Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

BAMBINI E VIOLENZA RIASSUNTO COMPLETO E DETTAGLIATO, Sintesi del corso di Pedagogia

riassunto di questo libro con titolo 'bambini e violenza' dettagliato e molto interessante

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 29/09/2022

aurora-casertano
aurora-casertano 🇮🇹

18 documenti

1 / 27

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica BAMBINI E VIOLENZA RIASSUNTO COMPLETO E DETTAGLIATO e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! BAMBINI E VIOLENZA La grande guerra La grande guerra tra memoria e ricordo--- introduzione del periodo del 900--- Periodo più pacifico della storia, umanità più protetta e agiata figlio della pace. Greci= per loro senza memoria non ci sono le arti. Gothe= il genio era per tre quarti memoria. Memoria= è connessa con il nostro essere nel tempo ed essere fatti di tempo--- Essa è legata alla sopravvivenza nel tempo, lotta contro il tempo e decide ciò che deve sopravvivere= forza di conservazione (simili hai monumenti= testimoni della storia). È un'arte (ars), è collettiva, è culturale, ed ha bisogno di mediatori come monumenti--- Essa esiste perché c'è una comunità. Etimologia della parola memoria= a che fare con la ‘mens’= tenere a mente. Cultura= memoria non ereditata che che deve essere plasmata sancita e adattata attraverso la comunicazione linguistica le immagini e la ripetizione--- per questo motivo la memoria è un'arte che deve essere collettiva ed educata. Ricordo= è individuale, è una forza soggettiva, memoria comunicativa vissuta che si trasmette oralmente attraverso le generazioni--- infatti è una ‘vis’= forza vissuta, un’emozione. Etimologia della parola ricordo0 in essa c'è il ‘cor’= cuore--- perché ricordare è un tenere nel cuore. Ricordare è parte di quello che sei. Tra memoria il ricordo c'è la Memoria Orale ossia quella trasmessa direttamente in racconti di incontri faccia a faccia tra generazioni--- essa dura solo tre generazioni che convivono e vivono nello stesso momento. --- Se questo fosse vero, quindi dopo di esse i ricordi vengono dimenticati allora la memoria orale della prima guerra mondiale dovrebbe finire con questa generazione del 900 nonostante ciò lo scrittore dice che lui ricorda i racconti di suo nonno di suo padre. Dei racconti che che l'autore ha ascoltato da parte di suo nonno era un ascoltatore inconsapevole che vedeva rivivere gli oggetti nelle parole del protagonista. Nell'atletica intergenerazionale, che si costituisce sul rapporto tra coetanei e contemporanei, l'autore è stato contemporaneo di suo nonno ma per le sue figlie il passato passa e qualcosa scompare. Ciò comporta quindi che la cinghia di trasmissione tra legge e relazioni si interrompe e le generazioni passate sprofondano nell'oblio= frattura che separa la cronaca della storia. Secondo Antonio Scurati lui condivide che c'era nella corrente di suo nonno perché appunto c'era suo nonno di cui porto dal suo nome rimpiangere quindi il tempo della storia è il destino di chi non ha destino perché vive il tempo della cronaca. Il brivido è quasi mancanza di chi nel letto della sua camera legge delle vicende della grande guerra con paura e nostalgia--- questa è comunque una forma di dialogo perché noi siamo l'avvenire per cui i nostri nonni e padri hanno combattuto. Ricordare è vivere due volte L'oblio è un esito disumano--- sia sul piano collettivo che sul piano individuale. Piano collettivo= forma di empietà(errore di pensare che il mio io non sia preceduto da niente) nei confronti degli scomparsi. Se questo fosse vero allora ricordare la grande guerra significa ricordare qualcosa che dovrebbe essere dimenticato e cancellato definitivamente. Nonostante ciò è vero che chi dimentica il passato sarà costretto a ripercorrerlo. La storia e una memoria utile per comportarsi bene nel futuro--- Ed essa può essere maestra solo a coloro che non hanno troppa fretta di dimenticare. La memoria quindi e in realtà rivolta al futuro--- per questo da un lato è utile commemorare e ricordare e studiare la prima guerra mondiale ma dall'altro sarebbe anche giusto dimenticare la crudeltà della guerra---- Il problema quindi è COME RICORDARE SENZA COMMEMORARE: Odio la guerra mamo coloro che l'hanno combattuta. Prima guerra mondiale= fa parte della memoria collettiva moderna e della biografia di tutti quelli che sono nati nel 900. i nonni della generazione precedente l'hanno combattuta con un atteggiamento di fedeltà alla consegna. (suo papà ha combattuto e anche il nonno, papà età di 21 anni)--- noi figli e nipoti ne abbiamo solo sentito parlare attraverso la memoria orale che dura per tre generazioni. Nonni e papà sono stati educati ad una pedagogia patriottica nel mito della guerra--- i nipoti nel mito della pace che è solo un luogo comune. La storia non cambia siamo noi che cambiamo--- ieri si pensava che fosse indispensabile combattere oggi siamo amici della pace. Mito= ha conosciuto la forza delle mitologie politiche che sono la condivisione di una certa visione del mondo--- il mito è tale affinché e creduto vero--- ieri ad esempio c'era il mito dell'obbedienza della lotta di classe quella guerra, ieri i bambini giocavano alla guerra e gli piaceva la guerra. La pedagogia tradizionale si è nutrita del mito dell'eroe che spesso era un soldato--- la prima guerra mondiale ha trasformato la pedagogia di massa della guerra in celebrazione della morte attraverso un paradigma culturale primordiale. La prima guerra mondiale e nuova in molti aspetti come il fattore decisivo che è la nazionalizzazione dell'infanzia--- Gibelli= ha lavorato sul rapporto tra l’infantilizzazione del soldato e militarizzazione del bambino (invertiti x farne quasi un’equazione). Il giovanilismo si è servito dell'infanzia come costruzione simbolica in cui alcuni aspetti di essa sono stati mobilitati e indirizzati come fondamentali risorse politiche= vere e proprie armi. Sia la grande guerra ma soprattutto la seconda hanno lasciato tracce profonde nella psiche assuefatto alla violenza all'odio e alla morte. La guerra viene vista come una parentesi che è stata preparata e seguita da un'educazione nella quale non c'erano antidoti alla distruttività umana ed ha semplicemente confermato un modo di comportarsi soprattutto con i bambini che qualcuno ha chiamato PEDAGOGIA NERA. Katrina Rutschky= Sociologa tedesca che ha ricostruito le pratiche educative degli ultimi due secoli fino ai nostri giorni basandosi su un'immagine negativa dell'infanzia come natura che deve essere duramente corretta e disciplinata. Pedagogia nera= nasce dalla fondamentale premessa antropologica dell'innata cattiveria del bambino--- perché educare significa disciplinare e correggere spesso con pratiche autoritarie e violente--- essa è