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Avanguardie, Futurismo, Crepuscolarismo, Donne nella letteratura, Svevo, Pirandello, Appunti di Italiano

Avanguardie, Futurismo, Crepuscolarismo, Donne nella letteratura, Svevo, Pirandello

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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Scarica Avanguardie, Futurismo, Crepuscolarismo, Donne nella letteratura, Svevo, Pirandello e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! AVANGUARDIE STORICHE Le avanguardie storiche sono movimenti sorti nel ‘900, e poi interrotti dall’inizio della Prima guerra mondiale. Le principali avanguardie sono espressionismo, cubismo, dadaismo, surrealismo e futurismo. Esse sono accomunati da una forte volontà di rinnovamento e di rottura con il passato; infatti, rifiutano il Decadentismo e il rapporto con la tradizione classica e vogliono sperimentare nuove forme d'arte (sperimentalismo). FUTURISMO Il primo movimento delle avanguardie in Italia è il Futurismo. A porre le basi per lo sviluppo del Futurismo è il Manifesto del Futurismo (1909) di Filippo Tommaso Marinetti pubblicato sulla rivista francese Le Figaro, in cui descrive le caratteristiche della corrente in 11 punti. Il futurismo vede nella poesia lo strumento per esaltare: - la rottura con le convinzioni tradizionali attraverso la distruzione dei luoghi di culto - il progresso scientifico e tecnologico - l’amore per la velocità delle macchine - il dinamismo - la violenza e la guerra come mezzo di purificazione della società - il femminismo (vorrebbero eliminare l’idea della donna sottomessa all’uomo, in quanto di principio le donne sono uguali agli uomini e non dovrebbero ribellarsi) I futuristi prendono distanze dal verismo, perché non descrivono la realtà come appare, e dal simbolismo in quanto propongono nuove tecniche per fare l’arte. Infatti, i futuristi molto spesso ricorrono all’ermetismo, una corrente letteraria caratterizzata dall’uso di uno stile senza sintassi e senza lessico, spesso indecifrabile, che racchiude in poche parole concetti profondi (gli ermetici più noti sono Ungaretti e Quasimodo). Cercano l'attenzione attraverso atteggiamenti provocatori, in particolare con le "serate futuriste", cioè delle esibizioni teatri che coinvolgevano il pubblico stesso. Altri esponenti futuristi sono Aldo Palazzeschi e Ardengo Soffici. CREPUSCOLARISMO Il termine crepuscolarismo viene coniato da Giuseppe Antonio Borgese nel 1910 per indicare il tramonto, appunto il crepuscolo, della poesia tradizionale ottocentesca. La poesia crepuscolare vede in Roma e Torino i suoi centri di maggiore sviluppo; rifiuta la concezione del poeta vate di Pascoli e il superomismo ed estetismo di D’Annunzio; è caratterizzata dal desiderio di rinnovamento tematico e stilistico della poesia. I crepuscolari prendono come modelli di riferimento: - il simbolismo francese in particolare Verlaine - la poetica delle piccole cose e del fanciullino di Pascoli - il Poema paradisiaco di D'Annunzio (si allontana dalla vita da esteta e si avvicina alla vita ingenua) I maggiori esponenti sono: Guido Gozzano, Marino Moretti, Clemente Rebora e Dino Campana. ROMANZO DELLA CRISI Il romanzo del ‘900, definita romanzo della crisi, è caratterizzato dal superamento dei modelli culturali del passato e da un senso di disagio esistenziale. Il clima culturale è fortemente influenzato dai presupposi filosofici e scientifici di Bergson, Nietzsche, Freud e Einstein. La nuova narrativa è caratterizzata da: - rappresentazione della realtà soggettiva (si distanzia quindi dal Verismo) - l’uso frequente del narratore in prima persona - descrizione dell’aspetto psicologico e interiore dei personaggi, per lo più nevrotici, inetti o malati - l’uso del flusso di coscienza (utilizzato in Coscienza di Zeno e Il fu Mattia Pascal) I maggiori esponenti italiani sono: Italo Svevo, Luigi Pirandello e Federigo Tozzi. Essi si ispirano agli esponenti europei: Joseph Conrad, Thomas Mann, Franz Kafka, Virginia Woolf, in particolare Marcel Proust e James Joyce. Marcel Proust in Ricerca del tempo perduto ripercorre in prima persona, attraverso la memoria, le varie tappe della sua vita. James Joyce in Ulisse riprende la tradizione classica di Odissea mettendo in scena i personaggi moderni che egli inventa. L’opera è divisa in 3 sezioni per un toltale di 18 capitoli: 1. Telemachia: riprende il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre Ulisse e ha per protagonista Stephen Dedalus. 