Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Behringer, Le streghe, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto del libro "Le streghe".

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 09/06/2019

mariaveronicamari
mariaveronicamari 🇮🇹

4.4

(54)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Behringer, Le streghe e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! WOLFANG BEHRINGER, LE STREGHE INTRODUZIONE. Quella della stregoneria è una credenza comune a molte culture e si basa sul capovolgimento delle norme centrali di una società che porta, di conseguenza,all’applicazione di credenze fuorvianti quali l’avere il potere di fare del male ricorrendo a forze soprannaturali, godere di comportamenti sociali e sessuali fuorvianti e provare affinità per la notte o, comunque, per quanto è collegato al mondo notturno. Oggi gli studi sulle streghe si allontanano dalle credenze che per anni hanno avvolto questo mondo come, ad esempio, la dottrina cristiana del demonio o i vari processi inquisitori, e si concentrano su caratteri psicologici e storici. Analizzare la stregoneria da un punto di vista universale è, infatti, impossibile perché non è mai esistita una credenza universale e si può cogliere il carattere specifico della trattazione solo ponendosi in una prospettiva più ampia. Il mondo europeo ha trovato, nelle sue formulazioni, rapporti contrastanti tra il concetto di stregoneria e la sua rappresentazione e fondamentale è stata la demonologia cristiana: ▲ Agostino (354-430):stregoneria collegata a un patto segreto con il diavolo; ▲ Burchard di Worms(965-1025):stregoneria come attributo di poteri non posseduti; ▲ Kramer (1430-1505):stregoneria come strumento cospiratorio permesso da Dio contro la società cristiana; ▲ Johann Weyer (1515-1588): stregoneria come espressione della malinconia nei confronti della quale era necessario nutrire un atteggiamento indulgente e compassionevole; ▲ Illuministi: stregoneria come meccanismo di fatto inesistente tanto da rendere vilipendiosa l’uccisione delle streghe; ▲ Romantici: stregoneria come movimento di donne sagge messe a protezione dei segreti di un’antica cultura popolare; E’ possibile notare come a correnti sviluppate post-rivoluzioni (Illuminismo e Romanticismo) corrisponda un nuovo modo di vedere e interpretare la stregoneria: ecco che le streghe sono portatrici di un sapere antico che tendono a conservare e proteggere, come sostenuto da Emile Durkheim (1858-1917), mosse da moti pulsionali, che rimuove l’inconscio per deviare la propria aggressività e il fenomeno della caccia alle streghe come sintomo della società in crisi (da questo punto di vista, come sostenuto da Malinowski e Freud, la magia rappresenta lo strumento di realizzazione dei desideri più antichi propri, cioè, delle società primitive). Ma questo è un discorso che può essere applicato solo al mondo di ieri: oggi, la stessa lotta contro le streghe, è una lotta contro il male che permette di tergiversare, ma anche di rispondere sul perché esistano sofferenze, crudeltà, morte e disgrazie. La stregoneria non deve essere analizzata solo da un punto di vista storico perché, di fatto, storico è solo il contesto e non è un contesto limitato nel tempo che si esaurisce dopo un certo periodo: il fenomeno deve essere considerato nella sua interezza, antropologica e culturale, inserita all’interno di un quadro storico. 1.LA CREDENZA Le streghe e i loro accusatori sono persone che dovrebbero piacersi, ma in realtà non si piacciono. Nel 1975 il governo socialista del Benin promosse la stampa di un francobollo sul tema della lotta contro la stregoneria (La lutte contre la sorcellerie) affinchè venisse percepita una campagna delle streghe come una forma di lotta di classe: nell’Africa occidentale e nelle società tradizionali africane, la ricchezza è così lontana dalla disponibilità economica da essere ricondotta alla magia. In realtà questa campagna ebbe un effetto opposto collegato alla mancata propaganda a favore delle vaccinazioni: iniziarono a essere perseguitate e uccise molte donne anziane ritenute responsabili della diffusione di un’epidemia di tetano che aveva ucciso molto bambini. A questo deve essere aggiunta una finta dichiarazione radiofonica nella quale le donne avrebbero affermato di essersi trasformate in civette e di aver stregato i bambini, tramutate le loro anime in bestie e di essersi di queste cibate. L’episodio deve essere contestualizzato in un range culturale e religioso di un Paese in via di sviluppo e con un’alta mortalità infantile, dove la religione animistica andava per la maggiore; permette, inoltre, una correlazione con l’immaginario latino delle “strigae”e con quello americano e meridionale asiatico. Testimonianze sul principio delle rappresentazioni magiche delle metamorfosi degli animali e dei voli magici sono reperibili, limitatamente al mondo preistorico, nei manufatti, nelle pitture rupestri e in quelle parietali di carattere magico-religioso. Informazioni più precise e dettagliate arrivano, però, dopo l’invenzione della scrittura e permettono di rilevare come la stregoneria sia un tema presente sin dalla notte delle notti: la credenza nel mondo magico è un fatto tanto esterno e storico quanto interno e psichico tanto che tentativi di dare senso al mondo circostante senza far riferimento all’esperienza sono presenti dall’infanzia (è necessario pensare anche solo alle favole). L’esempio del Benin non deve indurci nella tentazione che in tutta l’Africa si attui una vera e propria caccia alle streghe perché in certe società la disgrazia viene semplicemente attribuita alle divinità. Uno studio condotto da Evans-Pritchard ha dimostrato come dalla credenza sulle streghe si strutturi l’organizzazione sociale: l’antropologo Max Marwick raccolse nella popolazione africana orientale dei Cewa 200 casi di disgrazie e dimostrò come il 100% degli analizzati facesse risalire la disgrazia al maleficio e solo in casi concreti si arrivava al 54%: ¼ riconduceva la disgrazia a cause naturali o a Dio, mentre il resto si divideva tra gli spiriti degli avi e le persone che non erano viste come streghe. È stato inoltre notato come nel 74% dei casi sia stato identificato il nome della strega, nel 78% vi sia stato un legame di parentela e nel 21% erano parenti alla lontana. Il Ghana il 41% degli studenti dava per probabile l’esistenza delle streghe, mentre il 35% la riteneva certa; in