la pedagogia della frusta ma anche della severità e crudeltà. Ha introdotto la nozione di pedagogia nera. questa stessa pedagogia però ha negato il bisogno di protezione e comunicazione del bambino--- qui emerge l'inaccettabile unilateralismo. la Miller si trova in affinità con il pensiero di Montessori ma essa non viene citata Montessori--- è stata la prima a descrivere le ferite dell'anima infantile dicendo che esso si vendicherà nella società, e che la pedagogia nera si poggia sulla autoritarismo che l'adulto ha sempre esercitato sul bambino--- pensiero uguale in Miller. Ilaria filograsso ci fa notare che per la Montessori l'adulto e autoritario è chiusa i reali bisogni del bambino. Montessori--- crede che la nuova educazione libererà il bambino da ogni forma di autoritarismo incomprensione Miller--- si mostra meno ottimista dando l'impressione di credere che tutti i mali del mondo derivano dalla pedagogizazzione dell'infanzia. Tema della guerra= L'opera di Montessori sembra anticipare e completare quella di Miller esponendo ciò che manca per costruire una vera e propria pedagogia bianca capace di prevenire e curare la propensione adulta alla riproduzione di violenza tra generazioni. Montessori--- analizzato lesioni fisiche psichiche e dell'anima e si è posta la domanda perché la guerra?--- che si erano posti anche Einstein e Freud--- E. la chiede a F.--- che risponde che nel cuore degli uomini non c'è solo l'eros ma anche il tanatos ossia istinto di morte. Maria Montessori non si trova in accordo poiché le loro risposte sono limitate dal loro concepire il problema solo dal punto di vista del mondo adulto--- concorda che per essi la guerra è qualcosa di inalienabile dalla storia umana--- nonostante gli uomini amano la pace la storia è una storia di guerre. Teorie sulla aggressività: Eibl-Eibes-feldt= non è certo se l'aggressività sia un istinto primario---1 TEORIA: quindi l'uomo essendo animale socievole ha tendenze aggressive (segue il pensiero di Lawrence da cui in parte si distacca)--- l'aggressività può essere un comportamento innato che può avere una funzione adattiva. Concorda invece con lorenz perché spiegando la natura dell'aggressività si può contribuire a vincerla. Osserva che l'esperienza di privazione della prima infanzia possono creare una personalità adulta aggressiva e ancora da dimostrare poiché tutto il possibile è stato ritenuto responsabile di atteggiamenti aggressivi. 2 TEORIA: di Bandura--- chiamata teoria dell'apprendimento. Un bambino impara dal modello dei genitori e delle persone che lo circondano e quindi ne segue il modello e lo imita e questo effetto del modello agisce a lungo. 3 TEORIA: teoria dell'aggressività da frustrazione--- proposta da Dollard Un freno a un comportamento diretto ossia una frustrazione suscita atti aggressivi che aiutano a superare l'ostacolo. 4 TEORIA: spiegazione etologica Freud--- riteneva che alla base del comportamento aggressivo ci fosse una pulsione all'aggressività Lorenz--- dice che l'aggressività intraspecifica sia una vera pulsione che però si collega al sistema agonale per cui ad esempio la diffidenza per gli estranei è innata. Al riguardo Eibl--- crede che essa sia una teoria che integra le altre e che l'innato aiuti a rendere possibile il controllo dell'aggressività--- quindi è necessario avere limiti e divieti. errore dell'educazione permissiva ---crede che ogni divieto provochi frustrazione. l'aggressività può essere controllata socialmente attraverso l'educazione. Montessori= noi siamo costantemente in guerra con noi stessi perché siamo i figli di bambini che sono stati costantemente in lotta con gli adulti--- la causa della distruttività umana è da ricercarsi nella guerra sorda perché nascosta da un mantello di evidenze contrarie che ha contrapposto il popolo dei bambini alla società degli adulti--- questo è il seme del mare è il frutto della discordia--- questa incomprensione è così antica e radicata nell'animo umano che sembra quasi naturale. per questo la guerra sembrerà una condizione primaria dell'essere umano, è la vita una lotta degli uni contro gli altri. Lei ritiene che la pace siano necessità del presente. Lei definisce la guerra tra adulto e bambino come una guerra senza tregua, oggi chiamata educazione. Montessori= distingue la concezione negativa della pace come assenza di guerra---Pace negativa come in ogni dopoguerra di dolore riadattamento e risentimento. Concetto di Pace= crede che un'educazione propensa affondare la pace non deve solo ricercare i mezzi e gli atti da sottrarre al bambino non basta evitare i giocattoli che simulano una guerra e nemmeno inculcare l'amore e il rispetto per l'uomo. Montessori ricorda il senso profondo dell'ara Pacis e di come la pace non ci sia e che essa sia un'idea astratta, e come settis ci ricorda di non cercare la dea della pace perché essa non c'è--- LA PACE È IL RISULTATO DI UNA SOCIETÀ ARMONIOSA. Il vero problema non è la pace ma l'educazione perché solo essa può costruire la pace--- la guerra infatti nasce dalle incomprensioni dei bisogni del bambino--- esso è maestro di pace. per fare pace tra adulti serve fare pace con il bambino. Costruire la pace e opera dell'educazione= perché oltre alla concezione negativa della pace coincide una concezione dell'educazione come ricostruzione e rimedio che fa inaridire di individuo e e fa sembrare la pace come un adattamento forzato dei vinti. Abbiamo parlato di educazione ma qual è questa educazione= concezione positiva della pace ossia educazione senza aggettivi--- educazione come scienza della pace--- un'educazione che fin dalla nascita può porre fine alla guerra tra adulto e bambino che è la causa di ogni altra guerra. Coloro che vogliono la guerra hanno preparato la gioventù alla guerra ma coloro che vogliono la pace hanno trascurato l'infanzia e quindi non hanno organizzato la pace. L'educazione costruttiva della pace non si limita solamente all'istruzione scolastica ma è un'opera di portata universale--- la normalizzazione dell'educazione del bambino fin da piccolo può salvare l'umanità dalla guerra. Per Montessori la speranza di pace risiede nello sviluppo normale del bambino. Un'educazione non violenta e costruttrice di pace Il tema della pace per Montessori sarà centrale e attraverserà tutto il suo percorso intellettuale--- Centrale il tema anche della ridefinizione del ruolo femminile nella società è il ruolo che la donna otterrà in base alle sue scelte portando così anch'esso alla realizzazione della pace il discorso quindi sui diritti delle donne della salute l'istruzione il lavoro e parità porteranno ad una società più giusta e pacifica. Per Montessori sono inoltre utili gli interventi umanitari concreti allo scopo di contribuire al progresso e ad un bene comune e morale della società--- dopo l'apertura delle case dei bambini nel 1907 Montessori riinizia a collegarsi al tema della pace portandone testimonianza in quattro conferenze tenute nel 1917 parlando di come la sua proposta educativa aiuterà a costruire una società di pace. Soluzione di M.