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Arte delle citta', arte delle corti - Enrico Castelnuovo (riassunto), Sintesi del corso di Storia dell'arte medievale

Un riassunto preciso e dettagliato del libro di Enrico Castelnuovo. Alla fine di ogni capitolo e' presente una piccola galleria di immagini con eventuali approfondimenti.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 18/06/2021

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Scarica Arte delle citta', arte delle corti - Enrico Castelnuovo (riassunto) e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! ARTE DELLE CITTA’, ARTE DELLE CORTI TRA XII E XIV SECOLO Enrico Castelnuovo A partire dalla nascita della nozione dello stile gotico in architettura (opus francigenum), illumina attraverso l’esame della produzione artistica dei principali centri propulsori, gli scambi intercorsi tra l’arte italiana e quella d’Oltralpe, dal tardo XII al pieno XIV sec.  L’arte degli ultimi sovrani svevi.  Il rinnovamento della scultura in Toscana.  Le scelte della curia pontificia a Roma e i suoi effetti ad Assisi.  Le arti suntuarie a Siena.  La pittura a Firenze e ad Avignone. Opus francigenum - XII/XIII -> molti avvenimenti nuovi e diversi modificarono il paesaggio artistico in Italia. - GIORGIO VASARI (1511/1574)  Ha la consapevolezza che in questo periodo è successo qualcosa di importante per l’arte  Fa iniziare da qui la prima epoca delle Vite.  Ma -> non aveva molta stima della produzione artistica medievale (anche se ne mmmmapprezzava alcune opere sporadiche per i loro caratteri classicheggianti)  Nel Duecento intravide l’inizio di una nuova vicenda artistica.  Si sviluppa quell’architettura <<trovata da Goti>>, che sarà oggetto delle sue più violente polemiche.  All’interno di un dato periodo Vasari criticò i prodotti di certe tecniche e lodò quelli di altre. - Vasari si trova in un’ottica definita -> ITALO CENTRISMO (o meglio centralità della Toscana)  Disprezzo per gli aspetti formali di altre espressioni artistiche considerate come estranee alla tradizione italiana. - XIII -> in Europa si diffonde un nuovo modo di costruire -> OPUS FRANCIGENUM I giudizi di Vasari sull’arte italiana del Duecento ci fanno conoscere quale grande diversita’ egli avvertisse nella situazione e nello sviluppo delle singole tecniche. - OPUS  Uno strumento classificatorio.  Con questo termine si venivano ad indicare i prodotti di una certa tecnica originaria di luoghi particolari o in essi attivamente praticata.  Opus romanum, opus lemovicense (smalti), opus veneticum, opus atrebatense (gli arazzi di Arras), opus anglicanum (i ricami inglesi -> contribuirono molto alla diffusione del disegno gotico). - OPUS FRANCIGENUM  Usato da Burkhard di Hall (un cronista tedesco) per parlare di un edificio.  Coro della chiesa di Wimpfen im Tal nel Baden (1)  B. vuole alludere a certi particolari tecnici e di esecuzione, degli elementi tipici. - Opus francigenum ≠ stile gotico. - C’era la coscienza che un certo modo di costruire avesse un’origine da riconoscere in Francia (nell’Ile de France). - Sono esistite diversità e disparità cronologiche per quanto riguarda il percorso delle varie tecniche.  Non si può dunque parlare di una pittura, una scultura e di un’architettura gotica che presentano le stesse caratteristiche e che si sono evolute allo stesso tempo e allo stesso modo.  Difficile e artificioso identificare dei minimi comuni denominatori egualmente presenti nei prodotti delle varie tecniche (dal punto di vista formale). - DISEGNO (progettuale) -> un carattere unificante di ciò che noi chiamiamo stile gotico. - Ora il termine gotico viene usato dagli storici dell’arte per:  Un certo modo di strutturare e di definire le forme.  Un certo tipo di panneggio.  Una maniera di trattare la linea, di raffigurare i volti e gli atteggiamenti… - Gotico vs. bizantino? NO!  