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ARTE ROMANTICA: contesto storico e analisi di opere, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

appunti integrati con libro “capire l’arte”

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 03/05/2024

ludovica-de-pra
ludovica-de-pra 🇮🇹

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Scarica ARTE ROMANTICA: contesto storico e analisi di opere e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! ARTE ROMANTICA CONTESTO STORICO CULTURALE Il romanticismo è un movimento di pensiero che, nella prima metà dell'800, da Germania, Francia e Inghilterra, si diffonde nell'intera Europa, coinvolgendo tutti gli ambiti culturali e artistici: dal dibattito politico alla filosofia, alle arti visive, alla letteratura e alla musica. Gli ideali proposti dalla Rivoluzione Francese erano falliti, come testimoniano l'affermazione dell'impero l Napoleonico e gli esiti del Congresso di Vienna (1815). Ai principi di universalità affermati dall'illuminismo si sostituì la restaurazione dei regimi monarchici e la riaffermazione di una politica nazionalistica. Ai progressi scientifici si affiancavano sempre più pressanti problemi sociali, determinati da una maggiore conflittualità tra la borghesia e la nascente classe operaia. Il romanticismo si fece interprete dell'inquietudini e delle tensioni della società, elaborando una nuova visione anti illuminista e anti-classicista che privilegiava la soggettività individuale, il sentimento e la fantasia rispetto al culto della ragione, inaugurando un nuovo rapporto con la natura e con la storia. L'arte romantica non è un sistema omogeneo e coerente, essa è caratterizzata da stili individuali che possono avere tra loro analogie ma che si differenziano da artista artista. L'estetica romantica I Romantici ereditano dal Neoclassicismo la serietà e il rifiuto per l'arte frivola e decorativa, ma, invece che alla ricerca del bello ideale e dell'ispirazione ai valori classici, sono rivolti principalmente a scandagliare la profondità della propria vita interiore e ad esprimerla nel mod o più diretto e sincero al di là di ogni regola assodata. La sensibilità individuale, quindi, è il principio che guida l'artista nella realizzazione dell'opera d'arte e il criterio base sul quale essa deve essere giudicata. Invece di riflettere i valori senza tempo, universale del classicismo, ogni opera d'arte è unica in quanto manifestazione dell'esperienza personale dell'artista. Libertà creativa si realizza anche nella tecnica artistica: mentre il neoclassicismo presenta nel suo insieme un linguaggio omogeneo delle forme visive dei mezzi espressi, l'arte del romanticismo è caratterizzata da una accentuata varietà degli esiti, degli stili e delle tecniche. Si rifiuta il sistema delle Accademie a favore del ritorno al metodo medioevale della bottega, ripristinando il rapporto diretto maestro-allievo. Altro motivo ricorrente è l'esaltazione del concetto di genio, spesso associato al tema della "vocazione" artistica, della malinconia e della solitudine, dell'inquietudine. L'arte che esprime al meglio i valori del Romanticismo è la pittura poiché, tra le arti figurative, è quella che lascia maggior spazio all'espressione soggettiva degli stati d'animo dell'artista. 1 Rapporto con la natura Per l'artista romantico la natura è un elemento fondamentale: essa è sia la forza creatrice sia il luogo privilegiato dell'esperienza spirituale ed emotiva dell'individuo punto Caspar David Friedrich è tra i primi interpreti di questa concezione della natura. Gli eventi del proprio tempo o il paesaggio circostante sono interpretati alla luce delle emozioni. Nell'ambito della rappresentazione del paesaggio nascono due correnti: il "sublime" e il "pittoresco". Tipicamente romantica è la poetica del Pittoresco, nata in Inghilterra nel XVIII secolo, parallelamente alla poetica del Sublime. Entrambi hanno il loro luogo di elezione nella natura. Il piacere del pittoresco: esprime un possibile accordo tra uomo e natura, espresso un sentimento