= istituire un'organizzazione internazionale costituita da medici educatori formati per aiutare i bambini vittime della guerra. Inoltre il suo discorso sulla pace avviata in relazione al ruolo della donna si Lega a quello del ruolo dell'educazione come liberazione del potere creativo dell'infanzia e quindi all'aiuto dello sviluppo naturale del bambino. Montessori dimostra attraverso l'esperienza delle case dei bambini che i mali della prima infanzia li portiamo con noi per tutto il resto della vita ed è per questo che l'infanzia diventa la prima questione sociale e che quindi diritti del bambino vanno affermati perché saranno loro a produrre l'umanità futura e quindi la nuova società. Diritti del Bambino: 1) Diritto ad una nascita non violenta 2) diritto al latte materno perché la natura lo crea per lui 3) diritto alla libertà di svilupparsi secondo un calendario bio-psichico che la natura impone 4) diritto al movimento connesso allo sviluppo psichico 5) diritto alla lentezza perché esso ha bisogno di tempo e un ritmo proprio 6) diritto agli spazi in cui poter esprimersi sperimentare ed esplorare 7) diritto ad agire in autonomia 8) diritto all'ascolto 9) diritto al riconoscimento 10) diritto al rispetto della sua dignità Educazione nuova, non violenta. 1932--- conferenza per il disarmo--- finisce senza risultati 1933--- Germania esce dalle nazioni unite il cui obiettivo era quello del disarmo Europa--- venti di guerra--- in cui Montessori porta il suo pensiero pacifista. La prima rivista che apparve in Italia aveva il tiro di educazione sociale che sosteneva posizioni opposte alla politica scolastica e del fascismo. 1932--- libro la pace apre la raccolta di conferenze sul medesimo argomento e le successive in unite poi nel libro educazione e pace edito per la prima volta nel 1949 per sostenere la sua candidatura al premio Nobel per la pace. 1932 inizia il pellegrinaggio europeo per sostenere la necessità di costruire la scienza della pace innanzitutto per lei è necessario chiarire che cosa si intende con ‘pace’. Cos'è la pace?--- implica un concetto positivo ossia il trionfo della giustizia e dell'amore tra uomini che fa pensare ad un mondo migliore dove regni l'armonia--- l'orientamento della pace e verso la valorizzazione delle potenzialità creative umane e del lavoro di costruzione di legami e collaborazione. Per Montessori l'uomo contemporaneo appare in una crisi morale che ha difficoltà ad essere guida di se stesso e dell'ambiente nel quale vive infatti la caratteristica del nostro stato presente è la follia--- ed è quindi necessario un ritorno alla ragione chi è la nostra più importante necessità. i genitori convinti che sia importante mostrare ai bambini la realtà di ciò che sta accadendo Ma anche insegnanti delle elementari diffondono anzi è paura di un mondo che appare in difficoltà e non permette di riflettere attivare l'intervento adeguato. Un esempio e l'attacco in Francia al bataclan del 2015 per cui la cultura mediatica aveva spinto a dichiarare necessità che i bambini si in una presunta guerra al terrorismo--- la logica era quella di stimolare un coinvolgimento diretto una mobilitazione nei confronti del fenomeno--- In Italia il ministro dell'Istruzione inviò una lettera alle scuole chiamata attacchi di Parigi nel quale dice di ‘non poter restare indifferenti e invita il lunedì seguente ad un minuto di silenzio perché i nostri ragazzi hanno il diritto di sapere e le nuove generazioni devono essere aiutate a uscire dall'indifferenza perché non possiamo cambiare canale davanti a queste immagini’ --- se la analizziamo da un punto di vista psico pedagogico rileviamo due errori: 1-non erano indicati gli ordini di scuola a cui era rivolto il messaggio infatti alcune scuole dell'infanzia l'esserlo questa lettera ai loro bambini ai quali veniva chiesto di fare un minuto di silenzio per le vittime del bataclan non consapevole di ciò che stavano facendo. 2-si ritrova nell'invito a non cambiare canale che può sembrare un'affermazione metaforica ma pensare che due giorni dopo l'attacco la gente potesse averla presa come un'interpretazione letterale dato che le immagini dell'accaduto erano comunque. Ma non è attraverso libero accesso alle immagini alle notizie della violenza che si può educare i bambini contro di essa. La pedagogia e la capacità di supportare l'apprendimento nella pratica quotidiana facendo riferimento alle conoscenze scientifiche--- possiamo arrivare al fatto che per un bambino di scuola primaria il telegiornale e in un certo senso più pericoloso di un film violento poiché esso si rende conto che si tratta della realtà--- quindi il bambino si impaurisce e come si può pensare di stimolare un apprendimento con la paura? la paura non è uno strumento educativo. Infatti il percorso educativo è fatto di tappe e ogni tappa alle proprie caratteristiche specifiche che vanno rispettate poi che rispettano i tempi evolutivi. Il fenomeno del terrorismo è molto complesso è difficile da comprendere e attiva paure--- ed oggi assistiamo a reazioni che mettono in luce una fragilità del mondo adulto soprattutto del ruolo genitoriale--- che nel coinvolgere anche i più piccoli appare più come un bisogno di sfogare un'emotività che sia incapace di gestire piuttosto che un progetto educativo. Per educare è necessario mettere dei limiti e definire dei chiari confini tra il mondo adulto e infantile. Soprattutto davanti a questi tragici eventi bisogna recuperare sempre di più il senso di una comunità educativa coesa consapevoli che i bambini devono fare i bambini i ragazzi devono fare i ragazzi e gli adulti devono fare gli adulti. Non bisogna fare confusione fra violenza conflitto e guerra i bambini non sono violenti la violenza richiede un'intenzionalità che da un punto di vista psico cognitivo non si sviluppa almeno fino ai 10 anni--- essendo che la specie umana all'infanzia più lunga bisogna aiutare i più piccoli a riconoscere e gestire la propria aggressività nelle interazioni con gli altri--- i bambini piccoli non sono incline alla violenza poiché la violenza implica l'eliminazione della controparte mentre i bambini hanno bisogno degli altri per giocare il fatti fra i tre e i 10 anni esiste il litigio e poi la ripresa del gioco rapidamente--- è quindi importante aiutarli ad imparare a litigare bene--- bloccare il processo di interazione impedisce di acquisire competenze relazionali e sociali e può portare a una carenza conflittuale= Difficoltà che si presenta da adulti di gestire