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Artemisia Gentileschi, Slide di Storia dell'Arte Moderna

Storia dell'arte del 1600 s roma

Tipologia: Slide

2018/2019

Caricato il 19/05/2019

Giuliarea
Giuliarea 🇮🇹

4.5

(6)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Artemisia Gentileschi e più Slide in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Artemisia Gentileschi e il suo ambiente (ca. 1600 - 1653) Storia dell’arte del Sei e Settecento Laurea Magistrale a.a. 2016-2017 Bibliografia • R. Longhi, Gentileschi padre e figlia, in “L’arte”, 1916, pp. 245-314. • R. Longhi, Gentileschi padre e figlia, Milano, Abscondita, 2011 (ried.). • R.W. Bissell, Artemisia Gentileschi and the authority of art; critical reading and catalogue raissoné, Pennsylvania State University 1999. • Orazio e Artemisia Gentileschi, catalogo della mostra (Roma-New York- Saint Louis), a cura di K. Christiansen – J. Mann, Milano 2001. • Lettere di Artemisia. Edizione critica ed annotata con quarantatre documenti inediti, a cura di F. Solinas, con la collaborazione di Michele Nicolaci e Yuri Primarosa, Roma, De Luca, 2011. • E. Cohen, More trials for Artemisia Gentileschi. Her life, love and letters in 1620, in Patronage, gender and art in Early Modern Italy, a cura di K.A. McIver, C. Stollhans, New York, pp. 249-272. • Artemisia Gentileschi, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Braschi), a cura di F. Baldassarri, Milano, Skira, 2016, in corso di stampa R. Longhi, Giunte e varianti ai due Gentileschi, 1920-1921, ed in R. Longhi, Il Palazzo non finito. Saggi inediti 1910-1926, a cura di F. Frangi e C. Montagnani, Milano 1995 R. Longhi, Giunte e varianti ai due Gentileschi, 1920-1921, ed in R. Longhi, Il Palazzo non finito. Saggi inediti 1910-1926, a cura di F. Frangi e C. Montagnani, Milano 1995 R. Longhi, Giunte e varianti ai due Gentileschi, 1920-1921, ed in R. Longhi, Il Palazzo non finito. Saggi inediti 1910-1926, a cura di F. Frangi e C. Montagnani, Milano 1995 « Questi viventi si reducono a quattro ordini, classe o ver vogliam dir schole, una delle quali è quella del Caravaggio, assai seguita, camminando per essa con fine, diligentia e sapere Bartolomeo Manfredi, lo Spagnoletto, Francesco detto Cecco del Caravaggio, lo Spadarino e in parte Carlo Venetiano. Proprio di questa schola è di lumeggiar con lume unito che venghi d’alto senza reflessi, come sarebbe in una stanza con le pariete colorite di negro, che così havendo i chiari e le ombre molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura, ma però con modo non naturale, né fatto, né pensato da alòtro secolo o pittori più antichi, come Raffaello, Titiano, Correggio et altri Questa schola in questo modo d’operare è molto osservante del vero, che sempre lo tien davanti mentre ch’opera: fa bene una figura sola, ma nella compositione dell’historia et esplicar affetto, pendendo questo dall’immagination e non dall’osservanza della cosa, per ritrar il vero che tengono sempre avanti, non mi par che vi vagliano, essendo impossibil di mettere in una stanza una moltitudine d’huomini che rappresentin l’historia con quel lume d’una fenestra sola, et haver un che rida o pianga, o faccia atto di camminare e stia fermo per lasciarsi copiare». Longhi, Prefazione Pittori della realtà in Lombardia • Anche dentro l’aureo Cinquecento è difficile negare la coesistenza di due opposti: da un lato una maniera sempre più artificiale ed astraente dal dato di natura; dall’altro, ed ecco qui esposto l’esempio fondamentale di Moroni, una semplicità accostante, una penetrante attenzione, una certa calma fiducia di poter esprimere direttamente, senza mediazioni stilizzanti, la ‘realtà’ che sta intorno” G. Mancini, Considerazioni sulla pittura «Deve molto questa nostra età a Michelangelo Merisi da Caravaggio, per il colorire che ha introdotto, seguito adesso assai comunemente» « Questi viventi si reducono a quattro ordini, classe o ver vogliam dir schole, una delle quali è quella del Caravaggio, assai seguita, camminando per essa con fine, diligentia e sapere Bartolomeo Manfredi, lo Spagnoletto, Francesco detto Cecco del Caravaggio, lo Spadarino e in parte Carlo Venetiano. Proprio di questa schola è di lumeggiar con lume unito che venghi d’alto senza reflessi, come sarebbe in una stanza con le pariete colorite di negro, che così havendo i chiari e le ombre molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura, ma però con modo non naturale, né fatto, né pensato da alòtro secolo o pittori più antichi, come Raffaello, Titiano, Correggio et altri Processo Baglione vs Caravaggio: 14 settembre 1603, interrogatorio di Orazio Gentileschi: • «Avendo io messo un quadro de San Michele Arcangelo a San Giovanni dei fiorentini, Baglione se mostrò mio concorrente e ne mise un altro all’incontro, che era un Amore divino che lui aveva fatto a concorrenza de un Amore terreno eseguito da Michelangelo da Caravaggio, quale lui l’aveva dedicato al card. Benedetto Giustiniani e se bene dicto quadro non piacque quanto quello di Michelangelo, nondimeno egli gli donò una collana. Quale quadro aveva molte imperfetioni, che io gli dissi che haveva fatto un huomo grande e armato che voleva esser nudo e putto, et così lui ne fece poi un altro tutto ignudo». G. Baglione, San Sebastiano, già collezione Giacomo Sannesio Caravaggio, San Francesco in estasi G. Baglione, San Francesco in estasi
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