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Arte. Una storia naturale e civile. Volume 3, Schemi e mappe concettuali di Storia dell'Arte Moderna

Riassunto volume 3, con opere e spiegazione

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

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Scarica Arte. Una storia naturale e civile. Volume 3 e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! SEZIONE I - IL GOTICO INTERNAZIONALE (a partire dalla seconda metà del ‘300) CAP 1 - LO STILE DELLE CORTI EUROPEE Novità: gli artisti rendono gli effetti atmosferici di un cielo vero e il Gotico internazionale inizia a comparire in pittura. straordinario connubio tra il massimo artificio e il massimo naturalismo dettagliato. Amore per un’arte che trasfigura la realtà con forme guizzanti e colori rarefatti. Stile cortese: riflettere il gusto delle signorie e delle corti. Carattere laico o profano, colori preziosi, eleganza è fantasia, no tridimensionalità spaziale, no corpo ma studio dei panneggi. Alle spalle si ha il gotico internazionale. Avignone: dal 1309 sede pontificia. I papi si circondano di artisti impegnati ad abbellire la città. Questo ha permesso al gotico avignonese di diffondersi lungo la rete delle corti europee come l’Italia (Simone Martini, madonna dell’umiltà, 1340, Avignone, soggetto per eccellenza del gotico internazionale). ***Pisanello, madonna della quaglia, 1420, Verona. -maria seduta a terra con il figlio sulle sue ginocchi -eleganza -panneggio del manto gotico -la circonda di uccelli e fiori -primo piano quaglia —> preziosità, raffinatezza e attenzione per la natura che culmina negli uccelli e prato ***Marino Contarini, Ca’ d’Oro, Venezia, 1420-30. Tipico esempio di gotico fiorito o gotico flamboyant -vuoti dominano sul pieno delle murature -effetto struttura leggera -arco acuto, -gusto ornamentale -miniatura -muratura in marmo una volta impreziosita da dorature. Il Gotico internazionale in architettura si diffuse maggiormente nel resto dell’Europa. Mentre a Roma fioriva il Rinascimento maturo di Raffaello e Michelangelo, le principali corti d’Europa parlavano ancora la lingua del Gotico. Nel campo della scultura, maestro del gotico internazionale fu Claus Sluter. ***Il pozzo dei profeti, (Mosè e Isaia) Francia, 1400 -possente monumentalita -figure tendono a tutto tondo, isolandosi rispetto l’architettura -vigore espressioni e gesti -pietra calcarea con tracce dei colori —> la scultura del gotico internazionale è policroma ***Monumento sepolcrale di Filippo l’Ardito, Sluter e de Werve, Francia, 1380-1410 -monumento danneggiato durante la rivoluzione e ricomposto -sono originali soltanto le mani -monumento è isolato -lungo i fianchi galleria di pleurants, ovvero figure a tutto tondo di addolorati incappucciati e piangenti, avvolti in ampi panneggi -scolpiti in alabastro -antinaturalistiche eppure ci rendono sentimento vero, il dolore di quando muore qualcuno -panneggio aryicifioso e astratto CAP 2 - GIAN GALEAZZO VISCONTI E IL RUOLO DELLA LOMBARDIA Ducato di Milano: dalla fine del ‘300 si impone il gotico internazionale. Gian Galeazzo Visconti signore del ducato che rende la sua corte un polo culturale di prim’ordine. La sua corte ebbe sede nel castello visconteo a Pavia 1360- 65. A Pavia i Visconti aprono una scuola di miniatura nella quale si formò negli anni ‘80 Michelino da Besozzo, ottimo pittore e miniatore. ***L’elogio funebre di Gian Galeazzo Visconti, Michelino da Besozzo, 1403, miniatura, Parigi. -sul frontespizio del sermone illustra una scenetta di incoronazione del duca da Gesù in paradiso. -no lacrime, magnificenza di una scena cortese -lui inginocchiato davanti vergine e figlio con attorno 12 virtù e 8 angeli —> appare come corte moderna -no resa dello spazio: figure bidimensionali quasi incorporee ma fantasiose e coloratissime. -fondo decorato a motivi geometrici tipico delle miniature. ***Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, 1403-10, Siena. -atmosfera sogno dove manca concretezza spaziale e figure esili e guizzanti -timide faccine -Caterina si inginocchia a ricevere l’anello dal bambino -santi Giovanni battista e Antonio abate guardano -tecnica da orafo per impreziosire il dipinto: pastiglia dorata, pasta di gesso e colla. ***Duomo di Milano -1387 Visconti dà inizio alla costruzione dalla zona absidale con enormi finestroni ad arco acuto e guglie. -pianta a 5 navate, forme gotiche, marmo bianco. -ultimata nell’800. -edificio fiorito di decori e sculture. Jacopino da Tradate, scultore lombardo di notevole notorietà. ***Rilievo di Papa Martino V (ha chiuso lo scisma d’occidente), 1420, Milano duomo. -per rendere onore al papa che aveva chiuso lo scisma d’occidente -scultura nel deambulatorio del duomo -pontefice seduto e benedicente -posa frontale -panneggio gotico ***Madonna col bambino, 1420-30, museo castello sforzesco. -panneggi sinuosi ed eleganti -inclina testa a esprimere amore materno per figlio Signore di Milano con Jacopino è Filippo Maria Visconti, secondogenito. Ancora gotico internazionale. ***Cappella di Teodolinda, duomo di Monza, 1441-1446 -affrescata dagli Zavattari che avevano aperto una bottega a Milano -Si racconta la sua vita in un ciclo di affreschi, 45 episodi su 5 registri sovrapposti -storia interpretata come una fiaba -linguaggio tardogotico lombardo -ripetersi di scene di corte, miniature con sfondo geometrico dorato. SEZIONE II - FIRENZE E IL PRIMO RINASCIMENTO Si parla di umanesimo civile perch nella letteratura antica si inizia a riscoprire i valori di una società libera e giusta. Gran galeazze Visconti muore 1402 e persecutore dei suoi ideali è Leonardo Bruni. Convinto che Roma fosse morta e i suoi ideali fossero stati incarnati da Firenze. Anche lui fu cancelliere a Firenze. La repubblica di Firenze era fondata sul lavoro, quindi per ottenere committenza bisognava sere iscritti a un’arte, a una corporazione. Delle 21 corporazioni, 7 erano dette maggiori e richiedevano minore fatica fisica e permettevano più guadagno. Le altre 14 dette minori e riunivano maestri artigianali. Prima meta del 400 vede Firenze in campagne militari, 1406 la repubblica conquisto Pisa, ma minaccia riva ancora con il nuovo duca Filippo Maria, coinvolta nelle “guerre di Lombardia” combattute tra Milano e Venezia. 1440 fiorentini sconfissero truppe milanesi a Anghiari. 1434 due eventi: in giugno arriva in città papa Eugenio 4 e in settembre rientra da esilio Cosimo De Medici, che diventa signore della città e da via predominio sulla città della sua famiglia. Uno dei più grandi mecenati , convinto che i monumenti rappresentassero al massimo l’autorità dei medici. CAP 4 - GHIBERTI, BRUNNELLESCHI,DONATELLO 1436, De Pictura, trattato di Leon Battista Alberti, dedica a Brunelleschi in apertura -> cos’è il Rinascimento. Fino a quando non andò a Firenze nel 1434 credeva nell’assoluto primato dell’antichità e vedendo Brunelleschi, Donatello, Masaccio capisce che l’antichità era rinata. Anzi, nasce qualcosa di nuovo perché gli eroi che inventano il Rinascimento lo fanno dal nulla, ricreando. Primi decenni del ‘400 straordinaria stagione artistica. Nuovo linguaggio che trova ispirazione nella letteratura e arte antica. Brunelleschi 1377-1446, Donatello 1386-1466 e Masaccio 1401-1428 furono i promotori del Rinascimento, rinnovamento artistico e culturale. 1401 bandito un concorso tra gli artisti toscani: il vincitore realizza la grande porta bronzea per il battistero di San Giovanni a Firenze. La chiesa aveva 3 ingressi, uno realizzato da Andrea Pisano, porta sud. La nuova porta doveva attenersi a quel modello. Vinse Ghiberti, porta nord e la finì nel 1424. I due battenti hanno 28 formelle e lo stile è quello gotico internazionale del tempo e rappresentano la storia di Cristo rispetto alla storia di san Giovanni di Pisano. ***Sacrificio di Isacco 1401-2 Ghiberti (figlio di un orafo) e Brunelleschi Entrambe gotiche. Sotto la stagione artistica del gotico covava il fuoco di una rivoluzione. Nell’officina ghibertiana c’è anche Donatello. ***Crocifisso, Donatello, 1406-8, Firenze santa Croce. Il perizoma è come quello ghibertiano nella formella della porta nord ma nel volto emerge un naturalismo ed espressività. ***Crocifisso, Brunelleschi, 1410-15, Firenze santa Maria Novella. Serena composizione e studio delle anatomie. Può sembrare un’opera del Rinascimento maturo questo perché nel 1410 aveva compiuto un viaggio a Roma dopo la sconfitta del concorso: l’antichità classica aveva ricominciato a parlare agli artisti. Nel viaggio c’è anche Donatello e vogliono studiare le sculture e architetture degli antichi. Cosa non scontata perché agli inizi del ‘400 Roma non era ancora una capitale artistica anche per il periodo di crisi della chiesa (Avignone e scisma). Idea: guardare al passato e alla gloria di Roma per prenderla a modello. Brunelleschi e Donatello aprono le porte al recupero dell’antico, facendo della scultura la più avanzata delle arti. 1408 commissionate 4 sculture di evangelisti seduti per la facciata di santa Maria del fiore tra cui Donatello e Brunelleschi. -San Giovanni, Donatello -San Luca, Nanni di Branco -San Marco, Niccolò Lamberti Competizione, e affidare l’ultimo ovvero San Matteo al migliore, che fu poi affidato. Berbardo Ciuffagni. Lamberti e Ciuffagni guardano ancora al gotico internazionale, mentre Donatello e Nanni nella loro statue mostrano fierezza nella testa e nella solidità strutturale della figura. ***Orsanmichele, Firenze. -nome è in riferimento all’orto del monastero di san Michele, che si trovava a meta strada tra duomo e palazzo della signoria -sulle pareti esterne statue santi patroni Presente -San Giovanni battista di Ghiberti —> linguaggio gotico -Quattro coronati di Nanni di Banco —> all’interno di una nicchi silenziosa conversazione tra 4 santi, nelle vestito di robusti patrizi e disposti non su un solo piano, ma a semicerchio, a seguire incavarsi della parete -San Giorgio di Donatello —> marcata volumetria e recupero antico. Il santo cavaliere è spogliato di ogni orpello, saldo e severo guarda l’orizzonte, armonico e proporzionato. Scultura moderna inserita in un tabernacolo ancora gotico. ***San Giorgio che sconfigge il drago, Donatello, 1417, marmo, Firenze. -più antico esperimento di prospettiva. -tecnica dello stiacciato, ovvero unrilievo basso con effetti simili al disegno. -composizione tridimensionale, delimitata. Sinistra dalla tana rocciosa del drago e destra un palazzo -su entrambi i lati si cerca un punto di fuga centrale (loggiato con archi a tutto sesto), norme prese da Brunelleschi -primo cielo atmosferico dell’arte europea che si deve a uno scalpello ***San Ludovico, Donatello , bronzo dorato, 1420-6, Firenze. -assemblato in più pezzi e appare privo di struttura -per la prima volta a Orsanmichele si preferiva un arco a tutto sesto rispetto al coronamento gotico, uno degli elementi per eccellenza del nuovo linguaggio architettonico di Brunelleschi. Invenzione della prospettiva Si assegna a Brunelleschi l’invenzione della prospettiva centrale o lineare: tecnica per rappresentare razionalmente gli oggetti nello spazio in modo da ottenere l’effetto tridimensionale in una superficie bidimensionale, e fari apparire come l’osservatore li vede nella realta da un determinato punto di vista, rendendo la sensazione della profondità. Utilizza un metodo matematico individuando nella superficie un punto di fuga e far convergere in quella direzione una serie di linee per creare una gabbia spaziale dentro la quale inserire oggetti secondo le vere proporzioni. Vuole applicare la prospettiva specialmente in pittura dato che non esistevano modelli da imitare come per la scultura antica. Ma stimolo per adottare in architettura e in scultura nuove relazioni proporzionali. ***Convito di Erode, Donatello, 1423-7, battistero di Siena. -usa lo stiacciato e la prospettiva -in primo piano testa del battista è presentata a un erode inorridito, di fronte salone che bella grazie musica suonata da suonatori che sono di profilo in secondo piano -prospettiva fa raccontare nella stessa scena episodi che avvengono in momenti diversi —> diversità piani spaziali e di conseguenza temporali. -monumentale scenografia con archi a tutto sesto e paramento murario a mattoni è tipico dell’antichità Fa parte di un ciclo di storie del battista voluto dall’opera del duomo di Siena per decorare le pareti esterne della vasca battesimale. A questo ciclo chiamati anche Ghiberti e JAcopo della Quercia. ***Annuncio di Zaccaria - Jacopo della quercia ***Battesimo di cristo - Ghiberti Architettura Brunelleschi ***Cupola della cattedrale di Santa Maria del fiore 1418-36. La cattedrale era stata costruita agli inizi del ‘300 su disegno di Arnoldo di cambio, ma senza che riuscisse a far innalzare la cupola. 1418 l’Opera del Duomo bandisce un concorso per la costruzione della cupola con partecipanti Brunelleschi e Ghiberti. -B unico direttore del cantiere. -Progetto prevedeva cupola con 8 costoloni e vele, doppia calotta utilizzando una muratura con mattoni a spina di pesce e concepisce per il cantiere specifici macchinari edili. -B. guarda all’antico per le tecniche ma non per la forma: per ragioni strutturali c’è un verticalismo di matrice gotica diverso dal formato emisferico della cupola romana del pantheon. -116,5 m compresa la lanterna, 54,8 diametro esterno. ***Trinità, 1427, Santa Maria Novella, Masaccio. -Usa la prospettiva per affrescare sulla parete un’architettura illusionistica che finge una cappella. -Pare un arco trionfale all’antica (paraste, colonne, capitelli, arco a tutto sesto (vs arco a sesto acuto). -Padre eterno che ostenta la croce con il figlio mentre la colomba dello spirito sant si getta in picchiata verso spettatore -piedi della croce vergine e san Giovanni -sulla soglia Berto di Bartolomeo e sua moglie Sandra -registro inferiore giace uno scheletro, alludendo a quello di Adamo, esso proclama che la passione, la morte e la resurrezione di cristo hanno sconfitto la morte di ogni uomo. -I committenti devoti secondo il medioevo dovevano essere dipinti sottodimensionati rispetto ai santi ma M. si attiene alle regole prospettiche e scardina questa tradizione. -consce bene linguaggio di Brunelleschi - M. conosce il Convito di Erode di Donatello. Dopo Masaccio troviamo il Sassetta. ***Sant’Antonio battuto dai diavoli, Siena, 1424 -nel frammento di predella, compare gia un cielo atmosferico e 3 demoni sembrano disporsi a semicerchio intorno all’eremita, a dare il senso dello spazio. -sottigliezza gotica ***Beato Angelico, fiorentino. Madonna col bambino e i santi, 1429, Firenze. -Trittico incorniciato da una lunetta. -Scelta di unificare lo spazio del registro principale, la vergine è ancora gotica. -Pavimento in marmo tipico di Beato. Filippo Lippi prende i voti nel convento fiorentino del Carmine prima che Masaccio lavorasse nella cappella Brancacci. Per questo è il più precoce e autentico seguace di Masaccio. ***Madonna dell’umiltà e santi, Lippi, 1429-32 dal Carmine a Milano. -Pala d’altare. -Fondo azzurro e figure salde. -Vergine: geometrica compattezza di un cono. -Va oltre a Masaccio per le fisionomie e capigliature dei fanciulli che ricordano luca della robbia Altro protagonista del primo Rinascimento fiorentino è Paolo Uccello. Cantiere ghibertiano della porta nord. Vasari dice che si innamorò della prospettiva. ***Monumento equestre di Giovanni Acuto, 1436, Santa Maria del Fiore, Uccello. -Rendere onore al condottiero inglese facendo tesoro dell’illusionismo della Trinità masaccesca. -Resa spaziale della cassa e accentuato plasticismo del gruppo soprastante. ***Battaglia di san Romano, tre tavole e episodi, 1438, Uccello, National Gallery, Uffizi e Louvre. -Guerra tra fiorentini e senesi del 1432. 