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Barthes: la morte dell'autore, Sintesi del corso di Critica Letteraria

Riassunto del saggio di Barthes incluso nella raccolta "Il brusio della lingua"

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 29/08/2017

nessuno03
nessuno03 🇮🇹

4.3

(37)

15 documenti

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Scarica Barthes: la morte dell'autore e più Sintesi del corso in PDF di Critica Letteraria solo su Docsity! BARTHES, LA MORTE DELL’AUTORE In Il brusio della lingua (1968) All’inizio del componimento Barthes parla di una novella di Balzac e si interroga su chi sta parlando se un personaggio, se l’autore, se la saggezza universale. Non c’è risposta, dice l’autore in quanto la scrittura distrugge ogni voce. La scrittura è un dato neutro. Quando un componimento non è composto con l’intenzione di agire direttamente sul reale la voce perde la sua origine, l’autore viene ignorato: rimane solo la scrittura. L’autore viene classificato come una figura inventata dalla nostra società per nobilitare il singolo. Sarà il positivismo prima, il capitalismo poi, a dare massima importanza alla figura autoriale. L’immagine dell’autore è diffusa e fondamentale: come se la sua opera fosse la sua voce e essa ci consegnasse la sua conoscenza. Nonostante l’impero e l’autorità autoriale sia ancora ben salda c’è chi tenta di minarne le basi. Mallarmè afferma, invece, che l’atto di scrittura sia un atto attraverso il quale spersonalizziamo opera. SI sopprime autore a vantaggio della scrittura e si restituisce al lettore il ruolo che a lui spetta. Surrealismo che si proponeva di sovvertire i codici ha contribuito a distruggere importanza dell’atto dello scrivere. Si inaugura la scrittura automatica: l’atto enunciativo funziona bene anche senza interlocutorila mano scrive più velocemente di quanto la mente riesca a soffermartisi. La linguistica contribuisce alla morte dell’autore in quanto rivela che l’atto dell’enunciazione è, essenzialmente, vuoto, che funziona senza che si renda necessario colmarlo con la persona degli interlocutori. Autore è colui che scrive, il linguaggio esiste, ma esiste al di fuori della persona (o meglio del soggetto) che scrive. Autore è oramai figura sullo sfondo della scena letteraria. Autore è il passato del suo stesso libro. Libro e autore sono su una stessa linea, organizzata come PRIMA e DOPO: autore nutre il libro, lo precede, come se fosse il padre, vive per esso. Lo scrittore contemporaneo è diverso in quanto nasce in contemporanea al suo testo. Non c’è altro tempo se non quello dell’enunciazione. Non esiste altro tempo se non quello dell’enunciazione e non ha altro contenuto se non l’atto stesso con il quale si enuncia. Si mette in discussione origine del testo: l’origine del testo superflua, oramai conta solo la scrittura. Il testo oggi non ha un significato unico. È uno spazio a più dimensioni in cui si compongono svariate scritture, nessuna originale. Il testo come tessuto di citazioni provenienti da altri settori della cultura. Le parole che io uso sono già state usate da altri: scrittura come riciclo di frasi di altri, nulla appartiene realmente all’autore. L’autore può solo imitare un gesto anteriore. Una volta allontanato autore la volontà di decifrare un testo diviene inutile. Attribuire un autore ad un testo significa dargli un punto fisso, di arresto, chiudere la scrittura. È comodo per la critica letteraria cercare l’autore nel testo: una volta trovata la sua vena creativa, il suo modus operandi, il libro è stato “spiegato”. Nella scrittura non c’è nulla da decifrare, solo da “districare”. Barthes riprende la frase di Balzac. Arriva ad affermare che nessuno pronuncia la frase. La voce non è il luogo della scrittura, ma lo è la lettura. Lettore visto come lo spazio per tutte le citazioni di cui è fatta la scrittura. Lettore come luogo di convergenza della scrittura, destinatario ultimo. Unità del testo non sta nella sua origine, ma nella sua destinazione. Il lettore è quel qualcuno che tiene unite le tutte tracce di cui uno scritto si compone. L’autore muore (autore di cui la critica classica si è occupata) per lasciare posto alla figura del lettore. (considerare che l’ampio margine di azione che Barthes pare dare al lettore in realtà non è poi così grande. Barthes predispone il lettore non a un ruolo ”attivo”, ma alla semplice e passiva azione di lettura del testo. il lettore è colui che decodifica il testo, non lo interpreta, non coglie messaggi, ne legge la struttura idee formaliste e strutturaliste che vedono gli elementi di rilievo solo insiti al testo, escludendo ogni forma “esterna” ad esso)
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