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Benedette Guerre - Crociate e Jihad di Alessandro Barbero, Slide di Storia Medievale

Recensione del libro di Alessandro Barbero "Benedette Guerre - Crociate e Jihad" preparato in occasione dell'esame di Storia Medievale del primo anno del corso di Storia (Triennale) - indirizzo Storia Medievale.

Tipologia: Slide

2021/2022

Caricato il 20/06/2023

giovanni-messina-25
giovanni-messina-25 🇮🇹

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Scarica Benedette Guerre - Crociate e Jihad di Alessandro Barbero e più Slide in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Benedette Guerre – Crociate e Jihad Alessandro Barbero I libri del Festival della Mente Giovanni Messina Corso di laurea in Storia Medievale Università di Pisa Benedette Guerre – Crociate e Jihad (L’autore)  Al di fuori dell’ambito accademico, l’autore è noto al grande pubblico per i numerosi saggi e romanzi storici, molto apprezzati anche da lettori non specializzati. La sua popolarità è notevolmente cresciuta anche grazie alla partecipazione a molte trasmissioni televisive di divulgazione scientifica (il tempo e la storia, a.C. d.C., superquark, passato e presente) e agli interventi in manifestazioni culturali, come il Festival della mente di Sarzana, divenuti poi virali sui canali internet in podcast o suYouTube.  Tra i suoi saggi di storia possiamo citare le biografie “Carlo Magno. Un padre per l’Europa” e “Dante” o i libri sulle battaglie di Adrianopoli, “9 agosto 378. Il giorno dei barbari”, e di Lepanto, ”Lepanto. La battaglia dei tre imperi”, mentre per la narrativa il romanzo storico “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo”, che ha vinto il premio Strega nel 1996. • Il libro è del prof. Alessandro Barbero, ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale e collaboratore scientifico di riviste specializzate del settore (Storica, Medioevo) e di quotidiani nazionali (La Stampa, Il Sole 24 Ore). Benedette Guerre – Crociate e Jihad (2. L’epopea)  Non c’è epopea senza eroi e questi abbondano nelle crociate; nobili, ecclesiastici e semplici fedeli sono attratti da quest’avventura, innanzitutto per la motivazione religiosa ma anche perché tutti si rendono conto che il “Passagium” offre anche altre opportunità. I poveri possono raggranellare qualche soldo dai bottini di guerra e migliorare la loro condizione, i potenti hanno la possibilità di ricoprirsi di gloria eterna e i nobili cadetti senza risorse l’occasione per costruirsi una fortuna oltremare.  Tra i nomi più noti ci sono Goffredo di Buglione, il conquistatore di Gerusalemme, e il vecchio imperatore Federico I barbarossa, che invece muore nel viaggio. C’è Riccardo cuor di leone, che lotta inutilmente contro Saladino, e san Francesco d’Assisi, che invece cerca di convertire il sultano turco. Poi l’altro imperatore, Federico II, che otterrà Gerusalemme senza combattere e infine re Luigi IX (il santo), che organizza le ultime due crociate ma fallisce sempre e nella seconda vi muore di malattia. Meno note, ma altrettanto affascinati, le storie di Guglielmo e Corrado di Monferrato e quella di Guido di Lusignano, re di Gerusalemme, sconfitto e catturato da Saladino.  Ed è proprio il sultano Saladino la figura che risalta tra gli avversari: riesce a riunire in un unico dominio tutti gli emirati dalla Siria all’Egitto, raccoglie i fedeli nel “Jihad” contro gli invasori, riconquista Gerusalemme nel 1187 e poi riesce a difenderla vittoriosamente, combattendo contro re e principi cristiani della terza crociata. Benedette Guerre – Crociate e Jihad (3. Fra Guerra Santa e Jihad)  I primi cristiani rifiutavano decisamente la guerra, ma quando il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’impero romano la chiesa decide che può esistere una guerra giusta, se dichiarata da un legittimo sovrano per ripristinare la pace e la giustizia. Però uccidere in guerra resta un grave peccato e se capita ci si dovrà pentire e fare penitenza.  Con le crociate le cose cambiano ancora e si comincia a pensare che la guerra agli infedeli sia non solo giusta ma anche benedetta, santa e che ucciderli non sia peccato. Quest’idea è talmente potente che nasce un ordine monastico-cavalleresco, i cavalieri del Tempio, la cui ragione sociale è la lotta armata agli infedeli. Inizialmente la cosa crea scandalo ma san Bernardo di Chiaravalle, nel suo trattato “Elogio della nuova cavalleria”, ne sposa la causa e teorizza il concetto di “Malicidio”, come atto necessario e benedetto per estirpare il male commesso dagli infedeli: uccidere o farsi uccidere per la fede sono le due facce di una stessa moneta, quella del “martirio per Cristo”.  Anche dall’altra parte circolano idee simili: il concetto di “Jihad” è già presente in molti versetti del Corano, sia come sforzo spirituale per seguire la via di Dio, sia come diritto/dovere di combattere i nemici di Dio quando si è aggrediti e scacciati dalle proprie terre. E così come i cristiani celebrano i monaci-guerrieri, i turchi esaltano i Mujahiddin, i guerrieri del jihad che sono votati al martirio per la causa di Allah. Benedette Guerre – Crociate e Jihad (4. 1 L’occidente visto dagli altri – i bizantini)  La prima testimonianza è di Anna Comnena (figlia del basileus Alessio I Comneno), che ha frequentato molti nobili della prima crociata nei ricevimenti alla corte di Costantinopoli. E’ rimasta impressionata dal numero di pellegrini che l’occidente è stato in grado di mobilitare e riconosce con franchezza che la gente semplice è sinceramente mossa dalla fede e dal desiderio di pregare sui luoghi santi.  Ma il suo giudizio diventa molto più severo quando parla dei loro capi: li considera dei barbari irrazionali, passionali e maleducati al punto di non sapersi comportare decorosamente di fronte all’imperatore, e ne evidenzia l’incredibile avidità, la smisurata ambizione e il costante desiderio di dimostrarsi ciascuno migliore degli altri. Però è anche vero che sono dei guerrieri eccezionali, per forza e per coraggio, e lo stesso basileus ne è affascinato, perché gli ricordano gli eroi dei poemi omerici. La loro cavalleria pesante è una forza distruttrice impressionante, contro la quale né i turchi né i bizantini possono opporre qualcosa di efficace.  Anche i preti colpiscono Anna, gente che marcia assieme ai guerrieri e che spesso porta le armi, cosa assolutamente proibita per il clero orientale e, in teoria, anche per quello latino. Ma quegli uomini sono in gran parte reclutati nella stessa aristocrazia cavalleresca che governa l’occidente e certo non disdegnano di combattere, specie se per la fede.
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