le interazioni problematiche senza ricorrere a violenza autolesionismo. Marina but volskaya fa una ricerca sulle dinamiche aggressive e di riconciliazioni tra i sei e 7 anni e dimostra che i bambini litigano con amici e coetanei verso cui mostrano interesse e se non intervengono fattori esterni la riconciliazione avviene entro un minuto dall'inizio del litigio. Questa ricerca e molte altre ci hanno permesso di concludere che il litigio infantile non è associabile in alcun modo alla violenza anzi permette di apprendere cose molto importanti come testare e sviluppare competenze relazionali gestire la frustazione stimolare un pensiero creativo per affrontare la difficoltà--- per questo parlare di bullismo alla scuola primaria è un controsenso perché prevede un'intenzionalità. Ad oggi dovremmo preoccuparci di come crescono le generazioni a cui viene negata l'appartenenza a un gruppo spontaneo poiché l'infanzia ha assolutamente bisogno ti assolvere i propri compiti attraverso il gioco libero e l'aggregazione naturale e questa mancanza deve essere colmata. alla fine dell'infanzia si sviluppa il meta pensiero--- individuato da piage collegata alla corteccia prefrontale che permette di collocare l'informazione all'interno di un processo di interiorizzazione e comprensione per questo bisogna ricordarsi che l'educazione è una questione di misura in relazione all'età un qualcosa giusto in una determinata età non lo è in un'altra. Quello che ci preoccupa in questa fascia d'età e l'autolesionismo e l'auto contrazione del se poiché i ragazzi passano molto tempo chiusi in camera a interagire a distanza con conosciuti e sconosciuti e non imparano davvero a gestire le loro emozioni--- e La capacità di gestire l'emotività permette di gestire bene un conflitto. È importante distinguere il conflitto dalla violenza poiché essi sono due cose diverse. Conflitto gestito bene --- contrasto divergenza opposizione capacità di stare sul problema e gestire le emozioni --- quindi sorge dalla capacità di stare sul problema e gestire l'emotività Conflitto gestito male --- contrasto divergenza opposizione denigrazione della persona verbale emozione soffocate --- non coincide con la violenza ma le emozioni prevalgono e sono scaricate sull'altro bloccando la comunicazione Violenza --- danneggiamento intenzionale per risolvere il problema in modo conflittuale eliminazione della relazione --- si passa dal piano relazionale ad un piano di chiusura Terrorismo --- è un delirio psicopatico di chi pensa di risolvere i problemi eliminando oltre all'alterità considerata origine del problema anche se stessi --- sono quindi necessari interventi educativi adeguati e trovare un modo di relazionarsi con l'altro senza ricorrere alla violenza come aiutare i bambini ad escludere la violenza? 1- affrontare queste situazioni con i bambini non vuol dire sempre parlarne in modo diretto per esempio nella seconda infanzia non è possibile pensare di lavorare su questo tipo di contenuti cercando di spiegare un fenomeno così grande come il terrorismo. 2- imparare è un meccanismo complesso--- che grazie alla scoperta dei neuroni specchio ha avuto un risvolto importante sottolineando il ruolo importante che giocano le immagini nell'apprendimento poiché attivano aree cerebrali consolidando ciò che si impara. le immagini influiscono sullo sviluppo dei bambini e dei ragazzi è quindi importante porre attenzione all'uso che facciamo delle immagini--- secondo l'articolo 17 infatti il quale riconosce l'importanza dei mass media potrebbe dimostrare che mostrare certi tipi di immagini in età evolutiva potrebbe essere violazione di diritti sull'infanzia. 3- non è sempre necessario intervenire su un argomento--- esempio del Museo del deportato il quale dieta la visita ai bambini delle elementari per evitare di esporli a emozioni negative. comunque se dai bambini viene fatta una domanda è importante rispondere ma prima chiedendo la loro opinione e pensiero al riguardo per poter dare un'adeguata risposta contro qualità emotiva rassicurante--- è importante ascoltare i bambini. È inoltre importante rispettare i tempi e le tappe evolutive evitando la trappola dell'ansia di dire qualcosa a tutti i costi. Strategie concrete per affrontare il tema: 1- insegnare a litigare bene--- è importante sviluppare una cultura del litigio che favorisca la gestione dell'emotività e della relazione--- è stato elaborato un metodo maieutico chiamato metodo maieutico litigare bene rivolta in particolare la prima infanzia--- questo metodo prevede un ruolo adulto di regia che non blocca e non impedisce l'interazione conflittuale ma supporta la capacità di elaborare l'emotività e la possibilità di creare alternative creative è un lavoro quotidiano e costante. 2- utilizzare le singole vicende umane non i grandi numeri--- gli studi sulla psicologia sociale e sull’ empatia hanno dimostrato che fa piu effetto la narrazione di una vicenda umana singola piuttosto che del totale poiché coinvolge di più l'umano il grande produce solo confusione ed estraniamento--- Così il ragazzo sviluppa una solidarietà attiva una vera e propria cultura non violenta. 3- promuovere azioni collettive in particolare con preadolescenti e adolescenti--- ciò che libera maggiormente dalla paura sono le azioni che permettono di avere un senso di comunità e unità che danno la possibilità ai ragazzi di costruire qualcosa insieme --- agire significa trovare un senso e scaricare la tensione. La violenza a scuola Premessa Quando si parla di violenza si incrocio sempre il termine di bullismo che però ha un significato del tutto oscuro--- quando si parla di ridurre la violenza nelle scuole e le azioni di bullismo non si sta descrivendo ne Piegando nulla della complessità della quale andremo a parlare. Esiste Una violenza generale= è il frutto di scelte. Nel mondo scolastico regna la sopraffazione del forte sul debole che è frutto del tipo di società che abbiamo costruito e che però possiamo modificare proprio anche attraverso la scuola. La violenza e di origine sociale e politica e dello sfondo sul quale viviamo--- la violenza ha una specificità che va ricercata nei differenti contesti--- ciò va osservato con due sguardi che theodor adorno definiva trascendente e immanente--- la violenza degli adolescenti è legata alla struttura sociale ma si manifesta con forme diverse rispetto all'età della vita che i ragazzi stanno La violenza dei ragazzi sugli adulti ci riporta un esempio Di San cassiano da Imola che era un martire della Chiesa cattolica e insegnante che venne denudato e legato dai suoi studenti che poi liberarono su di lui la propria rabbia--- questo è un esempio estremo di come i ragazzi scagliano la loro rabbia verso i loro docenti spesso ci sono episodi di vandalismo minacce