1)Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini 2)il risarcimento del condottiero senese Bernardino della carda 3)Michele Attendolo guida i fiorentini alla vittoria -Scorci difficili e geometriche volumetrie delle figure e degli ampi copricapi. -Esegue una composizione prospetticamente impeccabile malgrado l’enorme difficoltà di calare la gabbia prospettica su un’affollatissima composizione di figure. -Contrasto netto tra la battaglia in primo piano e i paesaggi lontani con avocazioni gotiche, dure a morire. CAP 6 - PITTURA DI LUCE 1) Domenico Veneziano Pittura di luce: arte che ha origine a Firenze a fine anni ’30 del ‘400 per impulso di Domenico Veneziano e diffusa grazie al suo allievo Piero della Francesca. Ha i suoi cardini: prospettiva, composizione essenziale e lineare, ordinata narrazione della storia e registro cromatico vivace e luminoso. Fu leon battista Alberti a teorizzare tutto questo, scrivendo 1436 trattato “della pittura”. ***Adorazione dei magi, Domenico Veneziano, 1439-40, ora Berlino. -Elementi tardogotici (prato fiorito, eleganza degli abiti, animali) -Il popoloso corteo ci fa notare l’accorta tridimensionalità del dipinto. -Lontano paesaggio toscano con cielo azzurro -> luminosità. -Questi tondi venivano usati per decorare interni delle dimore più ricche con una funzione devozionale ***Pala della chiesa di Santa Lucia de’magnoli, 1445, Uffizi. La predella è divisa in musei. -Pala d’altare dal formato quadrato. -I protagonisti si stagliano nello spazio di un loggiato definito dalla prospettiva (pavimento e base trono). -Scena illuminata da un radioso lume di mezzogiorno che dà concretezza ai panneggi delle vesti e a tutta l’architettura. -Loggiato: archi gotici e campate non armoniche, paramento murario decorato da marmi policromi -Stupiscono i colori 2) Andrea del Castagno Tra i seguaci della pittura di luce brilla Andrea del Castagno. ***Ultima cena, 1447, Firenze. -Andrea sceglie di ambientare la scena in un edificio all’antica, illustrato in sezione. -Effetto prospettico esagerato (pavimenti, architettura), sfarzo della sala con arpie, pareti completamente ricoperte da lucenti lastre di porfido e marmo colorato. -Giuda solitario con un manto che si ispira a Donatello. -apostoli si ergono statuari -A unificare il tutto è la luce intensissima che fa risaltare il bianco della tovaglia. ***Dante, Petrarca, Boccaccio, 1447-9, Uffizi. La tradizione di raffigurare uomini illustri quali modelli di virtù era in auge fin dal ‘300. ***Monumento equestre di Niccolò da Tolentino, 1456, Santa Maria del Fiore. -Condottiero fiorentino della battaglia san Romano. -Opera modellata su Paolo Uccello. -Genere esemplato sul Marco Aurelio ora nei musei capitolini. 3) Piero della Francesca Il vero profeta della pittura di luce è Piero della Francesca Sansepolcro (Arezzo) 1415-1492. Coltiva i rigorosi studi di matematica e prospettiva su cui scrisse un trattato De prospectiva pingendi. Gli elementi chiave della sua pittura sono: -coerenza spaziale -colori chiari e luminosi -architetture all’antica riprendendo alberti -figure volumetriche ***Battesimo di Cristo, 1443-5, da Sansepolcro al National Gallery. -Traspare la formazione con Domenico Veneziano, luminoso e prospettico parallelo della sua pala quadrata. -cristo e la colomba dello spirito santo sono il centro della composizione dove l’effetto tridimensionale è dato dal paesaggio lontano simile al tondo di Domenico con tanto di cielo azzurro che viene rispecchiato nel Giordano. -Visione serena e distaccata. -Il formato sagomato ad arco è dovuto al fatto che sarebbe dovuto stare al centro di un trittico cuspidato. -Complesso pittorico a metà tra gotico e Rinascimento. ***Madonna della Misericordia (soggetto medievale che accoglie i fedeli sotto il proprio manto), scomparto centrale del polittico della misericordia, Sansepolcro, 1445-62. -I committenti compaesani ordinarono lo sfondo dorato. -Piero di distingue nonostante le limitazioni: la Vergine pur sovradimensionata accoglie i devoti che si dispongono inginocchiati a semicerchio per rendere uno spazio autentico e definito. ***Storie della vera croce, Arezzo, ciclo di storie affrescate che raccontano la storia del legno della croce di Cristo, seconda metà del ‘400 inizi. -commissionato dalla famiglia Bacci -Roberto Longhi, primo studioso di Piero dice che mise in scena una distesa epopea di vita laica profana. La narrazione inizia dalla lunetta destra con la ***scena della morte di Adamo -figlio Seth mette in bocca il germoglio dal quale crescerà l’albero dove sarà ricavato il futuro legno della croce ***La regina di Saba adora il futuro legno della croce e incontra Salomone. -in un paesaggio brullo la regina di Saba, durante suo viaggio verso salone, si inginocchia di fronte a un ponte, che era legno con la quale poi si costruirà croce di cristo. -incontro avviene nell’altra meta del quadro, dentro un porticato all’antica che rimanda gusto Alberti. -soluzione di adoperare spazio unico per raccontare una storia che ha molteplici episodi -ambiente unificato, sfruttando colonna centrale come perno per piramide prospettica CAP 8 - INTORNO A COSIMO IL VECCHIO: VECCHI E NUOVI PROTAGONISTI ***Sagrestia vecchia di San Lorenzo, 1420-8, Firenze, Brunelleschi. Il padre di Cosimo de’ Medici promosse e finanziò un importante cantiere della città avviato nel 1421: ristrutturazione della chiesa di san Lorenzo. B. doveva costruire una sagrestia pensata come mausoleo mediceo. -Sagrestia vecchia (vs nuova di Michelangelo) costituita da un’aula cubica, colore neutro delle pareti in contrasto con la pietra serena grigia. -Su ogni lato si trovano lunette a tutto sesto sopra le quali si innalza una cupola. -Sotto il tavolo marmoreo si trova la tomba di Giovanni de’ Medici morto nel 1429. -Scarsella: vano a pianta rettangolare che ospita l’altare. -Spazio architettonico misurato e con colorati rilievi di Donatello che raffigurano scene bibliche in prospettiva (Resurrezione di Drusiana, 1435-40). ***Capitolo de’ Pazzi, 1429-78, Santa Croce, Brunelleschi. -Andrea Pazzi, ricco esponente di una nobile famiglia fiorentina, sceglie di costruire una propria cappella isolata nel complesso di Santa Croce. -Edificio a pianta centrale con aula cubica, cupola e scarsella, simile alla Sagrestia vecchia. -Diferenza nella decorazione: corredo scultoreo in terracotta invetriata dalla bottega robbiana. -Esterno: elegante porticato all’antica, sorretto da due terzine di colonne corinzie che sostengono una trabeazione, interrotta al centro da un arco a tutto sesto. ***Porta del paradiso, 1425-52, dal battistero di san Giovanni al museo dell’opera del duomo, Ghiberti. -Brunelleschi muore nel 1446 e Ghiberti ha nel 1425 l’incarico di realizzare l’ultima e la più importante porta. -La struttura dei due battenti rinuncia a ogni riferimento gotico e prevedeva 10 grandi scene quadrate con storie dell’antico testamento, oltre a una cornice con piccole figure di altri personaggi biblici -La prospettiva rimane oscura e lo stiacciato donatelliano veniva utilizzato per rifinire i dettagli e non per rendere la tridimensionalità. ***Storia di Adamo ed Eva. -I personaggi tendono alla bellezza. -Racconta più episodi della stessa storia in una sola scena. -Gli episodi sono uniti da un filo narrativo e non dalla prospettiva. ***Storia di Giuseppe ebreo. -Sette episodi attorno a una grande loggia circolare. -Minuzioso nelle figure ma non le sa collocare nello spazio. -Però grazia eccezionale. -perfezione calligrafica nelle acconciatura ***David, Donatello, 1435-40, bronzo, Firenze. -Adolescente nudo, destra ha spada e sinistra il sasso, che trionfante poggia un piede sul capo del gigante morto. -Eleganza estrema ma novità decisiva: statua a tutto tondo affinché si potesse girarle attorno. -Realizzata per il palazzo di Cosimo. ***Giuditta e Oloferne, 1457-64, Firenze altro bronzo dorato monumentale di soggetto biblico per una dimora di Cosimo -pensato a tutto tondo, forma impressionante nella figura che sta per essere decapitata, nel gesto dell’erogazione che sta alzando la spada -Nel basamento 3 scene bacchiche che alludono all’ebbrezza di Oloferne. -Rappresentava un esempio di virtù civile e amore di patria. Michelozzo di Bartolomeo Si forma nel cantiere ghibertiano della porta nord e socio di Donatello. Si afferma come architetto guardando a Brunelleschi che dopo la sua morte diventa architetto di fiducia di Cosimo. ***Palazzo Medici, 1444-60, progetto di Michelozzo, Firenze. -Prototipo di edificio gentilizio rinascimentale -Sobria magnificenza per dimostrare ricchezza e potere -Inizialmente struttura cubica e alterata in età moderna, le finestre al piano terra sono del 500 è attribuite a Michelangelo, mentre il prolungamento dell strada è del 600 -Forme michelozziane nella serie di bifore con archi a tutto sesto e nella scelta di alleggerire il paramento con l’alternare nei tre ordini un bugnato sempre più rustico 1437-43 Michelozzo si occupa della ristrutturazione del convento di san Marco a Firenze, finanziata da Cosimo il Vecchio. Rapporto intimo tra il convento e il frate domenicano Beato Angelico che dà origine a un ciclo figurativo singolare. Angelico dovrà affrescare le pareti del complesso michelozziano. Oltre 40 affreschi. ***Annunciazione, 1440, Convento di san Marco. -Spazio misurato e prospettico del porticato che richiama l’architettura di Michelozzo. -La povertà dei Domenicani si sposa con la sobria essenzialità della nuova pittura scaturita da Masaccio. -solide figure sono le uniche protagoniste -prato fiorito di un hortus conclususus ***Pala di san marco per altare maggiore, 1440 ***Madonna col bambino e i santi -Formato quadrato: uno dei formati per eccellenza delle pale d’altare rinascimentali. -I santi si raggruppano in uno spazio unico attorno alla vergine rispetto ai polittici che li dividevano negli scomparti laterali -Cosma e Damiano patroni della famiglia medicea. -sbiadito, colori dovevano essere più vivaci ***Guarigione del diacono Giustiniano, predella della pala Ambiente domestico tirato in prospettiva e illuminato da una luce che arriva dalla finestra e dalla porta, che mette in rilievo certi dettagli SEZ III - RINASCIMENTO E RINASCENZE: LA PITTURA FIAMMINGA E FRANCESE Finisce guerra dei 100 anni, che aveva opposto Francia e Inghilterra. Vincitore Carlo 7. Gran parte della Francia settentrionale era ouccupata dagli inglesi e solo nel 1429 esercito francese, guidato da Giovanna d’Arco, riuscì a liberare la città di Orleans e nello stesso anno Carlo 7 incoronato. Qualche anno dopo riuscì a recuperare alla corona francese i vasti territori che per lungo tempo rimasti inglesi, dando avvio alla creazione di un moderno stato nazionale, ereditato dal figlio Luigi XI nel 1461. Carlo 7 da via a una corte in cui prosperano le arti. I confini della francia di Carlo 7 erano diversi da quelli attuali, feudi come Provenza e Ducato di Borgogna erano autonomi. Ducato di Borgogna fondamentale per rilievo strategico, l’ultimo duca di Borgogna è Carlo il Temerario, alla sua morte ducato cessa di esistere e la Borgogna torta al re di francia Luigi 11, mentre le fiandre andarono al futuro imperatore Massimiliano d’Asburgo. Guerra dei 100 anni svolta perche trattato tra ducato di Borgogna e Carlo 7. Intorno alla corte borgognona centro artistico, capitale Digione. Duca seppe apprezzare le novità della pittura fiamminga, nominando Jan Van Eyck pittore di corte. Questo nuovo linguaggio pittorico , di realismo, si impose nelle città fiamminghe e in quella di Borgogna, che per il resto conservavano aspetto gotico. Anche le città di Carlo 7 avevano aspetto gotico, perche rapporti culturali tra queste regioni e italia influivano sulla pittura ma non sull’immagine della città. CAP 9 - L’ITALIA È LE FIANDRE Nel corso del ‘400 tra l’Italia e le Fiandre intercorsero rapporti molto stretti grazie a una rete di relazioni mercantili e finanziarie che comprendevano anche gli artisti con le loro opere. Cosimo de’ Medici interessato alla terra fiamminga. Nuovo tipo di pittura tra la Francia nordorientale e i Paesi Bassi. Pittori fiamminghi attivi nei territori del Ducato di Borgogna al tempo di Filippo il Buono che danno svolta al linguaggio figurativo d’Oltralpe. Questi indagarono empiricamente la quotidiana realtà delle cose, attenti ai minimi particolari e utilizzando la tecnica a olio. Michelangelo denigra questa arte. Arte che ebbe un immediato riflesso su Filippo Lippi, fedele allievo di Masaccio. ***Madonna di Tarquinia, 1437, Roma, Filippo Lippi. -Cornice ancora gotica ma l’opera parla un linguaggio masaccesco. -Erculeo e irrequieto Gesù, che richiama le cantorie di Donatello e della Robbia. -Ambientazione del dipinto nella prospettiva di un ambiente domestico, novità. -Luce tenue, marmi screziati del trono. -Si ispira notevolmente anche alle novità della pittura fiamminga che da oltre dieci anni aveva trovato il suo padre fondatore in Jan van Eyck. -Novità fiamminghe e fiorentine convergono in questo dipinto. ***Ritratto d’uomo con moneta romana, 1473-74, Belgio. -Sostituisce al tradizionale sfondo scuro un sereno fondale di paese. -Distinto uomo in nero, mezzo busto con il volto di tre quarti. -Nitidezza dello sguardo, leggerezza della capigliatura, perfezione delle carni, gesto inconsueto: presenta la moneta con l’effigie di Nerone: omaggio alla passione per l’antico. -Il successo di questo tipo di ritratti riecheggiò rapidamente nella penisola. CAP 10 - TRA FRANCIA E ITALIA : BARTHELEMY D’EYCK E JEAN FOUQUET Nel corso del ‘400 l’Italia condivise esperienze artistiche anche con la Francia. ***Annunciazione, 1443-5, d’Eyck, Francia. Trittico. -Solenne edificio gotico che si prolunga diagonalmente in due navate. -Il tepore di un lume fiammingo si diffonde a rischiarare gli spazi, realistiche ombre. -Ha ritratto uno scaffale colmo di oggetti come se fosse una natura morta, iperrealismo. ***Incoronazione della vergine, 1453-4, Francia, Enguerrand Quarton. -Gerarchia della scena che ingigantisce i personaggi principali al centro della composizione. -Assenza di prospettiva, luce zenitale che uniforma tutto. -No paesaggio realistico,il crocifisso che domina al centro annienta la distanza geografica tra Roma e Gerusalemme, e trasforma le due città in entità simboliche ***Pesca miracolosa, Konrad Witz, 1444, Ginevra. -Pala d’altare. -Scena rasserenata da una luce alpina. -Anche l’Italia comincia a influenzare l’arte nordica. Jean Fouquet diventa il maggiore pittore di Francia. Scende in italia e soggiorna a Firenze. ***Dittico di Melun, 1452, Berlino, Fouquet. -Dittico smembrato. -Dalla cornice proviene un tondo che raffigura il pittore ora al Louvre. -Tre quarti e sfondo scuro. -Il committente e il patrono Stefano guardano a sinistra la vergine col figlio. -Luce gelida astratta. -Scultorea tridimensionalità del corpo. -Lo sfondo è disposto prospetticamente -Saldezza dei personaggi e lume nitido come Beato Angelico. SEZ IV - LA DIFFUSIONE DEL RINASCIMENTO IN ITALIA Un caso di condottiero finito al potere fu Francesco Sfornza che poter lungo tempo era stato al servizio del duca di Milano Filippo Maria Visconti, finendo per sposare la figlia Bianca Maria. Divenne signore di Milano. Sotto il suoi dominio Milano si apre al rinascimento. Regno di Napoli arriva Alfonso d’Aragona detto il magnanimo, e alla sua corte ebbe successo la pittura fiamminga. L’amore per le lettere coinvolse anche gli uomini di chiesa. Roma capitale del rinascimento, ruolo decisivo due umanisti che furono eletti pontefici: papà Niccolò 5 (papa che incorrono imperatore Federico 3 - pace di lodi) e Pio 2. Regnava Niccolò 5 quando 1453 Costantinopoli fu conquistata dai turchi di Maometto 2, fine impero d’oriente. Nonostante avanzare dei turchi, 400 secolo di espansione anche per repubblica di Venezia. CAP 11 - PAESAGGIO E CITTÀ NEL 400 400 il paesaggio inizia ad essere apprezzato in italia. ***Tavola Strozzi, 1487, Napoli, pittore fiorentino. -Veduta di una delle città più celebri, Napoli affacciata sul mare, si riconosce in primo piano una flotta al rientro della battaglia di Ischia -differenze con città napoletana di oggi, la città non è più racchiusa dalle mura, ma si è espansa a macchia d’olio. Si tratta di un fenomeno che ha riguardato tutte le città italiane. Caduta la repubblica, il duca Cosimo I migliora le difese del proprio stato. Progettualità dell’uomo ha inserito nel paesaggio nuovi centri urbani attentamente studiati nelle loro piante e nelle loro forme, per questo si parla di città ideali Aspetto religioso: vengono innalzate chiese per rendere onore a immagini miracolose, sorgono santuari. Loreto città di pellegrinaggio, ce la casa di nazaret, città destinata ad accogliere i pellegrini. CAP 12 - VERSO UNA ROMA MODERNA: FILARETE, BEATO ANGELICO E ALBERTI Roma deve essere rinnovata perché in seguito alla cattività avignonese e lo scisma non era più un centro artistico fiorente. Politica artistica per rilanciare la città eterna. Bronzetto: nuova tipologia che avrà fortuna nel Rinascimento. È una copia di piccole dimensioni in bronzo di un’opera d’arte antica. Filarete - ***Porta basilica di san Pietro, Roma, 1433-1445 Si forma a Firenze con Ghiberti. Non si aggiorna sulle novità di Donatello: rilievi privi di profondità e scene affollate di figure e ornamenti dell’antichità. La libertà e fantasia della decorazione domina sul rigore della prospettiva. Avrà fortuna a Milano. Beato Angelico a Roma chiamato da Eugenio 4. ***Cappella Niccolina, Roma, 1447-1448 ***Storie dei santi Stefano e Lorenzo -Luce netta che risplende sull’intero episodio: dialogo con Fouquet quando venne a Roma. -pontefice compie un rito di consacrazione, dentro una chiesetta ***Sisto II affida a Lorenzo i tesori della chiesa -spazio unico con duplice sequenza -sinistra soldati -destra papa cerca di mettere in salvo le ricchezze della chiesa, porgendole a Lorenzo -dialogo con beato angelico per lume. e ritrattistica Leon battista alberti Nasce nel 1404. Studi umanistici ma anche matematica, astronomia. Grande intellettuale capace di scrivere su ogni argomento. Al seguito di Eugenio IV. ***Autoritratto, 1435, Washington, Alberti. -Anticipa Pisanello e pare voler sembrare a un imperatore romano. -Formato ovale. Scrive “De re aedificatoria”, trattato di architettura nel 1452. Delinea i canoni del nuovo gusto architettonico in chiave umanistica. Dal trattato di Vitruvio. Se