Gli elementi gotici entrarono in modi diversi in Italia e, talora, s’intrecciarono con quelli bizantini (es: affreschi Basilica inferiore di Assisi (2). Il termine GOTICO va usato con la consapevolezza del suo carattere convenzionale. Si vengono ad accomunare fenomeni diversi tra cui, forse, i contemporanei non avvertivano alcuna parentela.  NO ampie vetrate – ma -> affreschi. o Decorazione:  Vetrate dell’abside  Realizzate da maestranze tedesche, disegni di mastri francesi e italiani  Pittura  Transetto settentrionale o Cimabue dirige e coordina (all’inizio operano delle maestranze nordiche). o Maestro della Cattura (Duccio?) o Maestranze romane (Torriti) o Maestro di Isacco (Giotto?)  Navata o Storie di San Francesco (Giotto), 1290/1300  I pittori che lavorarono ad Assisi venne probabilmente selezionati a Roma o Roma/curia -> un’importante via di penetrazione e di affermazione del gotico in mmmmmmmmItalia (spesso i cardinali erano di origine transalpina)  Chiesa santuario, chiesa conventuale, cripta, cappella papale.  Marca il rapporto privilegiato tra i pontefici e l’ordine francescano.  Uno dei punti nodali del gotico italiano -> si integrano molte esperienze portate avanti in mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmtecniche diverse (vetrate, pittura, architettura). - VETRATE  La tecnica con cui la pittura gotica ha espresso la sua più alta capacità creativa.  Ampiezza finestre -> mutata distribuzione delle spinte.  Pittura monocroma distesa sui vetri (ombre e luci).  Caratteri propri al mosaico, allo smalto e alla pittura.  Penetrazione della luce. - Corte degli ultimi Svevi (Federico II, Manfredi) -> un centro di diffusione per il nuovo mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmlinguaggio. - Genova  Rapporto con Bisanzio  Ma -> ricezione precoce del gotico. - L’Italia, in generale, attua una “resistenza” alla nuova maniera transalpina.  MA -> nella varietà delle sue realtà artistiche prende ed elabora alcuni elementi mmmmessenziali dell’opus francigenum, riadattandoli al proprio gusto. Approfondimenti e note - GOTICO CLASSICO:  Prima metà del XIII sec.  Chartres è caratterizzata da un attento studio delle proporzioni, sia in pianta che in alzato, che la rendono un capolavoro di armonia delle forme. Gli archi e le vetrate sono tutti di misura regolare e le 166 vetrate istoriate inondano di luce la cattedrale. Rispetto ai modelli precedenti a Chartres le tribune o matronei furono sostituiti dal solo triforio al fine di snellire la massa muraria e lasciare maggior spazio proprio alle superfici vetrate. - GOTICO RADIANTE:  Un esempio di gotico "radiante" (rayonnant)è la Sainte-Chapelle di Parigi (1241 - 1248) dove la sperimentazione è portata all'estremo, le sue strutture sono infatti sottili, lineari che si alleggeriscono e svuotano progressivamente. - GOTICO RAGGIANTE o FIAMMEGGIANTE:  L'ultima fase dell'architettura gotica francese, compresa fra il 1400 e il 1550, è ricordata con il termine flamboyant, gotico "fiammeggiante", per le sue ricche e artificiose decorazioni e per la sovrabbondanza di elementi ornamentali che ricoprono le strutture come lingue di fiamma guizzanti. - AIMONE DA FAVERSHAM Fu dapprima prete secolare e maestro a Parigi, dove entrò nell'Ordine nel 1225; insegnò in diverse scuole, e nel 1233 fu legato papale nell'incontro con l'imperatore di Nicea, Giovanni Vatatze. Fu quindi uno dei promotori della resistenza dei frati a Elia da Cortona, Ministro generale dell'Ordine francescano, che Aimone accusò davanti a papa Gregorio IX. Dopo averlo deposto, divenne provinciale d'Inghilterra nel 1239 mentre alla carica di ministro generale fu innalzato Alberto da Pisa. Morto quest'ultimo nel 1240, Aimone gli successe quello stesso anno come ministro generale: come tale, pubblicò l'Expositio regulae dei maestri di Parigi e compilò il breviario dei minori. Galleria immagini (1) Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm (3) Battistero di Parma (2) Apoteosi di San Francesco, Maestro delle Vele (4) Basilica di Sant’Andrea a Vercelli (5) ASSISI Galleria di Immagini (1) Statua di Carlo d’Angiò (2) Effigie di Bonifacio VIII (3) Ritratto di Enrico VII Arnolfo di Cambio. Arnolfo di Cambio. Tino di Camaino. - FEDERICO II Federico apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace". Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente. Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia <<Per man di quei che me’intagliasse in petra>> - Canto XI Purgatorio -> Dante nomina Oderisi da Gubbio, Franco Bolognese (miniatori) e Giotto, mmmmmmmmm mmmCimabue (pittori). - Miniature/pittura -> arti “meccaniche” - Letteratura -> arte liberale  Giotto confronta e pone sullo stesso piano artisti praticanti di un’arte “meccanica” e quelli praticanti un’arte “liberale” - Da questo passo della Commedia si è fatto cominciare la letteratura artistica italiana. - Dante parla molto anche di scultura (Purgatorio IX, X, XII). - Nelle Rime -> l’immagine dell’artista non è un pittore – MA -> uno scultore’ - Dante guarda a:  Nicola Pisano.  Rilievo senese o Rilievo pittorico. o Passaggi sottili. o Effetti smorzati. - Nella tradizione italiana la scultura ha avuto una grande importanza fin dal XII secolo (firme, iscrizioni…). - CATTEDRALE DI MODENA (1)  XII sec  Due iscrizioni o Zona absidale –> elogio all’architetto Lanfranco.  La prima fase parla dello splendore dei marmi scolpiti come la causa dello splendore dell’intera chiesa. o Facciata -> elogio allo scultore Wiligelmo. - Anche in Francia abbondano le firme in questo periodo.  MA -> pochi elogi. L’interesse di Dante per la scultura e’ stato letto in rapporto all’eccezionale importanza e novita’ della produzione plastica toscana nella seconda meta’ del Duecento grazie a NICOLA PISANO e a GIOVANNI PISANO. - Durante la fioritura dei cantieri gotici in Francia sparisce la firma degli scultori, mentre ci sono molte più firme di architetti.  Preminenza assoluta dell’architetto. o Gli architetti francesi non solo dirigevano la costruzione dell’edificio, ma anche sorvegliavano attentamente la sa decorazione (spesso intervengono direttamente). - In Italia la firma dello scultore non sparisce durante il Duecento.  Nicola Pisano, Giovanni Pisano. - GIOVANNI PISANO, firme e iscrizioni.  Fontana di Perugia (2)  Pulpito di Pistoia (si proclama migliore del padre). (3)  Pulpito cattedrale di Pisa. (4) o Due iscrizioni  1) Mette in evidenza come la creatività artistica sia un dono di Dio. Egli è quindi incapace di fare cose brutte anche se avesse voluto.  2) Una sorta di personale apologia (discorso a difesa o esaltazione di una dottrina religiosa o politica).  <<Giovanni ha qui iscritto i fiumi e le parti del mondo>>.  Fiumi del Paradiso -> figure Apostoli  Quattro parti del mondo -> le Virtu’  Nella conclusione afferma la propria assoluta superiorità sfidando calunniatori e critici. - Giovanni Pisano è il primo artista che ha drammaticamente espresso la coscienza che aveva di se stesso. - Scultura -> situazione particolare e privilegiata - Scultura -> arte-guida / tecnica-pilota - Capitelli facciata cattedrale di Modena, Wiligelmo  Green head -> testa umana frammista con elementi vegetali Green head -> origine classica Green head -> molto successo nella scultura gotica di 200/300 (interesso scultori gotici per Green head -> motivi vegetali. Alla tetralogia romanica si sostituisce la botanica gotica Mai un artista medievale aveva scritto un simile testo, mai l’aveva reso pubblico legandolo indissolubilmente a un monumento di tanta importanza.  Gli scultori (in particolare quelli senesi), guardano ai pittori e nei loro ritratti funebri realizzano ciò che i pittori non erano ancora arrivati a fare. - Anni Dieci/Venti del Trecento  Intenso dialogo fra pittura e scultura.  Giotto aveva guardato alla scultura di Arnolfo, manche a quella di Nicola Pisano.  Pietro Lorenzetti guarderà alla scultura di Giovanni Pisano.  