di malinconia, uno struggimento capace di dare piacere al cuore e alla fantasia. E pittoresco ciò che è anche singolare, suggestivo, evocativo Il sublime: il sublime innanzitutto è provocato dal senso di infinito che possono generare paesaggi sconfinati come deserti catene montuose cieli stellati punto l'uomo di fronte a tali spettacoli avverte la propria piccolezza rispetto all'immensità dello spazio e della natura ed è invaso dal mistero della creazione. Nel dipinto il mondo esteriore il mondo interiore pertanto realizzano una mistica Unione alla quale lo spettatore sente di partecipare insieme al protagonista. L'artista come genio L'artista avverte che il mondo dei valori dell'anima e dei sentimenti che egli incarna è in conflitto con la realtà sociale che invece, si riconosce nei valori del mondo Borghese del l'utile del mercato dell'utilitarismo. Il dissidio con il mondo genera nell'artista un senso di estraneità e distacco degli uomini che conduce ad una affermazione orgogliosa della propria diversità in nome dei propri ideali. Romanticismo in Italia Fenomeno culturale di vasto raggio con impatto soprattutto in campo letterario, in Italia il Romanticismo coincide cronologicamente con la fase storica del Risorgimento, un lungo periodo di rivolte contro l'occupazione straniera della penisola che, tra il 1820 e il 1860, ebbe come esito l'unificazione del territorio e la nascita dello Stato italiano. Lungi dall'essere meramente lo sfondo delle vicende artistiche, in Italia il processo risorgimentale si lega a doppio filo con il Romanticismo, frutto e risposta agli ideali di libertà, autodeterminazione e affermazione delle identità nazionali che si andavano diffondendo in quegli anni in tutta Europa. La storia contemporanea, come già in Francia, diventa così protagonista delle arti, che danno forma ai valori risorgimentali e ne promuovono lo spirito nel segno di una forte tensione civile e ideale. In arte, dove pure le istanze romantiche tardarono a prevalere sulla tradizione classicista, proprio la pittura di storia è uno dei generi prediletti dell'epoca, coltivato dal pittore più celebre del Romanticismo italiano, Francesco Hayez. 2 MONACO IN RIVA ALMARE PERIODO: 1808-10 AUTORE: Friedrich MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Berlino, Alte Nationalgalerie DIMENSIONI: 110x171.5 cm SOGGETTO DELL’OPERA: Nel dipinto, in primo piano si coglie una spiaggia deserta sulla quale a sinistra si vede la figura di un monaco fermo e rivolto verso il mare. Al centro invece il mare buio è appena illuminato da qualche bagliore di onde ed è sovrastato da un cielo denso di nuvole scure. Il monaco è riconoscibile dalla ascetica e lunga tonaca scura che indossa. Il dipinto presenta a partire dal basso i tre elementi naturali, terra, mare e cielo. La figura del religioso isolata dal contesto privo di particolari naturali sembra estraniata dal mondo reale. Come in molte opere di Friedrich inoltre la figura umana è piccola e sembra che la natura incomba su di essa. Questo personaggio isolato viene definito dai critici tedeschi Rückenfigur (Figura vista di schiena). Si tratta di una figura umana vista di spalle, isolata e di piccole dimensioni che contempla il paesaggio. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: Friedrich lavorò per ben due anni alla realizzazione dell’opera. La superficie della tela infatti fu diverse volte sovra dipinta fino ad ottenere il fondo quasi astratto che la caratterizza. L’opera è frutto di una progettazione lunga ed è il risultato di diversi ripensamenti. L’artista cancellò due piccole navi a vela che galleggiavano sul pelo dell’acqua. Inizialmente il cielo era diurno e fu trasformato in cielo notturno. Nel dipinto infatti compare la falce della luna e la stella del mattino. Questi dettagli furono documentati dallo stesso artista nei suoi appunti. L’opera si basa su molti schizzi fatti en plein-air. L’opera presenta un linguaggio figurativo al limite dell’astratto. Inoltre secondo i critici lo spazio privo di costruzione spaziale sembra proiettarsi