gli edifici di Brunelleschi erano consoni alla Firenze repubblicana, quelli di Alberti meglio rappresentavano le aspirazioni di corte, carattere neoimperiale. Rendere monumentale l’austera proporzionalità brunelleschiana. CAP 13 - RIMINI E IL CANTIERE DEL TEMPIO MALATESTIANO Dominio della famiglia Malatesta: Castel Sismondo e Tempio Malatestiano, edifici voluti da Sigismondo Malatesta, uno dei più abili condottieri militari del ‘400. ***tempio malatestiano - Esterno del tempio: richiama un tempio antico e lo progettò Alberti 1453- 7 -marmo bianco spartito da colonne e archi a tutto sesto con al centro un portale sormontato da un motivo di decorazione a marmi policromi, incompiuto, -Alberti pronto a dare vita a un recupero delle forme e del linguaggio architettonico dell’antichità. -L’interno è gotico di Matteo de’ Pasti 1449: nello spazio della navata di aprono i vasti archi acuti di sei cappelle dotate di un vasto apparato scultoreo, incompiuto. -il fasto delle cappelle contrasta con la semplicità della copertura a capirti e della navata e con l’essenzialità dello spazio del transetto e del coro della chiesa ***Pala Montefeltro, 1472-4, Brera. -Il duca è chiuso in una lustra armatura, di profilo, inginocchiato da devoto committente. -Vergine: punto di fuga in mezzo al viso, centro di una rigorosa composizione prospettica. -Area presbiteriale, spazio all’antica con i canoni di Alberti: pareti decorate da marmi policromi, lesene scanalate e capitelli, valva di conchiglia nella calotta absidale, volta a botte. -Uovo di struzzo volto a enfatizzare la tridimensionalità dell’architettura, vuoto di uno spazio prospettico. -dettaglio della mano gonfia di Federico fatto da Pedro Berruguete ***Pala corpus domini, Giusto di Gand, 1473-4, Urbino. ***Giusto di Grand’, comunione degli apostoli -culmine ultima cena e tutti hanno abbandonato la tavola -discepoli inginocchiati intorno al cristo che offre il sacramento al primo di loro -non ce nulla di italiano: fisionomia, cura dettagli, edifici al di la delle aperture ***Paolo uccello, miracolo dell’ostia profanata -storia di un ebreo parigino che, avendo oltraggiato il sagìcrsmento ed essendo stato scoperto, fini sul rogo con tutta famiglia -vicenda iniziata con vendita dell’ostia all’ebreo -scatola spaziale A Urbino Giusto di Gand incontra pittore spagnolo che conosceva arte fiamminga, Pedro Berugete. Collaborarono al ciclo ***degli uomini illustri. ***Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Montefeltro 1476, Urbino -lettura di un libro -fanciullo si appoggia appena sul suo ginocchio -atmosfera intima, luce soffusa e pittura che indaga dettagli, si sofferma sui bagliori metallici dell’armatura, sulla coperta rossa del volume -bambino è Guidubaldo da Montefeltro, erede di Federico. Francesco di Giorgio Martini a Urbino costruisce una serie di nuove fortificazioni. Primo grande interprete di una nuova architettura militare, studiata per difendersi dalla potenza delle armi da fuoco. De un trattato dove illustra le sue idee, con disegni delle fortezze. Esempi di fortezze ***Rocca di Sassocoravaro -possenti e compatte murature disposte in obliquo, per evitare di offrire ai colpi del nemico il facile bersaglio di una superficie piana ***Rocca di san Leo -piazzaforte ubicata in cima a uno sperone roccioso al confine con lo stato -coppia di torrioni cilindrici innalzati sulle rupe e uniti da una cortina Non furono solo le fortezze a rinnovare il paesaggio nella seconda meta del 400, l’affermarsi dei modelli brunelleschiani e albertiani permetteva di aspirare a una progettazione più ambiziosa e funzionale degli spazi urbani e nascita di citta fondate su disegni urbanistici tanto razionali da apparire ideali. ***Citta ideale, 1470-1480, Urbino Raffigurata piazza di una citta, al cento edificio a pianta circolare, chiusa lateralmente da una serie di palazzi che danno effetto di quinti teatrali. Protagonista la prospettiva, proporzionate le forme geometriche degli edifici. CAP 16 - PIO II: UN PAPÀ UMANISTA TRA PIENZA E SIENA 1458 Enea Silvio Piccolomini fu eletto papa con nome di Pio II. Scelse di raccontare la sua vita in una sorta di autobiografia che intitolo Commentari. Qui descrisse l’impresa della costruzione di una nuova citta chiamata Pienza. Lui era nato in un piccolo villaggio della toscana chiamato Corsignano e decise di trasformare quel villaggio in una vera e propria citta. Affido il progetto a Bernardo Rossellino. Allestisce piazza trapeziodale, cattedrale e lascia ai lati due vuoti, intesi come cannocchiali puntati sul circostante paesaggio, che faceva parte della scenografia urbana. ***Cattedrale di Pienza, Rossellino, 1460 -al centro della piazza, facciata in travertino, tripartita da arcate a tutto sesto e sormontata da un timpano con al centro stemma del pontefice. -interno chiesa gotico, volte a crociera sostenute da pilastri e alti finestrini -navate centrale e navate laterali stessa altezza -finestrini studiati per diffondere luce naturale ***Palazzo Piccolomini, Rossellino, -si ispira palazzo reculai Firenze -destinato a essere dimora del pontefice nei periodi di vacanza a Pienza, sarebbe rimasto quindi nei secoli come emblema del potere della sua famiglia nella citta -si innalza accanto alla cattedrale, unico spazio organico -andando sulla loggia aperta vedi paesaggio mozzafiato —> nuovo rapp con paesaggio ***Matteo di Giovanni, Pala col bambino e santi, 1460, Cattedrale di santa maria assunta Pienza -papa chiese di non dipendere più polittici per cattedrale, ma pale d’altare di formato quadrato rinascimentale, prive di pinnacoli gotici -registro principale madonna col bambino e santi, coronata da una lunetta con la flagellazione, dove aguzzini dinamismo -rimane solo un aspetto di tradizione gotica, il fondo oro Svolta arte senese si ha con Donatello che si trasferisce da Firenze a Siena nel 1457. ***Il san Giovanni battista, Donatello, bronzo, 1457, cattedrale di Siena -accentuazione espressiva Da questa statua prende spunto ***Cristo risorto, Vecchietta, 1476, Siena santissima annunziata -dimostra fedeltà donatellinaa nelle anatomie tirate, nella maschera del volto, perizoma aderente alle forme CAP 17 - PADOVA: DONATELLO, SQUARCIONE E MANTEGNA Nel 1443 Donatello si trasferisce da Firenze a Padova. ***Gattamelata, 1443.53, bronzo, Padova, sagrato della basilica di Sant’Antonio. -Fu un uomo d’armi generale dell’esercito della Serenissima. -I suoi eredi vollero la colossale statua. -Rivoluzione rispetto a Candrande della Scala che sorrideva, cotta di maglia copre testa e elmo cadente sulla schiena , cavallo imbacuccato. -Al marmo preferisce il bronzo, personale e intelligente rilettura del Marco Aurelio. -Il condottiero, protetto da una leggera ed elegante armatura alza la destra a ostentare il bastone di comando, Cavallo alza anteriore sinistro e lo poggia su una sfera per problemi di staticità -Vasari sottolinea la capacità di ritrarre il volto con impressionante intensità le severe fattezze del militare. ***Altare di sant’Antonio, Donatello, 1446-50, altare maggiore basilica, bronzo. -Ora ha perso il suo aspetto originale. -Sull’altare si innalzano 7 statue a tutto tondo, in mezzo siede la vergine con il bambino su di un trono decorato da sfingi, la affiancano in piedi tre santi e un terzetto di santi venerati a Padova. -Una materia plasmata in modo tale che in certi punti del panneggio tende a aderire e a evidenziare gli arti e le anatomie sottostanti, quasi il tessuto fosse bagnato. -Vasari: cercare lo ignudo delle figure. -Poi si trovano 22 rilievi, 4 simboli degli evangelisti, una serie di 12 angioletti, una pietà, una scena della disposizione e 4 storie di Sant’Antonio da Padova che occupano il registro superiore e si distinguono per tecnica dello stacciato e della razionale tridimensionalità prospettica. ***Miracolo della mula: scena ambientata nell’immensa scenografia architettonica di una sorta di basilica antica, tripartita in 3 ampie volte a botte. I personaggi sono agitati da una fervida animazione e risaltano di una voluminosa monumentalità. Nuovo linguaggio: convivenza di rigore prospettico e interesse per l’antico. Il principale pittore di Padova in questo periodo era Francesco Squarcione, maestro di Andrea Mantegna, come fosse suo figlio. ***Polittico De Lazara, 1449-52, Padova. -Formato ancora gotico ma lo scomparto centrale accoglie un san Girolamo seduto in uno stravagante studio, la cui parete si rompe a mostrare uno sfondo di cielo e di paesaggio. -I 4 santi hanno sfondo dorato ma pensati come sculture tridimensionali, infatti disposti su un basamento. -Vivaci espressioni. ***Madonna De Lazara, 1452, Berlino. -Si spiega il perché Squarcione sia definito eccentrico. -La vergine non ci guarda negli occhi ed è di profilo. -Bambino ispirato agli spiritelli donatelliani. -Davanzale: senso di uno spazio reale e prospettico. -Novità: festone di frutta in alto, brano di natura morta, candeliere. 1448 Mantegna coinvolto nella decorazione della ***cappella Ovetari, Padova. Prevedeva la pittura di un ciclo di storie dei Santi Giacomo e Cristoforo. Varie vicissitudini, Mantegna eseguì la maggior parte delle storie. ***Martirio di San Cristoforo e il trasporto del suo corpo, 1453-7. -Il santo è quasi scomparso. -Due scene spartite da una colonna scanalata. -Capacità di Andrea di farsi regista di una narrazione teatrale altissima e tragica: le maschere Donatella e recitano dentro quinte architettoniche ispirate a un repertorio classico, o aperte su vedute paesaggistiche ***Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi, Ferrara -edificio sorto per godersi i piaceri della vita. -Affreschi commissionati con la finalità di celebrare la corte tramite un ciclo allegorico dei 12 mesi. -Francesco del Cossa unico documentato per i mesi di marzo-maggio. -Tema dei mesi fortunato nel gotico internazionale (fratelli francesi). ***Allegoria del mese di Aprile, 1469. -Organizzato su tre registri paralleli: in alto il trionfo della divinità del mese, al centro il segno zodiacale con figure allegoriche e in basso uno scorcio della vita di corte. -Segno toro, Venere trionfante su un carro, giovani e tre Grazie ricordano come gli amori nascano in primavera. -Duca di Borso raffigurato entrante dalla caccia e donante una moneta al giullare. -Dettaglio del giovane seduto sul proscenio dimostra la capacità di collocare le figure nello spazio. ***Ercole de’ Roberti, Settembre -mentre vulcano trionfa sul carro, gruppo di ciclopi impegnato a realizzare armi nella sua fucina -Marte e Ilia, dentro un letto, si accoppiano: dal loro amore nascono i gemelli Romolo e Remo ***Pala roverella, Cosmè Tura, 1476-9, trittico smembrato. -Scomparto centrale con Madonna col bambino e gli angeli. -Lo spazio della pala vuole essere unico, grazie alla prospettiva e alle grandi arcate in scorcio degli elementi superiori. ***Pala Griffoni, Francesco del Cossa, San Petronio, 1470-3. ***Pala di Ravenna, Ercole de’ Roberti, 1470-81, Pinacoteca di Brera. -Formato moderno e spazio definitivamente unificato tramite un quadriportico all’antica al centro del quale si erge un curioso baldacchino in cui siede la vergine con il figlio, accompagnata da Anna e Elisabetta. -Si notano attenti studi sull’altare padovano di Donatello come anche le scenette evangeliche che ornano la base e il coronamento del trono. -Sopraeleva il trono per mostrare una marina offuscata da nubi e una città portuale. “Addizione erculea”: progetto voluto da Ercole d’Este per una razionale organizzazione dello spazio urbano, perché improntata all’autorità dei modelli antichi. Progetto per migliorare le difese militari e offrire una dimensione più aperta. L’architetto fu Biagio Rossetti che disegnò il piano urbanistico tra il 1492 e 1510. Prende spunto dal modello romano di Vitruvio degli assi ortogonali che si intersecano a ospitare il ***Palazzo dei Diamanti per il bugnato marmoreo lavorato in forma di punte di diamante. CAP 20 - GLI SFORZA E IL PRIMO RINASCIMENTO A MILANO Nel frattempo, il Ducato di Milano passava dai Visconti agli Sforza. 1450 Francesco Sforza nuovo duca di Milano e la corte iniziò ad aprirsi al nuovo linguaggio rinascimentale. Per proteggere il castello sforzesco fu innalzato una possente torre merlata di gusto gotico, oggi c’è una ricostruzione. La torre è denominata del Filarete per via di un trattato dedicato alla progettazione di una città ideale chiamata Sforzinda. Sforzinda avrebbe dovuto avere una pianta perfettamente geometrica a forma di stella, centrata su una piazza centrale dominata da una altissima torre. Ma non fu mai fondata. ***Ospedale maggiore, 1456, progetto di Filarete. -Compresenza di bifore ad arco acuto e loggiato con colonne e archi a tutto sesto nel registro inferiore. -Cultura ibrida di Gotico e Rinascimento. ***Cappella Portinari, Sant’Eustorgio, Milano, 1462-68 -ispirazione modelli Brunelleschi -si aggiungono nelle lunette e negli arconi una serie di affreschi con le storie di san Pietro martire e della vergine di Vincenzo Foppa ***Miracolo di Narni -dominicano si inginocchia a risanare il piede di un giovane che, pentito di aver colpito la madre, si era amputato l’arto. -spazio tridimensionale —> Foppa primo grande interprete della pittura rinascimentale a Milano e battistrada di Leonardo e bramante. ***Madonna con bambino, Foppa, -dipendenza dalla pittura fiamminga -mantiene comunque una sua identità nella solidità strutturale delle figure e dello spazio ***Madonna col bambino, Zanetti Bugatto, Varese, 1470 -adesione linguaggio nordico ancora maggiore, si vede nei panneggi geometrizzasti, luce, colore, fisionomia CAP 21 - NOPOLI CAPITALE ARAGONESE: DA COLANTONIO AD ANTONELLO 1443 Alfonso d’Aragona aveva fatto un trionfale ingresso a Napoli, era il nuovo re e prendeva il posto di Renato d’Angio. Napoli al centro dello scontro tra Aragonesi e Angiolini. Napoli trovava in Alfonso un nuovo signore appassionato alle arti e capace di rilanciarla culturalmente, stabilendo la sua corte nel Castello Nuovo. Nell’arco ci sono varie sculture di vari scultori, ci è rimasta una ***testa di cavallo che doveva fare parte di un monumento equestre di Alfonso che doveva stare al centro arco. Verismo animale. A Napoli era arrivato pisanello che fece le medaglie. Colantonio ***Pala di san Lorenzo maggiore, 1445-1450, Napoli Costituita da due tavole In basso ***san Girolamo nello studio Sopra ***san Francesco consegna la regola -San Girolamo era vissuto molti secoli prima di san Francesco, ma qui appare in vesti francescane. Quindi Girolamo come una sorta di padre putativo del Francescanesimo. -Non ce nulla in colantonio del linguaggio rinascimentale: oro, no spazio tridimensionale; figure galleggiano -panneggi nordici, volti aria catalana San Girolamo con leone iun studio, libri fatti con attenzione —> conoscenza pitt fiamminga Antonello da Messina Si forma nella bottega di Colantonio. Ebbe modo di apprendere le novità stilistiche e tecniche della pittura fiamminga. ***Crocifissione, Romania, 1460 -modelli pittura fiamminga -sfondo veduta stretto di Messina con isole Eolie. Ai panorami fiamminghi preferisce veduta distesa e dilatata Non solo realta del paesaggio rende, ma esperto anche nella ritrattistica, adotta tecnica a olio, luce fiamminga, disposizione di 3/4 su fondo scuro. ***Polittico di san Gregorio, 1473, Messina -consapevolezza spaziale e tridimensionale -spazio unificato, nonostante astratto oro fondo -spazio costruito attraverso basamento della vergine con il figlio, si estende, rosario. - di fianco a maria santi Gregorio a sinistra. EBenedetto a destra -santi pongono addirittura un piede in bilico sul giardino, a renderne la consistenza materiale allo spettatore ***Annunciazione, Palazzolo Acreide, 1474, ora Siracusa -descrizione casa di Nazarteh in cui Maria riceve annuncino di Gabriele -capace di amalgamare la luce e la definizione fiamminga con un’efficace resa tridimensionale -iun primo piano colonna scandisce la scena e le da cornice architettonica CAP 22 - GIOVANNI BELLINI E L’ORIGINE DELLA PITTURA VENEZIANA Alla metà del ‘400 la Padova di Donatello, Squarcione e Mantegna stimolò Venezia ad aprirsi al Rinascimento. Principale protagonista di questa vicenda fu Giovanni Bellini 1430 (a Venezia profondamente devota al linguaggio del Gotico internazionale) -1516, pittore che prese il meglio dai grandi maestri. Infatti, le prime opere assomigliano a Mantegna e le ultime a Tiziano. ***Orazione di Cristo nell’orto, 1460-5, Bellini, -la stessa dipinta da Mantegna. -Cerca di intenerire le durezze mantegnesche con una luce calda che rischiara il cielo. -Sceglierà di utilizzare la pittura a olio, capace di addolcire le figure e modellarne le forme con colori splendenti. ***Trasfigurazione di Correr, Venezia, 1455 -cristo sul monte Tabor con gMose e Elia, al cospetto dei discepoli Pietro, Giovanni e giacomo -narrato nella maniera di mantegna, particolarmente nella sladezza delle figure, nelle pieghe indurite dei loro panneggi e nell’aspra base rocciosa in primo piano ***Trafigurazione di Capodimonte, Napoli, 1478 -si vede linguaggio di mantegna