Zambia il 9% degli studenti di una scuola superiore negava un collegamento tra le streghe e le malattie, l’83% condivideva il collegamento e il 62% lo affermava con un elevato margine di certezza. Insistere sull’esistenza di un carattere magico è sinonimo di essere coscienti di un pericolo nascosto: Schapera fece notare che nel Botswana la stregoneria era sottoposta alla fgiustizia dei capi e che la persecuzione e la tortura facevano parte del diritto precoloniale. Certo è che dopo la decolonizzazione, in Africa crebbero i movimenti avversi alla stregoneria proprio come è stato dimostrato da Witchcraft in contemporary Tanzania di Mary Douglas e Max Marwick. Poco interesse di ricerca è stato suscitato dal mondo orientale dell’Asia, dell’Australia e dell’Oceania sebbene la ricerca che Malinowski condusse nel 1922, Argonauti del Pacifico occidentale, sul fenomeno del bwagau (mago cattivo) e dei mulukwausi (streghe volanti): risultato finale della ricerca fu la scoperta che ogni fase della vita, comprese le disgrazie, è riconducibile alla stregoneria. Philip Kuhn con Soulstealers. The Chinese sorcery scare of 1768 mostra un esempio di panico da stregoneria in una società progredita quale era quella orientale dove le comunità, per quanto fossero di diverse culture, conoscevano tutte l’immaginario della stregoneria. È bene sottolineare come, però, la credenza nella stregoneria non sia tipica di tutte le società e culture, ma anzi come venga da molte derisa. La cultura che ha esercitato una maggior influenza è quella africana che, mantenendosi incalzante nonostante gli sforzi dei missionari cristiani, ha portato nell’America meridionale a un aumento delle religioni vodoo caratterizzate da una grande paura nei confronti delle streghe. In Navaho Witchcraft , Clyde Kluckhohn ha evidenziato i processi che hanno portato all0uccisione delle streghe: Messimo e Perù sono casi eccezionali sia perché esistono testimonianze risalenti al XVI secolo sia perché il nagualismo(fede negli spiriti animali) sopravvive a tal punto da rinunciare ai simboli degli evangelisti (aquila, toro e leone) perché non vengano idolatrati. La questione delle streghe è stata affrontata in Witchcraft and sorcery of the American native people:l’immaginario stregonesco nella regione Pueblo- LO SCIAMANESIMO. Il termine entrò nella lingua italiana nel 1838, mentre la prima attestazione in lingua occidentale del termine sciamano (schamane) è databile al 1698 quando il mercante di Lubecca Adam Brand lo riportò nel suo diario riguardante il viaggio compiuto tra Mosca e Pechino sotto la guida del mercante olandese Ydes. Entrato nella cultura russa e in quella europea nel corso del XVIII secolo, la nozione di sciamano ha inizialmente indicato un ciarlatano che, con la pretesa di guarire o risolvere problemi, mirava in realtà a guadagni economici. La prima attestazione di questa interpretazione la possiamo riscontrare negli appunti di viaggio del chimico tedesco Gmelin (1709-1755) che, dopo aver trascorso dieci anni in Siberia, descrisse le pratiche sciamaniche come ciarlatanerie. L’imperatrice russa Caterina la Grande (1729-1796) dipendeva per le sue informazioni sugli sciamani siberiani anche dai suoi esploratori e cartografi tanto che finì per farsi interprete della valutazione russa per mezzo dell’opera teatrale da lei stessa scritta e messa in scena nel 1786 a San Pietroburgo (Lo sciamano siberiano). Se la relazione della cultura illuminista fu improntata al disprezzo per queste forme della tradizione religiosa siberiana accompagnata, nel caso degli interpreti di fede cristiana, dal sospetto di rapporti dello sciamano con il diavolo, in quell’epoca già si registrarono le prime letture diverse e più attente del fenomeno sciamanista. L’intellettuale Aleksandr Nickolaevic Radiscev(1794-1802), esiliato dall’imperatrice in Siberia per le critiche al suo regime assolutista, ebbe modo di chiosare le pratiche sciamaniche, da lui direttamente osservate, in una lettera a un suo amico: “Questa usanza conosciuta come sciamanesimo è considerata dalla gente comune come un modo per avere rapporti con il diavolo e spesso come una forma di truffa mirata a ingannare la fiducia degli spettatori. Io vedo in questo rituale solo un mezzo per manifestare dei sentimenti verso il riconosciuto potere onnipotente, la cui grandezza appare nelle più piccole cose”. Secondo queste società, erano gli spiriti ultraterreni a determinare la sorte e gli avvenimenti terreni: ogni problema poteva essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatti con tali spiriti, affrontando un viaggio ultraterreno nel loro mondo e trovando lì la soluzione ai problemi. Questo è lo sciamano, un ponte tra il mondo terreno e quello ultraterreno: secondo la cultura sciamanica, non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una “chiamata” da parte degli spiriti e a questa chiamata non si può rispondere negativamente. Detto ciò, è comunque possibile che alcune culture prevedano un qualche tipo di iniziazione per lo sciamano: per chi la riceve, la “chiamata” è spesso un dramma perché ne sconvolge la vita e ne mina seriamente la stabilità e le integrità fisico-psichiche. Non accettare, sempre secondo la tradizione sciamanica, avrebbe conseguenze molto più gravi che potrebbero portarlo fino alla follia e alla morte: la figura dello sciamano nasce nelle società primitive con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società, ovvero la salute, la riproduzione e la sussistenza. Generalmente nello sciamanesimo classico gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani di sesso femminile ed il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto nelle società agricole e contadine. Il loro ruolo è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché il viaggio dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio respiro e avrebbe un raggio d’azione molto più vasto e la sua azione sarebbe più potente, mentre le sciamane sarebbero più specializzate in quelle cure che prevedono l’uso dell’erboristeria. Lo sciamano, diversamente da quanto succede per il sacerdote o il re, non deriva da un’istituzione, ma ha la base empirica, possiede facoltà innate o trasmesse e, a differenza invece dello stregone-medico, ha un comportamento di carattere estatico, in trance è ponte fra le energie spirituale e quelle terrene, un canale della volontà divina e delle forze della natura che mette a disposizione