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Sindrome Infiammatoria Articolare: Caratteristiche, Manifestazioni e Diagnosi, Schemi e mappe concettuali di Reumatologia

Le manifestazioni articolari e extra-articolari associate alle sindromi infiammatorie articolari, come la spondilite anchilosante e la psoriasi, incluse le deformità articolari, il coinvolgimento di nervi periferici e la presenza di anomalie sierologiche. Vengono inoltre trattate le differenze tra le varie forme di artrite e le esami strumentali utilizzati per la diagnosi.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 11/01/2024

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gala-galina 🇮🇹

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Scarica Sindrome Infiammatoria Articolare: Caratteristiche, Manifestazioni e Diagnosi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Reumatologia solo su Docsity! Reumatologia II parte Reumatismi infiammatori 1. Artrite reumatoide e varianti, Spondiloartriti e artriti sieronegative 2. Cronici dell’infanzia 3. Transitori o ricorrenti Artrite reumatoide • Malattia sistemica (anche se la prima caratteristica è articolare), cronica, infiammatoria, a patogenesi autoimmune e ad eziologia sconosciuta. • Caratterizzata da una sinovite simmetrica, erosiva a carico delle articolazioni. • Può avere manifestazioni extra-articolari ed interessare: cuore, polmoni (interstizio patia polmonare), reni, S.N.P., cute ed occhi (uveite) Non è rara! Prevalenza 0.3-2/100 Picco di età 40-60 anni più comune nelle donne L’inabilità lavorativa tra pazienti con AR è 4-5 volte maggiore rispetto alla popolazione generale (2.6%) sono persone che vivono e convivono con il dolore; se non trattata impatta molto sulla qualità della vita (crea impossibilità al lavoro dopo 20 anni l’80% non lavora più)) e sulla sopravvivenza. La terapia è pesante e quando stanno un po’ meglio tendono a sospenderla. Bisogna lavorare sulla compliance, si deve aumentare l’aderenza alla terapia, presentando prospettive a lungo termine. Funzioni del tessuto sinoviale • Mantenimento di una superficie non aderente, per consentire il movimento • Controllo del volume e della composizione del liquido sinoviale • Lubrificazione della cartilagine e nutrimento dei sottostanti condrociti Sinovite = marker della malattia Sinovite caratterizzata da edema, presenza di linfociti T e B, macrofagi, con tessuto sinoviale ispessito e neo-angiogenesi (aumentano i vasi sanguigni). Quindi il panno sinoviale cresce e si infiltra nell’osso sub-condrale e lo mangia, all’inizio l’articolazione marginale e poi sempre più ampiamente. PANNO SINOVIALE • Con il progredire della malattia il tessuto sinoviale mostra le caratteristiche di una iperplasia villosa con digitazioni che possono raggiungere i 2.5 cm di altezza, si forma il così il panno sinoviale • I fenomeni proliferativi sono più marcati a livello del punto di passaggio tra membrana sinoviale, osso Sub-condrale e cartilagine articolare. • Da questa sede il panno sinoviale invade l’osso sub-condrale e la cartilagine articolare Esordio con artrite, dolore e tumefazione, bilaterale, simmetrico e additivo che colpisce tipicamente le piccole articolazioni: mani, piedi e polsi. Rigidità mattutina di lunga durata (2-3 ore). È una patologia che va bloccata all’esordio, per questo è importante una diagnosi precoce, infatti all’esordio sono reversibili! Se le erosioni compaiono precocemente (tipo anche dopo solo 6 mesi e in tal caso è molto erosiva). Le deformità compaiono se non viene trattata. È importantissima la diagnosi precoce. Le articolazioni interfalangee distali non sono colpite e neppure le articolazioni della colonna. Solo tra C1 e C2 è presente il tessuto sinoviale e questa articolazione è l’unica colpita. Manifestazioni articolari • Reversibili: i segni e sintomi sono reversibili e correlati alla sinovite • Irreversibili: sono il risultato del danno articolare irreversibile • Il danno strutturale inizia precocemente, di solito nel primo anno di malattia Sviluppo di deformità articolari • Immobilizzazione delle articolazioni: dovuta al dolore e porta alla perdita del movimento • Spasmo ed accorciamento dei muscoli che attraversano zone infiammate • Distruzione di osso e cartilagine: superfici articolari incongrue, fusioni ossee • Lassità dei legamenti che causa instabilità articolare e sublussazioni • Alterata funzione dei tendini: inspessimento flogistico o rottura Mano • Polsi, articolazioni metacarpo-falangee e interfalangee prossimali; le articolazioni interfalangee distali sono risparmiate • Deviazione ulnare delle articolazioni MCF • Deformità en boutonniere: flessione interfalangea prossimale, iperestensione interfalangea distale • Deformità a collo di cigno: flessione MCF, iperestensione delle IFP, flessione IFD • Sindromi da compressione di nervi periferici: s del tunnel carpale • Rotture tendinee • Deviazione ulnare “a colpo di vento” Piede e caviglie • Poiché si tratta di articolazioni che sopportano il peso e quindi il loro impegno causa disfunzione e dolore maggiori rispetto all’impegno delle estremità superiori • Possibile sviluppo di deformità con sublussazione delle articolazioni metatarsofalangee • Pronazione ed eversione del piede • Possibili neuropatie da compressione Ginocchio • Presenza di tumefazione e versamento, di solito ben evidenziabili all’esame obiettivo • Possibile erniazione posteriore della capsula articolare con formazione di cisti di Baker Spalle • La presenza di versamento spesso non è rilevabile con l’esame obiettivo • Spesso è presente solo riduzione del movimento per limitare il dolore • Tale atteggiamento può causare la “sindrome da spalla congelata” • Fisioterapia! Anche • Coinvolte frequentemente (50%) • all’inizio tale impegno non è evidente ed è difficile evidenziare la presenza di segni di flogosi • I problemi iniziali consistono nella comparsa di difficoltà nel mettere scarpe e calzini • Successivamente compare dolore e limitazione funzionale • Il quadro può progredire molto rapidamente e rendere necessaria la protesi Gomito • La sinovite è evidente alla palpazione • Si sviluppano deformità in flessione • Il nervo ulnare può venire compresso con la comparsa di parestesie a carico del 4-5 dito della mano Colonna cervicale • La tenosinovite del legamento trasverso di C1 che stabilizza il processo odontoide di C2, può causare una grave instabilità C1-C2 (sublussazione della articolazione atlanto-assiale) • Si possono sviluppare erosioni del dente dell’epistrofeo • Rischio di sviluppare un danno midollare Manifestazioni extra-articolari Cute: Noduli reumatoidi Occhio: Cherato-congiuntivite, episclerite, sclerite Fegato: Aumento delle transaminasi, iperplasia nodulare rigenerativa (molto raramente) Cuore: Pericardite Polmoni: Fibrosi, noduli, versamento pleurico (più frequente del fegato) • Il rischio di sviluppare la spondilite in un soggetto HLA B27+ è 1-5% ed aumenta al 15-20% in caso di familiarità (un parente di primo grado affetto) • Circa il 60% dei pazienti con artrite reattiva, psoriasica ed enteropatica ha HLA B27 Manifestazioni cliniche comuni • Manifestazioni articolari • Impegno assiale: interessano le articolazioni sacroiliache e la colonna (lombare, dorsale e cervicale) • colpiscono le articolazioni extra-assiali generalmente in modo asimmetrico (grandi articolazioni) (si differenzia dalla AR che colpisce piccole articolazioni, poca colonna e in modo simmetrico) • colpiscono le entesi e i tendini (entesite) • Manifestazioni extra-articolari: • Psoriasi • Malattie infiammatorie intestinali • Uveite • Background genetico • Aggregazione familiare • HLA B27 Sottogruppi di malattia • Spondilite assiale: spondilite anchilosante (articolazioni sacro-iliache e la colonna), spondiloartrite assiale non radiografica (tutta la colonna) (sacroileite, interessa solo la sacroiliaca) Interessamento assiale + occhio, raramente artrite periferica • Artrite psoriasica: Spesso impegno periferico, colonna e psoriasi • Artrite reattiva (in seguito a fatti infettivi importanti) Artrite asimmetrica delle grosse articolazioni • Artrite associata a malattia infiammatorie autoimmuni intestinali (colite ulcerosa e m. di Crohn) Sintomi intestinali e artrite periferica asimmetrica • Spondiloartrite giovanile Impegno della colonna e periferico. Spondilite assiale: sacroileite e spondilite anchilosante: Colpisce i tendini della colonna, le entesi. Per questo lombalgia infiammatoria. E quando sono interessate le articolazioni sacro iliache la così detta sciatica mozza = lombo-sciatalgia che arriva fino al ginocchio. Dolore lombare infiammatorio che è spesso la prima manifestazione della malattia. Due forme con interessamento prevalentemente assiale: la spondilite anchilosante che interessa le articolazioni sacroiliache e colonna, oppure la sacroileite. Il dolore inizia tipicamente in corrispondenza delle articolazioni sacro-iliache. Peggiora con l’inattività, è più forte la mattina, si associa a rigidità superiore a 30 minuti. Con il tempo può attenuarsi perché le articolazioni si fondono e il dolore diminuisce. Se però colpisce anche la colonna si genera una anchilosi, vale a dire rigidità della colonna, che assume l’aspetto a canna di bambù e perde le curvature fisiologiche e la testa è rivolta verso i piedi, che deriva dalla ossificazione dei legamenti e delle articolazioni costo vertebrali e sterno costali. Se viene colpita anche la gabbia toracica si ha riduzione della capacità di respirazione. Con il tempo l’infiammazione inoltre favorisce l’osteoporosi e quindi si avranno anche fratture da osteoporosi. Alle articolazioni periferiche si può avere artrite tipicamente asimmetrica. La artrite periferica è tipicamente asimmetrica, con impegno delle grosse articolazioni e coinvolge gli arti inferiori. L’impegno degli arti superiori è tipicamente associato con la artrite psoriasica L’entesite colpisce i tendini e questo si nota facilmente con la dattilite (dito a salsicciotto e rossiccio e dolente) che è tipico delle forme di artrite con coinvolgimento periferico (ad esempio nell’artrite psoriasica). L’entesite è l’infiammazione delle entesi (sedi di inserzione dei tendini e legamenti all’osso) ed è la caratteristica distintiva della spondiloartrite Si può avere anche il coinvolgimento del tendine di Achille e della fascia plantare. Le spondiloartriti prediligono le strutture articolari della colonna vertebrale, provocando anchilosi ossea. Il processo infiammatorio esordisce abitualmente a livello delle articolazioni sacroiliache e da esse si estende al rachide (articolazioni intervertebrali e costovertebrali) procedendo in senso craniale dal tratto lombare fino a quello cervicale Ciò provoca un’importante sintomatologia algica e un progressivo irrigidimento di tutta la colonna, con grave compromissione delle sue funzioni statico-dinamiche Manifestazioni extrarticolari Occhi: principalmente si ha uveite che si presenta con dolore oculare monolaterale, fotofobia, arrossamento, aumentata lacrimazione Polmoni: impegno di tipo restrittivo, difficilmente fibrosi. Intestino: Impegno gastrointestinale, possono avere diarrea. Manifestazioni cutanee: Psoriasi può essere associata all’artrite. (malattia autoimmune cutanea), ma non tutti gli psoriasici hanno artrite. Indagini di laboratorio Non ci son indagini specifiche per le spondiloartriti Incremento di VES e PCR nel 40% dei pazienti meno presente nella spondilite assiale. HLA-B27 è presente in >90% dei pazienti con spondilite anchilosante La HLA B27 da solo, tuttavia, non è sufficiente a porre una diagnosi dato che è presente nell’8% della popolazione europea sana Spondilite anchilosante • La Spondilite anchilosante è una spondiloartrite, malattia infiammatoria sistemica cronica che interessa prevalentemente lo scheletro assiale: colonna vertebrale e articolazioni sacroiliache, colpisce prevalentemente maschi giovani, oltre all’impegno della colonna, si ha anche impegno oculare e intestinale, più o meno specifica. Può dare anchilosi di articolazioni sacro iliache e della colonna; il coinvolgimento della colonna determina conseguenze irreversibili. Parte dalle sacro-iliache e va verso l’alto. Anchilosi dei legamenti intervertebrali con formazione di ponti ossei tra una vertebra e l’altra (colonna a canna di bambù, si calcifica il legamento intervertebrale e si perde mobilità). Esame obiettivo: manovre semeiologiche TEST DI SCHOBER e altri per valutare espansione toracica e distanza della colonna cervicale dal muro, distanza tra punta delle dita e pavimento. Prevenzione Si previene con la fisioterapia, che è importantissima. Il farmaco che viene usato oggi si chiama anti TNF che blocca l’infiammazione e il dolore. Ma per impedire la rigidità e le deformità si fa fare attività fisica. Si deve impedire la formazione dei ponti ossei. Esami di Laboratorio •Non ci sono esami specifici per la SA, VES elevata nel 75% dei pazienti •HLA B27: può orientare nella diagnosi ma non può essere considerato un esame di routine, diagnostico o di screening per la SA. Imaging • 1) Rx convenzionale è poco utile negli stadi iniziali • 2) TAC • 3) RMN consente di individuare le lesioni infiammatorie molto precocemente (come edema osseo e presenza di erosioni) • 4) Ecografia Il processo infiammatorio determina erosioni a carico dei margini anteriori superiore e inferiore di due vertebre contigue dando luogo al cosiddetto “squaring” vertebrale Il processo infiammatorio si estende alle articolazioni interapofisarie e ai ligamenti intervertebrali con comparsa di ponti ossei fra una vertebra e l’altra (sindesmofiti) e, quindi, perdita marcata di mobilità. Coinvolgimenti extra-assiali: oligo-artrite asimmetrica, possibile coinvolgimento delle spalle e articolazioni coxo-femorali. LA LOMBALGIA infiammatoria • La lombalgia inizia in maniera insidiosa, difficilmente localizzabile, viene riferita alle regioni sacroiliache e/o glutee • Il dolore è intermittente ed omolaterale all’inizio ed è più marcato a riposo • Il paziente lamenta rigidità all’inizio del movimento e poi il dolore viene significativamente attenuato dal movimento • Il dolore è più intenso al mattino e dopo inattività e questa caratteristica ci permette di porre diagnosi differenziale fra questo tipo di lombalgia detta infiammatoria e le lombalgie da carico Coinvolgimento del rachide Con il progredire della malattia, l'intera colonna diviene sempre più rigida ed il paziente perde la postura normale per l'appiattirsi del rachide lombare e lo svilupparsi di una cifosi toracica. Il torace si flette anteriormente, l'addome diviene protuberante, il collo è in avanti • La Spondilite Anchilosante colpisce selettivamente lo scheletro assiale • Col passare del tempo, determina dolore, notevole rigidità, ridotta mobilità, alterazioni posturali del rachide e grave disabilità. APPROCCIO RIABILITATIVO SPONDILITE ANCHILOSANTE: la fisioterapia è fondamentale per impedire la formazione di ponti ossei. Riduzione del dolore e rigidità, mantenimento del movimento e della funzione respiratoria. Mantenuto il trofismo muscolare. Migliora la vita e anche l’umore. Non c’è un protocollo definito. Misurazioni antropometriche. ARTRITE PSORIASICA Artropatia infiammatoria appartenente alle spondiloartriti ed è associata a psoriasi cutanea. La psoriasi è una malattia cutanea per la quale esiste una marcata predisposizione genetica, che si caratterizza per la presenza di eritema e aree di ipercheratosi soprattutto sul cuoio capelluto, gomiti, ginocchia, mani e piedi. Il fattore reumatoide è tipicamente assente, come pure gli anti-CCP (anti peptidi citrullinati). EPIDEMIOLOGIA Malattia cutanea comune nei caucasici (prevalenza 1-3%) Il 10-20% dei pazienti con psoriasi ha una artrite psoriasica. Nel 60% dei casi le manifestazioni cutanee precedono le articolari. Talvolta non è presente la psoriasi, ma ha artrite asimmetrica sieronegativa e c’è presenza di familiarità. L’artrite psoriasica ha la stessa prevalenza nei maschi e nelle femmine. Artrite psoriasica ha prevalenza dello 0,5-1% della popolazione, per lo più in chi ha già psoriasi cutanea. Età di esordio più frequente: 35-45 aa La presenza di onicopatia psoriasica correla con lo sviluppo di manifestazioni articolari. Anatomia Patologica A livello delle articolazioni è presente una sinovite molto simile a quella dell’artrite reumatoide ma meno grande e con meno macrofagi. (• minor iperplasia sinoviale • minore infiltrazione dei macrofagi) Classificazione dell’artrite psoriasica 1. Oligoartrite asimmetrica con dattilite: è la forma più comune! (Asimmetrica ed erosiva). 2. Poliartrite simmetrica similreumatoide (nelle mani interessa anche le IF distali, non c’è fattore reumatoide, anti-CCP, e storia si psoriasi) 3. Artrite psoriasica limitata alle inter-falangee distali di mani e piedi 4. Spondilite anchilosante con o senza interessamento periferico 5. Artrite mutilante (da erosioni molto più grossolane della AR) IMPORTANTE ANALISI DIFFERENZIALE TRA ARTRITE PSORIASICA E ARTRITE REUMATOIDE: AP: • Stessa frequenza nei due sessi • Asimmetrica • Coinvolgimento frequente delle IFD, del rachide con coinvolgimento delle entesi e quindi si possono avere tendiniti e dattilite. AR: • Più frequente nelle donne • Simmetrica • Coinvolgimento comune IFP e metacarpo-falangee • Solo C1-C2 Esami strumentali • Radiologicamente la AP si caratterizza per la presenza di erosioni, osteolisi e neoapposizione ossea (che non si osserva nella AR) • Sacroileite (spesso asimmetrica) • Spondilite Tradizionalmente l’artropatia psoriasica era considerata una malattia a prognosi benigna. Studi recenti hanno evidenziato che una percentuale notevole di soggetti con artrite psoriasica va incontro a deformazioni articolari, è una malattia sistemica, anche con impegno d’organo. Terapia metotrexate e farmaci biotecnologici. Criteri CASPAR per la classificazione della artrite psoriasica Psoriasi dell’individuo o familiare + Dattilite + Neo-apposizione ossea che caratterizza ai rx la AP + COME SI FA DIAGNOSI ANAMNESI CLINICA: DOLORE MECCANICO, tardivamente infiammatorio (infiammazione in fase avanzata). Il dolore potrebbe essere anche legato all’immobilità e dolente anche al movimento passivo. La limitazione funzionale è determinata dal non sentire dolore. Il problema è che l’anziano ha altre comorbidità, come ad esempio l’osteoporosi. ESAME OBIETTIVO: caratteristiche dell’articolazione: se è mobile o no, se induciamo dolore muovendola e se ci sono deformità visibili. RX, radiologia tradizionale (per AR ecografia): ESAMI SANGUE: per escludere un processo infiammatorio o concomitanza con altre patologie. L’artrosi è una patologia diffusa, non si devono attribuire tutti i dolori all’artrosi. SEDI TIPICHE: colonna cervicale/lombare/ totale, ginocchio, anca, trapezio metacarpale, interfalangee prossimali e distali, meno frequenti spalla, gomito, polso, piede, caviglia… Dolore meccanico, tardivamente infiammatorio; Diagnostica strumentale dell’Osteoartrosi 1° livello: • Radiologia tradizionale: per valutare le principali alterazioni dell’Osteoartrosi: Sclerosi subcondrale • Cisti subcondrali (geodi) • Riduzione asimmetrica (pinzamento) della rima articolare • Osteofiti 2° livello: • Ecografia • TC • RMN Obiettivi: • Diagnosi di malattia • Valutazione della severità e progressione delle lesioni • Diagnosi delle complicanze Usare le mani in modo adeguato, economia articolare. fare prevenzione con integratori, ma c’è poca aderenza, GOTTA E ARTRITI MICROCRISTALLINE Artropatie da alterazioni metaboliche: Artriti da microcristalli e Artropatie da deposito Le artriti microcristalline sono patologie infiammatorie di origine metabolica, caratterizzate dalla deposizione di micro- cristalli nelle articolazioni e nei tessuti molli peri-articolari. Questi microcristalli precipitano nell’articolazione e il processo per eliminarli non essendo efficace produce una risposta infiammatoria (secondaria). Le principali forme di artrite microcristallina sono: – gotta (cristalli di urato monosodico) – condro-calcinosi (cristalli di pirofosfato di calcio) La condizione di partenza di alterazione metabolica legata alla gotta è l’iperuricemia. La Gotta è una malattia causata da un disordine del metabolismo purinico (catabolismo degli acidi nucleici) • L’iperuricemia è il marker biochimico e il prerequisito fondamentale della gotta tuttavia l’iperuricemia non significa gotta e può rimanere una condizione asintomatica. Anche nelle chemioterapie si ha iperuricemia secondaria. • È la forma più comune di artrite infiammatoria nel sesso maschile Il primo episodio è in genere monoarticolare e nel 50% dei casi è interessata la prima articolazione MTF (altre articolazioni: caviglie, ginocchia, polso). La gotta è una malattia del maschio adulto, e solo nel 5% dei casi colpisce le femmine, per lo più in età postmenopausale. Manifestazioni cliniche • Iperuricemia asintomatica • Artrite Gottosa Acuta insorge in modo violento, brutale e improvviso nelle prime ore del mattino ed è dolorosissimo ed è mono-articolare e segni evidenti di infiammazione (simil infezione, ma non è improvvisa!). è possibile anche gonfiore al ginocchio improvviso (artrosi o cristalli?) talvolta anche nelle piccole articolazioni con impegno poli-articolare che somiglia all’AR. Incremento brusco di uricemia può essere conseguente ad alcuni traumi, le infezioni, alcol, diuretici e la terapia assunta (all’inizio favorisce la precipitazione di cristalli nei tessuti). Articolazione I° MTF arrossata, calda, tumefatta. Dopo accesso gottoso all’alluce può insorgere prurito e desquamazione fine. Nelle altre sedi sintomatologia attenuata. Può associarsi anche aumento della VES; potrebbe avere risoluzione spontanea in 5-10 giorni senza esiti funzionali, ma il dolore è così forte che i pz non riescono ad aspettare. Come terapia viene usata la Colchicina, ma come effetto indesiderato dà la diarrea. • Gotta Intercritica: condizione in cui il paziente ritorna del tutto asintomatico che si verifica durante i periodi intercorrenti tra un attacco gottoso e l’altro. Ma persiste l’iperuricemia! Dopo il primo attacco: – alcuni pazienti non presentano più attacchi artritici (7%) – la maggior parte presenta nuovi attacchi nel primo anno (62%) – altri presentano attacchi negli anni successivi (31%) • Gotta Cronica tofacea: nei pazienti non trattati la formazione dei tofi rappresental’evoluzione naturale della gotta. Oggi, meno del 20% dei pazienti va incontro ad artrite cronica tofacea. I tofi sono formati da ammassi di cristalli di urato monosodico immersi in una matrice amorfa. Si presentano come tumefazioni nodulari, asimmetriche, indolenti. La cute è tesa, lucida, sottile e può ulcerarsi con emissione di materiale biancastro, gessoso. Le sedi dove più frequentemente si formano i tofi sono le articolazioni e le strutture periarticolari (tendini, guaine, borse). I tofi distruggono la articolazione e l’osso adiacente. I cristalli di acido urico, si possono precipitare anche in altri tessuti, soprattutto ai reni – Nefropatia gottosa (insuff.renale) – Nefrolitiasi (calcoli) La diagnosi è clinica, avvalorata da iperuricemia, rx per depositi di cristalli. CONDROCALCINOSI (non c’è alterazione metabolica) • Malattia da deposito di pirofosfato di calcio diidrato (CPPD) che non si dosano nel sangue, costituita da una serie di entità cliniche tutte caratterizzate dalla deposizione di questi cristalli nei vari compartimenti dell’articolazione (cartilagine, membrana sinoviale, capsula articolare, tendini, ligamenti, entesi, borse) • Quadri clinici: – condizione asintomatica forma acuta: – artrite acuta (pseudogotta). Gli attacchi di pseudogotta costituiscono una delle cause più comuni di mono- oligoartrite in età geriatrica • Possono manifestarsi nelle grandi e nelle piccole articolazioniesordio della sintomatologia improvviso con intenso dolore, tumefazione, calore, arrossamento • Se non trattata, l’artrite può perdurare fino a 10 giorni e anche più con tendenza a recidivare. forma cronica: – artropatia cronica. Si manifesta con caratteristiche molto simili all’artrosi ma è da notare l’interessamento delle seguenti sedi articolari (raramente coinvolte dall’artrosi): polsi, metacarpofalangee, gomiti e spalle. I depositi di pirofosfato di calcio possono interessare il rachide (dischi intervertebrali, legamenti, articolazioni sacroiliache) con lombalgia acuta. La deposizione di cristalli di pirofosfato di calcio non è inusuale in persone di età superiore ai 50 anni e può portare ad una artrite acuta, subacuta o cronica di ginocchia, polsi, gomiti, spalle, caviglie. Il danno articolare è progressivo, anche se nella maggior parte dei casi la malattia non è grave. È molto comune. Diagnosi • Indagini di laboratorio: – nell’artrite acuta elevazione degli indici di flogosi, talora modesta anemia • Analisi del liquido sinoviale • Indagini radiologiche: – deposizioni lineari o granulari di CPPD nella cartilagine (ginocchia, ligamento triangolare di carpo, anche, caviglie, sinfisi pubica). Aspetti Radiografici: calcificazioni. Si vedono i depositi di cristalli. Insorge acutamente. Spesso si associa all’artrosi. Gli esami si fanno comunque per valutare iperuricemia. FIBROMIALGIA Malattia reumatica molto comune e cronica. Per il medico non grave, ma lo è per il malato. È una sindrome con elemento caratteristico il dolore e dolorabilità diffusi e non infiammatorio. È dolore extrarticolare (rientra anche nelle sindromi miofasciali) e non impegna gli organi e non da deformità. Ma è un dolore invalidante. È molto importante il movimento, l’attività fisica, anche se il beneficio si sente nel tempo (dopo circa 6 mesi). È l’unico dolore che risente dell’umido (dolore meteropatico). Non passa con cortisone e con antinfiammatori. Dolore dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. Epidemiologia È molto frequente. Colpisce il 2-5% della popolazione. Colpisce tutte le età, con picchi nel giovane adulto o più frequentemente una donna soprattutto in età menopausale. C’è una componente familiare. Netta prevalenza nel sesso femminile (rapporto donne:uomini 10:1). Molto comune nelle donne caucasiche e si osserva componente familiare. Fattori di Rischio e sintomi co- e pre-esistenti Sesso femminile - Età media - Diabete, obesità - Malattie della tiroide - Malattie autoimmuni - Eventi traumatici fisici - Eventi traumatici psichici – Fattori sociali - Comorbidità. Nell’insorgere della malattia sono molto importanti i fattori ambientali. Il 50% dei casi ha o ha avuto disturbi del tono dell’umore (ansia, stanchezza, depressione, colon irritabile, ecc.) Fattori negativi che influenzano la Fibromialgia Umidità e freddo - Sonno non ristoratore - Eccessivo lavoro - Inattività fisica – Stress e Ansia Fattori positivi che influenzano la Fibromialgia Caldo, tempo secco - Sonno ristoratore - Attività fisica - Bagni caldi Le cause della Fibromialgia L’eziologia della Fibromialgia è tutt’ora sconosciuta, tuttavia sono state proposte diverse ipotesi La patogenesi riconoscerebbe, alterazioni a carico di numerosi neurotrasmettitori e del sistema neuro endocrino: 1. riduzione dei livelli di amine biogene (adrenalina, noradrenalina, dopamina, serotonina) 2.un’aumentata concentrazione di neurotrasmettitori eccitatori (la sostanza P) 3.ed una disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene Lo stress potrebbe essere il punto di partenza, con la riduzione della soglia del dolore. La diagnosi è clinica Obiettività è negativa, non c’è deformità né infiammazione. Dolore diffuso da almeno 3 mesi e dolore alla pressione dei punti tender (sono 18), la pressione deve sbiancare il letto ungueale (si deve escludere la polimialgia reumatica, che presenta dolore ai cingoli e si presenta dopo 50 anni, faccio esami sangue per escluderla). Diagnosi differenziale con sindrome miofasciale (dolore localizzato), sindrome della fatica cronica (sintmi anche sistemici: febbricola, linfonodi gonfi ed un esordio acuto della patologia) ipotiroidismo (TSH quadro caratteristico nei valori tiroidei). Polimiosite (ma ho CPK alto). La valutazione delle condizioni del paziente fibromialgico è effettuata mediante l’analisi dei sintomi principali quali: dolore, disturbi del sonno, depressione ed ansia, valutazione della qualità della vita. Possiamo avvalerci di una scala del dolore (all’inizio meglio di no perché peggiora) e una scala del sonno per valutare le condizioni e l’andamento. Questionario anche per valutare la qualità della vita. La Fibromialgia non viene attualmente riconosciuta come causa di invalidità in Italia. Il 10% dei soggetti fibromialgici si considera invalido. La guarigione completa è un evento estremamente raro. Tuttavia, attraverso abitudini corrette, adeguate terapie e supporto psicologico, si può convivere e migliorare i sintomi di questa malattia. Gli obiettivi del trattamento della FM sono rappresentati dalla riduzione del dolore e dal miglioramento della funzione ciò è possibile con un approccio multimodale: •farmacologico •riabilitativo •Educazione del paziente •Terapia cognitivo-comportamentale Si possono migliorare i sintomi ma è cronica, non si guarisce. APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE: Nella Fibromialgia è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga figure specifiche: reumatologo, psichiatra, odontoiatra, neurologo, fisioterapista e psicoterapeuta. Antidolorifici + miorilassanti + antidepressivi + aggiusto il sonno + psichiatra (anche se non è una malattia psichiatrica è solo associata a disturbi del tono dell’umore, anche se il 26% ha depressione maggiore). + Esercizio Fisico:
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