Gli scultori senesi guarderanno verso la pittura di Giotto. Galleria di immagini (1) Cattedrale di Modena Iscrizione facciata (Wiligelmo) Iscrizione zona absidale (Lanfranco) (2) Fontana di Perugia (4) Pulpito di Pisa (3) Pulpito di Pistoia (5) Protomi animali nella Fontana dei Canali a Piombino (6) Pulpito di Siena *MAESTRI ANTELAMI I magistri antelami (o maestri intelvesi) furono una maestranza itinerante di origine lombarda, specializzata in opere murarie e di carpenteria documentata tra i secoli X e XVI. Il termine maestri intelvesi è associato anche a numerosi scultori, pittori e architetti originari della Valle Intelvi. Il termine "antelami" deriva da Antelamus, un toponimo di origine altomedievale che indicava una valle situata fra i laghi di Como e di Lugano, oggi detta Val d'Intelvi, originario luogo di provenienza dei magistri con il quale continuarono a mantenere stretti contatti. Si riunirono in corporazione dal XII secolo, come dimostrano le loro menzioni negli atti notarili genovesi a partire dal 1157. Le competenze in ambito scultoreo dei magistri antelami (intelvesi) benché testimoniate dai documenti, non costituivano prerogativa della corporazione, ma rientravano nelle capacità dei singoli componenti limitandosi a interventi di decorazione delle parti necessarie alla costruzione. Il solo complesso genovese storicamente riconducibile all'attività dei magistri antelami è il perduto monastero di San Tommaso, distrutto nella seconda metà dell'Ottocento. Alcuni elementi strutturali della chiesa annessa, ritrovandosi in altri edifici del romanico genovese, permettono di tracciare in via ipotetica una rete di rapporti tra questi e altri edifici di ambito comasco. La mobilità dei magistri antelami è confermata dai rapporti stilistici riscontrati tra i capitelli appartenuti al chiostro annesso al monastero di San Tommaso, conservati al Museo di Sant'Agostino, e il corredo plastico della pieve di san Silvestro a Fanano, nell'Appennino modenese. - Reliquiario del Santissimo Corporale della Cattedrale di Orvieto (5)  Facciata di chiesa gotica in miniatura.  Smalti di Ugolino di Vieri. - Le influenze francesi che erano giunte a Guccio di Mannaia arrivarono a Siena anche per altri canali.  Es: manoscritti francesi a Siena -> dei modelli. - Successo e diffusione dei prodotti senesi nelle arti suntuarie.  MA -> anche delle resistenze nei confronti del loro stile. - Fregio in bronzo dorato di Andrea Pucci  Con fondi smaltati.  Non c’è niente della lezione di Guccio.  MA -> un tentativo di tradurre linearmente il più severo linguaggio giottesco. - Varietà della situazione senese, ma anche di quella italiana.  Firenze  Pistoia  Lucca -> monopolio delle stoffe preziose.  Bologna -> produzione di libri illustrati.  Venezia -> fioleri (produttori di fiale, bottiglie in vetro), cristallieri, orafi, maestri di mmmmmmfiligrane, ricamatori…  Roma  Italia meridionale  Sicilia - Un mondo fertile di idee e di produzioni. Galleria di immagini (2) Sigillo comune di Siena (1) Reliquiario della testa di san Galgano (3) Maesta’ in Palazzo Pubblico, Siena (Simone Martini) (5) Reliquiario del Santissimo Corporale della Catterale di Orvieto. (5) Reliquiario del Santissimo Corporale della Catterale di Orvieto. [particolare] (4) Calice Tesoro Assisi (Guccio di Mannaia) - MA -> c’è anche Firenze -> artisti fiorentini (Arnolfo, Cimabue, Giotto) sono a Roma. - Roma/Assisi -> i centri di elaborazione della nuova pittura.  Rappresentazione tridimensionale.  Una nuova organizzazione al discorso figurativo.  Ricerca di una rappresentazione naturale. - Rappresentazione dello spazio -> un problema fondamentale della pittura (e della scultura mmmmmmmmmmmmmmm mmmgotica). - Nella pittura romanica occidentale -> un’insuperabile resistenza alla rappresentazione mmmmmmmmmmmmmmmm mmmmmmillusionistica dello spazio nelle scene sacre. - I mutamenti culturali avvenuti nel Duecento avevano finito per eliminare questa resistenza.  Emerge una nuova figurazione.  Si avverte l’urgenza dell’innovazione, dell’introduzione i formule che affrontassero e risolvessero il problema della rappresentazione tridimensionale. - GIOTTO -> porta le nuove soluzioni al più alto grado di elaborazione.  