dell’umanità attraverso l’amore e la comprensione. Durante l’estasi si impadronisce di lui una forza (che può essere concepita sia dinamicamente come impersonale sia animisticamente come spirito o demone): con questo aiuto lo sciamano influisce sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto, perde la sua personalità e diventa temporaneamente l’ “altro”: sciamani dell’America settentrionale e della Groenlandia portano maschere proprio per sottolineare questo significato e non sempre tutto questo viene sentito come un dono, ma, anzi, spesso è anche temuto per la sua potenza. Aspetto significativo della “cura” nella credenza sciamanica è che la guarigione è sia fisica che psichica: parte della psichiatria moderna attribuisce le eventuali guarigioni ad ipnosi o autoipnotismo o anche ad ipnotismo collettivo. Secondo l’antropologia ufficiale, gli elementi fondamentali caratterizzanti dello sciamano, comuni a tutti i luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall’Australia alle Americhe e all’Asia, sono: • chiamata sciamanica: lo sciamano, prima di diventare sciamano, asserisce di ricevere una chiamata da parte degli spiriti alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente; • viaggio sciamanico: un viaggio mentale, onirico, nel mondo degli spiriti che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (anche per mezzo di allucinogeni) ad ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli. Le fasi caratteristiche del viaggio sono lo stato psichico di trance (raggiunto tramite l’uso di allucinogeni, permane per tutta la durata del viaggio), la metamorfosi (lo sciamano si trasforma nell’animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere), il combattimento contro gli spiriti ed altri sciamani e il ritorno; • anargirismo: divieto per lo sciamano di ricevere compensi in denaro, pena la perdita del potere sciamanico; Lo sciamanesimo, originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori, appare diffuso quasi ovunque nel mondo, dall’Australia alle Americhe, con caratteristiche comuni preso le società di coltivatori di Melanesia e Nuova Guinea e nelle zone delle grandi civiltà dell’antichità, come quella cinese, le grandi civiltà del Mediterraneo, quelle mesoamericane e andine. Presso le grandi civiltà è possibile che sia originariamente esistito, ma che poi sia stato rimosso. In Africa raramente si utilizza il termine “sciamanesimo” per identificare gli “operatori” del mondo magico: secondo Eliade lo sciamano è colui che controlla gli spiriti e che, attraverso il “viaggio” visita il regno dell’Oltremondo. Al contrario la possessione presente nei rituali africani, rende l’uomo controllato dagli spiriti che, proprio al contrario della pratica sciamanica, vengono loro a visitare gli uomini. Nonostante quanto detto, non è facile individuare una netta differenza tra possessione e pratiche sciamaniche: Glibert Rouget afferma che la classificazione di Eliade è troppo rigida e esistono tutta una serie di casi intermedi. Secondo Shefferman anche se lo sciamano domina gli spiriti essi spesso parlando per bocca dello sciamano, danzano con il suo corpo e, in molte tradizioni ne fanno addirittura cambiare sembianze in animale. Del resto, ricorda Richard Noll, lo sciamano prima di essere tale, nelle tradizioni tunguse è un “malato”, ovvero un posseduto dagli spiriti: nelle pratiche africane, proprio come nelle tradizioni sciamaniche, gli spiriti sono chiamati dalle danze, dal suono di tamburi, da canti, incensi e libagioni(dunque, forme di sciamanesimo possono essere considerate presenti anche nel Vecchio Continente). Lo sciamanesimo siberiano è considerato dagli studiosi quello classico e il meno contaminato da altre culture: sappiamo che lo stretto di Bering, spesso ghiacciato, era itinerario seguito dai cacciatori del paleolitico per penetrare nel continente americano, dal sud-est asiatico penetravano fino in Australia 53.000 anni prima della nostra era e gli attuali aborigeni sono i diretti discendenti. Pratiche sciamaniche si trovano quasi ovunque in Oceania, nel sud-est asiatico e nel continente americano, ma si hanno anche forme più “raffinate” come presso gli Yoag indiani o i Berserkr germanici che infuriavano durante le battaglie o addirittura gli eroi invasati dallo spirito di Jahvè nell’antico Testamento (Gedeone e Saul, quest’ultimo profeta). Riti sciamanici avevano continuato ad essere praticati nel corso della storia in Cina: la loro presenza è confermata dalle fonti storiche Han, secondo cui numerosi sciamani che abitavano il territorio cinese nel III secolo a.C erano invitati dagli imperatori per la costruzione di altari e templi nella capitale. Nonostante l’ostilità dei funzionari di corte, essi mantennero un ruolo importante per oltre un millennio fino all’emanazione di un editto del 1023 che rimandava gli sciamani nelle loro province d’origine, decretando l’abbattimento dei loro altari; in un’epoca in cui lo Stato si era ormai completamente confucianizzato lo sciamanesimo venne abolito dalla corte, continuando però ad essere praticato a livello popolare fino ai giorni nostri, seppur con un’estensione molto minore. Gli indigeni della Nuova Guinea, sotto l’effetto di alcune sostanze psichedeliche, erano convinti di entrare in contatto con i parenti defunti: il problema che sorgeva era che un morto tornato tra i vivi cambiava il proprio carattere e da buono sarebbe potuto diventare cattivo o viceversa. Questo cambiamento era alla base dei riti funerari tesi a prevenirlo o ad assecondarlo: i Roro della Nuova Guinea inscenavano una strana cerimonia per richiamare al villaggio gli spiriti dei morti, considerandoli loro alleati. Esistono diverse teorie per spiegare la diffusione quasi globale dello sciamanesimo e le principali sono: • la teoria diffusionista la quale ipotizza che il fenomeno, nato presso un popolo, si sia diffuso da un popolo all’altro e da un luogo all’altro; • la teoria della derivazione di una fonte comune la quale ipotizza che ogni popolazione abbia attinto alla stessa fonte; • la teoria strutturalista la quale ipotizza che il fenomeno sia sorto contemporaneamente in vari luoghi e presso varie popolazioni perché innato nella struttura mentale umana; CANON EPISCOPI. È un’istruzione ai vescovi sull’atteggiamento da assumere nei riguardi della stregoneria: durante il Medioevo il documento fu attribuito al concilio di Ancira del 314, ma si tratta in