nelle rocce, superficie del dipinto brilla di luce estiva -luce che si irradia sulla campagna veneta —> Pittura a olio, colore e natura: sono questi i cardini della nuova pittura veneziana di cui Giovanni appare indiscutibile profeta. L’ambiente veneziano si aprirà anche alle suggestioni del linguaggio antiquario e prospettico divulgato da Alberti. Bellini combina entrambi questi mondi. ***Pala di san cassiano, Antonello da Messina ***Pala di san giobbe, Bellini -riprende modello, qualità luministiche e naturali delle figure e degli oggetti —> convergenza di stile, entrambe le scene si compiono in un abside spazioso, messa in prospettiva e con una calotta decorata a mosaico che esalta le radici bizantine della decorazione musiva veneziana ***San Girolamo nello studio, Antonello da Messina, -lo rappresenta come se fosse un umanista del 400 seduto di fronte alla sua scrivania -scena si svolge al di la di una sorta di finestra illusionistica -gusto catalano anche maioliche del pavimento -intera composizione è sorretta da una rigorosa prospettiva italiana a, ben visibile nella costruzione tridimensionale del palchetto in cui siede la solida figura del santo e nella fuga prospettica della galleria in cui passeggia il leone -linguaggio nordico per paesaggi fuori finestra, architettura gotica, luce minuziosa e attenzione dei dettagli ***Battaglia dei nudi, del Pollaiolo, 1465, incisione su rame, Firenze. -Incisione a bulino: nuova tecnica per riprodurre illustrazioni da una matrice, invenzione del 1460 secondo Vasari. Nell’ambito dell’arte orafa si potevano incidere delle lastre di metallo per ottenere degli indicativi da riempire con l’inchiostro, i modo da lasciare l’impronta delle incisioni sulla carta. Fu cosi che nacque la tecnica calcografica e le incisioni iniziarono a diffondersi dal 1460 ***Martirio di San Sebastiano, Piero del Pollaiolo, National Gallery, 1475, pala. -Veduta alla fiamminga, accurato nudo del santo che rimane insensibile al supplizio delle frecce. -pose colpivate aguzzini -nitido linearissimo figure -martire non urla dolore, insensibile al supplizio delle frecce che lo tormentano Andrea del Verrocchio, prende nome da primo orafo da cui va ovvero Giuliano del Verrochhio, assume posizione importante come scultore a Firenze dopo morte di Donatello. ***Monumento sepolcrale di Piero e Giovanni de’ Medici, 1469-72, San Lorenzo, Firenze, -destinata a Figli di Cosimo. -Sepolcro inserito in una nicchia sormontata da un arco a tutto sesto detta arcosolio. -Assenza di immagini, mette al centro un sepolcro di porfido impreziosito da elementi decorativi in bronzo che culminano in una grata a finta corda. -Ricchezza dei materiali e apparente sobrietà. ***Incredulità di San Tommaso, 1467-83, bronzo, Firenze, del Verrocchio. -Composizione che vuole accentuare il senso di movimento: disposto entro la nicchia, il Cristo accoglie lo scettico Tommaso, immaginaria piramide. -Tommaso, al limitare della nicchia va a cercare la piaga del Cristo all’interno dello spazio chiuso. -Perfezione dei panni elogiata da Vasari. ***Battesimo di Cristo, 1475, Uffizi, del Verrocchio e Leonardo, pala. -Accentuata gestualità delle figure -panneggio dell’angelo modellato da una luce cristallina -ultimo pittore di luce -definizione anatomica di Cristo Nel 1470 la bottega del Verrocchio era la più importante di Firenze e fecero l’apprendistato Leonardo e Perugino. Dettagli di Leonardo: testa dell’angelo a sx e il nebbioso paesaggio retrostante, atmosfera inedita. Vasari dichiara la superiorità dell’allievo sul maestro. Leonardo da Vinci (Firenze) 1452-1519 ***Paesaggio del Valdarno, inchiostro su carta, 1473, Uffizi. -Modernità impressionante, tratto rapido e deciso, disordinata vegetazione, lontana distesa di campagna sorvegliata da un centro abitato. -Regno della natura che rinuncia alla minuzia descrittiva fiamminga ma evoca un inedito senso atmosferico delle cose, sembra di avvertire il vento. -Vuole indagare scientificamente la natura, esalta la pittura come scienza per eccellenza, sola imitatrice di tutte le opere evidenti in natura. ***Annunciazione, 1475, Uffizi, pala d’altare. -Gabriele si inginocchia nel prato fiorito di un hortus conclusus portando il suo saluto alla Vergine che siede sulla soglia della propria dimora seduta di fronte a un leggio secondo la tradizione. -Dal Verrocchio prende i panneggi delle vesti plasmati dalla luce, nell’elenganza dei volti e edelle fisionomie, nella composizione piramidale di Maria. -Morbidezza delle capigliature, -dettaglio di un lontano paesaggio in cui si ergono rocciose montagne tra la nebbia, tema caro al pittore ***Adorazione dei Magi, 1481-2, Uffizi, Leonardo -Pala solo abbozzata, incompiuta. -Sorta di grande disegno, pochi colori. -A differenza di Gentile da Fabriano, Leonardo dispone la madonna col bambino al centro all’ombra di un albero e fa ruotare attorno a costoro i sovrani orientali e il loro seguito. -In secondo piano un edificio in costruzione, paesaggio roccioso ravvivato dall’azione di uomini e cavalli in un incessante movimento. ***Disegno preparatorio per la pala, Uffizi. -Dimostra la competenza prospettica di L., figure schizzate con rapidità nel loro incessante moto che è la chiave della sua pittura. Sandro Botticelli Firenze 1445-1510 ***Adorazione dei magi, 1475-6, Uffizi, Botticelli -Mette il gruppo di Maria e Cristo entro un fabbricato in rovina al centro del dipinto. -I Medici vengono omaggiati nel dipinto: nel mago anziano inginocchiato davanti a Cristo Vasari riconosce Cosimo il Vecchio, nei magi chinati i suoi figli e alle estremità i nipoti, tra cui Lorenzo. -Il pittore si è ritratto nel giovane togato in giallo che ci guarda. -Come L. anche Botticelli si affida alla recitazione dei suoi attori. -Le figure sono costruite attraverso netti contorni, su lezione del Pollaiolo. Botticelli venne condotto dal padre sotto il magistero di Filippo Lippi secondo Vasari, fatto evidente dalle prime opere di B. che somigliano alle ultime di Lippi. Somiglianza nelle figure tra il ***Convito di Erode di Lippi (1460-6, duomo di Prato) e la ***Madonna con bambino in gloria di Serafini (1469-70, Uffizi) di Botticelli. 1469 muore Lippi e Botticelli comincia ad affermarsi a Firenze. ***Fortezza, 1470, -Ha appreso le novità di Verrocchio e Pollaiolo nella costruzione del panneggio e nella luce che definisce le forme del volto e dell’armatura. -Fa parte di un ciclo di virtù compiute da Piero del Pollaiolo (Temperanza, 1470, Uffizi). Grazie alla sua capacità di assimilare soggettivamente il linguaggio di Verrocchio e Pollaiolo si affermò come pittore per eccellenza del tempo di Lorenzo il Magnifico. Vasari nelle sue Vite (1550-68) e Ragionamenti (1588) aveva creato il mito dell’Età laurenziana. Il Magnifico aveva favorito un gruppo di letterati raccolti nell’Accademia Neoplatonica e un nucleo di giovani artisti che si formarono studiando la ricca collezione di sculture di Lorenzo in un giardino ubicato vicino alla chiesa di San Marco, tra questi Michelangelo. Passione del collezionismo per Lorenzo, fenomeno che nel corso del ‘400 si diffuse presso le maggiori corti italiana. Nel tempo di Lorenzo il Magnifico si aveva il privilegio di vivere in una vera e propria età dell’oro. ***Villa medicea, Giuliano da Sangallo, 1485-92, Poggio a Caiano, -Prato. Principale commissione architettonica di Lorenzo che viveva nella dimora voluta dal nonno Cosimo progettata da Michelozzo. -Ha l’aspetto di un elegante palazzo con un solido porticato alla base con soprastante terrazza. -Doppia rampa a tenaglia di un intervento successivo e pronao all’antica con colonne ioniche e timpano. -Prototipo di villa moderna dove si pratica l’otium deliziati dalla campagna circostante. -Fregio in terracotta invetriata che corre al di sotto del ***timpano di Bertoldo di Giovanni, 1490, Sorte dell’anima, gusto antiquario e stile donatelliano. ***Santa Maria delle carceri, 1485, Prato, Giuliano da Sangallo. -Finanziata da Lorenzo. -Pianta a croce greca, assieme a San Sebastiano di Alberti primi esempi di questa fortunata tipologia. -Adotta per l’interno una razionale e austera scansione spaziale che rimanda al Brunelleschi della Sagrestia Vecchia e Capitolo de’ Pazzi. -Prospetto esterno incompleto, partiture rinascimentali bicrome che rimandano ad Alberti. ***Palazzo Strozzi, 1489-1505, Giuliano da Sangallo o Benedetto da Maiano, Firenze. -Riprende le forme cubiche di Palazzo Medici, -si innalza su tre piani intorno a un cortile centrale, -prospetto a bugnato digradante in altezza, -finestre quadrate e bifore con arco a tutto sesto. -Presente anche un modello ligneo. In pittura il mito dell’età laurenziana e della fortuna del Napoli torniamo è associato a Sandro Botticelli. Favole pagane di Botticelli: commissionate dal cugino del Magnifico. Soggetto profano e mitologico e linguaggio di gusto estetizzante, che tende alla raffinatezza e bellezza. ***Primavera, 1478-82, Uffizi. -Al centro si trova la dea dell’amore Venere, che si erge vestita in mezzo a un bosco di aranci verdeggiante di infinite specie vegetali con in alto Cupido bendato. -Alla sua sinistra il vento di primavera Zefiro rapisce per amore la ninfa Clori che rinasce in Flora, personificazione della primavera. -Tre grazie a destra e Mercurio scaccia le nubi. ***Nascita di Venere, 1482-5, Uffizi. -La dea al di sopra di una conchiglia approda sull’isola di Cipro sospinta dal vento di Ponente Zefiro e accolta da una ancella nelle vesti della primavera, che le porge un manto fiorito per coprirla. -Sono opere della maturità di Botticelli che rinuncia alle predilezioni prospettiche della pittura fiorentina del ‘400 e propone grandi scene in cui la resa spaziale viene elusa. -Attentamente disegnate nei contorni, le figure appaiono bidimensionali e prive di vigore plastico. -Propone la visione di un paradiso divino e ideale. -Bidimensionalità e linearismo. ***Cappella Brancacci a Firenze. Masolino e Masaccio negli anni ’80 del ‘400 lasciarono incompiute le Storie di San Pietro che vennero terminate da Filippino Lippi, figlio di Filippo, il fu più massaccesco. Filippino Apprendistato con Botticelli. (-Tre arcangeli e Tobiolo, 1477-8, Torino, traspare Sandro.) ***Crocifissione di san Pietro, 1480-5, Cappella Brancacci, Filippino. -Per le sue scene adotta una composizione severa e semplificata, priva di attenzione agli ornati. -Resa simile a Sandro. ***Cappella Sistina Sisto IV si deve l’idea di corredare il palazzo apostolico di una nuova cappella, la sistina, grande aula rettangolare coperta da una volta. Tra il 1481-2 la cappella fu completamente affrescata secondo uno schema ben preciso suddiviso su vari registri -in basso uno zoccolo con finti arazzi, riquadri narrativi nel secondi registro e in quello successivo, ai lati dei finestrini, alcune figure di papi disposte dentro nicchie illusionistiche, la volta infine appariva come un cielo pieno di stelle (oggi sostituito dalle Storie della Genesi di Michelangelo) -Nel secondo registro c’erano le vite di Mosè e di Cristo poste di fronte. -Sisto arruolò una numerosa equipe di artisti tra cui Domenico Ghirlandaio Sisto arruolò una numerosa equipe di artisti tra cui Domenico Ghirlandaio: ***Vocazione di Pietro e Andrea -veduta del lago Tiberiade con le barche dei pescatori che si faranno apostoli, -da un lato cristo che chiama a se Pietro e Andrea, dall’altro Giovanni e Giacomo -atmosfera serena che mette insieme il rigore di Masaccio e lo splendore della pittura di luce; Botticelli autore di tre storie: ***Punizione dei ribelli -paesaggio lacustre dell’Italia centrale dominato da un arco di trionfo antico, -figure più bidimensionali che volumetriche e spesso lumeggiate d’oro. ***Consegna delle chiavi, Pietro Perugino. -in primo piano, al centro, Pietro si inginocchia a ricevere due enormi chiavi dal giovane Gesù, sotto sguardo degli apostoli, a destra quelli con compasso e squadra sono progettista. E direttore del cantiere. -gruppo di attori disposto sulla ribalta di ampia piazza, pavimentata lastre marmo che danno prospettiva e indirizzano verso edificio a pianta centrale (tempio di salame). Lo affiancano due archi antichi che richiamano le forma arco Costantino -in lontananza quito paesaggio -secondo piano eleganti figure che narrano altri 2 episodi evangelici (tributo della moneta e la tentata lapidazione di cristo) -risaltano ordine e la precisione della composizione prospettica, scandita su diversi piani e illuminata da luce nitida che fa risaltare forme tridimensionali Perugino allievo del Verrocchio, e trapela nel modo di accartocciare i lunghi mantelli in ampie pieghe, messe in evidenza dalla luce. ***San Bernardino risana una fanciulla, Perugino, 1473, Perugia. -Impianto verrocchiesco per luce e prospettiva, la scenografia rinascimentale si spalanca con un finestrone sulla campana umbra. altro assistente della cappella è Pinturicchio, allievo di Perugino ***Funerali di san Bernardino, 1484-6, Roma, -derivazione dalla consegna delle chiavi. Dopo la sistina Perugino adottò un nuovo linguaggio che seguirà fino al termine della sua vita. ***Madonna col bambino e i santi Giovanni Battista e Sebastiano, 1493, Uffizi. -madonna con il bambino al centro, su un piedistallo, affiancata da Giovanni Battista e San Sebastiano -figure dolci -La serenità del paesaggio umbro si diffonde sull’intera composizione. -Semplice e severo loggiato con davanti i protagonisti tra i quali Sebastiano che non fa trapelare il suo dolore, lodato da Vasari. -Figure solenni e aggraziate. Luca Signorelli collaborò con Perugino nella cappella sistina preferendo però la possanza e il movimento dei corpi. In gioventù fu allievo di Piero. Diverso rispetto Perugino, preferisce all’equilibrio il movimento dei corpi. ***Flagellazione, 1482-4, Brera. -Composizione più agguerrita rispetto a Piero nel movimento e nelle torsioni dei corpi delle guardie e di Gesù, non dimentica l’omaggio all’antichità della colonna profana. ***Incarico di decorare la cappella di san Brizio a Orvieto -narrando nelle pareti le storie della fine del mondo e del giudizio finale. -Svolse il tema in forme drammatiche piene di nudi studiati nelle anatomie e negli scorci difficili. ***Inferno, 1499-1504 -trionfo di nudi in pose complicate, precedente imprescindibile per la pittura di Michelangelo. Sul finire del ‘400 viene riscoperta l’antica villa urbana di Nerone, la Domus Aurea, frequentatissima dai pittori dell’epoca, in una corsa estenuante a copiarne le pitture per allargare il proprio repertorio ornamentale. In tutto il ‘500 ebbero successo le decorazioni pittoriche romane di alcune sale: le grottesche, tipologia ornamentale estrosa fatta di figure esili e mostruose, intrecciate o simmetriche, svelte e fantasiose. Filippino Lippi ebbe l’incarico di affrescare ***una cappella per il cardinale Carafa 1488-93. -Parete principale: al centro una pala d’altare realizzata ad affresco con l’Annunciazione. -La vergine è protagonista anche nella storia che si svolge intorno alla pala: l’Assunzione. -Lippi per incorniciare le storie finse ad affresco delle paraste ornate a grottesche. Pinturicchio fu uno dei primi interpreti della decorazione a grottesca. Gli venne commissionata da Alessandro VI gli ***affreschi del suo appartamento in Vaticano, appartamento Borgia. -Pittura estremamente decorativa, ridondante d’oro, di colori e di grottesche, soffermarsi su dettagli preziosi abiti, gusto cortese (-Resurrezione e -Disputa di santa Caterina d’Alessandria, 1492-4). ***Monumento sepolcrale di Sisto IV, 1484- 93, bronzo, Vaticano; Antonio Pollaiolo -Ubicato nell’ex San Pietro. -Antonio del Pollaiolo concepì una tomba isolata su tutti i lati dove al centro Sisto è effigiato con grande naturalezza sul letto di morte, affiancato da rilievi con stemmi araldici e con figure di virtù e nel basamento con un ciclo di immagini allegoriche delle arti liberali, come la Prospettiva, figura inedita. ***Monumento sepolcrale di Innocenzo VIII, 1493-7, bronzo, San Pietro. -Schema parietale di Antonio. -Il papa compare due volte e in alto tiene la reliquia della punta della lancia con la quale Longino trafisse Cristo. -Non mancano le 4 virtù cardinali e teologali nella soprastante lunetta. Perugino tra il 1496 e il 1500 affrescò a Perugia la ***sala delle udienze del Collegio del Cambio. -La volta è un tesoro di fantasiose grottesche. -sottostanti lunette ospitano un ciclo ***Prudenza e Giustizia, sdolcinato stile maturo, consueto paesaggio. ***Annunciazione, Pinturicchio, 1500- 01, Cappella Baglioni, Perugia. -1502-8 Pinturicchio occupato a decorare a Siena la libreria Piccolomini. -Il soffitto è riservato alle vivaci grottesche che si estendono sulle sottostanti paraste, dipinte a suddividere le pareti in 10 scene biografiche. -biografia dipinta ****Enea Silvio Piccolomini in viaggio verso il concilio di Basilea. -Stile affabile e pieno di dettagli. -Per la composizione di una scena utilizzò un disegno del giovane Raffaello nel 1504. Raffaello 1483-1520 Allievo di Perugino nella sua bottega. Nelle opere giovanili il pittore appare come un vero e proprio