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attualizzazione su giovanna d'arco, Temi di Italiano

ricerca sotto forma di tema su giovanna d'arco, con rita levi montalcini

Tipologia: Temi

2020/2021

Caricato il 31/05/2022

zoemazzu
zoemazzu 🇮🇹

5

(1)

16 documenti

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Scarica attualizzazione su giovanna d'arco e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! ATTUALIZZAZIONE SU GIOVANNA D’ARCO Commenta prendendo spunto da questa domanda: quale donna assoceresti a Giovanna D’Arco e perché? RITA LEVI MONTALCINI La prima donna alla quale ho pensato di associare alla figura di Giovanna D’Arco è Rita Levi Montalcini, una donna brillante, anche chiamata “la signora della scienza” per quel suo modo sempre impeccabile di fare, elegante e ordinatissima, accuratamente pettinata, senza nascondere mai gioielli sotto il suo camice di laboratorio che è stato la divisa della sua vita, possiamo metter ciò a confronto con Giovanna D’Arco che ha fatto della sua armatura ragione di vita, che la rendeva una creatura sacra, né una donna né un adolescente. Anche lei ha combattuto spesso andando contro tutti e tutto per difendere i suoi ideali, prima contro il padre per tutelare i propri diritti e poter proseguire ciò che le stava a cuore, poi successivamente durante la persecuzione dei nazisti verso gli ebrei che l’ha portata ad interrompere i propri studi e a scappare di città in città sotto falso nome sola e con la sua famiglia; infine nel lavoro perché circondata da uomini con una mentalità ottusa come il padre che consideravano la donna inadatta ad intraprendere una carriera scientifica che non combaciava con il matrimonio e la famiglia. La loro determinazione le ha portate a molti successi, dopo grandi sacrifici, ma l’epilogo delle loro due vite è nettamente diverso, da una parte abbiamo Rita la quale ha avuto riconoscimenti in vita quindi possiamo parlare di lieto fine, dall’altra Giovanna eroina che in vita è stata tradita e uccisa senza alcun apparente motivo, messa al rogo come strega ed eretica. Solo successivamente nel 1546 la chiesa revocò e annullò il processo e tutti i suoi capi di imputazione, celebrata quindi come eroina e fondatrice della monarchia francese. Giovanna è rimasta però sempre una figura scomoda in vita e dopo la sua morte. Perché nata in un mondo che identifica la forza e il coraggio con il genere maschile, la memoria del suo “travestimento” da soldato ha continuato a suscitare imbarazzo. Sono stati in molti a pensare che le sue azione da uomo abbiano rappresentato un affronto alla natura umana. Solo nel 1929 fu proclamata Santa, quindi possiamo dire che ha avuto il suo riscatto ma dopo molto tempo dalla sua morte. Rita profondamente innamorata della scienza e convinta che il suo scopo nella vita fosse quello di mettersi al servizio della comunità, la scienziata rinunciò a matrimonio e figli, era ancora giovanissima, infatti, quando andò contro la volontà di suo padre, chiarendo che non sarebbe diventata né moglie né madre. È cresciuta in una famiglia ebrea torinese, nata nel 1909, ha respirato fin dalla nascita arte e scienza, la mamma Adele era pittrice, successivamente anche la gemella Paola e la sorella maggiore Anna ne seguirono le orme, il fratello Gino scelse architettura. Rita si scoprì presto inclinata verso il ramo scientifico, in famiglia incarnato dal padre Adamo ingegnere elettromeccanico, però non incoraggiò la figlia su quella strada, anzi. Molto influenzato dal pensiero dell’epoca indirizzò la figlia verso un liceo femminile pensando che l’educazione scientifica e universitaria non fossero adatte ad una ragazza, infatti lei durante una delle sue solite interviste afferma che “mio padre reputava difficile conciliare la vita di madre e di moglie, con una vita di lavoro”. Questo non impedì a Rita di prendere da privatista la maturità classica per potersi iscrivere alla facoltà di medicina a Torino. Lo fece nel 1930 senza la benedizione del padre, lui le fece capire che non condivideva la sua scelta ma che non si sarebbe opposto perché maggiorenne. La sua laurea arrivò nel 1936 con una lode. La professoressa chiarì che non essersi sposata ed avuto figli non è mai stato un sacrificio, al contrario, riteneva di aver fatto tutto ciò che desiderava. Ad uno dei suoi convegni una signora le fece una domanda, le chiese se avesse accompagnato suo marito e se lui fosse uno dei relatori, a questa domanda lei rispose “mio marito sono io”. Ha spesso raccontato che quando era ancora giovanissima, la società non concedeva alcuno spazio alle donne, spesso trattate “come un oggetto di lusso o da distruggere”. Ha sempre colto ogni occasione per incoraggiarle a non lasciarsi ostacolare da nessuno e a non credersi mai inferiori agli uomini “dalle donne mi aspetto che si rendano conto del loro grande potenziale umano che è in loro, mai utilizzato perché sottomesse all’altro sesso. Non per inferiore capacità ma per diritto della forza fisica, non mentale”. Parlò anche ai giovani le qui sorti le stavano a cuore “la vita vale se crediamo sui valori etici, basati sulla cultura e sulla conoscenza.
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