Questione giottesca o La cosiddetta questione giottesca è un problema degli studi sulla storia dell'arte nata dall'attribuzione a Giotto o meno degli affreschi della Basilica superiore di Assisi, e se sì in quale misura rispetto ai suoi collaboratori in un'opera tanto vasta. Sono così sorte delle questioni relative all'organizzazione dei cantieri artistici, dal Medioevo in poi, al ruolo dei maestri e ai compiti degli aiuti, all'effettiva applicabilità del concetto di "autografia" di queste grandi opere a un singolo maestro. La questione può essere estesa a tutta la pittura antica e rinascimentale. - Agli inizi del Trecento Giotto’ è l’astro fulgente del firmamento artistico italiano - Artisti romani -> la loro memoria è stata travolta dalla crisi della città (spostamento della curia mmmmmmmmmpapale ad Avignone: 1309/77). - Ciò che viene fatto ad Assisi ha un eco molto vasto. - Storie a mosaico sulla facciata di Santa Maria Maggiore, Rusati  Anteriori al 1297.  Riflettono precocemente delle soluzioni giottesche. Roma e’ stata il luogo generatore di importanti esperienze, il luogo dove l’incontro tra la spazialita’ della pittura antica e le capacita’ dinamiche ed espressive del disegno gotico e’ stato possibile. - Successo di Giotto -> committenze da vari centri italiani (e non)  ROMA -> cardinale Stefaneschi  PADOVA -> francescani, Enrico Scrovegni  RIMINI -> francescani  FIRENZE -> Bardi, Peruzzi Firenze -> il comune gli attribuisce il ruolo di sovrintendente ai lavori del duomo e della Firenze -> cinta muraria.  MILANO -> Visconti  NAPOLI -> dal principe Carlo di Calabria Napoli -> viene indicato come familiare del re  PISA (tavola con le Stimmate di San Francesco)  BOLOGNA  AVIGNONE - In letteratura  Dante cita Giotto nella Commedia (XI canto del Purgatorio)  Giotto è protagonista di una novella del Decameron di Boccaccio  Petrarca lascia nel suo testamento una tavola di Giotto (1370) - Questo è un momento capitale del processo di legittimazione dell’artista e della sua attività. - Precoce ingresso delle arti figurative nel sistema culturale fiorentino - Le arti figurative si avvicinarono alla dignità delle arti liberali  Auto-legittimazione -> firme delle opere. - Solo la menzione dei letterati, di coloro che esercitavano attività liberali, poté’ avere valore legittimante. - Giotto e la sua pittura lasciano un segno ovunque  “Pittori giotteschi” -> partono da momenti differenti dell’itinerario geografico e artistico mmmmmmmmmmmdi Giotto. o Solo il Giotto della Cappella Peruzzi non sembra aver lasciato tracce dirette prima che le sue proposte siano state riprese da Masaccio. - Giotto innova su molti terreni le sue opere rendendo bruscamente desuete quantità di schemi, di formule, di convenzioni.  Si fa strada una coscienza della modernità che fa sentire la pittura precedente come vecchia. Con Giotto la pittura vede superate quelle distanze e abbattuta quella separatezza rispetto alle altre tecniche. - DUCCIO DI BUONINSEGNA (Siena)  Accetta prontamente alcune innovazioni giottesche - Alcune immagini “vecchie” vengono riprese e adattate al nuovo gusto e alla nuova sensibilità. - Anche dove erano state dipinte opere esemplate sui modelli della pittura gotica del Nord (Piemonte occidentale, Bolzano…), o dove più forti erano i ricordi bizantini, ci si vide nella necessità di tenere conto dell’innovazione giottesca. - Giotto -> uno spartiacque della pittura in Italia. - Il Trecento fu, dal punto di vista pittorico, il secolo più ricco di novità  La rivoluzione giottesca non ha prodotto un appiattimento dello stile pittorico! - Ricchezza della pittura trecentesca in Italia  Il risultato di un arricchimento delle funzioni della pittura e dello straordinario successo di certe tecniche (es: affresco).  Rinnovarsi e trasformarsi del -> quadro d’altare -> POLITTICO - SIENA  Non è il luogo dell’innovazione.  E’ il luogo dove l’innovazione è stata tempestivamente accettata.  