alter ego del maestro. ***Crocifissione, Raffaello, 1502-3, National Gallery. -Il dipinto corrisponde alla perfezione alla pittura di Perugino nella composizione ordinata,negli equilibrati accordi cromatici,nella tenerezza delle figure e nel quieto paesaggio sullo sfondo. -Ha posto la firma alla base della croce. -accompagnato da una coppia di angeli, dalla vergine, da san Giovanni, maria Maddalena, san Girolamo che si inginocchia in primo piano sinistra Vasari lo trova identico a Perugino che dipinse nel 1506 una Crocifissione ora a Siena. ***Sposalizio della vergine, Raffaello, Brera, 1504. -Torna la sua firma e l’immagine peruginesca della Consegna delle chiavi in sistina. -Nel medesimo anno anche Perugino completa una pala con lo Sposalizio, oggi in Francia. -Le forme dell’edificio di Raffaello spiccano di più poiché alzò il punto di vista e atteggiò i personaggi in primo piano con maggiore libertà, dove quelli perugineschi paiono disporsi rigidamente l’una accanto all’altra. CAP 25 - LA MILANO MODERNA DI LUDOVICO IL MORO E ALTRE ESPERIENZE LOMBARDE Nel 1483 Leonardo è attestato a Milano fino al 1499 (arrivo dei francesi) al servizio della corte di Ludovico il Moro, figlio del duca Francesco Sforza. Al signore milanese si propose come un artista a tutto tondo, infatti si torva un progetto per un carro armato conservato a Londra. Doveva innalzare a Milano un monumento equestre per Francesco ma non fu mai realizzato anche se è rimasto uno studio conservato a Londra dove traspare la passione per i cavalli per lo studio della natura e del movimento. Si occupò anche del sistema dei navigli. ***Vergine delle rocce, 1483-5, Louvre. -La vergine siede in un paesaggio roccioso dove le piante sono indagate con un’attenzione da naturalista. -Protegge sotto il mantello san Giovannino rivolto verso Gesù. -Gesù inginocchiato e accompagnato da un angelo benedice il compagno. -Disposizione piramidale dei personaggi e rispondenza dei loro gesti. -Le figure sono palpitanti di vita per l’uso dello sfumato che attenua i contorni e che le fonde con l’aria umida della scena. -Immagine intima e incantata. -Nel fondale si intravede uno specchio d’acqua, circondato dalle amate montagne rocciose e nebbiose. ***Vergine delle rocce, 1495-1508, National Gallery. -Atmosfera più limpida dovuta ai colori azzurri, tutto è più definito e si notano le aureole. ***Dama con l’ermellino, 1489-1490, Cracovia. -Fama milanese dovuta anche all’abilità di ritrattista. -Dal fondo scuro emerge una giovane ben vestita, perfetto ovale del volto e acconciata secondo la moda lombarda dell’epoca. -L’animale è simbolo di purezza. -La donna è Cecilia Gallerani, donna amata dal signore. -Le figure sono disposte di tre quarti rivolti a sinistra, luce intensa di derivazione fiamminga ma personalizzata da Leonardo come il concentrarsi sulla gestualità che suggerisce movimento e vita. ***Madonna dell’arancio, 1596-8, Gallerie dell’Accademia. -san Girolamo mezzo nudo, tiene in mano sasso con il quale ha appena finito di perquotersi per fare penitenza, e san Ludovico di Tolosa, veste francescana che omaggiano madonna -La vergine siede su uno sperone di roccia e dietro si innalza un albero di arancio. -È una campagna in cui l’uomo ha lasciato tracce della sua azione. -Gli animali vivono indisturbati. -Lirico chiarore e splende un cielo azzurro. -Luce netta e decisa, capace di plasmare le forme dei suoi personaggi. A causa dell’umidità della laguna che rendeva breve la vita degli affreschi, Gentile Bellini iniziò a adottare i teleri: grandi tele cucite, dipinte e montate su articolati e solidi telai. Da Venezia, nel corso del ‘500, la pittura a olio su tela iniziò a diffondersi in tutta Europa. Gentile diventata il pittore ufficiale della repubblica. A Venezia le confraternite erano dette Scuole, istituzioni dove si potevano trovare i più ricchi cittadini di Venezia e tenevano a celebrare la propria scuola. I telerei si iniziarono a diffondere come strumento ideale per sostituire gli affreschi e. Dare vita presso queste scuole. I soggetti avevano a che fare con la stroia e la devozione della scuola, e le scene richiamavano la quotidianità. Scuole soppresse poi nell’età napoleonica. ***Processione in piazza san Marco, Gentile Bellini, 1496, Gallerie Accademia. -Giorno di san Marco (25 aprile). In questo giorno era consuetudine che le scuole sfilassero per la città con le reliquie che ciascuna conservava nella propria sede. -Allestisce una realistica veduta di san Marco, immagine di eccezionale fedeltà al vero. -Con uno stile nitido e ritrattistico, Gentile descrive la fastosa e gremita processione, mettendo in primo piano il gruppo di confratelli vestiti di bianco che portano il baldacchino. ***Miracolo della reliquia della croce al ponte di Rialto, Vittore Carpaccio, 1949, Gallerie. -Acume descrittivo. -siamo sul grand’ canale, al centro passerella mobile per far transitare le imbarcazioni più grandi, distrutto nel 1524 rimpiazzato con quello che ce ora. -canale trafficato da gondole, una delle quali è condotta da moro -I palazzi mostrano una moltitudine di comignoli veneziani. -Venezia multietnica. -regista che mostra attivismo della Venezia allora -La processione dei confratelli di san Giovanni evangelista sfila sul ponte di Rialto e nella via vicina dove si innalza lo stendardo della scuola. -poco spra patriarca Francesco Querini li vera un ossesso dal demonio ***Incontro e partenza di Orsola ed Ereo, 1495, Gallerie, Vittore Carpaccio. -Narra questa fiaba sacra con grande fantasia, in un ciclo pieno di scene pompose e regali. Fiaba dice che principessa cristiana sposa principe inglese solo quando lui si converte e decide di andare con lei a Roma dove incontrano papa Ciriaco. Papa decide di seguirli nel ritorno a casa ma giunti a Colonia, vengono massacrati dagli unni. -Racconto vivace. -Il pennone centrale scandisce due paesaggi: a sinistra una pittoresca e scoscesa Inghilterra (terra del principe inglese Ereo) e a destra una Bretagna costruita con gli edifici della Venezia rinascimentale (Orsola, principessa bretone). -Qui avviene l’incontro dei due fidanzati che sul fondo si imbarcano per andare in pellegrinaggio a Roma. ***Sogno di sant’Orsola, 1495, Vittore Carpaccio, Gallerie. -no pittura da cerimonia, narra con tono intimo e fiabesco la miracolosa visione dell’angelo che annunciò alla principessa il martirio. -Camera veneziana dettagliata con la principessa che dorme in un letto a baldacchino e di fronte a lei entra il giovane angelo con la palma del martirio, illuminato alle spalle da una luce divina. -Luce di retaggio fiammingo che riscalda la stanza di senso atmosferico. -La pittura veneziana è incantata dalla luce e dal colore, quella fiorentina sul rigore del disegno e della composizione. fine del 400 imbocca in modo deciso strada del rinascimento anche in scultura e in architettura. ***Ritratto di Dante, Pietro Lombardo, 1483, Ravenna, sua tomba. -Incarico dal podestà veneziano per rendere omaggio alla tomba del sommo poeta fiorentino. -Rilievo marmoreo con un’intensa e veristica immagine di Dante ritratto a mezza figura in atto di leggere presso uno scrittoio. ***Monumento sepolcrale del doge Pietro Mocenigo, Pietro Lombardo, 1483, Venezia. -Forme di un arco trionfale corredato di sculture all’antica. -Pietro sta in piedi sul suo sarcofago decorato da rilievi e sorretto da tre figure all’antica. -Le sei nicchie laterali sono occupate da guerrieri Tema sacro limitato al coronamento con la scena delle mafie al sepolcro e la statua del redentore. -in basso, oltre all’epigrafe, scolpiti trofei e episodi classici e pagani di ercole in lotta con il leone di Nemea e d’Idra ***Monumento sepolcrale del doge Andrea Vendramin, Tullio Lombardo, 1490-5, Venezia. -Conserva la policromia. -Appare una variante veneziana dell’arco di Costantino a Roma: è tripartita, con le nicchie laterali più piccole sormontate da tondi che rappresentano episodi mitologici del ratto e Perseo che sconfigge medusa. -Virtù disposte sul sostegno del sarcofago con il gisant del doge, tre angeli dalle folte chiome che lo vegliano, nella lunetta centrale il doge viene presentato alla vergine e al figlio. -quando cambio chiesa, ha subito manomissioni, alle estremità laterali staravano due guerrieri che occupavano le nicchie. In origine questo era il posto di due figure nude di Adamo ed Eva. Eva rimane mentre Adamo spostato ***Adamo, Tullio Lombardo, 1490-5, New York. -In origine era collocato nella nicchia laterale. -Elegantissimo carattere antico, corpo perfetto nelle anatomie e levigatissimo nelle carni. CAP 27 - DALLA FIRENZE DI SAVONAROLA AI PRIMI SUCCESSI ROMANI DI MICHELANGELO Morto nel 1492 il Magnifico, si concluse la lunga stagione medicea e salì al potere Girolamo Savonarola, che detestava le sculture antiche in quanto pagane e raccomandava immagini devote. I suoi seguaci furono definiti piagnoni. ***Ritratto di Savonarola, Fra Bartolomeo, 1499-1500, Firenze. -Tra i seguaci di Savonarola ci fu Botticelli che passò così dal neoplatonismo e scene pagane al misticismo. - ***Compianto sul Cristo morto con i santi, 1495, Monaco. -Pala d’altare di rigore assoluto. -Mantiene il suo carattere bidimensionale: sulla macchia scura dell’antro roccioso che ospita il sepolcro di Cristo si dispongono figure dolenti, avvilite nel pianto sul corpo senza vita. Tra loro presente san Girolamo, Paolo e Pietro. -Aspetto cupo e funereo. In quegli anni Perugini si era stabilito in città ed ebbe molta fortuna tra i piagnoni. ***Crocifissione con i santi, Perugino, 1494-6, Firenze. -Essenziale, senza orpelli decorativi, la scena narra con chiarezza la tragedia in uno spazio rigoroso, scandito da una severa cornice architettonica. -Figure solenni e sconsolate si stagliano su di un paesaggio lontano e sereno. ***Annunciazione, Fra Bartolomeo, 1497, Volterra. -Gesti morigerati, il pavimento disegna un reticolo prospettico precisissimo, indirizzandoci verso il portale, aperto su uno sfondo di paese alla fiamminga. -La luce cristallina si adombra in un’atmosfera di quieta devozione. Durante Savonarola Michelangelo si trasferì a Bologna, coinvolto nel cantiere dell’Arca di san Domenico, ***monumento sepolcrale realizzato nel 1265-7 da Nicola Pisano e dalla sua bottega. -L’angelo in basso a sx e il coronamento spettano a Niccolò dell’Arca che non terminò il lavoro poiché morì. -A Michelangelo toccò scolpire san Petronio, san Procolo e l’angelo ceroforo in basso a destra, 1494-5 che nelle sue forme gonfie e tornite si riconosce l’influenza di Benedetto da Maiano. ***Bacco, Michelangelo, 1496-7, Firenze. -Approfondito studio dell’antico. -Appare come una statua di assoluto gusto archeologico, scolpito a tutto tondo, finito con tanta accuratezza, marmo levigatissimo. -Il satirello mangia furbescamente l’uva. Sguardo inebriato dal vino. ***Madonna di Manchester, Michelangelo, 1497, National Gallery. -Dipinto su tavola, la vergine ha il seno scoperto, con il figlio, ai lati due coppie di angeli ma una di queste è solo abbozzata poiché il dipinto restò incompiuto. -Il modo in cui le pieghe della vergine si gonfiano sulle ginocchia ha un solo precedente: l’angelo ceroforo di Bologna. -L’atteggiarsi di san Giovannino pare una traduzione sacra e a colori del piccolo satiro in marmo. -Si astiene da qualsiasi ornato e sfondo architettonico: le figure si ergono solide su di una superficie neutra quasi fossero statue, studia le forme volumetriche. Michelangelo era convinto del primato della scultura sulla pittura. ***Pietà, Michelangelo, 1498-99, San Pietro. -Doveva realizzare per l’ambasciatore francese a Roma una pietà in marmo, cioè una Maria vestita con il Cristo morto in braccio a grandezza naturale. -Sceglie il blocco di marmo a Carrara. -Il soggetto non era troppo diffuso nella scultura italiana, deriva dai Vesperbilder nordici. -L’opera risalta una pienezza di forme scultoree che fu esaltata da Vasari. -Michelangelo ambiva a essere alla pari della natura e dei leggendari antiche scultori. -È scolpita ex uno lapide, in un solo sasso. -Il gruppo scultoreo reca una firma sulla fusciacca che cala sul petto della Vergine: il fiorentino Michelangelo Buonarroti faceva, il verbo vuole alludere alla perfettibilità dell’arte. SEZIONE VI - LA MANIERA MODERNA Prima l’Italia era divisa in 5 stati, il papato, Napoli, Venezia, Milano e Firenze e cera un equilibrio. Con l’arrivo dei francesi si rompe l’equilibrio, guerre violente, e destini degli stati italiani furono decisi dagli eserciti dei sovrani dei grandi stati nazionali. Milano conquistato da francesi, Napoli sotto assedio da Spagna e repubblica di Venezia. Nipote di papa Sisto 4 capi che per l’Italia, la repubblica di Venezia era meno pericolosa degli stati stranieri. Crea lega santa: papato e veenzia si unirono per liberare ducato di Milano e cacciare francesi. Francesi abbandonano Milano che torna agli sforza, mentre i domini della chiesa si ampliarono a comprendere Parma, Piacenza, Modena e Reggio. Grazie a Leone 10, i medici furono riammessi a Firenze e nomino arcivescovo di Firenze e poi cardinale Giulio de medici, che poi diventa papa clemente 7. ****ritratto di leone X, Raffaello -seduto a uno scrittoio, in atto di leggere un manoscritto, con una lente tra le mani e una campanella -due famigliari Giulio de medici e Luidi de rossi -realismo -dipinto celebrativo -atmosfera serena e gioiosa CAP 29 - LA NATURA DI VENEZIA: GIORGIONE E LA GIOVENTÙ DI TIZIANO E LORENZO LOTTO ***Leone di san Marco, Vittore Carpaccio, 1516, Palazzo Ducale. -Il leone alato è la forma sotto la quale un angelo sarebbe apparso a san Marco, simbolo dell’evangelista e dell’antica repubblica. -Il leone si staglia metà sulla terra e metà sull’acqua, a sottolineare il potere della Serenissima sia nell’entroterra veneto sia nell’Adriatico. ***Festa del rosario, Albrecht Dürer, 1506, Praga, pala. -Sullo sfondo di un paesaggio alpino ha allestito una scena colorata e fastosa, dove la madonna con il bambino incoronano il papa e l’imperatore mentre san Domenico e alcuni angeli incoronano il seguito. -L’angelo che suona è un omaggio a Bellini, di cui il maggior pittore tedesco del tempo ammirava. -Pur 70enne, Bellini agli inizi del ‘500 continuava a essere un assoluto protagonista della pittura veneziana. ***Ritratto del doge Leonardo Loredan, 1501-2, Bellini, National Gallery. -Lo ritrae alla maniera di Antonello da Messina, affacciato da un davanzale. -Il doge è di tre quarti con copricapo dogale, tutto descritto con precisione e la sua figura risalta su di un inedito e luminoso sfondo azzurro lapislazzuli. ***Madonna col bambino e i santi Pietro, Caterina d’Alessandria, Lucia e Girolamo, 1505, San Zaccaria, Venezia, Bellini. -Trono sopraelevato di fronte a un’abside all’antica, decorata a mosaico nella calotta. -In basso suona il solito angelo. -Aggiunge novità: pavimento prospettico a scacchi bianchi e rossi. -L’abside appartiene a un loggiato aperto lateralmente sul paesaggio, non più a un edificio sacro. -I santi alle estremità hanno un carattere assorto e ombroso, reso con un denso sfumato, si dispongono solo come apparizioni. Bellini aveva fatto tesoro del paesaggio di Leonardo e nelle novità di Giorgione: vivace naturalità dove tutto si veste da una luce sfumata. ***Madonna col bambino, 1510, Brera, Bellini. -Campagna veneta d’entroterra, la composizione è tutta costruita tramite accorti accostamenti di colore, tonalismo. -Opera giorgionesca nelle figure, nel clima e nel paesaggio, punteggiato di dettagli. Vasari ci presenta Giorgione 1477-1510 come un maestro che seppe imprimere una svolta decisiva alla pittura veneziana. Nasce a Castelfranco e muore a Venezia. ***Adorazione dei pastori, Giorgione, 1500-5, Washington. -Atmosfera crepuscolare con la storia della nascita di Gesù nella campagna dell’entroterra veneto. -La grotta naturale occupa la metà del dipinto e l’altra metà è riservata al paesaggio, remoto orizzonte. -Tutto è giocato sulla luce e sul colore, si osservi l’incresparsi del manto di Giuseppe. -Volti sfumati con delicatezza, rimase folgorato dal soggiorno di Leonardo a Venezia nel 1500. ***Madonna col bambino e i santi Nicasio e Francesco, Pala di Castelfranco, 1505, Treviso, Giorgione. -Una sola pala d’altare pervenutaci. -Scacchiera prospettica in basso, colori ricercatissimi, la Madonna con il bambino sono sopraelevati su un podio assai più in alto di altre pale e fissa su di loro l’orizzonte. -In questo modo l’occhio del pittore scavalca il parapetto e ci permette di vedere un ampio brano di natura. -Scelta consapevole per la volontà di offrire alla veduta di paese un ruolo di rilievo. -Inedita è la soluzione di rinunciare all’abside e al suo posto mette un parapetto che divide la scena dal retrostante paesaggio. ***La tempesta, Giorgione, 1506-8, Gallerie dell’Accademia. -Spesso lo si è ritenuto il primo paesaggio della storia. -Descrizione realistica di un temporale che si abbatte su di un borgo veneto, mentre nella vicina campagna una donna siede ad allattare un bambino, sotto gli occhi di un giovane. -L’episodio può forse essere identificato nell’episodio della condanna dei progenitori dopo il peccato originale. -I due si ritrovano un po’ spaesati in primo piano: Eva nutre Caino, mentre Adamo reca l’asta di uno strumento di lavoro con il quale dovrà preoccuparsi da vivere. È una metafora della condizione umana. Per smarcarsi nettamente dalla tradizione Antonelliana, guardo ancora una volta alla realta e ai sentimenti, esprimendo i moti dell’animo, con la sua pittura fatta di luce e colore. ***Doppio ritratto, Giorgione, 1502-5, Roma. -Un giovane elegante si affaccia da una finestra pensieroso, con la testa inclinata a poggiare sul braccio destro mentre l’altra mano tiene un frutto simbolo dell’amore infelice e malinconico (melograno) -Alle sue spalle compare un secondo giovane che sembra trattenere un sorriso beffardo. -immagine d’attualità, ritrae due adolescenti, uno che sta male a causa dell’amore non corrisposto e l’altro che vorrebbe condividerne il dolore, ma non riesce a trattenere il sorrisino. ***Venere dormiente, Giorgione e Tiziano, 1507-10, Dresda. -La dea è ritratta nuda e dormiente in una posa ispirata all’antico. -È una bellissima giovane che si è addormentata in campagna e che si copre pudicamente con la mano sinistra. -Giorgione mise a punto un modello per esaltare la bellezza femminile che nel corso dei secoli sarebbe diventato un classico della pittura erotica. il paesaggio sarebbe attribuito a Tiziano. -Il pittore esce di scena da trentenne, avendo dato una svolta decisiva alla pittura italiana e lasciando come suo erede spirituale il giovane Tiziano, che dalla sua bottega mosse per diventare il maggior pittore veneziano del Cinquecento. Tiziano Vecellio 1488-90 si lega a Giorgione . Il borgo di campagna sulla collina della Venere dormiente torna quasi identico nel ***Noli me tangere, 1511, Tiziano, National Gallery. -Il Cristo risorto appare alla Maddalena per confortarla ma non si lascia toccare da lei. -Le due figure sono immerse nel colore e nella natura: le macchie di azzurro, giallo e grigio nel cielo, il bianco e il rosso acceso delle vesti. Tiziano ha assimilato il linguaggio di Giorgione e, come lui, mette in scena un episodio sacro con i colori del naturale. ***Ritratto d’uomo, Tiziano, 1510, National Gallery. -Forse è un patrizio veneziano intorno ai trent’anni affacciato da un davanzale, di profilo e con la testa appena voltata. -Vasari dice che se non ci fosse stata la sua firma l’avrebbe considerata opera di Giorgione. nel 1511 si trasferisce a Padova per la peste e gli viene commissionato un ciclo di storie sulla vita di sant’Antonio da Padova. ***Miracolo del marito geloso, 1511, Padova, Tiziano. -In primo piano avviene il tragico omicidio all’ombra di una rupe. -I protagonisti risaltano sul registro neutro del paesaggio grazie ai colori vivi delle vesti. -In lontananza l’uomo si pente di fronte al santo. ***Amor sacro e amor profano, Tiziano, 1514-15, Roma. -Davanti a un idilliaco paesaggio veneto, due donne si appoggiano su di una vasca decorata sul fronte con un rilievo, tra di loro è un cupido. -Il tema deve essere matrimoniale tra due ricchi signori. -La dea venere dispensa a una sposa veneta il fuoco dell’amore. -La vasca echeggia quella di un sarcofago antico, attenzione per esso. ***Assunta, 1516-18, Tiziano, gigantesca pala (dei Frari) per l’altare maggiore della chiesa dei Frari a Venezia. -Opera che apre un nuovo capitolo della pittura veneziana, lasciando alle spalle ogni retaggio belliniano. -Il colore veneziano è adattato a figure imponenti e dall’enfatica gestualità, sulle quali è costruita l’intera composizione. -Tre livelli: la sorpresa degli apostoli in basso, l’ascesa di Maria in un emiciclo di angeli al centro e l’Eterno in un empireo dorato sulla sommità. -Modernità del dipinto per il dinamico vigore dei personaggi, la libertà compositiva e gli accesi colori. Lorenzo lotto - nato a Venezia 1480, Treviso, protetto da vescovo Bernardo de Rossi. ***Madonna col bambino e i santi e sul coronamento Cristo in pietà, Lorenzo Lotto, 1505-6, Treviso. -Composizione identica alla pala di san Zaccaria di Bellini del 1505 ma i personaggi sono innervati da uno spirito capriccioso. ***Pala Martinengo, Lorenzo Lotto, 1513-16, Bergamo. -Secondo Longhi si stacca completamente dall’arte veneziana contemporanea. -È una sacra conversazione ambientata in un edificio stravagante, con aperture verso il cielo mantegnesche lombarde, mosaici veneziani e galleria con colonne di gusto antiquario. -È un regista estroso che lascia piena libertà all’esasperata gestualità degli attori. Oltre a Lotto, l’altro artista che avrebbe potuto misurarsi con Tiziano è Sebastiano Luciani, noto come Sebastiano del Piombo. Pratica pittura prima con Bellini e poi con Giorgione. ***San Giovanni Crisostomo e i santi, del Piombo, 1510-11, Venezia. -Spiccato debito verso la pittura giorgionesca per la fisionomia delle figure, la materia sfumata e la composizione dominata da belle scelte cromatiche ben accostate. -I personaggi appaiono grandiosi, segno di un’attenzione alla solennità e all’equilibrio compositivo. -Novità: allestimento della scenografia che lascia poco spazio al paesaggio ed è dominata da robuste colonne di una possente architettura rinascimentale. -È una nuova modalità di interpretare la pala d’altare e la sacra conversazione. -Nel 1511 proseguirà la sua carriera a Roma. CAP 30 - UNA NUOVA ATENE: LA ROMA DI GIULIO II E LEONE X Bramante si trasferì a Roma fino alla morte, 1514. Studia approfonditamente le antichità romane. ***Tempietto di san Pietro in montorio, 1500-6, Roma. -Edificio a pianta centrale, misura monumentale e aspetto sobrio e classico. -Ordine dorico nei capitelli delle colonne come nella rigorosa successione di metope e triglifi dell’architrave. -Rievoca un antico mausoleo con una galleria anulare esterna e un vano centrale sormontato da una cupola simile al Pantheon. Nel 1506 si occupa della costruzione della nuova ***basilica di san Pietro voluta dal nipote di Sisto IV Giuliano della Rovere, che nel 1503 viene eletto papa come Giulio II, amante dell’arte e dell’antico. Doveva essere un edificio a pianta centrale e a croce greca, sormontata da grande cupola rotonda e da 4 cupole più piccole. Avrebbe dovuto avere una facciata all’antica simile a un pronao classico e dotata di una cupoletta. Una torre avrebbe dovuto innalzarsi a ognuno dei 4 angoli del quadrato dal quale sorgevano le absidi. Dentro due grandi navate coperte da un’ampia volta decorata a lacurìnari. Quando Bramante muore erano stati appena innalzati i 4 piloni su cui più avanti si sarebbe costruita la cupola. Nella chiesa di santa Maria del popolo il papa volle che Bramante costruisse un nuovo coro, culminante in un’abside all’antica. Commissionò poi ad Andrea Sansovino due monumenti sepolcrali: ***Monumento sepolcrale del cardinale Ascanio Maria Sforza, 1505-9. -Aspetto tripartito che richiama un arco di trionfo, il defunto appare in maniera inedita reclinato sul fianco con la testa poggiata su un braccio, è un modo per far si che lo spettatore possa vedere meglio il defunto,e. Per offrire una visione più serena della morte rispetto al passato, . -nelle nicchie laterali e nelle statue sedute a fianco al coronamento troviamo giustizia e prudenza, che somigliano a divinità pagane, e anche Fede e esperanza che si mostrano con la parte del copro superiore scoperta, riferimento cultori greci e romani ***Sala delle prospettive, Peruzzi, 1516-18. Moderno fondale prospettico dove domina la pittura illusionistica dove le pareti fingono nicchie con statue e un loggiato aperto su di un paesaggio romano. ***Nozze di Alessandro e Rossane, il Sodoma, 1516-18, stile raffaellesco, ricca camera,in cui Rossane siede sul letto seminuda e Alessandro si volta verso di lei. Pittore ha voluto ricostruire un perduto dipinto dell’antichità, le nozze di Alessandro e Rossane di Aezione, sulla base di una scrittura. 1513 eletto papa Giovanni de’ Medici con il nome di Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico. Stanza dell’incendio del borgo, Palazzi vaticani: ***Incendio di Borgo, Raffaello, 1514. -Divampa un incendio ai lati della lunetta in vere e proprie quinte architettoniche, popolate di figure che fuggono da un lato e cercano di spegnere le fiamme dall’altro. -al centro si riconosce la facciata basilica paleocristiana di san Piero e poi la loggia da cui si affaccia papà Leone 4, che miracolosamente placa l’incendio con la sua benedizione. -attraverso l’episodio di leone 4 si vuole alludere alla politica di personificazione di leone 10. Incarico di seguire il cantiere della nuova basilica vaticana, elabora progetto a pianta longitudinale in cui ciclo di 10 arazzi con storie dei santi Pietro e Paolo per il registro inferiore della cappella sinistra. Fu inoltre incaricato di occuparsi della tutela e dello studio delle antichità di Roma. Struttura una bottega ben organizzata con artisti da formare. La sua bottega, sotto regia di Raffaello, di imporrate realizzo ***storie dell’antico e del nuovo testamento. La loggia della Farnesina racconta storia di amore e psiche. Ciclo di gusto antiquariato è impostato su pergolato dal quale si affacciano i personaggi e le storie. Nella Roma di Leone X solo un pittore poteva confrontarsi con R, Sebastiano del Piombo. ***Pietà, 1516, Viterbo. -Disegno di Michelangelo e pittura del Piombo, modo per cercare una sintesi tra il colore veneziano e il disegno fiorentino. -Notturno reso con bellissimi accostamenti di colore con una volontà di ridurre la composizione alle sole figure della vergine che piange il figlio morto. -solidità michelangiolesca ***Resurrezione di san Lazzaro, del Piombo, National Gallery, 1516-20. -Nella folla di personaggi monumentali, Cristo si erge a indicare l’uomo miracolato (su disegno di M), sotto sguardo di maria e marta .lontano è un paesaggio di sapore veneto che gioca sui toni cui del cielo nuvoloso, dello specchio d’acqua e delle rovine -lkarche campiture cromatiche individuano i protagonisti della stroia -Lazzaro sulla destra del dipinto che cerca di liberarsi dalle bende ***Trasfigurazione, Raffaello, 1518-20, Pinacoteca vaticana. -Tavola divisa in due parti. -In alto la trasfigurazione con Gesù che si leva in cielo sul monte e alle pendici con profeti mode e elisa, gli altri apostoli Pietro Giovanni e Giacomo -sotto altri apostoli, a sinistra gruppo di persone che acccompoagna un fanciullo posseduto dal demonio -La tavola mette insieme il sereno ordine della visione con la drammatica tensione della scena inferiore, popolata di personaggi monumentali in pose magniloquenti. -registro cromatico di contrasto -paesaggio n lontananza -in alto a sinistra compaiono i santi protettori della cattedrale di Narbonne 1521 muore Raffaello. CAP 31 - AUREA PARMA: CORREGGIO E PARMIGIANINO Parma tornò a essere un centro artistico di altissimo livello nella prima metà del Cinquecento, grazie ai pittori Correggio e Parmigianino. ***Madonna sistina, Raffaello, 1513- 14, Dresda. -Cogliamo la forza spirituale di un trittico medievale, -al cento ce la madonna, e ai lati due anti -c’è la fantasia di Mantegna nelle ali colorate degli angeli. -C’è il colore di Tiziano e le nuvole morbide di Correggio. -gloria di angeòli e di luce Anche movimento del cienma perche storia è che qualcuno ha appena tirato la logora tende verde appena all’asta cadente e anche il muro della chiesa di san Sisto si apre. Dall’abisso di luce ci vengono incontro Maria e il suo bambino. -Sisto ci indica e parla a Maria e in essa è raccolta la dolcezza infinita di Raffaello, sguardo struggente, Gesù è un bambino vero, spaventato. -Ha creato il ritratto della vita. ***Camera della badessa, Correggio (1489-1534), 1519, Parma. -Dea Diana sulla cappa del camino e nella volta un naturalistico pergolato che si apre in una successione di ovali con una coppia di putti che giocano e sono accompagnati da animali: fanciulli graziosi come quelli di Raffaello, dato che Correggio aveva fatto viaggio a Roma. -Successione illusionistica di lunette poste alla base del pergolato, fingendo in ognuna di esse la presenza di una statua o di un gruppo scultoreo. -osservando la lunetta con le ***tre grazie, rinuncia alla perfezione anatomica della statiaria classica, preferisce forme ingrandite e ridondanti dei corpi, vedi Michelangelo. ***Cupola con la visione del secondo avvento di Cristo, 1520-4, Correggio, Parma. -Nel corso degli anni ’20 Correggio avrebbe elaborato un modo nuovo e rivoluzionario per affrescare l’interno delle cupole delle chiese. -Riferimento a Mantegna per l’oculo che sfonda il soffitto (camera degli sposi) -Non ci sono dipinte architetture ma il libero e arioso spazio di un cielo luminoso e la tridimensionalità è resa solo attraverso le figure. -Al centro una figura in scorcio difficile che fluttua su un cielo dorato, sotto di lui, in un cerchio di nubi, un gruppo di uomini. -Sotto gli apostoli hanno corpi possenti e pose articolate -Assorbe il linguaggio di M. ma con un fare più sfumato che ingentilisce, figure più sfumate -ce anche Giovanni che è accompagnato dalla fede acquila , al di sotto santi Bartolomeo e Mattia ***Cupola con l’assunzione della vergine, 1524-30, Parma, Correggio. -Libertà compositiva inaudita, no architetture ma il cielo è affollato da un numero infinito di figure in movimento. -La vergine è protagonista in una posa ardita e vola verso un empireo dorato. -Regia audacissima e accorta. ***Il giorno, Correggio, 1528, Parma. -Colore caldo delle stoffe e dell’atmosfera elogiato da Vasari, tenera sensualità della Maddalena e degli angeli, instabile solidità di Girolamo che stringe il rotolo del testo ebraico originale della Bibbia. -Gioia estrema che ciascuno emana. -L’intera composizione è organizzata intorno a un atto di lettura alludendo alla futura Vulgata. -Luce che inonda la scena. ***La notte, Correggio, 1522-30, Parma. -Notturno originalissimo con figure disposte in diagonale che emergono dall’oscurità grazie alla luce intensissima emanata dal bambino centrale. -Soluzione di un chiarore intensissimo che dal centro del dipinto si diffonde a dare corpo a tutto il resto, soluzione fortunata nel ‘600. ***Giove e Io, Correggio, 1531-2, Vienna. -Per conquistare Io, Giove fece calare una fitta nebbia su di lei per conquistarla in segreto, -punta tutto sull’aspetto erotico e carnale dell’episodio. ***Ratto di Ganimede, Correggio, 1531-3, Vienna. -Giove si trasforma in aquila per rapire il giovane e condurlo sull’olimpo. ***Volta con le storie di Diana e Atteone, 1523-4, Parmigianino (1503-40), Parma. -Affresca la volta ispirata al pergolato di Correggio. -Le lunette in basso narrano una storia tratta dalle metamorfosi di Ovidio. -cacciatore atteone guarda diana nuda, lei lo trasforma in un cervo, affinché non si vantasse di quello che aveva visto e lui fini sbranato dai suoi cani di caccia. -Linguaggio che nella sensualità e nella resa del mondo animale pare prossimo a Correggio. ***Autoritratto allo specchio curvo, 1524, Parmigianino, Vienna. -Estremo virtuosismo, riproduce ogni cosa tenendo conto dei capricciosi effetti dovuti alla curvatura della superficie. -Seppe riprodurre il lustro del vetro. CAP 32 - LA FERRARA DI ALFONDO D’ESTE: TIZIANO E DOSSO DOSSI Per quasi tutto il ‘500 Ferrara continuò ad essere un centro artistico di prim’ordine sotto gli Estensi. Nel 1505 il Ducato passa ad Alfonso d’Este. “Via coperta” che collega il castello con l’antico palazzo ducale, da cui Alfonso deduce cinque stanze con soffitti intagliati e dorati. ***Fucina di Vulcano, Antonio Lombardo, 1508, San Pietroburgo, rilievo all’antica. ***Festino degli dei, Bellini, 1514, Washington. -Scena pastorale in cui le divinità antiche, accompagnate da satiri e ninfe, sono riunite in allegro convivio, mentre Priapo sta sollevando l’abito della ninfa dormiente. -Dipinto tutto giocato sul colore ***Bacco e Arianna, Tiziano, 1520-23, National Gallery. -Parte di un ciclo focalizzato sul mito di Bacco. -Tiziano aveva iniziato ad arricchire il suo linguaggio di citazioni dalla scultura antica e dalla pittura centroitaliana. -Colore della pittura veneziana. -Siamo in una boscosa riva del mare sotto un cielo azzurro. -A sx la giovane si volta improvvisamente in una posa raffaellesca: la sua attenzione è attirata dal corteo di Bacco, innamorato di lei e compare seminudo. Papa leone X permise ai medici di tornare a Firenze 1515. Leone X dette avvio a grandi progetti riguardo la basilica di sn Lorenzo. Michelangelo incaricato di finire facciata di san Lorenzo, ma il cantiere ebbe vita breve, non fu fatto. Tuttavia sappiamo come l’aveva progettata grazie a un modellino in legno che è giunto a noi. Aveva spartito la facciata su 2 registri, e il prospetto avrebbe dovuto nascondere la differente altezza tra la navata centrale e quelle laterali, presentano un coronamento orizzontale appena mosso dal timpano centrale. Aveva giocato sul netto contrasto tra superfici vuote e i massicci elementi architettonici, creando aperture con timpani circolari e coppie di colonne e paraste. Nel 1519 il cardinale che sarebbe diventato Clemente