insulti o la sottile violenza del boicottaggio i quali ragazzi mettono in atto nei confronti della scuola quando dichiarano implicitamente guerra un docente e rispondono con silenzio e indifferenza alle sollecitazioni. Ciò che la scuola deve temere maggiormente e quando le stranita dei ragazzi si trasforma in indifferenza--- questa è la forma di violenza che più va temuta--- anche Pasolini ne parla dicendo il suo poetico allievo che sono due strane e che nulla può avvicinarli però proprio da questa estraneità lui traeva la linfa per il rapporto educativo oggi invece le stranita sembra rimanere tale. Un'altro punto importante è la violenza che la scuola subisce dalle famiglie dai genitori che si presentano ai colloqui con degli avvocati che firmano giustificazioni per il fatto che i ragazzi non abbiano svolto i loro compiti estivi--- non si rende quindi giustizia alla scuola di oggi se non si considera la violenza che anch'essa subisce ovviamente non giustifica la violenza che fa subire ma cio ci fa entrare in un tragico circolo vizioso. COSA FRARE ovviamente non ci sono ricette da applicare per combattere la violenza a scuola ma non bisogna ignorarla o considerarla come necessaria ed inevitabile. Il il ruolo della scuola è quello di permettere ai bambini e ragazzi l'incontro con la cultura e permettere che essa possa essere critica della violenza--- la scuola insegna a maneggiare i pennarelli tastiere palloni da basket e quindi depotenziare la violenza. Per fare questo serve che la scuola insegna a ritualizzare il conflitto e non averne paura quindi ospitarlo nelle sue strutture quotidiane--- quindi dare ai conflitti un senso e delle regole significative ma anche riconosciute da tutti--- ritualizzare un conflitto vuol dire in parte teatrizzarlo. Quando parliamo di una scuola come un teatro intendiamo un luogo nel quale attribuire ai ragazzi ruoli da giocare nella quotidianità scolastica ruoli che devono essere interscambiabili legati a curricoli e discipline che devono essere soprattutto liberi da ogni stereotipizzazione o sclerotizzazione che permetta di sciogliere quelle rigide maschere che prima etichettava i ragazzi--- per fare ciò ovviamente è necessario un lavoro di rete di cooperazione e collaborazione di tutti i colleghi ma soprattutto delle famiglie--- la formazione quindi degli insegnanti è fondamentale perché devono essere in grado di tenere la situazione e contribuire a creare un clima positivo. La scuola italiana purtroppo sta iniziando ad essere vista come una macchina da scrivere come qualcosa di superato è inutile è vista come un luogo solo in cui si va per imparare e nient'altro ma che ormaiè noto a tutti non serve più poiché tutti sanno che si può imparare ovunque--- questa è la crisi epocale della nostra scuola. Come dovremmo vederla noi e secondo la metafora del dado il quale non voleva sostituirsi ad altri sapori ma voleva fare solo la sua cosa perché la sapeva fare bene ed era unica e insostituibile--- in questo senso la scuola dovrebbe fare la scuola ovvero sapere qual è il suo ruolo specifico e quel qualcosa che sa fare solo lei ed è insostituibile--- e proprio quel qualcosa che dà il senso dell'esperienza scolastica ed è l'unico motivo per tenere ancora aperte le scuole= SOCIALIZZAZIONE DEL SAPERE. Ciò significa che i ragazzi e le ragazze imparano insieme ad altri ed altre, il sapere e sociale è qualcosa che deve essere condiviso qualcosa che imparano tutti nessuno escluso perché è solo socializzando che il sapere contribuisce a sconfiggere l'egoismo e a superare quell'idea di sapere come proprietà privata--- che invece visto come di tutti per tutti è uguale a tutti contribuisce a creare una società non violenta. Violenza in famiglia e sul web Il tema della violenza in famiglia è alquanto attuale--- non verrà affrontato il tema dell'abuso in questo capitolo ma verranno individuati i comportamenti attinenti alla sfera relazionale educativa dove spesso una sorta di inconsapevolezza o automatismo comportamentale ci fa padrone. Secondo Vittorino Andreoli la famiglia è un'istituzione violenta--- sottolineando le modalità educative collegata alla figura padre padrone un modello in realtà nato nel passato ma che ancora tutt'oggi presente--- padre padrone= modalità pedagogico educativa fondata sulla paura punizione corporale sensi di colpa. Nel passato l'educazione si basava su un'idea di raddrizzamento--- Nata da una serie di ordini che caratterizzavano la crescita dei bambini come orari imposti affettività misurata una richiesta rapida di responsabilità. Andreoli--- parla inoltre di quanto siano stati invasivi per i più piccoli i castighi della fasciatura per i quali neonati venivano fasciati con una camicia di forza ottenendo su di loro un controllo totale questa tecnica fu usata fino al secondo dopoguerra. Questo e il background in cui i nostri bisnonni e nonni hanno vissuto e sono cresciuti--- i genitori di questo periodo non si facevano troppe domande perché così si faceva e così si doveva continuare a fare--- con termini tecnici ciò che abbiamo descritto si chiama pedagogia nera--- che secondo Paolo Perticari nasceva dalla sindrome da trauma transgenerazionale--- e questo trauma è il risultato della volontà dei genitori di migliorare il bambino con metodi violenti e controproducenti. Ovviamente la pedagogia moderna non può prescindere dal passato e non può non conoscere la pedagogia nera. Tutto ciò di cui abbiamo parlato dimostra che le forme di violenza nelle famiglie possono essere molteplici e che nascono da convinzioni storiche da un lato e dall'altro possono essere violenze inconsapevoli. ‘Se non mangi la mamma va via’ questa è una frase tipica che i genitori dicono ai propri figli per convincerli con il ricatto a fare qualcosa molto spesso viene utilizzata nel momento dei pasti quando i bambini si rifiutano di mangiare. questa formula viene definita ricatto affettivo ed è una forma di violenza che può lasciare degli strascichi creare fiducia e paura di essere abbandonati--- naturalmente una frase del genere può anche scappare una volta, magari quando si è esasperati e in quel caso si può rimediare il problema è quando diventa abituale--- perché crediamo che possa funzionare e quindi la utilizziamo ma in realtà è una forma di atto violento. ‘fila in camera tua, quando sei cattivo non ti voglio vedere’ Altra frase tipica dei genitori nei confronti dei figli--- che dicendo ciò cercano di allontanare il bambino è arrabbiato facendogli percepire che è sbagliato provare determinate emozioni di rabbia e quindi non accettarlo nell'espressione delle sue emozioni. La richiesta dell'essere bravi è ancora molto presente--- il mito del bravo bambino è davvero molto difficile da sfatare e il bambino arrabbiato difficile da accettare--- sono