai Mesi di Parma, primo scultore gotico in Italia dove le soluzioni francesi sono assimilate senza frattura dove nel Nord saranno assimilate nel corso del Duecento; diverso è in Toscana con modello provenzale e poi bizantino, lì giungerà solo con maestri antelamici e con Nicola Pisano. Dal sud federiciano si sposta a Piombino (1248) -irradiamento cultura sveva-primo soggiorno nel centro a Siena testimoni teste-usate molto in Francia e Inghilterra-riportano alla corte imperiale, poi passaggio a Pisa per cantiere del battistero ed esecuzione del pulpito sintesi tra progettazione gotica e classicismo federiciano: la vena classica oltre i revival per confronto con reperti. Il suo stile si evolve verso una vena gotica fino a raggiungere gli esiti del pulpito senese, da lui deriva una generazione di artisti e tutta la nuova scultura italiana. I suoi collaboratori sono Arnolfo di Cambio e Giovanni: il primo va a Roma, il secondo lanca la controrivoluzione gotica piena di pathos e contrasti con l’armonia classica, senza il figlio ci sarebbe stato un unico filo dal padre al Quattrocento, ma Nicola si inserisce in quel filone classicista europeo cui fa seguito una vena espressiva con a capo i tedeschi. Giovanni Pisano con la facciata della cattedrale senese sposta il rapporto scultura-architettura a favore della prima e non si ha più l’architetto scultore come i capo maestri francesi. A fine XIII a Siena una scultura il cui modello è Giotto e ha come punti cardine una resa pittorica, si crea un binomio: da un lato Giovanni e i suoi fedeli, dall’altro i seguaci di Nicola, non si ha una netta distinzione ma si creano modelli per ogni caso. Nella ritattiscit la scultura precede la pittura per resa psicologica e fisiognomica grazie ai temi federiciani. A Siena il dialogo tra le due tecniche è vivace: Giotto guarda ad Arnolfo e Nicola, Pietro Lorenzetti a Giovanni, mentre gli scultori a Giotto. TURIBOLI A FORMA DI EDIFICI ED EDIFICI A FORMA DI TURIBOLI: ARTI SUNTUARIE E MICROTECNICHE Due problemi. Il nesso tra microtecniche e arti monumentali e importanza per gli orafi di esempi. Reliquiari e Ostensori si ispirano ai disegni architettonici per proporne di più ardite e fantasiose di quelle reali esemplificate in tabernacoli e reliquiari, ma tra i più moderni si hanno i sigilli disegnati dagli artisti più famosi (Fritz Saxl ha sottolineato la loro importanza per la scultura medievale data la qualità e la possibilità di datazione) nella gerarchia medievale ha un ruolo di primo piano esempio nella Maestà di Martini nel Palazzo Pubblico si ha il sigillo senese realizzato da Guccio di Mannaia, unica alternativa a Giotto. Suo è il calice che papa Niccolò IV dona ad Assisi, primo esempio dello smalto traslucido su piastra argentea visibile attraverso la pasta trasparente e colorata, forse proprio lui a inventare tale tecnica, certo è che conosce l’arte francese (espressività accentuata, corpi ondeggianti e ombre profonde) a lui contemporanea. In questi smalti tutto mostra la comprensione delle forme gotiche, lo stile dell’artista mostra converge con quello delle vetrate della Chiesa Superiore da cui si capisce l’incidenza francese sul panorama italiano, ma lo stile dell’artista non si contrappone a quello di Giotto, però influenza l’oreficeria senese e i Lorenzetti. Guccio permette l’espansione dell’arte senese in Europa e alcuni suoi contemporanei hanno committenze prestigiose e mi hanno tra le più importanti opere dura storia senese. Le influenze dell’artista provengono dai testi illustrati del tempo di san Luigi con rimandi alle storie di Assisi a giovane Duccio. Il successo e la diffusione dell’arte senese si misura anche con le resistenze incontrate: fregio in bronzo dorato con fondo smaltato, inciso e niellato con obiettivo la traduzione lineare di Giotto. La situazione senese non deve mettere in ombra il resto della penisola con idee e prodizioni.
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