Occupa un posto particolare nella mappa dei centri produttori d’opere d’arte.  Fine Duecento -> orafi, smaltisti  I pittori senesi lavoreranno, per tutto il Trecento, in -> Toscana, Umbria, Provenza o Un’egemonia su molti centri importanti. o Firenze apre alla pittura senese ogni sua porta.  Aperta a elaborare le influenze più diverse  MA -> manifesta una chiusura corporativa verso gli artisti forestieri (devono pagare una m mmtassa e sottoporsi ad altre condizioni).  Fitta circolazione di formule, di schemi, di persone tra gli atelier degli orafi, degli smaltisti, dei miniatori, degli architetti, dei pittori e degli scultori. o Disegno gotico (assimilato e rielaborato) o Nuove forme della rappresentazione tridimensionale o Scambio interno -> elaborazione di un linguaggio artistico aperto in molte mmmmmmmmmmmdirezioni. - Madonna Rucellai (1), Duccio di Buoninsegna (1285)  Chiesa domenicana di Santa Maria Novella - Polittici altare maggiore di Santa Maria Novella e Santa Croce, Ugolino di Nerio - AMBROGIO LORENZETTI -> risiederà a Firenze Galleria d’immagini (1) Madonna Rucellai, Duccio di Buoninsegna (2) Maesta’ del Duomo di Siena, Duccio di Buoninegna (2) Maesta’ del Duomo di Siena, Duccio di Buoninsegna (davanti) (2) Maesta’ del Duomo di Siena, Duccio di Buoninegna (dietro) (3) Polittico Stefaneschi, Giotto (davanti) (3) Polittico Stefaneschi, Giotto (dietro) L’Italia fuori d’Italia - Italia fuori dall’Italia  Rappresentata da artisti che proiettarono nei diversi centri d’Europa schemi, ricerche e formule dell’arte Italiana (nel corso del Trecento). o Viaggi di artisti? o Circolazione di opere? o Circolazione di libri modelli? - Attorno al corpus dell’arte italiana (specialmente la pittura) si è intessuta una rete di nessi, di tramiti e di mediazioni che ne hanno trasmesso in Europa alcune fondamentali caratteristiche. - Personaggi europei importanti ebbero modo di scoprire le qualità della produzione artistica italiana.  Diventano committenti nel loro paese di opere che riprendono i temi dell’arte italiana. - GUALA BICCHIERI (cardinale)  Soggiorna in Inghilterra - > promuove a Vercelli uno dei primi grandi edifici gotici a sud mmmmmmmmmmmmmmdelle Alpi. - Ware (abate di Westminster)  Soggiorna a Roma per due anni -> torna in Inghilterra e porta con se materiali e artisti per mmmmmmmmmmmmmmmmmpoter riprodurre quelle opere che aveva visto a Roma. - PIETRO DI ODERISI – Odericus  Lavora nell’abbazia di Westminster o Tomba di Edoardo il Confessore o Tomba di Enrico III  Giacente bronzeo realizzato alla maniera gotica da William Torel  Una divisione dei compiti  Romani -> intarsio marmoreo, disegno  Inglesi -> scultura  Formule e schemi del repertorio decorativo romano.  Iscrizione sul bordo del pavimento musivo del presbiterio di Westminster o Ci sono i nomi di  Pietro Oderisi  Enrico III  Ware - Vivo gusto cromatico delle incrostazione e dei mosaici - Uso di vetri dipinti - Imitazione di cammei antichi (altare) Echi dell’arte italiana (in particolare romana) nell’abbazia di Wstminster. - Antependium* ricamato (da Konigsfelden)  Rappresentata la Passione di Cristo  Donato dal duca Alberto II d’Austria - Tavole dipinte negli scomparti dell’altare di Klosterneuburg  Dipinte dallo stesso artista che disegnò l’antependium  Reimpiegati gli smalti di Nicolas de Verdun (in origine erano sul pergamo della chiesa)  Committente -> Stefano di Syrendorf  Abbondano le citazioni giottesche - Miniatori italiani lavorano in Austria all’abbazia di Sankt Florian tra il 1320/25  Influenzano precocemente la produzione locale. - Antependium ricamato di Seidlin (Sigfrido) di Pettau  Commissionato da Federico II di Leibnitz (arcivescovo di Salisburgo)  Disegno molto complesso o Alterna in quadrilobi sovrapposti e negli spazi da essi delimitati venti storie di Cristo o Adozione di formule italiane di rappresentazione dello spazio all’interno di un’impaginazione gotica. - I duchi d’Austri favorirono l’ingresso in Austria del gusto italianeggiante. - Strasburgo  Punto focale delle influenze italiane  Vetrate cattedrale o Influenze italiane o Diversi elementi delle vetrate di Königsfelden derivano da Strasburgo. o Una possibile influenza di Pucelle.  