concetti molto radicati nella nostra cultura. La logica del benessere come assenza di conflitto e un'altra logica dura da sradicare perché si crede che si sta bene quando nessuno litiga e nel nome dell'armonia bisogna allontanare il conflitto--- in realtà l'armonia include anche la perturbazione il contrasto e definiscono proprio uno scenario di equilibrio della persona--- e da questa concezione che si tende a sfuggire dal conflitto dare al bambino l'idea che arrabbiarsi è sbagliato come lo è anche litigare e chi litiga e cattivo. Le parole sono pietre e le etichette sono difficili da togliere. ‘Ancora quel disordine, guarda che brava tua sorella’ questo tipo di frasi sono delle continue sollecitazioni a fare come loro, paragonare il proprio figlio con fratelli e sorelle o altri bambini---Fa percepire al figlio una sensazione di come i genitori vorrebbero che tu fossi diverso, migliore. Questa sensazione per il bambino e una grandissima sofferenza poiché ognuno di essi desidera profondamente avere l'approvazione dei suoi genitori--- bisogna capire che ogni bambino può dare quello che può dare e un conto e spronarlo per crescere un'altro e non essere mai soddisfatti e metterlo in condizioni di sentirsi inferiore. L'insoddisfazione adulta e la richiesta continua di performance sempre più alte fa parte di una buona fetta dei genitori--- questi genitori fanno il confronto con gli altri che siano fratelli o amici del bambino facendo coltivare in nessi un lato di invidia e un lato di profonda frustrazione--- uno dei più grandi promotori del confronto sono i gruppi whatsapp delle mamme nel quale condividono informazioni che poi vengono utilizzate per giudicare e criticare. ‘Lo schiaffo mi è scappato d'altronde quando c'è vo c'è vo’ si arriva così all'azione violenta ossia le sberle o schiaffi--- la prima forma di violenza registrata in famiglia è quella che deriva dalle sberle. Non si parla solo di sberle e ceffoni ma anche di scuotimenti calci aggressioni verbali psicologiche--- ma non dicevamo che la pedagogia nera era scomparsa? Purtroppo le modalità punitive non sono storie del passato ma vengono ancora attuate--- la differenza è che oggi i genitori difficilmente ammettono di usarle--- e molto spesso si tratta di exclamation emotive ossia l'incapacità dei genitori di contenere le loro emozioni che sfociano quindi in aggressione--- le punizioni corporali sono l'espressione della cultura correttiva che ci portiamo dal passato. Francoise dolto per tutta la sua vita ha lavorato per la difesa dell'infanzia e crede che nulla può giustificare una punizione di tipo corporale--- e che si ricorda l'unica sberla che ha ricevuto da suo padre dimostrando che anche solo una basta e che stai un'esperienza che non passa via facilmente. ‘tanto non mi fa male!’ Per contrastare tutto ciò nasce il progetto collettivo ‘parole O stili ‘--- il quale ha creato una community che si attiva contro questo tipo di violenza cercando di espandere un virus positivo dell'inclusione e del rispetto e cerca di mettere in luce questo fenomeno che sta diventando sempre più preoccupante. il libro propone delle regole per prevenire la violenza sul web -dai zero ai tre anni zero tecnologia i bambini devono concentrarsi sul loro stessi potenzialità e curiosità e imitare i genitori -dai tre ai sei anni mezz'ora di video schermi può bastare zero Internet e no selfie dei bambini divulgati -dai sei e 9 anni si può iniziare spiegando l'utilizzo consapevole dei New media e dando delle regole -9 12 anni inizia la ricerca in autonomia Internet ci può stare ma sempre con delle regole quindi solo in casa -dopo i 13 anni lo smartphone va bene non è comunque un cellulare ma permette di telefonare mandare sms messaggi e andare in rete ma anche lì con paletti precisi. Non è un viaggio e una fuga l'Unicef per la tutela dei minori migranti e rifugiati alcune immagini che vediamo non possono essere ignorate come quella dei neonati tra le braccia dei soccorritori o bambini sui binari delle ferrovie che fuggono---ognuno di loro ha un nome è una storia ma rappresenta comunque molti milioni di bambini in pericolo rimasti nel loro paese che non sono riusciti a fuggire--- ma prima di essere rifugiati o sfollati sono bambini che hanno diritto a ricevere la massima protezione come sancisce la convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989. non solo la guardia costiera ma anche molti cittadini sono pronti al servizio di questi rifugiati come ricordiamo nel 2016 che da loro sono stati salvate 175.000 persone--- L'Italia in questo si trova in prima fila. lo scenario delle immigrazioni di questi ultimi anni mostrano una crisi enorme che non si fermerà. I bambini non hanno alcuna responsabilità per la violenza nonostante ciò sono sempre i primi a essere colpiti dalla guerra dalla povertà e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. L'Unicef ha dimostrato secondo alcune ricerche che sono circa 50 milioni i bambini sfollati a causa di violenze o conflitti e migrati--- e 10 milioni di rifugiati. nel 2015 oltre 100.000 minorenni non accompagnati hanno richiesto asilo in 78 paesi il triplo rispetto all'anno precedente. i bambini non accompagnati sono i più vulnerabili perché sono i più esposti ai rischi di sfruttamento abusi traffico di esseri umani. immigrati comunque non scelgono di abbandonare la loro casa ma spesso sono obbligati a lasciare affetti tradizioni alle spalle--- è una scelta durissima poiché devono decidere se rimanere là e morire sicuramente o avere una speranza di poter arrivare da un'altra luogo sempre se nel viaggio non succeda niente di grave--- la fuga però non è sufficiente a scampare i pericoli. Le ragioni per cui uno decide di fuggire sono molteplici--- conflitti, povertà, violenza, disastri naturali, disoccupazione, discriminazione. L’istruzione Eh un fattore guida per le famiglie che scelgono di migrare perché così possono permettere loro figlie di continuare a studiare ed avere un futuro nonostante ciò i bambini rifugiati emigrati devono superare moltissime barriere e discriminazioni--- secondo i dati proprio dell'unicef solo metà dei bambini rifugiati sono iscritti alla scuola primaria--- e nonostante vadano a scuola molti sono anche vittime di discriminazioni e bullismo. la risposta dell'unicef--- ogni governo dovrebbe concentrare il suo impegno nella protezione dei bambini e ogni paese europeo deve farsene carico. L’obiettivo= è quello di rafforzare le capacità nazionali di intervento in modo che rispettino gli standard internazionali di protezione dell'infanzia. Strategia= da un lato operazioni umanitarie in favore dei bambini più vulnerabili nei paesi colpiti da conflitti, dall'altro sostegni ai bambini che fuggono in altri paesi alla ricerca di rifugio e assistenza Azioni specifiche: -proteggere i bambini rifugiati contro violenze sfruttamento -impedire la detenzione di bambini che hanno chiesto asilo -mantenere unite le famiglie per proteggere i bambini -dare a tutti i bambini la possibilità di studiare e avere accesso ai servizi sanitari -intervenire sulle cause dei movimenti di massa di fuga -promuovere misure per combattere xenofobia e discriminazione di emarginazione L'Italia è uno delle principali porte d'ingresso d'europa per rifugiati e migranti che sfuggono da varie situazioni molti dei migranti che arrivano in Italia spesso non restano e continuano il viaggio per altri paesi al Nord Europa ma spesso e soprattutto per i minorenni stranieri non accompagnati (MSNA)--- vengono sfruttati e abusati--- per questo è importante incrementare un'assistenza per i minorenni stranieri non accompagnati. così l'Unicef ha stipulato un patto con la guardia costiera e con il ministero dell'Interno per creare un programma che possa proteggere questi giovani migranti e creare una prontissima accoglienza per il poi trasferimento in altri a quell'ente più piccole stabili. è stata istituita una vera e propria legge chiamata legge zampa per proteggere i minori stranieri non accompagnati poiché Sandra zampa è stata la prima firmarla. il sistema di accoglienza per IMSNA prevede un primo luogo nel quale non possono restare i ragazzi per più di 60 giorni e al termine di esso vengono trasferiti nei centri di seconda accoglienza per accedere a piani individualizzati di inclusione sociale--- questo trasferimento spesso avviene in tempi molto lunghi e molto in ritardo perché ci sono ritardi nella nomina di tutori legali perché il numero dei tutori è sempre molto piccolo e spesso ad un tutore ne vengono assegnati più minorenni e perché i centri regolari non sono sempre pronti ad accogliere questi minorenni e i loro bisogni. il sistema di seconda accoglienza serve a facilitare l'inclusione sociale dei minorenni non accompagnati significa proprio un'interazione tra MSNA le comunità locali--- questo è un passo molto importante ma che ancora non favorisce l'avvio tempestivo al processo di inclusività. i problemi dell'inclusione partono dal fatto che questi minorenni tendevano ad aspettare in questi primi centri fino ad 8 mesi e quindi a sprecare il loro tempo e a farlo diventare un tempo morto nel quale loro in realtà potevano sfruttare le loro capacità integrarsi--- Un'altro problema è l'aspettativa che hai diciott'anni si può essere indipendenti e pienamente capaci di integrarsi nella società italiana ma la realtà è che il mercato del lavoro è molto chiuso nei loro confronti è pieno di discriminazioni e necessità moltissimi qualificazioni che impongono una barriera a questi rifugiati poiché molti di loro non hanno il tempo di integrarsi imparare la lingua e prendere addirittura un diploma--- questa incertezza e mancanza di opportunità sul loro futuro incute ansia e contribuisce all'abbandono del nostro paese di molti di loro. L'Unicef ha quindi individuato delle strategie per la loro protezione cure e sviluppo ed inclusione: -sviluppo delle competenze -costruzione di partnership -coordinamento operativo -produzione di conoscenza -attività di advocacy e comunicazione e comunque necessario un impegno globale per cambiare il corso della crisi migratoria per garantire il presente e il futuro ai bambini adolescenti e ad incoraggiarli a contribuire in modo positivo la nostra società. campagna di save the children per l'emergenza Emergenza= indica un evento più o meno improvviso che può crearsi con riferimento a diverse condizioni e circostanze--- ha un momento critico che richiede un intervento immediato--- questo lo troviamo specialmente nella locuzione stato di emergenza= con questo termine facciamo riferimento alle emergenze umanitarie determinate esempio da guerre--- parliamo inoltre di emergenze sanitarie quando si creano rischi di vite mie come per esempio il Covid--- ciò che unisce le diverse interpretazioni in modalità d'uso di questo termine e l'eccezionalità della situazione che impone una riflessione e un intervento diretto per ripristinare le condizioni non emergenziali. emergenza educativa infantile--- chi interviene su di essa e l'associazione Save the Children che ha proprio mandato l'allarme infanzia con la campagna illuminiamo il futuro--- La quale si domanda cosa significa intervenire nell'emergenza educativa infantile e perché Save the Children ha lanciato questo allarme --- cercheremo di rispondere a queste due domande: 1- nel maggio 2014 gli effetti della crisi economica vedono raddoppiare il numero di famiglie in povertà assoluta--- già nel 2009 7 Children aveva cercato di contrastare la povertà pubblica la lampada di aladino dove per prima volta costruisce un IPE= indice di povertà educativa--- questo indice voleva misurare l'accessibilità e qualità dell'offerta educativa, i livelli di partecipazione dei minori alle attività ricreative. Questo IPE Mostra un'italia in emergenza. Stc= dimostra questa povertà educativa definendola come la privazione dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere sperimentare sviluppare e far fiorire le loro capacità talenti e aspirazioni. Privazione= potere di crescere scegliere e mettere le ali al proprio futuro. Le attività non cognitive definiscono possibilità per i bambini di rafforzare le loro capacità e rispondere agli eventi della vita quindi anch'esse sono fondamentali--- attività extra curriculari sono importanti ( alcuni dati il 70% dei quindicenni frequentanti la scuola queste raccomandazioni sono importanti perché indicano la direzione verso cui la politica può aiutare alla prevenzione e ridurre quindi sofferenza di migliaia di bambini--- perché la loro sofferenza ha un forte impatto anche sull'economia--- interventi e protezione di queste vittime costano lo 0,84% del PIL--- ma come ci dimostra James heckman 1 $ investito nella prima infanzia a rischio oggi genera un risparmio di 7 $. Il fenomeno del contrasto verso la pedopornografia e la pedofilia in Italia e nel mondo è un processo ancora in atto oggi e che ebbe inizio alla fine degli anni 80--- e l'Italia è burro importante in questo, la nostra legislazione è perfettibile ma siamo tra i Paesi più avanzati al mondo del settore. meter onlus fu la prima che impegno nel 1997 il Parlamento italiano ad attuare tutte le strategie le leggi per contrastare questa nuova forma di schiavitù ossia la pedofilia--- e continua ancora oggi a sollecitare tutti ad un impegno permanente e non occasionali ì--- questo centro di ascolto e accoglienza di meter ha già accolto e accompagnato e più di 1300 bambini e centinaia di migliaia sono stati i siti denunciati. la pedopornografia ha una storia che dovrebbe essere consegnata le generazioni future e farla conoscere contemporanei per garantire ad ogni bambino il diritto di vivere la sua innocenza e combattere questo fenomeno di violenza e abuso. è stato fatto uno studio chiamato report meter nel 2015--- tutti i dati sono ovviamente reali e verificabili ma per questioni di privacy e di legge non possono essere divulgate fotografie e quindi la testimonianza effettiva perché sennò sarebbe divulgazione pornografica e questo è uno dei più grandi motivi per cui la gente non crede a questi dati--- prima di parlare dei dati bisogna anche ricordare che dietro a ogni unità riportata negli statistiche c'è un bambino violato e schiavizzato sessualmente--- sono oltre un milione le foto i video segnalati e oltre 1225 siti denunciati solo nel 2015 sono 10.000--- e centinaia di migliaia di bambini coinvolti da zero fino ai 13 anni. L'Europa è il primo continente per numero di pedofili e sono circa il 51,92% delle segnalazioni che proviene da essa--- In Europa sono 18 milioni i bambini vittime di abusi sessuali di cui 44 milioni sono vittime di violenza fisica e 55 milioni sono vittime di violenza psicologica. La Russia nel 2015 al primato della biofilia online infatti da essa vengono la maggior parte delle segnalazioni e circa 3069 segnalazioni sono di siti.com. il Deep web potremmo dire che tutti sanno cos'è ma nessuno l'ha mai visto ed è il luogo più comodo per i pedofili che spostano proprio lì il loro commercio e traffico poiché è molto difficile da individuare ed esplorare e permette di rendere pubbliche le foto pedopornografiche--- i pedofili utilizzano vari canali per lo smercio del loro materiale ma non esistono solo i social nonostante siano i più comuni--- anche il cloud aiuta i pedofili poiché gli archivi online possono sembrare sicuri ma in realtà sono i più vulnerabili. il meter è anche un centro di ascolto e di accoglienza dove vengono accolti ogni anno purtroppo sempre più casi è fondamentale che i volontari di questa associazione siano empatici e abbiano delle competenze professionali per fornire informazioni e risposte ai problemi del disagio infantile riguardo l'abuso sessuale fisico psicologico e pedofilia--- dopo la fase iniziale di ascolto c'è una fase di orientamento. i temi dei casi degli abusi sono principalmente difficoltà a familiari abuso sessuale difficoltà relazionali ansia e pericoli della rete bullismo cyberbullismo e molestie sessuali adescamento online e sexting--- e consulenze telefoniche sono avvenute principalmente in Sicilia Lazio Calabria. uno dei veri problemi e l'idea comune che sia sulla pedofilia poiché molti credono che essa non sia un crimine--- poiché molti credono che la pedofilia sia un'attrazione è un atteggiamento ma in realtà è violenza e abuso ed è assolutamente un crimine--- e soprattutto gli abusi sui neonati sta crescendo a livelli assurdi. per sradicare questo fenomeno è necessaria la nascita di un'azione congiunta educativa culturale e religiosa ma il problema è che c'è una certa disunione nell'azione--- sia per le diverse credenze a riguardo sia perché la pedofilia produce una Florida economia gestita da gruppi criminali che si arricchiscono sulla fragile carne dei bambini una carne che è abusata maltrattata economizzato e scartata --- il dato più sconvolgente forse e chi acquista questo presunto prodotto che se arriva un numero di 20.000 persone aumentando la richiesta quindi aumenta anche il mercato e quindi la necessità di questa carne fresca--- quindi sempre più persone fanno passare questo fenomeno della pedofilia come un fatto naturale un fatto possibile. il vero problema nasce qui quando noi diciamo che tutto è lecito allora sì che tutto si complica non ritenere la pedofilia è un crimine è sbagliato poiché si sta iniziando a pensare che i pedofili sia quasi un orientamento sessuale ma in realtà la pedofilia è un problema molto più grande di quello che questa gente pensa--- già parlarne significa prevenirla e far conoscere e sensibilizzare la gente può aiutare le vittime dandole una voce e creare consapevolezza--- perché l'abuso incide sulla persona in modo fisico in modo psichico in modo relazionale culturale economico sanitario la pedofilia è una nuova forma di schiavitù. una delle pedofilie più diffuse e quella online che viene fatta attraverso le rete Internet--- il problema è che l'essere umano è soggetto da una parte dalla razionalità e dall'altra da qualcosa che chiamiamo pulsione e questa pulsione è l'essere umano perverso il problema che lo differenzia dagli animali e il fatto che l'uomo sa di essere perverso. il pedofilo è una persona comune curato esteticamente spesso anche di buona posizione sociale ma la caratteristica di essere molto vicino al bambino soprattutto che ha conquistato la sua fiducia--- il più delle volte è di sesso maschile e spesso avvengono proprio in famiglia o nel cerchio ristretto di amici personalità del pedofilo--- è molto complessa e ne esistono di vario tipo può essere pedofilo seduttore pedofilo introverso pedofilo sadico pedofilo telematico closet collector isolate collector cottage collector commercial collector. i pedofili online hanno delle tecniche di adescamento molto sottili che si articola in 5 fasi: -formazione dell'amicizia -formazione del rapporto di fiducia -valutazione del rischio -fase della relazione esclusiva -fase sessuale vera e propria La psicoterapia che prova ad aiutare il pedofilo si scontra spesso col problema che il pedofilo non ammette di avere un problema nonostante ciò è molto più utile iniziare un tipo di terapia per il quale il pedofilo non gira più piuttosto che una pena in carcere. pedofilia culturale--- sono degli appositi siti che mirano la diffusione di idee a sostegno delle autolegittimazione della pedofilia--- facendola passare come un dato naturale e giustificandolo in primo luogo cercano di condizionarti al pensiero che abusare del bambino sì in realtà un segno di amore perché gli insegna la sessuologia in modo dolce dato che sono i suoi parenti in secondo luogo accostandola la cultura classica perché Socrate può farlo io no. per contrastarlo come abbiamo già detto serve l'unione di tutti quanti di diritti uguali di coordinamento tra polizie e normative uniformi in tutti i paesi e ancora oggi non c'è una presa di coscienza della gente comune poiché non tutti credono che essa sia un reato meter ha sviluppato un percorso di crescita fin da quando è nata nel 1989 riconoscendo il suo operato e il suo valore è un'associazione che si muove soprattutto per perseguire questo scopo di combattere la pedofilia nel 2015 a fatto nascere un centro effettivo di affidi e adozioni internazionali e ha creato soprattutto una rete di collaborazioni tra enti pubblici e privati
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved