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ARTHUR SCHOPENHAUER TUTTA LA SUA FILOSOFIA, Dispense di Filosofia

ARTHUR SCHOPENHAUER TUTTA LA SUA FILOSOFIA: OPERE INFLUENZE PENSIERO LEGAMI CON RELIGIONI ORIENTALI QUADRUPLICE RADICE DEL PENSIERO DI RAGION SUFFICIENTE 1813 TEORIA DELLA RAPPRESENTAZIONE TEORIA DEGLI A PRIORI DOTTRINA DELLA VOLONTA’ CARATTERISTICHE DELLA VOLONTA’ 3 VIE PER LA LIBERAZIONE DAL DOLORE

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

Carpediem.
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Scarica ARTHUR SCHOPENHAUER TUTTA LA SUA FILOSOFIA e più Dispense in PDF di Filosofia solo su Docsity! ARTHUR SCHOPENHAUER OPERE: Biografia sul libro, importante per comprendere a pieno la sua filosofia. Schopenhauer non ha mai applicato le sue teorie filosofiche alla sua vita. Schopenhauer scrive “la quadruplice radice del principio di ragion sufficiente” (1813) è la sua unica opera accademica e “il mondo come volontà e rappresentazione” (1818). L’opera è completamente ignorata. Per la maggior parte della sua vita la sua filosofia è completamente ignorata poi accadde che con la raccolta di saggi intitolata “Parerga e Paralipomena”(1851) cominciò ad assumere notorietà. Da lì comincia a diffondersi il suo pensiero al punto che il mondo come volontà e rappresentazione divenne uno dei testi fondamentali della fine dell’800 e dell’inizio del 900. Schopenhauer è uno degli autori con le fonti più eterogenee possibili, ad oggi tutt’ora cè un grande dibattito a riguardo. INFLUENZE PENSIERO: 1) Illuminismo: Schopenhauer deve molto all’illuminismo per lo stile di scrittura, molto brillante e salottiero e sicuramente condivide lo spirito critico radicale verso il mondo e la società e approva le etiche predominanti della cultura illuminista (cioè che tutta l’etica è una grande mascheratura dei bisogni e interessi degli uomini che analizzerà nella teoria della volontà). Pur accettando molti aspetti della cultura illuminista rifiuta la possibilità che la ragione umana possa cambiare il mondo. 2) Influenza di Kant della critica della ragion pura; la critica della ragion pura aveva avuto 2 pubblicazioni, nella 1° pubblicazione (1781) si accorse che la critica era scritta malamente e che alcuni passi che riguardavano la teoria della rappresentazione (Vorstellung) erano equivoci cioè rendevano possibile al lettore interpretare la tesi da Kant in modo diverso da come la intendeva lui, in pratica veniva snaturata. La teoria della rappresentazione della 2° edizione 1787 è nettamente diversa rispetto alla 1°, è scritta in modo da eliminare ogni equivoco. In questo modo la 1° edizione scompare e tutti fanno riferimento alla seconda. Schopenhauer fu il primo a riprendere in mano la prima edizione e fu grazie a lui che venne rispolverata. - dualismo ontologico: distinzione tra mondo fenomenico (S. battezza mondo della rappresentazione) e noumeno (la cosa in sé Kantiana, S. ridefinisce come volontà) Tra la prima e la seconda edizione sul dualismo non ci sono differenze. - teoria della rappresentazione kantiana: Schopenhauer recepisce questa teoria come era formulata nella 1° teoria. Schopenhauer si era sempre presentato come l’erede di Kant, pur recependo la teoria, la rivoluziona completamente. Kant afferma che il noumeno può essere oggetto solo di ipotesi perché non si può andare oltre il mondo fenomenico (conoscenza nei limiti dell’esperienza) mentre con Schopenhauer il mondo del fenomeno kantiano viene ridefinito come rappresentazione che diventa illusione. - teoria degli a priori. 3) Nietzsche riprenderà successivamente le sue teorie e anche in Freud con la psicoanalisi. 4) Critiche verso Hegel LEGAMI CON RELIGIONI ORIENTALI: William Jones= teoria delle lingue indoeuropee. Legge articoli e studi come 50 Upanishads recuperando le filosofie/religioni orientali come buddismo e induismo verso le quali nutriva una grande ammirazione, Schopenhauer affermò che nelle Upanishads ci fosse la metafisica fondamentale della storia dell’umanità con ciò integra nelle sue concezioni nuovi elementi. Icilio Vecchiotti: è stato un grandissimo studioso italiano di questo aspetto di Schopenhauer. Spesso Schopenhauer mescola le concezioni di induismo e buddismo. QUADRUPLICE RADICE DEL PENSIERO DI RAGION SUFFICIENTE 1813: Infrastruttura gnoseologica per comprendere il mondo come volontà e rappresentazione. Il principio di ragion sufficiente è un antico principio della tradizione metafisica occidentale e Schopenhauer ha come riferimento quella fatta da Leibnitz, cioè che se un fenomeno è così deve esserci una causa sufficiente che spiega perché il fenomeno è così. Di fatto su questa base il principio di ragion sufficiente viene articolato in 4 forme di causalità, le cause che costituiscono le ragioni dei fenomeni: 1. divenire: mostra la causalità fisica nelle cose naturali che lega i fenomeni in un ordine necessario. 2. conoscere 3. essere 4. azione: riguarda le azioni umane. È la causalità naturale vista dal soggetto, è quella che regola i rapporti causali fra le azioni umane facendole dipendere dai motivi che le hanno determinate. Se le azioni umane sono determinate da motivi che le hanno generate implica che le azioni umane sono sempre la conseguenza naturale e necessaria di determinati motivi che le hanno prodotte. L’uomo nel mondo agisce in un certo modo perché è portato da vari motivi. Il problema si sposta: quali sono questi motivi? Grande influenza di Leopardi Giacomo. TEORIA DELLA RAPPRESENTAZIONE: Dal mondo come volontà e rappresentazione: “niente è più certo che nessuno può mai uscire di sé per identificarsi immediatamente con le cose diverse da lui; tutto ciò di cui ha conoscenza sicura, quindi immediata, si trova all’interno/dentro della sua coscienza. “ Il momento genetico dell’atto cognitivo nella teoria kantiana; la conoscenza umana inizia dal dato empirico, il soggetto riceve i dati dall’esterno. Kant chiama questo dato empirico sensazione per Schopenhauer sarà l’oggetto della rappresentazione. - Nella teoria cognitiva con la complessa struttura degli a priori il soggetto costruisce la rappresentazione. In questo modello cognitivo la rappresentazione è uno stato interno alla coscienza umana (ri-sviluppa la teoria kantiana), ciò che noi conosciamo non sono gli oggetti esterni a noi ma le rappresentazioni che abbiamo noi del mondo perché è un processo interno alla coscienza. - Il dato empirico che costituisce l’oggetto della rappresentazione rimane esterno alla rappresentazione stessa e per questo che Kant riscrive nella seconda edizione gran parte di questa teoria perché si accorge di averla descritta precedentemente se il dato empirico sia esterno o interno alla rappresentazioni stessa. Per Kant il soggetto non vive sul nulla esiste una realtà completamente esterna al soggetto. La differenza principale tra la teoria della rappresentazione riformulata da Kant nella seconda edizione della critica della ragion pura e quella di Schopenhauer sta nel dato empirico, in Kant il dato empirico proviene v soggetto dall’esterno e rimane tale, cioè esterno alla rappresentazione (è il dato empirico che produce il processo generativo della rappresentazione ma come stato interno della coscienza la rappresentazione non ha il dato empirico al suo interno; Schopenhauer richiamando le ambiguità della prima edizione della critica della ragion pura asserisce che l’oggetto della rappresentazione (dato empirico kantiano) è interno alla rappresentazione. Da questa tesi Schopenhauer deriverà una delle sue teoria principali: la vita (il mondo dei fenomeni) è un sogno, illusione, è un velo di maya. La sua teoria della rappresentazione afferma che perché ci sia una rappresentazione (cioè il soggetto abbia una rappresentazione) ci vuole in primo luogo il soggetto che produce la rappresentazione e in secondo luogo ci vuole l’oggetto stesso. La rappresentazione è unità inscindibile di oggetto e soggetto, ma questo comporta che se il mondo è rappresentazione, le rappresentazioni sono stati interni al soggetto, il mondo dei
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