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Beethoven riassunto, Appunti di Storia Della Musica Moderna E Contemporanea

Riassunto vita e opere Beethoven

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 21/12/2021

Mela06
Mela06 🇮🇹

4

(1)

5 documenti

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Scarica Beethoven riassunto e più Appunti in PDF di Storia Della Musica Moderna E Contemporanea solo su Docsity! BEETHOVEN Beethoven è il primo musicista che si pone come intellettuale, determinando un cambio di orizzonte talmente forte che da quel momento la cultura tedesca imparerà a vedere i musicisti in maniera diversa, non più come semplici artigiani, come invece ha continuato a succedere in Italia. Lui impose il suo ruolo, riservandosi il diritto di scrivere come voleva (questo è il motivo per cui scrisse solo 9 sinfonie, perché si è preso tutto il tempo necessario per scrivere come voleva). Da Beethoven in poi la cultura musicale viene considerata come parte integrante della cultura. Nasce a Bonn nel 1770, dunque la Rivoluzione Francese (che cambierà la storia dell'Europa) scoppia quando lui ha 19 anni. A Bonn studia filosofia, e manifesta molto interesse sia per questa che per altre discipline: si impone una formazione a 360°. Mentre Mozart si occupava di letteratura in funzione della ricerca dei soggetti teatrali, Beethoven ha l'ambizione di una maggiore compiutezza culturale. In lui c'è costantemente l'intenzione di chiarire che oltre ad essere un musicista è anche un intellettuale. Beethoven si forgia sotto due aspetti principali: le idee della rivoluzione e l'aspetto culturale. Anche la filosofia di Kant è molto importante per Beethoven, e sarà evidente nella IX sinfonia. Come già detto, Beethoven nasce a Bonn, una città troppo provinciale per l'epoca; quando arriva a Vienna, nel 1792, entra a contatto con un clima culturale molto più interessante. Lì studia con Salieri e si pone nel solco di Haydn e Mozart. Ai tempi di Mozart Vienna era diversa; nella Vienna post-rivoluzionaria il compositore riesce a mantenersi con la musica, mentre ai tempi di Mozart questo non accadeva. A Beethoven, infatti, offrirono un vitalizio annuo per convincerlo a rimanere a Vienna, e questo è un segno di come il rapporto tra artista e mecenate si fosse, in quel tempo, capovolto. Beethoven guarda a Haydn e Mozart soprattutto per quei generi che Haydn aveva impostato in maniera moderna, ovvero la sinfonia, la sonata e la musica da camera (quartetto d’archi). Questi generi li tratta in maniere diverse: - il quartetto d'archi è molto complesso, dunque richiede degli intenditori particolarmente sofisticati, che riescano a comprendere tutte le complessità del quartetto; - la sonata per pianoforte è a metà strada tra il facile e il difficile: è per dilettanti colti che la studiano a casa, ma è più facile da capire rispetto al quartetto; - la sinfonia viene considerata da Beethoven come il genere con cui parlare a tutti. Ad essa dà il compito di parlare nella maniera più semplice possibile: i temi di Beethoven non hanno la bellezza di quelli di Mozart, poiché tendono ad essere semplici al fine di essere memorizzabili (tutti, ad esempio, ricordano le prime 4 note della V sinfonia); lo spettatore riesce a comprendere e seguire senza difficoltà quello che lui sta discutendo. La sinfonia è il luogo in cui Beethoven si assume la responsabilità di parlare a tutti (al grande pubblico). Infatti è con lui che nasce il mito romantico dell'artista che ha aspetti anche legati al genio; lui viene sempre raffigurato come un genio raggiunto dall’illuminazione, che per certi aspetti lui stesso favorì, ma che comunque è messa in evidenza anche perché il romanticismo esalta particolarmente l’individualità creatrice. NOVITÀ di Beethoven rispetto a Mozart e Haydn: * I temi non hanno la bellezza di quelli di Mozart, ma proprio perché sono più grezzi possono essere lavorati più nello sviluppo (parte centrale della forma sonata). Inoltre i temi di Mozart si potevano cantare, mentre quelli di Beethoven sono più per lo strumento che per la voce, come i temi di Haydn (c'è una preminenza dello strumentale sul vocale). * Beethoven punta ad un ampliamento, innanzitutto della forma: rende molto più ampio lo sviluppo, che per lui diventa il cuore, il fulcro della forma sonata (a differenza di Mozart, che attribuiva a questa fase solo una funzione di transizione), perché per Beethoven la lotta eroica e titanica contro il destino è un elemento centrale della sua visione del mondo, che risente particolarmente della filosofia di Kant. Per Beethoven l’uomo deve fare i conti con i suoi limiti (fisici: perché l'uomo è destinato alla morte; morali: perché è incline al male), deve opporsi ad essi in una lotta estrema ed eroica che possa consentirgli di raggiungere una condizione umana più alta, che è quella esposta da Kant nella “Critica della Ragion Pratica” (parte della filosofia di Kant che si occupa dell'aspetto etico-morale) quando Kant dice che la vera libertà dell’uomo è la libertà della legge morale: l'uomo diventa libero quando si sottomette alla legge morale; quello è il momento della pienezza dell’uomo. La fatica interiore ha come risultato la conquista della legge morale: la lotta serve a questo; l’uomo compie un percorso di liberazione interiore. In Beethoven, dunque, c'è questa dimensione della lotta dell’uomo per superare i propri limiti: questa è la differenza con Mozart, poiché Mozart nella sua musica dà un’idea di leggerezza pur affrontando temi estremamente profondi; Beethoven, invece dà un’idea di pesantezza. ((Questa distinzione sulla base della leggerezza/pesantezza nasce da uno degli argomenti delle “lezioni americane” di Italo Calvino: egli sosteneva che tutta la storia della letteratura e dell’arte in generale si possa dividere tra artisti che hanno optato per rappresentare la leggerezza e artisti che hanno optato per la pesantezza). C'è, poi, una differenza essenziale anche dal punto di vista del rapporto col ritmo: Mozart accetta l’uomo così com’è, anzi lo racconta con tutte le sue miserie, col presupposto che bisogna accettare l'umanità dell’uomo che è anche questa; in Beethoven, invece, c'è il rifiuto dell’umanità così com'è: c'è lo sforzo estremo di andare oltre il peso della terra. Mozart resta legato alla terra, la accoglie, mentre Beethoven la vuole superare, infatti il ritmo di Mozart è naturale, mentre il ritmo di Beethoven è spesso artificiale (lui sposta spesso l’accento). Beethoven fa ci proprio per dare questo senso di sforzo, di fatica. Beethoven usa lo sforzato, che presuppone un attacco della nota estremamente forte, duro (sforza a tal punto gli strumenti, che sembra che riesca ad andare oltre i limiti). Questi sono tutti modi per raccontare la lotta contro qualcosa che ci vincola alla terra. Pertanto lo sviluppo diventa il momento cruciale (il cuore della forma sonata), quello in cui c'è il momento della lotta eroica per l'affermazione di sé stessi: ci che in Haydn e Mozart era una semplice avventura nello sviluppo, per Beethoven diventa lotta drammatica. È questa una novità molto importante: Beethoven introduce il dramma nello sviluppo della forma sonata (introduce una dimensione sonora nuova, ovvero la drammatizzazione della forma sonata). Questo sviluppo condurrà poi alla ripresa, dove il dramma viene risolto. C'è per una particolarità: Beethoven allunga molto il finale, perché vuole dire prima a sé stesso e poi anche agli altri “ce l'abbiamo fatta”. Beethoven introduce anche lo stile spezzato, che consiste nel far passare il tema da un gruppo strumentale ad un altro (es. il tema passa dagli archi agli oboi). DIFFERENZA TRA IIl E IX SINFONIA: Ill sinfonia (sinfonia eroica): dedicata al tema dell’eroismo. É scritta in un momento in cui Beethoven crede ancora nella possibilità che la rivoluzione possa cambiare qualcosa, infatti essa viene originariamente dedicata a Napoleone, quando egli era ancora Primo Console. Questa dedica non è casuale, perché egli, nell'immaginario dei suoi contemporanei fu davvero un grande eroe. La sinfonia, dunque, è stata interpretata come espressione delle idee democratiche e repubblicane di Beethoven. In Bonaparte egli vedeva colui che avrebbe trapiantato in Europa principi di uguaglianza. Quando arriva la notizia che Napoleone si era auto-proclamato Imperatore dei francesi, Beethoven ebbe uno scatto di ira (esclamando che Bonaparte avrebbe calpestato ogni diritto umano e sarebbe diventato un tiranno) e cancell la dedica tanto da provocare una lacerazione sul foglio. Esso non è pervenuto a noi, perché Beethoven effettuava sui suoi fogli moltissime correzioni mentre componeva, a volte trasformandoli in veri campi di battaglia, e poi affidava al suo allievo preferito il compito di ricopiare in bella la copia, e strappava quella iniziale. Tuttavia, anche se cancella la dedica esplicita, la figura dell'eroe al quale pensa è comunque quella di Bonaparte, e questo si intuisce perché in un secondo momento Beethoven stesso aggiunse a matita la frase “scritta su Bonaparte” (frase dove “su” è la traduzione del tedesco “auf”, che corrisponde al latino “de” nel complemento di argomento, e dunque vuol dire “su: intorno a Bonaparte”). Cos'è l’eroe per Beethoven? È l’uomo che riesce a cambiare la storia con la sua forza morale e con la sua personalità (è colui la cui presenza non è irrilevante, ma lascia un segno nel mondo). Per Beethoven questo è anche l’unico modo per vincere la morte, perché non è possibile
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