sulla superficie del dipinto. I colori dell’opera sono pochi infatti predominano l’azzurro-grigio del cielo e il blu profondo del mare che si ritrova anche sulla tonaca del monaco. L’immagine non presenta chiari contrasti cromatici. Esiste un leggero scarto di luminosità fra il terreno e il mare. Inoltre il suolo è reso con un ocra caldo mentre il resto della scena presenta toni freddi e scuri. Chi osserva il dipinto di Friedrich sembra perdersi nel vuoto dello spazio e non riesce a individuare i piani di profondità. Non vi sono infatti ancore visive presenti sulla riva, nel cielo o nel mare. Questo vagare dello sguardo crea una sensazione di inquietudine. Il dipinto è di forma rettangolare e sviluppo orizzontale. L’inquadratura racchiude un’ampia porzione di superficie dipinta con passaggi di tono e pochi elementi formali. La composizione è condizionata dalla posizione decentrata del monaco che crea una piccola parentesi a sinistra in basso in corrispondenza dell’angolo del dipinto. La composizione si avvale inoltre di quinte successive rappresentate dalla spiaggia dal mare e dal cielo. 5 La struttura compositiva dell’opera è rappresentata così dalle linee orizzontali che si susseguono verso l’alto. In basso la duna di sabbia che si inclina leggermente a destra rappresenta un elemento di movimento. Sono assenti inoltre linee di fuga e linee strutturali che creino un centro compositivo o visivo. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: L’opera suscita inquietudine mista a smarrimento, angoscia e malinconia suggerite dal vuoto dello spazio, dai colori cupi e dall’assenza di ancore visive. Sicuramente evoca un senso di solitudine interiore. Come anche in altre opere di Friedrich la figura di schiena del personaggio spinge l’osservatore ad identificarsi con con esso e a calarsi nella contemplazione del paesaggio che ha di fronte. In quanto opera esemplare della poetica dell’artista in “Monaco in riva al mare" si ritrova la poetica del sublime. La critica ha definito questo dipinto anche come pittura del nulla poiché si riferisce ad uno spazio indefinito e vasto. La poetica del Romanticismo infatti, come interpretata da Friedrich, contrappone l’immensità della natura alla finitezza dell’uomo che però si rende consapevole della propria natura e della propria grandezza spirituale. JOHN CONSTABLE John Constable fu un importante paesaggista che ritrasse la campagna inglese e un esponente del movimento Romantico insieme a William Turner. Le prime opere di un certo rilievo di John Constable risalgono al 1802, all’età di 26 anni. In seguito all’esperienza maturata a Londra presso la Royal Academy l’artista tornò a Suffolk. Dipinse bozzetti con pittura a olio all’aperto nelle campagne di Dedham e sulle rive del fiume Stour. Contable ritrasse i luoghi della sua fanciullezza e continuò a rappresentarli durante la sua carriera pittorica. Con i suoi dipinti realizzati all’aperto Constable si scostò dai modelli appresi duranti gli anni accademici. L’artista iniziò così ad osservare attentamente i fenomeni naturali. Inoltre si avvicinò alle composizione dei poeti a lui contemporanei Collins e di Wordsworth, lontani dal sublime e dal pittoresco. John Constable fu una dei più importanti esponenti del paesaggio romantico insieme a William Turner. Le sue opere più famose ritraggono la la campagna di Dedham Vale nei dintorni di East Bergholt nel Suffolk. John Constable fu un meticoloso vedutista. 6 THE HAYWAIN (il carro di fieno) PERIODO: 1821 AUTORE: Constable MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Londra, National gallery DIMENSIONI: 130,2x185,4 cm SOGGETTO DELL’OPERA: Il carro di fieno (The Hay Wain) è un paesaggio dipinto da John Constable che racconta un brano di campagna inglese di inizio Ottocento. Mentre un contadino conduce un carro il clima cambia. Arriva un temporale a interrompere la tranquillità della natura e del lavoro umano. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: Al centro, l’acqua riflette il verde della vegetazione. Il boschetto di alberi dietro la casa crea una interessate quinta naturale verde scura. Per contrasto di chiarezza spiccano le abitazioni, costruite davanti agli alberi. Tutta la massa verde e bruna del paesaggio è equilibrata, in alto, dal cielo denso di nuvole. Si intravede qualche brano di azzurro tra il bianco grigio delle nubi. La luce de Il carro di fieno di Constable è naturale e riflessa dalle grandi nubi bianche. Queste, infatti, agiscono come dei potenti riflettori e distribuiscono la luce bianca sulla scena. Il paesaggio risulta ampio e disteso, dal primo piano allo sfondo. Il carro di fieno che si muove verso sinistra e in avanti è un confronto visivo per valutare le distanze. Allo stesso modo, agiscono gli alberi che si trovano in secondo piano e sull’orizzonte. La profondità è costruita con la sovrapposizione di piani e una leggera prospettiva aerea. Il carro di fieno di John Constable ha uno sviluppo orizzontale, tipico nei paesaggi. L’ansa del ruscello crea una curva compositiva molto importante sulla sinistra. Questa direttrice porta lo sguardo il profondità. Il movimento è poi, assecondato dal prato illuminato, sullo sfondo a destra. Gli ammassi nuvolosi sembrano procedere da sinistra a destra, coerentemente con la parabola del paesaggio. Questo movimento produce una certa partecipazione emotiva dell’osservatore. Sembra, infatti, di percepire il vento e l’atmosfera fresca ma carica di tensione, che anticipa un temporale estivo. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: Anche se in Il carro di fieno il paesaggio è parzialmente scuro, suscita comunque un senso di calma, che deriva sia dai comportamenti tranquilli dei contadini, per nulla preoccupati per un imminente temporale, sia dall’ azzurro del cielo, a destra, e dalla luce calda, che, contrapponendosi all’ ombra, filtra tra i rami dei grandi alberi, si posa sui prati e crea dei dolci riflessi sull’ acqua, sulle persone e sulla casa. Inoltre comunica anche nostalgia per il passato. 7 LA ZATTERA DELLAMEDUSA PERIODO: 1819 AUTORE: Gericault MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Louvre DIMENSIONI: 491x716 SOGGETTO DELL’OPERA: Ne La zattera della Medusa Théodore Géricault racconta il drammatico naufragio della fregata Medusa nel quale alcuni naufraghi furono costretti ad azioni terribili per sopravvivere. Théodore Géricault raffigurò il momento in cui i naufraghi avvistano una nave che si sta avvicinando all’orizzonte, gli uomini sono stremati, alcuni sono morti, alcuni senza speranza. I naufraghi, avendo terminato cibo e acqua, furono costretti a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni. Sulla sinistra possiamo vedere due figure isolate. Un padre anziano difende il corpo del figlio, ormai cadavere dagli altri naufraghi. Accanto a loro, sulla sinistra si vede il cadavere di un naufrago, del quale rimane il torace. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: L’ andamento della composizione è piramidale ed è tutt'uno con il messaggio dell'artista. Nel quadro di Gericault le piramidi sono in realtà due ed esprimono due direzioni che si incrociano tra loro opponendosi. La prima piramide parte dall’uomo morto in basso a sinistra ed ha il vertice nell’uomo che, di spalle, sta agitando un panno. La seconda piramide parte dalle onde del mare per giungere all’albero che sorregge la vela. Ma in quest’opera, di altissima tensione drammatica, Gericault usa più riferimenti alla storia dell’arte. L’atmosfera e i contrasti luministici rimandano inevitabilmente a Caravaggio. Anche il braccio abbandonato nell’acqua, dell’uomo morto in basso a sinistra, è copiato dal Caravaggio de "La deposizione". Lo stesso braccio che copiò David ne “La morte di Marat”. Le figure hanno una “tensione muscolare”, e una “torsione”, che rimandano addirittura a Michelangelo. Le figure in basso a sinistra, del ragazzo morto e del padre che lo sorregge pensoso, sembrano due statue greche. Infine, l'unica nota di colore forte è il rosso che si ritrova in "contrappunto" sia nella figura del vecchio padre rassegnato (il manto che lo ricopre), che nello straccio agitato dal giovane in alto a destra e, pertanto costituisce un legame più che lampante tra le due piramidi formali e simboliche allo stesso tempo: la disperazione e la speranza di salvezza. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: Bisogna ricordare il periodo storico in cui è nata questa tela. La Francia era appena uscita da una esperienza storica che l’aveva profondamente segnata: prima la Rivoluzione e poi l’Impero napoleonico. 10 Napoleone, nel 1815, a Waterloo era stato definitivamente sconfitto e confinato nell’isola di Sant’Elena. Lo stato d’animo dei francesi, in quegli anni, era soprattutto di sconforto e di delusione. Sentimenti originati dalla constatazione che ciò che essi avevano fatto non era servito a nulla. Il senso di disagio e di deriva finiva per rispecchiarsi direttamente in un quadro che rappresentava appunto un naufragio. Così, volutamente o casualmente, la zattera della Medusa divenne la metafora di un naufragio che, simbolicamente, vedeva coinvolta tutta la nazione francese. “La zattera della Medusa” dà l’immagine psicologica della Francia dopo che la Rivoluzione si è conclusa con il fallimento dell’Impero. Il quadro di Gericault, dunque, usa un episodio di cronaca quotidiana per esprimere un contenuto preciso: la vita umana in bilico tra speranza e disperazione. La prima piramide parte è la direzione umana cha va dalla disperazione, di coloro che sono morti, alla speranza di chi ha ancora la forza di agitarsi con la speranza di essere visto da qualcuno che vada a salvarli. La seconda piramide è la direzione del mare che spinge in direzione opposta rispetto alla direzione delle speranze umane. È proprio la tensione visibile tra queste due forze opposte a dare un primo tratto drammatico alla scena. La presenza della nave all’orizzonte dava in realtà la sensazione del “lieto fine”. La sensazione che oramai, per i sopravvissuti, la brutta avventura stava per volgere all’epilogo. Ciò comportava lo scioglimento della tensione psicologica. Nella stesura definitiva la nave all’orizzonte quasi scompare, divenendo un puntino invisibile all'orizzonte, proprio per aumentare il senso del pathos. Chi guarda non sa come la vicenda andrà a finire e quindi deve cogliere la sensazione drammatica di chi ancora non sa se verrà salvato o meno. E lo spettatore non può saperlo, anche perché vede lo stesso orizzonte che guarda l’uomo che agita il panno. EUGENE DELACROIX Eugène Delacroix fu un artista francese attivo nel corso dell’Ottocento e autore di celebri opere appartenenti al Romanticismo. I temi dei suoi dipinti sono la politica, il fascino dell’esotico ed il racconto del mito. È considerato un vero maestro nell’uso del colore, impiegato con lo scopo di mettere in risalto i movimenti e la drammaticità della scena. Le opere di Delacroix sono fatte di pennellate intense e nervose proprio per evidenziare le figure e le loro turbinose e dinamiche azioni. Al centro c’è l’esaltazione e l’accostamento delle tinte secondo la teoria del contrasto luministico. Questa tecnica prevedeva l’uso di colori primari puri e dei loro complementari in modo da ottenere un forte contrasto tra luce e ombra. La sua arte si distingue chiaramente da quella di Ingres, il suo principale rivale, che invece era ancora legato al neoclassicismo e ricercava la perfezione e la definizione dei contorni. 11 LA LIBERTÀ GUIDA IL POPOLO PERIODO: 1830 AUTORE: Delacroix MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Louvre DIMENSIONI: 260x325 cm SOGGETTO DELL’OPERA: Il soggetto del quadro fu ispirato dalle reali vicende storicheche si svolsero in Francia in quegli anni. Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna, la Francia venne restituita alla monarchia borbonica di Luigi XVIII che fu re dal 1816 al 1824. Nel 1824 gli successe Carlo X, la cui monarchia dal carattere assolutistico finì per suscitare nuovi sentimenti di ribellione. Egli, infatti, fu destituito nel 1830 con la rivoluzione di luglio. Ed è questo l’episodio che diede a Delacroix lo spunto per il suo quadro. Abbattuta la monarchia borbonica si instaurò in Francia una monarchia costituzionale che fu affidata a Luigi Filippo d’Orleans. Il dipinto rappresenta la lotta per la libertà di varie classi sociali, incitate da una figura femminile che incarna la Libertà. Il popolo la segue sulle barricate e, nella lotta comune, non c’è differenza di classe o di genere: borghesi, popolani, uomini, donne, ragazzini, tutti uniti per la Libertà! Nello sfondo si intravedono le torri gemelle della Cattedrale di Notre Dame di Parigi avvolta nella polvere e nel fumo della battaglia. Tutto ciò suggerisce una collocazione ben definita nello spazio e nel tempo. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: La composizione ha lo stesso sviluppo piramidale de "La zattera della Medusa": il vertice della piramide, la donna con la bandiera, guarda verso lo spettatore. Sia nella composizione piramidale che per alcune citazioni (cadaveri, travi sconnesse, figura culminante che agita qualcosa) esiste un chiaro riferimento a Géricault, di cui vuole essere un omaggio. Nel quadro sono presenti diversi livelli di prospettiva: in primo piano ci sono i corpi dei caduti sdraiati a terra; in secondo piano ci sono i combattenti, fra cui la figura centrale della Libertà; sullo sfondo si intravede la Cattedrale di NotreDame. La prospettiva totale è dunque data dalla profondità del dipinto. Le proporzioni sono perfettamente rispettate; unica eccezione è rappresentata dalla figura della Libertà che, pur essendo in secondo piano, sovrasta tutti gli altri personaggi col suo corpo imponente, anche se perfetto. Le linee sono morbide e sinuose nei corpi e nella figura della Libertà si raggiunge la perfezione anatomica. Il volume è' dato dalla dimensione dei corpi ed è sottolineato dalla luce. La luce proviene dalla destra della figura centrale alla quale si attribuisce la funzione allegorica della Libertà. Un misto tra romantico e classico, tra reale e immaginario, è un anticipo di ciò che utilizzerà l'Impressionismo: la sfumaturae l'abbandono dell'Accademia. 12 nazionalista e nell’odio verso lo straniero, che nelle zone dell’attuale Lombardia, era rappresentato dalla dominazione austriaca. Il giovane che da un bacio alla ragazza porta un pugnale e si appresta a salire il primo gradino della scala. Il messaggio politico che nasconde il dipinto è racchiuso quindi in questi particolari appena percepibili. Si tratta, forse, di un giovane patriota che saluta la ragazza amata prima di andare a combattere. Nell’ombra che si intravede sulla sinistra, alcuni storici hanno visto la presenza di una spia austriaca che sorveglia i due giovani. RITRATTO DI ALESSANDROMANZONI PERIODO: 1841 AUTORE: Hayez MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Pinacoteca di Brera, Milano DIMENSIONI: 120x92,5cm SOGGETTO DELL’OPERA: Il suo viso è segnato dell’età ma non sofferente. Gli occhi sono attenti e il viso magro mentre le labbra, sottili e serrate ed esprimono determinazione. I capelli sono scomposti mentre il profilo del volto è incorniciato da due lunghe e folte basette. Manzoni indossa una pesante giacca scura sopra ad una camicia chiara e un fazzoletto è stretto intorno al collo. La mano destra è posata sul bracciolo della poltrona mentre la sinistra stringe un oggetto. La gamba destra è accavallata sulla sinistra in una posizione naturale e disinvolta. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: L’artista dipinse il Ritratto di Alessandro Manzoni con uno stile estremamente realistico e molto attento a rendere il carattere del personaggio. La superficie dipinta ad olio è levigata e il colore steso e sfumato. La tonalità generale del ritratto è calda, mentre il fondo è scuro con un alcune di luce circolare in corrispondenza del busto dello scrittore. In questo modo Hayez ha messo in risalto il viso di Manzoni attraverso un contrasto luminosità. Infatti la parte superiore del suo corpo e la linea delle spalle si stagliano netti contro il fondo più chiaro. Il tessuto dei pantaloni è ocra scuro e richiama il colore del