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Laboratorio di allenamento preventivo e adattato: il Functional Movement System, Panieri di Scienze Motorie

Screening per la valutazione funzionaleAllenamento preventivo e adattatoFunzionalità MotoriaValutazione funzionale

Un laboratorio svolto con il prof. Valerio bonavolontà sulle attività motorie preventive e adattate. Vengono analizzati gli aspetti preventivi dell'attività fisica e dell'allenamento, oltre all'importanza della plasticità corticale e della valutazione funzionale. Il test functional movement screen (fms) viene presentato come strumento per valutare i modelli di movimento fondamentali e migliorare la mobilità, il controllo motorio e la stabilità. Il documento include anche informazioni sulle origini e gli svantaggi del fms.

Cosa imparerai

  • Che cos'è il Functional Movement System?
  • Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del Functional Movement System?
  • Come il FMS aiuta a migliorare la mobilità e il controllo motorio?

Tipologia: Panieri

2019/2020

Caricato il 10/09/2021

Giuliaact
Giuliaact 🇮🇹

4.1

(10)

9 documenti

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Scarica Laboratorio di allenamento preventivo e adattato: il Functional Movement System e più Panieri in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! Il 20 marzo ho eseguito con il prof Valerio Bonavolontà il laboratorio di attività motorie preventivate e adattate. La parte iniziale del tironicio per problemi di connessione non sono riuscita a seguirla. Abbiamo analizzato nello specifico gli aspetti preventivi legati all'attività fisica e all'allenamento. Uno di questi è la corretta esecuzione dei gesti tecnici per cercare di ridurre l'insorgenza di infortuni. L'allenamento ha tre obiettivi: il primo è promuovere lo sviluppo atletico sostenibile, il secondo il miglioramento della prestazione, il terzo l'aspetto della prevenzione. Questo significa non limitarsi a forza, flessibilità e capacità cardio-vascolare ma agire anche su agilità, equilibrio e coordinazione per potenziare le basi dell'attività motoria. Bisogna avere una concezione di movimento che porti ad avere uno stile di vita più attivo e far acquisire all'allenamento funzionalità e versatilità, rendendolo efficace. Si può parlare quindi di “allenamento funzionale” perché incentrato su schemi più convenzionali piuttosto che su movimenti isolati. Secondo il principio dell'adattamento specifico a richieste imposte l'atleta impara gesti e movimenti specifici ma raramente il movimento isolato produce miglioramenti nella prestazione globale dell'atleta. Lavorare su un movimento o una articolazione per volta può essere limitante. Se invece vengono allenate le abilità motorie fondamentali in un'ottica integrata si avranno benefici da molteplici punti di vista tra cui la prevenzione degli infortuni. In fase di apprendimento di un gesto atletico in genere si parte da un approccio globale per poi andare ad approfondire in maniera analitica e scomporre le singole fasi. La plasticità corticale è la capacità del nostro sistema nervoso di adattarsi a determinate attività motorie ed è un processo fondamentale alla base dell'allenamento degli schemi motori funzionali. Questo avviene attraverso l'adattamento neurale, programmando il corpo a lavorare sul “software con anti-virus”, inteso come elemento di controllo centrale (SNC) che programma e gestisce l'hardware, l'apparato muscoloscheletrico, dotato di un sistema “anti virus” cioè preventivo agli infortuni indiretti. Successivamente ci siamo concentrati sull'utilizzo degli screening nella valutazione funzionale. Questo si fa per scopi preventivi, di salute e per cercare di migliorare la prestazione sportiva. Infatti, provare a ridurre il rischio infortuni potrebbe essere utile per salvaguardare la carriera dell'atleta, prolungando la sua vita sportiva e consentendogli di allenarsi per un periodo di tempo maggiore, acquisendo di conseguenza sempre più nozioni e tecniche più evolute. L'attenzione ai livelli preventivi essendo un parametro complesso non lineare non è detto che migliori la performance ma di certo non andrà a peggiorarla. Per quanto riguarda la mobilità articolare, diversi studi su atleti con grandi capacità di controllo come scalatori o piloti di moto sportive hanno dimostrato che lavorando sugli aspetti preventivi si possono avere notevoli livelli di mobilità globale. Il termine allenamento “funzionale” nasce negli anni '90 in ambito fisioterapico e riabilitativo per ripristinare i livelli di funzionalità dell'apparato muscolo scheletrico a seguito di infortuni. Ora questo tipo di allenamento è rivolto a tutti e prova a adattare o sviluppare esercizi che permettano agli individui di eseguire le attività della vita quotidiana più facilmente e senza infortuni. Lo scopo degli esercizi funzionali è quello di migliorare mobilità, controllo motorio; rendere l'atleta pronto a determinate situazioni migliorando l'adattabilità; migliorare la durata e la longevità della carriera; creare una base per la specializzazione e combattere asimmetrie, funzionamento alterato delle strutture muscolo-scheletriche e articolari o altre disfunzioni. Secondo la “piramide della performance”, elaborata da Gray Cook e Lee Burton, la base motoria deve essere costituita dai movimenti fondamentali e il movimento funzionale è alla base di elementi di stabilità e mobilità e per l'acquisizione delle diverse abilità motorie più specifiche che sono all'apice della piramide. Per questo per poter allenare e sviluppare le capacità dell'atleta in maniera efficace e produttiva bisogna avere una base ben solida dove le competenze motorie di base hanno raggiunto un livello ottimale. Per valutare questo livello si ricorre a specifici screening, compresi e analizzati nel Functional Movement System ideato da Cook e Burton. Nel caso in cui durante l'esecuzione dei test si accusi del dolore, i risultati non potranno essere valutati e sarà compito di figure mediche specializzate prendere in carico l'atleta per riabilitarlo. Il Functional Movement System si compone di tre screen: il Functional Movement Screen, l’Y Balance Test e il Bunkie Test. Vengono definiti “screen” e non test in quanto non sono delle misurazioni ma una fotografia che tenta di mettere sotto pressione il sistema muscolo scheletrico. Il Functional Movement Screen è un metodo di valutazione che tenta di stimare i modelli di movimento fondamentali e prevede l'esecuzione di sette esercizi oltre a tre test clinici di controllo per alcuni di essi, utilizzando una scala di valutazione da zero a tre punti per ogni esercizio. Il protocollo esecutivo del FMS non prevede un riscaldamento iniziale in quanto faciliterebbe l'esecuzione dei task motori e renderebbe falsate le valutazioni motorie; vi sono video illustrativi e spiegazioni standard per l'esecuzione degli esercizi che vengono ripetuti per tre volte con due o tre prove iniziali. Solitamente si registra tramite videocamera la sessione per poter riguardare da un altro punto di vista la tecnica esecutiva eseguita lentamente e per poter valutare successivamente assegnando un punteggio. Nel caso in cui si percepisca del dolore l'esercizio viene concluso con punteggio pari a zero. Si assegna un punto quando non viene eseguito in maniera soddisfacente, due punti quando si porta a termine con elementi di compenso e 3 punti per un movimento perfetto senza compensi. Nel caso si debba eseguire sui due lati (destro e sinistro) si tiene conto del punteggio più basso. Gli esercizi proposti dal FMS sono: il Deep Squat, l'Hurdle Step, l'In-line Lounge, la Shoulder Mobility, L'Active Straight Leg Raise, il Trunk Stability Push Up e la Rotary Stability. La Shoulder Mobility, il Trunk Stability Push Up e la Rotary Stability prevedono test clinici di controllo. I risultati ottenuti per ogni singolo test andranno analizzati soffermandosi su punteggi pari a zero perché indice di dolore e quindi andranno poi approfondite le cause e le possibili soluzioni per ripristinare la normale funzionalità motoria; potrebbero essere riscontrate eventuali asimmetrie e nel caso in cui il punteggio globale sia inferiore a 14 sarebbe un campanello di allarme per l'atleta poiché le sue condizioni di mobilità e stabilità potrebbero pregiudicare il suo stato di salute e sarebbe esposto maggiormente al rischio infortuni. Il campo di applicazione del FMS riguarda sia atleti di sport di squadra che atleti elitè o professionisti e addirittura le categorie giovanili. Sono stati fatti oltre 150 studi tra il 2006 e il 2018 su questo metodo e si è arrivati alla conclusione che in molti casi viene utilizzato non tanto per lo scopo per cui è nato cioè la prevenzione agli infortuni ma per predire eventuali infortuni a cui potrebbe andare incontro l'atleta. Y Balance Test misura la stabilità prossimale cioè quanto il nostro corpo può raggiungere una distanza mantenendo una posizione di equilibrio. Si divide in Lower Quarter e Upper Quarter ed il suo antenato è lo Star Excursion Balance Test (SEBT) tuttora in uso perché facilmente riproducibile. L'obiettivo è verificare il controllo neuromuscolare e la propriocezione, il ROM e il grado di flessibilità, la forza e la stabilità del soggetto in esame. | primi test derivano dalla marina militare statunitense che sottoponeva i suoi marines all'esecuzione di questi esercizi per diminuire il rischio di infortuni e prevedevano solo l’analisi della parte bassa del corpo quindi solo il Lower Quarter. L'YBT Lower Quarter misura la funzionalità del controllo posturale dinamico (come l’Upper Quarter) e prevede lo spostamento di una tavoletta in tre direzioni (anteriore, posteromediale e posterolaterale) con un arto in sospensione, mantenendo l’equilibrio con l’altro arto in appoggio sulla base centrale. In questo test si valuta l'arto in appoggio e si compone di tre prove per ogni direzione di movimento per ciascun arto. Il test viene eseguito senza scarpe, seguendo istruzioni video e spiegazioni standardizzate, effettuando sei prove pratiche in tutte le tre direzioni. Il piede d'appoggio si posiziona appena dietro la linea rossa e deve mantenere il tallone a contatto con la tavoletta. Sono consentiti movimenti del piede e movimenti del corpo e i risultati sono normalizzati alla lunghezza dell'arto inferiore del soggetto. L'YBT Upper Quarter prevede lo spostamento consecutivo e senza pausa di una tavoletta in tre direzioni (mediale, inferolaterale e superolaterale) con un arto in sospensione e l’altro arto disteso in appoggio sulla base centrale mantenendo l'equilibrio a corpo proteso dietro. Gli spostamenti vendono eseguiti per tre volte con due prove di familiarizzazione per evitare un eccessivo affaticamento muscolare. I risultati ottenuti sono la percentuale della distanza raggiunta rispetto alla lunghezza dell'arto, facendo
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