VII decise di riunire la straordinaria raccolta di libri e manoscritti di famiglia in una biblioteca da allestire a fianco della Basilica di San Lorenzo, la Laurenziana. Michelangelo progetta la sala di lettura, uno spazio rigoroso e ordinato. Lungo i lati si dispongono i banchi lignei per i lettori, il soffitto e il pavimento ripetono i medesimi partiti decorativi,e. Le bianche pareti laterali sono scandite da disciplinamento ripetersi di grigi elementi architettonici in pietra. Leone X vuole progettare un nuovo mausoleo mediceo nella chiesa di san Lorenzo in cui collocare anche le tombe dei due Magnifici, suo padre Lorenzo e suo zio Giuliano. Doveva progettare architettura e arredo scultoreo. Questa cappella autonoma fu detta ***Sagrestia nuova, Michelangelo, 1520-34, San Lorenzo. -Nel 1534 M. si trasferì definitivamente a Roma. -Pianta quadrata con scarsella e fu chiusa in alto da una cupola. -Nell’interno notiamo il ripetersi del severo gusto brunelleschiano, nel contrasto tra il candore delle superfici bianche e il grigio delle modanature in pietra. -Per i monumenti sepolcrali all’interno, M. supera la devozione per gli ordini antichi. -Nuovo modo di pensare l’architettura. -In queste pareti non è possibile dire dove l’architettura si fa scultura e viceversa. ***Monumento sepolcrale di Giuliano/Lorenzo de’ Medici, 1520-34, Sagrestia Nuova. -Due tombe gemelle nelle pareti laterali e il gruppo scultoreo della Madonna col bambino affiancata dai santi Cosma e Damiano, patroni dei Medici. -M. rompe con la tradizione dei monumenti funerari precedenti, costruendo strutture massicce per profondità e altezza, nelle quali riprende il tema architettonico della facciata di San Lorenzo: ognuna è tripartita e suddivisa in due registri. -In alto tre nicchie e quella centrale è occupata dalla statua del defunto, effigiato vivo e seduto; in basso il sarcofago, contraddistinto nel coperchio da due volute anticlassiche, sulle quali sono adagiata due figure. -Quel sentimento malinconico pervade dunque le figure possenti, muscolose e atteggiate in pose difficili, piegando il suo culto per lo studio del corpo umano alla funzione funeraria della Sagrestia. Non portò mai a compimento la decorazione scultorea della sagrestia. A causa di rivolte come saccheggio di Roma si interrompono lavori, poi quando vogliono essere ripresi Michelangelo era gia andato via da Firenze., che da repubblica era diventato un ducato mediceo. Ecco perche alcune statue non finite, come: ***Madonna col bambino, 1520-34, Michelangelo, Sagrestia. -Complicatissima torsione del bambino vero e proprio emblema dell’artificio della Maniera. -fu onestano per stare al centro del monumento di Lorenzo e Giugliano de medici che non fu mai realizzato, quindi oggi la vediamo sopra un semplice basamento, davanti alla parete neutra e in mezzo alle statue dei santi costa e Damiano, che avrebbero dovuto affiancarla, nella tomba dei magnifici. -Vasari: imperfezione della bozza e perfezione dell’opera. SEZ VII - DAL SACCO DI ROMA ALLA CONTRORIFORMA Il papato, Firenze, Venezia e la Francia, crearono la Lega di Cognac contro Carlo V. Clemente VII si distinse per il mecenatismo (famoso il suo ritratto di Sebastiano del Piombo). Nel 1527, scese in Italia l’esercito imperiale dei lanzichenecchi, che conquistò Roma. La tregua si ebbe con la pace di Cambriai, ma l’Italia venne ceduta all’impero. Firenze divenne una signoria medicea, con Alessandro de Medici come duca. L’imperatore firmò la Pace di Augusta, con la quale ogni popolo era libero di professare la religione del proprio sovrano, poi abdicò in favore del figlio Filippo II che ratificò la pace di Cateau- Cambresis con Enrico II di Francia, segnando la fine delle guerre d’Italia: Napoli, Milano, Sicilia, Sardegna erano spagnole, la Chiesa aveva potere temporale su tutta l’Italia centrale, le restanti signorie, tra cui Firenze, Genova e Ferrara erano fedeli alla Spagna, solo Venezia restava autonoma. Nel 1534, venne eletto papa Alessandro Farnese con il nome di Paolo III. Nello stesso periodo, nascevano l’ordine dei Gesuiti, l’inquisizione e il concilio di Trento, in risposta alla riforma protestante: le arti ne risentirono, dovendo prediligere un linguaggio semplice e comprensibile. La lega santa arrestò l’espansione dei Turchi, mentre l’invincibile armata fu sconfitta dall’Inghilterra, ormai anglicana con Enrico VIII, laica e indipendente dal papato. CAP 34 - NOVITÀ NEL PAESAGGIO: VILLE, GIARDINI, MONTAGNE SACRE Leon Battista Alberti indicò la villa come luogo in cui il riposo e lo svago si univano al controllo dell’agricoltura e alla ricerca di un luogo salubre, in simbiosi con la natura. La categoria architettonica venne allora ripresa dalla villa romana, cercando di ispirarsi a Cicerone e a Plinio il Giovane. Il prototipo della villa rinascimentale è la ***Villa delle Volte (1505), voluta da M. Chigi, capostipite di una famiglia di banchieri, su progetti di F. di Giorgio Martini e Baldassarre Peruzzi. Villa presenta una pianta a ferro di cavallo, con due ali aperte e, come la villa suburbana di A. Chigi a Roma, sarà modello per le successive, anche se ancora isolata dagli annessi agricoli. Andrea Palladio progettò moltissime ville a Vicenza e in Veneto, rielaborando l’architettura antica. Il suo esempio più illustre è la Rotonda, ma la sua novità fu quella di annettere gli edifici agricoli all’edificio centrale, chiamandoli “Barchesse”. Se ne trova un esempio nella ***“Villa Emo” (1560, Fanzolo, Treviso) -con un pronao all’antica e -le barchesse che lo affiancano. ***“Palazzo Pitti -è un esempio di villa di città, con una pianta a ferro di cavallo e le ali laterali sul giardino. -La ristrutturazione fu voluta da Cosimo I de’ Medici su progetto di Bartolomeo Ammannati, che integrò il paesaggio urbano a quello agreste. -Giusto Utens, fiammingo, si occupò di dipingere nella villa medicea di Petraia tutti i possedimenti medicei in 17 lunette. -Sono vedute a volo d’uccello che descrivono in modo accurato il paesaggio agrario: per esempio abbiamo il ***Belvedere con Pitti (1600) che lo mostra ancora senza l’ampliamento 700esco e con il corridoio vasariano che lo collega a Palazzo Vecchio ***La villa di Castello e il suo Giardino”(1600). ***Il Giardino di Boboli -fu invece progettato da Niccolò Tribolo, da Bartolomeo Ammannati e da Bernardo Buontalenti. -Sarà un vero e proprio giardino all’italiana, in cui l’ordine e le simmetrie dell’hortus conclusus verranno tradotti in termini monumentali, con un’organizzazione razionale e geometrica arricchita da siepi, labirinti e alberi da frutti. Si diffuse anche l’ars topiaria, ovvero quella che dà forme particolari alle piant e, come si evince dalla Villa Lante di Bagnaia(Viterbo). -Ruolo importante ebbe anche l’acqua, con ampie vasche o fontane, che favorirono la costruzione di acquedotti Persino artisti della fama di Giambologna intervennero, come si vede dalla ***Scultura colossale “Appennino”(1580,Villa di Pratolino, Firenze), vero esempio di land art. Nel Parco dei Mostri di Bomarzo, su ispirazione di Pirro Ligorio, abbiamo gruppi scultorei mostruosi ed edifici stravaganti, in cui l’artificio e i giochi d’acqua regnano. Spiccano la casa pendente la bocca dell’orco. Si diffuse poi la pratica dei “Sacri Monti”, luoghi utilizzati per la devozione, costruiti come serie di cappelle che ripercorrevano la vita di Gesù e che richiamavano la Terrasanta. Uno dei più antichi è quello di ***San Vivaldo, voluto dal frate francescano Tommaso da Firenze e organizzato in 25 cappelle da Agnolo di Polo che realizzò gruppi scultorei in terracotta policroma, con verosimiglianza e un linguaggio adatto alla commozione del fedele. Il più celebre è però quello di ***Varallo, che comprende una grande chiesa e 44 cappelle, con circa 800 statue. Le scene animate si contrappongono alla natura e mescolano scultura e pitture. Fu Gaudenzio Ferrari a realizzarle e tra esse spicca la ***Crocifissione (1520, Vercelli) che appare come un vero e proprio museo delle cere. Intanto gli ordini monastici iniziarono nuove fondazioni, come per esempio l’ordine certosino che volle la *** Certosa del Galluzzo (Firenze) con la chiesa, i chiostri, le celle e un vero e proprio palazzo merlato, residenza di Niccolò Acciaiuolo, il committente. Poi abbiamo la ***Certosa di Serra S. Bruno (Vibo Valentia) su esempio di quella di Pavia, ma che non ci è giunta integra per via del terremoto del 1783 e la ***Certosa di Padula (Salerno) voluta da Tommaso Sanseverino, segno del potere dei monaci. nella sala successiva ****Caduta dei giganti, Giulio, 1532-4, palazzo Te. -Storia delle metamorfosi di Ovidio: sconfitta e caduta dei giganti che cercano di assalire l’olimpo e sono respinti da Giove. -Figure enormi e ultra-espressive, movimenti tumultuosi, assenza di un chiaro spazio prospettico e volontà di andare oltre ogni regola compositiva, linguaggio nuovo e coinvolgente. *** Caduta dei giganti, Perin del Vaga, 1530-32, Genova. -Scena di preciso ordine: in alto le divinità dell’olimpo, dipinte con fattezze raffaellesche e colori brillanti, Giove e sotto una distesa di nude figure serpentinate che sono i giganti sconfitti. ***Ritratto dell’ammiraglio Andrea Doria, Sebastiano del Piombo, 1526, Roma. -Severa veste nera al di là di un davanzale decorato con rilievi di gusto antiquario e di tema navale. Nel palazzo del principe Doria in provincia di Genova lavorò Perin del Vaga. Polidoro da Caravaggio, allievo di Raffaello, si specializzò nella pittura di facciate all’antica. A Roma era consuetudine che i prospetti dei palazzi fossero dipinti a chiaroscuro cioè a monocromo con figure e fregi di gusto antiquario. ***Salita dal calvario, Polidoro, 1534, Museo Capodimonte. -Accentuata carica espressiva dei personaggi, esuberanza dei brani della natura. -Cristo è sfinito crollato, la vergine è svenuta tra le braccia delle pie ecc. ***Matrimonio mistico di santa Caterina da Siena, 1525, Roma, Polidoro. -Il soggetto è solo un pretesto per raffigurare la natura, con l’ampia rupe alberata e il resto del fondale in cui si erge un’architettura all’antica. ***Salita al calvario, Raffaello, 1517, Prado. -Polidoro conobbe certamente questo modello di monumentale pala narrativa, scardinando però lo statuario rigore compositivo raffaellesco con una violenza espressiva urlata e inaudita. ***Deposizione, Pontormo, 1526-8, Firenze. -Colorito chiaro e unito, mente stravagante che si apre a nuovi concetti. -È una variante serratissima di una composizione piramidale, priva di fondale architettonico e 11 figure avvinte in un nodo inestricabile. Attori ispirati alla volumetria dei corpi di M., volti allucinati, colori da tonalità rare e accese. -Personalità alienata e malinconica. ***Visitazione (1530) -quattro donne stanno su un fondale essenziale in pose contorte, con sguardi straniati e le vesti gonfie e colorate. -Maria abbraccia Elisabetta in primo piano, ma le due donne sullo sfondo sembrano gli stessi personaggi frontali e non più di profilo. Domenico Beccafumi emerse in Toscana, di famiglia contadina, ma scoperto dal senese Lorenzo Beccafumi che lo adottò e gli permise di dipingere, rendendolo uno dei più importanti pittori della maniera nonostante il carattere solitario. Dipinse due versioni di ***San Michele scaccia gli angeli ribelli, chiesa di S. Niccolò al Carmine: -la prima versione(1525) non era ortodossa e non fu accettata: le figure sono nude, di ispirazione michelangiolesche e la composizione è confusionaria, con iridescenti sbattimenti di luce. -Lo lasciò incompleto per realizzare la seconda versione(1530), più ordinata, divisa in tre registri dove in alto vediamo Dio in un abside di figure, al centro San Michele e, in basso, gli inferi, Lucifero, un lago di fuoco, angeli e anime nude con mirabolanti effetti di luce. Iniziò, nel 1526, un ***ciclo di affreschi per la sala del Concistoro del palazzo pubblico, -manifesto di valori repubblicani per la visita di Carlo V, che, però, non fece e che costrinsero l’autore a interrompere il suo lavoro e a completarlo solo nel 1536, quando l’imperatore arrivò. -Si tratta di una volta con immagini di virtù, eroi e storie antiche, spartita in riquadri, con la Giustizia, l’Amor di Patria e la Benevolenza. -Lo stile è colorato e movimentato, con rigore spaziale e tema politico. Spicca il ***Sacrificio di Codoro -dove l’ultimo re di Atene si spoglia al centro: è in guerra contro Sparta e si sacrifica travestendosi da vecchio come gli era stato profetizzato da Delfi. Gli esempi tratti dalla classicità sono quindi usati come attuali per la politica contemporanea e per la coscienza civica. Parmigianino, intanto, si reca prima a Bologna e poi a Parma, per realizzare ***la decorazione del catino absidale presso la chiesa di S. Maria della Steccata. Non lo finì mai, perché si ritiro a Casalmaggiore per studiare alchimia, dove morì nel 1540. L’unica parte finita è il ***Sottarco con Adamo ed Eva ai lati delle vergini sagge e ai lati delle vergini stolte (1535) -realizzato con accecanti colori, -possenti lacunari all’antica e rigogliosi festoni di frutta. -Nelle nicchie sono inseriti personaggi biblici monocromi e figure femminili che danzano, riprese dalla parabola delle vergini sagge e di quelle stolte che portano o no le lampade. -Le figure sono serpentinate. Dipinge, poi, la ***Madonna dal collo lungo (1540) - la Vergine appare aristocratica ed astrattiva, circondata da figure incredibilmente allungate: spiccano la gamba dell’angelo e il corpo del Bambino. -Notevoli, inoltre, la finezza nelle acconciature e la grazia estrema dei volti. -Anche quest’opera resta incompleta. Rosso Fiorentino, intanto, fu fatto prigioniero e scappò prima a Perugia e poi a Sansepolcro dove realizzò per la compagnia di Santa Croce un ***Compianto sul Cristo Morto (1530): -torna ad essere demoniaco, -in un’atmosfera tenebrosa, -con la croce sullo sfondo. -Il clima è di dolore struggente e di eccentrica tensione: al centro, è il Vesperbild studiatissimo nelle anatomie, mentre Maddalena si dispera in un’angosciante afflizione. -Tra i soldati, spicca un uomo dalle fattezze bestiali e scimmiesche, quasi una reazione al Sacco di Roma. Alla fine, fu accolto dalla corte di Francesco I in Francia, dove iniziò a lavorare per ***il castello di Fontainebleau. -Il palazzo è ispirato alla maniera italiana in una serie di edifici rinascimentali, con tetti di ardesia e ampi giardini, frutto di lavori che si sovrapposero negli anni. -Nella galleria di Francesco I, Rosso dipinge con uno stile sereno, con incorniciature di stucco, scene della vita del sovrano e episodi antichi, come il “Bagno di Pallade”(1540), trionfo di figure serpentinate. -Secondo la tradizione, Rosso si uccise nel 1540 per aver accusato un amico innocente. I cantieri del palazzo continuarono sotto la direzione di Francesco Primaticcio, allievo di Rosso e di Giulio Romano, che contribuì alla diffusione della Maniera in Francia. Anche Benvenuto Cellini, prima imprigionato a Castel Sant’Angelo con l’accusa di aver rubato dei gioielli del papa, si trasferì in Francia. Gli fu commissionata la decorazione in bronzo dell’accesso principale del castello, di cui ci resta la ***Porte Dorè”(1540), -una lunetta dove spicca una ninfa distesa e nuda, michelangiolesca, scoperta da un cane. -Al centro, si distingue un cervo rappresentato come un trofeo di caccia. Cellini è autore anche di un’autobiografia, in cui descrive la propria Saliera di Francesco I(1540): un complesso scultoreo in miniatura, in oro e smalti, che poteva scorrere lungo la tavola. -Le figure sono il mare e la terra: il primo è in veste di nettuno, con una barca per il sale e quattro cavalli marini, la seconda è una cornucopia, con un tempietto per il pepe. -Alla base stanno otto rilievi in oro, dove si alternano figure del giorno e della notte. Intanto a Trento nel 1563 si chiudeva la epocale concilio che trasformò classicamente la Chiesa e qual è il reso la pittura uno stile più austero. Le chiese diventarono più spaziose e accoglienti Pelle pallida altare si richiede che il soggetto fosse sempre ben riconoscibile poiché doveva raccontare le scritture E commuovere lo spettatore. *** Chiesa del Gesù, Roma -Pianta longitudinale a croce latina, contraddistinta da un’ampia navata, affiancata da cappelle, così che alle folle di fedeli non mancassero spazio per ascoltare la messa e le prediche. -La navata si apriva senza ostacoli sulla vasta superficie del presbiterio. -Chi oggi entra in questa chiesa è colpita dalla monumentalità del tempio intesa e rompere rispetto e devozione. Al centro di questa cappella stava il ***compianto di Cristo morto, 1593 -Il contenuto è estremamente chiaro, grazie a una composizione ordinatissima un linguaggio diretto, -fatto di forme nitide di colori non troppo accesi; né cose con l’atmosfera simultaneamente devota e pietistica -La pittura di Scipione appare come un’arte senza tempo, un’immagine di questo genere infatti fu pensata per essere oggetto di culto in ogni epoca, allo stesso modo delle illustrazioni dei santini che possiamo trovare in qualsiasi chiesa. -Così il compianto di Scipione ci segna quanto la controriforma volesse congelare la quotidianità nella devozione. ***La Madonna del gatto, Barrocci, 1575, Londra -questo artista preferisce composizione ordinate e serene -colori vivacissimi e con un’estrema dolcezza di atteggiamenti, gesti fisionomia, entro un gioioso clima domestico. -Il gatto in primo piano è un vero e proprio protagonista: sta per saltare verso l’uccellino che il piccolo Giovannino dimostra scherzosamente, e così distoglie l’attenzione del Cristo fanciullo dal seno della madre Nel momento in cui la controriforma imponeva un nuovo linguaggio artistico, Roma cambiava volto grazie al Papa Sisto quinto che decide appunto di avviare una trasformazione urbanistica dell’UBI affidando la maggior parte dei lavori all’architetto Domenico fontana il quale gli chiese anche di concludere la cupola di Michelangelo. A Roma si ebbe finalmente la costruzione di un primo qua acqua acquedotto che viene chiamato acqua felice.La nuova Roma studiata da fontana prevedeva che le principali basiliche fossero collegate da vie monumentali e dritte. Santa Maria maggiore fu il fulcro intorno al quale andarono a nuotare tre nuovi rettilinei: la strada felice ovvero lungo asse che da lato giungeva fino a Santa Croce in Gerusalemme e dall’altro a Trinità dei Monti. Oltre a questo recuperò quattro obelisco facendo di collocare in Piazza San Pietro non dimenticò anche la colonna Traiana e quella di Marco Aurelio e piacere instaurare. A quasi due secoli alla fine dello scisma d’Occidente, Roma era tornata a essere degna capitale dello stato della chiesa. CAP 38 - LA REPUBBLICA VENEZIANA Tiziano ebbe un enorme fortuna a Venezia in tutta Europa, dagli anni 20 del 500 alla morte (1576). ***La pala per la famiglia Pesaro,1519-1526, Venezia, chiesa dei Frari -La Madonna col bambino sede in alto, di tre quarti, su di un mezzo di un monumentale podio, e domina le figure sottostanti, quasi al suo fianco ci sono i santi Francesco e Antonio da Padova, abitanti naturale della chiesa francescana dei fari. -Sulle scale San Pietro emerge un attimo dalla sua lettura per guardare poco più in basso verso il committente Jacopo Pesaro -L’uomo col turbante è un prigioniero turco, mentre i soldati che lo tiene alla catena in alza una bandiera contenente uno stemma diviso in due: da un lato mostra l’arme Borgia di Papa Alessandro VI e dall’altro quello di casa Pesaro. -Di fronte a Jacopo ci sono i suoi familiari. -Oltre al gioco di accordi e contrasti cromatici, nella pala colpiscono i due gigantesche colonne che fuoriescono dalla dimensione della palla, alludendo a uno sforzo ancora maggiore. -Tiziano ha voluto costruire una sorta di finestrone a facciata sulla navata sinistra della chiesa ***Madonna del coniglio, 1530, Parigi -La vergine siede su un prato, in mezzo alla campagna e mente accarezza un coniglio con la mano destra, prende il figlio dalle mani di Caterina d’Alessandria, giovane compagna di questo picnic. -Poco lontano sullo sfondo un pastore siede a guardia del suo gregge. -Tutto è molto intimo, illuminato dal chiarore di un cielo al tramonto, con lo sfondo delle Dolomiti, padre del pittore. ***Venere di Urbino, 1538, Firenze uffizi -In questo quadro Tiziano riprese il modello della Venere di Dresda di Giorgione. -La bella giovane nuda, che si copre con la mano il pube, non è distesa nella campagna questa volta, ma nella camera di una ricca dimora, ai suoi piedi accucciato un docile cagnolino -sullo sfondo due domestiche armeggiano con un cassone. -Al contrario della Venere di George ohne quella di Tiziano non dorme mai ben sveglia e guarda verso lo spettatore ma indubbiamente maschile quasi come se volesse invitarlo nel suo letto. -Icona della sessualità femminile. Quando Tiziano aveva ormai superato i sessant’anni non è incaricato da Filippo Secondo di creare una sorta di dipinti il cui soggetto sarebbe stato il mito antico, e questi dipinti furono detti poesie, equivalenti visivi di quanto il poeta latino Ovidio aveva narrato è descritto nella metamorfosi. Osserviamo due: 1) Diana e Atteone, 1556-1559, Londra 2) Morte di Atteone, 1559-1575, Londra -Nel primo dipinto vediamo il cacciatore te one sopra Diana e le sue compagne mentre nude stanno facendo il bagno. -Nel secondo Diana impugna l’arco in primo piano, puntando verso il fondo, dove il calciatore che si sta trasformando in serbo, è sbranato dai sui cani sullo sfondo di una foresta. -Resta però la passione per la bellezza e la sensualità femminile, così come quella per il colore, ma la narrazione di diviene Fabri e le pennellate sono molto più ripide. -C’è un tono tragico e quindi utilizza dei toni scuri. -Tiziano infatti si avvicina alla morte e più la materia del suo colore si disgrega. ***La punizione di Marzia, 1570-1576, repubblica cieca -Marsia al centro è scorticato da Apollo, sotto gli occhi del vecchio re Mida, a destra. -Marzia aveva usato sfilare il Dio in una guerra che suonasse meglio e una volta sconfitto il suo atto di superbia. Tutti sono molto indifferente al dolore. -Un’immagine tanto cruenta fa pensare alla tragica fine del generale Marcantonio Bragadin che era stato catturato dai turchi e scuoiato vivo. -Qui la pittura di Tiziano se ormai sfaldata e le forme umane sono plasmate dalla luce e dal colore, con un senso della realtà di norme forza espressiva. ***Pieta, 1575-76, Venezia -Di fronte a una massiccia nicchia, affiancata dalle statue di Mosé e di una sibilla, la vergine sorge sorregge il corpo morto del Cristo, mentre la Maddalena e dal suo dolore allargando le braccia, è un vecchio seminudo sei in ginocchio in primo piano: è un ritratto dell’artista in veste di Giuseppe d’Arimatea. -Forza espressiva, -atmosfera tenebrosa, -la materia vibrante di luce di colore, -rappresenta un vero e proprio testamento spirituale di Tiziano ***Annunciazione, Lorenzo Lotto, 1527 -Resa curata e ordinata della stanza è sconvolta dalla dall’animazione dei personaggi. -Tutti sembrano agitati: Dio padre che quasi si tuffa dalla nube in alto, il giovane angelo inginocchiato in una cosa complicatissima in prossimità della porta finestra, la vergine in piano. -Maria è timidissima e si volta verso di noi per proteggersi dalla miracolosa apparizione -il gatto che scappa *** Ritratto al collezionista Andrea Odoni, 1527 Adottando in formato orizzontale, egli ritrae con grande piacere somiglianza Andrea, mezza figura, elegante abbigliato con una veste bordata di pelliccia è seduto sulla scrivania. ***Elemosina di Sant’Antonino, Pala d’altare per la chiesa domenicana dei santi Giovanni e Paolo, 1540 -Egli raffigurò la figura del vescovo di Firenze Antonino pirozzi, il quale aveva fondato la confraternita dei buon uomini per aiutare i poveri vergognosi, cioè coloro che non avevano ancora Accio di mendicare pubblicamente. -Parte alta c’è il vescovo, che ascolta i consigli dei due angeli, nella metà inferiore due chierici si affacciano da una balaustra. -La folla dei miseri sottostante Sono con sono i veri protagonisti, ho già dei piedi dal vescovo a formare una folla di natura morta Tintoretto e veronese segnano la pittura veneziana del secondo cinquecento. ***Miracolo di San Marco, 1548 -Una folla che gesticola se ha caricato non corpo nudo disteso a terra entra nella scena entro una scenografica con tonica. -Ci troviamo ad Alessandria, dopo uno schiavo contro volere del padrone, ho usato venerare le reliquie di San marco e deve dunque essere punito. -Lo vediamo nudo a terra, da gioco in diagonale, con accanto con i pezzi di legno. -Mi ha frantumato in una miracolosamente San Marco stesso che arriva dall’alto e si getta a salvare il suo devoto. -Il dipinto è costruito per masse di colore, la pittura è rapida e fremente, ci sono dei bagliori di luce che animano la scena. -I corpi si fanno possenti, le pause audaci e serpenti nate, soprattutto quella di San Marco che plano dall’alto in diagonale CAP 39 - LA FIRENZE DI COSIMO I Cosimo dei medici divenne Cosimo primo, ovvero il primo duca di Firenze nel 1537 e poi il granduca di Toscana nel 1569. Cosimo era cosa intorno a sé è una corte nel quale trovò il principale esponente in Giorgio Vasari: pittore architetto che si era fermato a Firenze negli anni 20 con Andrea del sarto, incapace di realizzare i sogni del duca Stampata a Firenze nel 1550 è dedicata a Cosimo primo, le vite raccolsero un tale successo. Vasari racconta la storia dell’arte italiana dalla fine del 200 i suoi tempi, attraverso una serie di biografie di artisti. David e espongono una visione evoluzionistica delle arti, culminante in Michelangelo, nella quale Firenze e la Toscana svolgono un ruolo chiave. Lui era convinto che alla base di ogni espressione artistica ci fosse il disegno e quindi promosse anche l’istituzione dell’Accademia delle arti del disegno fondata nel 1563 da Cosimo primo. Era il più antico esempio di accademia riservata solo agli artisti. ***Corridoio Vasariano -Progetto sopraelevato che Vasari realizzò nel 1575 per unire palazzo vecchio palazzo Pitti. -Il duca aveva bisogno di un comodo rapido e sicuro passaggio che gli permetteva di muoversi alla sua dimora il palazzo del governo. -Vasari mise appunto questo lungo camminamento che dura circa 1 km. -E arrivato la Cosimo poteva citare lo sguardo su in editi scorci della sua città. ***Salone dei 500, palazzo vecchio Era stato uno dei simboli della Repubblica Fiorentina. Con il cambio di regime Cosimo vuole fare un monumentale sala di rappresentanza, in cui mostrare il proprio potere e quindi non celebrare le glorie di Firenze ma quelle del granduca. -Soffitto a cassettoni, decorato da ben 42 tavole, che mostra al centro l’apoteosi di Cosimo Cosimo e tutto intorno una serie di allegorie dei suoi domini ed episodi storici. -Il programma letterario di cui fa riferimento è quello di Vincenzo Borghini, il quale precedette a progettare gli affreschi delle due pareti lunghe. -L’effetto di insieme del salone risulta veramente grandioso, ma le immagini che esaltano i successi mi dice io non si possono dire i capolavori per esempio guardiamo l’episodio della presa di Siena vediamo che è molto chiassosa e fumettistica. Dal salone si può accedere a una piccola stanza senza finestre e si tratta del suo studiolo che sarebbe una Wundercammet ovvero una camera delle meraviglie in cui collezionista conservava curiose preziosi riperde naturali e manufatti artificiali. Per questa ragione i dipinti della volta compongono il ciclo allegorico e centrato su quattro elementi, con allusioni agli oggetti custoditi e aperture su temi di alchimia. Lo studiolo contiene una straordinaria galleria di dipinti. ***Perseo e Andromeda, 1579, Vasari -Perseo che sciogliendo Andromeda, nuda allo scoglio marino, e avendo posato in terra la testa di medusa, che uscendo sangue dal collo tagliato era tanto l’acqua del mare ne nasceva con rolli. -Lo dipinse Vasari con eleganza sopraffina, fantasia smisurata Bronzino ***Ritratto della duchessa con il figlio Giovanni, 1545, Firenze uffizi -Bronzino alla figura seduta, con il braccio al collo del piccolo Giovanni. -Madre figlio sono in pausa e l’etichetta impone che non vi sia accenno a sentimenti. -Sono due figure impenetrabili, fra due tonalità di colore, eleganza. Non si non si era occupato di decorare la nuova cappella realizzata per Eleonora di Toledo in palazzo vecchio nella quale possiamo vedere San Michele Arcangelo che sembra voler proteggere il sottostante altare, per il quale Bronzino realizzò una pala raffigurante ***il compianto di Cristo. -È una sorta di risposta alla deposizione che aveva fatto Puntormo, dove la vergine aiutata da Giovanni e dalla Maddalena, che nel figlio morto sulle ginocchia, mentre una folla di dolenti si dispongono intorno,e gli strument8 in alto recano gli oggetti della passione. -Nella scena, manca il dolore, perché Bronzino non cede ma sentimento ma utilizza colori freddi. Cellini decide di rientrare definitivamente a Firenze e lui arrivava dalla Francia. Cosimo gli ho fino all’esecuzione di un monumentale Perseo da realizzare in bronzo. Per testare il tipo di terra migliore per realizzare il Perseo prima egli realizzò un titanico ***busto di Cosimo primo, 1545-1548 ***Perseo -Richiede nove anni di lavoro. -Eroica figura di Perseo, figlio di Giove di Danae, si erge trionfante sul corpo della medusa, con la spalla stretta nella destra che appena ucciso la testa, circondato da una massa di serpenti per capelli, che è molto orgoglioso, alzando il braccio sinistro. -Essere sostenuto dall’elegante basamento marmoreo pianta quadrata, che reca su ogni lato una nicchia per contenere i bronzetti gli altri protagonisti della storia: Giove, Danae, Minerva e mercurio. -Nel rilievo sottostante elaborò la storia qui per se e libera la principessa etiope Andromeda, sconfiggendo il mostro che avrebbe dovuto ucciderla.. -Vediamo la volontà di Cosimo di paragonarsi a Perseo, vuole rappresentare il suo potere, poiché la spaventosa testa della medusa, secondo il mito, verificava chiunque lo guardasse -Richiese nove anni per due ragioni: la difficoltà della fusione del grande bronzo realizzata con il procedimento a cera persa, e la necessità di cesellare con accuratezza quanto uscito dal forno. Gian Bologna arriva a Firenze. Per uno straniero non era affatto facile emergere in un ambiente artistico come quello fiorentino, ciononostante diversi cantieri medici. ***Mercurio, 1580 Indossa solo un elmo e dei calzari alati, e con l’attributo del caduceo raccolto nell’atto di spiccare il volo. ***Ratto della Sabina, 1580 -intreccio di tre figure nude in movimento scolpita in un solo blocco di marmo: un vecchio che in basso si piega come ripeto a ripararsi da una giovane che alza le braccia, perché è rapita dall’atletico uomo che la cinge. -Titolo che arriva dal fatto che i romani rapiscono le donne sabine per popolare la città fondata da Romolo. -Se Cellini aveva pensato il Perseo per più punti di vista, in Jean Bologna, con il ratto della Sabina. -Concepisce una composizione e Licoidale e continua, che invita lo spettatore a girare intorno al gruppo scultoreo. -Ero al massimo traguardo possibile. Nel rinnovare Firenze, Cosimo primo mostra un’attenzione particolare al problema delle acque, promuovendo interventi utili a favorire il controllo del corso dell’Arno e potenziare l’approvvigionamento idrico della capitale.Questo ci fa capire quanto fosse profondo il legame che c’era tra la città e la campagna. A Firenze si aggiunse al vecchio sistema dei pozzi un nuovo acquedotto che ricava l’acqua fino alla piazza della signoria. Qui il duca balena alzare la prima fontana pubblica della città, sormontata da una statua di Nettuno. Ammannati. Inaugurare una prima versione della fontana, con al centro il colossale Nettuno. Nel giro di poco avrebbe completato il resto della fontana con un ricco corredo di creature marine. ***Nettuno, 1560-1575 -Nettuno si erge al centro, su di una conca che alla funzione di carro, trainato da quattro cavalli di mare, è più vicino a noi è stato in bronzo di una serie di divinità si sporgono dei bordi della grande vasca ottagonale. ***Nettuno, Giambologna -Nettuno alla sommità, i quattro punti e suoi piedi, e quattro il piede agli angoli del basamento e gli emblemi araldici. -Il confronto tra il Nettuno dell’ammalato e quello di Gian Bologna: cosa identica, ma la rigidezza del marmo fiorentino, il bronzo bolognese rispose con un nuovo modo di intendere il movimento. -Con il gesto della mano sinistra, non placa solo le acque, ma invita il pubblico a girare intorno a una vasca nei pressi della quale ruota ancora oggi la via di Bologna. CAP 40 - TERRE IMPERIALI: LA SICILIA, NAPOLI, MILANO, SPAGNA Nettuno aveva fatto la sua prima comparsa nella lontana Messina, fatto da Angelo Montorsoli. Nella città siciliana, l’antica divinità si ergeva come se, impugnando il tridente, uscisse dal mare, a placare Scilla e Cariddi: i terribili mostri che incutevano timore naviganti dello stretto, e che ormai erano incatenato al suo fianco. La fontana era un ennesimo mangio a Carlo V, volendo alludere tramite Nettuno al suo dominio e successi sulla sua flotta contro i turchi. Prima Nettuno era rivolto verso il mare mentre ora è stato girato, Nettuno quindi non sembra più fuoriuscire dalle acque, ma si dispone a guardarle, come direttore d’orchestra con i tuoi musicisti. ***La Fontana di Orione, 1550, Messina -Costituito da sovrapporsi alla vasca di due tazze circolari, che sono di dimensioni sempre più piccole come salire verso la sommità, coronato dalla statua di Orione, accompagnato dal fedele cane Sirio. -Sotto di lui la fontana abbonda di putti carature marine, mentre sui bordi della vasca si distendono quattro figure barbuta: sono le divinità dei quattro fiumi, ovvero il Tevere, il Nilo, l’Ebro e il Camaro. Nel progettare la fontana di Orione, Montorsoli si era rifatta un modello che si stava affermando a Firenze. L’idea delle tasse sovrapposte era stata elaborata già da Niccolò tribolo nella fontana di Ercole e AnTeo dalla villa di castello
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