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Attività fisica adattata: esame da 5 CFU, Dispense di Sport

Argomenti trattati: introduzione, definizioni, paraolimpiadi, special olympics, attività fisica per gli anziani, teorie dell'invecchiamento, osteoporosi, obesità, diabete meillito, sindrome metabolica, alzhaimer, parkinson, sclerosi multipla, paralisi midollare e cerebrale, amputazioni, disabilità intellettiva (Down e autismo), disabilità visiva e uditiva, classificazione degli sport per disabili e relativi esempi concreti. (31 pagine)

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 06/10/2021

valentina-grgic
valentina-grgic 🇮🇹

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Scarica Attività fisica adattata: esame da 5 CFU e più Dispense in PDF di Sport solo su Docsity! ATTIVITÀ FISICA ADATTATA “Attività fisica adattata”: attività fisica, tempo libero, danza, sport, fitness, recupero funzionale, indirizzati a tutti gli individui indipendentemente dall’età (De Pow-2000). In base alle capacità residue dell’individuo si pianifica un programma di allenamento; è dedicata a anziani con patologie croniche, disabili cronici, persone normodotate con infortunio, donne in gravidanza, bambini under 3 anni, soggetti in situazioni di disagio (detenuti o persone in svantaggio psico-sociale). e Ludwing Godmann (1940’s Inghilterra): medico neurochirurgo inglese, dirigente di un centro per persone con lesioni midollari. Ha introdotto l’attività fisica adattata come un percorso di fisioterapia e riabilitazione. Inventò il basket in carrozzina e nel 1948 ci furono i primi tornei nazionali e poi le prime paraolimpiadi. e Nel 1974viene introdotto il termine APA e viene fondata l’IFAPA. e Clermond Simard (1974 Canada): attività fisica adattata per gli anziani (over 65 anni) ® Jean Claude De Potter (1975 Belgio): promotore dei disabili a livello europeo. Nel 1984 il Consiglio di Europa stila la “Carta europea dello sport per tutti — le persone con handicap” e Nel 1986viene adottata la “Carta europea” in occasione della V conferenza dei ministri europei per lo sport Definizione di attività fisica adattata (1989 Belgio): “comprende ogni movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o alterazioni di alcune funzioni. Si basa su ciò che l'individuo può fare, sulle sue potenzialità e sulle sue capacità residue. L'attività fisica adattata non riguarda solo i diversamente abili.” — (il termine “deficit” scompare) ICSSPE-2000: “Corpo di conoscenze interdisciplinari dirette a identificare e risolvere problemi di motricità nel corso delle varie età della vita; sviluppare e utilizzare metodi di comportamento a supporto dell'avvio allo sport e ad uno stile di vita attivo; promuovere l'innovazione e studiare sistemi di potenziamento”. + (innovazione) De Potter-2004: “ogni movimento, attività fisica e sport essenzialmente basati sulle attitudini e motivazioni delle persone che hanno bisogni specifici che impediscono loro di praticare l’attività fisica in condizioni ordinarie” — (attitudini e motivazioni) Lev-2006: “attività fisica e sport con quelle necessarie modifiche perché persone con limitazioni diverse possano parteciparvi e possono farlo senza rischio per loro o per chi sta intorno” —+» (rischio) IFAPA-2006: “una professione di erogazione di servizi, una specializzazione accademica o di area, un campo di conoscenza interdisciplinare, una disciplina o sottodisciplina emergente, una filosofia o insieme di convinzioni che guidano le attività pratiche, un’attitudine all'accettazione che predispone vari comportamenti, un sistema dinamico di teorie e pratiche interagenti, una rete dedicata ai diritti delle disabilità” —» (accettazione che predispone ai vari comportamenti) ADATTAMENTO: “arte /scienza di produrre delle variabili per ottenere i risultati desiderati” (Scherill- 2004). È un processo interattivo e reciproco di cambiamenti tra individuo, compito e ambiente. Gli adattamenti nell’attività fisica adattata possono essere di vario tipo: ® Educativi/metodologici (didattica): è la parte più complessa ed estremamente fondamentale (—+ approccio al cliente anche nella spiegazione della proposta) ® Tecnico (regole e regolamenti): ci sono sport tradizionali adattati e sport di nuova invenzione ® Strutturale (attività specifiche): sport specifici in base alla patologia/disabilità (es: non vedenti) Brunet-1991: “Ogni persona effettua un percorso di esperienze in un quadro complessivo raggiungendo la tappa adeguata alle proprie possibilità ... in un continum di esperienze centrate sullo sviluppo della persona OTTICA SPORTIVA E LOGICA SPORTIVA = l'adattamento allo sport è concepito come “l’insegnamento e l’organizzazione della pratica, senza mutare lo sport e partendo dalle caratteristiche della persona per arricchire le sue potenzialità” (Therme-1990). C'è organizzazione degli allenamenti e ricerca del risultato. Criteri per rientrare nella logica sportiva (Miau-1991): 1. Situazione motoria che coinvolge la persona a livello corporeo 2. Competizione con regolamento preciso 3. Azione istituzionalizzata (federazioni) Obiettivo +» integrazione nello sport per essere il più possibile come gli altri (Bailleau-1990) OTTICA SOCIALE E LOGICA INTERNA = Adattamento nella pratica nel tempo libero: “mettere in atto un cammino che si faccia carico delle motivazioni e delle relazioni persona-ambiente per passare dall’individuo oggetto di inserimento, all'individuo soggetto dell’inserimento” (Nuttin-1985). Avviene un inserimento nella rete sociale per condividere le attività. Il cammino prevede: 1. Situare un individuo in un percorso di integrazione Partire da ciò che la persona è capace di fare 3. Proporre situazioni pedagogiche in cui ogni persona trovi la possibilità di agire, scegliere, esprimersi ed evolversi Obiettivo — integrazione nello sport per essere insieme agli altri, condividendone l’attività. Migliorare il rapporto spazio-tempo con gli altri e il benessere della persona OTTICA MOTORIA DEL PIACERE SENSO MOTORIO = La persona non è in grado di scegliere o non è motivata a muoversi (paralitici, under 3 anni, anziani con demenza o Alzheimer, obesi). Il movimento deve diventare una sorgente di piacere (soddisfazione). Bisogna considerare che il soggetto sia attivo e: ® Tenere conto della straordinaria complessità individuale e Unapproccio positivo dei soggetti e Scegliere con giudizio le modalità d’approccio Insegnante: è il mezzo per generare emozioni positive tramite compiti piacevoli ed interessanti (esempio: oggetti amplificatori: nastro,palle di diverso tipo e forme, tappetino elastico, colori, palloncini gonfiabili). Stimolano il soggetto tramite: spazio — tempo — forma -energia. Ogni persona passa da un'ottica all’altra nell'arco della sua vita ORGANISMI INTERNAZIONALI IFAPA: Federazione Internazionale dell’Attività Fisica Adattata Quebec - 1974 ICSSPE: Consiglio Internazionale della Scienza dello Sport e dell'Educazione Fisica | Francia — 1958 EUFAPA: Federazione Europea dell'Attività Fisica Adattata - 2004 Era EARAPA-1986 —» Si predilige l'approccio biomedico (risalto all’eziologia/causa della malattia); non ci consente di cogliere le eventuali conseguenze disabilitanti (connesse/dovute alla malattia), non c'è una spiegazione della manifestazione clinica (sintomi). È utilizzato per gli studi statistici: indica l'incidenza e l'evoluzione della malattia in un Paese/area geografica