2. Odissea: riprende le avventure di Ulisse e ha per protagonista Leopold Bloom. 3. Nostos: racconta il raggiungimento di Stephen e Bloom e il ritorno di Bloom dalla moglie Molly, il corrispettivo di Penelope. DONNE NELLA LETTERATURA Fino alla fine dell’800, nella letteratura le donne erano solo oggetto di descrizione, erano donne amate, donne angelo o donne fatali. La svolta avviene verso gli inizi del ‘900 quando i cambiamenti legati alla Seconda rivoluzione industriale hanno portano alla nascita dei primi movimenti per l'emancipazione femminile, in cui le donne si riuniscono per rivendicare il ruolo della donna nella società e i loro diritti. In questi anni le prime donne hanno iniziano ad affacciarsi nella letteratura. In Italia ci sono tre donne molto importanti per la letteratura italiana: Matilda Serao, Grazia Deledda e Sibilla Aleramo. Le scritture di queste tre scrittrici riprendono le tematiche del verismo e del decadentismo. Infatti, le loro opere sono spesso autografie; descrivono la realtà dei loro luoghi d’origine e raccontano le proprie esperienze di vita personali, caratterizzate da violenze e diverse difficoltà. MATILDE SERAO Matilde Serao ne Il paese di Cuccagna descrive l’atmosfera tipica della vita napoletana, in particolare si focalizza sul vizio dei napoletani di giocare al lotto. GRAZIA DELEDDA Grazia Deledda ambiante le sue narrazioni in Sardegna. È stata una delle prime donne a ricevere il Premio Nobel (1926). Nel suo capolavoro Canne al vento parla di tre sorelle di cui una si innamora di un uomo e insieme fuggono dalla Sardegna. Il matrimonio dà luce a un figlio, ma si rileva infelice. A un certo punto i genitori muoio e la storia aggira intorno al figlio che viene cresciuto dalle zie. SIBILLA ALERAMO Il vero nome di Sibilla Aleramo è Rina Faccio (molto spesso si decide di utilizzare uno pseudonimo perché all’epoca le donne scrittrici non erano accette e solo pubblicando con un nome falso poteva ottenere riconoscimento). Nel romanzo autobiografico Una donna Sibilla Aleramo racconta la sua vita vissuta infelice e vittima di un matrimonio combinato, dopo essere stata violentata dal suo compagno di lavoro. LUIGI PIRANDELLO VITA Luigi Pirandello nasce a Caos in Sicilia nel 1867 da una famiglia legata agli ideali risorgimentali. Nel 1880 si trasferisce con la famiglia a Palermo, dove frequenta il liceo. Finito il liceo parte per Roma, dove si iscrive alla Facoltà di lettere. Un litigio con un professore lo costringe a spostarsi all'Università di Bonn, dove si laurea nel 1891. Ritornato a Roma, nel 1894 sposa Antonietta Portulano che gli dà tre figli. Nel 1889 compone le sue prime opere (novelle, romanzi, teatri, saggi), tra cui Mal giocondo (1889) e Il turno (1895), e inizia le Novelle per un anno. Nel mentre inizia a lavorare come insegnante. Tra il 1903 e il 1904 la moglie dà segni di squilibrio mentale, che peggiorano con il tracollo economico dovuto all'allagamento della zolfara in cui Pirandello aveva investito tutti i suoi capitali. La moglie viene internata, il figlio Stefano viene fatto prigioniero e la figlia Lietta tenta il suicidio. In questa situazione difficile Pirandello continua a insegnare, porta a termine Il fu Mattia Pascal (1904) e pubblica L'umorismo (1908). Nel 1917 si dedica totalmente alla produzione teatrale e mette in scena Enrico IV (1922). Nel 1924 aderisce al fascismo (si pensa che sia stato costretto a sostenere il partito fascista perché altrimenti non poteva pubblicare le sue opere), ma poi si disinteressa di politica. Nel 1934 ottiene il premio Nobel e nel 1936 muore. POETICA (L’UMORISMO) Pirandello espone la sua poetica nel saggio L’umorismo (1908). Pirandello fa una distinzione tra comicità e umorismo: - la comicità, definita come "avvertimento del contrario", nasce dal contrasto tra l'apparenza e la realtà e genera quasi immediatamente la risata perché mostra subito la situazione evidentemente contraria a quella che dovrebbe normalmente essere - l’umorismo, definito come "sentimento del contrario", nasce invece da una riflessione profonda sulla situazione anomala che genera un sorriso amaro di comprensione. Per spiegarlo meglio Pirandello fa un semplice esempio. Davanti una situazione insolita, come un’anziana vestita e truccata da giovane, per distinto ci si mette a ridere perché si avverte che quella vecchia signora è il contrario di ciò che un’anziana dovrebbe essere (comicità). Però riflettendo, la vecchia signora non si presenta in quel modo per piacere, ma per la sua illusione di riuscire a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei (umorismo). TEORIE FILOSOFICHE La poetica pirandelliana è influenzata dalle teorie filosofiche del primo ‘900: - Freud – Pluralità dell’io: Freud dimostra che l’uomo non è “uno e indivisibile”, ma è formato da più livelli psichici (es, io, super-io). L’uomo, quindi, è un essere complesso e pieno di contraddizioni e anche per questo motivo è incapace di entrare in relazione con gli altri (incomunicabilità). - Bergson – Pluralità della realtà: Bergson afferma che la realtà non è oggettiva e dettata dalla scienza, ma è un flusso indistinto in continua trasformazione ed è inconoscibile perché dominata dalla casualità. Da questo concetto Pirandello estrapola il concetto di vita e forma: l’uomo è immerso nel flusso continuo della coscienza (vita), ma da questo poi deve focalizzarsi in un suo frammento e acquisire una maschera che gli impone la società (forma). (di ritrova in Il treno ha fischiato, La patente) - Simmel – Relativismo conoscitivo: secondo Simmel non esiste nessuna verità assoluta, ma solo verità relative, cioè esistono tante verità quanti sono i punti di vista delle persone (ognuno può interpretare un fatto a suo modo). (si ritrova in Uno, nessuno e centomila) - Binet – Frantumazione dell’io: Binet afferma che la realtà che ci circonda è soggettiva e rende l’identità umana debole perché una volta mascherati, l’uomo fa fatica a sottrarsi. NOVELLE PER UN ANNO Pirandello scrisse circa 250 novelle, raccolte sotto il titolo di Novelle per un anno, che avrebbe dovuto essere 365, quindi una per giorno. Le novelle propongono tematiche svariate, ma quella dominante è l’umorismo, e sono ambientate in Sicilia. I protagonisti appartengono spesso alla piccola borghesia impiegatizia e vivono una vita frustrata dalle trappole del lavoro e della famiglia. Le novelle iniziano con un incipit in medias res, una tecnica narrativa per cui la narrazione parte direttamente dal nucleo della storia, per coinvolgere il lettore che non conosce ancora i fatti antecedenti a quell'evento. Prevale il discorso diretto libero. IL TRENO HA FISCHIATO Belluca è un uomo modesto e sottomesso che lavora come contabile. La sua vita scorre monotona tra la carriera lavorativa e la routine domestica. A lavoro viene paragonato a un casellario ambulante, quindi alla stregua di un oggetto, e ad un vecchio somaro, alla stregua di un animale. Tornato a casa deve mantenere la moglie, la suocera e la sorella della suocera, tutte e tre cieche, poi le due figlie vedove con i loro figli. Un giorno Belluca era arrivato in ritardo al mattino, non aveva fatto niente tutto il giorno e alla sera si era ribellato al suo capo ufficio, che l'aveva giustamente rimproverato. Continuava pure a ripetere la frase: il treno ha fischiato. I suoi colleghi lo considerano impazzito e perciò Belluca è ora ricoverato all’ospizio. Quando il suo vicino di casa (narratore) va a trovarlo, Belluca gli racconta che una notte, mentre cercava di prendere sonno, ha sentito un treno fischiare e con l'immaginazione era salito sul treno ed aveva iniziato a viaggiare, fuggendo dalla vita soffocante che viveva. Il giorno dopo Belluca ammette di avere ecceduto, avrebbe chiesto scusa al capo ufficio e avrebbe ripreso la sua solita vita, perché si rende conto che nulla sarebbe cambiato. Il capo ufficio però doveva permettergli ogni tanto di prendersi un respiro, quando il treno fischia. Per Belluca la follia o l’immaginazione è l’unica soluzione di fuga dalle "trappole" della vita (lavoro e famiglia). TEMATICHE Pirandello affronta: - l’incompatibilità tra vita e forma: la vita è il desiderio e l’ideale che l’uomo ha, ma che le trappole della vita non gli permetto di vivere, mentre la forma è l’apparenza che non permette all’uomo di essere sé stesso perché la società stessa impone all’uomo di vivere sotto una maschera. L’unica via d’uscita si trova nella follia, che allo stesso tempo estrania l’uomo dalla società. - la tematica del forestiero: colui che ha preso coscienza del carattere fittizio della società e si isola e osserva i fatti con distanza, in modo da vedere in una prospettiva straniata la vera vita. - lanterninosofia: ogni uomo vive come se avesse una piccola lanterna sulla testa che proietta un fascio di luce, che rappresenta la sua visione dell’esistenza; più sono le certezze dell’uomo più intensa è la luce, più aumentano i dubbi (disagio interiore) più la luce si fa fioca. LA PATENTE Chiarchiaro ha perso il lavoro perché si è acquistato la fama di iettatore e decide di denunciare i due giovani che al suo passaggio hanno fanno gli scongiuri. Il giudice D’Andrea cerca di convincerlo a ritirare la querela che, secondo lui, avrebbe finito per penalizzarlo ulteriormente. Invece Chiarchiaro insiste nel voler in questo modo ottenere la “patente da iettatore” (comicità – Chiarchiaro non solo non vuole dimostrare la sua innocenza, anzi vuole pure una patente). Gli spiega che la mentalità superstiziosa dei compaesani gli hanno impedito di vivere e mantenere la famiglia e vuole propio sfruttare la fama da iettatore per essere pagato da coloro che non vogliono trovarsi la iella addosso e, a tal fine, voleva che la sua potenza di iettare fosse riconosciuta ufficialmente con una vera e propria “patente” (umorismo – Chiarchiaro svela il motivo dietro alla sua forte volontà di avere la “patente”). ROMANZI Pirandello scrisse 7 romanzi in cui è possibile cogliere il passaggio della sua poetica dal verismo all’umorismo: L’esclusa, Il turno, I vecchi e i giovani, Suo marito, Il fu Mattia Pascal, I Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Uno, nessuno e centomila. L’ESCLUSA Marta Ajala viene accusata dal marito Rocco Pentagora di averlo tradito con un deputato e viene cacciata ingiustamente di casa, perché Marta non aveva mai avuto rapporti con il deputato. Trasferitasi a Palermo Marta conosce il deputato e tradisce effettivamente il marito. Nel frattempo, Rocco si convince dell’innocenza della moglie e le chiede di tornare a casa. Il romanzo riflette come l’ambiente circostante possa condizionare il proprio vivere. IL FU MATTIA PASCAL Mattia Pascal è un bibliotecario che vive a Miragno con la moglie e la suocera. Soffocato dalla vita frustrante e, dopo la perdita di entrambe le figlie, Mattia decide di fuggire a Montecarlo, dove inizia a giocare alla roulette e vince una grande somma di denaro, pensando che con questo piccolo capitale, le cose possano migliorare. Tuttavia, sulla via del ritorno, legge sul giornale la notizia del suicidio di un uomo nel suo Paese, il cui cadavere è stato riconosciuto come suo da sua moglie e sua suocera. Mattia Pascal approfitta l’occasione, decide di cambiare la propria identità e iniziare una nuova vita. Allora cambia nome in Adriano Meis e affitta una casa a Roma. Qui si innamora della figlia del padrone di casa, ma si rende conto di essere vittima della trappola della finzione perché non può sposarla senza documenti. Decide allora di fuggire per la seconda volta e risorgere come Mattia Pascal. Inscena quindi il suicidio di Adriano Meis e torna alla vita originaria. Scopre però che la moglie si è risposata e non c’è più posto lui. Infine, torna a lavorare nella biblioteca e ogni tanto fa visita alla propria tomba. TEMATICHE Il testo condensa tutta la sua poetica: umorismo, trappole, doppio, l’incompatibilità tra vita e forma. - eroe piccolo borghese in trappola - fuga intervento del caso - impossibilità di sfuggire alla forma e di ritornarci - doppia identità - doppia trappola - libertà irraggiungibile - forestiero della vita UNO, NESSUNO E CENTOMILA Vitangelo Moscarda crede inizialmente di essere "uno", cioè di avere la sua identità: lavora come banchiere in un paesino siciliano e conduce una vita normale. Però da quando la moglie gli ha fatto notare che ha il naso un po’ storto, è afflitto da una crisi di identità: si rende conto che la propria immagine di sé non corrisponde all'immagine che gli altri hanno di lui. Si accorge di essere “centomila” perché gli sguardi degli altri su di lui sono tutti diversi, ma in realtà lui è “nessuno”; infatti, non è più quello che pensa di essere, nemmeno quello che gli altri pensano che lui sia. SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE (TEATRO) Su un palcoscenico una compagnia di attori e il Capocomico stavano facendo le prove, ma vengono interrotte da sei figure (un Padre, una Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina) che dichiarano di essere personaggi concepiti da un autore che non li ha mai rappresentati. Essi chiedono al Capocomico di mettere in scena il loro dramma. La compagnia accetta e i Personaggi raccontano agli attori la loro storia, caratterizzata da tradimento, relazioni incestuosi e morti tragiche. Ben presto tra gli attori e i Personaggi si apre un contrasto: gli attori non riescono a rappresentare il dramma reale dei Personaggi e il vero essere di ciascuno. Sulla scena la vita autentica appare falsa. La finzione culmina quando, come nel racconto dell'autore, il Personaggio Bambina di annega, e il Giovinetto si spara.
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