fondo illuminato. L’incarnato è caldo e il volto modellato attraverso un’ombra molto intensa sulla destra. Lo spazio è reso attraverso la luce che crea una limitata profondità verso il fondo. Il formato del Ritratto di Alessandro Manzoni è verticale e l’inquadratura incornicia lo scrittore in modo ampio e arioso. Le diagonali del quadro si incontrano sul torace della figura che viene, quindi, posizionata decisamente in centro al dipinto. Nonostante Manzoni sia rivolto a sinistra le masse dei volumi sono equilibrate. Infatti, i loro pesi si equivalgono nelle zone luminose, a sinistra e oscure, a destra. 15 CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: Lo scrittore ha il volto inclinato e osserva di fronte a sé con un’espressione molto intensa e profonda. Il dipinto assolve a una funzione civile in quanto rappresenta una figura ideale dei nuovi cittadini dello Stato italiano, gli esempi morali ed educativi da seguire. RITRATTO DI ANTONIO ROSMINI PERIODO: 1853 AUTORE: Hayez MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Pinacoteca di Brera, Milano DIMENSIONI: 92x119cm SOGGETTO DELL’OPERA: Il filosofo ritratto con grande naturalezza da hayez in un atteggiamento di assorta intensità, mentre la tiene nella mano destra un umilissimo oggetto di uso personale gli occhiali. linguaggio visivo caratteri espressivi RITRATTO DI CAMILLO BENSO PERIODO: 1864 AUTORE: Hayez MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Pinacoteca di Brera, Milano DIMENSIONI: 79x64cm SOGGETTO DELL’OPERA: Il dipinto venne commissionato pochi mesi dopo la morte di Cavour e Hayez dovette attenersi alla maschera mortuaria in gesso del ritrattato, conservata nel proprio studio. La critica contemporanea espresse ampie riserva sull'opera, legate al fatto che si avvertiva nella sua convenzionalità il mancato rapporto tra il pittore e l'effigiato. 16 ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: Lo stile con cui realizza i ritratti: c'è forte personalità del personaggio, porta in mano qualcosa che indica lo stato sociale o la professione svolta. Per mettere in evidenza il volto, dietro al personaggio c'è luce e lo sfondo nero che mettono in risalto anche il mondo spirituale. La luce sembra caravaggesca. RITRATTO DI GIOACCHINO ROSSINI PERIODO: 1870 AUTORE: Hayez MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Pinacoteca di Brera, Milano DIMENSIONI: 109x87cm SOGGETTO DELL’OPERA: Gioacchino Rossini è seduto con il corpo frontale e il viso rivolto a sinistra del dipinto. Nella mano destra tiene stretta una partitura intitolata “Musica dell’avvenire” mentre con la mano sinistra sorregge il bastone da passeggio. L’anziano compositore indossa un abito elegante e scuro dal quale si intravede la camicia chiara chiusa sul colletto da un nastro anch’esso scuro. Infine lo sfondo è indistinto e leggermente più chiaro intorno alle spalle del personaggio. ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISIVO: L’opera realizzata da Francesco Hayez presenta colori molto scuri e tendenzialmente freddi. L’illuminazione proviene dal fronte del dipinto e non crea forti chiaroscuri. Il contrasto di luminosità che si forma tra le spalle scurissime e lo sfondo leggermente illuminato permette di definire il contorno del busto di Gioacchino Rossini. Il Ritratto di Rossini è ambientato all’interno di uno spazio indistinto e molto scuro. Il dipinto di Hayez è rettangolare e presenta proporzioni auree. L’inquadratura verticale inoltre mette in evidenza l’immagine del personaggio attraverso la grande porzione di sfondo scuro che lo avvolge. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: Francesco Hayez e Gioacchino Rossini erano amici fin da quando erano ragazzi. Infatti furono compagni di scuola e disavventure a Roma. Gioacchino Rossini tiene in mano la partitura del brano “Spécimen de l’avenir” (Musica dell’Avvenire). Si tratta dell’ultimo brano dell'”Album de château” nel quale il compositore indica una personale storia della composizione musicale. 17
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