In realtà -> un fenomeno parallelo, non dipendente  1320 -> viene eseguita una replica della Navicella (un mosaico) di Giotto (2) - Nicholas Wurmser  Pittore strasburghese  Viene chiamato a Praga dall’imperatore Carlo IV o Testimonianza dell’internazionalità e della modernità del clima artistico. - Inghilterra -> isolate influenze italiane La lezione italiana fu compresa prima di tutto nei suoi aspetti piu’ immediatamente sorprendenti, piu’ illusionistici, nei suoi elementi piu’ semplicemente ripetibili e adottabili come modello. - Austria -> ricca di esempi italianeggianti - Spagna -> le influenze italiane sono cosi massicce da non poter permettere una elaborazione mmmmmmautonoma - Francia/Boemia -> esempi italiani trattati in modo originale e autonomo - Avignone - Napoli - Barcellona - (Pisa, Genova) - Papi avignonesi -> largo ricorso che essi fecero dei pittori italiani per decorare e legittimare la mmmmmmmmmmnuova residenza. - Avignone deve acquisire l’aspetto di una capitale europea -> notevoli investimenti artistici. - Irraggiamento europeo dell’arte toscana  Emergere di Avignone come centro artistico d’importanza europea o Diffusione della pittura senese in città - A partire dal 1335 -> pittori senesi si trasferiscono ad Avignone.  Simone Martini (1336). - Opere firmate da pittori senesi ad Avignone  Realizzate in loco da maestranze senesi?  Oppure realizzate a Siena e poi spedite? - L’arrivo di Simone Martini ad Avignone (1336) ebbe conseguenze molto importanti. - Pittura avignonese  Gusto gotico e cortese  Modi italiani - Ad Avignone fu possibile realizzare certe virtualità dell’arse senese  Es -> il RITRATTO o Il semplice ritratto privato nasce ad Avignone (non celebrativo, commemorativo funerario…) o Petrarca scrive che Simone Martini dipinse ad Avignone il ritratto di Laura. Centri diffusori della cultura artistica italiana AVIGNONE fu l’esempio piu’ significativo e macroscopico dell’espansione artistica italiana nel Trecento - Avignone era una città priva di una forte e continuata tradizione artistica (al contrario di Siena), dove gli artisti si trovano davanti a realtà diverse.  Assenza di regole o consuetudini generalmente accettate o Gli artisti modificano il loro comportamento e le loro risposte a richieste nuove e inabituali. - MATTEO GIOVANNETTI  Originario di Viterbo, ma senese di adozione.  Pittore dei papi  Arrivò ad imporre una specie di linguaggio sincretistico che teneva conto delle esperienze di Simone, ma anche di quelle di altri artisti, come i Lorenzetti.  Gotico espressivo lineare + ricerche complesse nella rappresentazione dello spazio.  Un atteggiamento curioso, disinvolto, umoroso sino alla caricatura, libero e sperimentale. - Quanto si faceva ad Avignone aveva echi anche nelle altre capitali  Si costituì un “museo avignonese” di opere sieno-avignonesi per esempio nella Saint Chapelle di Parigi. o Funzione di exempla che hanno avuto queste opere esposte. - E’ indiscutibile lo stimolo che certi complessi esempi avignonesi di rappresentazione dello spazio hanno avuto sullo straordinario sviluppo della pittura francese al tempo di Carlo V (1338/1380). - MA -> non solo pittura senese ad Avignone.  Anche o Viterbo o Lucca o Arezzo o Asti o Firenze o Francia meridionale - Nel crogiuolo avignonese, che la pittura senese trova e fissa i caratteri del suo stile d’esportazione. - Rapporti fra le città  Siena -Avignone – Praga  Avignone – Napoli -Praga  Siena – Avignone – Spagna  Siena -Avignone -Parigi I caratteri dominanti sono comunque prevalentemente senesi - Hanno un gran peso sulla storia della pittura europea del Trecento. - Vengono poste le radici di quello stile bifronte:  Naturalistico  Fiabesco o Aristocratico, carico di espressivita’, nostalgico e moderno
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