APPROCCIO BIO-MEDICO: analisi clinico-centrica, relazioni lineari e casuali (si parte da una condizione di normalità, poi di disabilità dovuta a una malattia/trauma e infine c'è un intervento medico per tornare alla normalità). La malattia è vista come un guasto del sistema; i processi biologici sono alla base della malattia. C'è un agente eziologico che porta all’insorgenza della malattia. ICDH: Classificazione internazionale delle menomazioni, disabilità e handicap (1980) “menomazione”: qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica o anatomica. Riguarda un organo o un apparato funzionale. Può essere: ® transitoria (frattura di un osso) ® permanente (perdita di un arto, danno alla struttura occhio/orecchio, lesione midollare, macchia cutanea, disabilità intellettiva, Alzheimer). “disabilità”: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) delle capacità di compiere un'attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano. La persona sperimenta difficoltà nei movimenti quotidiani. Si manifesta a livello di persona. ® Transitoria: difficoltà di deambulazione (dovuta a frattura di un’arto: menomazione) e Permanente: incapacità di deambulazione (dovuta a lesione midollare: menomazione) e Progressiva: demenza senile (dovuta all’Alzheimer: menomazione) ® Regressiva: cecità (dovuta a danno alla struttura dell'occhio: menomazione, ma con il tempo si sviluppano i sistemi compensativi + udito e olfatto) “handicap”: condizione di svantaggio, conseguente ad una menomazione o ad una disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione ad età, sesso e fattori socioculturali. L’handicap compare in rapporto con l’ambiente in cui vive la persona (ad esempio: una persona in sedia a rotelle sperimenta un handicap a causa delle barriere architettoniche). Si manifesta a seguito dell'interazione con l’ambiente. Menomazione Disabilità Handicap Vista vedere orientamento Scheletriche Vestirsi, camminare, alimentarsi Impedenza fisica, mobilità Psicologiche comportarsi Integrazione sociale L’ICDH descrive 9 assi di menomazione, 9 assi di disabilità e 7 assi di handicap. Aspetti positivi dell’ICDH: analisi dell’influenza del contesto ambientale Aspetti negativi dell’ICDH: terminologia con connotazione sempre negativa APPROCCIO BIO-PSICO-SOCIALE: metodo che si sviluppò a partire dagli anni 1970’s grazie ad Hengel. La salute è al centro delle 3 sfere, vengono valutati le interconnessioni tra i vari domini. (ad esempio: la salute è influenzata da un agente eziologico e dal nostro stato d'animo. ICF-2001: Classificazione Internazionale del funzionamento delle disabilità e della salute. È uno strumento statistico, di ricerca,clinico, di politica sociale e educativo. * “funzionamento”: termine ombrello/neutro (+ concetti al suo interno): funzioni corporee, le attività e la partecipazione * “disabilità”: termine ombrello/neutro: menomazioni, limitazioni delle attività o restrizioni della partecipazione ® “salute”: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (non soltanto assenza di malattia) Obiettivi —» fornire una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute, stabilire un linguaggio comune per migliorare la comunicazione tra i diversi utilizzatori, rendere possibile il confronto tra i dati raccolti in Paesi, discipline, servizi e periodi diversi, fornire uno schema di codifica sistematico Nell’ ICF le categorie sono espresse con terminologia neutrale: non è indirizzato solo ai diversamente abili ma a tutti (applicazione universale), non è una classificazione delle persone ma delle caratteristiche della salute della persona. Il documento è diviso in 2 parti: * funzionamentoe disabilità: o funzioni corporee: funzioni fisiologiche e psicologiche dei sistemi corporei © strutture corporee: parti anatomiche del corpo o attività: esecuzione di un compito o di una azione da parte di un individuo © partecipazione: coinvolgimento in una situazione di vita ® fattori contestuali (fattori ambientali e personali): atteggiamenti, ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza Ciascuna componente può essere espressa sia in termini positivi sia in termini negativi. Nell’ICF vengono associati dei “qualificatori”: codici numerici (0-4) che specificano l’estensione o la gravità di un problema (nessun problema, lieve, medio,grave). ICD (1970) Condizioni di salute in quanto tali, modello di riferimento eziologico, informazioni sulla mortalità ICDH (1980) | Conseguenze e impatto delle malattie o di altre condizioni di salute ICF (2001) Funzionamento e disabilità associati alle condizioni di salute, informazioni sulle condizioni di salute Attualmente si usano ICD e ICF, mentre ICDH è poco utilizzato. PARAOLIMPIADI: “para”= parallele alle Olimpiadi (vengono svolte successivamente per problemi organizzativi. Il termine è stato ufficializzato per le paraolimpiadi di Seul del 1988 (stessa sede delle olimpiadi). Il termine venne coniato da Guttman (1948: olimpiadi a Londra per persone con lesioni midollari), seguite nel 1952 dove partecipò anche l’Olanda. Nel 1960 avvennero le prime paraolimpiadi estive a Roma (+1000 atleti +20 Paesi), mentre le prime paraolimpiadi invernali furono nel 1976 in Svezia (Ornskoldsvik), nel 1994 ci furono le prime paraolimpiadi con un villaggio olimpico studiato senza barriere architettoniche. In Italia Antonio Magno (neurochirurgo dell'Inail) si fece promotore con il governo italiano per promuovere lo sport per diversamente abili , grazie al suo contatto inglese Gutamnn. Il logo è composto da 3 “agitos” (io mi muovo),forma che sembra accogliere e racchiudere; i colori rappresentati sono: rosso, blu, verde (testa, corpo e spirito; i più frequenti nelle bandiere) SPECIAL OLYMPICS INTERNATIONAL (SOI): paraolimpiadi per persone con disabilità intellettive , efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. Comprende 170 Paesi, 3 milioni e 700 mila atleti, 275 mila coach, 874 mila volontari, 49 mila grandi eventi all'anno. Nascono nel 1968 per volontà di Eunice Kennedy Shriver (USA) e vennero riconosciuti del CIO nel 1988. Motto: “che io possa vincere ma se non ci riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze” (giuramento) “30 anni fa dicevano che non eravate in grado di correre i 100 m, oggi correte la maratona”. “30 anni fa dicevano che dovevate rimanere chiusi negli istituti, oggi siete di fronte alle televisioni di tutto il mondo”. “30 anni fa dicevano che non potevate dare un valido contributo all'umanità, oggi voi riunite sullo stesso terreno nazioni che sono in guerra”. Sport e regolamenti sovrapponibili a quelli per normodotati /gare sui singoli gesti sportivi. ATTIVITÀ FISICA ADATTATA NEGLI ANZIANI: L'invecchiamento è un processo naturale ed eterogeneo: è la progressiva perdita di omeostasi dell'organismo, è il processo che conduce ad un aumento dell’entropia di un qualunque sistema fisico (costante indebolimento delle cellule, tessuti e organi. L’attività fisica diminuisce gli anni di disabilità e dipendenza (+ anni di capacità funzionali), la variabile delle caratteristiche individuali aumenta all'aumentare dell’età. La mancanza di attività fisica distrugge le buoni condizioni di vita dell’uomo , mentre il movimento e l’attività fisica le preservano. In Italia sta avvenendo un progressivo ribaltamento della piramide demografica, nel 2050 ci saranno 33,6 % di over 65 anni (indice di vecchiaia: numero di persone over 65 anni: numero di persone under 14 anni). Come conseguenza: + persone totalmente dipendenti (dal 2% si arriverà all’11%), + persone con malattie (da 38 % a 86 %), difficoltà ad assicurare assistenza sanitaria e sociale a tutti (49 % di degenza ospedaliera e 79% di interventi ADI: assistenza integrata anziani), forte impatto sul sistema previdenziale (indice di dipendenza oltre 50 %, tra i più alti di Europa —» persone non attive (0-14 anni e over 65): persone attive (15-65 anni). ® Giovani anziani /età senile: 65-75 anni ® Anziani /età senile avanzata: 75-85 anni ® Molto anziani /età senile estrema: over 85 anni La caduta: avvengono prevalentemente in ambiente domestico (fattori intrinseci ridotti) ® Accidentale (indipendentemente dalle condizioni di salute: esempio pavimenti bagnati, ambiente) ® Fisiologica prevedibile (se è una persona che fa attività fisica, risulta meno a rischio) ® Fisiologica imprevedibile (esempio: infarto, ictus, svenimenti) Può essere provocata da fattori intrinseci genetici (lavorare su equilibrio, coordinazione e arti inferiori) o fattori intrinseci (ambientali, causali, utilizzo scorretto di ausili per la deambulazione, ostacoli) Conseguenze della caduta: fratture e interventi chirurgici (20 %), ipomobilità, sindrome ansiosa post-caduta (-sicurezza, + depressione e isolamento sociale), morte (soprattutto se la caduta avviene in posti isolati), traumi cranici Nei giovani anziani si verificano per lo più fratture ai polsi, mentre nei grandi anziani quelle all’anca 5-10 % delle cadute causa una frattura all’anca (caduta laterale: con percentuali + alte con l'avanzare dell'età), dopo una frattura dell’anca il 50 % degli anziani non recupera la mobilità, il 7 % dei soggetti con frattura all’anca muore. Dagli anni 1980’s al 2015 gli obesi sono più che raddoppiati. In Italia il 10,4 % della popolazione over 18 è obesa, e il 35,5 % è in sovrappeso. È maggiormente presente nelle famiglie a basso reddito e livello di istruzione. L’obesità ha indici di morbosità e mortalità elevati: comporta a discriminazione sociale, provoca malattie coronariche, ictus, diabete di tipo 2, problemi respiratori, osteoartrite, depressione, incontinenza urinaria, infertilità e ansia. BMI: indice di massa corporea —» peso (kg): altezza (m2). Il calcolo è per persone dai 18 ai 65 anni di età. All’aumentare del BMI si riduce la speranza di vita (-6 anni e mezzo per le persone con BMI tra 40 e 44,9; e - 15 anni per le persone con BMI tra 45 e 55,9) BMI < 18,5 SOTTOPESO BMI 30-34,9 OBESITÀ DI | GRADO BMI 18,5-24,9 NORMOPESO BMI 35-39,9 OBESITÀ DI II GRADO BMI 25-29,9 SOVRAPPESO BMI > 40 OBESITÀ DI Ill GRADO DIABETE MELLITO: malattia metabolica cronica caratterizzata da iperglicemica dovuta a deficit della secrezione di insulina o inibizione dell’azione dell’insulina. La glicemia: concentrazione ematica di glucosio nei vasi sanguigni L’insulina: unico ormone ipoglicemizzante (prodotto dalle cellule B di Langherans) e DIABETE DITIPO I: patologia autoimmune/ insulino-dipendente: la secrezione è soppressa o ridotta. Colpisce per lo più i giovani e DIABETE DI TIPO 2: prevale nell'età adulta o anziana, l'età di insorgenza è sempre più anticipata (40 anni). È una patologia che dipende dallo stile di vita: alimentazione, attività fisica. È | forma più comune (90% dei casi). C'è un difetto nella secrezione di insulina parziale che peggiora progressivamente. È una condizione clinica associata alla sindrome metabolica. Avviene una riduzione della secrezione di insulina (insulino-resistenza), avviene una difficoltà di trasferimento del glucosio ai tessuti, avviene un accumulo di glucosio nel sangue (viene prodotta + insulina ma questo meccanismo compensatorio è inefficacie). A lungo termine può provocare disfunzione e inefficienza di occhi, reni, nervi, cuore e vasi. | fattori di rischio sono: famigliarità, età, obesità, stile di vita (dieta e sedentarietà) La carenza insulina determina: - capacità delle cellule muscolari e adipose nell’utilizzare il glucosio, accumulo di glucosio nel sangue, iperglicemia marcata, superamento della soglia renale di riassorbimento, glicosuria, poliuria, polidipsia. Insulino resistenza: inadeguata utilizzazione del glucosio da parte delle cellule che non rispondono normalmente alla stimolazione insulinica. Difetto delle cellule B:una produzione di insulina insufficiente a compensare la resistenza insulinica. Solo il 6% di diabetici di tipo 2 svolge regolarmente attività fisica, mentre il 65% è inattivo. In Piemonte il 28% svolge attività fisica, mentre il 43 % è inattivo. Benefici dell’attività fisica: migliora il controllo glicemico, migliora il profilo cardiovascolare, riduce l'incidenza delle complicanze croniche, migliora il senso di benessere psico-fisico e l'aspettativa di vita. Attività fisica adattata: in caso di soggetti con diabete di tipo 1 bisogna prestare attenzione alle crisi ipoglicemiche che possono avvenire in caso di sforzo protratto o molto intenso (finiscono le scorse di glicogeno): senso di fatica e vertigini. Quindi bisogna misurare la glicemia prima dell'allenamento, durante e dopo. Se la glicemia è -100 ml/dl prima di fare sport bisogna introdurre zuccheri, mentre se è =250 ml/dl non bisogna iniziare l’attività sportiva. Invece in caso di iperglicemia: se si svolge uno sforzo eccessivo o emotivo, viene prodotta adrenalina (+ glicemia), cortisolo,gh, glucagone. SINDROME METABOLICA: spesso è in associazione al diabete di tipo 2. Viene diagnosticata in presenza di 3 variabili positive su 5: e Obesità addominale (misura della circonferenza della vita: donne 90 cm e uomini 102 cm) ® Elevata presenza di trigliceridi (> 150 mg/dl) ® Colesterolo HDL ridotto (< 40 mg/dl nell’uomo e <50 mg/dl nella donna) * Elevatilivelli di pressione sanguigna (>138/85 mmHg) * Elevatilivelli di glicemia a digiuno (>100 mg/dl) ALZHEIMER: demenza degenerativa, altamente invalidante ed eterogenea. È caratterizzata da una diffusa atrofia cerebrale soprattutto nelle regioni frontali e temporali (-memoria recente: i soggetti si sentono connessi alla loro infanzia). È un deterioramento cronico causato da processi degenerativi a carico del parenchima cerebrale. Ha un decorso che varia dai 7 ai 20 anni, colpisce soprattutto il genere femminile. Ha un prevalenza del 6,4 % negli over 65 anni, e raddoppia ogni 5 anni; negli over 85 è presente al 40 % dei soggetti. Sintomi cognitivi: progressivo calo di memoria recente, capacità di apprendimento, orientamento temporale e spaziale, orientamento personale (non si riconoscono allo specchio), capacità critica e di giudizio, capacità di astrazione, attenzione e concentrazione. Sintomi affettivi: ansia, depressione, labilità emotiva (cambi di umore frequenti: ogni avvenimento o emozione turba il soggetto in maniera negativa), euforia e esaltazione. Sintomi neurologici: ® Disturbi del linguaggio (afasia: termine pass-partout per “cosa”, perdita della capacità di esprimersi parlando o scrivendo, difficoltà di comprensione e leggere, sostituzione di parole (ora: orologio, cappotto: zuccotto). e Aprassia: incapacità di eseguire un atto volontario nonostante i sistemi motori e sensoriali siano integri (difficoltà nel ricordare la sequenza per fare il caffè o legarsi le scarpe) ® Agnosia: incapacità di riconoscere le informazioni che arrivano dai centri nervosi da parte degli organi di senso, sebbene questi siano integri (esempio: difficoltà nel riconoscere un suono, il volto di una persona oppure di associare all'oggetto la funzione corretta) Sintomi psichiatrici: deliri e allucinazioni Disturbi comportamentali: agitazione, aggressività, vocalizzi, attività motori aberrante (fenomeno di wondering: deambulazione afinalistica e pericolosa, tendenza a scappare, usano passi bassi e corti con il busto inclinato in avanti e non usano le braccia), apatia, indifferenza, disinibizione (sospettoso: comportamento ossessivo) Attività fisica adattata: lavori individuali o in piccoli gruppi di 4-5 persone massimo. Bisogna parlare ad alta voce e di fronte alla persona, utilizzare gesti e mimica del volto, ed evitare ambienti numerosi. La seduta sarà meno strutturata. L’apatia, il disorientamento, la perdita degli interessi possono accentuare la sedentarietà oppure portare ad iperattività fisica e tendenza a deambulare senza sosta , senza meta e senza valutare eventuali rischi. ® Attività percettive (spazio-tempo-tatto): oggetti amplificatori (esempio: specchio) e Esercizi per le deambulazione ed equilibrio (+ altezza e ampiezza del passo) ® Esercizi per la memoria (associazione dei numeri ad una sequenza di movimenti) * Esercizi di coordinazione PARKINSON: malattia neurologica, curabile ma non guaribile, altamente invalidante ma non mortale. È una patologia eterogenea: valutazione della gravità su una scala di compromissione. Decorso dai 10-20 anni. Comporta una generale riduzione dei movimenti ed un loro progressivo rallentamento. Interessa alcune strutture extrapiramidali dette “macchie nere” in cui i neuroni producono dopamina. Quando la perdita cellulare super il 60 % si iniziano a notare i primi sintomi della malattia. Colpisce prevalentemente la sfera motoria. Esordisce normalmente entro i 50 anni di vita, più frequentemente entro i 60 anni. Prevale 15/100000 in Cina e 150/100000 in Europa e Nord America. Segni e sintomi: in generale la sintomatologia è unilaterale ® tremore lieve al capo e alle mani (esordio: sbriciolare il pane con le mani) e impaccio motorio e senso di rigidità e siperdono degli automatismi (esempi ® riduzione dell'attività dei muscoli mimici e spostamenti instabili (busto in avanti e passi brevi) * difficoltà nell’iniziare un movimento (in casi estremi si rischia di essere immobili a letto) * difficoltà nello scrivere (parole piccole e tremolanti) ® parole scandite (linguaggio lento e successivamente esplosivo) e depressione, ansia (reazione psicologica della malattia) * deterioramento cognitivo (1/3 dei casi) ® rigidità: resistenza alla mobilizzazione passiva di un segmento di un arto che si mantiene costante per tutta l'esecuzione del movimento. ® Alterazione dei pattern motori ®e Atteggiamento camptocormico: flessione del busto, flessione parziale delle braccia e delle ginocchia, pronazione degli avambraccio e Tremore: oscillazione ritmica involontaria (abbastanza regolare) di un segmento del corpo su un punto fisso dello stesso e su un piano spaziale. Colpisce: mani,labbra, capo, mandibola (+ difficoltà nella deglutizione). È difficile da controllare con i farmaci perché è influenzato dallo stato emotivo della persona: aumenta in caso di ansia e stress, diminuisce in caso di riposo, o mentre dormiamo. Il 10-20 % dei soggetti non presenta questo sintomo, il 10-20 % dei soggetti presenta questo come unico sintomo. pendolarismo delle braccia mentre si deambula) (esempio: pollice e flesso- estensione delle dita: contare le monete o sbriciolare il pane) A riposo: frequenza 3-6 Hz, poco invalidante Durante il movimento: frequenza 5-8 Hz, molto Scompare quando si inizia un movimento invalidante (limita l'esecuzione di movimenti fini), persiste quando si incomincia un movimento ® Bradicinesia: inizialmente c’è affaticamento muscolare poi avviene il rallentamento. Colpisce il 77- 88 % delle persone. Può essere in 2 forme diverse: ® Deficit respiratorio (soprattutto nelle lesioni + alte: compromissione del diaframma e muscoli meccanici) e Disturbi della regolazione termica (vasocostrizione e vasodilatazione: dipendono dal sistema afferente) ® Perdita del controllo volontario degli sfinteri e disturbo genito-sessuali (impatto psicologico) e + infezioni del tratto urinario MONOPLEGIA: paralisi di un solo arto EMIPLEGIA: paralisi completa dell'attività motoria volontaria di una metà del corpo (dx/sx) “plegia”: paralisi e completa abolizione di un movimento “paresi”: paralisi lieve e incompleta TETRAPLEGIA: paralisi della muscolatura volontaria di tutti e 4 gli arti e del tronco. La zona lesionata è quella cervicale (C5-C6-C7-C8). La lesione completa non permette la pratica sportiva (eccetto le bocce). È la conseguenza più nefasta/invalidante in caso di lesione midollare. PARAPLEGIA: lesione midollare che coinvolge gli arti inferiori e una parte o totalità del tronco. La lesione può essere dorsale, lombare e sacrale: e D1-D7:il tronco è appoggiato alle cosce, uso degli arti superiori per stare seduto, colpisce anche i muscoli respiratori (assenza totale di equilibrio da seduto: gli unici muscoli funzionanti sono quelli degli arti superiori) e D8-D12: equilibrio da seduto molto scarso (muscoli funzionanti: arti superiori, addominali e intercostali) e Ll:arti inferiori totalmente paralizzati (funzionano i flessori dell'anca) ® L2-13:arti inferiori prevalentemente paralizzati (funzionano: flessori ed estensori dell’anca ed estensori del ginocchio) e L4-L5-S1:arti inferiori parzialmente paralizzati e Sl:arti inferiori non paralizzati, deficit funzionale di sfinteri e apparato sessuale AMPUTAZIONE: nel mondo avvengono circa 200 milioni di amputazioni all'anno, la maggior parte nei paesi in via di sviluppo (cause belliche e mini anti-uomo). Le cause principali sono: incidenti stradali o sul lavoro, patologie dismetaboliche (“piede diabetico”), patologie neoplastiche, difetti congeniti degli arti (% ridotta). Bisogna considerare il livello di amputazione (presenza di articolazione integra o no) e condizioni del moncone restante (lunghezza, trofismo, idoneità per l’utilizzo di protesi). Ad esempio se i monconi femorali sono lunghi è più probabile la presenza di equilibrio da seduti. Gli atleti possono essere suddivisi in: ® Utilizzatori di sedie a rotelle (con equilibrio da seduti normale o deficitario) ® Utilizzatori di deambulanti con/senza sostegni (con una o due protesi sopra o sotto il ginocchio) In alcuni sport si cerca di gareggiare in piedi (in caso di amputazione monolaterale, esempio il calcio), per migliorare le capacità atletiche e cardiorespiratorie. In altri sport è concesso gareggiare solo su carrozzina (basket, scherma, hockey). Le amputazioni degli arti superiori sono suddivise in: * Monolaterali e Bilaterali (mancanza di organi prensili, + difficoltà nella vita quotidiana) In alcuni sport si considera l’amputazione del braccio forte (modifica il pendolarismo, esempio nella corsa). CLASSI STABILITE DA ISOD: ISOD venne confluita in IUVAS. A1-A4 Amputazione monolaterale o bilaterale degli arti inferiori A5-A8 Amputazione monolaterale o bilaterale degli arti superiori A9 Amputazioni combinate di arti superiori e inferiori PARALISI CEREBRALI: si tratta di un danno permanente, non progressivo che colpisce 17 milioni di persone al mondo. È una lesione accidentale dell’encefalo,le conseguenze della lesione variano in base alla gravità della lesione stessa. Le cause sono varie: possono essere suddivise in: cause traumatiche, vascolari, infettive o oncologiche (nell’età adulta); mentre nell’età giovanile (PCI: paralisi cerebrale infantile) possono essere divise in: e Incidenti pre-nascita : ridotto funzionamento della placenta (- apporto di sangue al feto), infezioni in gravidanza (rosolia/toxoposmosi), malformazioni cerebrali ® Incidenti peri-natali (settimana prima del parto e le 4 settimane dopo il parto): - apporto di sangue e ossigeno al cervello, emorragie cerebrali ® Incidenti post-natali (nei primi 12 mesi): meningiti/traumi cranici, - apporto di sangue al cervello Nel 10% dei casi non c’è alcuna eziologia, le lesioni non sono ereditarie o progressive (lesioni immutabili). PCI: è un disordine persistente ma non immutabile della postura e del movimento, è dovuto ad alterazione delle funzioni cerebrali (insorge prima che la crescita e la maturazione del sistema nervoso centrale siano completate). Le lesioni non sono progressive, ma le conseguenze possono variare nel corso del tempo (aggravarsi/migliorare : dipende dalla plasticità cerebrale). La maturazione del SNC avviene nei primi 6-12 mesi di vita del bambino, anche se questa si estende fino ai 20 anni di vita. Le conseguenze della paralisi cerebrale: lo sviluppo intellettivo non è necessariamente compromesso, lo sviluppo corporeo è invariato: l'apparato locomotore è completo, è l’encefalo a faticare a mandare i segnali motori. | disturbi motori più frequenti sono: ® Spasticità: 70-80% dei casi. È una condizione di ipertonia muscolare associata a esagerazione dei riflessi tendinei, colpisce circa i % delle PCI. È dovuta a una lesione dei nuclei alla base (iperattività del neurone midollare), è influenzata dallo stato psichico, dagli stimoli cutanei, dalla stanchezza, dal raffreddamento (difficile la cura farmacologica). Provoca retrazioni muscolari: movimenti contratti e lenti, posture fisse e rigide (esempio: arti superiori fissi al torace, flessione delle anche e delle ginocchia, “equinismo”: appoggio del peso sulla punta del piede). In generale il viso e i muscoli assiali non sono compromessi. * Atetosi:6% dei casi. È una discinesia con movimenti più esplosivi e rapidi (corea). È una lesione del sistema extrapiramidale e dei gangli alla base, è influenzata da emozioni, movimenti volontari o dal parlare. È l'assenza di una posizione fissa: stato caratterizzato da movimenti di contorsione lenti, involontari, irregolari e continui (movimenti di piccola ampiezza): ciò compromette l’organizzazione motoria, soprattutto la coordinazione fine e non c'è mai una condizione di riposo completo. Predomina all’estremità degli arti, ai muscoli della faccia, della lingua e degli organi di fonazione. ® Atassia: 6% dei casi. È un difetto della coordinazione muscolare con conseguente irregolarità di movimenti e incapacità di conservare l'equilibrio in posizione statica. La forza muscolare è conservata. È una lesione del sistema cerebellare. È spesso accompagnata da dismetria (= mancata misura di un movimento), adiadococinesia (= difficoltà di compiere in successione movimenti tra loro contrapposti), disatria (0= difficoltà nella formazione della parola, sebbene mentalmente sia preparata), tremori e nistagmo (= movimento oscillatorio dei bulbi oculari). Avviene una “deambulazione ebbra”: spostamenti non lineari, passi a zig-zag, traiettoria non precisa, piedi + distanziati (+ base d’appoggio, - rischio caduta) ma varia da un passo all’altro, le braccia non assecondano il passo. In generale il tempo di latenza tra un compito e la sua realizzazione è alto. Conseguenze: e Monoplegia (coinvolgimento di un solo arto) e Diplegia (interessa arti inferiori e in minima parte quelli superiori) e Emiplegia (coinvolgimento di un emilato dx/sx) e Tetraplegia (coinvolgimento di tutti e 4 gli arti) ® Triplegia (coinvolgimento di 3 arti) e Doppia emiplegia (interessa tutti e 4 gli arti, ma compromette principalmente un solo emilato) I LIVELLO DIABILITÀ | Correre, salire le scale senza aiuto delle braccia, può sollevare oggetti intanto Il LIVELLO DI ABILITÀ | Camminare, salire le scale con scorrimano Ill LIVELLO DI ABILITÀ | Ausilio per camminare (deambulatore), per percorsi estesi uso della carrozzina IV LIVELLO DI ABILITÀ | Deambulatore + alto con appoggio, per percorsi estesi uso della carrozzina elettrica V. LIVELLO DI ABILITÀ | Uso perenne della carrozzina che deve essere spinta da un’ accompagnatore (cintura per il busto e la testa: altrimenti cade) Altri disturbi: soggetti muti (1/4), provano dolore (3/4), disturbo del comportamento (1/4), menomazione fisica (1/2), menomazione visiva grave (1/10), problemi per il controllo della vescica (1/4), problemi a dormire (1/5), ipotonia generale, disturbi ortopedici, disturbi sensitivi, sensoriali, intellettivi, del linguaggio, epilessia. Lussazione dell’anca: i bambini su sedia a rotelle in fase di crescita sono più a rischio, avviene un’ allontanamento del femore dall’acetabolo (varia da 20-75% dei casi), rischio elevato nei livelli VI e V: provoca difficoltà nel mantenimento della stazione eretta, presenza di scoliosi e dolore. “piede equino”: maggior ipertono dei muscoli flessori della pianta del piede (troppo forti rispetto agli estensori), il tendine d'Achille sarà maggiormente accorciato, impedirà l'appoggio a terra del retro piede (compenso: con flessione di ginocchia e anche). Si possono eseguire degli interventi riabilitativi, usare apparecchi ortopedici, infiltrazione di tossina-botulinica (rilassano il muscolo), interventi chirurgici. PLASTICITÀ: la lesione impedisce l’instaurarsi di alcuni circuiti di funzionamento, si registra: ® Stupefacente capacità di recupero del cervello ® Sostituzione dei circuiti deficitari con APA ® Migliora il tasso di capacità funzionale Attività fisica adattata: insegnare a mobilizzare le risorse esistenti, realizzare e mettere in pratica tecniche motorie, insegnare ad “informarsi”. Si consiglia si lavorare su: mobility, flessibilità, differenzazione cinestetica, ritmo, capacità di reazione, lavoro con successioni di contrazione e rilasciamento, lavoro con udito, tiroide, denti. Presentano un rischio maggiore di insorgenza di demenza (associato ai 2 geni delle malattia di Alzheimer). Attività fisica adattata: lavorare su rinforzo muscolare, miglioramento del controllo posturale (soprattutto adulti e anziani), presa di coscienza e integrazione delle varie fonti di informazione sensoriale (ginnastica artistica/ giochi di squadra), - attività aerobica, coordinazione. Proporre gli esercizi sempre in forma ludica seguendo però i principi di continuità, variabilità e progressione. DISABILITÀ VISIVA: grande eterogeneità (variabili: ambiente in cui si vive, capacità residua, sostegno da chi sta accanto alla persona). ® malattia (42%)/malattie neoplastiche ® alterazioni congenite (31% : alterazioni genetiche o infezioni in gravidanza come rosolia o toxoplasmosi) ® causetraumatiche (27%): traumi con sostanze tossiche ® patologie vascolari infettive e degenerazioni maculari: perdita progressiva della vista centrale dovuta all’età ( + difficoltà di lettura, visioni distorte ad esempio in un foglio millimetrato al centro le righe appaiono storte) ® glaucomi aumentati dalla pressione endobulbare provocano cecità La cataratta è la prima causa di cecità al mondo: provoca opacità del cristallino, la pupilla assume un colore bianco-lattiginoso, deficit visivo periferico (soprattutto in età anziana). Si possono distinguere 2 categorie di soggetti: e nonvedenti dalla nascita (<3 anni): non vengono immagazzinati gli schemi visivi, motori e l'orientamento. Non c'è conoscenza dello spazio e assenza di pattern motori e nonvedente acquisito (>3 anni): se in età adulta: si conosce lo spazio e i pattern motori, non riesce ‘a compensare con gli altri sensi All’interno di queste categorie si individuano persone con: cecità completa (assenza di immagini : informazioni provenienti dal tatto e da esperienze propiocettive) e ipovedenti gravi (utilizzo contemporaneo di vista e tatto e correzione delle informazioni percepite dai due canali). SVILUPPO MOTORIO: nei primi mesi di vita i bambini sono calmi e passivi (-esplorazione e - stimoli). Le posture statiche vengono acquisite come per i normodotati, mentre quelle dinamiche (rotolare, strisciare, gattonare e camminare) vengono acquisite in ritardo in quanto necessitano di seguire la posizione sonora. La deambulazione per i normodotati avviene se sostenuti a 8 mesi, mentre nel non vedente a 11 mesi, invece la deambulazione autonoma si acquisisce solitamente a 11 mesi, mentre i ciechi a 15 mesi. Se in non vedenti acquisiscono in fretta la posizione eretta: + autonomia, ma feedback negativo (+ sbattimenti): perdita di autonomia e di iniziativa. Per cui i non vedenti usano diverse forme di motricità (seduti: compromesso spostarsi in sicurezza ed esplorare) È necessario + tempo per acquisire l'equilibrio: hanno paura di cambiare posizione (paura di farsi male e meno desiderio di esplorare), - coordinazione fine. Il soggetto deve essere stimolato con oggetti sonori (11 mesi), mentre un normodotato è attirato da forme e colori diversi (5 mesi). Si parla di “mani cieche”: usano le mani come auto stimolazione, ma non per esplorare il mondo esterno. La postura risulta + rigida, il capo è flesso (atteggiamento di chiusura cifotico), gli arti superiori sono in anteposizione (non funzionali per la deambulazione perché non oscillano) e sono limitati i movimenti di rotazione. SVILUPPO COGNITIVO: i bambini normodotati apprendono per imitazione (confronto con il mondo esterno fin dai primi giorni), i non vedenti devono apprendere per canali alternativi. | non vedenti hanno un ritardo iniziale che si colma con il tempo (difficoltà a riconoscere volti noti/ sconosciuti/animali/oggetti). Il linguaggio ha una evoluzione particolare. SVILUPPO AFFETTIVO: + ansia, + sensibi alle frustrazioni, no aggressività, rifiuto alla competizione. “il bambino non vive un deficit, ma uno stato diverso da quello del bambino normodotato” VICARIETÀ SENSORIALE: sviluppo dei sensi di compensazione (integrare informazioni complementari) ® udito: “spazio infinito”, capire gli spostamenti, suono diretto, eco limite, tonalità ® tatto: informazioni solo sullo spazio prossimale, fornisce informazioni frammentate e propriocezione: capire la posizione del proprio corpo nello spazio, organizzazione motoria, il feedback è utile per aggiustare e modificare l’azione motoria/la gestualità Attività fisica adattata: migliora la qualità delle attività di vita quotidiana, si apprendono abilità trasferibili nella quotidianità, + autonomia. Bisogna motivare il compito e fornire feedback positivi, con approccio graduale. La forza muscolare e la resistenza sono ridotte del 26-41%, la flessibilità è ridotta del 33-54%. Sono controindicati gli sport acquatici e ad alto impatto di scontro (giochi di squadra): + distacco di glaucomi. Bisogna eliminare i rumori superflui (impattano sull’attenzione), è necessario un tempo di adattamento ai cambiamenti di luce. Il gesto motorio non modifica il pattern motorio: difficile rapporto con la spazialità, con l'avversario, gestione di attrezzi sportivi, gestione di aspetti tattici di gioco di squadra. Adattamenti lievi —» capacità visiva (contrasti di colore in contrasto con il terreno/sfondo) tatto (materiali differenti/in contrasto/ segni in rilievo) strumenti sonori (campanella/battiti di mani) Adattamenti moderati —» uso di una guida che accompagna priorità ad attività in coppia/circolo (es: doppio rimbalzo della palla) CLASSIFICAZIONE SPORTIVA SECONDO LE NORME IBSA: International Blind Sports Association Vengono valutati: acuità visiva (acutezza: distinguere due punti da una certa distanza) e campo visivo (porzione di spazio visibile a occhi immobili: misura in gradi) B1 Capacità visiva nulla, nessuna percezione della luce, non c’è distinzione della forma di una mano a una determinata distanza B2 Minima percezione della luce, riconoscimento della forma di una mano, acuità visiva inferiore ai 2/60 (vede a distanza di 2 metri ciò che un normodotato vede a distanza di 60 metri), campo visivo inferiore ai 5° B3 Minima percezione della luce, riconoscimento della forma di una mano, acuità visiva da 2 a 6/60, campo visivo da 5 a 20° DISABILITÀ UDITIVA: è un fattore di disturbo nei rapporti sociali. Le cause possono essere: ® congenite: fin dalla nascita (infezioni in gravidanza, diabete gestazionale, problemi durante il parto) ® ereditarie: difetti congeniti trasmessi ® acquisite: traumi acustici (percussioni troppo forti, esplosivi, frequente esposizione a rumori meno intensi ma elevati, apparecchi industriali, farmaci ototossici, infezioni all'orecchio interno, età avanzata, “presbio-acusia”) Diversi gradi di disabilità uditiva: * lieve/leggera (20/40 dB): difficoltà a sentire le conversazioni (uso di apparecchi acustici) ® media (40/60 dB): difficoltà a sentire le conversazioni a voce alta (protesi acustiche) ® grave (60/80 dB): comprensione della voce solo se amplificata (protesi acustica sempre) ® profonda (>80 dB): uso della lingua dei segni/lettura labiale Attività fisica adattata: catturare lo sguardo (per consentire la lettura labiale), espressioni del viso e delle mani sempre visibili, è fondamentale la comunicazione non verbale. Usare stimoli tattili e visivi, non segnalazioni verbali o sonore. CLASSIFICAZIONE SPORTIVA SECONDO LE NORME ICSD: (International Commitee of Sport for the Deaf). Dal 1924: DEAFLYMPICS: Olimpiadi per atleti audiolesi, possono partecipare coloro che hanno un deficit minimo di 55 dB nell’orecchio migliore. In Italia-FISS: atletica leggera, badminton, beach volley, biliardo sportivo, bocce, bowling, calcio, nuoto, pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, tennis, tennis tavolo. Durante le competizioni non si possono utilizzare apparecchi acustici amplificatori Adattamenti: segnali visivi /tattili che sostituiscono gli stimoli uditivi. CLASSIFICAZIONE DEGLI SPORT PER DISABILI IPC: CODICE DI CLASSIFICAZIONE (approvato nel 2007): è uno strumento internazionale che fornisce informazioni sulle procedure per le classificazione nello sport; coordina Giochi Paraolimpici invernali e estivi. Ha 2 funzioni principali: 1. Determinare “l’eligibility” alla competizione (requisiti per partecipare): i criteri sono diversi a seconda dello sport: l'atleta deve avere menomazione tale da comportare una limitazione permanente nelle attività (è limitato se gareggiasse contro i normodotati) 2. Raggruppare gli atleti in “sport-classes”: le categorie sono definite da ogni Federazione Internazionale Sportiva. Questo metodo permette un confronto ad armi pari all’interno della stessa classe tutti devono essere potenziali vincitori. La classifica è in continua evoluzione, si può essere: “new”: atleta nuovo, classe temporanea “review”: sintomi dolorosi, infortunio, patologia progressiva “confirmed”: salvo modifiche di interventi chirurgici EVOLUZIONE DELL’ IPC: negli anni 50 Guttman fece la prima classificazione tradizionale, in cui venivano prese in considerazione solo le condizioni mediche (divisione in base alla zona e alla tipologia di lesione midollare: completa o incompleta, in base al livello metamerico midollare interessato), venivano quindi trascurate le abilità/capacità sportive. Ciò generava classi troppo differenti al suo interno limite per gli atleti. Nelle classificazioni successive vennero prese in considerazione la sede della lesione ed il livello di forza muscolare espresso (a punti) — limite: dipende se l'atleta al momento della selezione era in massima forza, oppure se l'atleta arrivava da un periodo di recupero e quindi di scarso allenamento. Nelle classifiche odierne si tiene in conto: valutazione clinica + valutazione tecnica Gara di corsa in carrozzina: partecipano soprattutto atleti con paralisi midollare bassa (lombare). È necessario un movimento coordinato degli arti superiori e del tronco per una buona propulsione (coinvolge: deltoide, tricipite e pettorale). Nelle gare di breve distanza la carrozzina comporta uno svantaggio, mentre in quelle a lunga distanza è un vantaggio. Caratteristiche: 2 ruote grandi (max 0.7 m) e 1 piccola (max 0.5 m), non ci sono altre parti sporgenti oltre alle ruote, il diametro c/s è basilare per una buona efficienza propulsiva (cerchio-spinta: 30-60 cm). Il cerchio spinta avrà diametro più grande nelle gare di brevi distanze (+ sprint e accelerazioni rapide), avrà diametro più piccolo per le maratone (dove il tempo di accelerazione è più lungo). Per accelerare la frequenza di spinta al minuto è di 100-150, mentre per mantenere il ritmo è di 80-100. Gare di lanci in carrozzina: è fondamentale l'equilibrio da seduti, c'è la possibilità di reggersi ad un sostegno durante il tiro. La sedia a rotelle ha un altezza massima di 0.75 m dal suolo alla seduta. Gli attrezzi hanno pesi diversi in base alla classe. È coinvolta la muscolatura scapolo-omerale, sono necessari: una presa efficace (C8: muscoli flessori delle dita), un rilascio agevole (C7: muscoli estensori delle dita). Gare per non vedenti: la guida non può tirare/spinger l'atleta, non si possono avere mezzi meccanici. Nelle gare oltre i 400 metri si possono avere 2 guide, nelle gare dai 100 a 800 metri chi ha la guida compete in 2 corsie, nelle maratone si possono avere 4 guide e i cambi sono tra 10-20-30 km. La guida deve tagliare il traguardo dopo l’atleta Classe F11/T11 Corrisponde a classe B1 (occhiali opachi): presenza di una guida vicino /legata con un laccio/comandi vocali Classe F12/T12 Corrisponde a classe B2: presenza di una guida vicino /legata con un laccio/ comandi vocali Classe F13/T13 Corrisponde a classe B3 Nelle gare di lanci: gli attrezzi hanno peso uguale ai normodotati, B1-B1 possono avere un aiuto acustico, la guida da istruzione sulla direzione, poi lascia la pedana di lancio (B1-B2) Nelle gare di salto in lungo e triplo: B1-B2 hanno una pedana di stacco con dimensioni maggiori Nelle gare di salto in alto (B1-B2): hanno un aiuto uditivo per impostare la rincorsa, gli atleti B2 possono avere un aiuto visivo sulla sbarra. PALLACANESTRO IN CARROZZINA: 5 vs 5, coinvolge atleti con disabilità agli arti inferiori, a colte si hanno atleti con disabilità/limite al tronco e agli arti superiori: è un gioco poco inclusivo. È stato il primo sport con classifica funzionale (svincolo medico: si alla analisi del gesto sportivo sul campo). Ha avuto un evoluzione tecnica del gioco: sia del mezzo meccanico, sia delle regole di gioco (+ veloce). Campo: 15 x 28 Palla: 500-800 g Carrozzina: ruote inclinate con cerchio- spinta (+ base di appoggio e - lesioni gravi alle dita delle mani grazie alle -collusioni), ci sono delle piccole ruote posteriori per evitare il ribaltamento all’indietro, lo schienale/ cuscino: max 5-10 cm di altezza. Per stabilizzare il bacino è possibile inclinare lo schienale all'indietro ed utilizzare delle fasce “strapping” per ancorare le gambe alla seduta. Classifica funzionale: è la sintesi del giudizio del medico e del tecnico (valutazione della forza,ROM, coordinazione del tronco, arti inferiori e superiori, volume di azione, equilibrio da seduti, capacità di propulsione e manovra della carrozzina, controllo e gestione della palla) Ci sono 4 classi (da 1 a 4 punti, eventuale punto e mezzo): il punteggio dei giocatori in campo deve essere max 14-14,5 (possibile diminuzione in futuro per incentivare l’attività per i giocatori più compromessi): ® classile 2:+compromesse (non c'è controllo del bacino: lesioni midollari fino a L1): sono permessi i bendaggi per ancorare busto, piedi, ginocchia alla carrozzina ® classi 3-4: lesioni midollari sotto L1/equivalenti TENNIS TAVOLO: sport introdotto nelle paraolimpiadi di Roma del 1960. È adatto a diverse disabilità motorie e psichiche. Si lavora su rapidità di esecuzione e percezione dello stimolo e destrezza dell'organo effettore (mano). Adattamenti del regolamento: il tavolo deve avere le gambe ad almeno 40 cm dal bordo, l’atleta non può appoggiarsi al tavolo per colpire la pallina, non vige l'obbligo di alternarsi alla risposta nel doppio in carrozzina, non sono permessi bendaggi (eccetto per motivi medici), non si usano magliette di colore uguale alla pallina. Classifica funzionale e medica: analisi dei pattern motori durante il gioco. Classi da TT1-TT5 (sitting) e da TT6-TT10 (standing), TT12-TT13 necessitano di bendaggi. Negli atleti standing: valutazione quadrimensionale (forza, rom, coordinazione, tempi di reazione) SCI ALPINO: inizialmente era uno sport per atleti non vedenti e atleti che avevano subito un’amputazione, ma dal 1998 (Lagana) si fanno gare anche in carrozzina. Attualmente coinvolge atleti con disabilità motoria, mentale, e neurosensoriale. Si lavora su: agilità (cambi di direzione: il baricentro è spinto dalla forza centrifuga verso l'esterno. L'atleta deve poter spostare il peso al centro altrimenti deve fare curve più larghe e ciò penalizza la prestazione), equilibrio, gestione dei riflessi, coordinazione motoria, velocità (100km/h), capacità di di distinguere le differenze del terreno (soprattutto chi ha disabilità degli arti inferiori: esempio dossi e cunette) Regole e adattamenti: il numero di porte non varia, ma il dislivello è minore, attrezzatura adatta Specialità previste: slalom, slalom gigante, super G, discesa libera B1-B3 Sciatori con disabilità visiva | Classificazione funzionale: atleti suddivisi in 16 classi in LWI-LW9 Sciatori in piedi (standing) 3 categorie per genere (1 medaglia per categoria e LW10-LW12 Sciatori seduti (sitting) disciplina). | tempi non confrontabili sono modificati grazie al “fattore di correzione”: si divide il miglior tempo della categoria per il miglior tempo della classe di appartenenza (+agonismo) Sci alpino standing: handicap minimo (riduzione della forza degli arti inferiori), menomazione che interessa un solo arto o entrambi (inferiori o superiori). È permesso l'utilizzo di stabilizzatori (invece dei bastoncini). Si eseguono dei test come: adduzione e abduzione dell'anca, flessione ed estensione del ginocchio, flessione plantare e dorsale della caviglia. Sci alpino sitting: oltre alla valutazione medico-clinica, sono effettuati 6 test funzionali (ed eventualmente l'osservazione sul campo): test per misurare la forza, ROM, coordinazione motoria per valutare la funzione di mani, braccia e spalle. Test per misurare l’equilibrio da seduti (piano frontale, sagittale e orizzontale): forza del busto, capacità di eseguire rotazioni con braccia addotte, inclinazioni laterali del busto. Attrezzature: TANDEMSKI Utilizzato dai sciatori disabili gravi e senza prospettiva di autonomia (accompagnati da una guida) KARTSKI Utile per le lesioni che comportano difficoltà di equilibrio, molta autonomia nella gestione dell’attrezzatura (leve per le manovre) DUALSKI- MOSOSKI Utile per sciatori disabili gravi con prospettiva di autonomia, buon equilibrio da seduti (sono in grado di curvare) SCARVER Alte prestazioni e adattabilità (per prestazioni migliori) (tipo di monoski) STABILIZZATORI Utilizzato sia da sciatori sitting che standing, amputati arti inferiori con problemi di equilibrio (diverse altezze), rispetto al bastoncino offre + stabilità Sci alpino per non vedenti: classi B1 (occhiali opachi), B2 e B3. La guida è obbligatoria: deve avere una pettorina (g) di un colore accesso, deve impartire i comandi con la voce diretta o via radio. La guida passa da tutte le porte, tranne la porta di partenza (non ci deve essere un contatto fisico). È importante la distanza tra atleta e guida. Le specialità per non vedenti sono: slalom e slalom gigante (max 2 cambi di direzione tra atleta e guida), discesa libera e super G(max 1 cambio di direzione tra atleta e guida) NUOTO: introdotto nelle paraolimpiadi di Roma del 1960, dove parteciparono più di 60 Paesi. È molto diffuso, porta numerosi benefici: - assenza di gravità, in acqua si percepisce- il peso corporeo (50/80%), funzione idrostatica (+ circolazione e ritorno venoso). La capacità di galleggiamento dipende: + massa grassa e -peso specifico (+ galleggiabilità) Le menomazioni possono essere accompagnate ad alterazioni della statica e idrostatica del corpo (modificazioni dell'assetto del bacino). Per cui bisogna differenziare gli stili: * Stiliasimmetrici: - stile libero: gare dai 10-1500 metri,è lo stile più efficiente (max velocità), la gambata funge: da stabilizzatore, bilancia la respirazione e la bracciata (2/3 della propulsione è data dalla gambata). Non è adatto ad atleti con difficoltà nella rotazione del corpo - dorso: partenza con una sola mano sul blocco di partenza, agevola la respirazione, adatto anche per chi ha disabilità gravi * Stili simmetrici: - Rana: stili in cui è più rilevante il contributo degli arti inferiori, non è adatto a chi ha menomazioni di tipo asimmetrico - Farfalla: necessita di una buona potenza muscolare (addominali, lombari, flessori ed estensori dell’anca) Classifica funzionale: valutazione Disabilità motoria (classe 1-10) | S: stile, dorso, delfino (classe 1-10) clinica e del gesto sportivo Disabilità visiva (classe 11-13) | SB: rana (classe 1-9) (condizioni di partenza, B: specifica forza delle gambe galleggiamento e virata). Disabilità mentale(classe 14) M: mista (3S + B)/4 Regolamenti ICP-SWIMMING: + integrazione delle norme della Federazione Internazionale di Nuoto (FINA). Non è consentito l’uso di protesi o supporti vari, ad eccezione delle partenze (possibilità di essere accompagnati e tenuti in posizione di partenza) Partenze: direttamente dall’acqua, dal bordo vasca, seduti dal blocco, feet start (classe non superiore a S3: l'atleta è disteso in acqua e un'assistente gli tiene i piedi fermi contro la parete. Amputazioni: riduzione superficiale sia ai fini della propulsione che della stabilizzazione, asimmetrie con forza ridotta e maggiori richieste per compensare la rotazione del tronco. Amputazioni degli arti inferiori: spostano il baricentro in senso caudo-craniale Amputazioni degli arti superiori: spostano il baricentro in senso cranio-caudale Nuoto per non vedenti: è + difficile il mantenimento della traiettoria (spandamenti frequenti), è difficile valutare la distanza dal bordo vasca e quindi il momento in cui bisogna iniziare la virata o si è arrivati al proteggere gli atleti. Il campo è di 38-42 m x 18-22, la palla è sonora (0,5 kg), è richiesto il silenzio da parte del pubblico, si giocano 2 tempi da 25 minuti. Le decisioni dell’arbitro vengono annunciate con l'altoparlante. Non ci devono essere variazioni di intensità luminosa in quanto la vista dei portieri non deve essere alterata. CALCIO A 5: gareggiano in piedi in caso di amputazione monolaterale (stampelle obbligatorie), protesi concessa solo in caso di 2 amputazioni (stampella + protesi). CICLISMO: i primi ciclisti nel 1988 (paraolimpiadi di Seul) erano affetti da disabilità visiva, attualmente è praticato da 4 differenti mezzi: ® Biciclette a 2 ruote (analoghe ai normodotati) ® Tricicli (problemi di equilibrio): lunghezza massima 2 m, larghezza massima 0,95 m e Tandem (disabilità visiva) ® Handbike (carrozzine: propulsione degli arti superiori, usati da atleti con lesione midollare) Sviluppa le capacità aerobiche. Utilizza una classificazione funzionale: Paralisi cerebrale 1-2 Maggiore compromissione, uso del triciclo (ruote: con ruota anteriore sterzante) Paralisi cerebrale 3-4 __| Utilizzo della bicicletta LC1 disabilità motoria | < gravità LCA disabilità motoria | >gravità Handcycling: HC divisione A — classi HC1-HC2 (gravi disabilità: assenza di funzionalità del tronco) HC divisione B — classi HC3-HC4-HCS5 HC divisione C — classi HC6-HC7-HC8: perdita totale/parziale arti inferiori “handbike”: max 2,5 m di lunghezza, 0,90 m di larghezza, 3 ruote di cui una singola può avere diametro diverso, presenza dello schienale, propulsione tramite arti superiori. È tra gli attrezzi più studiati a livello biomeccanico e per i livelli fisiologici che comporta l'utilizzo di questo mezzo. BASKET INTEGRATO: “baskin”è nato a Cremona in un contesto scolastico: è studiato per i diversamente abili e i normodotati, uomini e donne insieme, disabilità motoria e cognitiva insieme. Dal 2006 diventò Associazione Onlus Basket. Regole: campo di basket tradizionale + 2 canestri laterali, 4tempi da 6 minuti, un arbitro, 6 vs 6 con 6 giocatori in panchina per squadra. | ruoli (da 1 a 5) se sommati non possono essere oltre 23 punti. RUOLO 1 Atleta su carrozzina, non si sposta in autonomia, staziona nell’area dei canestri laterali, possiede un solo tiro, non può essere marcato RUOLO 2 Atleta su carrozzina, si sposta in autonomia, o deambula, tiro a canestro laterale alto, deve fare almeno 2 palleggi prima del tiro, non può essere marcato RUOLO 3 Cammina o corre lentamente in modo impacciato e poco coordinato, tiro nei canestri laterali alti da fuori area o nei canestri tradizionali, deve fare almeno 2 palleggi durante il possesso palla, non può essere marcato da ruoli 4-5 RUOLO 4 Tiro nei canestri tradizionali (2-3 punti), corsa effettuando palleggi, è applicata l'infrazione dei passi, non può essere marcato da ruoli 5 RUOLO 5 Tiro nei canestri tradizionali, regole del basket, può marcare solo ruoli 5, max 3 tiri per tempo, può fare da tutor a ruoli 1-2-3 10 regole ——» giocatori in campo, cambi, inizio del gioco (palla contesa al centro), rimesse, aree laterali (all'altezza della linea di metà campo), durata delle azioni di gioco, falli, aiuti difensivi, numero di tiri, altre differenze con il basket. Materiali: canestri e palle spazio: zone protette regole: ruoli, tutor, passaggi
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