realtà di un testo più tardo comparso nell’opera del benedettino tedesco Regino di Prum, il De synodalibus causis et disciplinis ecclesiasticis risalente al 906. Definiva la stregoneria “culto verso il demonio”, ma negava che le streghe potessero volare fisicamente e dichiarava che “[…]chiunque è così stupido e folle da credere a storie tanto fantasiose è da considerarsi un infedele perché ciò deriva da un’illusione del demonio”. Tali voli notturni, ritenuti materialmente impossibili e ritenuti illusori, potevano però realizzarsi con lo spirito e “pur volando con lo spirito e l’immaginazione, queste streghe sono ugualmente colpevoli, come se lo avessero fatto in carne e ossa”. Per la verità, pare che altri scritti alludessero alla “società di Diana”, perciò il Canon non sarebbe il primo a parlarne: è certamente il primo a mettere al centro questo argomento anche perché nel testo non si parla mai di streghe e solo più avanti nei secoli Diana venne sostituita dal diavolo. Certo il Canon non può, data l’epoca storica, negare che vi sia l’opera del diavolo, ma questi si limita all’illusione e all’inganno: le donne che si illudono di viaggiare al servizio di Diana sarebbero persone deboli di mente la cui scarsa fede permette al diavolo di ingannarle, ma non stringono con lui un patto consapevole e non gettano neppure sviato, che non il fatto che uno di noi sia portato via a volo su una scopa, su per la canna del camino, in carne ed ossa, da uno spirito estraneo!» Frattanto gli inquisitori, convinti della realtà del sabba, seguitavano a cacciare, processare e condannare le streghe. Nicolas Rèmy ammetteva che il Demonio, in alternativa al trasporto fisico delle streghe alla tregenda, potesse accontentarsi di recare loro dei sogni nei quali l'impressione di partecipare al raduno diabolico fosse vivissima, mentre non riteneva pertinenti alla materia l'estasi, le affezioni mentali e i viaggi dello spirito fuori del corpo. Pierre de Lancre sosteneva invece che le streghe potessero cadere in un'estasi di tipo diabolico simile a quella degli sciamani lapponi. Nel 1749 Girolamo Tartarotti pubblicò il trattato Del Congresso notturno delle Lammie, entrando in modo piuttosto originale nel dibattito in corso ormai da diverso tempo sulla realtà della stregoneria e del sabba. Il Tartarotti sosteneva l'esistenza della magia diabolica ma non quella del sabba, avvalorando sotto questo riguardo il contenuto del Canon Episcopi: se la "brigata notturna da Diana e da Erodiade guidata" era una pura fantasia, non altro doveva essere anche il "Congresso notturno" delle streghe. Quanto a queste ultime, Girolamo Tartarotti ne evidenziava la provenienza dalle classi più povere, più incolte e peggio nutrite della società, sottolineando inoltre il carattere delle donne come espressamente sensibile alle illusioni e alle fantasticherie. Lo storico Jules Michelet pubblicò nel 1862 La strega, un libro che avrà una certa fortuna e che contribuirà indirettamente alla riscoperta neopagana della stregoneria nel XX secolo. Ad opinione di Michelet i sabba avvennero realmente, anche se non furono ciò che per secoli venne descritto nei libri dei demonologi e verbalizzato durante i processi per stregoneria. Più precisamente: i fatti erano quelli, ma il Diavolo — inteso come spirito del Male — non c'entrava per niente. Fino al secolo XI, secondo lo studioso francese, i sabba sarebbero stati le vestigia del paganesimo tenute in vita dalle classi sociali più umili, che potevano vivere liberamente soltanto la notte. Tra il XII e il XIII secolo le danze notturne che simboleggiavano gli antichi riti precristiani avrebbero preso l'aspetto di uno sfogo contro il crescente e oppressivo potere della Chiesa e della Monarchia, fino a sfociare, nel Trecento, in una vera e propria rivolta notturna rappresentata dalla Messa nera, o Messa a rovescio, conseguenza inevitabile di due gravi eventi storici: lo Scisma d'occidente e la debolezza della monarchia francese durante la Guerra dei cento anni. Nei sabba di Michelet il popolo ritrovava quel senso di fratellanza che le ansie e le fatiche del giorno facevano dimenticare; coloro che vi prendevano parte mangiavano, danzavano, maledicevano gli ecclesiastici e i nobili e ripudiavano Dio rendendo omaggio al Diavolo, presente alla cerimonia nella forma di una statua di legno alla quale si consacrava una giovane donna. Nei secoli successivi teologi e inquisitori avrebbero perseguitato queste feste notturne in quanto prove evidenti dell'eresia diabolica. Oggi a Michelet — il quale, va ricordato, non trascurò di consultare le fonti archivistiche — vengono riconosciute alcune importanti intuizioni, come quella che spiega l'idea del sabba come un "sogno di liberazione" e un "desiderio di vendetta" delle classi subalterne (e perciò anche delle streghe — quelle realmente esistite, processate e condannate — pericolosamente attratte dalla credenza nel sabba e dall'illusione di potervi andare per davvero). Ma lo storico francese, nello scrivere il libro, aggiunse molto di suo alle informazioni che trasse dai documenti, e con non poca fantasia. Nel Novecento, al principio degli anni venti, l'egittologa e antropologa Margaret Murray espose nel suo libro Le streghe nell'Europa occidentale una singolare ipotesi, secondo la quale la stregoneria non sarebbe stata altro che l'antica religione pagana del continente europeo professata accanto al Cristianesimo almeno fino al XVII secolo. I sabba, a parere della Murray, erano perciò i convegni che gli adepti di quella religione si davano per celebrare i propri riti. La teoria della studiosa fu però basata sulla sua personale interpretazione di singoli passaggi dei documenti riguardanti i processi per stregoneria, che avulsi dal contesto sembravano descrivere un insieme di pratiche religiose avvenute solo tra uomini e non tra uomini ed esseri soprannaturali. La tesi di Margaret Murray, non essendo supportata da un metodo di ricerca storiografica accettabile, è stata respinta negli ultimi decenni dalla maggior parte degli studiosi dopo un esame più approfondito delle sue fonti. Lo storico Carlo Ginzburg ha però sostenuto che quella tesi, pur mancando di attendibilità, potesse contenere "un noccolo di verità". Secondo Ginzburg le streghe processate certamente non praticavano i riti di un'antica religione, e tuttavia nelle loro deposizioni sarebbe rintracciabile, oltre al nucleo di idee magico-diaboliche suggerite loro dagli inquisitori, un residuo di conoscenze mitologiche risalente a epoche lontane entro cui il sabba si configurerebbe come un rituale sciamanico. A parere dello storico Gustav Henningsen lo sciamanesimo non sarebbe invece il carattere peculiare di quei gruppi umani che in passato furono sospettati di stregoneria e talvolta processati sulla base di questa credenza. A differenza degli uomini e donne appartenenti a quei gruppi, lo sciamano si presenta come una figura ben distinta e soprattutto unica nel suo ruolo all'interno della comunità in cui vive; inoltre, la sua entrata nello stato di estasi è del tutto volontaria. Con la sola eccezione di Pierre de Lancre, non sembrerebbe poi che gli inquisitori fossero comunemente portati ad associare lo sciamanesimo alle pratiche stregoniche là dove riscontravano entrambi i fenomeni. Nella regione del Finnmark, che in Età Moderna conobbe cacce alle streghe piuttosto intense, i norvegesi vennero accusati in numero maggiore rispetto ai lapponi, presso i quali lo sciamanesimo era una realtà evidente 2.LA PERSECUZIONE La persecuzione ha luogo in qualsiasi contesto in cui si creda alle streghe: la stregoneria non era estranea al mantenimento dell’equilibrio sociale, ma era la quintessenza di un comportamento antisociale, data anche la sua rappresentazione quale rovesciamento dei valori sociali. Nelle società tradizionali, dove il concetto di stregoneria si è sviluppato, chi era accusato veniva trattato con riguardo e raramente era chiamato a rispondere delle sue azioni (quando questo avveniva, nei migliori dei casi si costringeva il colpevole ad annullare l’effetto, mentre nei peggiori veniva esiliato o condannato a morte). per lunghi secoli, nonostante le condanne a morte di indovini e incantatori, la caccia alle streghe fu illegale e iniziò a comparire solo nell’Alto Medioevo(Edith Enney):le condanne prima di questo periodo sono imputabili a istituzioni secolari o ecclesiastiche che facevano capo alla tortura e all’ordalia per provare la colpevolezza degli accusati. Erano numerosi, quindi, gli atti contro le streghe non approvati dalla Chiesa così come altrettanto numerosi erano i linciaggi che avvenivano nonostante gli interventi della Chiesa o delle autorità civili. Il linciaggio era, in realtà, una pratica molto diffusa soprattutto in quei Paesi (Ungheria ottomana) dove i sistemi politici centrali si rifiutavano di trattare queste accuse in tribunale: stando a Januzs Tazbir, la pratica del linciaggio portò alla morte almeno la metà degli accusati di stregoneria in Polonia e Ucraina. È in questo contesto che viene inserita la persecuzione vera e propria contro le streghe: in questo arco temporale di tre secoli e mezzo la persecuzione fu, di fatto, legalizzata. È bene tenere presente che la repressione avvenne in relazione a situazioni eccezionali e le singole vittime di persecuzione non superarono di certo quelle di vere e proprie ondate di panico per le quali si sono arrivate a contare anche 500 vittime. Essendo questo un mondo estraneo alle civiltà extraeuropee, si riteneva che l’origine della persecuzione delle streghe fosse la teologia latina e il diritto imperiale romano(Christian Thomasius, De origine ac progressu processus inquisitori contra sagas):in realtà, premessa dell’intensificazione delle persecuzioni tra XIV secolo e XV secolo furono gli eventi dell’Alto Medioevo. Gli studiosi Norman Cohn e Richard Kieckhefer hanno dimostrato la falsità delle persecuzioni nella Francia meridionale così come falso è un parere legale di Bartolo di Sassoferrato. Solo nel 1400 si costruì l’immaginario della strega così come è conosciuto oggi, dalle unioni sessuali con il diavolo ai voli magici e al sabba (con quest’ultimo l’inquisitore chiedeva i nomi di tutti coloro che avevano partecipato alle riunioni, aprendo una vera e propria reazione a catena). Limitatamente al contesto europeo, la caccia alle streghe è ascrivile all’arco 1430-1780 e si intensificò nell’età moderna ancor di più che nel Medioevo: l’apice venne toccato tra il 1560 e il 1630 poi, con gli sviluppi economici e sociali, sci si liberò da questa paura de facto. Le strutture che avviarono alla persecuzione delle streghe nacquero nel XIII secolo durante le persecuzioni contro catari e albigesi: l’Inquisizione, retta da delegazioni papali, agì ex officio contro coloro che rinnegavano la fede e durante il IV Concilio Lateranense (1215) venne approvato il ricordo alla tortura durante i processi inquisitoriali. La raccolta di tutte le informazioni durante i processi portò alla costruzione dell’immaginario delle streghe e del rapporto che queste instaurarono con il diavolo. Essendo accuse improntate in prima istanza agli eretici e agli ebrei, la ricerca più recente ha dimostrato come l’immaginario della strega sia stato influenzato da quello degli ebrei. Nel Basso Medioevo erano gli emarginati a essere accusati delle periodiche epidemie: i malati di lebbra furono accusati di avvelenamento dei pozzi e la stessa accusa fu rivolta agli ebrei nella Savoia del 1300. Tutte queste accuse passarono poi alle streghe alle quali si aggiunsero il mito del sangue, l’omicidio rituale, la produzione di strumenti magici, l’odio contro la Madonna e i raduni notturni che non per nulla vengono indicati con i termini ebraici di sinagoga e sabba. Da cosa è dovuto questo passaggio di colpe dagli ebrei alle streghe? Secondo lo storico Jean Delumau, la civiltà europea del XIV secolo fu vittima di una paura collettiva causata dalle minacce esterne dell’Islam, dalla comparsa di carestie estese, dalla peste del 1348, dallo Scisma del 1378 e dalle due conquiste di Mosca e Costantinopoli per mano, rispettivamente, mongola e ottomana. Ambiente di sviluppo del crimine furono le terre di quello che un tempo era il ducato di Savoia che, sotto il controllo di Amedeo VIII (1383-1451) comprendeva l’intera zona circostante il lago di Ginevra, l’alto Valais, la Valle d’Aosta, la Chambery e tutto il Piemonte e la grande importanza portò Amedeo VIII ad essere eletto (anti)papa con il nome di Felice V(1439-1449) con il Concilio di Basilea. Come notato dalle indagini di Massimo Centini, in Savoia il problema della magia divenne sempre più importante a partire dal 1390, dopo la persecuzione degli ebrei e dei valdesi: se negli Statuta Sabaudiae promulgati da Amedeo nel 1430 sedici capitoli del primo libri sono dedicati al problema ebraico(gli ebrei erano obbligati ad abitare in luogo separato dai Cristiani e a portare un segno distintivo sulla spalla sinistra), in un atto di Eugenio IV si affermava che la Savoia fosse piena di streghe, stregoni e valdesi. Decisiva per la nascita del nuovo concetto di stregoneria fu la prima fase del Concilio di Basilea: la terminologia del trattato Errores Gazariorum (anni Trenta del XV secolo) ricorda i processi dell’Inquisizione in Savoia, intorno al 1400 furono organizzati altri processi nei quali l’eresia, l’incantesimo e la credenza nelle streghe si sovrapposero e si giunse alla condanna al rogo, anche se una definizione vera e propria per la nuova setta non esisteva ancora quando Martino V(1368-1431, papa 1417-1431) nel 1418 ed Eugenio IV nel 1434 confermarono la carica dell’inquisitore. Tra gli inquisitori, il portata da un freddo vento del Nord e un freddo talmente forte da gelare l’acqua e il vino e da far seccare la segale, l’orzo e le foglie degli alberi. In questo caso la repressione, però, non scoppiò subito, ma bensì decenni dopo l’ascesa al potere di Ferdinando quando la crisi agraria del 1926 mise sotto pressione i titolari del potere giudiziario. I responsabili politici delle grandi persecuzioni furono i tre principi elettori ecclesiastici,i vescovi di Colonia e Treviri, i principi della Franconia e i vescovi di Augusta, Strasburgo, Minden e Osnabruck, l’abate principe di Fulda e il vescovo di Breslau(è da notare, inoltre, che le più grandi persecuzioni avvennero in concomitanza con i vescovi di particolari figure ecclesiastiche accecate dalla loro ideologia). È possibile che il fondamentalismo si sia rafforzato con lo scontro confessionale: non è un caso il fatto che i più grandi persecutori tedeschi di streghe appartenessero alla Lega cattolica e la loro tendenza a una soluzione violenta dei problemi culminò alla vigilia dell’Editto di Restituzione. Guardando ad altre nazioni del Mediterraneo o all’Irlanda, si vede che questa non fu la linea ufficiale della Chiesa cattolica:anzi, la caccia alle streghe venne definita “l’irreligiosa conseguenza della devota solerzia della Germania”. Accanto ai vescovi delle streghe, accecati dalla loro ideologia, il caso della Baviera merita particolare attenzione in quanto terreno principale della Controriforma: i governi che risentivano degli effetti di un forte processo di secolarizzazione furono propensi a impedire le persecuzioni contro le streghe e in generale le grandi città europee furono teatro di processi per magia coronati da esecuzioni, ma non mostrarono alcuna tendenza alla persecuzione contro le streghe. A partire dal 1630 si percepì un diverso atteggiamento nei confronti dei processi per stregoneria grazie al disincanto verso le persecuzioni e le guerre di religione causate da motivi ideologici e a seguito della stabilizzazione del sistema statale europeo, della sua economia e della situazione alimentare e,inoltre, come conseguenza della fine delle grandi epidemie e della scomparsa della lebbra e della peste nella seconda metà del XVII secolo. Le persecuzioni delle streghe divennero un fattore di scandalo: si evidenzia un’interessante evoluzione, quale il superamento del classico immaginario delle streghe come anziane donne povere che vivevano da sole, ma i capri espiatori si spostarono sul sesso maschile che portarono alla luce un profilo ambiguo come quello della possessione. Ragioni di questo fenomeno furono la mancanza di grandi città, il processo deficitario di formazione statale, l’alta indipendenza dei Capitoli delle cattedrali, delle società dei cavalieri e dei contadini in cui il particolarismo politico era in contrasto con le altre esigenze politiche della Controriforma. La possessione appartiene a quelle patologie di fronte alle quali la modernità mostra un certo disagio e che vengono ancora interpretate come anomalie psichiche: nelle culture sciamaniche l’essere posseduti da uno spirito è interpretato come un segno decisivo dell’elezione a specialista religioso e, anzi, viene trasmessa insieme a un certo bagaglio di tecniche. Nelle religioni afrocaraibiche la possessione avviene con una presa di contatto con il mondo degli spiriti tramite un medium: l’Europa contadina riconduceva la possessione alla stregoneria (analogia con il mondo indiano e africano), mentre nella religione cristiana lo spirito che entrava nel corpo era interpretato come un diavolo e la richiesta di dire chi fosse il responsabile della possessione era una delle domande che venivano normalmente poste durante l’esorcismo. Ai casi individuali si sono affiancati quelli collettivi durante i quali i conventi di suore, seminari di preti, collegi e ospedali, in presenza di spiriti, svilupparono una particolare dinamica di gruppo. Quando nel 1629 fu stampato un Nuovo trattato della magia che seduce i bambini in cui la predisposizione dei bambini per la stregoneria era diventata un topos ben consolidato della demonologia. Le persecuzioni processuali contro le streghe avvenute nella sfera d’influenza della cultura europea inclusero, sul piano spaziale e temporale, anche le colonie: la maggior parte delle esecuzioni di streghe si ebbe negli Stati della Nuova Inghilterra (più tardi gli Stati Uniti d’America) ed è un esempio il processo alle streghe di Salem. Per processo alle streghe di Salem si intendono una serie di atti rivolti a persone accusate di stregoneria che si svolsero a partire dal 1692 nel villaggio di Salem, nella contea di Essex in Massachussets. In precedenza 17 persone erano già state sottoposte alla pena capitale nella zona per lo stesso reato nel corso di una caccia alle streghe durata dal 1647 al 1688: con i processi del 1692 iniziò la più estesa serie di accuse, arresti ed esecuzioni capitali mai inflitte nei possedimenti britannici del Nuovo Mondo per il reato di stregoneria e al termine del processo furono giustiziate per impiccagione 19 persone, escludendo l’uomo schiacciato a morte per essersi rifiutato di testimoniare, i 150 sospettati imprigionati e le 200 persone accusate di stregoneria(un numero molto elevato se rapportato al fatto che all’epoca la popolazione del New England era di circa 100.000 unità, raggiungendo un’intensità superiore a quella avvenuta nel Regno Unito. I processi ebbero inizio ad aprile e terminarono in novembre, quando la protesta di alcuni dei religiosi più influenti del Massachussets spinse il governatore a sospendere i lavori del tribunale. Le vittime della persecuzione europea furono, in Europa centrale, per la maggior parte donne, mentre nell’Europa del Nord vi furono alte percentuali di uomini perseguitati: nell’Europa centrale, infatti, responsabile della maggior parte dei roghi di streghe nello stesso periodo in cui fu scritto il Malleus, e poi di nuovo nella seconda metà del XVI secolo, vennero perseguitate per stregoneria quasi solo donne. Nel XVI secolo molti governi dell’Europa occidentale osteggiarono i capi dei moti intenzionati a scatenare persecuzioni e, dato che gli europei non credevano più nella stregoneria e applicavano le loro leggi, l’uccisione di streghe divenne in legale. Non è un caso se la caccia alle streghe avvenne in contemporanea con il periodo di freddo della Piccola era glaciale: le gelate, le estati secche e la grandine danneggiarono il raccolto e misero in pericolo la sussistenza e si creò una discrepanza per la quale gli strati sociali più bassi videro minacciata la loro sussistenza e i mercanti approfittarono del loro stato di bisogno. Si svilupparono malattie rare ed epidemie la cui origine venne, ovviamente, attribuita alla stregoneria: in virtù di questa relazione, la stregoneria può essere messa in relazione con la curva dei prezzi all’inizio dell’età moderna e con la crescita delle percentuali demografiche locali. Ci fu anche un durevole rincaro dovuto alla sproporzione fra la crescita della popolazione e la produzione di alimenti: lo squilibrio entrò in una fase critica quando si andò a sovrapporre con una crisi interna e il cambiamento climatico e si sciolse solo con il calo demografico del XVII secolo. Nel volume intitolato Il cristianesimo e la paura Oskar Pfister(1873-1956), allievo di Freud, ha portato l’esempio di Calvino in cui il messaggio del Nuovo Testamento viene cambiato di segno: in nome dei dogmi, dei riti, delle istituzioni e di una patologica pedagogia della paura, egli ritenne utile sacrificare vite umane per santificare il volere di Dio. Già durante l’età delle persecuzioni era stata rilevata l’impossibilità di rappresentare Dio come un padre benevole, ma, al massimo, come un dogmatico fondamentalista che per ragioni insignificanti poteva esplodere in un’ira furiosa: Spee sostenne la somiglianza tra il Dio persecutore e gli idoli pagani, ai contemporanei fu chiaro che la persecuzione avvenisse in tempi di offensiva morale. Quando la colpa delle istituzioni si relativizza, si evidenziano le colpe individuali soprattutto se si tiene conto del fatto che molti contemporanei esitarono a opporsi ai cacciatori di streghe. Anche per quanto riguarda i domini coloniali,prima dello scoppio della Grande guerra il governo dell’Africa orientale tedesca intervenne duramente contro i witch-doctors e, dato che gli europei non credevano più alla stregoneria, da un momento all’altro l’uccisione di streghe divenne illegale e da allora in Africa orientale si cercò di spingere al suicidio le persone che l’antica sapienza condannava o venne dato l’incarico di ucciderle. Ancora oggi esecuzioni di questo tipo avvengono nelle società in cui queste accuse non compaiono in tribunale: Papa Nuova Guinea, Malaysia e Indonesia. Intorno al 1900 nell’Africa meridionale esplosero nuovamente persecuzioni contro le streghe proprio dopo l’eucarestia che si verificò in Kenya: nell’Africa tradizionale le streghe venivano regolarmente messe a morte, venivano esortate a pentirsi, a consegnare gli strumenti magici e ad accettare un castigo e i sospetti coglievano l’opportunità di purificarsi delle loro colpe. Come ha mostrato l’etnologo R.G.Willis, i movimenti avversi alle streghe promettevano l’immediato inizio di un regno di pace eterna senza sventure e disgrazie e un modo salvato senza promesse di futuro o aldilà. Bisogna tenere presente che le condizioni analizzate fin’ ora devono essere considerate nella loro generalità e ascritte a credenza culturali: tuttavia, la maggior parte degli storici concorda nel sostenere che si è arrivati a perseguitare le streghe dove gli interessi dei responsabili politici e quello dei loro sudditi hanno trovato un punto d’incontro. 3. LA BATTAGLIA CONTRO LA CACCIA ALLE STREGHE A fronte della diffusione della persecuzione in Europa e nelle colonie, è lecito domandarsi perché in tre secoli e mezzo si siano contate solo 50.000 vittime. Abbiamo già dato una risposta parziale a questa discrepanza numerica quando abbiamo affrontato il forte scetticismo nei confronti dei persecutori e di chi credeva nelle streghe: strumento efficace in questo campo fu la serie di dubbi del cristianesimo sui risultati positivi della magia e fu solo l’approvazione quattrocentesca papale a costruire un nuovo immaginario delle streghe. Possiamo certamente dire che la credenza alle streghe sia nata con la nascita dell’ Inquisizione papale: nell’Umanesimo gli intellettuali si impegnarono contro la credenza delle streghe e contro l’atteggiamento persecutorio dell’Inquisizione e nacquero opere come Elogio della follia con cui Erasmo da Rotterdam (1465-1536)rappresentò nel dettaglio l’immagine di un inquisitore che vedeva il demonio dietro ogni cosa a lui sconosciuta, rifacendosi anche a un precetto biblico per il quale Dio stesso aveva ordinato la persecuzione delle streghe. Nel 1519, nella città imperiale di Metz, una donna accusata di stregoneria mise contro l’inquisitore domenicano Nikolaus Savini e il procuratore Agrippa di Nettesheim (1486-1535): quest’ultimo difese la donna accusata a la polemica venne inserita nel capitolo XCVI del De vanitate scientiarum. La ragazza era stata rapita dagli sgherri degli inquisitori francescani che volevano soddisfare con lei la loro lussuria:Agrippa prese le difese della donna e narrò lui stesso l’episodio nelle sue lettere nel quale viene riportato che l’inquisitore Nicola Savini e l’ufficiale della curia vescovile Jean Léonard la facero torturare e,accusato il primo, Savini accusò di eresia l’Agrippa e solo la morte dell’ufficiale della curia, che fece in tempo a rilasciare una dichiarazione giurata con la quale riconosceva l’innocenza della donna, pose fine al processo. Questo successo fu garantito anche dalla Controriforma che tolse il controllo del territorio superiore alla Germania all’Inquisizione papale: agli occhi dei grandi riformatori protestanti, molte credenze religiose cristiane erano pari a quelle contadine e il crollo delle persecuzioni nel 1520 denota come tra i programmi dei riformatori non fossero contemplate le caccie alle streghe. A questi si aggiunsero le inquisizioni stesse: nel 1526 il tribunale spagnolo pose fine alle persecuzioni, nel 1538 il Consiglio supremo dell’Inquisizione spagnola ordinò di non considerare il Malleus e i vertici inquisitoriali romani e portoghesi vietarono i roghi stessi. Fra il 1540 e il 1700 nella penisola iberica, nelle isole del Mediterraneo e in America Latina, nei 19 tribunali distrettuali l’Inquisizione spagnola trattò 44000 casi, dei quali 4000 sicuramente legati alla magia, ma senza che ci fossero condanne a morte. appena vent’anni dopo ripresero le persecuzioni contro le streghe e fu in questo contesto che il medico tedesco-olandese Johann Weyer pubblicò il De praestigiis daemonum nel quale argomentò teologicamente, giuridicamente e scientificamente che le persone accusate di stregoneria dovessero essere uccise. Questo passaggio fu importante perché erano molte le donne che si autoaccusavano di stregoneria: attribuendo queste convinzioni alla melancolia, Weyer giustificò da un punto 4. SFRUTTAMENTO E MERCIFICAZIONE Che la caccia alle streghe sia stata sfruttata per fini politici ed economici è evidente: lo sfruttamento creativo delle immagini delle streghe raggiunse il punto di apice in età romantica con Goya(Il sonno della ragione genera msotri), Grimm che rappresentò le streghe come donne sagge e detentrici di un sapere antico e Jules Michelet (La sorcière) le riteneva lo strumento antifeudale per eccellenza. Ma, soprattutto, acquistò fama nello scontro tra lo Stato e la Chiesa cattolica dopo la condanna del razionalismo di Pio IX (1792-1878, 1846-1878) con il Sillabo, elenco di ottanta proposizioni nel quale sono condannati il liberalismo, le vecchie eresie riproposte nelle idee del tempo, l’ateismo, il comunismo, il socialismo e l’indifferentismo e la questione delle streghe guadagnò importanza proprio nella polemica contro il soglio pontificio. Una variante nello sfruttamento del tema delle streghe si sviluppò nel contesto del movimento occultista che fiorì a fine Ottocento a Parigi, Londra, Vienna e Berlino: Margaret Alice Murray, nel libro The witch cult in Western Europe, avanzò l’ipotesi dell’esistenza di un culto pagano sotterraneo, unico, diffuso in tutti gli strati della società e sopravvissuto all’avvento del cristianesimo. Nonostante le diffusa disapprovazione in generale per questa tesi, va sottolineato che alcune delle intuizioni esposte sono invece considerate ora corrette da alcuni antropologi e la maggior parte degli storici della stregoneria concordano che a livello locale ed in alcune zone più o meno isolate moltissime credenze e pratiche derivate dal paganesimo sopravvissero fino all’età pre-moderna e che il conflitto tra tali credenze e il cristianesimo aiutò ad accelerare l’avvio della caccia alle streghe (per paradosso, fu proprio l’opera dell’Inquisizione cristiana a raccogliere ed appiattire dentro un unico e fantomatico culto diabolico stregonesco tutte le variegate sopravvivenze di origine pagana, che andava perseguitando ed estirpando). In Germania lo sfruttamento del tema delle streghe ebbe prima il carattere di un avvenimento turistico con rappresentazioni, processioni, mostre e autorità cittadine; poi, divenne un’attrazione a scopi politici e nel 1933, in occasione del carnevale di Offengurg, fu inventato il personaggio della strega quale elemento da parata per l’attività propagandistica del nazionalsocialismo. Con lo slogan “Le streghe sono tornate” il nuovo femminismo, sviluppatosi a partire dal 1975, ha reso popolari le streghe storiche come figura della riconquista di potere e spiritualità della donna e in questo contesto si giunse a proporre in America un parallelo fra le persecuzioni contro le streghe e l’Olocausto. Dal 1980 circa l’interesse pubblico per le streghe ha portato a sfruttare il tema in modi nuovi: sono stati prodotti articoli di consumo, sono state composte canzoni e rappresentazioni teatrali, sono stati eretti monumenti alle streghe e l’industria dei souvenir con giochi per i bambini, portachiavi, adesivi e streghe in forma di bambole, accompagnate dalla science fictions e dal fantasy, sottolineano gli aspetti positivi e fiabeschi della rappresentazione delle streghe e dell’occulto. 5. EPILOGO Oggi movimenti esoterici, anche senza ispirarsi al mondo delle streghe, continuano a tramandare alcune loro credenze e tendenze: un esempio molto comune può essere il rapimento di persone comuni da esseri sovrannaturali provenienti da altri mondi che possono così oltrepassare la dimensione estatica nella quale cadevano le donne durante i sabba o le danze serenate; una volta ritornate, le persone rapite dagli alieni riportano come prova di quanto accaduto alcune cicatrici operatorie e credono di possedere delle doti straordinarie. Scientificamente, la realtà che queste persone pensano di aver vissuto sono il frutto di un’unione tra fisiologia e psicologia e nascono in quella parte del cervello in cui l’eccitazione psicologica si trasforma in percezioni ed immagini. I teologi medievali provarono, senza successo, a confinare le streghe dentro il mondo dei sogni: la strega, infatti, rappresentava la forza nemica capace di mettere in pericolo l’individuo e il suo ambiente sociale e, di conseguenza, intere comunità. La persecuzione delle streghe era e resta il tentativo di combattere autonomamente il male, indipendentemente dalla Chiesa e dallo Stato: più che le fonti normative e le biografie o la corrispondenza epistolare, sono gli interrogatori delle streghe che ci mettono davanti agli occhi uomini e donne in carne ed ossa e che ci guidano alla scoperta dei problemi del loro tempo. In conclusione, possiamo affermare che i dubbi e i timori legati alla caccia alle streghe e al demonio personificato non sono mai del tutto spariti,ma sicuramente, nella società europea che faceva rientrare tutti i rami del sapere ad un unico universo razionale e meccanico che riusciva addirittura ad eliminare le figure religiose e le credenze, si riuscì a togliere potere al diavolo, alla magia e alle loro basi teologiche. Il colpo di grazia alle credenze medievali fu possibile grazie ad un miglioramento delle condizioni sociali: grazie alla vittoria sulla fame e sulle malattie epidemiche, l’idea di malefico e di tutto quello che ne derivava cominciò piano piano a scomparire.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved