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atto 1-5 dell'Amleto di Shakespeare, Appunti di Letteratura Inglese

questo documento contiene per ciascun atto l'analisi delle scene, il loro riassunto e note linguistiche

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 23/09/2020

costanza-damiani
costanza-damiani 🇮🇹

4.4

(5)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica atto 1-5 dell'Amleto di Shakespeare e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! ATTO I Atto I, scena 1 - Notte gelida, spalti del castello di Elsinore in Danimarca, le sentinelle Bernardo e Marcello hanno invitato Orazio a raggiungerli per parlargli dello spettro che è loro apparso le notti precedenti. Per le due sentinelle si tratta di un cattivo presagio che indica forse l'invasione imminente delle truppe di Fortebraccio, principe di Norvegia. Orazio rifiuta di credere loro fino a quando vede apparire lo spettro che egli identifica come il re Amleto, recentemente deceduto. Lo spettro non dice nulla e scompare quasi immediatamente. Riappare poco dopo e sembra sul punto di parlare quando il canto del gallo, che annuncia l'alba, lo costringe a scomparire. Orazio decide allora di informare Amleto dell'accaduto. - Si apre con l’interrogativo who, il problema dell’atto. - Scambio di battute rapido: modello retorico della sitcomitia di Seneca - Scena buia resa da riferimenti verbali: diverse metafore. La difficile percezione visiva aumenta la focalizzazione drammatica nell’attesa dell’apparizione - Scetticismo di Orazio: rispecchia quello di alcune auctoritas elisabettiane (A Discovery of Witchcraft R. Scot, Demonologie Giacomo I) - Udito: orientamento sensoriale centrale della tragedia. - Tema dell’usurpazione: creatura che usurpa la figura del re; il nuovo Re Claudio Atto I, scena 2 - In una delle sale del castello, Claudio re di Danimarca fratello del re defunto e dunque zio di Amleto, parla della sua ascesa al trono, in seguito alla morte del padre di Amleto, del suo matrimonio con Gertrude, la regina vedova, ed annuncia di avere scritto al vecchio re di Norvegia per chiedergli di porre fine alle ambizioni di suo nipote Fortebraccio che vuole riconquistare le terre perse da suo padre. Si rivolge in seguito a Laerte, figlio del suo consigliere Polonio, e gli dà il permesso di tornare a Parigi. Interroga Amleto (vestito di nero in segno di lutto [a differenza della madre] e in disparte) sulle ragioni della sua malinconia. (si rivolge ad A. con appellativo ‘son’ and ‘cousin’ congiunto). Gli consiglia di porre fine alla sua tristezza, che giudica irragionevole, e gli chiede di non riprendere gli studi all'università di Wittenberg. La regina unisce le sue preghiere a quelle del re ed Amleto promette di fare tutto il possibile per obbedirle. Amleto v 23. - Stile del discorso di Claudio: elaborato e cerimonioso. Periodi lunghi e obliqui in contrasto con le battute della prima scena. [+ allegoria medievale: il Re è la testa dello Stato, il uso consigliere è il cuore]. Nel discorso di Claudio regna l’ipocrisia: v 11, vv 3-4. v 105 - Antitesi dolore morte del fratello – gioia per il proprio matrimonio. - Parallelismi tra i principi Fortebraccio e Amleto (zii al trono ed entrambi chiamati con l’appellativo ‘young’) - Monologo iperbolico di Amleto, dopo il discorso con il Re, dove confronta l’immagine del padre paragonato al titano Iperione con quella ibrida del satiro Claudio. Condanna anche la Regina: nella sua fretta di risposarsi è meno razionale e meno capace di sentimenti al pari di una bestia. Biasima la madre poiché inconsapevole della colpevolezza di Claudio. - Discorso con le sentinelle e Orazio, O. non ha dubbi sulla veridicità dell’accaduto. Il fantasma descritto con termini militari. A. è indeciso tra l’apparizione come un ingannevole simulacro (protestante) o che sia l’anima di suo padre (cattolicesimo e Purgatorio). - Atto dell’ascolto: orecchio associato con la violenza del discorso. Atto I, scena 3 – scena dedicata alla famiglia di Polonio. Laerte si prepara a partire per la Francia. Mette in guardia sua sorella Ofelia contro le dichiarazioni d'amore di Amleto. ‘frivolezza delle sue attenzioni, dettate da una passeggera attrazione sessuale’. Anche se i sentimenti di Amleto possono essere autentici, quest'ultimo resta un principe e dunque non libero di sposare chi vuole. Ofelia da una risposta cortese ma arguta, dimostrando che l’ingenuità attribuitale dal padre e dal fratello è un preconcetto errato. Arriva Polonio, che si prodiga in consigli pressanti a Laerte, quindi chiede a Ofelia di evitare Amleto, rimproverandola, considerandola sprovveduta (sia L. [vv 34-35] che P. [v 123] utilizzano metafore militari). Ofelia promette di obbedirgli. - Orecchio di nuovo associato al pericolo: l’ascolto delle parole di Amleto può comportare la perdita della verginità di Ofelia. Atto I, scena 4 – Spalti del castello, interrogativo sull’identità del fantasma. Amleto, Orazio e Marcello attendono, sugli spalti del castello, la comparsa dello spettro. Sentendo gli echi dei festeggiamenti dati dal nuovo re al castello di Elsinore, Amleto commenta la reputazione di ubriaconi acquisita dai Danesi: un'inclinazione naturale in un popolo o in un individuo può spesso «guastare la sostanza più nobile». Lo spettro appare ed Amleto lo scongiura di parlare. Lo spettro gli fa segno di seguirlo ed Amleto accetta, disattendendo i consigli dei suoi compagni. - Lo spettro compare durante il discorso del figlio sui vizi umani, argomento di cui parlerà il re - Orazio raffigura l’ipotetica follia di Amleto. - La tentata dissuasione di Amleto da parte di Orazio introduce il tema della tentazione del suicidio e la prospettiva della follia del principe, entrambi causa di uno spirito diabolico. Atto I, scena 5 - Lo spettro dichiara di essere lo spirito di suo padre ritornato sulla terra per ingiungergli di vendicarlo. Confessa ad Amleto di essere stato assassinato da suo zio Claudio, che, approfittando del sonno, gli ha versato un veleno mortale nelle orecchie. Dopo avere compiuto il suo misfatto, Claudio ha fatto credere a tutti che il vecchio re fosse stato punto da un serpente. Amleto padre, ucciso senza potersi pentire dei propri peccati (Eucarestia, Confessione, Estrema unzione, Amleto non ucciderà infatti Claudio mentre è in preghiera per non salvare la sua anima) ormai è condannato ad errare nei gironi del Purgatorio. Chiede pertanto ad Amleto di punire il fratello assassino ed incestuoso ma di non fare male alla madre che sarà, sempre e comunque, in preda ai rimorsi della coscienza. Lo spettro scompare. Arrivano Orazio e Marcello. Amleto finge indifferenza e per tre volte fa loro giurare di nulla rivelare dell'apparizione di questa notte. Ad ogni volta, lo spettro, ormai invisibile, grida «Giurate!». Giurano infine di nulla rivelare e di non lasciare nulla intendere anche se la condotta di Amleto sembra loro strana e singolare. - Pene purgatoriali: dottrina cattolica, prova del presunto cattolicesimo di S. - L’orecchio (poi avvelenato) diventa sineddoche della società danese, avvelenata a sua volta dalla falsa versione della sua morte - Triplice usurpazione di Claudio: del trono, della moglie, della vita del re. - Amleto descrive proletticamente la sua strategia di follia, segnalando come sarà una messa in scena (gestualità incontrollata, svuotamento di senso dalle espressioni) - Amleto esprime già il senso di inadeguatezza rispetto al gravoso compito affidatogli. - Invito ad andare in convento: potrebbe offrire protezione per la casstità di Ofelia, ma in questo mondo decaduto anche un potersi trasformare nel proprio opposto. - Affermazione profetica di Amleto: Polonio sarà ucciso in quanto invece di rimanere al sicuro in casa ha voluto intromettersi negli affari del principe. - La scena si conclude con la decisione da parte del re di mandare A. in Inghilterra Atto III, scena 2 – Scena drammatica nonché metadrammatica, in quanto offre il dramma nel dramma (dramma che segna una distanza stilistica abissale dalla tragedia, con rime baciate, retorica ampollosa, ripetitiva e perifrastica). La performance è preceduta dalle considerazioni del Principe sulla recitazione (manifesto shakespeariano sulla recitazione e attacco agli eccessi degli attori elisabettiani). Dopo avere dato le sue istruzioni agli attori, Amleto incarica Orazio (onesto ed equilibrato, l’anima di Amleto lo ha eletto come suo amato) di spiare le reazioni del re durante la rappresentazione. Il re, la regina e la loro corte vengono ad assistere alla rappresentazione. Amleto, la testa sulle ginocchia di Ofelia, si prepara a commentarle la pièce che è preceduta di un riassunto mimato dell'azione (pantomima, rappresentazione allegorica delle tematiche drammatizzate, faceva parte della tradizione teatrale inglese del primo ‘500), seguito da alcune parole indirizzate al pubblico da un personaggio chiamato "Prologo". La pièce propriamente detta comincia. Mette l'accento sui temi del tradimento, dell'omicidio e dell'incesto. Nel momento in cui Luciano versa del veleno nell'orecchio del re, Claudio si alza e lascia la sala, benché Amleto gli abbia garantito che si trattava di una pièce incentrata sull'omicidio del duca Gonzaga a Vienna. Ma Amleto in realtà è sicuro di avere ottenuto così la conferma dell'omicidio del padre. Il re invia Rosencrantz e Guildenstern (dal quale Amleto prende le distanze utilizzando per la prima volta un plurale maiestatis), quindi Polonio, a comunicare ad Amleto il desiderio della madre di avere un incontro con lui. Amleto dichiara la sua intenzione di vendicarsi della morte del padre ma decide di procedere verso la madre solo con atti verbali. - Il titolo dato da Amleto al dramma è ‘The Mousetrap’, che allude in primo luogo al suo scopo di “cogliere in trappola la coscienza del re”. È anche un’appropriata descrizione dell’azione centrale della pièce in scena, che riguarda un tranello teso ad una vittima ignara. È applicabile in modo più esteso a tanti episodi dello stesso Amleto. - L’evento storico al quale si ispira l’assassinio del re Amleto è la morte a Pesaro del Duca di Urbino. - Nella pièce l’assassino è nipote e non fratello del re, facendo sovrimporre la figura dell’assassino a quella del vendicatore (Amleto stesso). La scena acquista quindi una duplice referenzialità, analettica e prolettica dell’uccisione del re Amleto e la vendetta di Amleto figlio. - For if the king like not the comedy, why then, belike – he likes it not, pardie. Parodia della Tragedia Spagnola di Kyd, capostipite delle tragedie inglesi della vendetta. Per Amleto, se non piace al re, è un buon segno Atto III, scena 3 – Da un lato Claudio drammatizza la sua reazione alla pièce, dall’altro vediamo in scena la mancata occasione di vendetta da parte del Principe a causa di un’erronea interpretazione del comportamento del re. Claudio incarica Rosencrantz e Guildenstern di accompagnare Amleto in Inghilterra. Polonio s'appresta a spiare Amleto durante il colloquio con la regina. Rimasto solo, il re prova rimorsi. Si inginocchia per pregare ed ottenere il perdono dei suoi peccati (vorrebbe ottenere il perdono senza però rinunciare ai frutti del peccato: il potere). Entra Amleto. Potrebbe facilmente uccidere il re ma decide di risparmiarlo perché uccidere lo zio in preghiera avrebbe per risultato di fargli guadagnare il paradiso. - A fine scena, sia Amleto sia Claudio producono distici finali, per sottolineare un parallelismo fra le loro rispettive défaillance: Claudio fallisce nel tentativo di pregare, Amleto nel tentativo di ucciderlo. Atto III, scena 4 – Scena cruciale dello scontro diretto tra figlio e madre, ha luogo nel closet di Gertrude (stanza privata). Si ricostruisce tra le pareti domestiche il ‘nucleo familiare’, anche se Gertrude non può vedere il fantasma (che si presenta qui in camicia da notte, adeguandosi al contesto, in contrasto con l’armatura del primo atto) di Amleto padre. L’uccisione di Polonio, è relegata al ruolo di incidente marginale. Polonio, nascosto dietro una tenda, assiste all'incontro di Amleto con la madre. Il comportamento brutale di Amleto spaventa la regina che chiama aiuto. Polonio si muove e denuncia la sua presenza, fatalmente per lui: Amleto lo uccide, credendo sia il re. Rimprovera alla madre la sua condotta indegna e la sua mancanza di virtù. Lo spettro del re defunto appare allora e chiede ad Amleto di vendicarsi di Claudio ma di non aggiungere alle tante sofferenze anche quelle della madre, ma di proteggerla da sé stessa. Amleto chiede alla madre di non dormire più con Claudio e assumere un comportamento più virtuoso, ma cambia parere e le consiglia ironicamente di accogliere il re e di raccontargli quanto appena successo. Abbandona la scena trascinandosi dietro il cadavere di Polonio (ridotto a sineddoche di ‘budella’, richiamando Saxo Grammaticus). La morte di Polonio rappresenta una punizione per Amleto, in parte per il peso che avrà sulla coscienza (anche se non dimostra eccessivo rimorso) e in parte perché avrà gravi conseguenze personali e politiche. - All’inizio della conversazione con G., A. nell’echeggiarla polemicamente, capovolge la referenzialità di father (da re Claudio al re Amleto) e poi il significato di offended (da da ‘fatto arrabbiare’ a ‘disonorato’). - accusa di adulterio incestuoso, che la madre non respinge (a differenza dell’imputazione di aver ucciso il marito). Amleto esprime per due volte tutto il suo disgusto morale e fisico nei confronti degli atti compiuti dalla madre. - Nell’uccisione di Polonio, A. si riferisce al proverbio ‘il topo si tradì facendo rumore’, anche con allusione alla Mousetrap dato che A. rede di aver beccato il ‘topo’ oggetto della sua vendetta ovvero Claudio. - Amleto, alla fine della scena, fa intendere che ha capito le intenzioni omicide di Claudio, e intende far ritorcere il piano dei suoi nemici contro di loro; non si sa se ha già in mente lo stratagemma per far uccidere R & G ma quanto a Claudio, verrà pugnalato con la stessa spada avvelenata che aveva destinato all’uccisione del figliastro. ATTO IV Atto IV, scena 1 – è la continuazione della scena precedente, dal momento che la regina è ancora in scena. Gertrude ha ormai la certezza che suo figlio è in preda alla pazzia. Mette il re a corrente della morte di Polonio. Claudio si rende conto che era lui stesso il vero obiettivo di Amleto e incarica Rosencrantz e Guildenstern di partire immediatamente per l'Inghilterra. - Nel discorso tra G e C, la regina sembra recitare una sorta di iperbolica pantomima per il re. Claudio adotta per tutta la scena il plurale maiestatis. - Dopo un momento di suspence, Gertrude sembra stia per rivelare tutto, per poi rimanere fedele alla parola data ad Amleto e descriverlo come ‘più folle che mai’. - La preoccupazione principale del Re è solo riferita alle conseguenze politiche dell’uccisione di Polonio. Atto IV, scena 2 – Rosencrantz e Guildenstern tentano di scoprire il luogo in cui Amleto ha nascosto il cadavere di Polonio. Amleto li canzona (trattandoli sempre con maggiore diffidenza e disprezzo) e rifiuta di rispondere loro. Accetta tuttavia di incontrare il re. - Paragone fra R. e la spugna (Vita di Vespasiano, Svetonio), il Re scarterà presto R & G quando non gli serviranno più. Amleto offre loro consigli politici che non sono in grado di accogliere. - Il discorso di Amleto è knavish (d’un furfante) sia perché è scortese nei confronti dell’interlocutore, sia perché si riferisce a un autentico furfante ovvero Claudio. Atto IV, scena 3 – non c’è censura sul piano temporale, tutto l’atto crea l’effetto della contemporaneità degli eventi che si svolgono in luoghi alternati. In questa scena Amleto adopera nuovamente la sua antic disposition per attaccare Claudio, il quale rivela al pubblico lo stratagemma per eliminare il Principe. Amleto rifiuta di rispondere alle domande del re e finge sorpresa e contentezza alla notizia della sua spedizione in Inghilterra. Lasciato solo, Claudio rivela in un soliloquio che ha ordinato che Amleto sia assassinato subito dopo il suo arrivo in Inghilterra. - Per la prima volta Amleto viene presentato in una dimensione politica e pubblica: la sua popolarità presso la moltitudine crea problemi a Claudio in un sistema di monarchia elettiva: il sostegno della gente potrebbe portare alla sostituzione del re attuale con il figliastro. - Per Claudio, l’opportunità politica che la partenza di Amleto sembri un evento ben meditato spinge il re a giustificare la saggezza della decisione con Amleto medesimo. Atto IV, scena 4 – la parentesi dedicata a Fortebraccio interrompe la lunga e continuativa sequenza dell’azione all’interno del castello, ricordandoci della missione militare in Norvegia. Vediamo per la prima volta Young Fortinbras, vendicatore del padre morto, destinato a succedere Claudio al posto di Amleto. Fortebraccio attraversa la Danimarca per andare a conquistare alcune sterili terre in Polonia. Pensando alla semplicità della posta in gioco - vendicare la morte di suo padre e l'onore di sua madre - Amleto si rimprovera della propria inerzia. - Sul piano simbolico vi è una quasi contemporanea entrata e uscita dei due Principi, che non si incontrano: è emblema del parallelismo speculare fra i due, e dei loro opposti destini. - Antitesi tra energico attivismo di F. e inattività di A. - Soliloquio di Amleto volto all’auto-biasimarsi, ancora una volta, per il ritardo nell’effettuare la vendetta. Considera l’ipotesi che il suo sia un eccesso di scrupolo e di pensiero: una delle possibili cause della sua inazione. Atto IV, scena 5 – è la scena della pazzia di Ofelia, che crea un rapporto di parallelismo e di contrasto con la follia finta/vera di Amleto, anche per i tentativi degli altri di interpretare le sue parole e i suoi gesti. Le canzoni di Ofelia esprimono il suo dolore sia per la scomparsa di suo padre sia per il rifiuto da parte di Amleto (‘he is dead’ sembrerebbe alludere al padre defunto e la nostalgia per un amore perduto parrebbe evocare il ricordo di Amleto. La sovrapposizione delle due figure maschili – analoga a quella fra madre padre e patrigno del folle Amleto – suggerisce che la pazzia di Ofelia sia attribuibile alla manipolazione della fanciulla e poi all’averle spezzato il cuore tramite l’abbandono). Ofelia appare, resa folle dal dolore. La regina tenta di condurla alla ragione ma Ofelia non risponde e si limita a cantare delle tristi canzoni d'amore. Arriva Laerte, di ritorno dalla Francia, ed esige che gli dicano la verità sulla morte del padre come anche le ragioni per le quali non gli abbiano tributato i funerali di stato. Al momento in cui il re si prepara ad offrirgli spiegazioni, Ofelia entra in scena. Rendendosi conto di ciò che è successo alla sorella, Laerte si promette di punire i responsabili della morte di suo padre. - ‘adirarsi per nulla’, sintomo classico della malinconia. Capelli sciolti e disordinati, segno della follia. - Ofelia afferma delle scomode verità: i ‘tricks’ potrebbero alludere alle macchinazioni, comprese le manipolazioni della stessa fanciulla, ordite da Claudio.
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